Candy Candy

"Incontro nel vortice" di Alys Avalos, Traduzione della più famosa fanfiction di Candy in lingua spagnola

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candyforever
view post Posted on 2/5/2013, 00:18 by: candyforever     +1   +1   -1
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Ragazze, la lunga attesa è finita! Perdonatemi per il ritardo biblico ma negli ultimi tempi sono stata, e sono tuttora, piuttosto presa. Mi scuso con tutte voi e con Kiara, avendole causato questa pausa forzata, anziché darle una mano. :mizia: A Kiara va anche il mio sentito grazie per la preventiva visione di questa parte che, finalmente!, vi posto.

Baci e buona lettura a tutte.
:giusy:


CAPITOLO XV - PARTE II - QUELL'INVISIBILE VINCOLO DEL CUORE

(prosieguo parte II)




La ragazza fremette a ogni sillaba di quelle parole che le sfioravano la pelle morbida come una carezza.

Rimasero in silenzio per un po', il giovane in piedi dietro di lei che guardava il caminetto: entrambi intuivano parole che non avevano bisogno di essere dette. Dopo, Candy si sbottonò il soprabito e lui l’aiutò a toglierselo, per poi appenderlo accanto al suo impermeabile ad un appendiabiti lì vicino. La ragazza si avviò in silenzio verso le scale che portavano al secondo piano e con la netta percezione del braccio di Terence attorno alla vita salì verso la camera da letto.

Lui la guidò lungo il corridoio fino alla camera principale. Quando la giovane aprì la porta fu sorpresa dalla piacevole vista di una camera da letto decorata di bianco, in contrasto con mobili in legno e qualche accessorio azzurro qui e là. In altre circostanze Candy si sarebbe soffermata a lungo ad ammirare ogni dettaglio della stanza, dalle grandi finestre coperte da tende di pizzo e velluto al letto a baldacchino, ma la calda presenza accanto a lei non le lasciava pensare a nient’altro che non fosse all'incontro intimo che sapeva bene stava per avvenire. Sentì sul collo il respiro di Terence che la girò teneramente verso di sé per guardarla negli occhi. Un senso di déjà vu riempiva l'aria e faceva tremare la ragazza in previsione degli attimi successivi.

Lui la attirò ancora più vicino e le bisbigliò all’orecchio con il più dolce dei toni.

- Ho avuto tanta paura – le confessò in un mormorio soffocato. – Sentivo che eri viva, da qualche parte, ma ogni evidenza diceva che eri morta. Ero così confuso, non sapevo se credere alle voci nella mia anima o alle prove che mi confermavano di averti persa per sempre.

Candy sollevò il viso e si perse negli occhi verdazzurri che la guardavano dalle loro profondità liquide. Alzò la mano e accarezzò la guancia dell'uomo con tutta la dolcezza del suo cuore innamorato e sollevandosi sulle punte sfiorò la guancia di Terence con un dolce bacio, cingendogli il collo con le braccia.

- Va tutto bene ora, amore mio, - gli mormorò all’orecchio, - andrà tutto bene da qui in avanti, - lo rassicurò teneramente.

Rimasero abbracciati senza proferir parola, godendo semplicemente del reciproco calore mentre le ultime tracce di paura si dissolvevano.

- Sai? – le disse poi lui, sciogliendosi la cravatta e prendendo la catenina che portava sotto la camicia - credo che questo sia tuo. Devo ammettere che funziona davvero - aggiunse, porgendole il crocifisso.
- Allora anch’io ho qualcosa da restituirti – rispose lei e, senza rendersi conto della sottile seduzione del suo gesto, si slacciò i primi due bottoni della camicetta per togliersi la catenina d'argento con l’anello di smeraldo, che tornò al suo proprietario. Il giovane sorrise e prese l'anello lasciandolo distrattamente su un tavolo vicino, più interessato al collo madreperlaceo che aveva davanti agli occhi.
- Sei tu il gioiello che davvero mi interessava recuperare, - le disse abbracciandola di nuovo. Terence affondò il viso nei capelli biondi della ragazza, mentre il suo profumo di rose gli invadeva i sensi, risvegliando in lui rinnovati desideri. - Il tuo profumo… - disse aspirando profondamente il profumo dei capelli della giovane - il tocco delicato della tua pelle… ti prego, chiama ancora il mio nome perché ho bisogno di ascoltarti all'infinito per credere che tu sia qui con me.
- Terence – mormorò lei - sono davvero qui, Terence. La separazione è finita… Terence.
- Il tuo sapore – disse lui prima che le sue labbra coprissero quelle di lei con rinnovata passione.

L’uomo esplorò con ardore la bocca della giovane, ormai incapace di controllare oltre il suo desiderio e Candy sentì che il suo corpo veniva avvolto da un calore che cominciava a crescere dal suo ventre, facendola sentire in preda alle vertigini, mentre le mani di Terence esploravano con desiderio le sue curve. Chiuse gli occhi e si abbandonò alla gratificante sensazione della sua bocca di lui che inondava liberamente la sua. Non ci volle molto perché la giovane rispondesse alle carezze del marito con la medesima passione. – Ti ho desiderato così tanto da sentire male al corpo per non poterti avere e riversare su di te tutto il mio desiderio, - sussurrò lui mentre affondava la bocca nel collo di lei. La giovane avvertiva chiaramente che il suo corpo si stava arrendendo agli approcci del marito, accondiscendendo ai suoi desideri, dando e prendendo in quello scambio d'amore. Si avviarono a passi lenti verso il letto, togliendosi nervosamente i vestiti che erano diventati inutili.


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Le labbra di Terence si incurvarono in un sorriso mentre volavano freneticamente su ogni centimetro della pelle incredibilmente bianca della ragazza, mentre le scopriva il corpo con le mani. Sorrise e rise dolcemente, soffocando il riso nella valle misteriosa in cui il cuore di sua moglie batteva all'impazzata. Sentì il forte battito sotto le forme voluttuose che stava assaporando avidamente, sentendola viva, al suo fianco, donarsi a lui ancora una volta. Erano a casa, insieme. Il suo sorriso si allargò e la gioia raggiunse nuove vette.

Candy dovette ammettere di aver desiderato quel momento con tutte le sue forze. Aveva sognato di unirsi al corpo di lui proprio come stava facendo in quel momento ma, ad essere onesta con sé stessa, si rese conto che i suoi sogni non potevano essere paragonati alla realtà; ricordò la prima notte che avevano trascorso a Parigi e avvertì chiaramente che questa volta sarebbe stato tutto diverso. Lui la spogliava con mani veloci, consumandole con labbra ardenti ogni centimetro di pelle mentre le esplorava il corpo. Questa volta lo sentiva più bramoso, quasi rasentasse la disperazione, ma lei non aveva paura, era invece ugualmente desiderosa di prendere e di essere presa.

I lunghi mesi in cui erano stati lontani l'uno dall'altra, l'attesa straziante, l'idea che lei fosse morta, gli incubi che la ragazza aveva avuto mentre lui combatteva nell’Argonne... tutte queste terribili paure che li avevano ossessionati e tutti questi ardori giovanili repressi per tanto tempo in un attimo si scontrarono ed insieme diedero origine ad un nuovo fuoco. La fiamma divampò di scintille scoppiettanti facendo rinascere la passione libera, più intensa, più audace, più aperta, senza paure… senz’altro limite che non fosse il desiderio d'amore che li spingeva a compiacersi a vicenda.

Rapiti dal suono di una corda magica che solo i loro cuori riuscivano a sentire, i due corpi non persero molto tempo prima di iniziare a condividere il loro calore. Di fuori una pioggia danzante di leggeri fiocchi di neve incominciava a cadere sul quartiere e il freddo invernale gelava le poche foglie secche rimaste sulle querce del giardino dietro casa. Ma per i padroni di casa il vento gelido che soffiava sul tetto passava completamente inosservato perché all’interno della camera i loro corpi nudi si riscaldavano in un tenero abbraccio, mentre le loro gambe si intrecciavano sotto le coperte e il fuoco del camino illuminava la penombra della camera bianca.

Il corpo di Terence coprì la silhouette sinuosa di Candy in modo che ogni arto dell’uomo incontrava la sua controparte nella donna. Le mani di lui si incontrarono con quelle di lei, più piccole e morbide, la punta di ogni suo dito si congiunse a quelle di lei, incendiando la pelle della giovane. L’indice della mano destra del giovane sentì l'anello nuziale al dito della ragazza, e il tocco del metallo gli disse che non stava vivendo un sogno. Stava facendo l'amore con sua moglie, nello stesso letto dove tante volte l’aveva sognata con disperato dolore. Sotto di lui, lei godeva delle sue amorose e sensuali carezze, abbandonandosi completamente alle sensazioni che condividevano, mentre lo accarezzava nel modo più intimo in cui una donna potesse farlo.

Dalla passione espressa nei dolci gemiti di lei, Terence seppe che sua moglie era pronta a conoscere tra le sue braccia le carezze più ardite che l'amore possa ispirare. Lui sorrise di nuovo, sapendo che avevano da imparare insieme ancora tanti nuovi modi per compiacersi l’un l'altra, ma non avevano fretta: la notte era ancora giovane e dopo quella ne sarebbero venute ancora molte altre. Così si amarono senza inibizioni, nel modo fresco e puro con cui concepivano amare ed essere amati, in un modo che avrebbe potuto scandalizzare i puritani e gli ipocriti pudichi del loro tempo, nel modo in cui Dio ha disegnato l'amore in tutta la sua perfezione.

Si donarono l’uno all’altra, risero, scherzarono, parlarono e si confidarono reciprocamente i loro segreti, condivisero la loro musica interiore viaggiando nella marea di un sonno tranquillo. Il primo sonno assoluto e totale di cui lui poté godere dopo tanto, tanto tempo. L'ultima cosa che riuscì a ricordare di quel momento fu il peso di una testa dorata sul suo petto nudo e il suono tranquillo del respiro di Candy che dormiva.

:darling I love u:



La ragazza si sedette sul letto e contemplò la figura del giovane abbandonato ai suoi sogni, che lei immaginava fossero piacevoli perché sembrava profondamente addormentato e tranquillo. Osservò in silenzio la linea delicata del suo profilo e i capelli di seta che gli arrivavano al collo e splendevano alle fiamme, ormai fioche, del camino. Candy chinò il capo e posò delicatamente un bacio sulla guancia del marito.

- Sogni d'oro, Terence - sussurrò.

La bionda si guardò intorno nella stanza in penombra e le venne in mente un’idea. Camminò lentamente verso la porta sperando che fosse l'entrata del bagno e per sua fortuna non si era sbagliata. Qualche minuto dopo uscì dalla doccia avvolta in un asciugamano bianco, con i capelli ribelli che le cadevano in riccioli umidi sulla sua schiena seminuda e rabbrividendo dal freddo. Si asciugò i capelli con l'asciugamano e cominciò a chiedersi dove l’autista avesse lasciato il suo bagaglio; si guardò intorno ma non riuscì a trovarlo da nessuna parte.

- Grandioso! - disse - ora sono nuda, al freddo e i miei pigiami si sono persi.

Vide allora che c'era una grande cassa di legno ai piedi del letto sopra la quale qualcuno, forse la cameriera, aveva lasciato una serie di pigiami puliti e, pensando che in quel momento qualunque cosa sarebbe stata meglio di niente, decise di provarseli. Tuttavia, quando si rese conto che erano troppo grandi per lei, indossò solo la camicia lasciando da parte i pantaloni; un paio di pantofole di pelle che trovò vicino alla cassapanca, anche queste troppo grandi per i suoi piedi, completarono il suo buffo abbigliamento.

Candy lasciò la camera da letto e si diresse al piano di sotto, accendendo le luci mentre camminava lungo i corridoi e per le scale; si guardò intorno con occhi curiosi. Aveva deciso di fare un giro per conto suo nella sua casa, dal momento che suo marito non le aveva permesso di osservarla bene quando erano arrivati, anche se non aveva di che lamentarsi.

Lasciò dietro di sé il salotto e si diresse verso la sala da pranzo e poi in cucina, rendendosi conto di quanto la casa fosse grande e chiedendosi quanto tempo ci sarebbe voluto per pulirla. Aveva sentito dire che Terence aveva dei dipendenti che si occupavano della casa e si domandò come sarebbe stato gestire una casa con domestici e tutto il resto. Era strano ma, benché Candy fosse vissuta come una Andrew per parecchio tempo, non aveva mai dovuto gestire una casa. La vita era molto più semplice quando aveva solo un piccolo appartamento di cui poteva prendersi cura di persona ma, naturalmente, un posto così piccolo non sarebbe stato adatto a crescere una famiglia.

- Come fa la zia Elroy a gestire tanti dipendenti? - si chiese lei e poi non poté fare a meno di ridere immaginandosi nei panni dell’anziana, mentre comandava tutti a bacchetta, accigliata e con il naso in aria. – No, non credo che potrò mai essere come lei - concluse con un ampio sorriso mentre contemplava le stoviglie e l'arredamento.

Vagò per le stanze per un bel po' e scoprì che le altre camere da letto al secondo piano non erano ammobiliate e il sottotetto era praticamente vuoto. Continuò il suo giro finché trovò una stanza che, a differenza del resto della casa, aveva uno stile particolare che parlava del suo proprietario con innegabile fedeltà.

C'era una grande libreria con ante a vetro, un camino in pietra decorato con tartan nella parte superiore e un paio di armadi pieni di documenti, altri libri e ogni sorta di "souvenirs", sicuramente frutto dei continui viaggi di Terence per il paese. In un angolo della stanza e proprio vicino alla finestra, c'era un elegante scrittoio con sopra una macchina da scrivere, pile di carta, penne e altri articoli di cancelleria sepolti tra le carte. Di fronte al camino c’era un divano coordinato con il resto del rivestimento dei mobili e con il tappeto persiano che giaceva sul pavimento in parquet lucido. Tre lampade da terra, collocate in posizioni strategiche, e un candelabro illuminavano la stanza e un grammofono su un tavolino completavano la composizione dell’insieme.

Candy curiosò per un po', finché i suoi occhi furono catturati da una nave in scala che decorava la mensola del camino: si avvicinò e i suoi occhi verdi si aprirono per lo stupore quando si accorse che era un modello del Mauretania. Lo sguardo della ragazza ripercorse il ponte di prima classe, mentre i ricordi le inondavano la mente.

“Non posso crederci!” disse profondamente commossa mentre, con gesti delicati, toccava il balocco con la punta delle dita “Non avrei mai pensato che ricordasse tutto questo in modo così chiaro... È la nave dove ci siamo conosciuti!”

Candy rimase lì in piedi, a fissare il piccolo transatlantico per un po' finché si stancò e decise di sedersi sulla poltrona che era sicuramente il posto di Terence quando lavorava. Da solita curiosona qual era, la biondina non resistette a lungo dal finire per curiosare tra le carte che ricoprivano il tavolo. Trovò una copia de "La bisbetica domata" tutta piena di frasi sottolineate e note a margine, con una grafia che conosceva bene; insieme al libretto c’era un’agenda con una lista di appuntamenti, per lo più prove, già stabiliti per il mese di gennaio.

Continuò la sua ispezione finché trovò un manoscritto che era chiaramente un’opera teatrale, ma la maggior parte della sceneggiatura era scritta a mano.

“Vediamo... Cosa sarà questo?” disse ad alta voce leggendo il titolo, “ ‘Ritrovarsi’ ... Non ho mai sentito parlare di quest’opera”.
- Non lo sai che ficcare il naso nella proprietà privata altrui non è da persone educate? - domandò una voce maschile con un accento così adirato che fece saltare la bionda dalla paura.
- Terence! - protestò la ragazza - Mi hai spaventata! - disse all'uomo che era davanti a lei, con indosso solo i pantaloni del pigiama che lei aveva lasciato sul cassettone.
- Era quello che volevo! - rise di cuore lui, molto divertito dal viso spaventato di Candy – Miss Pony non ti ha mai detto che non è da signora andare in giro curiosando come stai facendo tu?
- Molto spiritoso! – rispose lei facendogli una linguaccia - ho solo... - Fece una pausa e esitò - semplicemente non riuscivo a dormire, ecco tutto.
- E hai pensato che il mio studio sarebbe stato un buon posto per divertirti. Sono davvero arrabbiato con te signora Grandchester, - la rimproverò, aggrottando la fronte con finta serietà.
- Dai, non fare il broncio! – disse lei con voce dolce, alzandosi e andando lentamente verso di lui – diventi vecchio e brutto quando fai una tempesta in un bicchier d'acqua, - sorrise accattivante accarezzando delicatamente il petto nudo del giovane - Dimmi che non sei arrabbiato – disse in tono ammiccante.
- Lo sono ancora – resistette lui, anche se l’aveva già presa in braccio.
- Dimmi che non sei arrabbiato – ripeté lei e l'uomo, che si era ormai sciolto come una gelatina, cominciò a corrispondere al bacio della moglie.
- Come potrei essere arrabbiato con te? –Balbettò lui intensificando l’abbraccio.


(continua...)

Edited by candyforever - 27/2/2014, 22:35
 
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