Candy Candy

"Incontro nel vortice" di Alys Avalos, Traduzione della più famosa fanfiction di Candy in lingua spagnola

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cristina.fly
icon12  view post Posted on 9/6/2008, 11:44     +2   +1   -1




Ciao a tutti!

Qualche tempo fa, girovagando sui siti internet in lingua spagnola dedicati a Candy, mi sono imbattuta in una fanfiction veramente particolare. In realtà si tratta di un vero e proprio romanzo, scritto in uno stile elegante, arricchito da numerosi riferimenti storico-geografici e corredato da illustrazioni molto belle, realizzate dalla medesima autrice. La sua intenzione era quella di dare un seguito alla storia che noi tutti conosciamo, mantenendo però sempre come punto di riferimento i personaggi tratteggiati della Mizuki.

L’autrice si chiama Alys Avalos (alias Mercurio), è docente in una università messicana e ha scritto il racconto nel biennio 1999-2001. Dai commenti entusiastici che ho letto in rete, pare sia considerato dai fans ispano parlanti come il sequel “non ufficiale” di Candy. Ho iniziato da poco a tradurre la storia in italiano e, con grande piacere, da oggi mi accingo a condividerla con voi sperando che vi appassioni come è successo a me. Considerate anche le dimensioni dell’opera di Alys, l’impresa che mi accingo ad affrontare non sarà facile... Mi auguro di esserne all’altezza.

Buona lettura. :laura:

N.B.
Per chi lo desidera, il racconto originale “Reencuentro en el vórtice” (immagini comprese) è visibile sul sito www.candyelaine.com o, in versione integrale, sul link http://www.geocities.com/vegi_candy/prologo_reencuentro.htm
C’è anche una versione in Inglese. La troverete sul link http://www.candyterry.com/fanfictions/alys.html
Non essendo riuscita a contattare l’autrice, colgo l’occasione per ringraziarla pubblicamente per la storia incantevole che ci ha regalato, sperando con la mia traduzione di farle cosa gradita.

INCONTRO NEL VORTICE
di Alys Avalos (alias Merurio)


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Prologo

Candy ha deciso di seguire nuovamente le sue aspirazioni e di viaggiare lontano dai suoi cari, in Francia, dove lavorerà come infermiera e conoscerà persone che cambieranno la sua vita. Nel contempo Terence fugge di nuovo dai suoi problemi, trovandone altri. Tutto ciò porterà i due a reincontrarsi nel mezzo di una guerra burrascosa, mentre i loro amici maturano e decidono di cambiare alcuni aspetti della loro vita.


Capitolo I
Venti di Guerra


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________________________________________

Erano trascorsi due anni da quella festosa riunione di amici alla casa di Pony*. Molte cose erano cambiate da allora, ma altrettante persistevano inalterate. Il piccolo orfanotrofio nella verde vallata, il diligente lavoro delle due donne che erano l’anima stessa di quel luogo, la sempre crescente ricchezza degli Andrew e la frenesia della vivace città di Chicago non erano mutati di una virgola. Le vite dei nostri amici, invece, avevano attraversato cambiamenti importanti.

William Albert aveva assunto il pieno controllo del suo patrimonio e amministrava gli affari della famiglia Andrew con la saggezza e il successo che la zia Elroy aveva sempre desiderato. Archie aveva deciso di iscriversi all’università. La sua decisione di studiare diritto aveva trovato il consenso incondizionato dei genitori di Annie, i quali erano molto orgogliosi del loro futuro genero. Anche Annie, da parte sua, era cambiata. Adesso era, senza alcun dubbio, una “vera signorina”. Dolce per sua propria natura, ma anche raffinata ed elegante per l’ottima educazione ricevuta, Annie era diventata una graziosa creatura con bellissimi occhi e una figura incantevole. Molti giovani dell’alta società di Chicago avrebbero aspirato alla sua mano ma, sfortunatamente per loro, Annie e Archie erano fidanzati ormai da tempo e nessuno dubitava che i due sarebbero convolati a nozze non appena il giovane milionario avesse terminato gli studi.

Patty continuava a vivere con sua nonna in Florida, ma ogni estate si recava a Chicago per trascorrere alcune settimane con i suoi amici, i migliori che avesse mai avuto. Non dotata di una particolare bellezza, Iddio le aveva però donato un carattere dolce e una bontà d’animo tali da affascinare chiunque, e gli uomini non facevano eccezione. Ciò nonostante, nessuno era riuscito a colmare il vuoto che Stear aveva lasciato nel suo cuore. Tanto meno le premeva incontrare un sostituto, perché aveva appreso che tali cose non devono mai essere forzate.

Iriza Legan, da parte sua, era diventata un membro noto dell’alta società di Chicago. Alta e slanciata, con occhi freddi e un sorriso insolente, trascorreva il suo tempo tra balli di gala, ricevimenti e altre frivolezze di ogni genere. Molti uomini la corteggiavano non solo per la sua bellezza e per il suo patrimonio, ma anche perché attratti dalla sua fama di donna di facili costumi. La rampolla dei Legan aveva infatti deciso di spassarsela senza restrizioni, in una sorta di rivincita verso i due giovani il cui amore mai aveva avuto (e che altri non erano se non Antony e Terence). Nessuno poteva impedirle di godere della vita nel modo che lei stessa aveva scelto. Solo una cosa la infastidiva, nel profondo del suo animo meschino: l’impossibilità di vendicarsi di colei che il suo cuore odiava con tutte le sue forze ma che era protetta da un benefattore tanto potente che neanche l’indomita Iriza osava sfidare.

Neil, al contrario, stava affogando la sua giovinezza nell’alcol, nonostante i numerosi tentativi di Albert per aiutarlo. Non aveva ancora superato la delusione di aver amato e di essere stato respinto. E forse da quell’amarezza non si sarebbe più ripreso, specialmente da quando colei che amava si trovava totalmente fuori dalla sua portata.

Ora più che mai, miei amici lettori, Candy White Andrew era la personificazione della libertà e dell’indipendenza . Aveva accettato di mantenere il cognome della sua famiglia adottiva per affettuosa riconoscenza verso l’uomo che amava come il fratello maggiore che non aveva mai avuto e che, occasionalmente, accompagnava ad eventi mondani o ai gran galá ai quali era necessario partecipare per la prosperità e la reputazione degli Andrew. Ma, a parte queste rare occasioni, Candy era la ragazza semplice e dolce di sempre.

Aveva deciso di tenere il suo vecchio appartamento di Chicago e di vivere lì, nonostante la scenata della signora Elroy, scandalizzata al solo pensiero che una signorina di buona famiglia potesse vivere sola. E, come se ciò non bastasse, Candy aveva insistito per mantenere il suo impiego di infermiera. Ora, dopo un lungo lavoro per aiutare il suo capo a vincere la battaglia contro l’alcolismo, aveva ottenuto il suo totale recupero ed entrambi stavano lavorando in un grande ospedale, nel quale erano stati assunti senza l’aiuto di Albert. Infatti, nonostante il desiderio del giovane di aiutare la sua protetta e l’anziano medico, Candy aveva insistito per farcela da sola. E così, ancora una volta, aveva trovato la propria strada con le sue sole forze.

Candy avrebbe compiuto presto 19 anni e la sua candida bellezza, che alcuni anni prima nella tenuta di Lakewood aveva colpito i tre ragazzi Andrew, era cresciuta con lei, trasformandola in una giovane donna al cui fascino era impossibile resistere. Dotata di una figura sottile ma molto femminile, di un sorriso travolgente e di occhi che lasciavano senza fiato, Candy aveva anche la dote della semplicità. Le sue lentiggini erano quasi totalmente scomparse, lasciando sul suo naso solo qualche macchiolina rosa, che dava al suo viso un’aria candida. I suoi modi si erano ingentiliti mantenendo però i movimenti decisi di chi ha praticato sport in maniera regolare, cosa che non era frequente tra le donne del tempo. Ancora una volta, molte cose erano fuori dal comune nella più famosa ed eccentrica erede di una delle famiglie più ricche degli Stati Uniti.

La zia Elroy era particolarmente preoccupata per il fatto che Candy fosse ancora nubile e senza alcun legame formale. L’anziana donna temeva che Candy potesse scegliere un marito indegno del prestigio e della fortuna degli Andrew. Per lei era stato assurdo che William Albert avesse permesso alla ragazza di rompere il fidanzamento con Neil. Sarebbe stata, dopo tutto, una soluzione molto conveniente per ambo le famiglie, ma Albert era stato tanto categorico sulla questione, che l’anziana donna aveva abbandonato ogni speranza su quel matrimonio.

Albert, da parte sua, era abbastanza preoccupato per la solitudine in cui Candy viveva, ma lei si mostrava tanto sicura di quello che desiderava per se stessa, che egli non poté opporsi dinnanzi alla sua scelta di vivere sola. Nel proprio cuore Albert sperava che la sua pupilla incontrasse un giorno l’amore che aveva già perduto due volte nella sua giovane vita, perché nessuno più di lei meritava questa benedizione.

Verso l’inizio del 1917 le preoccupazioni di Albert si concentrarono su altri problemi. La situazione tra gli Stati Uniti e la Germania era giunta ad un punto critico. Erano passati due anni dall’affondamento del transatlantico Lusitania, causato dalla marina tedesca, che provocò la morte di 128 passeggeri statunitensi. Da allora la situazione era ulteriormente peggiorata tanto che giusto due mesi prima, nel febbraio del 1917, il presidente Wilson aveva rotto le relazioni diplomatiche con la Germania. Lo scenario sembrava pronto ad un evento ineluttabile e la paura per la guerra imminente fluttuava nell’aria. Da banchiere avveduto qual era, Albert sapeva che il suo patrimonio poteva giocare un ruolo importante nel conflitto, ma egli non si avventurò ad immaginare come gli eventi storici stavano per colpire la sua famiglia, se non quando fu ormai troppo tardi.

Continua...

* N.d.T. Le parole dell’incipit di Alys Avalos le ritroviamo, forse non a caso, quasi identiche nel lungometraggio Italiano “Candy e Terence”. Per la precisione, è questa la frase con cui la voce narrante introduce la partenza di Candy che si appresta a raggiungere Terence a New York, per restare per sempre uniti.

Edited by cristina.fly - 11/6/2008, 12:20
 
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view post Posted on 9/6/2008, 12:01     +1   +1   -1
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Ciao Cristina.
Quando ho letto il tuo post in FAQ ho subito pensato a questa FF che avevo iniziato a leggere in inglese (e qualcosina in spagnolo ma non me la cavo così bene). Sono molto felice che tu la traduca per noi.
Di recente avevo postato un video proprio con le fanart relative alla storia.
Grazie per l'immane lavoro che ti accingi a fare... :pc:
Buon Lavoro! :ollalà:
 
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view post Posted on 9/6/2008, 17:22     +1   -1

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Grazie Cristina per il bel lavoro che stai facendo, ne siamo veramente onorati e buon proseguimento!

:pc: :tella:
 
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*Kiar@*
view post Posted on 9/6/2008, 18:27     +1   -1




Grazie Cri. Ho letto questa fanfiction nel 2003 ed è stato un viaggio emozionantissimo, ammetto che ha avuto una parte importante nella mia rinnovata passione per Candy. Purtroppo i miei impegni personali mi hanno impedito di dedicarmi alla traduzione di quest'opera, com'era mio desiderio, ma sono ben felice che tu abbia deciso di farla conoscere ai fans italiani. Chissà, magari più avanti potrei darti una mano, l'impresa è a lunga scadenza.... :pc:
 
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cristina.fly
view post Posted on 9/6/2008, 20:11     +1   -1




Grazie infinite a tutte voi per l'entusiamo e per le affettuose parole di incoraggiamento... :tella: image :tella:

Ne avrò molto bisogno!!! :pc:

L'impresa, come ho gia detto, non è delle più facili anche perchè il racconto da tradurre è un'opera di ampio respiro, che ha richiesto all'autrice due anni di lavoro.

Beh, vorrà dire che ci terremo compagnia per un bel po'...

Vi assicuro che non ci annoieremo! image

In particolare, per *Kiar@*: pensa che mi sono iscritta su questo bellissimo forum, presa da un rinnovato entusiasmo per Candy, quando cominciai a leggere il lavoro di Alys... :rosa: Mi sembra un'ottima idea quella di poter collaborare.

A domani!!!

Edited by cristina.fly - 11/6/2008, 12:13
 
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cristina.fly
view post Posted on 10/6/2008, 11:52     +1   +1   -1




:rose rosa: ...segue
________________________________________

Era una soleggiata mattina di primavera quando Katherine Johnson, cosa insolita per lei, entrò nella stanza delle infermiere correndo agitata. Le sue guance erano arrossate ed era praticamente senza fiato. Candy era seduta a chiacchierare allegramente con un’altra infermiera quando Katherine, con il suo arrivo inatteso, interruppe la loro conversazione.

La giovane bionda non domandò nulla perchè ogni dettaglio era già chiaro sul viso della collega: gli Stati Uniti avevano infine dichiarato guerra alla Germania. Candy conosceva bene quello sguardo solenne sul volto di Katherine e poté anche immaginare ciò che quell’evento significava per il Paese e per lei stessa...

- Candy! - Esclamó Katherine per la terza volta - Mi stai ascoltando? Non dici nulla su tutto questo? -

- Oh...Mi dispiace! - Rispose Candy tornando alla realtà dalla quale si era allontanata con i suoi pensieri - Io ero... Poco...- esitò per un attimo - Temo di avere qualcos’altro da fare, ragazze. Scusatemi. -

E immediatamente abbandonò la stanza lasciando dietro di sé le due infermiere incuriosite.

- Che le sarà successo? Non ha fatto nessun commento sulle cattive notizie - Disse Katherine.

- Io credo che ne sia rimasta molto colpita. Stava benissimo prima del tuo arrivo - Replicò la seconda infermiera

- Pensi che tema per “qualcuno” in particolare, con questa guerra? - Domandò Katherine con uno sguardo indagatore.

- Un innamorato, vorresti dire? No, non credo. Candy è una ragazza molto dolce e molto riservata riguardo alla sua vita privata. Ma a parte questo, non credo sia interessata a qualcuno in questo momento. Certe cose non si possono nascondere. -

La conversazione proseguì mentre Candy continuava a correre attraverso un parco vicino.

La giovane corse fino a che raggiunse una rivendita di giornali, per comprare una prova tangibile di quell’evento. Sentiva che l’accaduto avrebbe dato una svolta alla sua vita... Forse, perfino...

Era stampato chiaramente in prima pagina... Quella mattina del 6 di Aprile del 1917 il presidente Woodrow Wilson aveva dichiarato guerra e stava già domandando volontari per difendere la nazione. Le dita di Candy strinsero il giornale con un misto di timore, coraggio, eccitazione e con una sensazione strana che non riuscì a definire in quel momento. Era come se il suo destino la stesse chiamando a gran voce, quasi fosse un invito ad un appuntamento fissato con anticipo, tanto tempo prima. Aveva ricevuto una formazione speciale per quell’eventualità e ora poteva essere giunto il momento di mettere alla prova la sua preparazione. Le vennero alla mente l’immagine di Flanny, che ancora si trovava al fronte come volontaria infermiera, insieme all’indimenticabile ricordo di Stear. Avrebbe potuto, lei, abbandonare la sua tranquilla vita a Chicago, dove c’erano l’affetto e la vicinanza dei cuoi amici piu cari, e da dove avrebbe potuto, in qualunque momento, tornare alla Casa di Pony per trovare forza e sostegno? Sarebbe stata sufficientemente coraggiosa per affrontare gli orrori della guerra?

Una giovane coppia con un bambino le passò davanti. La donna era felice, stretta ad un braccio del suo sposo, mentre lui, con l’altro, sosteneva il piccolo che non avrà avuto più di due anni. Candy li guardò allontanarsi dal parco, fino a che sparirono dalla sua vista. Sembravano molto sereni e così lontani dal pericolo imminente che il paese stava per affrontare. Candy pensò che la giovane madre aveva valide ragioni per restare sana e salva nel rifugio della madre patria, mentre l’esercito americano già si preparava a difendere il paese. Quella donna aveva una famiglia su cui vegliare. Ma lei... Chi ti sta aspettando a casa, Candice White?

Continua...

Edited by cristina.fly - 11/6/2008, 12:09
 
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cristina.fly
view post Posted on 11/6/2008, 08:50     +1   -1




Rieccoci di nuovo!

Partirà Candy per l'Europa? I suoi amici riusciranno a fermarla?

Leggiamolo insieme...

:rose: ...segue
________________________________________

- COSA STAI DICENDO? - urlò Albert senza poter credere a quello che aveva sentito - Candy ha lasciato il suo appartamento senza dire una parola... Neppure a me? -

- Temo che sia nel giusto, signore - rispose George costernato - Stamattina un uomo della scorta si è reso conto che la signorina non usciva dall’appartamento da più di ventiquattr’ore e, essendo oggi un giorno lavorativo, ha temuto le fosse successo qualcosa ed è andato a controllare con il padrone di casa. È stato così che hanno trovato questa lettera lasciata dalla signorina. -

Molto tempo prima, quando Candy aveva deciso di continuare a vivere sola nel suo apartamento di Chicago, Albert aveva posto una scorta che proteggeva la ragazza senza farsi notare.

William Albert era consapevole che Candy non avrebbe voluto essere sorvegliata a quel modo, ma la città stava diventando un luogo violento e pericoloso, e una ricca ereditiera poteva essere vittima di sequestratori o malintenzionati. Considerato ciò, e nel suo ruolo di capofamiglia, Albert non poteva correre rischi riguardo alla sicurezza della sua pupilla.

Ma, nonostante tutte queste contromisure, il suo segretario lo stava informando che la ragazza era scomparsa, sotto al naso della sua scorta.

- Dammi la lettera - Disse Albert con la voce tremante e visibilmente alterato.
Quello che i suoi occhi lessero in quel momento andava al di là dei suoi più tristi presentimenti.


Cari Albert, Annie e Archie


Mi dispiace molto lasciarvi senza un parola, ma so che presto o tardi mi perdonerete. Ho le mie buone ragioni per agire così.

C’è una parte di me che vorrebbe restare con voi e con tutti coloro a cui voglio bene, però un’altra mi spinge a compire un dovere che non posso ignorare. Voglio che sappiate che ho meditato questa decisione a lungo e che non è, in nessun modo, frutto di leggerezza.

Alcuni anni fa, quando ero alla scuola per allieve infermiere, ricevetti anche una formazione speciale come infermiera militare. In quel momento la guerra era appena iniziata e sembrava solo uno spettro lontano, non sapendo se sarebbe mai giunta fino a noi. Purtroppo, alla fine la guerra è arrivata, dopo essersi già portata via la vita di uno dei nostri cari che ricorderemo sempre con il più profondo affetto.

E’ per il suo indimenticabile ricordo che non posso disattendere al mio dovere. Il nostro paese ha bisogno del mio aiuto e onorerò l’esempio di Stear.

So che con la mia partenza vi lascerò tristi e preoccupati. Siete sempre stati tanto buoni e affettuosi con me. Ciò nonostante devo andare, ma spero che il Signore mi accompagni nel viaggio verso l’Europa e che mi protegga durante le prove che lì mi attenderanno.

Albert, per favore, non arrabbiarti con me. So che, da pacifista quale sei empre stato, disapprovi tutta questa faccenda della guerra ma pensa che vado lì non come un soldato per uccidere, ma come un’infermiera per salvare vite umane. Archie, non temere perchè tornerò sana e salva e se non ti prenderai cura di Annie in mia assenza, te la vedrai con me!

Annie, promettimi che sarai forte. Miss Pony e suor Maria avranno, più che mai, bisogno di te.

Pregate per me e spiegate tutte queste cose a quelle due care donne.

Vi voglio bene.

Candice W. Andrew.

P. S.
Albert, mi dispiace dirti che stai sprecando il tuo denaro con quella scorta. I tuoi uomini si addormentano regolarmente dopo la mezzanotte...



Due lacrime scesero sulle guance di Albert quando ebbe terminato di leggere la lettera. A giudicare dal tempo che era trascorso da quando Candy era stata vista per l’ultima volta dalla scorta, era ormai troppo tardi per fermarla. In quel momento era già in viaggio verso la Francia, con il primo plotone inviato dagli Stati Uniti. Albert sentiva che una parte della sua vita andava di nuovo in pezzi. Gli sembrava di perdere una sorella, quella che il destino gli aveva regalato in una sorte di compensazione, dopo la morte dell’altra che aveva perso quando ancora era bambino. Poteva in qualche modo ritrovarla? Se solo Candy non fosse tanto testarda e al meno per una volta nella sua vita pensasse a sè, invece che agli altri...

Continua...

Edited by cristina.fly - 11/6/2008, 13:30
 
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Atlye
view post Posted on 11/6/2008, 10:43     +1   -1




grazie di avermi fatto conoscere questa storia
 
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Andy Grim
view post Posted on 11/6/2008, 19:06     +1   -1




:andy:

Complimenti, cara Cristina!
Anche se quest'opera non è tua, un lavoro di traduzione da un'altra lingua è sicuramente molto impegnativo... oso dire che, forse, per certi versi, è più impegnativo che non scrivere una storia di sana pianta!

Io sono da tempo un appassionato di fanfic ma, purtroppo, non sono un linguista (mi arrangio a malapena con l'inglese) e mi sono "roso" il fegato più volte a vedere sui siti esteri centinaia - letteralmente - di racconti ispirati alle mie serie preferite che però non potevo gustarmi appieno perchè non erano in italiano (avevo cominciato a tradurne una, ma per chi non abbia studiato lingue è davvero una fatica improba!).

Quindi, grazie di cuore: leggerò questa storia con piacere anche perchè mi interessa molto la storia contemporanea (come ben sanno le forumiste che mi hanno fatto l'onore di leggere il mio racconto Un compagno per Flanny Hamilton).

Con affetto e alla prossima.

:mizia:

CITAZIONE
Iriza Legan, da parte sua, era diventata un membro noto dell’alta società di Chicago. Alta e slanciata, con occhi freddi e un sorriso insolente, trascorreva il suo tempo tra balli di gala, ricevimenti e altre frivolezze di ogni genere. Molti uomini la corteggiavano non solo per la sua bellezza e per il suo patrimonio, ma anche perché attratti dalla sua fama di donna di facili costumi.

Voce di Andy Greason: "Interessante...!"

Voce di Flanny Hamilton in Greason: "Zitto e vola, fanfarone!"
 
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cristina.fly
view post Posted on 12/6/2008, 00:02     +1   -1




Piacere di conoscerti, Andy! :amabile:

Anch'io ho un debole per la storia contmporanea! Appena ho un po' di tempo, comincio a leggere la tua fic!

A proposito di Flanny: dai un'occhiata al prossimo paragrafo. ;)

A presto! :mizia:
 
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cristina.fly
view post Posted on 12/6/2008, 00:28     +1   -1




Rieccoci! La storia continua.

Io ho sempre un sussulto, quando rileggo la fine di questo paragrafo...


:rose rosa: ...segue

________________________________________

- La signorina Hamilton è la capoinfermiera e tutte voi dovrete seguire le sue istruzioni alla lettera - disse alle nuove arrivate il direttore dell'Ospedale Saint Jacques, con un leggero accento francese, e rivolgendosi a Flanny - Hamilton, queste sono le nuove ragazze, appena arrivate dall’America. Spero che possa aiutarle ad ambientarsi e ad iniziare a lavorare il prima possibile -

L’uomo a quel punto uscì dalla stanza lasciando le infermiere con l’alta bruna.

Lo sguardo freddo di Flanny ispezionò le colleghe e il suo cuore si fermò per un attimo quando notò un volto familiare, dai grandi occhi verdi, che le sorrideva con un'amabilità che non riusciva a comprendere.

- Felice di vederti di nuovo - sussurrò Candy quando Flanny le passò vicino.

- Temo di non poter dire lo stesso - replicò la bruna seccamente, e senza altri commenti continuò la sua ispezione del gruppo.

- Spero che tutte voi siate sicure riguardo la decisione che avete preso, decidendo di arruolarvi. Presto capirete che tutte le cose negative che avete sentito, riguardo il lavoro delle infermiere militari, non sono esatte. La realtà va infatti ben oltre quello che possiate aver immaginato là, nei vostri comodi e routinari lavori negli Stati Uniti. La realtà è, mie care colleghe, di gran lunga peggiore. -

Dopo questa drammatica introduzione Flanny continuò con un lunga serie di doveri, regole e consigli. Tutte le nuove arrivate si guardavano tra loro, stupite per la freddezza con cui erano state accolte. Le parole di Flanny erano chiare, distinte e gelide, senza uno cenno di simpatía o gentilezza. Il suo fu un discorso molto eloquente che non lasciava dubbi alle nuove arrivate, né su chi esse avevano di fronte, né su come Flanny si aspettava che affrontassero il loro nuovo lavoro. L’espressione del suo viso non cambiò e neppure il tono della sua voce. Se qualcuna delle infermiere ancora sperava che la guerra avrebbe potuto non essere terribile, dopo il discorso di benvenuto di Flanny queste deboli speranze naufragarono del tutto. Ciò nonostante, una tra loro non si lasciò impressionare o realmente spaventare dal comportamento di Flanny. Candy sapeva bene che quell'atteggiamento era solo apparenza. Dietro quella donna che mostrava un cuore di ghiaccio c’era stata una bambina sola, e questa volta Candy non sarebbe caduta nella trappola della sua ostentata durezza.

Questa volta, mia cara collega, troverò il modo di abbattere quei muri che, tanto caparbiamente, hai innalzato attorno al tuo cuore. Non sciuperò questa nuova opportunità che la vita mi offre.

Una lampo di determinazione passò nel verde dei suoi occhi, proprio mentre Flanny terminava il suo discorso.

Quella sera Candy si sedette sulla finestra della stanza che avrebbe condiviso con un’infermiera di nome Julienne. Al suo interno non c’era niente che potesse essere considerato, anche solo vagamente, lussuoso. Di fatto la stanza era ben più che austera, e i suoi occupanti avrebbero potuto facilmente deprimersi alla sua sola vista. Se Candy non fosse passata per situazioni più difficili, probabilmente la tristezza le avrebbe pervaso l’animo, insieme al forte desiderio di tornare a casa.

Aveva deciso di mantenere un atteggiamento positivo ed ora si sentiva piena di speranza per la nuova impresa che aveva iniziato. Né la durezza delle parole di Flanny, né la povertà della sua stanza potevano privarla dell’emozione che sentiva dentro di sé, mentre la bellezza della luna piena illuminava il cielo notturno.

- Finché, nonostante tutti problemi, si apprezza la bellezza della creazione divina, c’è speranza per andare avanti -. Così le aveva detto una volta suor Maria.

In quel momento, un camion con la bandiera nordamericana pieno di soldati passò per la strada, proprio sotto la finestra di Candy. Dentro all’automezzo un paio di occhi blu scuro si perdevano nella leggera bruma notturna. L’uomo dagli occhi blu sentì un improvviso dolore al petto, mentre il camion passava di fronte all’ospedale. Il dolore scomparve nel giro di pochi istanti, lasciandogli una sensazione di perdita che non gli era ignota, ma di cui non poté comprendere la causa.

Candy chiuse allora la finestra, domandandosi cosa fosse quella fitta al cuore che l’aveva colta improvvisamente.

image



continua...

Edited by cristina.fly - 29/3/2009, 12:29
 
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view post Posted on 12/6/2008, 08:41     +1   -1
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che teneri!
 
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Andy Grim
view post Posted on 12/6/2008, 17:29     +1   -1




:andy:

Per fortuna delle colleghe della "mia" Flanny, ci pensa il suo maritino a"smussarla" un po'...!

Comunque, Cristina, anche la "tua" mi piace molto: pugno di ferro in cuore di velluto!

Buona fortuna per la seconda opportunità, Candy: il tuo "quasi omonimo" fa il tifo per te...!

:bravo:
 
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cristina.fly
view post Posted on 12/6/2008, 18:25     +1   -1




Ciao Andy,
e grazie!!!

Credo che anche Alys sia rimasta colpita da Flanny, ma ìl suo personaggio, pur fedele a quello appena tratteggiato da Mizuki, ha uno spessore maggiore.

Ritroveremo Flanny in gran parte del racconto, e un suo gesto avrà un ruolo chiave nella storia... :merlino:

A presto!
 
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cristina.fly
view post Posted on 15/6/2008, 01:26     +1   +1   -1




Ciao!

In questo paragrafo Alys introduce nella storia un personaggio di sua creazione...

:rose rosa: ...segue
________________________________________

I giorni passarono rapidamente al Saint Jaques ma, così come aveva preannunciato Flanny, nessuno fu facile o tranquillo. I feriti inondavano i padiglioni, la sala operatoria e anche le corsie. Il dolore e la disperazione erano nell’aria che ogni essere umano respirava, mentre ben poca consolazione poteva trovarsi, in mezzo a tutta quella confusione.

In diverse occasioni Candy arrivò a pensare di aver esaurito tutte le sue forze, applicando punti di sutura, pulendo letti o lavorando ore interminabili in chirurgia. Ciò nonostante, quando era sul punto di arrendersi, da qualche parte spuntava la figura forte e determinata di Flanny, come a ricordarle lo spirito che ambo le giovani avevano appreso studiando alla scuola di Mary Jane. Candy recuperava allora il suo naturale buonumore e continuava a lavorare, illuminando quel luogo con un caldo sorriso. Lì dove l’efficenza di Flanny poteva solo aiutare a guarire le ferite del corpo, la grazia di Candy dava anche speranza all’animo di quegli uomini, spesso ferito ancor più gravemente.

Insieme formerebbero l’infermiera perfetta”, si era detta qualche volta Mary Jane e se avesse potuto vedere le sue due antiche allieve in azione, si sarebbe congratulata con se stessa per i buoni risultati e per l’esattezza delle sue previsioni. Perché davvero la complementarietá del loro lavoro faceva sì che, nonostante le difficoltà e la confusione, tutto nell’ospedale funzionasse in modo soddisfacente.

Candy ne era consapevole e per questo cercava di lavorare con Flanny tanto quanto le era possibile, facendo del suo meglio per ignorare l’esasperante temperamento delle sua antica compagna. Sfortunatamente Flanny non era della stessa opinione e rendeva le cose molto più difficili a Candy, che doveva sopportare i suoi modi dispotici.

- Sei forse nuova in questo lavoro? - disse Flanny con tono irritato - Questa benda è troppo stretta, ti conviene allentarla immediatamente o causerai a questo pover uomo più problemi di quelli che ha. -

- Sì Flanny, lo faccio subito. - replicò Candy dolcemente.

- Non parlare tanto e lavora più velocemente, hai ancora un sacco di cose da fare prima che termini il tuo turno. - Aggiunse Flanny, mentre lasciava la stanza per continuare il suo quotidiano giro di controllo.

- Come riesce a sopportarla? - Domandò l’uomo a cui Candy stava sistemando le vende, dopo che Flanny si allontanò.

Candy scosse le spalle e rivolse all’uomo uno di quei sorrisi che valgono più di un tesoro.
- Vede, il segreto e non prendérsela per quello che dice e accettarla così com’è. -

- Si, come un...mal di testa!-

Concluse questi, trattenendosi dal dire qualcos’altro. Ma d’altronde, come poteva un uomo sensato abbassarsi ad usare parole volgari, in presenza di un angelo biondo?

- Oh sergente O’Connor, la mia amica non è una cattiva persona, l’apprezzerà se avrà l’opportunitá di conoscerla meglio. Nel fondo del suo cuore ha un animo nobile.-

- Può darsi. Ma credo che sia troppo in fondo per vederlo - Insistette l’uomo, con una risatina. - Le dirò di più. Se questa sua “amica” non addolcirà un po’ il carattere, diventerà una solitaria zitella.-

- Lei è impossibile, signor O’Connor - Rispose Candy ridendo.

- Concordo in pieno! - Disse la voce di un uomo più giovane.

Candy era ora vicino a questo secondo paziente, pulendo un’impressionante ferita che aveva al braccio.

- Al contrario, - continuò il ragazzo - non credo che a una ragazza carina e dolce come lei, manchino i pretendenti - Aggiunse con un sorriso malizioso sulle labbra.

-Oh, François, che galanteria! - replicò Candy - Ma non vi permetto di essere così duri con Flanny. Dovreste piuttosto preoccuparvi per voi stessi. Se non cambierete il vostro comportamento, nessuna ragazza vorrà uscire con voi...Infermiere incluse! - Esclamò Candy mentre usciva dalla stanza ridendo.

In quel momento un giovane medico entrò nella stanza. Aveva assistito a tutta la scena. I suoi occhi grigi avevano seguito ciascun movimento della bionda infermiera, mentre il suo udito registrava ogni parola che usciva da quelle labbra.

- Ti é andata male, stavolta! - Scherzó O’Connor rivolgendosi a François Girard.

- Sì, però vale sempre la pena provare, soprattutto con una ragazza tanto affascinate. O no? -

- Sì, ma questa ragazza in particolare, signor Girard, non è facile da conquistare - esclamò il medico unendosi alla conversazione - ed è inoltre un tipo di donna veramente difficile da incontrare. -

- Senza dubbio, dottore Bonnot - concordò François e la conversazione a quel punto terminò, lasciando i tre uomini soli con i propri pensieri.

Yves Bonnot aveva conosciuto Candy il primo giorno che lei arrivò in ospedale. Stava riposando nell'area riservata ai medici, durante in una delle sue brevi pause . Uscendo dal bagno incrociò il direttore dell’ospedale con il gruppo di nuove infermiere. Nascosto dalla porta della toilette, Yves ascoltò il discorso di Flanny (cosa che gli era già capitata in passato) e con uno sguardo curioso esaminò la reazione delle nuove arrivate mentre la magra bruna parlava. Un volto tra tutti captò subito la sua attenzione. Inizialmente il giovane fu forse attratto dall’incantevole bellezza di quel viso, con una pelle di porcellana, il nasino all’insù ed occhi incredibilmente grandi. Ma dopo questa prima impressione, Yves notò qualcos’altro. Mentre Flanny continuava il suo discorso, il giovane si divertiva a cogliere lo smarrimento dipinto sul volto delle nuove infermiere. Tuttavia sul viso della giovane bionda non si notava ombra di paura o incertezza. Al contrario, Yves scorse nel verde profondo di quegli occhi, una determinazione fuori dal comune.

"Cela c’est courage” (Questo è coraggio, in francese), disse tra sé, compiaciuto di scorgere in una donna due cose che difficilmente si trovano insieme: bellezza e carattere.

Da quel momento Yves aveva seguito con interesse tutti i movimenti della ragazza. Si era ripromesso di conoscerla meglio, ma presto scoprì che la strada verso il cuore della giovane, nonostante la sua abituale gentilezza, era un sentiero difficile da incrociare. In quel periodo Yves la osservò attentamente, sempre celato dietro qualcosa che gli permettesse di scorgere mille piccoli dettagli. Impresse nella sua mente ciascun tratto del suo viso: la fine linea del naso cosparso di lentiggini quasi invisibili, il rosa tenue delle sue guance, i piccoli ricci della sua folta capigliatura, gli abbaglianti riflessi che risplendevano dai suoi capelli quando il sole brillava su di essi, tutto il suo repertorio di sorrisi travolgenti e le differenti inflessioni della sua voce. Apprese anche che ella era una cratura aggraziato con il più tenero dei cuori , ma con uno spirito indomito che raramente si arrendeva. Ammaliato da questa abitudine, quasi malsana, di mirare la ragazza di nascosto da lei, il giovane aveva tanto indugiato che passò settimane intere cercando di conoscerla.

L’occasione si sarebbe però presentata quasi per caso, e molto prima di quello che Yves avrebbe voluto.

...Continua

Edited by cristina.fly - 15/6/2008, 16:53
 
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