Candy Candy

"Incontro nel vortice" di Alys Avalos, Traduzione della più famosa fanfiction di Candy in lingua spagnola

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view post Posted on 4/10/2011, 23:01     +1   -1

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grazie kiara! Questo è il capitolo in assoluto + bello e desiderato... traduzione perfetta com sempre, sei bravissima!!!!
 
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*Kiar@*
view post Posted on 20/12/2011, 23:34     +1   -1




CAPITOLO XIII - L'ALLODOLA E L'USIGNOLO - CONTINUAZIONE



Non è ancora giorno:
era il canto di un usignolo e non di una allodola
a ferirti il trepido orecchio.
Di notte l'usignolo canta su quel melograno;
credi a me, amore, era l'usignolo.
No, era l'allodola, foriera del giorno,
non era l'usignolo.
Guarda, amore, come quelle strisce laggiu a oriente
tagliano invidiose le nuvole.
Le faci della notte si sono oramai consumate
e in punta di piedi il giocondo mattino
s'è levato sulle cime nebbiose delle montagne.
Devo andarmene e vivere, o rimanere e morire.


William Shakespeare




Aprì nuovamente gli occhi, mentre la timida luce solare cominciava ad accarezzarle il viso. L'aurora appariva all'orizzonte e Candy si svegliò dal sogno che aveva vissuto tra le braccia di Terence. Si sciolse lentamente dal suo abbraccio e, percependo una furtiva ventata che presagiva l'arrivo dell'autunno, si alzò per chiudere la finestra. In silenzio s'infilò la sottoveste e a piedi nudi andò verso la finestra. Fuori, una piccola allodola cantava sulla cornice.
Candy respirò a fondo e la fragranza di quel nuovo giorno invase i suoi sensi. Sentì nel cuore una muta esplosione. Quella lieta mattina si era svegliata moglie di Terence Granchester, e l'innegabile realtà della notte appassionata appena trascorsa le inondava l'anima di luce dall'altare del suo corpo nuovo. Eppure, la dolce canzone mattutina dell'allodola turbava quella beatitudine, preannunciando la separazione da tempo attesa con timore, e che era di lì ad avverarsi entro poche ore.
- Candy! - la chiamò dal letto una voce maschile assonnata e lei immediatamente rispose a Terry.
- Dormi ancora un po', è ancora presto - disse avvicinandosi a lui e prendendo posto tra le sue braccia una volta ancora.
- È l'usignolo quello che sento, mia dolce Giulietta? - bisbigliò lui, soffocando un riso.
- Magari lo fosse - rispose Candy, sentendo che la terribile lotta tra la volontà di essere forte e l'imminente tristezza stava per cominciare.
- Vieni, o morte, sarai la benvenuta! Il mio Amore vuole così. Ora che c'è, anima mia? Parliamo, non è giorno - recitò, mentre con l'indice attorcigliava un riccio dorato della giovane.
- Non parlare così, Terry - lo rimproverò con un sorriso malinconico - Non siamo a teatro.
- Lo so, non sono mai stato così bene dopo uno spettacolo. Questa è una felicità di natura superiore.
- So di cosa parli. Ma adesso cerca di dormire almeno un'altra ora.
- Ho un'idea migliore - rispose lui con un'espressione furba negli occhi blu - Facciamo un bagno assieme!
- Cosa?!
Il giovane non rispose e, senza tanti formalismi, si alzò in piedi stirandosi in lungo.
- Terry! - gridò la ragazza lanciandogli un cuscino, mentre un furioso rossore si diffondeva sulle sue guance.
Il giovane intercettò il proiettile e, pensando rapidamente a quale poteva essere il motivo di quell'attacco, comprese che Candy era doppiamente scandalizzata dalla proposta libertina e dall'esibizione della sua nudità in pieno giorno. Quella buffa reazione lo mise di buon umore, tanto da risvegliare subito il suo lato impertinente.
- Perché mia moglie avrebbe soggezione di me? - chiese avvicinandosi al letto con movimenti felini. Prese il volto di Candy tra le mani, sorridendo malizioso - Dimmi una cosa, Candy: eri o non eri tu la donna con cui stanotte ho condiviso i miei segreti più intimi? Torni a esser timida adesso?
- Io non sono timida! - rispose lei sollevando orgogliosamente la punta del naso.
- Allora vieni a fare un bagno con me - la sfidò - Dimostrami che sei la stessa ragazza spavalda che ho sempre conosciuto.
- Non sono tanto dell'umore per un bagno ... - esitò lei.
- Tutte scuse. Non intendo accettarle.
Così dicendo Terry sollevò la sua sposa tra le braccia incurante delle veementi proteste, ma poiché le grida si mescolavano alle risate, non prese molto sul serio le richieste della giovane che gli ordinava di metterla giù.
In bagno Candy tentò ancora una debole resistenza ma, siccome non desiderava realmente rifiutare l'invito, suo marito vinse facilmente quella battaglia. Furono sufficienti qualche bacio e un po' di solletico perché la giovane recuperasse la sua naturalezza e accettasse la nudità anche fuori dall'intimità del letto. Presto la sottoveste di seta scivolava sul pavimento, e i due giovani giocavano e si stuzzicavano come bambini piccoli.
- Eri sempre così maleducata quando Miss Pony ti faceva il bagno? - chiese lui ridendo.
- Farò finta di non aver sentito - rispose lei facendo il broncio.
- Scommetto che eri una di quelle bambine terribili che odiano acqua e sapone. Ecco perché hai così tante lentiggini. Sono il castigo per esser stata disobbediente.
- Ahh! Sei proprio insopportabile quando ti ci metti! Lo sapevi? - disse la bionda coprendogli il viso di schiuma.
- Ehi! Questo è molto villano da parte tua! Dovrò proprio fare quello che le due brave donne che ti hanno cresciuta avrebbero dovuto fare - disse Terry fingendo di esser serio.
- Che cosa?
- Darti una manica di botte - rispose, e Candy si fece da parte per sfuggirgli, cercando di uscire dalla vasca prima che lui potesse fare qualunque mossa. Ma il giovane fu molto rapido, la afferrò per un braccio e la tirò verso di se, finché Candy non fu nuovamente tra le sue braccia.
- Conta le botte mentre ti picchio - disse Terry cominciando a baciare le spalle e la schiena della giovane, che però non riuscì a contare.

:rosy heart:



Continuarono a giocare e a coccolarsi finché poterono, ma lo scorrere del tempo non dà tregua a nessuno, né uomo né donna, quindi la giovane coppia, alla fine, terminò a malincuore il bagno. Con il linguaggio silenzioso con cui stavano imparando a comunicare, i due si prepararono a lasciare l'albergo. Candy si offrì di aiutare Terry a tagliarsi i capelli con il coltello che il soldato aveva con sé.
Il giovane sedette davanti allo specchio mentre la ragazza cominciò a recidergli i capelli con mano sicura. Mentre le setose ciocche brune cadevano sul pavimento, Terry non poteva distogliere lo sguardo dalle due stelle color smeraldo che si riflettevano nello specchio. Per la prima volta in quella mattina cominciò a pensare sul serio all'imminente separazione, e si sentì immensamente frustrato per non avere più tempo da passare con la persona che amava di più al mondo. Si ripromise di essere forte, in modo da facilitare le cose anche a lei.
Terminata l'operazione Terry si rimirò con un'espressione infastidita e Candy rise dolcemente, burlandosi dell'insofferenza del giovane a portare i capelli corti. Mentre lui si radeva in bagno la ragazza raccolse le ciocche recise dal pavimento e ne tenne una per sé, legandola con un nastro della sottoveste.
Candy sospirò profondamente, sentendosi un po' strana ed eccitata nel recitare il ruolo di sposa che aveva sempre sognato, sebbene solo per pochi istanti. Poi si avvicinò al tavolino, prese una delle rose rosse dal vaso di cristallo, ne aspirò il profumo e pensò al futuro, desiderando ardentemente che la guerra terminasse presto e che lei e il suo sposo potessero tornare assieme a casa.
Qualche minuto dopo la coppia si avviava verso la stazione ferroviaria.

:heart of rose:



Terry guardò la sua sposa, ancora incredulo delle ore appena trascorse. Si sentiva trionfante e completo. Come si era ripromesso, stava facendo il massimo sforzo per mantenere un atteggiamento ottimista. Ciononostante non poté evitare una fitta al petto quando il capostazione chiamò i passeggeri che partivano per Verdun con il treno delle nove.
- Ti scriverò ogni giorno, anche se le lettere non si possono spedire tanto frequentemente - mormorò abbracciandola con forza - Promettimi che avrai cura di te, angelo.
- Lo farò ... Anche tu, per favore, stai più attento questa volta - lo supplicò lei nascondendo il viso nel petto del soldato.
- Non preoccuparti, amore, starò bene - rispose lui cercando gli occhi della giovane - Ascolta Candy, ascoltami bene ... Quando la guerra sarà finita ci sarà dappertutto confusione e disordine. Non aspettarmi. Prendi la prima nave per l'America con la tua equipe medica e aspettami a New York. Hai l'indirizzo di mia madre. Quando arriverò ti cercherò e ti prometto che passerò il resto della mia vita a farti felice.
- Lo stai già facendo - lo corresse lei.
Il capostazione sollecitò nuovamente i passeggeri a salire sul treno.
- Terry - mormorò Candy portandosi la mano al collo - Prendi questo ... - disse consegnandogli il suo crocifisso d'oro - L'ho avuto con me da quando ho lasciato la Casa di Pony per la prima volta, quando avevo dodici anni. Ti proteggerà, come ha sempre fatto con me ... ti riporterà presto tra le mie braccia, ne sono sicura - disse con voce arrochita, lottando disperatamente per trattenere le lacrime.
- Allora, per favore, tu conserva questo per me - rispose Terry dandole il suo anello con lo smeraldo - Quella terribile notte a New York, quando te ne andasti senza che potessi guardarti ancora negli occhi, mi sentii così perduto da avere incubi per mesi - spiegò con una voce così commossa che scosse Candy fino al midollo.
- Amore - sussurrò, e lo avrebbe abbracciato ancora più forte se lui non l'avesse costretta ad ascoltarlo mentre continuava il suo racconto.
- Dopo quella volta in cui mi vedesti nel teatro ambulante, tornai a New York. Un giorno, mentre cercavo un regalo di compleanno per mia madre, vidi quest'anello. Aveva il colore esatto dei tuoi occhi. Non ci pensai due volte e lo comprai subito, per avere un ricordo degli occhi della donna che era stata la mia luce ... quegli occhi che non avevo potuto guardare un'ultima volta. Ma adesso, dopo tutto quello che è successo, credo di non averne più bisogno, perché ho con me il prezioso ricordo dei tuoi occhi pieni d'amore per quest'uomo che ancora non crede di meritare tanta gioia. Voglio che lo conservi finché sarò lontano, e quando ci rivedremo, io ti renderò il crocifisso e tu mi ridarai l'anello ... e poi, potrei perderlo al fronte in questi giorni. Sarà più al sicuro nelle tue mani.
La giovane prese l'anello e lo mise in tasca, accanto alla ciocca di capelli bruni. Un attimo dopo sollevò lo sguardo e lo contemplò, ancora profondamente commossa per la storia che aveva appena sentito.
- Ti amo così tanto che credo potrei scoppiare - disse, e un secondo dopo i due giovani si stavano baciando come se non lo avessero fatto da secoli.

riv13d


- Terry! - esclamò Candy abbracciandolo così strettamente che il giovane quasi credeva non poter respirare. La ragazza gli circondò il collo con le braccia e, con gli occhi chiusi, pregò in segreto.
Il treno cominciò a muoversi e Terry, sciogliendosi dall'abbraccio della moglie, salì con un balzo.
- Ricorda! - le gridò - Siamo una cosa sola. Io sono tuo ... tu sei mia moglie. Non dimenticarlo mai.
Candy agitò la mano assentendo a ognuna delle parole del marito, mentre il treno si allontanava accelerando sempre più. In pochi secondi era diventato solo un punto all'orizzonte e finalmente la ragazza sul marciapiede scoppiò in lacrime.
- Sei stata molto coraggiosa, ora puoi piangere finché vuoi, figlia mia - disse una voce profonda dietro di lei, mentre una mano calda e protettiva si posava sulla sua spalla.

- Padre Graubner! - esclamò Candy gettandosi tra le braccia del sacerdote - È come se l'esercito mi strappasse via l'anima! - disse tra i singhiozzi.
- È certamente così - rispose l'uomo stringendo la spalla della giovane in un gesto di conforto - Ma questa guerra terminerà prima di quanto credi, e lui tornerà molto presto ... vedrai.
Per un po' il prete e la giovane rimasero sul marciapiede. Graubner si era recato alla stazione con l'intenzione di salutare Terry, ma quando aveva visto a distanza il triste addio della coppia, aveva pensato che sarebbe stato crudele interrompere e aveva preferito aspettare che il giovane fosse partito per offrire il supporto morale di cui la giovane sposa aveva bisogno.
- Sto così male - rispose Candy con tristezza.
- Allora, piangi ancora un po', finché non esaurirai le lacrime ... Poi, sarà ora di cominciare a pregare. E io pregherò con te - promise l'uomo.
Grosse nubi si addensarono in cielo e una leggera nebbiolina cominciò ad avvolgere Parigi.


FINE CAPITOLO XIII

 
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view post Posted on 21/12/2011, 10:33     +1   -1
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Meraviglioso anche lo strazio della separazione 😍
 
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klimt_1974
view post Posted on 21/12/2011, 11:18     +1   -1




Pipy ecco che ritorna fuori la tigre

CITAZIONE
- Perché mia moglie avrebbe soggezione di me? - chiese avvicinandosi al letto con movimenti felini.

Stupendo!! :woot:
CITAZIONE
Il treno cominciò a muoversi e Terry, sciogliendosi dall'abbraccio della moglie, salì con un balzo.
- Ricorda! - le gridò - Siamo una cosa sola. Io sono tuo ... tu sei mia moglie. Non dimenticarlo mai.

Kiar@ grazie, grazie mille volte grazie. E' una gioia per lo spirito e il cuore poter leggere questa meravigliosa ff di Alys. :giusy: :oplà: :ceppo:
 
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candy76
view post Posted on 21/12/2011, 12:26     +1   -1




Meravigliosa anche se la separazione è stata straziante :triste:

Complimenti Karen per aver tradotto!!!

:natale: :oplà: :nat:
 
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Perlad'argento
view post Posted on 21/12/2011, 18:08     +1   -1




bel capitolo ma concordo con meidou li voglio insiemeeee
 
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view post Posted on 22/12/2011, 13:34     +1   +1   -1

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Meraviglioso questo capitolo.
Grazie Kiar@ per la tua sempre fantastica traduzione. gif

:ceppo: 97@compaq

:albero: :nat:
 
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view post Posted on 23/12/2011, 21:57     +1   -1
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Bellissimo, molto toccante............Grazie Kiar@

:blending heart: :heart of rose: :blending heart: :heart of rose:
 
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view post Posted on 24/12/2011, 14:11     +1   -1
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bellissmo kiar@!!!
 
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view post Posted on 26/12/2011, 17:27     +1   -1
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SPETTACOLARE!
GRAZIE 1000 KIAR@
 
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view post Posted on 28/12/2011, 16:26     +1   -1
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Meravuglioso!!! Capitolo emozionante Kiara, GRAZIE :giusy: :giusy: :giusy: :giusy:
 
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Pesci_1967
view post Posted on 31/12/2011, 00:32     +1   -1




Arrivo tardi su questo vostro bellissimo forum e... Grazie Kiar@ per avermi fatto rivivere delle emozioni che credevo ormai assopite grazie all'età ed alla vita di tutti i giorni... Non mi capitiva da secoli di passare l'intera serata davanti al PC, scorrendo velocemente tutti i vari messaggi per arrivare alla storia... E leggerla con le lacrime agli occhi e con il cuore che fa mille capriole perchè me li vedo davanti Candy & Terence, lungo la Senna... E poi io AMO Parigi...

Ed adesso attenderò, come tutte, pazientemente la prossima traduzione per tuffarmi ancora nella storia di due personaggi che, nonostante siano passati ormai trent'anni dalla loro creazione, non mi hanno ancora stufato...

Alla prossima e grazie di tutto quello che stai facendo!?!?
Barbara

P.S.: visto che non credo di essere ancora "pronta" per entrare nelle varie sezioni protette, tra cinque minuti ti mando un PM per riuscire ad avere, sempre tu sia d'accordo, la puntata da HotFanFiction!?!?
 
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view post Posted on 5/2/2012, 16:52     +1   -1
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non vedo l'ora di leggere la prossima traduzione :doll: non farci aspettare troppo Kiar@!!! ormai sono in astinenza...
 
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Pesci_1967
icon6  view post Posted on 5/2/2012, 22:31     +1   -1




CITAZIONE (jessygenius @ 5/2/2012, 16:52)
non vedo l'ora di leggere la prossima traduzione :doll: non farci aspettare troppo Kiar@!!! ormai sono in astinenza...

A chi lo dici!?!? E se le offrissimo una rosa, :mizia: , credi che Kiar@ ci aiuti a domare questa nostra astinenza?

Ragazze, non ci posso credere che il WE sia già finito... Io domani non c'ho voglia di andare a lavorare...

'ciottoni
Barbara
 
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*Kiar@*
view post Posted on 5/2/2012, 22:49     +1   -1




CAPITOLO XIV
INTRIGHI, GELOSIE E CORAGGIO



Il baccano nella casa era incessante. Del resto, come poteva essere diverso in una casa in cui vivevano una ventina di bambini tra i tre e i dieci anni? Ma l’anziana donna c’era abituata, e a volte arrivava a pensare che si sarebbe sentita a disagio senza tutta quella confusione. Venticinque anni di trambusto continuo, infinite avventure domestiche, risate dolci e innocenti, migliaia di lacrime da asciugare, questa era stata la maggior parte della sua vita, e non si pentiva di un solo secondo in tutti quegli anni trascorsi alla Casa di Pony, la sua casa.
Posò il cucchiaio da parte e lasciò bollire lo stufato per un po’. Sentì una mano minuscola posarsi lungo la sua gonna ampia, guardò in giù e vide una faccetta imbronciata dai grandi occhi neri.

- Dovrò mangiare quello? – chiese una bimba, per niente entusiasta della prospettiva.
- Si, Andrea – rispose l’adulta con un sorriso materno – però ti darò per premio una fetta di torta più grande - promise, e la piccola s'illuminò in viso.
- Ti voglio tanto bene, Miss Pony! – disse lanciando le braccine verso la donna che se la prese in braccio.

Un attimo dopo Andrea schioccava un sonoro bacio sulla guancia dell’anziana che in cuor suo non poté evitare che il ricordo di un’altra bimbetta che aveva cresciuto la assalisse con prepotenza. Miss Pony la strinse forte come se avesse voluto proteggerla da un pericolo sconosciuto. Quanto avrebbe desiderato continuare a proteggere ogni bambino che aveva allevato! Ma sapeva che alla fine tutti avrebbero dovuto lasciare il nido e affrontare il mondo.

- Adesso vai fuori a giocare ancora un po’ finché la cena non è pronta, va bene? – ordinò dolcemente appoggiandola a terra, e la piccola corse via.

Miss Pony spense il fornello e mise lo stufato sulla tavola della cucina. Mille ricordi si affollavano nella sua mente, ricordi di una bambina dai biondi capelli ricci e dagli occhi verdi e luminosi che sprigionavano scintille quando rideva. Ricordi di quando quella bambina aveva lasciato la casa di Pony per la prima volta, sforzandosi disperatamente di essere coraggiosa e di sorridere quando invece avrebbe voluto solo piangere. Immagini della bambina che era diventata donna e che ora era lontana, molto lontana, in un paese straniero, in mezzo alla bufera, a fare quello che aveva sempre fatto nella sua vita, cioè dedicare tutta se stessa al bene degli altri. La buona donna non poté trattenere una lacrima guardando la foto di Candy in uniforme miliare appoggiata al camino, assieme ad altre foto dei suoi ex bambini più cari della Casa di Pony. Quanto avrebbe desiderato poter proteggere la sua coraggiosa Candy come quando era piccina, quando teneva il suo corpicino tra le braccia cantandole una ninnananna per farla dormire!
I timori di Miss Pony per la sicurezza di Candy erano iniziati molto presto, quando all’età di sei anni la bambina si arrampicava spavaldamente sugli alberi, e lei si sentiva sempre morire per la paura che cadesse o si facesse del male. Col tempo la ragazzina era cresciuta e aveva lasciato la Casa di Pony per affrontare quel mondo che più di una volta le aveva spezzato il cuore. Avrebbe desiderato così tanto fare in modo che Candy fosse sempre sana e salva, e che niente e nessuno le potesse fare del male … ma sapeva di non poter fare nulla.
È passato più di un anno dall’ultima volta che abbiamo visto Candy, Suor Maria – disse a voce alta, ma dalla stanza accanto non giunse nessuna risposta - Suor Maria? Suor Maria? – chiamò ancora, prima di rendersi conto che la religiosa non si trovava in sala da pranzo come pensava.
Uscì dalla cucina e quasi si scontrò con un bambino che correva in corridoio.

- Hai visto Suor Maria, Brandon?
- Si, Miss Pony, è in cappella – rispose il piccolo, quindi l’anziana si diresse verso la stanza che fungeva da cappella.

Fu lì che Miss Pony vide la sua fedele compagna inginocchiata di fronte all’altare. La cosa la inquietò, perché quella non era l’ora in cui Suor Maria, sempre disciplinata e costante nelle sue abitudini, era solita recitare le sue preghiere.
Avvicinandosi vide che la suora stava accendendo alcune candele, mentre sottovoce pronunciava alcune preghiere.

- Qualcosa che non va, Suor Maria? – osò chiedere Miss Pony.
- Adesso no – cominciò a spiegare la religiosa voltandosi a guardare la sua vecchia amica – Ma stamattina, mentre dicevo le mie preghiere, ho sentito chiaramente che stanno per arrivare giorni tristi, Miss Pony. Non so quando sarà, né quanto dureranno quei giorni, ma ho la certezza che dobbiamo pregare per i nostri figli più grandi e i loro amici. Per questo sto accendendo le candele. Le due più grandi sono per Candy e il signor Granchester.
- Saranno in pericolo? – chiese Miss Pony facendosi il segno della croce.
- Non so, Miss Pony, ma dobbiamo pregare per loro – rispose Suor Maria in tono grave - Quest’altra è per Annie, questa per il signor Cornwell, queste due sono per Tom e la sua fidanzata, e quest’altra per il signor Andrew. Saranno tempi difficili per tutti loro – concluse, segnandosi a sua volta.
- Non possiamo proteggerli, Suor Maria, possiamo solo confidare in Dio – sussurrò Miss Pony, e l’amica assentì.

:rosy heart:



Le emozioni nuove erano state troppe da affrontare in sole ventiquattro’ore. Candy era passata dallo sconforto alla gioia più perfetta, per poi sprofondare nuovamente nella paura e nell’angoscia. Nonostante tutto, quando Padre Graubner la salutò sulla soglia dell’ospedale, era ben consapevole che doveva mettere da parte i sentimenti per tornare ai suoi doveri. Tutti sembravano in preda all'isteria, dottori e infermiere correvano da un corridoio all’altro, c’erano cassette di medicinali e strumenti medici abbandonati in ogni dove, per terra un gran numero feriti sulle barelle attendeva il suo turno per il trasferimento in sala operatoria o in camerata. Candy capì al volo la situazione: un treno carico di feriti era appena arrivato.

- Dove diavolo eri, Candy?! – gridò una voce femminile che la bionda riconobbe all'istante – Dovevi essere di turno fin dalle sette di stamattina! Si può sapere cosa stava facendo la “principessa”? – chiese Flanny furiosa.
- Mi dispiace, Flanny … io … - balbettò Candy, chiedendosi come avrebbe potuto spiegare all’amica quello che aveva vissuto nelle ore precedenti.
- Pensavo fossi maturata, e invece …
- Basta, Flanny! - interruppe una terza voce di donna, in tono cortese e deciso nello stesso tempo.
Candy si voltò e i suoi occhi incontrarono quelli color ambra di Julienne.
- Sono sicura che Candy ha una buona ragione per aver tardato così tanto. Ma ora non abbiamo tempo per le spiegazioni. Meglio che si metta immediatamente l’uniforme e cominci ad aiutarci, non credi anche tu, Flanny? – e, avvicinandosi alla giovane bruna in modo da parlarle all’orecchio, le sussurrò: “Ricordati che qui non sei solo la capo infermiera, ma anche l’amica di Candy. La conosci abbastanza per sapere che non avrebbe trascurato il suo lavoro senza un buon motivo”.

A quelle parole l'espressione sul viso di Flanny cambiò completamente.
- D’accordo, Candy metti subito l’uniforme. Ne riparleremo più tardi.

Le tre donne si separarono in fretta prendendo tre direzioni diverse, inconsapevoli di due occhi azzurro chiaro che le scrutavano attraverso lo spiraglio della porta della saletta infermiere. Una volta scomparse, la padrona di quegli occhi uscì alla luce. Era Nancy.

“Se si fosse trattato di me” pensò la donna con rabbia “Flanny sarebbe stata molto più dura … Già, ma la biondina è sua amica. Quella stupida gattamorta! Non la posso soffrire, tanto carina e amabile …”
Nancy Thorndike, l’incubo di Terry nei suoi primi giorni all’ospedale, non aveva dimenticato l’umiliazione che aveva dovuto subire quando tutti i pazienti del padiglione A-12 avevano reclamato il suo rimpiazzo con Candy. Non aveva mai proferito alcun commento riguardo all’episodio, ma nel suo cuore albergava il risentimento, e non aspettava che un’occasione per vendicarsi. In più le sue tribolazioni non erano finite con il suo trasferimento al padiglione C-10. Quando i suoi nuovi pazienti si erano resi conto che Nancy era stata loro assegnata al posto di Candy, avevano adottato un atteggiamento molto duro con quella donna magra e si erano impegnati a renderle la vita impossibile, riuscendoci perfettamente.
La situazione si era fatta così insostenibile che Flanny aveva finito per destinare la donna a un incarico che non prevedeva il contatto diretto con i pazienti. Così, da circa un mese, Nancy svolgeva un lavoro di tipo amministrativo occupandosi dell'archivio dell'ospedale, il luogo ideale in cui il suo spiccato senso dell'ordine potesse esprimersi al meglio . Tuttavia l’infermiera viveva il rifiuto da parte dei pazienti come uno smacco professionale che ancora le rodeva, e di tutto questo dava la colpa a Candy.

“Si sente tanto sicura perché è la migliore amica della capo infermiera, e perché il dottor Bonnot sbava per lei … Chi sa? Magari il dottore francese è riuscito a conquistarla, ed è per questo che è così protettivo con lei ... Ma uno di questi giorni la tua fortuna avrà fine, Candice White" pensò, prima di avviarsi verso l’ufficio del colonnello Vouillard.

:heart of rose:



Il sole cominciava a calare sopra il vasto bosco francese. Il frastornante rumore delle rotaie ruppe il placido silenzio, mentre il treno attraversava la foresta con la sua corsa frettolosa. I pochi passeggeri rimasti nei vagoni erano partiti da Parigi e avevano viaggiato tutto il giorno, sopportando i continui ritardi in ogni stazione in cui erano passati e avvicinandosi sempre più al loro destino a ogni nuova ripresa dello sferragliare delle ruote di ferro. Tra pochi minuti il treno sarebbe giunto a Verdun.
Terence si lasciò sfuggire un sospiro profondo ricordando che il giorno prima, esattamente a quell’ora, era perduto tra le braccia di Candy sul ponte Saint Michel. Un lieve sorriso dolceamaro trasparì dalle sue labbra, mentre una sfilza di sentimenti ed emozioni gli travolse l’anima. Questa volta la nostalgia non era dolorosa, perché sapeva che a ogni minuto la fine della guerra era più vicina, come anche quella felicità che un tempo aveva creduto impossibile. Bastava questo pensiero perché si sentisse forte, nonostante il pericolo imminente che era di nuovo sul punto di affrontare.
Agli occhi di Terence, tutti i possibili orrori che una nuova battaglia poteva portare impallidivano a contatto con la luce che in quel momento risplendeva nella sua anima. Il meraviglioso stupore di amare ed essere amato gli inondava la mente di dolci ricordi e luminose aspettative. Una melodia particolare avvolgeva il suo cuore e si spargeva in tutto il suo essere. Senza rendersene conto aveva iniziato a sorridere apertamente, mentre con le dita accarezzava il crocefisso che teneva in mano.
Sentiva il bisogno di gridare la sua felicità ai quattro venti, e nello stesso tempo sapeva che per il momento era meglio tenere tutto per sé.

“Ah, Albert!” pensò “Vorrei che tu fosse qui per raccontarti quello che mi sta succedendo! So che saresti d'accordo con la nostra decisione".
In quel momento capì che Albert era il primo che doveva conoscere le novità e decise di scrivergli una lettera prima di arrivare a Verdun.

4 settembre 1918
Caro amico,
sto cercando di immaginare la tua espressione quando leggerai le notizie che sto per scriverti. Se tu fossi diverso da come sei probabilmente ti adireresti con me per quello che ho fatto, ma l'Albert che una volta ho conosciuto approverebbe e rispetterebbe le decisioni dei suoi amici quando sono legittime.
So che conosci i motivi per cui Candy ed io in passato ci separammo. Ma, come ti ho detto nella mia lettera precedente, questi motivi non sussistono più, mentre il mio amore per Candy è più vivo e profondo che mai.
In un periodo buio del mio passato ero arrivato a pensare che questo mio amore fosse inutile, credevo che non mi corrispondesse. Ma per quanto sembri pazzesco, sono stato beneficiato di una grazia insperata e per la prima volta ho deciso di abbandonarmi completamente alla felicità e di non lasciarmela sfuggire mai più. Lei mi ama! Questo vuol dire tutto! Mi ama, e per me tutto l'universo cambia!
Per favore, Albert, perdonami per la pazzia che mi ha preso quando ho scoperto che quello che credevo irrimediabilmente perduto era ancora mio. In quel momento ero così stravolto dalla gioia che ho condiviso con Candy che mi azzardai a chiederle di sposarmi. Lei ha accettato e ci siamo sposati. Forse è stata una decisione avventata perché io ero sul punto di ripartire per il Fronte, ma ora che ci penso posso dirti con orgoglio che non sono pentito neanche un po’. Sposare Candy è la cosa più bella che potesse capitarmi.
Capisco che la tua famiglia avrebbe gradito una grande e solenne cerimonia per celebrare un simile evento, ma in quel momento qualunque considerazione che non fosse il nostro amore mi sembrava priva di significato. Volevamo essere uniti in modo che niente e nessuno potesse più separarci. Adesso sto tornando al Fronte, a Verdun, ma il legame tra me e Candy è più forte di qualunque distanza geografica. Tutto quello che ora desideriamo è che questa guerra finisca presto per poter tornare a casa e cominciare la nostra vita assieme.
So bene che hai provveduto al benessere di Candy fin da quando era una bambina, e sei sempre tu quello che è stato accanto a lei nei momenti belli e in quelli brutti. Adesso che è mia moglie ti prometto che dedicherò la mia vita a prendermi cura di lei con la stessa premura che hai usato tu. Avrai sempre un posto speciale nel nostro cuore e nella nostra casa, caro amico. Non dimenticherò mai che Candy ed io ci siamo incontrati perché tu avevi deciso di mandarla in Inghilterra. Ti devo la vita e la speranza.
Spero solo che anche tu possa un giorno trovare la felicità e l’appagamento che noi stiamo sperimentando ora.
Per favore, Albert, informa tu i nostri amici più intimi di questi avvenimenti, ma assicurati anche che la stampa ne rimanga fuori. Troverò io il modo di occuparmene quando tornerò in America, per ora è meglio mantenere il segreto dato che sono una recluta. So che capirai i miei sentimenti.
Abbi cura di te, amico mio, e continua a inseguire i tuoi sogni. Adesso posso dirti che a volte i sogni diventano realtà in questa Terra.
Con affetto
Terence.

:heart of rose:




Quando finì di leggere, Albert sospirò profondamente. Una vecchia e cara immagine della sua prima giovinezza fece capolino nella sua mente e, per qualche istante, rivide sé stesso adolescente e Candy bambina che lo guardava con un'espressione sorpresa e con occhi ancora umidi di lacrime. lei era lì, inginocchiata sull’erba, con la sua incredibile massa di capelli biondi tirata in due codine, con quei grandi laghi verdi che erano i suoi occhi, ancora rossi di pianto, così bella e incantevole come un cherubino di sei anni.

“Chi sei? … un fantasma o un marziano?” aveva chiesto stupita.
E allora Albert aveva tentato di spiegare a quella piccola cosa adorabile che era un essere umano come lei, e che il suo abbigliamento così bizzarro non era che il costume tradizionale scozzese. Aveva notato l’aria triste della bimba e aveva cercato di metterla di buon umore suonando la cornamusa.
“Sembra una fila di lumache che strisciano!” era stato il commento della piccola all'ascolto della melodia scozzese. Il ragazzo non aveva potuto evitare una risata di cuore a quelle parole tanto buffe.
“Sei molto più carina quando ridi che quando piangi, piccola" ripeté ora Albert ripiegando la lettera e rimettendola nella busta. “Decisamente la nostra Candy non è più una bambina”, pensò appoggiando si allo schienale della poltrona. “È una donna sposata … Ah, Candy! Ne abbiamo fatta di strada da quel giorno sulla collina di Pony!"

Gli occhi azzurri di Albert brillarono di allegria al ricordo del suo nervosismo quando aveva firmato i documenti per l’adozione, otto anni prima. In quelle circostanze si era chiesto se sarebbe stato in grado di assumersi una simile responsabilità. Da quel momento non aveva fatto che domandarsi se stava agendo correttamente, se le decisioni che prendeva per Candy erano davvero la cosa migliore per lei. Occuparsi di una persona è molto difficile, specie se si tiene tanto a lei. Ma adesso che Candy aveva trovato la sua strada tra le braccia dell’uomo che amava, Albert sentiva di aver adempiuto pienamente ai suoi doveri.
“Sono così felice per voi, Candy e Terry!” pensò esultante, ma subito dopo un’ombra di preoccupazione apparve sui bei lineamenti. “E adesso ... come lo dico ad Archie?"

:rosy heart:



A causa dell’arrivo dei nuovi feriti da Arras tutto il personale dell’ospedale Saint Jacques aveva svolto il doppio turno. Un quinto dei medici e delle infermiere aveva fatto addirittura il triplo turno per assicurare la continuità dei servizi mentre gli altri riposavano per sei ore. Dopo trentasei ore di lavoro ininterrotto Candy, Flanny e Julienne tornarono alle loro stanze per prendersi il riposo di cui non potevano più fare a meno. La giovane bionda fece una doccia e indossò la camicia da notte, mentre Flanny andava a sua volta nella doccia. Quando ne uscì la bruna ricordò che Candy non le aveva ancora dato alcuna spiegazione per la sua assenza di due notti prima.
- Adesso posso sapere dove sei stata? – chiese mentre si asciugava i lunghi capelli castani, ma ben presto dovette constatare che la sua compagna era già nel mondo dei sogni.
- Forse hai ragione, Candy – disse infilando il pigiama di cotone – Dobbiamo dormire un po’. Più tardi avremo tempo per parlare.
Flanny s’infilò sotto le coperte, ma prima di addormentarsi udì la bionda sussurrare un nome.
“Oh no!” sospirò rassegnata “Ancora Terry di qua e Terry di là, anche nel sonno! Mio Dio, pietà! Ma non può chiudere la bocca almeno mentre dorme?” rise, prima di spegnere la luce.

Un timido bussare alla porta annunciò la visita che Candy stava aspettando. La ragazza era già alzata e vestita, ma Flanny dormiva ancora profondamente.
- Entra – bisbigliò Candy, e la porta si aprì silenziosamente. Era Julienne.
- Come state stamattina, ragazze? – chiese la donna più grande chiudendo la porta dietro di sé e avvicinandosi a Candy - Vedo che la nostra leader infaticabile sta ancora sognando con gli angeli - commentò.
- Si sveglierà presto, vedrai – rispose Candy sorridendo e Julienne colse una nuova luce nel volto della giovane amica.
- Bene ragazza. Potrai raccontare tutta la storia a Flanny quando si sveglierà, ma adesso devi vuotare il sacco perché io non posso più aspettare! – rise Julienne, con gli occhi color ambra che le brillavano.
- Ah, Julie! – fu tutto quello che riuscì a dire Candy, prima che un vivace rossore risplendesse sulle sue guance - Non so da dove cominciare ... - disse prendendosi il viso tra le mani.
- Direi che il più l’hai già detto – sorrise Julienne invitando l’amica a sedersi sul letto – Quando non sei tornata per la notte la nostra povera Flanny era terribilmente preoccupata per te, ma io sapevo che non correvi alcun pericolo perché eri con lui - aggiunse emozionata.
- Non so cosa mi è preso … non ho nemmeno pensato che voi due sareste state in ansia per colpa mia … - disse Candy senza riuscire a trovare una giustificazione.
- Non hai bisogno di scusarti, Candy – rise Julienne, divertita dalla situazione – Una coppia innamorata sul punto di separarsi non ha bisogno di giustificarsi per aver dimenticato il resto del mondo. Ma adesso dimmi: è andata come speravi?
- Meglio di tutti i miei sogni più belli, lui ... - esitò - … lui mi ha chiesto di sposarlo!
- Beh, mi pare il minimo! Ah, quell’uomo ostinato! - commentò Julienne ridacchiando nervosamente.
- Ma non è tutto! – continuò la bionda arrossendo sempre di più – Ci siamo sposati!
- Che cosa?!!! – gridò una terza voce proveniente dall’altro letto, facendo sobbalzare Candy e Julienne.
- Ma siete pazzi, o che cosa? È illegale … lui, lui è nell’esercito – disse Flanny sconcertata, sedendosi sul letto.
- Stavi facendo finta di dormire e ascoltavi! - scherzò Julienne, divertita alla vista della ragazza bruna con i capelli in disordine e il viso sconvolto - Andiamo, Flanny, non fare il broncio. Si amano, e rispetto a questo non ci sono regole che tengano. O preferiresti che la nostra Candy avesse trascorso la notte con un uomo senza esserne sposata?
- Certo che no, ma … - tentò di ribattere Flanny, ma poi ricordò il viso angelico di Candy durante le notte mentre dormiva, così immerso nella beatitudine come mai lo aveva visto, e in quel momento capì la ragione della nuova felicità della sua amica.
– Bene … non guardarmi così Julienne – protestò – Candy, suppongo di dovermi felicitare con te – disse alzandosi per abbracciare la compagna.
- Tutte e due dobbiamo farlo! – puntualizzò Julienne unendosi all’abbraccio a tre.
Una volta che l’euforia si fu calmata le amiche di Candy sedettero accanto a lei e Julienne fece alcune domande che fecero arrossire la sposa novella e scandalizzarono Flanny, ma non abbastanza da farle perdere l’interesse per la conversazione.
- Ti rendi conto di che cosa potrebbe significare? – chiese Julienne tenendo la mano di Candy tra le sue con atteggiamento materno – Potresti già aspettare un bambino! Ci hai pensato? – disse con un sorriso radioso.
- Lo credi? – chiese Candy, spalancando i grandi occhi verdi e portandosi istintivamente la mano al ventre.
- Beh, tecnicamente è possibile, lo sapete anche voi. Ma dovremmo aspettare un paio di mesi prima di azzardare una diagnosi – fu l’autorevole parere di Flanny. Candy non l’ascoltò, la sua mente era già perduta dietro l’affascinante e dolce possibilità di portare in grembo un figlio di Terence.
Per anni che erano sembrati secoli, aveva rinunciato al sogno segreto di formare una famiglia con Terry. E all’improvviso quel sogno poteva diventare una meravigliosa realtà. Era così rapita da quell’idea che non si soffermò neanche un istante a considerare che una gravidanza nel bel mezzo di una guerra lontano da casa poteva essere più un problema che una gioia. Ma niente poteva scalfire la felicità di Candy in quel momento.

:rosy heart:



3 settembre 1918
Mia amata Candy,
sono poco più di ventiquattro’ore che ho lasciato Parigi, e mi sembra di non tenerti tra le braccia da secoli. Sono arrivato a Verdun durante la notte senza problemi, e ora mi sono riunito al plotone. Non sono previste azioni nell’immediato e, dato che i tedeschi si stanno già ritirando in vari punti, può essere che la guerra termini prima di affrontare veramente una battaglia. Ti prego, angelo mio, non preoccuparti per me, ti prometto che starò bene, e sono deciso a mantenere questa promessa ...

:chocolate box:


4 settembre
. . . La nostalgia di te è ancora più profonda, ma diversa, amore mio. Mentre, nel passato, il tuo ricordo era una ferita inguaribile nel mio cuore, che sanguinava ogni volta che respiravo, adesso, sapendo che anche tu mi ami, sapendo che siamo liberi di vivere quest’amore, pensare a te è una gioia che guarisce la mia anima e mi dà la forza di continuare …

:chocolate box:


5 settembre
… Quando la notte sono di guardia posso sentire il rombo di esplosioni lontane, e allora di tanto in tanto chiudo gli occhi per vedere il tuo dolce sorriso. Allora so che, nonostante l'oscurità che mi circonda, sono l'uomo più fortunato del mondo. Se un tempo ho sofferto, mi sono sentito solo, ho affrontato momenti difficili, ora ho dimenticato tutto. Oggi preferisco pensare al futuro … mi sto abituando a fare piani per noi due. Ho dovuto rinunciare per così tanto tempo all'idea di un futuro insieme, che adesso mi sento come se fossi un’altra persona. Avevo tentato di accettare l’idea che sulla scena della mia vita i riflettori si sarebbero accesi solo per “me”, una prospettiva non molto allettante. Adesso mi sveglio e penso a “noi”, e resto estasiato da questo meraviglioso sentimento che alcuni chiamano speranza.

:chocolate box:


6 settembre
… Hai conosciuto una volta il capitano Jackson. È il tipo più eccentrico che abbia mai conosciuto … per una ragione che mi sfugge ha una sorta di ossessione per il modo con cui la gente parla, pretende di capire il passato delle persone solo osservando come parlano. Un tempo, quando giocavo a scacchi con lui, mi divertivo a confondergli le idee cambiando in continuazione modo di parlare. L'ho fatto finché non ti ho rivista, per colpa tua persi la concentrazione e mi dimenticai di Jackson. Ma chi potrebbe farmene una colpa? Come avrei potuto pensare a qualunque altra cosa quando eri apparsa in un modo così improvviso lasciandomi stordito dalla gioia e dal dolore insieme?
Ora che sono tornato, Jackson è incuriosito dal cambiamento che vede in me, ma non riesce a immaginarne la causa … Naturalmente sei tu. Tu hai fatto di me un uomo nuovo. Mi hai fatto rinascere, mi hai fatto vedere il mondo in modo diverso. Hai dato alla mia vita un altro significato.

:chocolate box:


7 settembre
… Quando credevo di averti perduta per sempre, mi perdevo in una fantasia che consideravo impossibile. Sognavo che eri mia per una sola notte, e ogni volta che mi risvegliavo da quel sogno pensavo sempre che se mi fosse stata concessa la possibilità di averti per una sola volta, per il mio cuore sarebbe stato sufficiente. Adesso so che mi sbagliavo, perché so il mio cuore è irrimediabilmente insaziabile delle tue carezze. Il sapore delle tue labbra e il calore del tuo corpo conturbante mi mancano terribilmente. Una sola notte di passione con te non potrebbe mai essere abbastanza. Ti desidero tanto, ho bisogno di averti accanto per il resto della vita e oltre. Mi manchi, Candy.

:chocolate box:


8 settembre
… Ah, Candy! Oggi mi sono svegliato del peggiore degli umori. Avevo voglia di picchiare qualunque essere umano avessi incontrato, ma non riuscivo a capire il motivo di questo stato d’animo. Così, nel mio turno di riposo, ho cercato un posto appartato e mi sono messo a suonare l’armonica per un po’. In questo modo ho fatto ordine nei pensieri e, dopo qualche minuto, ho finito per capire cosa mi passava per la testa. Era la gelosia, era questo che mi tormentava. So di essere ridicolo, ma non posso fare a meno di essere geloso di qualunque persona che adesso ha la fortuna di stare vicino a te. Sono geloso di chiunque possa guardarti nei tuoi immensi occhi verdi mentre io sono lontano da te. Sono pazzamente geloso di ogni paziente che riceve le tue cure, la mia idiozia è tale che sono geloso persino del tempo che passi lontana da me, dei vestiti a contatto con il tuo corpo, dei pensieri da cui sono escluso che ti attraversano la mente.
Mi amerai nonostante la mia pazzia? Ti prego, non rimproverarmi per essere tanto possessivo. Più di una volta ha rinunciato a te a causa delle circostanze, e adesso che sei mia, non posso proprio lasciarti andare. Ti voglio per me e solo per me. Ma non temere, non ti terrò prigioniera, prometto che avrai tutta la libertà che vuoi. Sei tu piuttosto quella che mi tiene incatenato in quest’amore così assoluto che non ho altra gioia che pensare a te. Perdona la mia follia. È solo che sono follemente innamorato di te.

:chocolate box:


9 settembre
… Amarti senza speranza è stato un vero inferno. Immaginarti sposa di qualcun altro è stato il tormento più spaventoso che abbia mai provato. Pensare che tu potessi portarmi rancore è stato ancora peggio. Ma forse il dolore più profondo è stata la sola idea di non rivederti mai più, che non avrei mai più sentito la tua voce chiamare il mio nome, tenere le tue mani tra le mie, tenerti tra le braccia con tutta la passione che ho solo per te. Hai provato anche tu lo stesso dolore credendo che il nostro amore fosse morto?
Niente che possa affrontare ora si può paragonare a quelle sofferenze. Sono così felice ora, dentro quest'angusta trincea mentre ti scrivo queste righe, che se qualcuno potesse vedere dentro al mio cuore arriverebbe a pensare che sono completamente pazzo: come posso avere così tanta luce dentro di me quando qui intorno non è che oscurità? Non sono io, mia vita, è la luce del tuo amore che illumina la mia anima. Ma anche così, solo avendoti accanto a me la mia felicità sarebbe completa. Ho bisogno di te, e a volte mi prende la disperazione per questa stupida guerra che vorrei terminasse all’istante, così potremmo tornare a casa … a casa nostra.
Abbiamo ricevuto l’ordine di mobilitarci. Forse affronteremo il nemico in un luogo vicino, verso il sud, ma potrebbero essere solo voci, qui nell’Esercito ogni cosa sembra essere un segreto e la maggior parte delle volte si ricevono le istruzioni definitive solo all’ultimo momento. Per questo ti sto inviando tutte queste lettere, approfitto di un camion della posta che è arrivato all'accampamento per la prima volta dopo una settimana. Spero che tu possa leggerle presto. Ho appena ricevuto due lettere tue e me le tengo vicino al cuore assieme al tuo crocefisso. Leggo in continuazione le tue parole d’amore e con la mente vedo i tuoi cari occhi, angelo mio! Quanto mi manca vedere la mia immagine riflessa dentro! Ti prego, moglie mia - per San Giorgio, com'è dolce chiamarti così! - abbi cura di te e non preoccuparti per me. Sono nelle mani di Dio e sono certo che Lui mi proteggerà per farti felice.
Appassionatamente tuo,
Terry

:chocolate box:


5 settembre
Amore mio,
c’è qualcosa che non ho ancora avuto il tempo di dirti. Quest’estate, che mentre scrivo sta giungendo al termine, è stata la prima di cui ho gustato il calore dopo anni. Sempre, da quella notte fredda in cui ho lasciato New York, quel freddo ha avvolto il mio cuore mantenendolo congelato anche in tempo d’estate. Niente poteva darmi calore … niente finché non ho ritrovato il tuo sorriso, il tuo sguardo, le tue braccia … Dentro di me sapevo che era così, ma cercavo di negarlo. Adesso non ho più bisogno di nascondere a me stessa i miei sentimenti.
Anche se sei lontano mi sento al caldo e al sicuro, perché so che il tuo cuore è con me e il ricordo delle carezze che ci siamo scambiati mantiene in me una fiamma sempre accesa. Non c’è bisogno di dire quanto mi manchi. Mi mancano le tue parole all'orecchio, i tuoi scherzi, le tue risate e anche le tue arrabbiature. Ti confesso che mi manca questo nostro mondo intimo che abbiamo creato la prima notte insieme. Ho bisogno di te nel corpo e nell'anima, amore mio.
Il giorno in cui sei partito è stato così difficile! C’è stato così tanto lavoro da non avere nemmeno il tempo per respirare, ma anche così non ho potuto smettere di pensare a te. Hai sentito i miei pensieri baciarti le tempie? Hai sentito la mia anima che chiamava la tua stanotte, mentre dormivo? Ah, Terry! Conto i giorni, le ore e i secondi che mancano al momento in cui ti rivedrò.
I giorni passano, e io sogno il nostro futuro insieme, e la prospettiva mi pare così meravigliosa da stentare a crederci, ancora non riesco a convincermi di essere tua moglie. Quando leggo le notizie sulle vittorie degli Alleati mi rendo conto che presto sarò ancora accanto a te. Allora mi smarrisco nell'immaginare mille e più modi di farti sorridere. Terrò tutte queste idee per la prossima volta in cui ci vedremo. Nel frattempo pensa a me, come io penso a te.
Con tutto il cuore
Candy
P.S.: l’ho detto che ti amo?


CONTINUA

 
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