CITAZIONE (Bridget95 @ 6/9/2012, 13:29)
Cara Italia, non farti ingannare dal numero 95, è solo una data con un particolare significato, ma sono della classe 1967 per cui ti capisco benissimo!!!
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Bene, ma noi siamo ragazzine dentro questo è quello che conta, non è vero Bridget?
Per te e le altre care amiche a cui piace questa storia:
CAPITOLO 22
Oramai era tutto pronto, tra qualche giorno sarebbe stata a New York. Se da un lato Candy era eccitata ed emozionata di cominciare la sua nuova vita con Terence, dall’altra era triste e amareggiata per il dolore che stava per infliggere al suo adorato Albert. Sicuramente Albert si sarebbe allontanato da lei e questa era la cosa che più l’addolorava, sarebbe stata dura senza di lui, oramai era parte integrante della sua vita, ma si rendeva conto che era inevitabile, lei poteva capire ciò che avrebbe provato Albert, e come lei anni addietro aveva preso le distanze dalla fonte del suo dolore, così avrebbe fatto Albert, non poteva certo biasimarlo, la vicinanza non lo avrebbe aiutato a dimenticare. Candy sapeva di non essere pronta ad una separazione da lui, ma non poteva più rimandare, aveva temporeggiato abbastanza, era tempo di far chiarezza.
“Candy allora te ne vai”, Stear interruppe i suoi pensieri.
“Si Stear devo andare a New York, ho una cosa molto importante da fare”.
“Si tratta di Terence, vero?”
“Stear ma…tu come fai…”
“Candy me ne hai parlato tu non ricordi? L’aerplano in Scozia, sono io lo smemorato o sbaglio?”
“Si è vero, scusami Stear, speravo ti fossi ricordato di lui. E poi ho tanti pensieri per la testa…”
“Si me ne sono accorto, sei più distratta del solito”.
“Stear non essere impertinente”.
“Scusa Candy, mi mancherai”.
“Anche tu caro, ma ti lascio in ottime mani. Patty ti ama molto, saprà prendersi cura di te meglio di me. E poi ci sono Archie ed Annie, tra un pò diventerai zio, sarai tanto impegnato che ti dimenticherai di me”.
“No non potrei mai Candy, ma ci rivedremo presto suppongo, non credo che vogliate aspettare ancora per sposarvi, indovinato?”
Candy arrossì, “penso tu abbia ragione”. Si abbracciarono, entrambi sapevano che anche se distanti la loro profonda amicizia sarebbe stata sempre un posto dove rifugiarsi nei momenti di desolazione.
Più tardi Candy si recò al Santa Joahnna, voleva salutare Flanny.
“Così te ne vai a New York”.
“Si Flanny, io e Terence siamo stati già troppo tempo lontani”.
“Ti capisco Candy, anche a me manca molto Paul”.
“E tu, cosa farai ora, Flanny?”
“Bè sto pensando seriamente di trasferirmi in Inghilterra, sai Paul mi ha chiesto di andare a lavorare con lui. Del resto qui oramai sono sola, con la mia famiglia i rapporti non sono dei migliori, avranno sempre il mio sostegno, ma credo che il loro affetto sarà solo un’utopia per me. Poi tu te ne vai a New York proprio ora che stavamo diventando amiche, mi dici che resto a fare a Chicago?”
“Segui il tuo cuore Flanny, ho imparato a mie spese, che niente ti può gratificare se accanto non hai l’amore della tua vita”.
Restarono a parlare ancora un pò, poi si salutarono con la promessa di scriversi spesso.
Di ritorno a villa Andrew Candy non trovò nessuno, che strano era il suo ultimo giorno a Chicago ed i suoi amici invece di trascorrerlo con lei, erano spariti.
“Signorina Candy, i signori Cornwell e la signorina O’Brien la stanno aspettando, la prego di venire con me”.
“Si George, ma dove andiamo?”.
“Abbia pazienza signorina, presto capirà”.
Candy era felice, i suoi amici non l’avevano dimenticata, avevano organizzato una sorpresa per lei, non stava nella pelle dalla curiosità.
Quando imboccarono il cancello delle rose di villa Andrew a Lakewood Candy emise dei gridolini di gioia, improvvisamente si sentiva euforica, nuovamente una ragazzina.
“Candy sei arrivata!” Archie la stava aspettando sull’uscio della porta. “Prego signorina da questa parte”.
Sulle scale la stava aspettando Annie, bella più che mai nel suo abito di chiffon celeste, “Candy su vieni, devi cambiarti”. Annie trascinò Candy nella sua camera dove le fece indossare un abito in satin rosa pesca dal corpetto senza spalline e una gonna a trapezio con l’orlo in stile bubble; sul corpetto, come pure sulla gonna, vi erano appliques floreali in organza bianche.
“Candy questo vestito si chiama Primavera, quando l’ho visto ho pensato a te, sembri proprio la reginetta dei fiori, sei bellissima!”
Candy era senza parole, davvero si sentiva una regina con quello splendido vestito.
“Annie, grazie”.
“Stasera sarai la regina di questa piccola festa, non ci sarà né Terence né Albert, ma ci siamo noi i tuoi amici di sempre. Candy tu sei sempre stato un sostegno per ognuno di noi, ora tocca a noi prenderci cura di te. Sono sicura che a New York sarai felice, ma ricorda qui ci sarò sempre io se avrai bisogno di un’amica. Ti voglio bene”. Si abbracciarono forte.
“Su andiamo ora, gli altri ci stanno aspettando”.
“Hai ragione Annie, andiamo”.
Quando entrarono nella sala da pranzo, Candy trovò lì ad accoglierla, oltre Patty, Stear ed Archie, Miss Pony, Suor Maria, Tom e Jimmy.
“Miss Pony, Suor Maria che gioia rivedervi!” Candy corse incontro alle sue care mamme con le lacrime agli occhi. “Ma i bambini?”
“Non ti preoccupare Candy, da quando sei partita ci stiamo facendo aiutare dalla figlia del signor West, il vicino di Tom, sai ha preso un diploma in puericultura e sta facendo esperienza con i nostri bambini”. La tranquillizzò Miss Pony, elegantissima in un abito di seta blu, sicuramente un regalo di Annie.
“Poi è una cara amica di Tom…” aggiunse Suor Maria con un tono che lasciava intendere una certa allusione.
“Tom, non mi hai detto che avevi una ragazza?” l’ammonì Candy con fare scherzoso.
“Ma … Jenny ed io … siamo soli amici…”
“Si si ci crediamo Tom”, disse Jimmy dando una pacca sulla spalla dell’amico.
Tutti risero di fronte ad un Tom alquanto imbarazzato. La cena si svolse nell’armonia più totale, tutti sorridevano e chiaccheravano affabilmente. Candy pensò che se ci fossero stati anche Albert e Terence, avrebbe avuto vicino tutte le persone a cui teneva di più. Chissà forse un giorno sarebbe successo e lei sarebbe stata completamente felice. Ben presto venne il momento del commiato, Candy era triste, sapeva che sarebbe passato parecchi tempo prima che si fossero rivisti di nuovo.
“Candy spero tu sia felice”, le disse Miss Pony al momento dei saluti.
“Lo sono”, disse Candy con una voce non molto convincente.
“Sei sicura, bambina mia, non mi sembri molto convinta”.
“No no, sono sicura della mia scelta, è solo che…non vorrei che la mia felicità significhi sofferenza per qualcun altro”.
“Lo so, cara, ma purtroppo è inevitabile”, la baciò sulla fronte e poi salì sul furgone di Tom.
“Candy pregherò sempre per te, sii felice”.
“Grazie Suor Maria, vi scriverò spesso”.
“Ehi Candy mi raccomando non fare troppe stragi di cuore a New York”, le gridò Jimmy dal furgone ormai in moto.
“Jimmy… ma cosa dici?”.
“Bè cara tutti abbiamo subito il tuo fascino, Jimmy lo sa bene, si preoccupa per qualche poverino newyorkese che cadrà ai tuoi piedi”.
“Smettila Tom…”, Candy colpì l’amico con un leggero pugno.
“Candy ha già il suo principe azzurro, che, se lo conosco bene, non permetterà a nessuno di avvicinarsi a lei”.
“Archie!”
“Dai Candy non ti offendere, sai che ho detto la verità, quel bellimbusto sarebbe capace di stendere un poveretto solo per aver osato guardarti”.
“Magari è vero, ma perché lui ama tantissimo Candy, trovo molto tenera la sua gelosia”, intervenne Patty, che oramai aveva imparato a conoscere Terence.
“Ti voglio bene Candy, mi raccomando sii felice”, disse poi Tom facendosi serio.
“Anche tu Tom, ti voglio bene anch’io”. Candy non potè far a meno di piangere mentre il furgone si allontanava.
“Ragazzi volevo ringraziarvi per questa bellissima sorpresa, sono davvero commossa”.
“Candy non devi ringranziarci, noi ti vogliamo bene e meritavi un saluto speciale per la tua partenza, chissà quando ti rivedremo ora che…”
“Archie” Annie intervenne fermando il marito che stava per dire qualche altra cosa poco carina su Terence. Ad Archie proprio non andava giù che Candy ritornasse con quell’arrogante di Terence, è vero lei non l’aveva detto chiaramente, ma lui l’aveva capito, quando Candy si riferiva a lui nei racconti della sua vacanza in Florida i suoi occhi brillavano di una luce intensa. “Siamo stanchi forse è meglio andare a letto”.
Più tardi nella sua stanza Candy stava ripensando alla splendida serata che aveva trascorso, quando sentì bussare alla sua porta. Era Patty.
“Candy scusami per l’ora, ma stasera non abbiamo avuto molte occasioni di stare da sole”.
“Si è vero”.
“Volevo ringraziarti Candy per quello che hai fatto per me”.
“Patty ma io non ho fatto nulla”.
“Non è vero, tu hai reso possibile due miracoli: il primo è stato aiutarmi ad uscire dalla profonda depressione in cui ero caduta dopo la perdita di Stear, il secondo è stato riportarlo a me, se tu non fossi stata amica di Fanny molto probabilmente Stear non sarebbe più tornato”.
“Ma di questo non devi ringraziare me, Patty ma te stessa per la forza che hai avuto nel risollevarti e per il ritorno di Stear, era scritto che accadesse”.
“Ti voglio bene Candy, sei per me quella sorella che non ho mai avuto”.
“Anch’io Patty te ne voglio tanto”. Si abbracciarono forte, negli ultimi mesi si era instaurata una forte intesa tra le due amiche rendendole più unite che mai. La separazione sarebbe stata più dolorosa del previsto per entrambe.
L’indomani di buona ora partirono tutti per Chicago, Archie aveva degli impegni di lavoro e Candy avrebbe dovuto ultimare i bagagli, dato che nel primo pomeriggio aveva il treno per New York.
Ancora una volta fu Stear ad accompagnare Candy alla stazione.
“Mi raccomando Stear non farmi altri brutti scherzi, quando ritornerò vorrò trovarti qui e mi auguro che la tua memoria sia tornata”.
“Non preoccuparti Candy, non ho intenzione di andare in nessun posto, non metterò mai più in pericolo la mia vita, è stato stupido e non ho tenuto conto del dolore che la mia decisione ha provocato”.
“Oh Stear…” Candy non potè fare a meno di piangere alle parole di lui.
“Fai buon viaggio e mi raccomando, stavolta sii felice”.
“Lo sarò, te lo prometto”.
Il treno partì e Stear rimase a salutare Candy fino a quando il treno scomparve.
Intanto a villa Andrew, Annie stava guardando la posta: “Oh Patty guarda è arrivato un telegramma di Terence per Candy, bè vorrà dire che quello che aveva da dirle glielo dirà di persona”.