| piccoletta76 |
| | Pausa merenda nella domenica lavorativa ed ho preso qualche minuto per rileggere la parte da pubblicare..... Quindi buona lettura!!!!!! * * * * * * * * * * * * *
Sentimenti contrastanti si agitavano nella mente e nel cuore della signora Elroy mentre usciva dallo studio del medico. Suo nipote avrebbe potuto svegliarsi presto, a quanto le avevano detto. Ma no, non aveva intenzione di portare lì quella ragazzina insolente, benché secondo il medico avrebbe potuto aiutare il ragazzo, che pareva avesse faticosamente pronunciato il suo nome. No, quella ragazzina fonte di sventure non si sarebbe mai più avvicinata al suo adorato Anthony, lo garantiva lei. Era lei la sua famiglia, era lei che avrebbe aiutato il suo ragazzo ad uscire da quello stato, lui aveva bisogno di quiete, non di una ragazzina insolente e rumorosa. Raddrizzando ulteriormente la sua già rigida schiena ed aggrottando ulteriormente le sopracciglia, attraversò il lindo corridoio e si soffermò un attimo davanti alla porta della stanza prima di entrare, poi si riscosse e la aprì con un gesto deciso. La stanza era in penombra, molto spartana, rallegrata solo dalle rose bianche che Archie aveva previdentemente portato con sé e disposto sul comodino accanto al grande letto. Anthony giaceva immobile e sembrava piccolissimo in quel letto enorme, ma aveva l’aspetto placido di un angelo che dormiva sereno. - Ecco, le fantasie di quel dottore… Eccolo, il mio caro Anthony… E neanche un minimo movimento, un minimo segno di ripresa La quiete della stanza era interrotta solo dalla voce querula di Iriza che non faceva altro che parlare, parlare, parlare e ora prendeva la mano del ragazzo, ora gli accarezzava il braccio, ora si sporgeva sul letto nel tentativo di abbracciarlo. Archie e Stear la guardavano disgustati e ad un tratto persino l’arcigna signora ne ebbe abbastanza. - Ora basta Iriza, ti sembra questo il modo di comportarti? Ti sembra questa la quiete di cui Anthony ha bisogno? Ritirati e stai composta come si conviene ad una signorina che faccia onore al nome degli Andrew! Iriza si voltò sconcertata ed assunse il suo sguardo più lamentoso. Non poteva credere di essere stata rimproverata dalla zia Elroy, non era mai accaduto prima! - Ma zia, io volevo solo…. - Ho detto basta! Fai silenzio! Il fiero cipiglio della donna non cedette nemmeno allo sguardo più supplichevole della sua nipote preferita. Non avvezza a perdere la partita, Iriza si ritirò offesa rivolgendo a tutti uno sguardo carico d’odio. La zia Elroy avanzò e tenne per un attimo la mano del nipote. Poi, per un attimo, il suo severo cipiglio si spianò - Anthony, ragazzo mio, dimostrami la tua forza… Reagisci alle cure, ti aspettiamo presto a casa. Ripresa subito la tipica espressione severa, la donna si alzò ed invitò i nipoti a lasciare con lei la stanza. Scambiatosi un furtivo sguardo di intesa con Stear, Archie si avvicinò improvvisamente al letto del cugino, tolse una rosa dal vaso, la posò nella mano di Anthony e la avvicinò al suo volto, lasciando che ne annusasse l’odore. Per un attimo la mano del giovane si strinse attorno al fiore, la sua bocca si mosse come nello sforzo di parlare. La zia Elroy si volse immediatamente e tornò ad avvicinarsi al capezzale del malato. - Candy…. Era stato appena un sussurro ma tutti l’avevano udito. Prima che la zia potesse reagire, Archie e Stear accorsero al capezzale di Anthony chiamandolo, incoraggiandolo e sottolineando la loro presenza. Archie accostò ancora di più la rosa al volto del cugino, che stava ancora faticosamente cercando di schiudere la bocca. All’improvviso i suoi occhi si aprirono e tutti accorsero chiamandolo. Lentamente lo sguardo annebbiato del giovane si posò su tutti i presenti. - Stear… Archie… Zia…. Candy???? Poi, come se le sue forze si fossero esaurite, il giovane ripiombò nel sonno. Nella stanza si levò un clamore indescrivibile, con la voce stridula di Iriza che sovrastava tutte le altre. - Come osi…! Anthony… Ignorarmi così… io che ero venuta solo per te…! Ma la porta della stanza si spalancò all’improvviso ed una giovane dai capelli corvini e l’aspetto severo entrò all’improvviso. - Avete dimenticato che questo è un ospedale? –tuonò- Avete dimenticato che la quiete è la prima medicina per i nostri pazienti? Adesso per favore accomodatevi fuori, l’orario di visita è terminato. - Come si permette? Lei sa chi siamo noi? - Iriza!!!!!!!!!! Basta così! Usciamo dalla stanza. La voce della zia Elroy colpì Iriza come una frustata. Scoccò uno sguardo risentito alla donna, che non fece una piega e la fulminò con il suo sguardo più severo. Con la coda tra le gambe, ma una luce sinistra negli occhi, Iriza obbedì. L’umiliazione per le parole di Anthony che l’aveva esclusa e l’atteggiamento ostile della zia erano rimaste scolpite nella sua mente e nel suo cuore e meditava vendetta. Dal canto suo la zia, pur non mostrando apparentemente alcuna emozione, rifletteva in silenzio sull’accaduto. Dopo pochi secondi, al suono del campanello agitato da Flanny, il medico e la capo-infermiera accorrevano al capezzale del ragazzo.
(continua) Edited by piccoletta76 - 29/6/2012, 23:29
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