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"Incontro nel vortice" di Alys Avalos, Traduzione della più famosa fanfiction di Candy in lingua spagnola

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candyannie
view post Posted on 2/6/2012, 13:01     +1   -1




Ciao, ho letto questa ff in inglese, francese e spagnolo e ora posso leggere anche in Italiano, sono nuova qui e non so bene come funzioni il forum ma ho una curiosità se non sono indiscreta. Come mai questa fanficion non appare contrassegnata come importante dato che è un pilastro della storia delle FFs di Candy? Forse perché la traduzione non é ultimata?

Edited by candyannie - 2/6/2012, 15:12
 
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view post Posted on 2/6/2012, 15:19     +1   -1
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Ciao candyannie, anzitutto benvenuta.
Ti spiego io come stanno le cose perchè dipende da me la decisione di contrassegnare le FF come importanti o meno.

Quelle contrassegnate sono quelle effettivamente terminate, il fatto di contrassegnarle permetteva di porle in primo piano rispetto alle altre ancora in corso, ma questa procedura, adesso che sono diventate molte, mi rendo conto che non funziona più.

La tua domanda mi ha fatto riflettere sull'equivoco che può essere generato da una visione veloce e poco attenta del forum, (dato che tutte le FF contrassegnate portavano sotto la dicitura "completata o one-shot") perché le FF non vengono valutate e quindi contrassegnate in base alla bellezza o alla quotatura, in quanto non c'è una FF più importante dell'altra, ci possono essere FF che piacciono di più e altre che piacciono di meno, ma non saremo certo noi (staff) a "bollarle", siete voi stessi a determinarne il gradimento con i vostri interventi e le vostre recensioni.

Quindi questo ci porta ad un opera di revisione del forum del quale mi occuperò io stessa affinché si possa generare meno confusione possibile, suddividendo le FF per categoria in sottosezioni apposite.

Spero di essere stata esaustiva nella risposta, grazie per avere fatto un'osservazione costruttiva.

Ciao
Esther

P.s. Approfitto per chiedere la collaborazione di tutte le autrici in questo senso, chiedo a ognuna di voi una volta terminato il vostro lavoro, di modificare il titolo aggiungendo appunto la dicitura "FF completa" e di segnalare il tutto a un moderatore o direttamente a me, affinchè possiamo spostare la FF completata nella sezione apposita... grazie per la collaborazione.
 
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candyannie
view post Posted on 2/6/2012, 15:47     +1   -1




Grazie molto del chiarimento, effettivamente sarebbe molto utile mettere in evidenza tutte le FFs ultimate, indipendentemente dall'autore. Riguardo all'incontro nel Vortice ammiro moltissimo questa autrice messicana. Spero torni a scrivere.
 
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view post Posted on 6/6/2012, 11:45     +1   -1
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e non sei l'unica ;)
 
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icon6  view post Posted on 6/6/2012, 17:21     +1   -1
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CITAZIONE (savira @ 3/9/2011, 23:36) 
CITAZIONE
Per Abionda: c'è una lunga fila in attesa di sbaciucchiare occhioni blu, prego mettersi in coda.

Eh sì mi pare che si doveva prendere il numero vero Klimt? :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

...io ho le lentiggini!!!..... guadagno un posto tra le prime????
 
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view post Posted on 6/6/2012, 17:59     +1   -1
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Ecco ....mi è scesa una lacrimuccia.....
Grazie per il lavorone Kiar@
 
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view post Posted on 8/6/2012, 12:26     +1   -1
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CITAZIONE
...io ho le lentiggini!!!..... guadagno un posto tra le prime????

ahahah :) allora anchio!! e pure i capelli ricci e biondi...ma non tanto bioni come candy :( ahahah XD
 
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view post Posted on 9/6/2012, 00:26     +1   -1
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Kiar@ dove sei? Io sono in piena crisi di astinenza di questa meravigliosa fanfiction e ovviamente della tua magnifica traduzione!
Ti prego posta presto!!!
 
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view post Posted on 11/6/2012, 10:11     +1   -1
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grazie Kiara per questo splendido lavoro che fai per noi...la storia è bellissima, non vedo l'ora che si rincontrino e spero vivamente che ci sia un lieto fine...ne abbiamo bisogno, per sognare ancora un po' gif gif girl_in_love girl_in_love girl_in_love
 
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*Kiar@*
view post Posted on 17/6/2012, 10:51     +1   -1




CAPITOLO XIV
INTRIGHI, GELOSIE E CORAGGIO
Continuazione



La sera del 29 ottobre Candy osservava la pioggia insistente che cadeva sulla grande tenda dove si trovava. All’improvviso avvertì una strana inquietudine nel cuore e istintivamente portò la mano al petto afferrando l'anello che portava appeso al collo sotto l’uniforme.
Mio Dio! – mormorò – proteggilo questa notte! Ti prego, Signore, non abbandonarci! Non potrei sopportare di perderlo ora!
L’acquazzone autunnale continuava a bagnare il suolo fangoso e Candy vide a distanza un soldato che correva per il campo.

:rosy heart:



L’offensiva nel bosco delle Argonne non era stata assolutamente facile per nessuno dei due eserciti alleati. I tedeschi erano strenuamente decisi a mantenere le loro posizioni nella foresta, tuttavia, dopo lunghi giorni di lotta sanguinosa, cominciarono a ritirarsi. Al 29 ottobre quasi tutte le trincee erano state prese, ma c’erano ancora alcuni punti in cui alcuni soldati resistevano ancora, aprendo costantemente il fuoco dall'alto delle colline. Quella notte l'attacco di routine era stato momentaneamente sospeso e gli uomini assiepati dietro una barricata improvvisata stavano osservando con sfiducia l'orizzonte oscuro tra gli alberi. Qualche minuto prima due di loro erano stati inviati a cercare acqua verso un rigagnolo vicino.

- Secondo me è stata una stronzata – commentò un soldato semplice – potevamo resistere anche senza acqua.
- Forse – rispose un altro soldato – ma il dottore ne ha bisogno per i feriti – disse, indicando un giovane medico che stava lavorando freneticamente dietro di loro.
- Si, ma potevamo aspettare gli uomini che sono andati in retroguardia per prendere le provvigioni - insistette il primo soldato – Quando il sergente tornerà non sarà per niente contento di quest’idea.
- Forse Richmond e Whitman torneranno prima – fu l’ultima cosa che riuscì a dire il secondo soldato, quando due ombre che si muovevano tra gli alberi attirarono la sua attenzione - Sono lì … - Un’improvvisa esplosione seguita da una pioggia di spari provenienti da una collina a est interruppero quello che stava per dire.

- Per amor del Cielo! – ansimò il primo soldato, pallido come un morto - C’era una mina sul terreno!
Quando la prima scarica si esaurì, i soldati dietro la barricata sentirono le grida di uno dei due uomini a pochi metri da dove si trovavano. Il giovane dottore si allontanò dai feriti per vedere cosa stava succedendo e scoprì che Whitman era morto nell’esplosione e che Richmond stava agonizzando a poca distanza.
- Qualcuno vada a prendere quell’uomo e lo porti dietro la barricata – disse il medico in tono disperato.
- È pazzo, dottore? – fece il secondo soldato rivolgendo lo sguardo verso l'uomo dagli occhi grigi – Richmond è morto quanto Whitman. Non c’è modo che resista per molto tempo la fuori, e se uno di noi esce in questo momento, sarà un altro uomo morto. Potrebbero esserci altre mine!
- Se non ci va nessuno di voi, dovrò farlo io – affermò deciso il medico afferrando gli strumenti di primo soccorso.
- Signore – borbottò il primo soldato, tenendo il giovane per un braccio – Possiamo permetterci di perdere un uomo, ma non un medico. Abbiamo bisogno di lei vivo.
- Forse, ma io non posso continuare a vivere con le grida di quell'uomo nella coscienza – e con queste ultime parole il giovane medico salì la scala che portava fuori dalla barricata. I soldati semplici non poterono far nulla per trattenerlo, trattandosi di un loro superiore.

Fuori la notte era fredda e silenziosa. Soltanto i deboli gemiti di Richmond erano udibili a distanza. Il medico cercò di adattare la vista all'oscurità e qualche secondo dopo poté distinguere l'uomo che giaceva al suolo a qualche metro da lui. Doveva affrettarsi se voleva salvargli la vita. Cercando di muoversi protetto dalle ombre, corse pregando tra sé di non trovare alcuna mina sul cammino. Sfortunatamente, proprio mentre stava per raggiungere il suo obiettivo, il vento scostò le nuvole e la luna illuminò in pieno la radura in cui si trovava.
Gli uomini dietro la barricata si sentirono raggelare al pensiero che i tedeschi avrebbero potuto facilmente avvistare il dottore.

- Che diavolo succede? – chiese alle loro spalle una voce irata. I soldati si misero immediatamente sull’attenti per salutare il superiore.
- Sergente Granchester! – esclamò il primo soldato.
- Il dottore francese, signore – spiegò il secondo soldato – è là fuori che cerca di salvare la vita a Richmond.
- E che stava facendo Richmond fuori dalla barricata? – domandò il sergente infuriato.
- Stava … cercando un po’ d’acqua per i feriti, signore.
- Ma bene! E adesso quel francesino idiota sta di nuovo rischiando la vita! Con questa luna i tedeschi lo vedranno di sicuro! – disse il giovane sergente. In quel momento i suoi occhi furono attratti da un proiettile che cadeva dalle altezze dei monti senza provocare l’usuale detonazione – Quello non era una granata!
- Maledizione! Quei bastardi hanno lanciato una bomba all’iprite! – gridò uno degli infermieri presenti alla scena.
- Mettete tutti le maschere! – ordinò Granchester e tutti si coprirono immediatamente il viso.
- Che cosa sta facendo, signore? – chiese uno dei soldati nel vedere che il sergente dopo aver indossato la maschera ne prendeva un’altra con sé cominciando a salire per la scala che conduceva fuori dalla barricata.
- Vado a prendere quel mangiarane, che cosa se no? Il gas l’avrà sicuramente accecato e, se rimane sotto il suo effetto, sarà un uomo morto in una manciata di minuti – rispose con la voce soffocata dalla maschera.
- Mi lasci venire con lei! – si offrì il soldato, molto pentito di aver lasciato uscire il medico.
- Due idioti là fuori bastano e avanzano. Resta qui e, se non dovessimo tornare, occupati di recapitare le lettere che ho nella valigia e spiega alla donna cui sono destinate che ho fatto del mio meglio per restare vivo, ma ci sono doveri a cui un uomo non può sottrarsi – spiegò, prima di arrivare alla sommità della barricata e saltare giù, fuori dalla protezione.

Doveva muoversi in fretta, finché il gas ancora non permetteva ai tedeschi di vedere bene nell’oscurità. Mentre raggiungeva la radura, pensava alle promesse che aveva fatto alla sua sposa. Quello che stava facendo non era per niente ragionevole, ma Terry si sentiva in debito con Bonnot che gli aveva salvato la vita in sala operatoria. Quella era l’occasione per saldare il suo debito.
Quando riuscì finalmente a distinguere delle figure umane corse verso il dottore inginocchiato presso il cadavere di Richmond. Quando lo raggiunse, gli toccò la spalla con un gesto nervoso. Yves si voltò verso di lui, il suo sguardo vagò nella nebbia e Terry comprese che l’uomo non vedeva.

- Sono io, Granchester! Mettiti subito questa maschera! – gli sussurrò in tono imperioso.
- Perché sei venuto qui, cretino? – fece il dottore, in preda alla nausea provocatogli dal gas.
- Taci e metti la maschera, prima che il gas ti distrugga i polmoni!
- Lasciami qui e salvati la vita finché sei in tempo! Lasciami qui! – gridò il giovane, prima che un pugno deciso lo colpisse alla tempia facendogli perdere i sensi.
- Mi spiace, francesino – disse Terry caricandosi sulle spalle il corpo del medico svenuto – ma non credo di gradire molto la tua conversazione nel viaggetto che dobbiamo fare assieme.

Si avviò per il percorso inverso in direzione della barricata, mentre il gas cominciava a dissiparsi esponendoli alla luce della luna. Il ruggito mortale delle mitragliatrici tedesche invase l’ambiente.
“Ci risiamo” pensò Terry nel momento in cui sentì un dolore acuto al braccio destro, “Candy, amore mio, se il tuo talismano funziona davvero, questo è il momento di dimostrarlo”.
In alcuni secondi che sembrarono secoli riuscì a raggiungere la barricata, mentre gli uomini dall'altro lato aprivano il fuoco per coprire il sergente con il dottore svenuto sulle spalle.

- Aiutatemi! – gridò Terry, e immediatamente un infermiere uscì dalla barricata e prese Yves tra le braccia. Dalla collina i tedeschi continuavano a sparare e in un fragore terrificante il cielo s’illuminò a giorno. Gli spari avevano attivato un’altra mina. Terry si voltò per vedere dov’era avvenuta l’esplosione e si rese conto di aver camminato molto vicino a quel punto.
- Salga, signore! Adesso! – gridò un soldato spaventato dalla nuova detonazione.
Terry salì sulla barricata mentre il dolore al braccio si faceva più forte. Arrivò in cima mentre altri proiettili cadevano attorno a lui. Un attimo dopo era salvo dall’altro lato, bianco come un foglio di carta, con il cuore che batteva a una velocità vertiginosa e con la ferita al braccio che cominciava a sanguinare copiosamente.
- Non pensavo ce l’avrebbe fatta, signore – disse ammirato un infermiere, pulendogli la ferita.
- Nemmeno io, amico, nemmeno io – fu tutto quello che riuscì a dire Terence chiudendo gli occhi e ringraziando Dio per essere ancora vivo.

:heart of rose:



Tenebre. Attorno a lui il buio più fitto. Distingueva bene i rumori, le voci e le grida dell'ospedale da campo. Con la punta delle dita riconobbe le vecchie e ruvide coperte del letto pieghevole in cui giaceva e, tentando di muoversi, sentì anche un dolore acuto alla coscia destra. I suoni erano facili da identificare, ma non poteva vedere niente. Portò le mani alle tempie e tastò le bende che gli coprivano gli occhi.

- Finalmente ti sei svegliato, dottore! – salutò una voce profonda che conosceva bene – pensavo che avresti continuato a sognare per sempre! – continuò la voce in tono scherzoso.
- Granchester? – chiese Yves volgendo il viso verso il punto da cui proveniva la voce.
- E chi se no? Mi spiace disilluderti, ma sono sempre io.
- Come sono arrivato qui?
- Beh, tecnicamente sei stato portato qui dagli infermieri dalla linea del fuoco, dove io e te la notte scorsa abbiamo condiviso un viaggetto particolare, e adesso stiamo beneficiando di un’affascinante vacanza. Devo confessarti, però, che tutto sommato preferisco il servizio che fornite a Parigi, al cui confronto trovo che quello che danno qui sia … come dire … un po’ scadente … se mi posso permettere – spiegò il giovane sergente nello stesso tono ironico.

Nella mente di Yves i ricordi cominciavano a riacquistare senso mentre Terence, diventato improvvisamente loquace, continuava la sua spiegazione lamentandosi del personale infermieristico del campo. Il medico ricordò la sua frustrazione nel vedere Richmond trarre il suo ultimo respiro, e la successiva esplosione della bomba a gas ad alcuni metri da lui. Aveva perso il senso della vista in pochi secondi e in quel momento aveva creduto che la sua vita fosse giunta al termine. Con il gas che gli stava invadendo i polmoni non sarebbe mai stato in grado di ritrovare da solo la via del ritorno alla barricata, e il fuoco dei tedeschi non avrebbe tardato a fare il resto. Per un momento aveva pensato di aver trovato il modo più sbrigativo per porre fine alla sua triste esistenza, ma non aveva potuto evitare un agghiacciante senso di paura mai provato prima. Il giovane medico aveva visto sfilare nella sua mente tutti i ricordi più cari: l’infanzia, i volti dei fratelli e sorelle, la voce di sua madre, l’esultanza di quando aveva dimesso il suo primo paziente e la bellezza del tramonto di Nizza, dove passava l’estate da bambino. Avrebbe davvero dovuto tornare alla barricata, in un estremo tentativo di salvarsi la vita? No, per lui era troppo tardi. Era stato in quel momento che la mano di Terence si era posata sulla sua spalla.

- Mi hai salvato la vita! – gridò, interrompendo il logorroico monologo di Terry.
- Beh, io non la metterei in termini così drammatici – replicò il sergente con nonchalance – Diciamo che ho un po’ collaborato con Dio per distoglierti dal tuo assurdo proposito.
- Perché l’hai fatto? Perché hai rischiato la vita per un uomo che stava cercando la morte, quando hai davanti a te un futuro così roseo? – chiese Yves, che non comprendeva l’agire di Terence.
- Te l’ho già detto una volta – rispose il giovane aristocratico in tono più serio – Dio mi ha dato l’opportunità di scrivere una pagina migliore della mia vita e ho pensato che era mio dovere aiutare qualcun altro che aveva bisogno di imparare la stessa lezione ... E poi tu mi hai già salvato la vita a Parigi. Non lo dimenticherò mai.
- Grazie – balbettò Yves profondamente commosso.
- E adesso non diventiamo troppo sentimentali – disse Terry soffocando un risolino e notando che Yves cercava di toccarsi la ferita alla coscia sinistra – Nel caso ti stia facendo domande a proposito della tua salute, posso dirti che siamo stati molto fortunati, considerato il pasticcio in cui eravamo. Le pallottole hanno toccato soltanto la tua gamba e il mio braccio. Gli occhi ti guariranno con un po' di riposo, giacché sei stato esposto al gas per poco tempo. Stamattina il medico ha detto che recupererai sicuramente la vista, se avrai cura di te. Ma c’è ancora qualcosa che mi scoccia …
- Che cosa? – chiese Yves incuriosito.
- Non potrò scrivere per un po’, dovrò aspettare che il mio braccio guarisca, a meno che non riesca a imparare prima a scrivere con la sinistra.
- Vorrei poterti aiutare, ma non credo di potere – commentò Yves accennando a un sorriso per la prima volta in due mesi.
- Non preoccuparti, amico – rispose come parlando tra sé. “Non credo che arriverò a fidarmi di te così tanto da dettarti una lettera per Candy ... non lo farei con nessuno su questa terra”.

:rosy heart:



Candy si adattò velocemente al nuovo ospedale. L'atteggiamento sempre ottimista e la disponibilità verso gli altri le fecero guadagnare subito la simpatia dei nuovi compagni di lavoro e dei pazienti. Ben presto ogni uomo e donna percepiva la luce che emanava la sua anima. Purtroppo non ebbe il tempo di arrivare a sentirsi a casa. Appena sei giorni dopo il suo arrivo ricevette l'ordine di raggiungere il fronte delle Fiandre assieme all’equipe destinata all’ospedale da campo.

Candy non aveva bei ricordi della prima volta in cui aveva viaggiato nelle Fiandre, ma sapeva che, a dispetto delle sue avversioni personali, aveva un dovere da compiere: questo le aveva insegnato la signorina Mary Jane e lei non avrebbe certo deluso la sua insegnante di un tempo. Così non esitò a preparare l’usualmente leggero bagaglio e, prima di partire, andò all'ospedale Saint Jacques per salutare Flanny e Julienne.
La giovane aveva deciso di mantenere segreto il suo invio al fronte perché non voleva dare a Terry una preoccupazione in più. Chiese quindi alle amiche di ricevere la sua corrispondenza al Saint Jacques e di spedire periodicamente una serie di lettere che aveva scritto anticipatamente, indirizzate ai suoi parenti in America e a Terence, affinché nessuno di loro sospettasse dove lei si trovava davvero. Era meglio che nessuno sapesse la verità, almeno era quello che Candy pensava.
Inizialmente a Flanny non piacque per niente quell’idea, rendersi complice di una menzogna era troppo contrario i suoi principi. Julienne invece si trovò d’accordo con Candy, anzi lei stessa aveva agito nello stesso modo ogni volta che in quei quattro anni di guerra era stata inviata al fronte. In varie occasioni suo marito Gerard era rimasto all’oscuro del fatto che lei stesse lavorando in un ospedale da campo. Così Julienne riuscì a convincere Flanny, e le due donne promisero a Candy di collaborare al suo piano. La giovane chiese ancora alle amiche di leggere le lettere di Terry al suo posto, allo scopo di venire a conoscenza di eventuali notizie importanti che Candy avrebbe dovuto sapere, in questo caso le avrebbero inviato un telegramma al fronte.

- Ma io non intendo leggere le lettere di tuo marito! – protestò Flanny imbarazzata alla sola idea di leggere la corrispondenza altrui.
- E come dovrei fare io a sapere se sta bene o no? Devo saperlo! – rispose Candy, un po’ esasperata dagli eccessivi scrupoli dell’amica.
- Potremmo inviarti le sue lettere all’ospedale da campo – suggerì Flanny.
- Ci vorrebbe troppo tempo, Flanny – puntualizzò Julienne – Non preoccuparti, Candy … lo farò io se Flanny non se la sente. Sta bene per tutte e due? - propose, e le altre assentirono.
- Allora, se necessario, invierò io i telegrammi – si offrì Flanny.
- Grazie care – sorrise Candy. Le tre giovani si resero conto che era arrivato il momento di salutarsi.
- Bene, suppongo che sia tutto. Adesso devo andare.
Le due brune guardarono la bionda e non poterono evitare un nodo alla gola nel ricordare che l’amica stava per andare di nuovo molto vicino alla linea del fuoco. Candy lesse la preoccupazione nel loro viso e si sforzò di dimostrarsi ottimista.
- Andiamo, ragazze! – rise – Sembra che stiate assistendo al mio funerale! Questa missione non durerà molto. Scommetto che i tedeschi si arrenderanno prima che io raggiunga le Fiandre.
- Devi prometterci che farai molta attenzione, Candy – disse Julienne abbracciando teneramente la compagna – Farò quello che mi dicesti quella volta che ci lasciasti nel camion, mentre andavi a cercare aiuto nella neve.
- E cosa ho detto quella volta? – chiese Candy perplessa.
- Pregare, soltanto pregare - rispose Julienne mentre una lacrima le scendeva sul viso.
- Ah, Julie! Andrà tutto bene, vedrai
Poi, rivolgendosi a Flanny, disse in tono autoritario:
– E tu, ragazza, appena Yves ti risponderà, provvedi a riscrivergli immediatamente!
- Che scema! Sempre a dare ordini - replicò l’infermiera bruna, cercando di trattenere le lacrime mentre contraccambiava l’abbraccio di Candy.
- Senti chi parla! – rise quest’ultima. Qualche minuto dopo lasciava l’ospedale Saint Jacques, separandosi da due donne che avrebbero pregato per lei giorno e notte.

Prima di partire Candy fece visita a Padre Graubner che, nonostante fosse un sacerdote, non oppose nessuno dei problemi di coscienza di Flanny. Promise a Candy di non far parola alcuna con Terence nelle sue lettere, anzi disse che la sua era una buona idea, perché sapeva quanto Terry potesse essere apprensivo quando si trattava di Candy. La giovane e il religioso rimasero alcuni minuti nella cappella del vescovo Benoit, pregando in silenzio. Alla fine Graubner benedisse Candy e con un ultimo sorriso la lasciò partire.

:heart of rose:



Era una fredda mattina del 20 settembre. Il viaggio sulla danneggiata linea ferroviaria fu lento e interrotto varie volte dai membri dell’esercito francese e britannico che spesso fermavano i treni per controllare passeggeri ed equipaggio. Al finestrino i paesaggi si alternavano a ritmo monotono, mentre Candy scopriva, con grande delusione, di non essere incinta, come sperava. Quando finalmente raggiunse la piovosa regione delle Fiandre, rifletté che, a dispetto del suo desiderio di un figlio, quello non era il momento migliore per una gravidanza.

Come la prima volta, l’impressione dell’ospedale da campo era sconfortante e il lavoro si prospettava interminabile. Ma Candy si rianimò subito, alzò la testa, si aggiustò l’uniforme e, con l’usuale coraggio, s'immerse diligentemente nel lavoro. Anche se non era incinta, una fiamma ardeva dentro di lei e la speranza di un futuro migliore la stava aspettando. Non smise mai di pregare e, nei pochi momenti liberi, cominciò a scrivere un diario, con la speranza che un giorno suo marito potesse leggere quello che era veramente successo in quei giorni di silenzio, in cui aveva deciso di mentire per il bene e la tranquillità di Terence.

rovcc14


Mio caro Terry,
pioggia e fango è tutto quello che ho visto nelle Fiandre tutte e due le volte che sono stata qui. Ma questa volta le condizioni dell’ospedale da campo non mi spaventano più. Faccio il mio lavoro come l’ho sempre fatto e intendo aiutare i miei pazienti a guarire fisicamente e moralmente. Questa è la parte più difficile, non solo perché questi uomini stanno passando dei gran brutti momenti, ma anche perché la paura non mi abbandona mai,e ciononostante devo fingere che tutto vada bene, se davvero voglio far coraggio a questi poveri soldati.
So che in questo momento stai probabilmente combattendo nelle Argonne. Ho sentito cose terribili su quello che sta succedendo là, e il giornale non dice nulla che possa sollevarmi il cuore. In quei momenti mi rendo conto che devo riconoscere i miei limiti e accettare che soltanto Dio può veramente proteggerti. Ma lasciare tutte le preoccupazioni nelle mani del Signore non è facile per questa povera donna, ogni cellula del mio essere chiama il tuo nome e la sola idea di perderti mi scortica viva.
Oggi un giovane soldato francese è morto tra le mie braccia dopo un intervento. Ho lottato contro la febbre con tutte le mie forze, ma non è servito a nulla. Le sue ultime parole sono state per la madre e nei suoi ultimi momenti ha creduto che io fossi lei. Mi ha abbracciata forte e, con le sue ultime forze mi ha chiamata mamma, poi è spirato. Mentre preparavo il suo corpo per essere rispedito a casa, non ho potuto trattenere le lacrime pensando alla povera donna che aveva donato il suo tesoro più prezioso per il bene della Francia, ottenendo solo come ricompensa un freddo feretro con la bandiera francese. Poi, nonostante tutti i miei sforzi per evitare i pensieri negativi, ho pensato a te e a noi. Ti ho visto morire tra le braccia di qualcun altro come quel povero ragazzo, magari chiamando il mio nome come hai fatto una volta a Parigi, quando avevi ancora la febbre molto alta. Questi pensieri mi perseguitano anche nei sogni, che ultimamente sono diventati incubi. Mi sveglio in piena notte e faccio l’unica cosa che sembra portarmi un po' di pace, pregare e scrivere questo diario.
Prego e ringrazio Dio che tu non sai dove sono ora. Spero che potrai perdonarmi queste bugie. Sono sicura che le situazioni che stai vivendo sono molto più pericolose di quelle che vivo io, perciò devi concentrarti completamente in quello che stai facendo. Se restassi ferito per colpa della tua preoccupazione per me non potrei mai perdonarmelo. Finché non ci ritroveremo è più che sufficiente che uno solo di noi viva negli incubi. Amarti non è mai stato tanto doloroso come adesso.

:heart of rose:



Le notti seguivano i giorni e con il passare del tempo l'esercito tedesco s'indeboliva sempre più. Ludendorff si dimise alla fine di ottobre e fu sostituito dal Generale Wilhelm Goener, la cui missione era promuovere l'armistizio. In quei giorni Terence e Yves erano ancora inabilitati e, dopo una settimana nell’ospedale da campo, il dottore francese fu rimandato a Parigi per ricevere cure adeguate e Terry in un ospedale più piccolo a Buzuncy, una piccola città qualche chilometro a nord delle Argonne conquistata dagli americani. Ignara con la mente, ma non con il cuore, di quello che era capitato a Terry, Candy fu inviata ad Arras, dopo che le Fiandre furono completamente recuperate dagli Alleati, evento che segnava la fine delle ostilità in quell’area.

L’11 novembre la Triplice Alleanza e gli Alleati avrebbero firmato l’armistizio. Le ostilità sul Fronte Occidentale terminavano.



FINE CAPITOLO XIV

 
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view post Posted on 17/6/2012, 12:37     +1   -1

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Che stupendo regalo ci hai fatto Kiar@.

Un altro capitolo intenso, reso in modo superbo dalla tua traduzione.

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view post Posted on 17/6/2012, 12:58     +1   -1
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Ancora una volta...


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piccoletta76
view post Posted on 17/6/2012, 14:41     +1   -1




Grazie mille Kiar@... Ho capito bene, l'armistizio è firmato e sono tutti e due sani e salvi?
Avevo paura che Alys ci avrebbe fatto friggere ancora un po'...!!! Fiuuuu!!!!
Baci e ancora grazie :giusy:
 
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view post Posted on 19/6/2012, 20:42     +1   -1
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Grazieeee kiar@
 
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Perlad'argento
view post Posted on 20/6/2012, 19:25     +1   -1




grazie
 
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