| Fanciulle, buongionro! vi lascio di seguito il prossimo capitolo che secondo me merita di stare da solo. Gli elementi di sorpresa contenuti meritano tutta la nostra attenzione. Buona lettura e buona giornata! CdF
Capitolo 7°
Susanna Marlowe ricevette una lettera di sua madre, quel giorno, con il racconto dettagliato delle sue avventure in Svizzera. Sembrava quasi..che si fosse divertita! Sua madre e il divertimento raramente venivano nominate nella stessa frase. Infatti pareva che avesse incontrato un vecchio amico di suo padre di nome Patrick e che si piacessero molto. Per come stavano le cose sarebbero stati fidanzati al momento in cui fossero rientrati in America! Anche il dott. Vanghetti, che era cognato di Patrick, sarebbe dovuto partire per l’America a breve e voleva prendere in cura Susanna, così sua madre le aveva già fissato un appuntamento. Il nuovo tipo di protesi da lui brevettato, sfruttava pioneristicamente le contrazioni muscolari per creare il movimento e aveva già avuto pazienti con amputazioni alle gambe peggiori di quella di Susanna che adesso partecipavano a gare di ballo. Incredibile! Susanna si avvicinò alla finestra e stette lì a guardare verso Central Park. Era davvero una bella serata, una perfetta sera d’inverno newyorkese: piena di stelle e senza una nuvola. Niente sembrava indicare che da qualche parte nel mondo si stava combattendo una guerra. Avrebbe voluto che Terence fosse lì con lei per portarla al parco: era così difficile fare le scale da sola con le stampelle. Ma era impossibile chiederglielo; non aveva neanche voluto farsi installare un telefono nel suo appartamento. A volte chiedergli qualcosa era più difficile di un parto… e oggi era uno di quei giorni. Aveva lasciato Susanna immediatamente dopo la visita dal dottore e non si era neanche fermato per una tazza di tè. Certo, lui c’era sempre, sorridente del suo sorriso scolpito, sempre pronto ad aiutarla a fare le scale e a spingere la sua sedia a rotelle, ma… Ricordava i giorni prima di incontrare Terence, quando poteva pattinare sul ghiaccio al Madison Square Garden o a Central Park, fare lunghe passeggiate, magari andare in una biblioteca dopo una prova e leggere le sue opere preferite di Shakespeare. Il Bardo era il suo autore preferito, altrimenti perché avrebbe portato il nome di una delle sue figlie? Com’era stata felice quando l’avevano accolta nella compagnia Stratford! Sarebbe potuta diventare la più grande attrice dei suoi tempi, persino più famosa della madre di Terence, Eleonor Baker, la regina di Broadway. Ma la sua vita era cambiata il giorno in cui aveva incontrato Terence. Lui era diventato tutto il suo mondo a partire da quel momento, un suo sguardo, un suo sorriso erano tutto ciò di cui aveva bisogno. Sì, sarebbe morta se lui non avesse ricambiato il suo amore.. erano passati tre anni e ancora non era successo, ma di sicuro lei non avrebbe perso la speranza: non aveva forse scelto lei quella notte? Susanna non gli aveva forse detto di correre dietro Candy e lui era rimasto? Candy! Susanna aveva frugato tra gli effetti personali di Terence in una delle poche occasioni in cui ne aveva avuto l’opportunità, aveva trovato il suo indirizzo e le aveva scritto una lettera. In tutto quel tempo Terence non aveva mai provato a baciarla, e anche se qualche volta aveva provato lei stessa, i suoi tentativi erano diventati troppo imbarazzanti e penosi per il suo amor proprio. Si spostò dalla finestra e saltellò verso il grande specchio. Senza le sue stampelle, nessuno avrebbe mai pensato che le mancasse una gamba. Strinse le labbra e decise di uscire da sola.
“Uno, due tre, quattro…di questo passo arriverò per Natale!” Desiderò per la centesima volta che sua madre fosse lì; si fermò per riprendere fiato dopo due scalini e trasalì ad una voce: -Miss Marlowe, posso aiutarla? Era di nuovo quel giovanotto cheil giorno prima era venuto a cercare Terence. -Oh, siete tornato? Non l’avete trovato a teatro o all’appartamento, come vi avevo indicato? E per cosa lo stava cercando, se posso chiederglielo. -Sono spiacente ma sono vincolato al segreto professionale, Miss. Comunque l’ho trovato a casa sua; sono tornato solo per ringraziarla. E’ sicura di non avere bisogno di una mano? Susanna guardò fuori, giusto venti scalini da fare. -Beh, se fosse così gentile, lo apprezzerei molto. Le mie stampelle sono lì, vede? -Se mi permette, sarei più che felice di portarla giù io stesso, sarà più semplice. -Io… -Vede, la mia sorellina usa le stampelle, e le prometto di non farla cadere. Il giovane disse queste parole alzando la mano destra e sorridendole e Susanna si stupì di non essersi sentita offesa dalla sua offerta. Alla fine accettò e lui la prese in braccio per portarla giù. -Sono sorpreso che non abbiano installato un ascensore in questo edificio- disse alla fine della discesa il giovane, la sua mano si attardava sulle sue e Susanna sentì il cuore batterle più veloce. -E’ un palazzo piuttosto vecchio. Temo…mi spiace, temo di avere dimenticato il suo nome. -Mike, Mike Thomas, Miss Marlowe – rispose, offrendole la mano. -Bene Mr Thomas, può chiamarmi Susanna. Grazie infinite per avermi aiutato, io vado a Central Park – disse stringendogli la mano e sentendo un piccolo brivido. -Ehm..il mio progetto era appunto di fare una passeggiata nel parco, le andrebbe un po’ di compagnia? Susanna fu sorpresa da quanto si sentisse lusingata dell’offerta. Erano secoli che nessun membro del sesso opposto sotto i cinquanta non cercava la sua compagnia. Gli rivolse il suo più smagliante sorriso e disse: -Beh, perché no? È proprio una splendida serata per passeggiare, non è vero?
FINE CAPITOLO 7°
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