Candy Candy

Candy Candy Final Story: quello che la Mizuki pensa ma non osa scrivere, Lady Gato realizza.

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view post Posted on 17/9/2013, 13:40     +1   -1
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CAPITOLO XV



Nelle ore che seguirono sedettero in quiescenza, ognuno perso nei propri pensieri ... rivolti esclusivamente all'anziana matriarca di fronte a loro. Nella stanza la luce era debole, e l'unico rumore che si udiva era il rauco, respiro affannoso di Elroy. Il carilllon dell'orologio posto sulla mensola, segnava il trascorrere delle ore e talvolta il tintinnio del filo metallico dello stetoscopio del Dr. Martin si poteva udire insieme al dolce sgranare del Rosario tra le mani di Candice.


Costantemente il Dr.Martin cronometrava i parametri vitali della paziente annotandoli con cura. Amava occupare la propria mente in quell'impegno, armeggiando con i fili metallici del suo mestiere cercava di rispondere alle proprie domande. Non conosceva personalmente la paziente, sapeva di lei quello che aveva sentito dire nel corso degli anni da Candice ed Albert . E quello che di lei si diceva pubblicamente, che la figura di questa anziana signora rappresentava l'ultimo baluardo della Vecchia Chicago. Questo l'appellativo con il quale venivano etichettate le intraprendenti famiglie delle 13 colonie che provenienti dall'ovest erano giunte nella Wind City del Great Lake cercando fortuna . Famiglie che inizialmente provenivano dal duro lavoro degli immigrati e che possedevano poco o nulla se non gli abiti che indossavano, gente che non aveva nulla da perdere ma tutto da guadagnare. Erano sopravvissute all'incendio del 1871 e grazie al loro duro e mirato lavoro erano riusciti a costruire enormi imperi di ricchezza e commercio. E l'insieme dei loro imperi , rivaleggiava o addirittura superava quelli delle antiche famiglie annotate sul Registro Sociale, riuscendo così nell'intenzione di farsi riconoscere come appartenenti all' elite della società di New York e pari ai Brahmins di Boston - e fu il duro lavoro che permise ai loro cognomi di essere riconosciuti come appartenenti a famiglie rispettate e distinte alla stregua di quelle che una volta li avevano guardati dall'alto verso il basso.


Ed ora con l'inevitabile trapasso di quella donna, che per anni aveva rappresentato la vedova regnante dell'alta società di Chicago , stava giungendo la fine di un epoca per la città. E con tale perdita , sicuramente qualcosa di nuovo sarebbe nato ... proprio come Marco Aurelio ebbe a citare : “ la morte non è altro che un cambiamento , e niente può essere un male quand'è secondo natura..”

E se è secondo natura assistere ad una nascita, altrettanto lo è il trapassare.

Sebbene dovesse riposare , così come concordato con il Dr. Martin impegnato nel ricoprire il primo turno, la mente di Candice in realtà era in fermento nella preghiera del Rosario; pregava affinchè la prozia non avesse a soffrire durante quelle ore che molto probabilmente erano le ultime della sua vita .


Candice riconosceva di aver nutrito sentimenti contrastanti riguardo la prozia, e sapeva che la matriarca ne era sempre stata a conoscenza. In tal senso erano state oneste l'una con l'altra , decidendo di mantenere una rispettosa, educata distanza ogni qualvolta venivano ad essere in reciproca presenza. Sapeva che l'unica ragione per la quale la prozia la tollerava era dovuta al fatto che aveva salvato la vita ad Albert , evitando così , un ulteriore catastrofe che se avesse colpito la famiglia Andrew avrebbe avuto notevoli negative ripercussioni.


Non molto tempo dopo l'annullamento pubblico del fidanzamento forzato con Neal e la pubblica presentazione di William, Elroy le aveva chiesto di parlarle in privato.


"Pur essendo legalmente la figlia adottiva di Albert, non ti ho mai considerata un membro della famiglia. E ho sempre e solo accettato l'idea che Neal potesse fidanzarsi con te solo per far in modo che tu non fuggissi con la maggioranza delle azioni Andrew, dal momento che eravamo sul punto di dichiarare il caro William morto . Anche se poi a causa del matrimonio il solo pensiero del mio sangue mescolato al tuo mi disgustava , ma ho sempre saputo cosa avrei dovuto fare per questa famiglia , e continuerò a fare qualsiasi cosa per essa.
Devo comunque riconoscere che tutti noi ti dobbiamo molto per aver fatto tornare in salute William in seno alla sua famiglia, e sono convinta che tu l'abbia fatto al di là della carità più alta e sincera. Ed è solo questo il motivo per il quale meriti il mio più sincero ringraziamento e riconoscimento. E farò in modo di ricordarmi di ciò ogni qualvolta avrò modo di vederti, in modo tale da temperare i miei sentimenti nei tuoi confronti.

Grazie, Candice White ... per aver salvato William ... per aver salvato la famiglia ... Grazie."

Candice aveva sentito in silenzio il suo discorso, e molto semplicemente ed educatamente le aveva risposto senza alterigia ." Grazie, madame Elroy ... " Suggellando fermamente in quel modo lo stampo del loro rapporto che da quel momento in poi sarebbe sempre stato così .


E quello era il miglior rapporto che avrebbe mai potuto instaurare con la prozia - e lo sguardo che le aveva rivolto durante il matrimonio di Archie ed Annie aveva confermato ciò. Candice sapeva di essere stata audace e sfrontata nello scrivere la lettera in cui l'aveva implorata di benedire ed approvare la promessa di matrimonio tra Archie ed Annie , durante un assenza di Albert perchè impegnato in un viaggio. Poteva solo immaginare la reazione della prozia nel momento in cui leggeva quella lettera, ma Candice in quel frangente , aveva sentito fortemente il bisogno di intervenire, proprio perchè Albert impegnato nel suo periodico viaggio annuale a San Paolo, e la sua assenza stava rischiando di creare l'opportunità di impedire la concretizzazione della crescita di quel rapporto. E la prozia non solo stava permettendo che ciò accadesse, ma addirittura lo stava tollerando, quasi a confermare come fosse potente il proprio potere politico in famiglia .

"Non capisco piccola, il motivo per cui ha permesso che tutto ciò accadesse - lei sa che io ho approvato e benedetto sin dall'inizio questo fidanzamento! " Aveva riferito Albert a Candice al suo ritorno , mettendo così fine all'opposizione . " Mi sconcerta che possano accadere queste cose in mia assenza, lei sa che io non voglio che succedano!"

Era come se avesse voluto ricordare a tutti i parenti chi fosse l'unico e vero capo della famiglia.

"Oh Bert ... " gli aveva mormorato mentre lui con le con le proprie amorevoli e fraterne mani le accarezzava teneramente i capelli " Penso che tutto ciò è accaduto a causa mia ... lei non riesce a perdonarmi e non riesce ad accettare Annie perchè anche lei adottata ... io ho avuto il coraggio di scriverle una lettera in cui le chiedevo semplicemente di guardare oltre e benedire e approvare questo fidanzamento ..."


" Ho potuto notare ...." le rispose Albert sospirando prudentemente. Il suo primo atto formale come capo della famiglia Andrew era stato quello di adottare legalmente Candice , e lui sapeva benissimo che nonostante quell ' atto , la zia non avrebbe mai accettato che lei potesse godere di qualche diritto legale . La Elroy poi, da sempre , con sottili richiami gli aveva fatto capire nel corso degli anni il proprio dispiacere.


In effetti, la prozia si era sempre dimostrata una donna mai ambigua nelle nelle proprie parole ed azioni , o attenta a nascondere dei sentimenti o degli atteggiamenti dietro una patina di apparente gentilezza tipica dell'alta società, anche se ciò era invece ironicamente quello che poi lei si aspettava dagli altri.


Ma nonostante tutto, Candice ammirava quella donna, perchè conosceva la storia della famiglia Andrew, Elroy era stata l'unica ad essere in grado di sostenere e tenere unita la famiglia dopo la prematura scomparsa del padre di Albert. Se non si fosse dimostrata una donna di grande determinazione e principi, la famiglia probabilmente sarebbe crollata... non sarebbe sopravvissuta.


E fu proprio con quella determinazione e severità che quasi riuscì nell ' intento di costringere Candice a sposare Neil Legan. Ma nonostante ciò , Candice aveva dimenticato quell ' incidente , lei era riuscita davvero a perdonarla. Si era resa conto che Elroy ebbe a comportarsi in quel modo perchè non poteva fare altrimenti, lei infatti era davvero la matriarca della famiglia . La sua mentalità era stata educata e plasmata dal periodo storico in cui era cresciuta , ed era stata ulteriormente modellata e influenzata dalle scure ombre delle proprie esperienze di vita . Forse, se madame Elroy fosse cresciuta in un epoca più illuminata , sarebbe potuta essere una meravigliosa signora , coraggiosa e avventurosa con un' apertura mentale più ampia e solidale ... e forse Candice avrebbe avuto la possibilità di avvicinarsi di piu a lei, quel tanto per farla considerare a tutti gli effetti una di famiglia.

Ma ciò non era stato, e sicuramente non sarebbe più potuto essere.


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La figura, seduta sulla grande poltrona alata che da anni era presente nella camera da letto della prozia, sembrava rilassata. Quella poltrona era appartenuta a suo nonno, il fondatore dell' impero della famiglia Andrew. Nonostante fosse un pezzo di arredamento molto confortevole, William Andrew non riusciva a dormire o a riposare facilmente su di essa. Delle tre persone presenti in quella stanza, non solo lui era colui che aveva il rapporto più stretto con Elroy, ma soprattutto era colui che con lei nel corso degli anni aveva avuto il rapporto più conflittuale e complicato.


Per molti versi, i primi 18 anni della sua vita erano stati guidati da Elroy con un tale pugno di ferro che lui ben ricordava e conosceva tanto da provare ancora del risentimento. Solo Rosemary aveva esplicitamente e duramente dichiarato la propria opposizione alla farsa di quel piano con il quale sarebbe stato tenuto lontano dalla visibilità con la famiglia, creando così un mito inverosimile. Ma nonostante il proprio palese dissenso Rosemary non era riuscita a convincere Elroy , e di questo non sarebbe mai stata capace di perdonarsi.

Ma fino a quando Rosemary era stata in vita, aveva sempre prepotentemente dichiarato che l'ambigua situazione che riguardava il fratello era davvero intollerabile. Alla morte di Rosemary, per Albert fu davvero difficile accettare la perdita della mano guida e della delicata protezione della sorella maggiore che in realtà, considerava come sua madre, avendo perduto quest'ultima prematuramente, e perchè stava entrando in una fase della propria vita in cui avrebbe avuto grandissimo bisogno di quella figura. Tale era il vuoto che la sorella-madre aveva lasciato in lui, che inconsciamente aveva cercato di colmarlo , tra l'altro riuscendovi, con quella piccola orfanella, sosia della sua amata sorella defunta.

E in tutti quegli anni il proprio desiderio di ribellarsi ad Elroy, era cresciuto in maniera esponenziale. Sapeva che oltre a dover ricoprire l'onorevole ruolo di capo della famiglia, lui non sarebbe mai stato quello che lei si aspettava. Albert con i propri stravaganti comportamenti riusciva a ricavare un sottile piacere nel provocarle un irto sconcerto. Fu soprattutto George a coprire le sue mire d' indipendenza ... come quando decise di prendere il piccolo Poupèe come animale domestico, o durante quegli anni che aveva trascorso presso l' Università di Cambridge vestito come un vagabondo , decidendo di vivere in Inghilterra lavorando presso lo zoo Blue River, interrompendo poi la propria permanenza andando in Africa ... dove avrebbe incontrato ed amato Enid, la sua anima gemella ... e poi gli anni che aveva trascorso da smemorato curato da Candice ... quelli erano stati gli anni più felici della sua vita . E in nessuno di quegli anni spensierati Elroy ne aveva mai fatto parte , lei con tutti i suoi rigidi dettami.

Tuttavia, vedendo la grande imponente figura della zia che per anni lo aveva dominato, distesa debole e fragile, minacciando che il proprio successivo respiro potesse essere l'ultimo ... sentì il proprio cuore soffrire con enorme tristezza , consapevole che la zia stava per lasciare questa terra. Cosciente che per tutto quello che era accaduto e che era stato detto tra di loro, lei era l'ancora della famiglia ...e che da sempre aveva rappresentato la parte di quella discendenza scozzese che lui tanto amava. E comunque in tutti i suoi difetti, la zia Elroy si era sempre dimostrata pragmatica, una scozzese coraggiosa , nonostante non fosse mai stato d'accordo con lui durante la maggior parte della propria vita .

E nonostante tutte le tragedie e i lutti che la famiglia Andrew aveva dovuto vivere sulla propria pelle per un paio di generazioni, lei si era sempre dimostrata l'unica roccia stabile, la vera leader capace di tenere la famiglia in piedi. No, in ultima analisi era proprio questa forza , che nel corso degli anni lui era riuscito ad ammirare ed apprezzare.

"E' mio dovere William ... " Gli aveva sempre risposto " Il sangue Dhun Phrisean** di mio nonno è ancora troppo ardente nelle mie vene perchè io non lo ascolti ... non sono stata io a chiedere questo viaggio, ma non intendo sottrarmi ad esso! Così come sono certa che nonostante il tuo cuore vagabondo , esso non vorrà sottrarti al tuo dovere!"

Ed ora che lei stava per partire per quel viaggio con il quale avrebbe lasciato davvero tutto alle spalle. Lui in un modo stranamente squisito, sentiva che le sarebbe mancata . Così come gli sarebbe mancato il loro piccolo rituale notturno e i loro continui quanto irritanti duelli quando si trattava dell'impero degli Andrew.

Il carillon dell'orologio posto sulla mensola echeggiò per sei volte.

Annunciando imperiosamente la mattina.



** Lingua Gaelica

Edited by scacciapensieri - 17/9/2013, 21:15
 
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view post Posted on 23/9/2013, 15:56     +1   -1
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CAPITOLO XVI



Dal mio scrigno Damasceno guardo il necrologio della zia Elroy. Ricordo quei giorni con la morte nel cuore, perchè il mio caro Bert ha sofferto molto , nonostante avesse sempre avuto un rapporto molto complesso con sua zia. Lei rappresentava l'ultimo legame vivente con gli anziani della famiglia Andrews, e con la sua scomparsa lui avrebbe rappresentato e sarebbe diventato a tutti gli effetti l'unico e vero leader della famiglia.

Rivedendo questo necrologio, non posso non tornare indietro a quegli ultimi intensi momenti delle ultime ore della zia Elroy...

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Bert ed io avevamo guardato l'orologio prima che segnasse il fare del giorno, permettendo al Dr. Martin di andare a riposare nella stanza accanto. In qualche modo potei affermare, vedendola, come il suo stato fosse leggermente migliorato quella mattina, lei sembrava infatti un pò più vigile , anche se non aveva mai aperto gli occhi ritrovando così una piena consapevolezza. Bert in un certo senso sentiva quel cambiamento,e in quelle ore le teneva teneramente la mano parlandole con toni ottimistici.

Lui le parlava di tutte quelle piccole cose che rendevano speciali i loro ricordi comuni . Omettendo acutamente ciò che era stato fonte di litigio o i momenti più tragici e ossessivi che avevano colpito gli Andrews ... come le morti premature dei miei cari Anthony e Stear. No, Bert le stava ricordando volentieri solo le storie che li accomunavano e che nessuno avrebbe potuto in qualche modo influenzare o allontanare. Ricordi che riguardavano Rosemary. O ricordi di suo padre. Scherzosamente Bert le chiedeva perdono di tutti i capelli grigi che a causa del suo spirito libero e della sua voglia di viaggiare le aveva causato. Nel mentre con discrezione misuravo con lo stetoscopio lasciatomi dal dottore, il suo battito cardiaco che sentivo sempre più debole , più debole... continuando comunque la mia preghiera a Dio perchè potesse dare il tempo sufficiente ai Legans di arrivare, potendo già sentire e immaginare i terribili lamenti funebri che avrebbero prodotto Sarah Legan e la sua famiglia se non fossero riusciti ad arrivare in tempo.

Poi a metà mattinata, intorno alle undici, Bert sentì stringere la propria mano in risposta a un suo monologo. "William ... " la sua voce non era altro che una debole parvenza di quella che era stata.

"Sono qui zia ..." le rispose lui dolcemente.

" E' Sarah che bussa alla porta? " gli domandò, mentre io mi rendevo conto che quello che stavo ascoltando altro non era che la testimonianza del grave danno neurologico che aveva subito il suo cervello . Il quale ormai stava dando dimostrazione del suo irrevocabile danneggiamento.

"Sarah e la sua famiglia sono in viaggio da Miami e tra un momento e l'altro saranno qui ... ma per favore zia, non preoccuparti di questo adesso ... a breve potrai rivederla. " Mentre, rassicurandola Bert le accarezzava dolcemente la mano.

In quel momento in cui lei era un pò più cosciente , non riuscii a capire se si era resa conto della mia figura , proprio lì in piedi di fianco a Bert, anche se mi ero fatta molto discreta ... sapevo che a volte la mia sola presenza la sconvolgeva e quindi non volevo peggiorare la situazione facendola precipitare magari in una crisi.

"Rosemary ... " sussurrò improvvisamente a bassa voce , mentre il suo sguardo vitreo si bloccava su di me, per poi trasferirlo oltre la mia figura, fissando un punto lontano oltre la nostra linea visiva.

Sentii di dovere stringere il braccio di Bert, vedendo nello stesso istante una lacrima scendergli sul viso angosciato.

Il mio cuore si spezzava per lui... Ero fin troppo consapevole del grande insondabile dolore che la morte di Rosemary Brown nata Andrew aveva significato per il mio amato Bert ... e che mai avevo pensato di esserne una degna sostituta.

" E' qui Rosemary?" continuava a chiedere lei con un tono dolce e interrogativo.

"Rosemary ... oh, dolce (candy) Rosemary il cervo si sta avvicinando ..." Madame Elroy parlava, e mi resi conto che il suo cervello danneggiato stava facendo delle associazioni di parole senza senso cercando disperatamente di articolare qualche parola ... non potei fare a meno di notare l'ironia espressa nella parola "dolce " che spesso viene usato come diminutivo del mio nome ... Candy.

Per quanto mi riguardasse non trovai nessuna triste vittoria in quella mortificante esternazione .

"Zia , sono qui!" Sarah Legan entrò preoccupata, in compagnia del signor Legan, Neil ed Iriza che chiudeva la fila . Ovviamente fui ignorata da loro, tranne da Neil che mi lanciò uno sguardo molto sconsolato ma lascivo . Cercai di farmi invisibile, ma essendo l'assistente medico in carica, non mi fu del tutto possibile.

Sarah si precipitò sul capezzale della prozia... ma ormai era troppo tardi.

Dovetti spostarla con decisione per accertarmi personalmente e in via definitiva di quello che era appena accaduto, anche se ormai era evidente per tutti. Vidi la testa di Bert chinarsi mestamente così come quella di Sarah , che pregava la zia di non abbandonarla.

"Vado a chiamare il Dr.Martin ... " sussurrai velocemente, mentre la mia anima sensibile ancora una volta veniva aggredita ... dimostrando la mia codardia, la stessa di cui mi rimproverava miss Mary Jane , in quanto mai ero stata in grado di dare comunicazione della morte di un malato sotto le mie cure.


Ci fu molto da fare nei giorni che seguirono. La preghiera del Rosario accompagnò la veglia funebre, che si concluse con la Santa Messa privata e la successiva sepoltura presso il Mausoleo degli Andrew. Solo Archie ed Annie furono assenti, perchè ancora fuori dal Paese, ed Albert quindi fu l'unico suonatore di cornamusa presente al funerale, il quale emotivamente molto provato , ci accompagnò con un suono molto cupo , rendendo quel momento ancora più inquietante.

Considerata comunque la posizione sociale della zia, si decise anche per una commemorazione pubblica che venne tenuta presso la Chiesa della Sacra Famiglia sulla West Roosevelt in centro .Tutta l'alta società di Chicago e i politici più influenti della città e dello Stato parteciparono. Marshall Field III venne appositamente da New York per leggere e dare il pubblico elogio attraverso una struggente lettera di addio inviata tramite telegramma da Delia Caton-Field , carissima amica di madame Elroy. Sapevo che Albert avrebbe voluto immensamente vicino la sua Enid , ma non sarebbe stato possibile per lei tornare a Chicago in un lasso di tempo così ravvicinato dal Kenya, e comunque non sarebbe stato il momento migliore per lei di venire e rendere pubblica la sua presenza di fianco ad Albert nelle vesti del suo amore e della sua compagna.


All'epoca non sapevo che Albert mi proteggesse dal dispezzo che i Legan provavano nei miei confronti ... ne divenni consapevole solo dopo aver involontariamente ascoltato un' accesa discussione tra Albert e Sarah, avvenuta il giorno prima della lettura del testamento di madame Elroy.

Avevo prolungato il mio soggiorno presso la residenza di Chicago , perchè sapevo che Bert in quei giorni avrebbe avuto bisogno di me.

Come al solito venni accusata di una responsabilità di cui non avevo colpa ... Sarah insinuava " che il medico non era stato all'altezza " - riferendosi al Dr.Martin " così come l'infermiera " - riferendosi chiaramente a me - e che eravamo stati responsabili dell' aggravarsi e della conseguente morte della zia Elroy.

Con mia grande sorpresa, sentii il tono aggressivo e autoritario con cui Albert le rispondeva. In quel momento riuscii a capire perchè prima avesse sempre usato durante le loro conversazioni un tono di voce più morbido - per rispetto nei confronti della signora Elroy - ma ora che lei era morta, lui poteva non imporsi più certe limitazioni.

Non avevo mai sentito risuonare in maniera così esasperata la sua voce . " Sarah, sei davvero irrazionale, la creatura più ridicola che io abbia mai conosciuto! Dovresti ascoltarti! Pensi davvero che se il Dr.Martin e Candice non conoscessero bene il carattere del loro lavoro, io sarei stato in grado di riacquistare la memoria? Sto cominciando a pensare che tu saresti stata davvero felice se io non vi fossi riuscito!"

Sarah naturalmente finse stupore a quel pensiero ... forse Albert le aveva rivelato un qualcosa fin troppo vicino ad una verità taciuta. " Ma, William Albert ... come puoi accusarmi di una cosa simile? " Sorprendentemente sembrava molto inorridita e fuori di sè .


Ma Albert non aveva ancora finito con la propria resa dei conti. " Per favore, cerchiamo di evitare questi cortesi, ipocriti atteggiamenti ... Sono più che consapevole del tuo sparlare su e giù per Miami ... dei tuoi sarcastici giudizi su di me definendomi come un eccentrico pazzo e denigrando Candice etichettandola come una vergognosa intrusa che ha avuto l'ardire di rifiutare tuo figlio ... " continuando quindi a dire più chiaramente " Io non so davvero come voi possiate vivere in pace con voi stessi, in compagnia di tutte le false , orribili accuse che muovete nei suoi confronti ... tu e i tuoi figli. Ricordo ancora come si strinse a me quel giorno in cui il Resort X fu inaugurato ... ed io ti chiesi di ritrattare pubblicamente le vostre accuse che la etichettavano come una ladra."


"Io non permetterò di essere scavalcata nella mia famiglia da un'orfana!" Gli rispose lei con rabbia, e poi ancora irriducibile , " il sangue di nostro nonno scorre nelle vene di Iriza e Neil, e non nelle sue!"

"E' di mia figlia che stai parlando..." La voce di Albert tornò a lei ruggendo, ìrremovibile. " Ed è più Andrew lei, che tutti quanti i Legan messi insieme!"

"Bene! Dal momento che la zia è morta, ti senti autorizzato a vomitare senza ritegno le tue idee! Se quello che dici rappresenterà d'ora in avanti la situazione , sappi William , che la mia famiglia non ha bisogno di te o degli Andrew! Avrai sicuramente notato come anche noi stiamo costruendo il nostro impero... il mio Neal è un abile uomo d'affari !" Mentre l' orgoglio di quelle parole seghettavano la voce di Sarah.

" Effettivamente lo è..." le rispose Albert sarcasticamente, meravigliandomi ancora una volta di come nuovamente avesse cambiato il tono di voce, diventando più pacato ma comunque sempre schietto e diretto. " So tutto delle sue - abilità- . Tu pensi davvero, che io abbia creduto che sia riuscito a costruire tutto solo l' "Hotel Empire" , come invece ha creduto la zia? O di come perfidamente avevate pensato di far sposare Candy a Neal, perchè a causa del vostro eccessivo stile di vita eravate riusciti a svuotare il vostro conto bancario, e così tentando di manipolare la zia, particolarmente vulnerabile dopo la morte di Alistear , l'avete ricattata moralmente , facendole credere che se non avesse benedetto l'unione tra Candy e Neal, quest'ultimo sarebbe partito anch'egli per la Grande Guerra ....!?!?”

Sentii che non ci fu una risposta immediata da parte di Sarah, anche se potevo udire chiaramente il suo respiro affannoso, prima che Bert continuasse a dirle : " ... Sono consapevole che dopo il 1914 la zia vi ha pesantemente sostenuto finanziariamente . Così come mi è molto chiaro che il Chicago Outfit * necessitando di ripulire il proprio denaro sporco ha trovato in Neal .... la persona giusta per legittimare le proprie finanze. Grazie alla facciata signorile dei vostri Hotel e Resort la Mafia è stata in grado di migliorare oltremisura i propri affari criminali nel Sud della Florida e a Cuba . Pensavi forse che essendo così lontana da Chicago , nessuno di noi avrebbe capito quello che stava accadendo ... naturalmente io e George conosciamo benissimo la natura dei vostri - affari .... e se la zia avesse capito la vera consistenza della vostra debole impresa , sarebbe morta sconvolta ancor prima del tempo ...e tu questo lo sai Sarah!"

Dopo aver sentito ciò a malapena riuscivo a respirare! Era troppo sconvolgente per essere vero ... eppure ... quella era e continua ad essere la verità.

Ma ci fu una risposta al veleno a tutto quello. " Ma tu sei veramente pazzo William Albert ! Mi rifiuto di sentire tutto questo!"

" Posso anche essere matto da legare, ma non sono stupido o ingenuo, e soprattutto non sono il burattino di nessuno! Per quanto mi riguarda , Sarah, dopo la lettura del testamento della zia , non ho alcun desiderio di mantenere alcun contatto stretto o relazionarmi ancora con te, o con qualcun altro membro della tua famiglia. Soprattutto ora che siete così profondamente legati a dei partners commerciali illegali ... e' mio sacro dovere, proteggere gli affari e la famiglia Andrew ..." E in quelle parole conclusive potei sentire con certezza nella sua voce tutta la propria determinazione.

"Non potrai fare nulla per impedire che le azioni della società della famiglia Andrew che erano della zia Elroy, vengano ereditate da me!" Gli rispose Sarah gemendo con un pizzico di disperazione.

" Non so davvero come tu possa essere così male informata Sarah, Ma nessuna delle azioni della Andrew Corporation, sono mai state nelle mani della zia Elroy. Devi sapere che solo gli eredi diretti Andrew, hanno diritto ad una parte delle azioni , tutti gli altri possono solo avere dei fondi fiduciari. E la zia era in possesso di un notevole fondo fiduciario che il padre aveva provveduto a dotarla, insieme ad altri investimenti impegnati al di fuori della famiglia i quali ora stanno fruttando dei dividendi ... e se lei nel suo testamento avrà dichiarato di volerti donare tutto quello che era di sua proprietà , sappi che io rispetterò completamente ciò ..."

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Fu una tesissima lettura del testamento di Madame Elroy , quella che avvenne nello studio Andrew. Sarei voluta non essere presente, ma non fu possibile, in quanto membro della famiglia e addirittura erede legale di William Albert. E comunque mi rendevo conto che lui desiderava avermi vicina sostenendolo moralmente con la mia vicinanza fisica. Avevo sempre sentito molto familiare quello studio che rappresentava l'impero privato di Albert, il gradevole profumo dei documenti ingialliti , l'asciugarsi dell'inchiostro su di essi, le grandi ed importanti poltrone in pelle di bufalo confortevoli nelle loro rifiniture bullonate , l'opulente colore bordeaux scuro delle pareti, la libreria che dal pavimento al soffitto era ricolma di volumi riguardanti archivi giuridici ed economici, una nuova telescrivente e un telefono poggiati in un angolo. Una stampa originale Audubon della serie Elephant Folio, appesa sull' accogliente , calda cappa del camino, mostrava l' esemplare di un' Aquila Calva intenta a braccare la propria preda , mentre i ritratti del padre di Albert, William C. Andrew, di suo nonno William S. Andrew e del suo bisnonno William F.Andrew, colui che era stato il fondatore del grande Impero degli Andrew, ci guardavano con volti solenni ma benevoli. I dipinti di quei ritratti venivano commissionati quando l'erede e capo della famiglia - tutti sotto il nome di William - veniva nominato, acquisendo tale diritto già alla nascita , ma venivano appesi al muro solo nel momento in cui il titolare sarebbe morto. Rabbrividii quando Bert mi raccontò questa cosa, perchè tutti i suoi antenati rappresentati in quei dipinti sembravano avere la sua età o giù di lì, nessuno di loro infatti , aveva raggiunto i 50 anni di età ... erano tutti morti precocemente. E Bert era cosciente di come io mi preoccupassi costantemente della sua salute . " Non ho intenzione di raggiungere quel posto così presto, piccola ... " Aveva scherzato una volta con me indicandomi lo spazio vuoto della parete sul quale sarebbe dovuto essere appeso il suo ritratto,non potendo comunque fare a meno di sentirmi oppressa e scossa da una terribile sensazione di presentimento.

Non appena mi sedetti insieme ad Albert, potei avvertire la pesante energia negativa che aleggiava nella stanza. Ero cauta, sentivo lo sguardo di Neal su di me così come quello di Iriza. Decisi di concentrare il mio sguardo sul marmo bianco di Carrara fatto scolpire da Henry Kirke Brown , che posto sulla scrivania di Albert rappresentava lo stemma degli Andrew ... Poi l'esecutore testamentario aprì cerimoniosamente la busta sigillata con la cera affidata precedentemente alle sue cure. George pronto, aspettava pazientemente di registrare il tutto formalmente. Mi chiedevo cosa pensassero di tutta quella cerimonia gli antenati degli Andrew che in quel momento assistevano silenziosamente attraverso quei dipinti, vegliando su di noi.

E fu così, che Sarah e la sua famiglia ottennero tutto quello che era stato di proprietà della zia, ad eccezione di un Whistler che la ritraeva e che aveva voluto farne dono alla sua amica Delia. Ma fu quello che seguì che rappresentò l'ultima volta in cui ebbi a che fare con il rapporto teso ed inquieto che avevo da sempre avuto con la zia.

"Con la presente lascio alla mia amata Sarah Leegan , e a sua figlia , la mia amata Iriza Leegan, tutti i gioielli che appartenevano a Rosemary Andrew Brown ..." Lesse infine l'esecutore, su un foglietto allegato a parte al documento principale. Madame Elroy aveva l'uso esclusivo di quei gioielli indossandoli molto spesso - infatti durante il recente matrimonio tra Archie ed Annie ne aveva indossato lo splendido collier in smeraldi di Cartier. Notai come in quel suo ultimo desiderio madame Elroy avesse omesso Janice Andrew Cornwell - come se il fatto che si trovasse lontana insieme al marito , l'ambasciatore Cornwell ( attualmente impegnato in Guatemala) facesse si che risultasse agli occhi della zia non solo lontana dalla vista ma anche lontana dai suoi ricordi. Non sarebbe stato giusto se anche Janice avesse ricevuto qualcosa che fosse appartenuto a sua sorella? Pensai tra me.

" Come ha detto? " Domandò Albert, stupito. " Tutto ciò non è possibile...la zia Elroy non aveva alcun diritto legale sulla disponibilità di quei gioielli ! Sono un patrimonio degli Andrew, solo io ho diritto di disporne come voglio! E quindi mi oppongo a questa volontà!”

Gli occhi di Sarah mi agghiacciarono nello spietato bagliore che mi rivolsero. " Intendi dire che lei otterrà ogni singolo pezzo dei gioielli appartenuti a Rosemary, tra cui la parure di smeraldo Cartier? " Iriza era a bocca aperta, il suo sguardo avrebbe voluto fulminarmi, come quello di sua madre.

L'esecutore testamentario confermò: " William Albert Andrew è nel giusto. Questo codicillo è stato manoscritto, ma non autenticato al testamento redatto nel dicembre del 1918 ..." Mi resi chiaramente conto che era stato aggiunto dopo aver rifiutato il mio fidanzamento con Neal, e ancora una volta mi ricordai di come fossi andata vicina ad una realizzazione molto infelice della mia esistenza . " Quindi , proprio come afferma giustamente il signor Andrew, questo codicillo è nullo. "

Stizzosamente Sarah si alzò dalla poltrona per andar via e porre così fine a quella questione. " Sono soddisfatta che la prozia nella sua grande saggezza non abbia lasciato nulla a Janice, di conseguenza alla moglie orfana di Archibald... e a quella tua figlia trovatella... " ormai non le restava altro da fare se non allontanarsi commentando in quel modo, soprattutto dopo che suo fratello l'aveva ormai considerata un' estranea per la famiglia.

" Come vuoi, Sarah ... " Le rispose William Albert Andrew , non volendo proseguire quella scena incresciosa ancora ulteriormente. " Come vuoi..."

Quella fu l'ultima volta che fratello e sorella si videro di persona per il resto della loro vita . Purtroppo, anche se non inatteso, i loro rapporti di parentela infranta, continuarono solo attraverso delle dovute e necessarie corrispondenze legali.


Continua ....


* Il Chicago Outfit o Impresa Chicago, spesso abbreviato in Outfit è un'organizzazione criminale di Chicago, Illinois, fondata negli anni dieci del Novecento da Giacomo Colosimo. Essa fa parte della Mafia italo-americana, con un seggio nella Commissione, ma risulta l'unica Famiglia in cui sono ammessi membri sia italiani che ebrei, irlandesi e britannici, anche ad alti gradi di comando. L'Outfit è altresì l'unica organizzazione criminale a vantare il pieno monopolio sul crimine organizzato tradizionale di Chicago, le altre Famiglie invece competono l'una contro l'altra servendosi di mutevoli alleanze per il controllo delle attività illegali nelle principali città in cui sono insediate.


Edited by scacciapensieri - 23/9/2013, 21:06
 
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view post Posted on 24/9/2013, 12:27     +1   -1
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Continuo del XVI capitolo ...

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Avevo trascorso ormai due settimane lontano dalla Casa di Pony, un lungo periodo di tempo i cui giorni ora mi appaiono confusi. Ma che erano comunque stati di profondo sostegno. Bert si era gentilmente offerto di accompagnarmi nel mio viaggio di ritorno, scherzando tra l'altro con Miss Pony alla quale aveva riferito che avrebbe voluto festeggiare con lei un divertente San Valentino nel quale l'avrebbe omaggiata con una scatola di selezionati cioccolatini, tanto per appagare la sua golosità.

C'era anche un altro motivo però, per il quale voleva accompagnarmi in questo viaggio ... saremmo andati per l'ultima volta insieme in visita alla residenza Lakewood per dire addio a quella che era stata per anni la residenza ufficiale della famiglia.

Essendo ancora inverno, la residenza ci apparve silenziosa nella propria grigia desolazione , i suoi giardini ricoperti da cumuli di neve così come il tetto , con le grondaie ricamate di brina e ghiaccioli. Tutti i rosai erano stati accuratamente potati per essere preparati al meglio al loro letargo invernale dal custode, diligentemente preparato dal signor Whitman prima che si ritirasse in California.

Se solo chiudevo gli occhi avrei potuto rivedere quella meravigliosa estate Edoardiana di quel tempo andato in cui eravamo ancora dei bambini innocenti ... quando Anthony e Alistear erano ancora vivi ... e sentire il suono delle nostre risate, della musica e l'incantevole profumo delle rose che profumava quell'aria calda di Luglio...

La voce di Bert poi, mentre passeggiavamo mi riportò alla realtà. " Forse per venderla , dovrei aspettare che arrivi l'estate , per presentare la residenza nel suo aspetto migliore , ma Bill Wrigley è stato molto determinato e deciso e non oso farlo aspettare più del necessario. So che vuole aprire la sua stagione estiva , proprio con Lakewood ... “

Il mio cuore rassegnato sospirò, invaso da nostalgia e rimpianto. Il momento era dunque giunto ... Questo era il progetto che mi aveva confidato durante il matrimonio tra Archie ed Annie solo pochi mesi prima, ed ora tutto ciò stava per accadere ...

Quel giorno mi confidò che non appena la zia Elroy sarebbe morta , ogni momento sarebbe stato quello giusto, ed ora stava vendendo la residenza di Lakewood al suo più grande ammiratore ... Mr. William Wrigley, il magnate del Chewing Gum.

"La zia Elroy ama Lakewood" , mi aveva detto in quella sera d'estate " lei si sente viva ed attiva nel condurla ... è la sua linfa vitale , tuttavia Candice , questa residenza rappresenta ormai un periodo storico che non esiste più e che è ormai lontano … Durante l'Età dell'Oro è stato suo compito dichiarare la potenza della famiglia Andrew , doveva dimostrare che i suoi padroni avevano raggiunto il successo e che erano in possesso di un impero capace di influenzare e spostare i mercati. Ma i tempi sono cambiati piccola ... e nonostante questa sia un' epoca di irrazionale esuberanza , non abbiamo più bisogno di tali grandiose affermazioni ... anche perchè, la mia conoscenza della storia economica di questo Paese mi porta a pensare che questo momento di prosperità in cui ci troviamo attualmente a vivere ci porterà a un' altra depressione , come quella del 1893. Dobbiamo cominciare a vivere in maniera più discreta ... e fortunatamente in questo Archibald è d'accordo con me. Dovremmo tutti diventare un pò come te Candice, che vivi di cose semplici , arricchendo comunque la tua vita con un lavoro generoso ed appagante . E poi , già da tempo non usiamo più questa casa nemmeno come residenza per il periodo estivo. “

" Lo so , dalla morte di Anthony è così ... eppure , questa casa mi ha regalato tanti meravigliosi ricordi ..." Mormorai sospirando e chinando verso di lui il mio viso.

Sentii Bert fare lo stesso, appoggiandosi a me , rispondendo. " Lo so ... i ricordi ... ne abbiamo di belli e di brutti ... ma ora, questa casa ne regalerà di nuovi che apparterranno a Wrigley e alla sua famiglia ... perchè questa è la natura ciclica della nostra esistenza … e il nostro periodo qui ormai è terminato ... " continuando quindi a dichiararmi malinconicamente. "Ho molto di me stesso in questo luogo ... ed ora ho bisogno di qualcuno che dia sostegno al mio cuore . E' giunto il momento che Lakewood regali a qualcun' altro il suo meraviglioso paesaggio ... ai suoi nuovi proprietari, e noi non possiamo fare altro che ringraziare questa residenza per tutto quello che ci ha donato ... è giunto il momento di lasciarla andare dalle nostre proprietà..."

Continuammo la nostra passeggiata ognuno nei propri pensieri , in meditazione, mentre le immagini dei giorni passati a Lakewood ruotavano zoetrope nella nostra memoria.

Mi chiesi come avrebbero reagito i Leegan alla vendita della residenza. Loro avevano ancora mantenuto la loro casa di famiglia per l'estate , che era proprio lì nelle vicinanze. Ricordandoli , pensai che sarei dovuta essere onesta con Bert riguardo ad una cosa.


"Devo confessarti una cosa Bert .. " Iniziai a dire prudentemente " io ho inavvertitamente ascoltato la discussione che hai avuto con Sarah poco prima della lettura del testamento di Madame Elroy ... mi sento così disonesta a tal proposito ... Forse perchè ho sentito le accuse che le hai rivolto ..." ebbi il coraggio di dirgli, guardandolo timidamente, terribilmente in colpa per aver origliato quella discussione.

Bert si fermò voltandosi completamente verso di me. "Mai , Candice! Per favore! Lo so che non è stato intenzionale . Ma in un certo senso sono contento che tu abbia sentito quel dialogo. E' stato sempre molto difficile per me ascoltare le accuse che durante questi anni ti hanno mosso contro, ho anche provato a difenderti , ma il mio operato è stato davvero misero sin dall'inizio della tua adozione ... e sono cosciente che quello che posso fare ora nei tuoi confronti è davvero il minimo ... a quel tempo fui troppo fiducioso nei loro confronti ... in realtà dovrei essere io a scusarmi con te per tutto il dolore e l'angoscia che ti si sono riversate contro , come ho potuto pensare che loro si sarebbero presi cura di te , come meritavi che fosse, e così come avevo chiesto che avvenisse?"

Con occhi bagnati gli risposi. " Oh Bert ... ma certo che è stato così! E oso confessarti che ancora adesso preferisco essere eccessivamente fiduciosa con gli altri ... da tempo ormai sono arrivata alla conclusione che siamo quello che siamo grazie a tutto quello che la vita ci regala ... le cose belle e le cose tristi ... e solo in questo modo possiamo apprezzare l'esistenza che ci è stata donata ... "

Il suo sorriso mi scaldò, sentendomi rispondere. " Infatti piccola..."

Continuammo quindi a camminare. Ora che mi ero tolta quel peso, avevo però bisogno di sapere qulcos'altro. " Albert ... ma a cosa ti riferivi circa i loro affari ? " Avevo dovuto chiederlo, perchè non riuscivo ancora a crederci ... anche se una parte di me suggeriva che tutto ciò era vero.

Un sospiro doloroso abbandonò le sue labbra mentre scuotendo la testa mi rispose. " Si, purtroppo ... è così... " mentre il tono della sua voce rifletteva la delusione del suo volto. " Io e George ne abbiamo avuto conferma non molto tempo dopo l'inaugurazione del Resort X ..."

Un brivido mi attraversò completamente. Bert accorgendosene, mi abbracciò per le spalle. " Lo so piccola ... a volte passo notti insonni a pensare cosa sarebbe successo se non fossi intervenuto in tempo , per impedire quel pazzo piano con il quale ti volevano costringere a sposare Neal ..."

"So che dovrei sentire del risentimento nei suoi confronti, ma in verità mi sento così triste per lui , sapendo comunque quanto questo potrebbe farlo inferocire di più ... eppure so benissimo quanto lui ed Iriza siano così diversi da Anthony, Stear ed Archie ... così diversi anche da te …Bert"

" E' tutto molto semplice da spiegare Candice ... Sarah, la mia sorella più piccola, è sempre stata tremendamente viziata, soprattutto da mia zia , di rimando alcuni aspetti della sua personalità che sarebbero dovuti essere frenati sono invece maturati in maniera incontrollata ... una tranquilla determinazione si è trasformata in un' ambizione sfrenata, un' ostinatezza insensata ha preso il posto di una costante determinazione, un nobile altruismo da un' egoista vanagloria .... "

" Io non ti ritengo tale, e nemmeno Rosemary era così, e da quel poco che ho interagito con Janise nemmeno lei ... " notai.

"Oh, si, questo è vero Candice ... ma vedi , sia Rosemary che Janice sono vissute abbastanza sotto l'influenza e la guida di nostra madre prima che lei morisse dandomi alla luce ... Sarah invece che era appena più grande di me non ha vissuto sufficientemente con nostra madre, tanto da non riuscire ad essere educata da lei ... e la zia che nutriva nei suoi confronti una particolare simpatia l'ha sempre accontentata in ogni suo capriccio, anche quando era sotto le cure di Rosemary , la quale si è potuta dedicare di più a me, anch'io forse sono provvisto di ambizione , ostinatezza e vanagloria , infatti credo che da giovane fossi un pò troppo egoista , ma la vita poi ci costringe a fare delle scelte , ogni giorno, al fine di migliorarci e non permettere ai nostri istinti negativi di determinarci e guidarci ... la negatività avvelena i nostri cuori , le nostre menti, le nostre anime , ci imprigiona, ... ed io vorrei tanto essere liberato da tutto ... e guardare quello che accadrebbe, Sarah si è riprodotta negativamente nei suoi figli, con il risultato che ora sono modellati e impostati a sua immagine. Nessuno di loro conosce il valore onesto di una dura giornata di lavoro, della carità o dell' amicizia, e l'appagamento che ne fanno scaturire ... "

"Sanno che sarà Archie ..." Mormorai, ricordandomi della lettera che mi aveva spedito prima della scuola di specializzazione. Avendolo spronato con il mio duro lavoro, aveva deciso di operare anche per Anthony ed Alistear.

" Infatti ... è proprio per creare il migliore futuro a questa famiglia che ce la sto mettendo tutta.... ormai ne sono a tutti gli effetti l'indiscusso leader e posso finalmente operare i cambiamenti di cui ho bisogno per garantire che siano le persone giuste e disponibili a continuare i servizi che servono per vivere in questo secolo ... " mentre ci avvicinavamo sempre di più alla sua Dusenberg. " E sono sicuro che la cara Annie sia la migliore compagna e il miglior sostegno per Archie in tutto ciò ... è per questo motivo che ho voluto regalare loro una luna di miele così lunga ... prima di assumersi tutto il peso della famiglia hanno bisogno di vivere dei meravigliosi momenti che cementino la loro solidità come coppia di sposi ... " concluse, aprendo lo sportello dell'auto per me, permettendomi di accomodarmi sul sedile, mentre riflettevo in silenzio su tutto quello che mi aveva appena esposto. Sapevo che quando sarebbe giunto il momento per lui di allontanarsi per raggiungere l'Africa , mi sarebbero terribilmente mancate le nostre ricche conversazioni. Sicuramente ancora una volta , saremmo ricorsi ai nostri scambi epistolari , senza tralasciare che una volta unitosi con Enid, probabilmente avrei potuto raggiungerlo nella riserva naturale ove aveva intenzione di stabilirsi.

Ormai il sole era sceso da quel cielo gelido. Era giunto il momento di andare via.

Nonostante avesse lo sguardo concentrato sulla strada, giunto davanti al cancello delle rose di Anthony notai come il suo sguardo si trasformasse fissandolo, mentre diventava sfuggente oltrepassandolo , fino a quando non fu fuori dalla nostra visuale ... mai più avrei avuto modo di rivedere Lakewood in seguito. Solo con la memoria intrisa di indelebili ricordi avrei potuto rivederlo nella mia mente , quelli che indissolubilmente legavano la mia vita al periodo vissuto lì.

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Sebbene detestassi la stampa, per ovvi motivi avevo la necessità di mantenere con essa un rapporto tagliente e quotidiano. E come sempre stavo facendo la mia lettura mattutina del Times quando la parte inferiore alla mia sinistra della prima pagina delle notizie internazionali attirò la mia attenzione.

"La Decana di Chicago è passata a miglior vita"
. Proclamava il titolo. Sentii il sangue pulsarmi nelle tempie e un colpo secco allo stomaco ... c'era solo una famiglia a Chicago di mia conoscenza la cui morte di un proprio membro poteva vantare ed ordinare un simile titolo in prima pagina. Inevitabilmente i miei occhi andarono a posarsi sulla fotografia che accompagnava l'articolo ... la mia mente si riempì di delizia, pregustando la meraviglia.

Sapevo che se Lei fosse stata lì accanto a me, avrebbe detto che non rappresentava un' immagine allegra quella che la riguardava, e poi era così sfocata che era difficile distinguere chiaramente i presenti.

Ma nonostante la foto fosse stata scattata da lontano , fui in grado di analizzare quelle familiari figure che vi apparivano centralmente e frontalmente.

La persona in lutto più alta, magra e leonina, era sicuramente il mio vecchio amico Albert, rivelatosi alla fine della Grande Guerra come il ricco rampollo William Albert Andrew. Mi sembrò un pò più distinto e serio , probabilmente aveva combattuto un pò più di guerre , rispetto all'ultima volta che avevo avuto modo di vederlo. Appariva comunque chiaramente che le ultime vestigia della sua giovinezza erano ormai andate , forse sacrificate in nome delle sue responsabilità e dei doveri ... un fardello che conosco troppo bene.

Alla sua destra un uomo alto, slanciato così come l'insolente donna che era al suo fianco la quale presumessi fosse la ricca megera che tanta vergogna e sofferenza aveva arrecato al cuore del mio dolce tesoro . La madre degli esseri più orridi e maligni che io abbia mai conosciuto.

Alle sue spalle , probabilmente quell'inetto del marito che era stato tanto pazzo quanto disperato nel volerla sposare. Comunque non mi sembrava molto diverso da lei nel proprio pomposo atteggiamento .

Alla sinistra del marito quel senza palle di Neal, che mi appariva un pò più grasso e pelato dall'ultima volta che l 'avevo visto in quella sera lontana nel salone del Palazzo del Sindaco di Chicago. E accanto a lui , quell' “adorata” arpia di sua sorella ... appariva più altezzosa e vipera del solito ... il corto bob dei suoi capelli , nonostante la facesse apparire terribilmente chic nei lineamenti taglienti del suo viso, le rendeva comunque l' aspetto molto più vecchio della reale età che conoscevo.

Non riuscivo a vedere l'altro dei fratelli Cornwell in quella foto, come mai?

E quindi ... alla sinistra di Albert, in piedi appena dietro di lui ... Lei era lì. Oh, il mio cuore cominciò a battere all'impazzata e la mia mano tramava mentre toccavo la sagoma della sua figura con la punta del mio indice destro . Anche se la foto era sgranata e Lei era di profilo, potei capire che nel tempo non era diventata molto più alta ... ma appariva comunque un concentrato di aria serena ed energica. Purtroppo non riuscivo a distinguere chiaramente il suo viso,avendo Lei indossato un furbo velo di chiesa, un delicato ricamo chiamato a coprire i suoi tratti affascinanti, i suoi incantevoli perfetti lineamenti.

La mia anima allora si gonfiò di nostalgia ... Forse perchè, anche se in maniera frettolosa, avevo capito che non c'era nessuno vicino a lei che potesse essere considerato un fidanzato o simile.

"Candice ... " mormorai nella mia cauta speranza. "Posso osare pensare … che tu non sia cambiata? “

Edited by scacciapensieri - 3/1/2018, 11:37
 
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CAPITOLO XVII



L'Old Vic esplose in uno straripante mare di applausi non appena il sipario calò. Mentre una longilinea figura abbigliata di ricercata eleganza, alzandosi dal proprio posto nel Palco Reale e volgendosi al compagno di quella serata domandò. " Allora Grandchester, che ne pensi ? " Domandava curioso il Principe del Galles continuando ad applaudire entusiasticamente. Durante lo svolgimento di quella serata, aveva guardato furtivamente, le possibili reazioni che il Duca di Anglia avrebbe potuto mostrare mentre vedeva il figlio esibirsi sul palco. E così come accaduto all'interprete principale dell'opera , che avevano appena visto, gli sembrò che ogni singolo spettro di emozioni avesse attraversato il flemmatico viso dell'anziano Grandchester.

Poi entrambi poterono osservare come colui che aveva interpretato il ruolo principale maschile di quel dramma teatrale, persuaso dai continui , solleciti richiami di approvazione del pubblico, apparisse nuovamente sul palco. Attraverso il proprio atteggiamento e la propria presenza voleva sinceramente esprimere e dimostrare a tutto il pubblico il proprio ringraziamento per il loro assenso, iniziò il saluto dalla propria destra, fermandosi quindi al centro del palco, e concludendo davanti il Palco Reale. Le sue mani intrecciate dietro la schiena, inevitabilmente, ampliavano ancor di più le sue spalle forti e ben definite, permettendo così al torace la massima apertura , il che lo rendeva forse in quel momento un pò più vulnerabile rispetto ad altri attori che come lui si sarebbero potuti permettere una nuova apparizione . Poi, dopo il lieve inchino con la testa, l'attore si girò abbandonando quel palco su quale ancora una volta era stato consacrato a se stesso. Il suo incedere verso la tenda in maniera a lui peculiare e particolare era la propria firma , che il pubblico apprezzava in lui. E quella sera non era stato diverso, avendo ricevuto una nuova ondata ancora più intensa di apprezzamenti ed elogi profondi.

" La performance è proprio come viene pubblicizzata... " fu la risposta laconica di Richard Grandchester . Dentro di sè ribolliva per come il Principe del Galles fosse riuscito ingannevolmente a portarlo presso l'Old Vic con il falso pretesto - che stesse per essere accompagnato ad assistere allo spettacolo teatrale di Noël Coward “Il Vortice” che per i forti temi che metteva in scena rappresentando il dilagante consumo di droga e di sesso libertino nelle alte sfere dell'aristocrazia britannica, aveva indotto in un primo momento Lord Chamberlain a rifiutare la concessione della licenza per essere rappresentato.

Ma il Principe del Galles era riuscito a persuaderlo . La tesi di Edward era stata sconvolgente nella propria onestà, tra l'altro sottilmente alimentata dal proprio disprezzo , anche se appena velato , nei confronti del protocollo e delle abitudini della classe dirigente di suo padre.

"Suvvia Grantchester , ho letto il libretto e non c'è scritto niente di diverso da quello che non sia già stato rivelato da quei vili giornalisti del Fleet Street ... Comunque è una disamina sociale ... e si deve accettare che esiste una differenza tra un essere appartenente a un ceto sociale superiore e i nostri sudditi, altrimenti non credi che potremmo apparire moralmente assolutamente esagerati ? Tu stesso vorresti essere forse considerato tra quest'ultimi, o cosa? " E comunque le tragedie di Coward si dimostravano sempre molto provocatorie , e il pubblico correva a vederle proprio per lo studio arguto che le caratterizzava nei confronti della società, e sarebbe stato comunque incoerente se a "Il Vortice" non fosse stata concessa la licenza .

Quando era a Londra, Edward era un assiduo frequentatore di teatro e un convinto sostenitore e protettore delle arti. Generalmente, il Principe del Galles, amava frequentare teatri e mostre d'arte con la sua abituale cerchia di amici o amanti, per lo più donne sposate. Ma quella sera era stato diverso: Grandchester aveva ricevuto una chiamata dal segretario privato del Principe , Alan Lascelles, che gli aveva chiesto se si fosse voluto unire al Principe del Galles per trascorrere insieme a lui , una serata a teatro. Richard Grantchester si domandò se Edward avesse voluto in qualche modo continuare ad influenzarlo , questa volta con il fine di ingraziarsi suo padre il re, essendo lui stesso uno dei consulenti di fiducia di re Giorgio V. Era ben noto infatti nei circoli dell'alta società londinese che il regio padre e il figlio fossero in disagio, a causa dei comportamenti ribelli di quest'ultimo , aggravati dal fatto che continuasse ad apparire come un adolescente non intenzionato a sposarsi , cosa che invece aveva già fatto il proprio fratello minore il Duca di York. Ma nonostante ciò Edward era l'erede e quindi sarebbe stato il successivo sovrano ... e Richard Grandchester ne era cosciente, e così come i suoi antenati avevano dimostrato di essere , lui sarebbe stato altrettanto abile a permettere che l'antica casa di Anglia sopravvivesse a tutti quegli inattesi colpi di scena che avevano ridotto in polvere altre stirpi nobiliari .

Erano giunti presso l'Old Vic quattro ore prima ... e Richard una volta resosi conto dove erano e a quale opera teatrale quella sera stava per assistere, realizzò di essere stato abilmente ingannato dalla scorrettezza del Principe, famoso tra l'altro per quella sua caratteristica .

" Sir, se posso vorrei essere scusato ... " chiese il Duca molto educatamente nascondendo il proprio disagio attraverso i suoi modi raffinati . " Credo che questo non sia il mio posto ...."


" Oh, andiamo Grandchester!" gli rispose il Principe del Galles quasi rimproverandolo . " Questo attualmente è il biglietto teatrale più ambito in città ... Persino io ho avuto qualche difficoltà ad ottenerlo , nonostante sia un cliente fisso, e la prossima settimana sarò di nuovo qui, prima di partire per il mio viaggio in Africa ... ma non riesco davvero ad averne abbastanza della performance del nostro Terence. Lui è maledettamente brillante! Non sei minimamente curioso di conoscere se tutto ciò che si dice e si scrive su di lui e il suo Amleto corrisponde a verità?"

" Quel ragazzo ha reciso i suoi legami con me nel 1912, e lei sarà sicuramente a conoscenza che ho impugnato le sue Lettere Patenti* . E quindi non ho alcun interesse a conoscere come si svolga la sua vita ... " La voce di Richard era bassa mentre cercava di mascherare abilmente la propria irritazione nei confronti del Principe.

"Dickie, vecchio mio ....non riesco a capire perchè un normale scontro tra padre e figlio debba diventare qualcosa di più grave da richiedere addirittura la revoca delle Lettere Patenti*. So che siete consapevole del fatto che Sua Maestà ed io nel corso degli anni abbiamo avuto terribili ed diversi scambi di opinioni ... eppure per quanto il re ben volentieri vorrebbe ignorare la mia testa e dare la corona al caro Bertie, proprio per l'esistenza delle Lettere Patenti non può farlo , ed è questo il motivo della loro esistenza e non possono essere revocate per puro capriccio ... “

L'applauso ancora proseguiva. Il Duca si schiarì leggermente la voce. " Sir, con il suo consenso, potrei essere licenziato per questa sera? " Richard Grandchester anche se appariva estremamente educato in quella richiesta, non voleva prolungare oltre la propria permanenza ora che lo spettacolo era finito.

" Andar via ? Così presto? Speravo in una riconciliazione con Terence nel suo camerino ... che ne dite? " Edward gli stava proponendo di lasciare il palco per dirigersi nel camerino del giovane Grandchester.

Il Duca a malapena riusciva a contenere il proprio panico - Cosa esattamente sta cercando di realizzare il Principe del Galles, addirittura un mio sconcertante confronto con quel figlio ormai alienato! " Sir, le ripeto, vorrei essere scusato ... non mi sto sentendo bene ... e non vorrei creare disagio a nessuno …"

" Sono ancora David per te, Dickie ..." gli rispose con dolcezza il Principe del Galles, ricordandogli il proprio soprannome che solo i membri più stretti della famiglia reale erano autorizzati ad usare.

"David ... Posso avere il suo permesso? " Il Duca era serio. " Grazie per avermi ospitato ... "

Il Principe del Galles era cosciente di aver spinto eccessivamente con il Duca di Anglia . " Ma si certamente come desideri .... spero tu possa riposare bene ... "

Con ciò il Duca fece il suo inchino, e cercando di auto controllarsi abbandonò il Palco Reale ... non ricordava di essersi sentito così scosso da tanti anni ormai.

Edward lo guardò allontanarsi , con un ghigno malizioso . “Sono numerosi i folli che riconoscono la tua follia, più di quanto tu possa immaginare ...” citò, sfilando una Dunhill dal suo portasigarette in oro Asprey , illuminando il suo monogramma con l' accensione , desideroso di portarsi dietro le quinte per congratularsi con Terence Graham Grantchester per un altra sua magnifica performance dell'Amleto.

Dal suo punto di osservazione nel Palco Reale, il Principe del Galles era abbastanza sicuro di poter affermare che l'attore avesse visto chi fosse seduto dietro di lui. Poteva ben dire di averlo aiutato ad aggiungere una maggiore ombra quella sera all'Atto I, Scena IV.


^^^^^^^^^^^


*Le Lettere Patenti sono provvedimenti aventi forza di legge emanati da un sovrano senza l'approvazione di nessun Consiglio. Esse corrispondono a decreti emanati dal governo, ma non necessitano di una conversione in legge ed entrano immediatamente in vigore. Possono anche sancire provvedimenti amministrativi e in questo caso hanno valore di ordinanza. Il termine patenti si riferisce alla validità erga omnes dei provvedimenti, in contrapposizione alle lettere chiuse (litterae clausae) che avevano natura privata.
Le lettere patenti furono utilizzate anche come documento, concesso dal sovrano, per attestare o conferire la nobiltà di una persona. Il sovrano era generalmente insindacabile nell'esercizio di questa sua prerogativa. ( Da Wikipedia)

Il prossimo capitolo verrà postato in sezione hot fanfiction .

Edited by scacciapensieri - 19/8/2014, 16:10
 
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Di ritorno dalla sezione hot fanfiction.

CAPITOLO XIX



La mia residenza a Belgravia * attendeva silenziosa il mio ritorno dall'Old Vic; Edgard, il mio fedele maggiordomo, mi aveva accolto con un piccolo pasto. Informandomi con discrezione :" Sua Grazia si è ritirata circa un' ora e mezzo fa ... " .

Annuii bruscamente a quella notizia, dicendogli: " Cenerò nel mio studio, grazie ... " Edgard era al mio servizio sin dai giorni in cui ero stato impegnato come Ufficiale dei Royal Engineers durante la campagna in Egitto. Le mie tempie continuavano a martellare senza pietà così come avevano fatto durante tutta quella serata dal momento in cui avevo capito le ignobili intenzioni di David ... che faccia tosta a farmi assistere allo spettacolo di quella sera! Sua Maestà è corretta; ma oserei dire che il figlio sarà la sua rovina. Come ha potuto! Ho un disperato ansioso bisogno di bere un sorso di Jameson. Quel liquido ambrato , ancora una volta, velocemente, tenterà di calmarmi gradevolmente , seppure io sia cosciente che il suo tentativo sarà vano … durante gli ultimi 28 anni non sono mai stato sereno.

Si, questa sera ho un visto un fantasma. E quel fantasma consapevole della mia presenza è stato spietato , opponendomi la sua forte energia, carica di audacia e di azzurro - proprio come la tigre rampante del nostro stemma , che fiuta e caccia la sua preda fino a quando ormai sazia la guarda sconfitta.

Eppure , nonostante ciò , questa sera mi sono sentito orgogliosamente compiaciuto. Si, figlio mio ... tu sei un Grandchester. Se solo tu sapessi con quali umilianti percosse mi ha colpito. Il mio ipocrita orgoglio è stato messo a posto da uno migliore. Ma posso ancora permettermi grazie alla corazza che possiedo di scongiurare ulteriori coraggiosi assalti fulminanti. Forse la tua intensa potenza, Terence, solo qualche ora fa mi ha mandato in crisi, ma ora sono nel mio inespugnabile feudo dove mi concentrerò ricaricandomi. Ho anch'io il sangue galante di Geoffrey, colui che ha destato l'ammirazione di Saladino e che ha cementato il nostro lignaggio da non avere eguali in queste Isole.


Con quei pensieri cominciai a mangiare, accompagnando con un altro , profondo sorso di Jameson , il White Stilton che mi era stato preparato con tanta cura . Seduto sulla poltrona alata insieme alla mia confusa pazienza . Ormai preda degli spiriti del whisky.



Si, Grantchester continua come senti di fare , continua a ripetere a te stesso, quello che hai sempre pensato in tutti questi anni. Che sei galante, che sei onorevole, che non puoi agire nel male perchè dalla tua parte hai il peso di millenni di storia e l'antico regale sangue inglese. Oh si, continua ad ingannare te stesso coprendoti con questo falso manto di spavalderia, anche se è la codardia ad aver preso il potere su di te, per poter affermare te stesso piuttosto che riconoscere quello di cui hai realmente bisogno .... è bastato un solo sguardo sul quel palco da parte del tuo figlio ribelle per evidenziare veramente quello che sei e cementare il tuo fallimento.

I miei singhiozzi sono stati amaramente colorati dagli anni che ho perso e che ho vissuto in una sordida bugia. Oh Terence ... tu come ti sentiresti sapendo che è stato proprio sul tuo palco , su quelle stesse assi di legno che in un giorno di primavera del 1895, la voce di una giovane dea ha rivendicato il mio cuore, la mia anima e la mia mente con le profetiche e pesanti parole :

“ lui mi ha trattata con il suo amore
in modo onorevole “ **




^^^^^

*Belgravia è un distretto della Central London nella City of Westminster, situato a sud-ovest di Buckingham Palace. Un quartiere dall'aria regale , come viene definito dalle guide turistiche di Londra. E' approssimativamente delimitato da Knightsbridge a nord (la strada che porta questo nome e non l'omonimo distretto),Grosvenor , Place e Buckingham Palace Road a est, Pimlico Road a sud e Sloane Street a ovest.

** Tratto dall' Amleto di Shakespeare - Atto 1, Scena 3 – Ofelia -

Edited by scacciapensieri - 16/10/2013, 21:42
 
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CAPITOLO XX



William Terris * tese galantemente il braccio presentando al suo pubblico, la giovane bellezza dai capelli rosso tiziano che nei panni di Ofelia aveva rubato loro la notte . E quella non sarebbe stata altro che la prima delle tante sere in cui avrebbe ricevuto una standing ovation. Con garbo ed eleganza comparve dalla tenda dedicando all'attore principale un riconoscente inchino, il quale con la propria interpretazione si era degnamente incarnato nel principe di Danimarca. Infine, dopo diversi giri di ringraziamento per quell'appassionato riconoscimento, entrambi furono raggiunti dal resto degli interpreti per l'inchino finale. Quando il grande sipario finalmente si chiuse , l'intero cast si rivolse con ammirazione verso la fulva giovane stellina appena consacrata attrice.

" Sei stata straordinaria, complimenti! " L'angosciata regina Gertrude, Jessie Millward, era entusiasta di lei mentre l'abbracciava sentitamente come una sorella.

" Infatti! Hai superato tutte le mie aspettative - è stata la mia buona stella a portarti qui da noi!" William Terris la elogiava con meraviglia, in completo accordo con la propria moglie Jessie.

" Io ... io sono fuori di me, davvero!" Eleonor a malapena riusciva a respirare consapevole di se stessa , come testimoniava il bagliore dei suoi occhi scuro tanzanite. " Ero così nervosa che ho avuto paura di sbagliare e disgustare il pubblico e rovinare tutto lo spettacolo!" Esclamò provocando un paio di risatine divertite da parte dei suoi colleghi.

"Tutto bene quel che finisce bene!" Esclamò Terris, richiamando i suoi attori mentre cominciavano a dirigersi vero i loro camerini. " Vi ricordo che dopo lo spettacolo di domani sera saremo tutti ospiti della serata di gala di Sua Altezza Reale il Principe del Galles! " Rimanendo però quasi subito , sul palco con la sola compagnia della moglie, e di Eleonor Baker. Quindi accarezzando paternamente la spalla di Eleonor le mormorò. " Ben fatto, mia cara, ben fatto! Se continuerai a essere constante con recitazioni di questo calibro , la nostra piccola compagnia teatrale potrà sicuramente cementarsi a Londra e proprio qui all' Old Vic, trovare una nuova casa per Shakespeare ... e tu avrai un ruolo importate per assicurarci tutto questo ! "

Quindi il trio cominciò a dirigersi dietro le quinte per dare inizio al rituale che li avrebbe fatti rientrare nei loro abiti civili.

"Oh, io vi sarò per sempre grata per l'opportunità che mi avete dato, non potrò mai ringraziarvi abbastanza !" Disse loro Eleonor parlando nel suo delizioso elegante accento mentre durante lo spettacolo la sua Ofelia aveva parlato in un aristocratico antico inglese.

" E' stato davvero provvidenziale vederti recitare rapita in quel dei Giardini di Lussemburgo , e dobbiamo ringraziare il Maestro Isidoro che ci ha permesso di avere la sua migliore allieva ... ! " le disse Terris toccandole simpaticamente il naso. Arrivando nel frattempo dinanzi al piccolo camerino di Eleonor. Che come qualsiasi altra attrice protagonista beneficiava.

" Cara vuoi unirti a cena con noi? " Le domandò Jessie speranzosa.

"Oh mi piacerebbe molto, ma ho promesso a mia zia che qualora fosse andato tutto bene avremmo festeggiato insieme .... oppure avrei tenuto il broncio rinchiusa in casa se fosse stato tutto un fallimento. " Eleonor rispettosamente rifiutò. " Forse potremo fare per dopo domani?"

" Ma si certamente e saremmo felici di avere anche tua zia con noi ! E presentale i nostri saluti più cari!" Disse William.

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" Beh, credo che Terris e la sua compagnia otterranno molto successo ..." George il Duca di York preveda, parlando con il proprio compagno di quella serata, facendosi strada verso la carrozza reale , salutando con un cenno della testa alle numerose deferenze che gli altri spettatori riconoscendolo gli porgevano.

L'uomo che accompagnava il principe si presentava piacevole allo sguardo e nobile nel proprio frac, cappotto a coda e cappello a cilindro, ma un attento osservatore avrebbe certamente riconosciuto che si trattava di Richard Grandchester , il Conte di Ely che spiccava per il suo magnetico, virile , affascinante , impeccabile stile. La leggera abbronzatura acquisita durante il suo impegno militare in Egitto aveva aggiunto al suo alto fisico atletico un bagliore esotico. " Era da così tanto tempo che morivo dal desiderio di vedere del buon teatro ... sei stato molto gentile ad invitarmi George ... " Lo ringraziava, felice di poter colloquiare di nuovo con il suo vecchio amico .

"Siamo tutti contenti che tu sia tornato tra noi Dickie, e preferisco divertirmi con te piuttosto che con qualcun altro! May * si è molto preoccupata per te; soprattutto da quando hai perso la cara Penelope. Sei riuscito a vedere Richie? " Gli domandò George molto candidamente , interessandosi del proprio figlioccio.

Solo l'ultima parte di quel discorso, riuscì ad interrompere l'attraente muliebre distrazione mentale di Richard di quella serata , che lo aveva agitato con una tale profondità di emozioni che francamente non aveva mai provato prima. " Non ancora - ma grazie per avermelo chiesto . Lui sta facendo bene , ed i suoi tutori sono soddisfatti dei suoi risultati accademici ... " continuando a dire " Ti prego di riferire alla cara May se posso venire a trovarla, per renderle omaggio ... "

Giungendo nel frattempo dinanzi alla carrozza reale. Gli stallieri pronti , porgendo le loro mani per aiutare il principe ad entrarvi con attenzione.

" Non venire troppo tardi - non aspettare che arrivi Balmoral !!" Lo ammonì delicatamente George.

"No, non voglio, ve lo prometto ....buona notte Sir " Gli rispose Richard chinando il capo con profondo rispetto.

"Sarà bello riaverti, Richard ... sarà bello ..." gli ricordò il Duca di York, mentre la frusta del cocchiere schioccando, faceva allontanare la carrozza nella notte ....

Richard la osservò allontanarsi prima di cercare il proprio cammino per fare rientro alla propria dimora di Belgravia, e alla sua silenziosa ,tranquilla cena a base di Beef Wellington, che sicuramente il suo affidabile Edgar aveva coccolato nella preparazione , insieme al cuoco.

Per quanto volesse velocemente riabituarsi ai ritmi di Londra, era tornato dal Il Cairo soltanto da una settimana e ancora non si era completamente riabituato alla tranquilla routine civile priva del rigore militare.

Alzò lo sguardo verso il cielo stellato, la sua mente viaggiava riempiendo il suo cuore.

Alla luce della luna piena, guardò la locandina dello spettacolo di quella serata, i suoi occhi si poggiarono sui caratteri stampati della sua insolita , inaspettata, seduzione.

§ Ofelia, interpretata da Miss Eleonor Baker. §



"Eleonor Baker ... " mormorò . Permettendo a quelle ricche vocali di rotolare fuori dalla propria bocca . Affermando : " ... mio malgrado, devo conoscerti ... ! "


^^^^^^^

* William Terris, attore e regista teatrale inglese.
(20 Febbraio 1847 - 16 Dicembre 1897)



**Victoria Mary di Teck - chiamata in famiglia "May" - è stata la regina consorte del Regno Unito e dei Domini Britannici, ed Imperatrice d'India, come moglie del Re-Imperatore Giorgio V del Regno Unito.


Edited by scacciapensieri - 29/10/2013, 22:07
 
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CAPITOLO XXI




" Avanti! " Eleonor rispose esuberante alla sequenza ritmata di quei colpetti sulla porta del suo camerino. E subito, Millicent van der Wahl Ascher, la zia Millie, entrò nella stanza , la brunetta dagli arguti occhi marroni apparve nella sua elegante figura traboccante di sincero e genuino orgoglio materno. " Ancora una volta una performance stellare , mia cara Eleonor ... dovresti sentire gli esaltanti commenti che ti riguardano e che ancora sento ! " Abbracciando la sua cara nipote , baciandola sulla fronte.

" Zia, sei semplicemente la mia più grande promoter ... " Cinguettò Eleonor, accarezzandole affettuosamente la mano posata sulla sua spalla, portando quindi le proprie sul capo per togliersi la parrucca di scena, fatta su misura per lei con capelli umani. Era stato il suo ultimo acquisto a Parigi, poco dopo essere stata scoperta e lanciata da William Terris. Eleonor da subito si era domandata quale donna avesse avuto il coraggio di tranciare di netto la propria bellissima chioma formata da quei capelli di un profondo ramato. La sua immaginazione attiva e drammatica aveva pensato ad una donna grintosa gaelica magari musa ispiratrice di Scott. " Il tuo giudizio è offuscato dal tuo amore per me ... " continuava a dire allegramente, a quella donna sicura di sè, che dopo la morte prematura dei suoi genitori avvenuta più di dieci anni prima, le faceva ormai sia da padre che da madre . Una ricca vedova proprietaria di una forte vena artistica, in contrasto con la propria sobria famiglia , Millicent aveva subito riconosciuto il fresco talento artistico della nipote e aveva fatto in modo che venisse nutrito illimitatamente e che niente e nessuno potesse vincolarlo. Anche se la zia , in realtà, pensava potesse diventare una celebre concertista internazionale, sotto l'attenta guida del suo Maestro Isidore Philipp, sinceramente affranto di perdere la sua pupilla per via della proposta di W. Terris nel volerla vedere apparire nei panni di Ofelia.

" E' la verità, mia cara ... e poi ho notato che hai qualcosa in più da un paio di settimane ... Sei luminosa sul palcoscenico, la luce ti segue , insegue il tuo riflesso, si concentra e si nutre di te senza che tu te ne renda conto ... sei davvero ipnotizzante ... " Continuò a dirle mentre cominciava finalmente a sentire il profumo speziato e gradevole che aleggiava nel camerino della nipote.

Eleonor rise delicatamente a quell'affermazione , continuando a bagnare la propria piccola spugna di mare con olio minerale, e iniziando a rimuovere con cura il proprio trucco. " Questo sarebbe certamente un fenomeno insolito - tutto quello che faccio è di mantenere a malapena i miei nervi instabili, ed aprire ogni sera il mio cuore al pubblico ... Voglio solo fare del mio meglio , rendere bella la mia recitazione e che tutti ne possano godere ..."

La zia le annuì trionfante. " Ricordati ciò che sto per dirti mia cara, come sincera ed onesta ammiratrice e non come tua orgogliosa parente - presto eclisserai e farai dimenticare una leggenda come Ellen Terry , la quale , oserei dire questa sera mi sembrava a buona ragione molto preoccupata!"

"Tss, zia , dicono che gli dei del teatro siano subito pronti a colpire tale arroganza!" Eleonor la rimproverò , bonariamente . " Non provocarli ... "

Ma Milicent van der Wahl non aveva paura. " Beh forse sarà così, ma i Greci ci dicono anche che sono loro a decidere a chi regalare la grazia e credo che rimarrebbero offesi qualora non si dovesse usare. Oh si, la tua gloria è la loro gloria mia cara - ed io non ti ho educata per fare di te un essere vanitoso ed orgoglioso, ti ho educata per essere sicura ed audace! Il sangue coraggioso ed intrepido dei Van der Wahl scorre in te, il tuo diritto di nascita è di andare lontano e brillare .. possa Dio concedermi sufficiente vita per vedere tutto ciò ... " concluse sinceramente.

Eleonor si voltò, e il suo bellissimo fresco volto, s’illuminò armoniosamente del color malva che proveniva dalla sua elegante vestaglia di seta. " Anche se la famiglia non sarà mai d'accordo riguardo alla mia scelta di recitare in teatro ... " ricordò alla zia. Probabilmente sarebbe durato ancora a lungo l'utilizzo del proprio nome d'arte Eleanor Baker , dovendo mantenere nascosto il vero cognome.

Millicent respinse quella preoccupazione con disinvoltura. " Ah non preoccuparti di questo o non lasciare che riesca a preoccuparti. Hai il dono più grande che ogni donna vorrebbe avere, una reale indipendenza e i mezzi economici per poter fare quello che meglio credi. Tutte le nostre cugine delle quattrocento famiglie nutrirebbero invidia per te ... scommetto che Consuelo volentieri scambierebbe la sua vita con la tua ..."

I Vanderbilt e i Van der Wahlis erano cugini di secondo grado . Anche se non particolarmente vicini, oltre il loro legame di sangue e di discendenza li accomunava gli edifici e le proprietà a Manhattan. Eleonor aveva visto personalmente Consuelo una sola volta , all'età di cinque anni in occasione del matrimonio di un altro cugino al Petit Chateau tra la Cinquantaduesima e la Quinta.

E fu proprio in quel momento che finalmente la zia si rese conto della profusione di piante di orchidee che costellavano il camerino della nipote.

" Oh.. Santo Cielo! Ma sono meravigliose!" Esclamò subito, completamente presa dal candore di quei fiori esotici. Capendo immediatamente che era il fiore più vicino a lei la fonte di quell'esuberante profumo che si diffondeva all'interno del camerino. " Cannella ..." Riconobbe Millicent, annusando di nuovo il fiore. Mentre i suoi occhi non potevano fare a meno di notare la suggestiva forma di quell'orchidea. Il cui centro sembrava rappresentare il segreto femminile nel pieno della propria gloriosa seduzione, i sepali laterali sembravano due gambe femminili aperte ed il sepalo centrale l'addome di una donna supina. Tanto quanto la nipote era perfettamente consapevole riguardo a relazioni adulte ed interessate, pensò che comunque a riguardo era ancora totalmente inesperta ed innocente. Ma Millicent intuì subito che il mittente di quelle orchidee probabilmente non lo era. Sicuramente erano l'omaggio di un uomo maturo , molto mondano e sofisticato.

" Si, arrivano tutti giorni alla medesima ora ... poco prima dell'inizio dello spettacolo, quasi nello stesso momento in cui sto per entrare in scena. Terris all'inizio temeva che ciò fosse un’ inutile distrazione per me . Lui è piuttosto protettivo nei miei confronti ... ma poi , sopraffatto anche lui da questi fiori ha deciso che potessi riceverli ... " Le disse Eleonor raggiungendo per vestirsi il separè dallo stile orientale che apparteneva a lei così come la maggior parte dei mobili e delle opere d'arte Impressioniste che abbellivano il suo camerino. Era riservata sul proprio grado di ricchezza, ben cosciente di come potesse essere spunto di contesa dolente e di gossip - era questo il motivo per il quale preferiva mantenere i soli Terris in amicizia e fiducia. Ma nonostante ciò, lei amava la bellezza e gli oggetti di pregio con i quali riempire il camerino per renderlo più piacevole e adatto ai proprio gusto. E solo William e Jessie vi erano ammessi.

Millicent allora prese il bigliettino chìuso presente sulla pianta dell'orchidea a lei più vicina. cominciando a leggere ad alta voce, incuriosita: " Con sincera ammirazione, il suo fedele servitore ... ". La grafia era impeccabilmente maschile e la pregiata carta era di un elegante color crema.

Eleonor interruppe i pensieri della zia uscendo da dietro il separè apparendo splendida nel proprio abito Whorth. " Beh, una cosa è certa zia Millie, questo ammiratore o è un botanico di Kew Gardens o è una persona estremamente ricca ... e se con il primo potrei intrattenermi a una conversazione scientifica sulla natura delle orchidee, con il secondo invece non sono incline a nessun tipo di conversazione! " Dichiarò Eleonor in tono deciso, indossando il proprio mantello per quella serata, preparandosi così per andare a cena. Essendo ormai certa che il futuro di Eleonor era a Londra, Millicent si stava preparando per la propria partenza verso New York per raggiungere la famiglia dovendo chiarire con essa alcuni affari di natura finanziaria.

" Infatti mia cara ... " le rispose la zia pavoneggiandosi soddisfatta " ... parto per New York tranquilla e conscia di aver messo una testa responsabile su due spalle indipendenti ... "


§§§§§§§§§§




Queste sono le orchidee che Eleonor riceve dall'anonimo ammiratore:

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Edited by scacciapensieri - 3/11/2013, 20:47
 
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Capitolo XXII




"In cosa posso aiutarla?" Domandò Stanley Milton, a quella giovane donna che gli mostrava la schiena, togliendosi nel frattempo gli occhiali dalla montatura dorata appannatisi durante il proprio cammino all’interno della serra. La segretaria della reception della Royal Botanical Society era andata a cercarlo interrompendolo mentre era intento a rinvasare alcune epifiti che aveva riportato durante il suo ultimo viaggio nelle Americhe. " Mi dispiace disturbarla signore, ma c'è una donna irremovibile e vuole assolutamente parlare con un botanico reale ... " Gli aveva spiegato la timida segretaria, non contenta di dover andare a disturbare il più famoso cacciatore di orchidee del Kew mentre era impegnato nel proprio lavoro.

La donna si voltò sorridendogli scaldando ogni parte di lui. " Mi dispiace disturbarla ...la reazione della sua segretaria mi ha fatto pensare che fosse davvero inopportuno ... sono venuta a fare una donazione ..." Gli disse accorgendosi di stupire quell'uomo anziano, osservando distrattamente che pur non essendo attraente, recava tra i capelli e la pelle abbronzata una curiosa aria di avventura .

" Oh ... ". Mormorò Stanley , trovando difficoltà ad inforcare i propri occhiali. " Oh si, grazie, siete gentile! E che tipo di donazione?" Non riuscendo a staccare i propri occhi dalla squisita bellezza di quella giovane donna. Americana , sicuramente.

" Queste orchidee ..." Rispose lei, sollevando senza sforzo una cassetta posata sul banco della reception. Il cui contenuto rilasciava uno strano miscuglio di odore di cannella e terra umida.

Lui trattenne il respiro , perchè ogni singolo fiore di quelle preziose orchidee Lycaste Skinneri Alba che il suo acquirente gli aveva chiesto nelle ultime due settimane stavano tornando di nuovo a lui. " Ma my lady, io ... noi ... ma ... forse esse non sono state gradite? " Milton era sbalordito.


" Oh , loro sono state gradite, anzi la prego di credermi ... ma penso che dovrebbero essere ammirate per il piacere di tutti qui a Kew, non è d'accordo? Credo che debbano valere quanto il riscatto di un re, ma io non riesco ad essere così egoista. Con cotanta grazia ..."

Milton era eccitato, in qualche modo mentre sentiva quella donna parlare si rendeva conto di sentirsi inesorabilmente attratto dal suo spirito e dalla sua mente, come dal suo fisico. Quella che aveva davanti era una donna rara, quanto le orchidee che stavano tornando a lui.

" Devo chiedere, se posso ... Che tipo di orchidee sono?" La sua voce era sincera nella propria curiosità e ironica nella domanda , come se avesse saputo che la mano di quel botanico in realtà aveva avuto a che fare con tutto ciò.

Ma il cacciatore di orchidee trovò stimolante che lei avesse centrato l’ interesse della propria esperienza "... queste sono Lycaste Skinneri Alba, una forma molto rara di orchidee albine ... molto apprezzate e ricercate ... si trovano solo nelle foreste pluviali in Mesoamerica ...."


Uno sguardo d’intesa ombreggiò gli occhi della giovane donna, come a confermargli qualcosa. " Quindi ci vuole più di un grazioso penny per acquisirle?"


"Oh, certamente. Il lavoro della mia vita e la mia passione ... " Ammise il botanico, sicuro di capire a cosa volesse riferirsi quella giovane donna.


" Allora sono felice che tornino a voi ... " Gli rispose Eleonor Baker soddisfatta. " So cosa significhi il lavoro di una vita e la sua passione ..."


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Oltrepassando lo stagno di Kiew aveva nella propria camminata l’andatura di chi voleva fare una passeggiata. Era ciò che meritava quel caldo pomeriggio di primavera, pensò, raccogliendo il paesaggio nel proprio sguardo.


Poi si fermò, pensando che i suoi occhi lo stessero ingannando. La guardò intensamente , sapendo con certezza che era lei, seduta su una panchina , con il proprio ombrellino cinese in una mano , e con un libro nell’ altra, intenta a leggere, ignorando quello che le accadeva intorno. Era lieto per tutto ciò, per lei aveva cambiato il proprio modo di approcciarsi a una donna, infatti ancora non le si era presentato per farle sentire la propria mascolinità, come invece era solito fare. Prese coscienza che il suo colore naturale era il biondo, ancor più affascinato nel vederla cosi da vicino e subito sedotto dal suo marchio di bellezza deliziosamente posto a sinistra del suo labbro superiore, che si muoveva in silenzio, a volte in segni di interpunzione.

Sentiva che volendo sarebbe potuto rimanere così, a guardarla per sempre. " Le orchidee sono state di suo piacimento, Miss Baker ?" Riuscì a chiederle soavemente.


Eleonor alzo' languidamente lo sguardo dalla propria lettura, ravvedendo la figura maschile ferma di fronte a lei. Dietro la signorilità apparentemente distaccata dei suoi magnetici intensi occhi blu potè cogliere una malinconia repressa. I suoi lineamenti apparivano gradevoli, ma virili, davvero un bel viso. La mascella quadrata evidenziava una fossetta sul mento e le sue labbra erano piene e sensuali sotto i baffetti ben curati. Eleonor riuscì a malapena a tenere sotto controllo la carica elettrica che sentì spingere attraverso di lei , una sensazione che non aveva mai sentito prima. Quindi raccogliendo se stessa in quell ' energia , chiuse la prima edizione di Les Fammes Savants di Molière.

" Quindi, siete voi ?" Gli domandò cercando di avere certezza sulla provenienza di quei fiori esotici.


" Si. " Confermò lui.

" Devo rivelarle che le ho fatte tornare tutte qui al dipartimento di botanica , in buona coscienza non posso accaparrarmi l’intera e, a quanto pare, la più grande quantità di esemplari di Lycaste Skinneri Alba presenti al di fuori dell’ America Centrale ... e penso che in questo luogo saranno sicuramente studiate con attenzione! Ho trovato la loro forma lussureggiante e sensuale in modo strano ... avete forse implicato qualcos’ altro regalandomele, signore?" Gli domandò con voce soave ma anche franca e diretta, tipica del proprio stile americano, devastante e disarmante.

A Richard mancò quasi l'aria nel sentire dell 'amarezza in quella giovane donna che per ironia aveva restituito le orchidee al suo amico , il famoso cacciatore di orchidee di Kew, Stanley Milton. L'uomo infatti era sotto il patrocinio di Richard ed era stato a lui che aveva ordinato e acquistato quelle Skinneri Alba frutto di un viaggio in Honduras e Guatemala. E molto francamente lui le rispose dicendole: " Soltanto che un fiore così raro sarebbe stato apprezzato e trattato con gentilezza ... "

" Hmm. Avevo pensato che mi fossero state date in dono , per adularmi nella speranza di ricevere in futuro dei favori. Ma allora se è come mi sta dicendo così seriamente, perchè i biglietti erano anonimi , e si è firmato semplicemente come - il suo fedele servitore?"

"Nutrivo il piacere di poterla incontrare casualmente ... ed oggi ciò sta accadendo ... " Le rispose lui onestamente.

Lei lo guardò incredula malgrado quella dichiarazione, e lui dovette controllare fermamente la propria mano mentre togliendosi il cappello di feltro , le si presentava dicendo semplicemente " Richard, Richard Geoffrey , my lady ". inchinandosi galantemente , avvedendosi di omettere volutamente il proprio cognome e titolo nobiliare. Avendo intuito una predisposizione negativa nei propri confronti.


"Geoffrey? " Gli domandò lei incredula. " Un cognome molto curioso, se posso permettermi, intuisco possa essere una precisa copertura per chi appartiene all'Esercito di Sua Maestà o a chi può avere diversi nomi legati tra loro ... " Osservò acutamente Eleonor , godendo del fatto che lo stava mettendo in difficoltà.

" Sono come voi dite, un ufficiale della riserva della Royal Engineers di Sua Maestà ..."

" Allora, come ufficiale e gentiluomo , devo chiederle di interrompere l'invio di ulteriori orchidee o regali. Sono molto lusingata da ciò, ma trovo l'attenzione indesiderata. Ho intenzione di rimanere concentrata sul mio lavoro artistico ... e sono felice di condividerlo con voi mentre recito sul palcoscenico, ma questo è tutto ..." Eleonor si alzò, mostrandogli quasi la sua stessa statura e carattere. Poi sfiorandolo inavvertitamente lo salutò elegantemente " Buona giornata e arrivederci a voi , Richard Geoffrey ..."

Sbalordito ma altrettanto incoraggiato, la guardò allontanarsi , mentre una grazia felina incorniciava i suoi movimenti.

" Mi ha sfiorato una spalla ... oh, dolce paradiso ... sono davvero perduto!"

Edited by scacciapensieri - 6/11/2013, 21:46
 
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view post Posted on 13/11/2013, 16:38     +1   -1
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CAPITOLO XXIII




Avevo bisogno un altro sorso di whisky per rinfrancarmi . Le rimostranze del mio passato mi schiacciavano opprimendomi fortemente nel buio dello studio. Ancora una volta, come allora, consapevole che avrei dovuto ascoltare la schietta richiesta fattami da Ellie di lasciarla stare - se solo l'avessi fatto avrei sicuramente risparmiato ad ognuno di noi tanto dolore e la lacerazione delle nostre anime … Non avrei gravato sul nostro amato figlio, con il risultato di comprometterlo a causa della mia irrazionale ricerca del dovere . Ora posso solo onestamente riconoscere che l' innaturale negazione della propria natura schiaccia i veri desideri affamando l'anima. Proprio come avvenuto in me , spegnendo il fuoco che mi ardeva dentro. Così come in questo momento cerco inutilmente di soffocare vigliaccamente l'addolorato grido che nel corso degli anni mi ha gravato, sperando di riuscire a dimenticare quello che è avvenuto.

Ma quando si ha amato profondamente e irrevocabilmente, e poi perduto quell'amore ... non si riesce a spazzare via facilmente la brace che ancora resiste .

Le lacrime che una volta ho represso ora bruciano più che mai sulle mie guance ... intensificandosi, al pensiero di quante lacrime addolorate Ellie ha versato a causa mia ... e di quelle desolate che Terence ha versato dopo che io ho distrutto la nostra piccola famiglia - e tutto perchè non sono riuscito ad essere deciso nei confronti del sentimento che era dentro di me ... che volevo e al quale credevo.

Ho lasciato che fosse la paura a guidarmi. Ho tradito il sangue di Geoffrey e il suo esempio cavalleresco . Io sono colpevole al massimo livello - per aver tradito la fiducia della donna e del figlio che avevano bisogno di me e che mi amavano. E ho tradito anche la speranza che riponevo in me, pensando che un giorno sarei stato in grado , nel momento giusto, di trovare il coraggio , di comportarmi come un vero uomo.

Oh, ma a tutto ciò ho pagato un prezzo molto alto, e continuerò a pagarlo fino a quando esalerò il mio ultimo respiro ... e ancora , fino a quando continuerò a sentire questa pioggia di sentimenti ed emozioni dentro di me ... e comunque dopo tanti anni ... a dispetto di tutto, darei qualsiasi cosa per tornare indietro nel tempo e rivivere quei preziosi momenti quando ero felice più di quanto lo fossi mai stato ... quando mi sono sentito veramente vivo ... e tutto grazie a lei ... ad Eleonor ...
 
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view post Posted on 13/11/2013, 22:17     +1   -1
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CAPITOLO XXIV




Eleonor Baker scese elegantemente dalla carrozza fermatasi dinanzi la residenza in stile georgiano in Mayfair al numero 8 di Grafton Street. Era giunta lì, in quel pomeriggio libero , per assistere all'inaugurazione della mostra d’arte dedicata ai bambini presso la Grafton Gallery. Una vecchia amica di famiglia di sua zia, Mary Cassat, stava esponendo le proprie nuove opere poste in vendita insieme a quelle di Whistler e Sargent , che riportavano sulle loro tele, come tema principale, ritratti di bambini in tenera età. Era stata proprio Mary, qualche anno prima a Parigi , a dipingere un ritratto impressionista di una precoce Eleonor a lezione dal Maestro Isidoro. Era il dipinto preferito da sua zia, e Mary aveva rifiutato il pagamento del dipinto , affermando che sarebbe stato il proprio dono al 50 ° compleanno della zia Millie.

Il suo incedere era eccitato nell'entrare in quella residenza, felice nel constatare che la galleria non era ancora gremita di acquirenti. Il percorso obbligato la costrinse ad attraversare la Octagon Gallery prima di incontrare Mary Cassat nella vicina Long Gallery.

" Eleonor!" L'artista la salutò maternamente muovendo la propria flessuosa figura in un abbraccio, " mia cara di minuto in minuto diventi sempre più bella!"

" Cara Mary ... che bello rivederti dopo tanto tempo ... " Eleonor, le rispose contenta. Sussurrandole in tono confidenziale : " Pubblicamente sono conosciuta come Eleonor Baker ..." Strizzando in maniera complice, l'occhio.

" Si, si! Millie me lo ha menzionato in una lettera di qualche tempo fa. Non preoccuparti, tutto sarà mantenuto come desideri ..." Quindi rassicurandola la donna più anziana le disse: " E' un tale onore in questa mia inaugurazione avere come ospite una stella nascente del teatro ! Ma Millie non è con te? " Mentre i suoi piccoli occhi marroni guardavano curiosi dietro le spalle di Eleonor alla ricerca della sua amica.

" La zia Millie è dovuta tornare a New York , purtrop ..." ma venne interrotta da una figura maschile che riconobbe vagamente nel gallerista Francis Prange "... mi scusi, Miss Cassat , ma vorrei presentarle il Conte di Ely - egli vorrebbe avere il piacere della sua conoscenza ... "
" Ah, ma certamente ... il patronato chiama! " Mary sospirò sorridendo. " Più tardi verrò a recuperarti mia cara, nel frattempo goditi pure il tuo pomeriggio ..."

" Lo farò Mary ..." Le promise Eleonor , abbandonando subito dopo la Long Gallery . Camminando tra quelle opere , si ritrovò ad essere molto compiaciuta della forte influenza che le stampe giapponesi avevano prodotto sull'arte di Mary, tramite le tecniche dell'acquatinta e punta secca che aveva potuto ammirare nelle sue ultime opere.

Apprezzò particolarmente il ritratto di una giovane donna seduta su una poltrona a strisce rosse , mentre si prendeva cura della propria acconciatura. Eleonor studiò attentamente l'opera e si sentì acutamente in sintonia con quell' immagine, e con la propria mente fantasiosamente cominciò ad immaginare la storia e il passato di quella giovane donna, comparandola successivamente a tutto quello che conosceva di Mary . Decise di acquistare quel quadro per destinarlo alla propria collezione , appesa nel proprio camerino. Decidendo che avrebbe delegato a prendere discreti accordi per l’acquisto il proprio avvocato, James Waterhouse.

Richard Granchester non poteva credere alla sua fortuna, lì a pochi passi da lui , mentre ammirava il pezzo d'arte che aveva appena acquistato pochi minuti prima, c'era Eleonor Baker , se possibile ancora più bella e squisita del solito. Come ormai aveva imparato ammirandola , non si meravigliò del suo innegabile gusto precursore nello stile del suo abbigliamento, la stoffa del suo abito , di un profondo bordeaux, era tagliata in un delicato stile giapponese, impreziosita da fasce di broccato orientale ricamate da piccoli fiori di loto arancione e rosso. La sua vita stretta era segnata da un'alta cintura in seta striata in un bel contrasto verde e oro. Lui realizzò che quell'abito apparentemente semplice seppur sorprendente fosse stato realizzato appositamente e accuratamente per lei, cucito da mani esperte per esaltare ad arte le fattezze del suo corpo. Tutto ciò aumentava l'intrigante curiosità che provava per quella giovane donna ... lei era un attrice il cui portamento e linguaggio testimoniavano un' accurata educazione , e ciò era atipico per le donne di quella professione . In effetti, ricordò che durante il loro ultimo incontro a Kew , lei stava leggendo un libro francese, evidentemente doveva avere una certa padronanza con quella lingua.

Decise di avvicinarsi silenziosamente alla sua sinistra, richiamando la sua attenzione mormorandole dolcemente : " Buon pomeriggio , miss Baker ... non pensavo potessi incontrarla qui ..."

" Nemmeno io ... " Rispose lei guardandolo lateralmente , inclinando il proprio sguardo felino, ricordandogli il tenore della loro ultima conversazione . Ma nonostante ciò, dovette ammettere a se stessa che il tuffo al cuore che aveva sentito in quel preciso istante significava solo che era felice di rivederlo. Lui le apparve elegante e sofisticato nella sua lunga giacca sopra il panciotto grigio perfettamente abbinata al pantalone gessato color carboncino. Il fiore che portava all'occhiello riprendeva la riga sottile che ombreggiava , colorando di bordeaux, la propria cravatta Ascot . La sartoria su misura che lo aveva servito non aveva certamente fallito nell' esaltare le qualità fisiche di quel signore alto , affascinante e ben proporzionato. Lei saggiamente distolse i propri occhi infastiditi, cosciente che prolungare quello sguardo l'avrebbe allontanata. E impudentemente si voltò continuando a camminare lungo il corridoio della galleria , fissando ora il proprio sguardo su un altro dei ritratti esposti di Mary , quello di una madre che con il proprio bambino all'interno di una barchetta davano da mangiare a delle anatre.

" Sono un grande sostenitore dell'arte ... La mia famiglia possiede ..." Ma si interruppe , guardandosi intorno con circospezione , continuando quindi a dire : " ... durante questi ultimi anni , sono stato impegnato in Egitto, ed ora la mia collezione d'arte è un pò carente ..."

" E allora tutti i meravigliosi reperti dell' Antico Impero ...." gli replicò Eleonor , volendo intenzionalmente sfidare Richard " .... non le sono forse sufficienti?" Mentre il suo ventaglio giapponese svolazzava noncurante.

Nonostante il proprio cuore battesse incontrollato lui riuscì a porsi dinanzi a lei con estrema calma , rispondendole con orgoglio : " Oh, in effetti, come appartenente all' Engineer Corps ho avuto possibilità di facilitare alcuni progetti di scavo a Tebe ..." e ancora " ... quello che intendevo dire , Miss Baker, è che comunque amo molto anche le nostre espressioni d'arte occidentale ed ora sto cercando di recuperare gli anni in cui non vi ho potuto dedicare il mio tempo ..."

" E' per questo che venite così spesso a teatro? " Gli rispose lei, insistendo soddisfatta che la sua prima valutazione di lui come di un militare esperto fosse stata sottilmente allusa.

Richard rimase tanto sorpreso quanto felice da quella domanda , realizzando come deliziosamente il proprio stomaco si stesse eccitando a tutto ciò. Era stato preso alla sprovvista , non pensava che lei fosse consapevole della propria regolare partecipazione a teatro ogni sera , nonostante avesse avuto l'accortezza di cambiare abilmente posto a sedere, ed ora era lieto che lei fosse stata così perspicace ad aver sentito la propria presenza tra il pubblico, non sapendo comunque dove sedesse.

Le sensazioni evocate da quella creatura erano per lui inebrianti ... e se ne sentiva in colpa se confrontate a quelle della sua defunta moglie Penelope. Un matrimonio combinato il loro, avendo entrambi seguito ciò che normalmente prevedeva il loro lignaggio , un coniuge appartenente al medesimo rango , ma fortunatamente tra di loro c'era stato rispetto e cura reciproca, e forse anche una qualsivoglia forma di amore reciproco ... lei gli aveva dato un figlio e lui si sentì fortemente rattristato il giorno in cui la perse per colpa della malaria contratta durante il suo servizio nell'Honduras britannico. Si, Penelope aveva rappresentato tutto quello che lui si aspettava da una moglie : una donna piacevolmente attraente, dal carattere gradevole, sempre favorevole a lui. Se il loro rapporto non era nato sotto il segno dell'amore , sicuramente rappresentava una solida amicizia. E non potevano sperare in nulla di meglio, essendo entrambi consapevoli che nel loro mondo, l'amore era un' utopia e non era comprensibilmente possibile.

Eleonor Baker, invece, sin dal primo momento che l'aveva vista lo aveva fatto sentire in un modo che non aveva mai pensato fosse possibile sperimentare . E non era un semplice capriccio o superficiale lussuria , o paragonabile a un qualcosa che aveva attraversato la propria vita una manciata di volte. No. Eleonor Baker lo faceva sentire vivo in tutti i sensi. Era come se lei fosse l'unica tedofora capace di accendere il fuoco sacro che ignaro risiedeva nel suo cuore e di cui lui non aveva mai saputo l'esistenza . Lei era la sua gemella anche se diversa da lui, era colei destinata ad infiammarlo. Eleonor lo aveva svegliato , e lui consapevole di ciò, era intenzionato a farla sua completamente in ogni modo, per il resto della sua vita.

" Io sono a teatro ogni sera, perchè come già le ho detto sono un grande sostenitore dell'arte ... " poi avvicinandosi di più e chinandosi pericolosamente a lei, mormorò a bassa voce " ... soprattutto della vostra arte ... " Per un momento i loro occhi condivisero i loro sguardi , subito prima che lui con un lieve cenno del capo prendesse congedo da lei.

Eleonor lo guardò allontanarsi, sventolandosi e sentendosi completamente accaldata da mille sensazioni diverse che si scontravano in lei. Odiava quel suo persistente corteggiamento , e per quanto fosse abile non riusciva a rimanergli indifferente.

"Eleonor, cara, stai trascorrendo un piacevole pomeriggio? " Le disse Mary Cassatt raggiungendola. Aveva assistito da lontano allo scambio di battute tra i due amanti predestinati, concludendo che Eleonor ed il Conte di Ely sembravano davvero ben abbinati.

La giovane donna riprendendo il proprio sguardo dagli occhi di Richard , chiuse di scatto il ventaglio .

" Piacevole . Si! Mary!" Sorridendole sinceramente " Un pomeriggio davvero molto piacevole ... "

Edited by scacciapensieri - 14/11/2013, 09:17
 
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CAPITOLO XXV




Le sincere, fragorose ondate di applausi dell'ultima chiamata alla tenda, ancora risuonavano nelle orecchie di Eleonor mentre finiva di abbottonarsi l’ abito d'alta moda in seta che indossava. Un altro splendido Worth, in un satinato color crema che evocava un mare di stelle scintillanti, luminose come i raggi del sole quando bucano le nuvole del primo mattino in un giorno di primavera.

Pensò che fosse appropriato indossarlo per quella serata , nella quale con il resto della troupe avrebbe festeggiato la fine del trionfante Amleto che aveva permesso alla propria giovane stella di ascendere.

Soddisfatta della propria figura, tamponò il décolleté con due preziose gocce di Guerlain Jicky. Poi appagando la propria sensibilità estetica sistemò sulla testa l'affascinante diadema di piume e pietre tormalina. Compiaciuta della luminosa figura che vedeva riflettere nello specchio, sorrise, euforica al pensiero di come fosse stata accolta dal pubblico la propria recitazione, anche se si sentiva malinconica e triste per via della stagione teatrale finita. L'indomani avrebbe dovuto abbandonare il proprio camerino e tutti i preziosi oggetti personali con i quali lo aveva arredato. Non avrebbe avuto vicina la zia Millie per quel rituale, come invece era accaduto nel realizzare l'arredamento di quella sancta sanctorum.

Riconoscendo la serie di battiti sulla sua porta, esclamò : " Avanti!" Mantenendo comunque il proprio sguardo nello specchio così come il proprio viso all'interno della cornice , continuando a sistemare i suoi ricci così come il resto dell'abito...

William Terris, per un attimo dimenticò il proprio stato civile di uomo sposato , vedendo davanti a sè la splendida giovane donna nel pieno entusiasmo della sua giovinezza. Ma rendendosi conto della propria cupidigia, abbandonò subito quei pensieri, e annuendole , molto paternamente mormorò : " Eleonor, come sempre sei una visione celeste. Fortunato, l'uomo che catturerà il tuo cuore ...."

Eleonor voltandosi rispose appassionatamente a quell'affermazione, dichiarando. " Allora, sarà una lunga attesa per il signore in questione, perchè al momento non ho progetti d'amore..." .

" Ricorda la saggezza del Bardo, mia cara - così parlò Giulietta ed entrambi sappiamo bene cos' è successo ... " Le ricordò lui con dolcezza, ora ancora più sicuro di volerla lanciare nella prossima stagione teatrale nel ruolo di Giulietta . Poi decidendo di spostare la conversazione le dichiarò : " Questa sera ho invitato un giovane pupillo di Barrymore ad unirsi a noi ...ha sentito parlare della nostra piccola troupe shakespeariana qui all'Old Vic e vorrebbe un'audizione ... " Intimamente Terris sperava che si creasse sul palco una forte alchimia chimica tra quel Robert Hathaway ed Eleonor , avendo immaginato lui nel ruolo del suo probabile Romeo ed Eleonor invece , come la sua sicura Giulietta. E ciò lo avrebbe saputo per certo alla fine di quella serata , quando il suo istinto gli avrebbe detto se conoscendosi i due sarebbero stati colpiti dalla corrente di un fulmine.

"Oh ?" Esclamò Eleonor, quasi preoccupata di dover incontrare un collega che il leggendario attore - regista Maurice Barrymore di New York e il suo mentore consideravano degno della loro stima . E nonostante si dimostrasse distratta nel sistemare la catena d ' oro posta a tracolla della propria borsetta , Terris percepì ugualmente quello stato d'animo, e le domandò : " Eleonor, va tutto bene? "

Le sue perfette labbra si arricciarono apprezzando quell' interesse. " Si, grazie William ... semplicemente mi sento un pò smarrita, e se posso essere onesta devo rivelarti ... che sono un pò triste perchè la stagione teatrale è terminata e non ho ancora nessun programma per questa estate ... tra l'altro non sento mia zia da almeno un paio di settimane ..."

"In effetti, il termine di ogni stagione evoca questi agrodolci stati d'animo ... " Terris la comprendeva pienamente . " E poi la particolare magia che ha accomunato questa troupe, così come il copione della vita non potrà mai essere replicata ... " Disse lui mentre gli occhi di lei segnavano il proprio apprezzamento raccogliendo quella saggezza. " Come trascorrevi di solito le tue estati; le hai sempre organizzate insieme a tua zia, prima che partisse per New York?"

Un disteso silenzioso sospiro sfuggì dalle labbra di Eleonor. " Cambiavamo destinazione ogni anno ... a volte abbiamo villeggiato a Barcellona, altre volte sul Lago di Como, a volte a Firenze ... ma andavamo soprattutto a Deauville e a Cap- Ferrat ... Ma quest'anno non abbiamo fatto piani prima che partisse . Era come se fosse stata incerta sul suo tornare in tempo ... chissà forse ha pensato che avrei comunque, potuto trascorre una tranquilla estate in solitudine ... "

" Vorresti prendere in considerazione la Scozia? Se vuoi, posso dire a Jessie di lasciare libero il nostro cottage , si trova vicino la città di Kinross , sulle rive del lago di Loch Leven ..."

Il viso di Eleonor s'illuminò. " Oh, non è vicino al castello dove Maria Stuarda fu tenuta prigioniera? Andare in Scozia ... la terra di Byron e Scott, dove la storia del Macbeth è stata ambientata... penso che mi piacerebbe moltissimo, si! " La sua vena artistica la caldeggiava . Poi : " Ma voi dove andrete? "

" Abbiamo altri piani, non preoccuparti o non pensare che ci stai cacciando ... sappi che il cottage può ospitare comodamente anche tua zia, qualora decidesse di unirsi a te . Ti raccomanderò ai custodi e non preoccuparti di nulla ... mi assicurerò che ti procurino anche un pianoforte così che tu possa continuare la tua esercitazione quotidiana ... "

" Oh ma tutto ciò è meraviglioso, grazie ! " Esclamò la giovane donna abbracciando con gratitudine il proprio mentore .

Terris toccando simpaticamente la punta del nasino della bella Eleonor esclamò. " Allora considerala cosa fatta , mia cara! Ed ora che ne dici di andare a cena da Kettner?"

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"Come sempre il gradimento che si prova per il teatro si eleva maggiormente dopo un tale successo e una tale fine prestazione ..." Osservò con volto pensieroso il robusto giovane biondo . " ... Grazie cugino per avermi invitato , mi sono molto divertito. La giovane Ofelia ... poi, senz'altro un' affascinante incantatrice ... " Commentò ancora, mentre entrambi andavano incontro a quella prima serata di maggio allontanandosi dall' uscita dell 'Old Vic .

" Sei il benvenuto, Winston..." rispose Richard Grantchester , cercando di nascondere l'intensa malinconia che pervadeva il suo cuore al pensiero di ciò che più desiderava. Cosa avrebbe dovuto fare ora che la stagione teatrale era finita e aveva appena ricevuto gli ordini per il suo ultimo incarico come riservista? Ma la cosa che più lo addolorava era il fatto che non avesse raggiunto alcun reale progresso nel proprio corteggiamento con Eleonor Baker. “Dobbiamo festeggiare la promozione che hai ricevuto a Sandhurst e la tua nomina a Queen Own Hussars, nonchè il tuo prossimo incarico a Cuba ... So per esperienza , che quando si è di stanza nelle esotiche Colonie di Sua Maestà si è privi di queste belle performance teatrali..."

" Come del buon cibo!" Ma Winston Churchill gli obiettò : " Oh per questo non c'è bisogno di lasciare i nostri beati lidi Dickie ... ti ricordo che i piatti a Sandhurst non sono poi così prelibati ..."

Poi entrando nella carrozza privata di Grantchester . " Allora Kettner è di tuo gradimento , mio giovane sottotenente?" A Richard piaceva essere generoso con il proprio cugino di secondo grado, il quale appartenente alla famiglia Spencer-Churchill , non aveva comunque nè il suo titolo nè la sua ricchezza .Infatti Richard era stato nominato Conte al compimento della maggiore età ; mentre Winston lo si sarebbe dovuto sancire solo per Diritto d'Onore.

"Moltissimo!" Rispose Churchill entusiasta, " E per questo farò in modo che tu possa ricevere un doppio rifornimento di sigari Havanas ad Edimburgo. In un primo momento te ne volevo omaggiare per ringraziarti del tuo aiuto a Il Cairo avendo permesso di far rientrare lo scorso inverno mio padre, da quella campagna dopo essere stato terribilmente malato ... "

" Era mio dovere , Winston ..." Gli rispose sobriamente Richard, segnalando al cocchiere che poteva cominciare a far muovere la carrozza. " Il mio dovere solenne al mio Paese e ai miei parenti ..."

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Come sempre al termine delle serate degli spettacoli teatrali a Londra, i tre piani della bianca costruzione in stile Georgiano al numero 29 della Romily Street , erano brulicanti di ospiti in tutte le sale. I frenetici trambusti rumori provenienti dal piano più alto probabilmente appartenevano alla contessa di Warwick cortigiana della Malbourough House Set e al suo amante reale , Edward.

Ma Richard e Winston si trovavano invece, nella Brassière , dove avevano goduto di una raffinata cena francese per la quale il ristorante Kettner era famoso, al cui termine i due gentlemen ormai sazi , avevano deciso di raggiungere per il cocktail e i sigari l'angolo dello Champagne Bar ove chiudere la loro serata.

Fu solo quando Richard fece tintinnare il proprio bicchiere con quello di Winston per il classico augurio di brindisi, che girò la testa verso una risata frizzante che si espandeva allegramente attraverso l'intero salone. Lì, seduta sul bordo di un divano turchese vicino il bar, vi era Eleonor Baker , in compagnia di un gruppo di suoi colleghi attori . William Terris occupava la posizione centrale di quel divano a forma di U .

Richard, cercò di non apparire turbato a quella vista , e aspirando una lunga boccata dal suo sigaro , cercò disperatamente di allontanare il proprio sguardo da lei. Ma gli sembrò impossibile farlo, quella sera Eleonor era più incantevole che mai nel proprio meraviglioso abito ... per lui era come se in lei si fosse incarnata una dea dell'antichità ... forse Eos? La dea dell'aurora? Per Dio, era quello il motivo per cui non riusciva a ricacciare Eleonor dalla sua mente, dal suo cuore e dalla sua anima ? Lei era il sole di primavera alla sua luna malinconica?

Winston era confuso e sorpreso dalla reazione di Granchester. L'uomo infatti non era famoso per le proprie ed eventuali manifestazioni di passione. Ma seguendo la linea visiva dello sguardo di Richard, Churchill sentì dentro di sè l' impulso primordiale capace di scuotere dinanzi al casuale incontro con la perfezione fatta persona, che in quel momento si trovava di fronte a lui, riconoscendola nell'Ofelia che solo poche ore prima lo aveva rapito .

" Gesù Cristo, è molto più di una donna ... vero?" A Churchill sembrava che quella giovane donna possedesse una rara elegante bellezza felina, proprio come la sua adorata madre , la mitica Jenny Jerome , Lady Raandolph Churchill. " Americana. Senza alcun dubbio , vero Dickie ?"

Ma il ruggito bollente e irritato del sangue di Richard annebbiava la propria capacità di udire chiaramente Winston , mentre vedeva Eleonor allegra e sorridente avvicinare il proprio capo verso la figura di un uomo estremamente avvenente dai folti capelli ondulati castani , come il colore dei suoi occhi.

"Robert Hathaway, avete una lingua d'argento!" Eleonor lo punzecchiava scherzosamente.

" Dico solo la verità, Eleonor Baker ... La tua Ofelia non osa confronti , soprattutto perchè sei così giovane! Come posso non sentirmi in soggezione assoluta con un attrice collega che ha in sè tanta grazia di Dio'" Robert Hathaway era sinceramente entusiasta, anche se piuttosto infatuato da quella bellezza , da cui comunque era stato messo in guardia da Terris . " Sii prudente, Hathaway, lei sarà tua ma solo come Giulietta sul palco ..." Gli aveva detto all'inizio di quella serata.

" Oh, è forse off limits?" Robert era curioso . Forse Eleonor era l'amante di Terris? Questo avrebbe spiegato il perchè fosse così protettivo con lei.

" Te lo sto dicendo come se fossi suo padre o suo zio ... come colui che l'ha scoperta e che l'ha portata qui , sento di essere responsabile nei suoi confronti ... e sono molto serio in ciò. Lei è una creatura rara , e non è certo adatta ad un accoppiamento occasionale ... "

" Capisco ... " Fu la risposta di Hathaway " e comunque desidero lavorare con un talento di questo calibro ... dovrei essere pazzo a voler rovinare tutto..."


Ed ora mentre Terris li vedeva brindare con lo champagne , era felice di aver chiaramente impostato i limiti per quel virile Hathaway. Quei due avrebbero prodotto sul palcoscenico durante il prossimo autunno una vera e propria elettricità , sarebbe stato un successo garantito! Il Fato gli sorrideva generosamente , e lui ancora una volta avrebbe dovuto ringraziare la propria buona stella che gli aveva permesso di incrociare la strada di questa americana di grande talento e straordinaria bellezza.

"Ne ho abbastanza , Winston!" Balbettò Richard spegnendo rabbiosamente il proprio sigaro, sorprendendo il giovane Churchill che ancora affascinato continuava ad osservare Eleonor e la sua troupe. Richard non sapeva cosa fosse peggio , se il fatto che l'insormontabile golfo che lo avrebbe allontanato da lei era maggiormente aggravato dal suo nuovo incarico in Scozia, o il dolore straziante che il suo cuore e la sua anima stavano provando in quel momento nel vedere Eleonor dedicare con grazia calorosi sorrisi e confidenze ad un altro uomo.

Eleonor non aveva notato Richard , e certamente non si era accorta di come lui fosse uscito cupo dalla sala ... Lei aveva solamente colto la presenza di un giovane uomo robusto , dall'altezza media, il quale con due grandi teneri occhi , aveva sollevato il proprio cappello a cilindro salutandola mentre usciva dal Bar Cocktail e Champagne . Leggendo sulle sue labbra : " I miei rispetti, madame ... "

Edited by scacciapensieri - 6/12/2013, 21:29
 
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CAPITOLO XXVI



Eleonor aprì la finestra e inspirò profondamente l'aria del primo mattino. Sin dal suo arrivo , avvenuto all'inizio di quella settimana , era rimasta subito impressionata dal sano carattere e dalla chiara tonalità dell'aria scozzese, dovendo tristemente riconoscere , che quella di Londra a confronto non era altro che il risultato delle emissioni tossiche vomitate dalle potenti industrie presenti in città. Ringraziò in cuor suo Terris per averle organizzato in ogni particolare , il proprio soggiorno ; il suo avvocato James Waterhouse, conosceva il suo indirizzo e sapeva come eventualmente contattarla. Sperava che molto presto, grazie al solerte coordinamento di Mr. Waterhouse , anche la zia Millie potesse raggiungerla in compagnia dei suoi numerosi bauli L.Vuitton, dichiarandole la propria felicità nel poter godere anche lei , per la prima volta, di quella meravigliosa aria scozzese.

I McDouglas erano i custodi del cottage che ospitava Eleonor ed erano stati incaricati di prendersi cura di lei. Lui era alto e asciutto in confronto alla piccola statura di lei, ma sui loro volti vi era dipinta la loro innegabile , ben assortita reciproca soddisfazione . Costantemente i due sin dal suo arrivo si erano presi cura di Eleonor, assicurandosi di ospitarla nel migliore dei modi. Entrambi provavano una certa curiosità servendo un' americana, e lui sentiva di dover essere molto protettivo con Eleonor per via della sua giovane età e perchè affascinato dalla sua stella nascente e dalla sua vita trascorsa nel Continente . Era loro comunque lampante che nonostante ogni centimetro di quella signora testimoniasse l'appartenenza ad una classe superiore, lei nel proprio atteggiamento non faceva trapelare alcuna traccia della superiorità altezzosa tipica dei comportamenti della nobiltà inglese. Lei dimostrava loro il proprio interesse sinceramente , nella propria maniera onesta e temperata. E come risultato , l'anziana coppia di coniugi scozzese rimase toccata dal suo splendore , tanto da volerla cullare in racconti che riguardavano la campagna di Kinross e di Loch Leven.

Il cottage in pietra di Terris, era antico e rispecchiava la tradizione architettonica del posto, come testimoniato dalla copertura muschiosa dell'esterno, dai vetri piombati alle finestre e dalle scure travi di abete che sostenevano il tetto di paglia di erica. In uno dei telai delle finestre Eleonor aveva trovato inciso " Maria Regina A.D. 1567 " . La signora MacDouglas le aveva raccontato che si narrava che Maria , la Regina di Scozia si fosse nascosta lì prima che venisse scoperta e fatta prigioniera nel Castello di Loch Leven,dalla confederazione dei Lords che le erano contrari ; il suo destino era stato decisamente gestito dai suoi traditori.

Rimanendo fedele alla propria promessa, Terris aveva fatto in modo che un pianoforte venisse messo a disposizione di Eleonor per il proprio esercizio quotidiano , procurando la gioia dei custodi i quali invitati ogni pomeriggio all'ora del tè, assistevano alle sue esercitazioni musicali. Un cavallo ed una sella erano sempre pronti per una cavalcata.

In quella prima settimana , ormai Eleonor aveva stabilito una piacevole routine quotidiana. La mattina cavalcava per il proprio esercizio fisico, riposandosi poi in un angolo gradevole del lago di Leven, ove avrebbe dedicato almeno un paio di ore alla lettura e allo studio del dramma di Romeo e Giulietta, esercitandosi e provando la parte per la quale sapeva che Terris al proprio ritorno a Londra , all'inizio dell'autunno, avrebbe voluto farle un provino , anche se al momento lei ignorava che la parte di Giulietta in realtà era già sua e che avrebbe recitato al fianco di Hathaway, altrettanto ignaro dell'assegnazione già decisa nei suoi confronti , della parte di Romeo. Meticolosamente Eleonor sottolineava i passaggi o i dialoghi per i quali voleva ulteriori approfondimenti o per i quali sapeva doveva concentrarsi maggiormente.

Nel pomeriggio, dopo pranzo si esercitava al pianoforte per almeno un paio di ore. A volte accompagnava i MacDouglas in città, osservando attentamente i ritmi e i colori di quella piccola cittadina scozzese , ascoltando le vari sfumature degli accenti locali.

Una mattina , alla fine di quella prima settimana, Eleonor sorprese i MacDouglas salutandoli con un : " Mdain mhath, ciamar a tha sibh?" in perfetta prununcia gaelica scozzese.

" Oh , la ragazza pronuncia la nostra lingua come fosse vissuta da sempre in questa terra! " Esclamò Mr. MacDouglas in tono stupito a sua moglie, mentre Eleonor sorrideva graziosamente ad entrambi con profonda soddisfazione avendo avuto conferma della propria abilità mimica.

" Miss Eleonor, ormai siete legata a questa terra , non importa quanto lontano voi andrete ..." Le disse quindi la signora MacDouglas presagendole dolcemente . " .... Vi reclamerà come sua …".

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In pochi giorni , grazie alle passeggiate quotidiane, Eleonor cominciò a conoscere bene la zona circostante. Era incuriosita da un grande e bellissimo castello che abbelliva la zona e che era ben visibile dal giardino del cottage. Era situato nella parte più alta della collina e dominava il paesaggio, ostentando probabilmente una meravigliosa vista sul lago di Loch e i suoi dintorni. Grazie alle proprie conoscenze sui vari stili architettonici, aveva riconosciuto quello del castello come palladiano.

"E' del Duca di Grantchester ..." Tenne ad informarla la signora MacDouglas, mentre un pomeriggio aveva casualmente notato la giovane guardare attentamente la grande e magnifica residenza.

"Non mi sembra molto scozzese!" Ebbe a fare notare Eleonor.

"Infatti, signorina, è proprio così. I Grantchester ottennero il possedimento di quella nobile dimora e di tutta la contea , quando un loro antenato contrasse matrimonio con un ' ereditiera della House di Bruce. Ma nonostante quel Granchester fosse venuto in possesso di queste terre e dell'intera proprietà, non mise mai radici in questa valle beata ..."


" Ed ora vi dimora qualcuno? " Le domandò Eleonor incuriosita da quel racconto che la signora MacDouglas aveva voluto condividere con lei. Mentre rifletteva sul fatto che sicuramente quella proprietà ducale così antica conservava nel proprio interno importanti testimonianze storiche che avrebbe avuto piacere di vedere ...

La signora MacDougal scosse il capo. " Difficile dirlo signorina Eleonor. I Gouz sono i custodi incaricati, e vivono nella tenuta in un cottage. Loro non sono scozzesi, e se vuole contattarli ..."

Il rumore in avvicinamento degli zoccoli di un cavallo spinse le due donne ad abbandonare quella conversazione e a guardare entrare il conducente . Un giovane dall'esile corporatura annunciò : " Posta per Miss Baker ..." Estraendo e porgendo sollecitamente dalla propria tracolla in pelle, una busta.

Il cuore di Eleonor sobbalzò, erano forse notizie della zia Millie? Quindi ringraziò quel corriere pagandolo quasi indelicatamente , tanta era la fretta di strappargli via quella busta mal contenendo il proprio entusiasmo.

Ahimè , la lettera non proveniva dall’avvocato Waterhouse , bensì da Terris. Ma nonostante ciò , lei era felice di avere notizie dal suo mentore.

Eleonor,

l'ufficiale Impresario di Corte di Sua Maestà, Paolo Tosti, mi ha contattato per raccomandargli un artista per lo svolgimento di una serata , il prossimo sabato , nel castello di Balmoral. Io stesso alcuni anni fa, ho avuto l'onore di leggere Wadsworth e Scott per Sua Maestà, e ho subito pensato a te e alla tua abilità nel suonare il pianoforte. Vuoi gentilmente prendere in considerazione la possibilità di esibirti in un concerto per Sua Maestà? Se accetti, devi telegrafare subito a Paolo Tosti presso Balmoral per confermare e prendere gli accordi necessari. Ti verranno date direttive sul alcune linee guida che dovrai osservare riguardo il portamento e l'abito da indossare per l'occasione , ma io conoscendo profondamente il tuo stile, non ho alcun dubbio che tutto ciò sarà per te molto familiare e naturale.

Per il meglio.

Terris


"Un concerto privato per la Regina Vittoria?" Eleonor rifletteva, eccitata. Chissà se questa grandissima occasione le sarebbe mai capitata se avesse seguito la sua iniziale aspirazione di diventare un 'abile pianista per concerti internazionali. " Oh, zia Millie , se solo tu fossi qui, con me!" Pensò malinconicamente , preparandosi mentalmente ad accettare e a dare quindi la disponibilità per la propria esibizione davanti a Sua Maestà.

"Nella mia terra! Che invito, Miss Eleonor! " Cinguettò la signora MacDougall carica di orgoglio materno. "Andrete, signorina?"

Eleonor immaginò la zia Millie , e di come le sarebbe apparsa raggiante a quella notizia. Quindi girando i suoi grandi occhi luminosi verso la donna scozzese.

Le rispose , sorridendo . " Credo che accetterò!"

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Richard Grantchester era impegnato nella lettura della propria corrispondenza. Quel suo ultimo incarico come riservista , che gli era stato assegnato, era quello che più odiava . Egli era si, l'ufficiale più anziano presso la sede di Edimburgo , ma il compito che lo attendeva in ufficio era di vagliare enormi cumuli di carta , documenti, mandati , commissioni , autorizzazioni di spese per costruzioni di opere pubbliche in Scozia. Nulla a che vedere con gli eccitanti servizi di supervisione di grafici rinvenuti nella giungla delle colonie inglesi in Honduras e che erano state prelevate all'insaputa del governo del Guatemala ; oppure del coordinamento che lo aveva tenuto impegnato durante gli scavi a Tebe in Egitto.

Per sua fortuna, però, mentre durante la settimana alloggiava al centro di Edimburgo, durante il fine settimana era libero e si recava presso il castello Granchester. Ma nonostante ciò, da quando aveva lasciato Londra, era avvinto da un forte e cupo stato d'animo , e doveva seriamente impegnarsi per ricorrere ai propri atteggiamenti flemmatici e poter apparire di un umore normale, tale da non far trasparire il proprio vero stato d'animo. Eppure, Edgard, il suo maggiordomo aveva capito che il proprio signore in quei giorni era più irascibile del solito, e inspiegabilmente beveva un paio di whisky in più al giorno. Non gli era mai apparso in quello stato , nemmeno durante i lunghi anni di doveroso servizio che aveva svolto in altri continenti e si domandava cosa attraversava Richard Geoffrey Grantchester per renderlo così.

Richard cercò di mettere il proprio malumore da parte, concentrandosi per iniziare a leggere quella lunga pila di documenti , quando la sua segretaria bussando alla porta del proprio ufficio richiamò la sua attenzione.

"Sua Grazia, il Duca di York, Sir" Gli annunciò.

Dopo tanti giorni, il suo spirito si risollevò un pò, felice di poter posare la propria Schaeffer . La figura del suo più caro amico entrò nell’ ufficio e dopo il necessario inchino per onorare l'etichetta di corte, fu senza dubbio la loro stretta di mano , ad unire il legame tra loro.
"Bene , Dickie, finalmente sei giunto in Scozia! Sembri un pò più malinconico del solito, forse non ti stai godendo la tua residenza , abbastanza? " Gli domandò il principe in maniera gioviale mentre si accomodava.

" Oh .. mi devo ancora ambientare a questa tranquilla routine ... " Rispose Richard, mentre si alzava per versare del whisky liscio in due bicchieri. " Avevo dimenticato quanto potesse essere splendida l'estate qui in Scozia. Posso capire Sua Maestà che preferisce Balmoral a Frogmore ..." Mentre porgeva all'amico due bicchieri di cristallo Waterford ricolmi di un diciasettenne Oban, che li unì alla loro salute.

Il Duca di York ne bevve un sorso riconoscente, grato a Grantchester per il suo gusto impeccabile. " Infatti, se sono qui è anche per questo motivo. Vuoi unirti a noi durante questo weekend , a Balmoral? Mi piacerebbe averti vicino e Sua Maestà vorrebbe sentirti parlare del tuo tour in Egitto ..."

Richard gemette interiormente. Per quanto lo divertisse stare con George e May, e fosse devoto alla Regina sua madrina , egli segretamente detestava l'atteggiamento libertino del Principe del Galles. E dal momento che quelle erano le prime settimane di vacanza della Regina a Balmoral, molto probabilmente Edward sarebbe stato anche lui , lì. E a differenza di suo padre il Duca, Richard detestava fare la corte al futuro re d'Inghilterra. Eppure, il suo profondo senso del dovere gli diceva che sarebbe dovuto andare , perchè non aveva nessuna ragionevole scusa per non accettare.

George comunque avvertì l'esitazione di Richard e a bassa voce lo incoraggiò mormorandogli : " ... Mio padre non ci sarà Dickie ... e l'impresario di corte porterà una pianista che ha studiato con il Maestro Isidore Philipp di Parigi. Potrai godere di un buon concerto al pianoforte, quindi sono sicuro che questo che sta per arrivare sarà un bel weekend per te ...

Richard non era ancora del tutto convinto, ma gli rispose ugualmente : " Grazie Sir per il tuo premuroso invito ..." Poi mandando giù l'ultimo sorso di whisky." Si, sarò felice di unirmi a voi a Balmoral per questo fine settimana ..."
 
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CAPITOLO XXVII



Paolo Tosti, partito da Ancona come povero musicista italiano, grazie al proprio fortunato destino era riuscito a diventare Impresario di Corte della Famiglia Reale Britannica . Egli aveva il chiaro compito di cercare artisti talentuosi degni di intrattenere la Regina Vittoria, la quale grazie a lui potè vedere esibire dinanzi a sè Sarah Bernhardt, William Terriss, Gilbert e Sullivan e molti altri.

L'uomo inizialmente mitigò il proprio entusiasmo quando vide apparire la giovane sirena Eleanor Baker, pensando che quella ragazza nonostante il precoce talento , sicuramente aveva ancora molto da imparare. Eppure non appena sentì il delicato fruscio del suo elegantissimo abito seguirlo, capì immediatamente il motivo per il quale il pubblico londinese si era innamorato della Ofelia che lei rappresentava sul palco. Continuando comunque a sperare che la raccomandazione di Terris , non si rivelasse esagerata.

" Capisco che Sua Maestà apprezzi il nudo in tutte le sue forme, ma devo dire che sono rimasta colpita sulla vostra indicazione riguardante l'abbigliamento adeguato per il concerto di questa sera …" esclamò Eleonor , continuando coraggiosamente a dire . " Ammetto che sono stata un pò sorpresa riguardo la richiesta di indossare un abito dalla profonda scollatura ..."

Tosti si fermò, mostrando un diverso apprezzamento per quella giovane donna . Pensando limpidamente che pur essendo un' attrice, doveva aver ricevuto un' ottima educazione , qualsiasi altra persona appartenente al suo entourage non avrebbe messo in dubbio quella disposizione reale , esprimendo una simile perplessità. Rabbrividì al pensiero di quelle superficiali attricette che Edoardo il principe del Galles si portava a letto . E quindi le rispose dicendole: " Come avete acutamente osservato miss Baker, sua maestà ama la bellezza e le opere d'arte in tutte le loro espressioni … proprio come un pittore e così lei nella sua giovane bellezza ..."

"Forse ricorda a Sua Maestà, la propria gioventù ?" Gli rispose Eleonor, intuitivamente.

Tosti la guardò intensamente mentre si avvicinavano verso La Sala della Musica di Balmoral, dove la regina e i suoi ospiti attendevano. La ragazza era più intelligente della maggior parte delle sue coetanee, e probabilmente anche delle persone più grandi di lei, riflettè. Quindi fermandosi nuovamente e con rinnovata stima , toccandole paternamente una spalla , le mormorò: " Sei molto perspicace Miss Baker . Farai sicuramente bene, ottenendo la grazia e i favori di Sua Maestà ..."

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Richard non riuscì a credere alle proprie orecchie quando Tosti annunciò le esibizioni di quella serata. Non aveva mai sentito parlare di Ada Crossley , il contralto australiano , ma aveva sentito bene che Eleonor sarebbe stata la pianista e la principale interprete? Sentendo il delicato applauso accompagnare l'artista durante la propria presentazione , avvertì il proprio cuore ardere dalle fiamme, proprio come una fenice che brucia di speranza e passione. Riuscì a malapena a contenersi quando George chinandosi verso il suo orecchio gli mormorò entusiasticamente : " Dickie, ma è l'Ofelia che abbiamo ammirato in teatro appena due mesi fa!" Richard gli annuì educatamente , battendo le proprie mani più energicamente , smettendo di farlo solo per ultimo, quando la Regina si alzò per salutare Eleonor.

Così come disposto dal volere della regina le artiste di quella serata , avevano dovuto indossare un abito dalla profonda scollatura e quello di Eleonor rivelava le forme di un seno perfetto sia nelle dimensioni che nella forma. Il blu intenso di quell'abito di raso in seta era così spettacolare, che sembrava quasi un porpora reale. E l' inchino verso il pubblico evidenziò il tessuto interno della scollatura , un setoso velluto di un viola scurissimo , mentre le curve che avvolgeva ricordavano la sinuosità del ferro battuto della Reggia di Versailles. Sparse tra i capelli d'oro della pettinatura , vi erano piccole stelle di platino tempestate di diamanti e zaffiri. E a meno che la stima di Richard non si fosse appassita, Eleonor Baker indossava una piccola fortuna di alta gioielleria tra i capelli, confermandogli così, la propria convinta intuizione che lei avesse ricevuto la più squisita delle educazioni . Riconoscendo tra l'altro che il colore di quel vestito unito a quei preziosi corindoni facevano maggiormente risaltare e rendere più profondi i suoi occhi tanzanite. Lo sguardo di Richard la seguiva incantato mentre l'ammirava scendere in quell'inchino profondo ed elegante verso la Regina Vittoria.


La Regina toccandole delicatamente il mento, sfiorò con il pollice la sua guancia, dicendole: " Siamo lieti della sua presenza ..." apprezzandola entusiasticamente. Mentre alla luce leggera del salone, la divina bellezza della giovane donna veniva esaltata dallo scintillio pulito ed espressivo del suo sguardo catturato dal colore dell'indaco . " Sono impaziente di ascoltare il vostro talento, ci è stato riferito che è superbo ..." invitandola ad alzarsi.



La flessuosa figura si alzò con grazia e leggerezza, riconoscendo che il pubblico presente era rimasto rapito e silenzioso a guardare quella presentazione. Richard era grato che il suo posto si trovasse nella parte posteriore del salone , perchè non avrebbe voluto essere subito notato da lei e quindi informarla della sua casuale presenza in quella serata. Coloro che erano già stati presenti altre volte , presso il castello di Balmoral, ospiti della Regina in occasione di altri concerti privati, capirono che quella giovane donna già godeva i favori della sovrana. Eleonor s' inchinò di nuovo al pubblico, elegantemente, quindi concentrandosi sulla Regina Vittoria , domandò: " Posso iniziare, Vostra Maestà?"

La regina Vittoria , ansiosa, fece segno con il ventaglio.

Eleonor sistemò lo strascico del proprio abito , accomodandosi sulla poltroncina davanti il pianoforte. " Vostra Maestà, per suo godimento ho aggiunto al brano che ho scelto per voi del compositore Bizet, un'altro del medesimo autore, ma ancora sconosciuto: Le variazioni cromatiche . Questo brano fa parte di un corpo di opere che il maestro Bizet non ha avuto il tempo di far pubblicare perchè morto prematuramente, ma il maestro Isidoro Philipe, mio insegnante e impresario di Bizet, mi ha insegnato a suonarlo , ed ora in onore di questo incontro e della Sua Augusta Maestà, sono felice di poter condividere questo capolavoro con voi..."

L'intera sala assisteva senza fiato , colpita dalla radiosa bellezza di quella giovane artista, ma nessuno più di Richard aveva il cuore pronto a scoppiare per gli attacchi che la sua visione e la sua voce producevano sulla propria anima soggiogandola maggiormente a lei. Lui cercava disperatamente di fare piccoli respiri silenziosi, trafitti ogni volta dal volo leggero delle dita di Eleonor sui tasti del pianoforte , ed avendo lei grande padronanza dello strumento ... riusciva con i suoi tocchi magistrali a produrre un' arte intensa, insolita e accattivante come quella che riusciva a rappresentare a teatro e che lui già apprezzava, le note di quel brano arrivavano pienamente e attraverso la sua abilità artistica riuscivano a raggiungere tutti nella loro individuale sensibilità, elevando l'intera platea ad un' alta vibrazione celeste .

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Sembrava che a tutti in quel salone durante l'intervallo, fosse diventato necessario avvicinarsi a lei per congratularsi e lodarla. La regina era stata piuttosto veloce in ciò. " Mia cara Miss Baker ... non riesco a pensare di non averti ancora mia ospite qui o a Windsor. Non puoi non tornare di nuovo a noi, ormai siamo stati rapiti dalla tua presenza e dall' esibizione di questa sera! "

Ma fu solo quando il Duca di York le si avvicinò, chinandosi a lei per salutarla e baciarle la mano guantata, che Eleonor scorse l'affascinante figura maschile avvolta in un elegante divisa rossa Mess Dress della Royal Engineer, rendendosi improvvisamente conto del motivo per il quale durante la propria esibizione avesse sentito su di sè uno sguardo particolarmente intenso....

- Impossibile! Tra tutti gli uomini presenti in Scozia, anche lui a Balmoral!!!! Mentre la sua mente elaborava nervosamente. Solo i più intimi amici all'interno della cerchia della famiglia reale vengono invitati a Balmoral ... questo significa che ....significa solo che ...

"Oh, il Conte di Ely è qui!" Sentì sussurrare dietro di sè da una voce femminile. " Non ho più avuto modo di incontrarlo da quando ci ha lasciato per raggiungere le Honduras Britanniche!"

"Un vero peccato per sua moglie, quella povera ragazza non meritava di morire di malaria tra quei rozzi e pagani americani!"

" Parola mia, è diventato ancora più virile da allora !" Disse completamente inebriata, la prima donna che aveva parlato.

Eleonor mantenne la calma inchinandosi dinanzi al Duca di York , che ricambiò il saluto facendole segno di alzarsi.

"Miss Baker, posso porre solo allori ai suoi piedi ! E' stata un'esibizione meravigliosa!" Le riconobbe il principe George mostrandole entusiasmo. " Vorrei presentarla a Richard, il Conte di Ely ... entrambi abbiamo ammirato la sua Ofelia a teatro durante la scorsa stagione all'Old Vic ... affascinante e magistrale!"

Come avvolta da una nebbia onirica , Eleonor tese di nuovo la propria mano, e i suoi occhi inesorabilmente furono bloccati con essa. Le ginocchia le tremavano mentre si rendeva conto che il suo instancabile corteggiatore , Richard Geoffrey, apparteneva alla più alta aristocrazia del Regno Unito. Lei lo salutò con un piccolo, impacciato inchino, sollevando leggermente il sopracciglio sinistro. "My Lord ..." mormorò adeguatamente, disposta a recitare la parte di una prima presentazione, a beneficio del Duca di York.

Richard aveva preso la sua mano tra le proprie , baciandogliela devotamente , riconoscendo di fallire miseramente nel tentativo di nascondere l'ardente fervore per la donna che ormai era proprietaria del suo cuore. Lei riuscì a sentire le sue calde labbra sulla sua pelle attraverso i guanti di velluto che indossava, mentre il suo stomaco precipitava verso il basso.

" Vuole cenare con noi, Miss Baker?" Le chiese il Duca di York segnalandole con lo sguardo che sarebbe stata ospite anche della duchessa di York.


- Oh no... io devo andarmene!
Eleonor era in preda al panico, si sentiva come pericolosamente vicina ad un incendio che stava per avvolgerla e consumarla. Quella sera aveva programmato di soggiornare nel vicino Deeside Inn , ma ora la sua mente le diceva che doveva mettere distanza, una grande distanza tra lei e Richard Geoffrey, il Conte di Ely. Doveva tornare a Kinross il più in fretta possibile.

"Mi dispiace essere così inopportuna, Vostra Grazia ...", rispose, ringraziando George direttamente, evitando lo sguardo di Richard, "ma questa sera devo tornare nella mia abitazione ..."


I baffi di George si arricciarono con aria interrogativa. "Oh! Un vero peccato, davvero. Ma sono sicuro che la vedremo ancora Miss Baker ... " rivolgendole un educato inchino. Lei rispose velocemente a quell'inchino , cercando di allontanarsi lentamente sapendo comunque che sarebbe voluta fuggire veloce come i suoi piedi sapevano portarla.

Il cuore di Richard partì dietro di lei. " Io...voglio scortarla ..." mormorò a George , come se si trovasse in uno stato confusionale, ma il reale d'accordo con lui gli rispose: " Ma certo, certo Dickie , raggiungila pure..." inconsapevole dei veri sentimenti che il suo amico provava per quella stella.

" Caro, rispettoso Dickie, come sempre così galante ..." mormorò a George la Principessa Mary, Duchessa di York . " La sua anima ha bisogno di una moglie, dolce dolce , proprio come lo era la cara Penelope ..." facendo scivolare il proprio braccio nell'incavo del marito mentre il ciambellano di corte suonava il campanello per annunciare la prossima performance.

" Si, cara..." mormorò George, focalizzando il suo sguardo sulla prossima artista, la solista d'opera Ada Crossley.

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Continua .....

Edited by scacciapensieri - 19/1/2014, 22:47
 
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Continuo del ....

XXVII Capitolo



Eleonor gettò velocemente sulle proprie spalle uno scialle di cachemire per ripararsi dall'improvviso tremore che aveva avvertito uscendo dal Castello di Balmoral. Nella propria fretta , aveva perso l'orientamento , e non aveva capito di essere finita nei giardini . Si rimproverò sommessamente, non potendo comunque fare a meno di ammirare le delicate sfumature rosate che il tramonto scozzese le stava regalando, mentre Ada Crossley, il contralto australiano , aveva appena iniziato a cantare “L'amour est un oiseau rebelle “ in linea con la serata a tema dedicata a Bizet.

"Miss Baker, posso accompagnarla?" Sentì la sua voce dietro di lei. I piedi di Eleonor si mossero più velocemente , rendendosi comunque conto di non sapere dove stavano andando.

"Miss Baker, posso accompagnarla??!..." Richard la chiamò nuovamente , sempre seguendola , cercando di nascondere la propria ansia di perderla. Doveva assolutamente scoprire dove alloggiasse, a tutti i costi. E se non vi fosse riuscito attraverso di lei, allora lo avrebbe chiesto all'impresario di corte, l'italiano Tosti, il quale doveva sicuramente sapere dove rintracciarla. Richard non aveva intenzione di arrendersi facilmente, non questa volta.

Poi con passo svelto e determinato riuscì a raggiungerla. " Miss Baker la prego ..." fermandola e toccandole una spalla ,facendola voltare verso di lui, per guardarla in viso.

" Dunque siete il Conte di Ely??? " Gli sibilò lei tra i denti, cogliendolo di sorpresa.

" Si, ma questo non dovrebbe essere importante , miss Baker ...Eleonor ..." le professò lui.

" Ah!! Non lo è !!! Mi è sembrato di capire che il principe reale di Sassonia Coburgo Gotha, vi consideri un intimo amico!!" Gli scattò lei.

" Ma sono anche un uomo, come tanti altri. Con un cuore che batte, che spera e che sogna ..." le confessò, come mai gli era accaduto di fare prima.

" Che sogna? Pensavo che tutti gli inglesi vivessero pensando ai loro doveri! " gli rispose lei accusandolo.

"Eleonor ... da quando ti ho conosciuto ... mi hai dimostrato che è giusto sognare ... sognare in grande ... con coraggio ... onestamente, e vivere, vivere pienamente!" Mai in tutta la propria vita aveva rivelato così tanto di se stesso . "E tu sola sei capace di farmi sentire in questo modo , ed io non posso fare altro che seguire queste emozioni e sperare che questi sentimenti si realizzino completamente!"

Gli occhi di lei si indurirono bruscamente! " Oh per favore! " Gli ribattè sarcasticamente, lasciandosi andare ad una risata nervosa, pronta ad una pungente perspicacia.

" Vi conosco e ho sentito parlare di voi reali e aristocratici inglesi, sempre in cerca di fugaci divertimenti al di fuori della vostra nobile e ricca cerchia .... siete solo degli ipocriti! Guardate il popolo dall'alto verso il basso , sfruttando le loro umili condizioni che comunque alimentano il vostro stile di vita e i vostri guadagni, e siete sempre pronti a distruggere e devastare la vita degli altri per le vostre gratificazioni sessuali, sfoggiando la vostra alterigia. Ebbene sir, sappiate che io non sono Lilly Langtree*! Sono una donna economicamente indipendente, colta, che ha mezzi propri, proprietaria della sua mente e soprattutto del suo corpo .... basto a me stessa e prendo seriamente la mia professione. Solo io deciderò a chi donare il mio amore se e quando esso si presenterà a me!"


Quel fuoco indomabile lo attizzò maggiormente , scatenandogli il desiderio di volerla conoscere più intimamente. Perfino nell'imbrunire di quel vespro , riuscì a vedere brillare la tanzanite che lampeggiava nei suoi occhi mentre gli parlava. " Non vi risparmiate in nulla, my lady , ma in una cosa vi state sbagliando ..." Le rispose lui deciso.

" E in cosa? " Gli domandò, mentre sentiva il sangue scorrere caldo nelle sue vene.

" Si... riguardo all'amore. Esso vi si sta presentando in questo momento ... io sono sinceramente innamorato di voi, Eleonor Baker! “

E coraggiosamente, con un rapido movimento, la colse di sorpresa catturandole la bocca con un bacio ardente e determinato. Ma aveva appena iniziato a gustare il sapore dolce e puro della sua bocca che uno schiaffo furibondo e ben assestato della mano di lei sostituì la celeste , inebriante sensazione delle sue labbra con un forte bruciore sulla sua pelle.

"Siete un rozzo maleducato!" Gli sibilò Eleonor rabbiosa, mentre raccogliendo le proprie gonne si allontanava velocemente , furiosa con lui per averle rubato il primo bacio , e furiosa con se stessa per la calda, prepotente agitazione che la pervadeva e che sembrava perfino aumentare in quelle occasioni in cui il solo pensiero di lui le sfiorava la mente.

Finalmente, riuscì ad orientarsi riuscendo a raggiungere il cocchiere assunto , felice di lasciare il castello di Balmoral prima che facesse definitivamente buio. Il suo seno si alzava e si abbassava pesantemente per via della sua irrefrenabile corsa e per i momenti che aveva appena vissuto con quell'insopportabile rozzo che sosteneva di essere un ufficiale e gentiluomo. Perchè mai il destino stava giocando in maniera così ironica con lei, se nemmeno in Scozia riusciva a mettere una sufficiente distanza tra lei e l'infaticabile tenacia di quell’uomo?!?!


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"Siamo arrivati my lady ..." Il cocchiere la chiamò, esausto per via di quell'inaspettato cambiamento di destinazione . Eleonor che si era cullata in un sonno agitato grazie al dondolio della carrozza, si svegliò di soprassalto. Ripresasi dall'assopimento, scese dalla carrozza aiutata dal cocchiere, felice di vedere le luci accese all'interno del cottage, non capendone però il motivo dal momento che il suo ritorno era atteso solo per il giorno successivo. Pagò lautamente il cocchiere , triplicandogli il compenso che avevano inizialmente pattuito, e questo perchè aveva accettato a quell'ora di sera il cambio di destinazione senza fare troppe domande, esitare o procurare ritardo. Felice di essere tornata, prese la sua borsa da viaggio, e spinse il cancello del giardino che fortunatamente era rimasto aperto.

Entrando in casa , trasalì sorpresa, riconoscendo la figura del suo avvocato , seduta sulla sedia accanto al caminetto acceso.

" Come mai qui, Mister Waterhouse! " Esclamò Eleonor, confusa, in piedi e immobile davanti a quella visita inaspettata.

Il viso aquilino di Waterhouse assunse un'aria greve e solenne . " Miss van der Wahl ... mi rammarico di informarvi della prematura scomparsa di vostra zia , Mrs. Millicent Therese Van der Whal Ascher ..." . Mentre il ciocco di larice che bruciava nel camino, cadeva pesantemente su un tappeto di braci incandescenti.



Il prossimo capitolo , il XXVIII , verrà postato in sezione Hot Fanfiction.



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*Lillie Langtry (Jersey, 13 ottobre 1853 – Monte Carlo, 12 febbraio 1929) è stata un'attrice inglese. Di rinomata bellezza, chiamata "Jersey Lily" (il giglio di Jersey) in vita ha avuto moltissimi spasimanti ed amanti importanti dell'epoca vittoriana, incluso il futuro re Edoardo VII (l'allora Principe del Galles).

Edited by scacciapensieri - 25/1/2014, 21:05
 
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Di ritorno dalla sezione hot ....



Capitolo XXIX




23 Giugno 1895

Caro William,

non posso dirti quanto imprevedibile possa essere stata per me questa estate in Scozia. E non posso che ringraziarti dal profondo del mio cuore , perché essa ha portato un radicale cambiamento nella mia vita.

Dall'ultima volta in cui ci siamo visti, ho perduto improvvisamente la mia amatissima zia, ma ho sorprendentemente guadagnato un meraviglioso ed amorevole marito. Mai avrei pensato sarebbe stato possibile, misurare una tale beatitudine tra un uomo e una donna.

Lui e la piccola famiglia che stiamo costruendo , ormai sono la mia vita.

Non potrò mai ripagarti per la gentilezza e i premurosi progetti professionali che hai sempre avuto nei miei confronti. Per il momento però ho intenzione di mettere da parte quei piani . Spero tu mi capisca, e sostenga questa mia decisione.

Non ho più bisogno di alloggiare nel tuo bel cottage , ma è mia intenzione mantenere i Mac Dougalls a mio servizio a tempo indeterminato.

Caro William, ti sono grata per la paterna amicizia e i tuoi insegnamenti. In realtà, è stata una stella molto fortunata a portarti a me in quel di Parigi, e il mio attuale stato di felicità non può che essere ricondotto al nostro fatale incontro , quasi un anno fa, nei Giardini di Lussemburgo. Non so tra quando potrò rivedere te e Jessie, ma fino ad allora , vi confermo sinceramente e rispettosamente,

Eleonor

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Terris sentì il colorito fuggire dal proprio viso e la sua bocca inaridirsi in completo stato di shock. Riusciva a malapena a credere alle parole che aveva appena letto, e contro ogni suo migliore e razionale giudizio , rilesse quella lettera ancora una volta, per garantirsi il pieno possesso delle facoltà mentali di Eleonor.

Non vi era alcun dubbio circa la sua calligrafia e le sue rivelazioni, il classico e discreto contegno di Eleonor, gli aveva fatto sottilmente capire che avrebbe dovuto custodire con la massima riservatezza il suo nuovo stile di vita e questo marito.


In silenzio riconobbe che il feeling e la magia che pensava di aver rinchiuso in una bottiglia e che avrebbe voluto liberare nuovamente durante la programmazione del "Romeo e Giulietta" della prossima stagione teatrale dedicata a Shakespeare , era ormai in rapida evaporazione. Senza la presenza di Eleonor nulla sarebbe stato vicino ad un successo di critica e di pubblico ed era sicuro che li avrebbe presto rimpianti e reclamati , davanti a quell'improvvisa, impetuosa negazione!

"Oh Eleonor ... che cosa hai fatto!" Lui la rimproverava duramente, chiedendosi con quali parole d'argento quel corteggiatore era riuscito a sedurre la sua convinta indipendenza , tanto da farla precipitare in un rovesciamento così radicale della propria vita.

"Quel che è fatto, è fatto ... " Terris poteva sentire nel suo orecchio, le parole proclamate sul palco da Lady Macbeth.

Avvilito, ripiegò pesantemente quella lettera nella busta, prendendo in mano il tomo dell'opera di Romeo e Giulietta , inserendovi con attenzione quella missiva.

Udì il libro chiudersi in un rapido scatto, e lo posizionò nel suo scaffale di lettura. Davvero rassegnato, Terris sperava soltanto, che nulla trafiggesse il sensibile delicato cuore di Eleonor Baker, quando meno se lo sarebbe aspettato. Ma se così doveva avvenire , allora lui sapeva quale triste tipo di futuro avrebbe atteso quell'artista soave.


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La stanza è ancora cupamente buia, nonostante i dorati raggi del primo sole comincino a filtrare . Il capo di Sua Grazia è accasciato in avanti, appeso pesantemente tra le sue spalle stanche. L'antico bicchiere di cristallo è ancora saldamente tenuto dalla sua mano destra, una piccola mezzaluna di Jameson vi attende il compito di placarlo in un ultimo sorso.

Posso facilmente vedere le umide prove delle struggenti emozioni che durante la notte sono naufragate sulla sua camicia sotto la cravatta allentata.

Durante i miei 30 anni di servizio , ho visto Richard Grantchester in questo stato solo tre volte ... la prima quando la ferrea volontà del padre di Sua Grazia calo su di lui annientandolo con tutta la sua forza in quel terribile giorno del 1897, poi alla fine del 1912 quando il giovane padrone Terence coraggiosamente sfidò Sua Grazia riguardo alla sua vera madre, e la terza volta nell'autunno del 1913, quando la vendicativa volontà di Sua Grazia ha imitato il medesimo comportamento che fu del padre sul figlio prediletto dal carattere altrettanto impavido come la loro tigre esige.

Ma in questo momento, mi appare chiaro come il giovane Grantchester abbia sconfitto il suo intrattabile padre nella loro decennale battaglia di carattere e determinazione ... oh Terence , che fulgido uomo sei diventato! Ti ho già ammirato due volte sul palco, e il mio cuore si è gonfiato in un crescendo di orgoglio! Le ultime dolorose parole che la signora tua madre ha rivolto a Sua Grazia si sono avverate!

Oh, se solo tu sapessi quanto tuo padre ti ha amato e ancora ti ama ...

Discretamente tolgo il piatto della cena e delicatamente prendo il bicchiere che è ancora tra le mani di Sua Grazia . Non oso disturbarlo o svegliarlo. Non posso però non raccogliere , ancora una volta , sulla sua nobile fronte , quanto dolore vi sia inciso.

Richard Geoffrey Grantchester. quanti amari rimpianti e desideri sono stati imprigionati e abbattuti nella vostra solitudine ... riuscirà un giorno la luce di coloro che più avete amato e tradito, tornare a brillare ancora una volta in voi?

Dopo avervi servito per così tanti anni, è l'unica cosa che io mi auguro possa accadervi.


Edited by scacciapensieri - 22/8/2014, 10:16
 
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