Candy Candy

OMNIA AMOR VINCIT

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view post Posted on 25/9/2012, 18:49     +1   +1   -1
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Scusate il ritardo ma oggi è stata una giornata infernale, ci si è messo anche il caldo...Bacissimi. :giusy:



CAPITOLO 30


Quando il maggiordomo di Karen annunciò l’arrivo di Candy e Albert, nella sala molti occhi si puntarono su i due giovani che sentirono di essere al centro dell’attenzione, tutti si chiedevano come mai il capo di una famiglia così importante si facesse sempre vedere in società solo con la sua figlioccia, si vociferava ci fosse del tenero tra i due, allora come mai non era stato annununciato nessun fidanzamento? Il mormorio dei pettegolezzi li ronzava intorno come uno sciame di api, e più di un ospite li additò chiaramente.
Karen si diresse verso di loro, le note del valzer viennese partirono appena subito dopo che Candy ed Albert le avevano fatto gli auguri.
“Albert mi concedi questo ballo?” Disse Karen.
Albert guardò Candy, lei gli sorrise annuendo con il capo. Li guardò dirigersi al centro della sala e volteggiare. Poi il suo sguardo si incrociò con un paio di occhi blu. Quando i loro occhi si erano incontrati, ancora una volta Terence era rimasto folgorato dalla sua bellezza. Andò verso Candy. <oh, mio Dio! Sta venendo dritto verso di me>. Lui allungò il braccio e la condusse sulla pista da ballo.
Lei gli sussurrò: “Non avresti dovuto avvicinarti”.
Terence s’irrigidì, sentì una morsa come se avesse appena ricevuto un pugno allo stomaco, poi con tono duro le disse: “Balla”.
Lei sollevò gli occhi e lui lesse la stessa pena che attanagliava la sua anima. Terence la strinse ancora di più a sè, incapace di parlare a causa dell'emozione che lei gli stava suscitando. Non importava che lei non volesse avere a che fare con lui, non si sarebbe arreso, nè Albert nè nessun altro uomo l'avrebbe avuta. Continuarono a volteggiare stretti l'uno all'altra, ma la tensione fra loro era più che tangibile.
“Dobbiamo parlare in privato”.
“Ci siamo già detti tutto. Ti prego Terence lasciami andare”.
“No devi ascoltarmi”. Sempre volteggiando la guidò verso la terrazza. Candy, onde evitare una scenata, non potè fare altro che lasciarsi condurre giù per la grande scalinata fino al giardino, si fermarono sotto un enorme gazebo. Terence, dopo essersi accertato che fossero soli, la prese delicatamente per le spalle.
“Candy non puoi sposare Albert!
“Terence non puoi dirmi cosa devo o non devo fare, io non ti appartengo, e poi come ti sei permesso di trascinarmi qui”.
Candy era arrabbiata, Terence non aveva nessun diritto di costringerla a seguirlo, proprio non lo sopportava quando si comportava in modo così arrogante.
Cercò di spingerlo via, ma lui la trasse più vicino, le prese il mento tra le dita e le sollevò il viso, obbligandola a guardarlo. Era così bella, i suoi grandi occhi verdi brillavano al chiaro di luna, la sua bocca morbida tremava. Il solo guardarla gli aveva acceso i sensi, avrebbe voluto prenderla fra le braccia e dimostrarle che lei gli apparteneva eccome, ma cercò di frenare la passione che in quel momento lo stava consumando, perché non era sicuro di poterla controllare se l’avesse fatto!
Gli occhi di Terence lanciavano saette, i lineamenti del suo viso erano tesi, la bella bocca tirata. Era bello, meraviglioso. Candy inspirò a fondo, nella speranza di calmare il battito del suo cuore che martellava selvaggiamente dentro il suo petto.
“Candy guardami negli occhi e dimmi che non stai provando quello che sento io in questo momento”.
“Terence cosa vuoi da me, che ti dica di amarti, ebbene si ti amo, che ho sbagliato quella notte a lasciarti e decidere di restare con Albert, va bene l’ammetto. Ma ora lui è là dentro che mi aspetta ed io non posso e non voglio deluderlo per la seconda volta, per cui ora lasciami andare e dimenticami, se puoi, io lo farò te lo prometto”.
“Maledizione Candy! Come pensi di riuscirci, spiegamelo!”
Terence era pervaso da una rabbia primitiva che non aveva mai provato prima. Con Candy era così, quella ragazza piena di lentiggini da sempre era in grado di suscitarle i sentimenti più violenti, che fosse una rabbia feroce o una passione bruciante. L’amava alla follia, Dio era così bella, anche in quel momento di angoscia. Le guardò la morbida bocca tremante e non potè fare a meno di assecondare l’irrefrenabile impulso di impossessarsi di quelle sue rosee labbra. Candy si abbandonò a quel bacio poiché non era in grado di contrastarlo.
Dopo qualche minuto lui si staccò da lei, le sollevò la testa e la guardò, poi fissò le sue morbide labbra dischiuse, ancora rosse per il bacio che le aveva dato.
“Pensi ancora di poter dimenticare e vivere felice con un altro?”
No avrebbe voluto gridargli, solo lui riusciva a farla sentire in quel modo. Invece disse: “Mi dispiace…” e corse verso la terrazza.
Albert uscì in terrazza giusto in tempo per vedere Candy fra le braccia del suo migliore amico e sentì il cuore fermarsi nel petto. Mentre li guardava, vide Terence dire qualcosa e Candy liberarsi dalla stretta e correre verso la terrazza dove si trovava lui. Albert indietreggiò aspettando che lei rientrasse. Candy appena varcata la soglia del salone, si trovò di fronte ad Albert.
“Stai bene, Candy? Sembri sconvolta”.
Sconvolta non era la parola giusta. “Non mi sento tanto bene”, mentì lei.
“Vieni con me”. La condusse verso una porta e la fece scivolare in un salottino. “Allora, dimmi che cosa sta succedendo. Poco fa ti ho visto parlare con Terence”.
Candy si voltò dirigendosi verso la finestra per evitare che Albert si accorgesse del suo turbamento.
“Candy cosa c’è? Non dirmi niente, ti conosco troppo bene per non capire che c’è qualcosa che ti turba, ti prego non tenermi fuori”.
Si era vero, ad Albert non aveva mai nascosto niente, lui sapeva leggerle nell’anima meglio di ogni altro e lei si odiava per avere un segreto così importante con lui, era giunto il momento di essere sinceri.
“Non ti sfugge niente, è vero sig. Andrew?”
“Bè per me sei un libro aperto lo sai”.
“Si, è l’aspetto del nostro rapporto che amo di più, è unico, non l’ho mai avuto con nessun altro”.
“Allora vuoi dirmi cosa c’è che rende quei tuoi meravigliosi occhi angosciati?”
“Si Albert è giunto il momento che tu sappia”.
Restarono in silenzio per qualche minuto, poi Candy disse: ”La sera che sei tornato a New York io ero con Terence, avevo deciso di stare con lui”. Candy s’interruppe e guardò Albert per scorgere la sua reazione, ma lui la guardava impassibile. “La mattina dopo sono venuta in camera tua per parlarti dell’accaduto, ma ti ho trovato svenuto, il resto lo conosci”.
“No Candy non credo, mi hai appena detto che avevi deciso di stare con Terence e che eri venuta da me per lasciarmi suppongo, ma ora sei la mia fidanzata, dimmi perché? Perché stavo per morire, allora per pietà sei rimasta con me?” Albert era visibilmente arrabbiato.
“No Albert non è andata così”.
“Noo? Dimmi, Candy, allora come è andata?” Il tono della sua voce era alterato.
“Albert ho avuto paura di perderti, mi sono resa conto che non avrei potuto vivere senza di te, tu sei troppo importante per me, sei la mia famiglia, l’unica che io abbia mai avuto, insieme a Miss Pony e suor Maria, io…perdonami…” Candy si accasciò su di una poltrona, si sentiva priva di forze e cominciò a piangere.
Albert si inginocchiò accanto a lei, la prese tra le braccia e la strinse forte al petto, poi disse con un tono più caldo: ”Candy quello che mi ferisce non è che tu abbia scelto Terence, sapevo dell’eventualità che tu potessi tornare con lui. Quello che mi addolora di più è sapere che è per la mia malattia che sei rimasta, o credi sia così debole da non riuscire a sopportare che non mi ami”?
“No Albert le cose non stanno così, il fatto che provi dei sentimenti per Terence, non significa che io non ti ami. Non sono rimasta perché eri malato e non in grado di sopportare il mio abbandono, sono rimasta perché è con te che voglio dividere la mia vita, non posso pensare di non poterti vedere, parlare, ripeto tu sei la mia famiglia, e la famiglia viene prima di ogni altra cosa”.
“Puoi dire che sono io il tuo grande ed unico amore, Candy?”
“Albert…io…”
“Te lo dico io no, è lui che vuoi, Candy, è sempre stato così, ti vuoi convincere che starai meglio con me perché hai paura”.
“Si ho paura di non rivederti più, non posso perderti. Amo disperatamente Terence, ma amo anche te, preferisco rinunciare all’amore per lui, che rinunciare a quello che ho costruito con te. Se ancora mi vuoi sarò tua moglie. Sai che stiamo bene insieme, possiamo essere felici”. L’aveva detto, ora non poteva più tornare indietro. Del resto quello che aveva detto era la verità, lei stava bene insieme ad Albert, era felice insieme a lui, l’amava, certo non con la stessa passione che provava per Terence, Terence… lui era un’altra cosa…ma ora non aveva più importanza. Lei aveva fatto la sua scelta, ora toccava ad Albert.
Albert la fissava con occhi increduli che man man si intenerivano. Candy temeva che se fosse ritornata da Terence, lui ferito non avrebbe voluto vederla mai più, dunque aveva rinunciato alla sua vita con Terence per amor suo, perché lei aveva ragione lui non avrebbe potuto sopportare di vederli insieme. Era commosso, Candy aveva messo lui e la sua felicità davanti a tutto: nessuno aveva mai fatto niente di simile per lui prima d’ora. Non aveva mai pensato che potesse esistere un amore così grande, da far desiderare il bene degli altri prima del proprio.
Le credeva quando gli diceva con quegli occhi innocenti che sarebbero stati felici, forse era la verità. Loro due erano sempre stati una coppia molto affiatata. Ma la passione? Quel sentimento intenso e veemente che ti travolge, Candy l’avrebbe mai provato per lui? No, era Terence quello che faceva perdere la testa alla sua Candy, sì sarebbero stati felici, ma lui non era disposto a rinunciare a questo aspetto sublime dell’amore.
“Candy vai da Terence, il tuo posto è con lui. Non preoccuparti per me, starò bene, e non temere non mi perderai mai, anche tu sei la mia famiglia, l’unica che mi abbia fatto sentire veramente amato per quello che sono”.
“Albert non mi vuoi più?”
“No sciocca, certo che ti voglio. So che quello che mi hai detto è vero, ma è anche vero che quell’alchimia che c’è tra te e Terence durerà per sempre, ed io voglio una donna che provi per me quel trasporto che tu provi per lui e purtroppo non per me”.
“Oh Albert, perdonami se ti ho fatto soffrire, credimi mai avrei voluto che accadesse”. Candy l’abbraccio, mentre copiose lacrime rigavano le sue gote. Anche Albert era commosso, non sarebbe stata sua moglie, ma niente e nessuno avrebbe potuto dividerli, il loro era un legame indissolubile, di questo era più che certo.
“Lo so piccola, non si può decidere chi amare, non ti preoccupare per me, mi passerà. Vai ora, non perdere altro tempo, vai a salvare quello scellerato, chissà che starà combinando preso dalla disperazione”. Le strizzò l’occhio. Candy sorrise. “Sei più bella quando ridi che quando piangi, piccola”.
“Ti voglio bene Bert”. Le sfiorò le labbra con le sue ed uscì. Albert si lasciò cadere sulla poltrona, chiuse gli occhi e calde lacrime scesero dai suoi bellissimi occhi azzurri.


“Albert sei qui, stai bene? Sei così pallido! Candy dov’è?”
“Se ne andata Karen, l’ho persa per sempre, ora sono di nuovo solo”.
“No Albert tu non sei solo…ci sono io con te”, Karen disse tali parole con slancio, poi arrossì per la sua audacia. Albert la fissava sorpreso.
<oramai hai parlato, fatti coraggio e digli quello che provi>. “Albert lo so che magari non è il momento, ma io mi sono innamorata di te, mi prenderò cura io di te, se mi vorrai…”
Albert dopo alcuni minuti di incredulità, disse: ”Karen ne sono lusingato, ma tu conosci i miei sentimenti, però sarei felice di trascorrere del tempo con te, per approfondire la nostra amicizia, in questo momento ho tanto bisogno di un’amica”.
“Oh Albert!” Karen cominciò a piangere, cosa molto insolita per una dura come lei. Si sentiva felice, finalmente aveva la possibilità di conquistare il suo cuore.
 
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view post Posted on 26/9/2012, 16:47     +1   -1
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CITAZIONE (lady oscar @ 26/9/2012, 16:39) 
:susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :susi:
:giusy: :giusy: :giusy: :giusy: :giusy: :giusy: :giusy: :giusy: :giusy: :giusy: :giusy:
:mizia: :mizia: :mizia: :mizia: :mizia: :mizia: :mizia: :mizia: :mizia: :mizia: :mizia:
Era ora!!!!
Bravissima Italiuccia mia. Mi è piaciuto da morire questo capitolo e mi è piaciuto tanto anche come hai affrontato la rottura con Albert ( anche se io prima una strapazzatina gliela avrei data :risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata: ( non fateci caso, sono gli ormoni :sorrisone: !!! )
Non vedo l'ora di leggere il resto.
Dove sei? In ritardo anche oggi?

Grazie ladyna cara :wub: :tesoro: :tesoro: :tesoro:
Credo che questo ti piacerà di più. Baci. :giusy:



CAPITOLO 31


Candy era tornata nel salone per cercare Terence, ma lui non c’era. Forse era ancora in giardino. Corse giù per la scalinata arrivando al gazebo con il fiatone, ma lui non era neppure lì. Mentre se ne stava tornando dentro tutta desolata, si imbattè in Robert Hathaway.
“Sta cercando Terence?”
“Si…”
“Se ne è andato”.
“Sa dirmi dove?”
“Mi ha detto che era stanco e che sarebbe tornato a casa, aveva bisogno di riposare. In realtà era distrutto. Signorina ..Candy, vero?”
“Si.”
“Sono anni che l’animo di questo ragazzo è travagliato, ha bisogno di trovare un pò di pace”.
“Lo so. Io sono l’unica che può dargliela. Grazie signor Hathaway”.
Candy prese una carrozza e si diresse a casa di Terence, si augurava che lui riuscisse a perdonarla per tutto il male che gli aveva fatto. Non aveva mai avuto tanta paura.

Terence era rimasto lì sotto il gazebo per diverso tempo. Si sentiva come svuotato, non sapeva più cosa fare per far ragionare quella testarda di Candy. Le aveva aperto completamente il suo cuore e la sua anima, si era persino umiliato implorandola di non distruggere le loro vite. Forse Candy amava davvero più Albert di lui, ma no, non poteva dimenticare l’angoscia e il tormento che aveva letto nei suoi occhi.
Sferrò un pugno in un albero, il sangue cominciò a sgorgare dalla ferita che si era procurato alla mano. Aveva bisogno di sentire dolore fisico, così forse avrebbe fatto meno male quello che straziava la sua anima. Doveva andare via da lì, aveva bisogno di bere.
“Terence”.
“Ah Robert sei tu”.
“Cosa hai fatto alla mano?”
Terence abbozzò un amaro sorriso, ma non rispose. Disse solo: “Ci vediamo Robert”.
“Dove vai? Sei fuori di te, resta con me”.
Terence sorrise di nuovo, rivolse uno sguardo pieno di gratitudine al suo mentore, Robert era per lui più padre di quanto lo fosse mai stato il Duca. “Non preoccuparti, sono stanco, me ne vado a casa”.
“Terence non fare schiocchezze, te ne prego”.
Terence alzò la mano in segno di saluto e se ne andò.

Non sapeva più quanti bicchieri di whisky aveva già bevuto, ma lei era ancora fissa nella sua mente, voleva non pensare, si sentiva stanco, stanco di dover sempre combattere per avere un pò di felicità e puntualmente perdere la battaglia, era destinato ad essere dannato. Si prese la testa tra le mani e cominciò a piangere: perché quelli che più aveva amato nella sua vita prima o poi l’abbandonavano? Cosa c’era di sbagliato in lui? Come avrebbe potuto continuare a vivere senza di lei? Si sentiva impazzire al solo pensiero di non poter più rivedere quel meraviglioso sorriso, di non poter più stringere le sue bianche e delicate mani, di non poter più baciare le sue rosee labbra.
Mentre si perdeva nei meandri dei suoi pensieri, sentì bussare alla porta. Non aveva voglia di aprire. Ma i colpi divennero più forti e incessanti. Chiunque fosse prima o poi se ne sarebbe andato. Poi udì la sua voce che lo chiamava disperata.
“Terence, Terence, ti prego aprimi, lo so che sei in casa, me l’ha detto il portiere”.
Candy era lì, forse…non osava sperare, non avrebbe potuto sopportare un altro rifiuto.
“Cosa vuoi? Se sei venuta per far tacere la tua coscienza, puoi anche andartene, sto uno schifo, e tutto per colpa tua!”
“Oh amore perdonami!”
Stava piangendo, non sopportava vederla piangere e poi…l’aveva chiamato amore, forse davvero era venuta per restare. Con il cuore che gli pulsava forte nelle orecchie e traboccante di speranza aprì la porta. Restarono qualche secondo a guardarsi, entrambi potevano leggere sul viso dell’altro la sofferenza e la speranza. Fu Candy che volò tra le sue braccia stringendolo con tutta la forza che aveva e baciandolo con tutta la passione che aveva trattenuto in quei giorni di separazione. Terence era in completa balia di una Candy che non smetteva di piangere e ridere, di baciargli gli occhi, le labbra, la fronte, le mani…
“Puoi perdonarmi Terence per la mia cieca stupidità?”
Terence non poteva credere alle proprie orecchie, Candy finalmente era tornata da lui e questa volta per sempre. Si stropicciò gli occhi temendo che fosse una visione provocata dal troppo alcol ingerito quella sera, ma Candy era ancora là che l’abbracciava e lo baciava. La sollevò in aria e la fece girare più volte. Entrambi ridevano di pura gioia. Era felice che lei avesse finalmente capito che loro due non potevano vivere l’uno lontano dall’altra. La mise giù e poi le chiese: “Dimmi Candy perché ci hai messo tanto? Hai rischiato di rimanere vedova prima del tempo, il dolore che mi hai inflitto stasera è stato il colpo di grazia, ho temuto di morire”.
“Oh Terence, mi odio per il male che ho fatto sia a te che ad Albert, non era mia intenzione, volevo fare solo la cosa più giusta. Ma stasera ho capito che seguire il proprio cuore non può farti sbagliare, non si possono negare i propri sentimenti, si rischia di fare danni irreparabili”.
“Sono contento che ti sia ravveduta. E Albert come l’ha presa? Per quanto sono felice per me stesso, non posso non essere altrettanto dispiaciuto per lui, è l’unico vero amico che abbia mai avuto”.
“Albert è un uomo meraviglioso, è lui che mi ha aperto gli occhi questa sera, che mi ha fatto capire che non dobbiamo accontentarci nella vita e che se si ha la fortuna di incontrare il vero amore non bisogna lasciarselo sfuggire”.
“Vieni qua”. Terence si era comodamente sdraiato sul divano e con uno sguardo carico di sottintesi significati fece cenno a Candy di sedersi accanto a lui. Candy si sentiva come ipnotizzata da quegli occhi magnetici e senza mai distogliere il suo sguardo da quello di lui, gli si sedette accanto.
“Comunque non ti ho ancora perdonato”, le disse Terence con voce roca scostandogli un riccio ribelle dal viso.
“Mi dispiace così tanto amore mio, vorrei poter tornare indietro e cancellare tutte le sciocchezze fatte, ma non è possibile. Dimmi cosa devo fare per ottenere il tuo perdono?”
Terence ammiccò uno dei suoi soliti sorrisini beffardi. “Domanda pericolosa, amore mio”.
Candy arrossì violentamente. Lui intrecciò le sue mani con quelle di lei e l’attirò su di sé. I loro visi erano vicinissimi, gli occhi blu di Terence si rifletterono in quelli verde smeraldo di Candy. Lei era senza fiato per l’emozione, lui stava per baciarla e lei non desiderava altro. Infatti si impossessò della sua bocca prima in maniera dolce e delicata, poi man mano che il desiderio cresceva, il bacio divenne più profondo e appassionato. Terence fece scivolare le sue mani sul corpo di Candy accarezzandolo delicatamente, lei si sentì ardere di passione al suo tocco gentile.
“Ti amo, mia dolce tarzan tuttelentiggini, dimmi di fermarmi ora o non risponderò più delle mie azioni”.
“No non fermarti …ti prego”.
Terence si arrestò di colpo. “Candy… sei sicura?”
“Mai stata tanto sicura in vita mia. Ti amo Terence e voglio essere tua ora e per sempre.”
Terence la prese in braccio e si diresse verso la sua camera.

 
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view post Posted on 28/9/2012, 13:35     +1   -1
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Ritorniamo di qua, eccovi il dopo scintille :wub: . Baci :giusy: .



CAPITOLO 33


Quando Candy richiuse la porta della sua camera, fece un sospiro di sollievo: nessuno l’aveva vista tornare all’alba. Non che le importasse del giudizio degli altri, ma in questo momento non aveva voglia di dare spiegazioni a nessuno, voleva godersi a pieno quella sensazione di felicità e leggiadria di cui si sentiva permeata quella sera. Si spogliò e si fermò a guardare il suo corpo nudo riflesso nello specchio. Non poteva ancora credere che poco prima quel corpo che lei aveva sempre considerato insulso, avesse fatto impazzire di piacere il suo Terence. Si portò le mani al viso al ricordo delle carezze e dei baci, ancora sentiva il calore della sue mani e della sua bocca sulla sua pelle. Si guardò negli occhi e a stento si riconobbe: non aveva più lo sguardo innocente e ignaro della mattina precedente, ma ora era languido e consapevole di quel bellissimo gioco che era l’amore fisico tra un uomo ed una donna innamorati.

Terence sapeva che sarebbe stato inutile provare a dormire, si sentiva troppo euforico e poi non ci sarebbe riuscito senza averla tra le braccia, all’improvviso il suo letto gli sembrò troppo grande e freddo senza quel meraviglioso esile corpicino che poco prima l’aveva mandato in estasi.
Aveva sognato tanto volte di fare l’amore con Candy, ma la realtà aveva superato qualsiasi aspettativa. Non era la prima volta per lui, quando si erano lasciati a causa dell’incidente di Susanna, in quel periodo di sbandamento che aveva attraversato si era dato non solo all’alcol, ma aveva conosciuto molte donne in senso biblico, giovani e meno giovani. Non ne era fiero, ma aveva maturato una certa esperienza che ora gli consentiva di poter affermare con assoluta certezza che quella notte era stato anche per lui la prima volta, con le altre era stato semplicemente sesso con cui appagare i propri sensi. Solo con Candy poteva dire di aver fatto l’amore, quello vero, quello che, attraverso l’unione dei corpi, raggiunge le anime rendendole una sola.
Entrambi sapevano che quella notte avevano suggellato un patto eterno: si erano donati reciprocamente corpo, cuore e mente. Nessuno dei due avrebbe potuto stare un giorno di più senza l’altro e soprattutto trascorrere una notte lontano dall’altro.

Albert era uscito presto quella mattina, aveva voglia di stare a contatto con la natura, sicuramente si sarebbe sentito meglio e avrebbe avuto quella tranquillità per pensare. Ora bisognava spiegare ai ragazzi che lui e Candy non si sarebbero più sposati, non poteva lasciare Candy da sola a farlo, anche se sarebbe stato doloroso e un tantino imbarazzante. Era strano, la sera precedente aveva pensato che sarebbe stata dura superare la cosa, ma quella mattina quando si era svegliato, anziché provare disperazione, si era sentito più leggero, come se si fosse liberato da un grosso peso. Non riusciva a darsi una spiegazione del suo stato d’animo, l’unica plausibile era che forse in cuor suo aveva sempre saputo che la sua storia con Candy non avrebbe avuto un lieto fine, ora che ne aveva preso coscienza si sentiva finalmente libero di non aver paura che stesse pensando a lui quando era assorta nei suoi pensieri, di non doversi chiedere, quando la stringeva tra le braccia, se provava per lui la stessa passione che sentiva per Terence, libero di poter amare di nuovo. Sorrise. Pensò a Karen e alla sua confessione. Sentì una forte sensazione di piacere attraversagli tutto il corpo. Forse sarebbe potuta diventare qualcosa di più di un’amica più presto di quanto si aspettassero entrambi. Con questa nuova consapevolezza si diresse verso il suo ufficio.
Quando arrivò, trovò Terence ad aspettarlo.
“Terence, che ci fai qui?”
“Albert ho bisogno di parlarti”.
Entrarono nel suo studio, Albert si sedette alla sua scrivania e invitò Terence a fare altrettanto.
“Non ti chiedo come stai, posso immaginare come ti senti. Puoi anche non credermi, ma sono dispiaciuto Albert, mai avrei immaginato che un giorno saremmo stati rivali in amore. Io so che per Candy sei la persona più importante..”
“Dopo di te, visto come sono andate le cose”. Lo interruppe Albertun po’ caustico. Cosa voleva Terence avere la sua approvazione a sposare Candy? Questo era davvero troppo! “Terence, veniamo al dunque, ti prego”.
“Si hai ragione. Io voglio sposare Candy subito, ho in mente di organizzare il tutto in una settimana. Ho pensato che, essendo tu il suo tutore, dovessi rivolgermi a te per discutere degli aspetti finanziari dell’accordo prematrimoniale. Ne ho fatto preparare uno dal mio avvocato, vorrei che tu gli dessi un’occhiata eventualmente tu voglia apportare delle modifiche. Come potrai renderti conto dalla lettura del documento, d’ora in poi provvederò esclusivamente io al mantenimento di Candy. Rinuncio a qualsiasi diritto sulla sua eredità di cui lei sarà libera di decidere come disporne”.
“Va bene Terence, dammi qualche giorno e poi firmeremo. Ti prometto che per il matrimonio la questione sarà risolta”.
“Grazie Albert. So che molto probabilmente non ci sarai, è troppo presto, lo capisco perfettamente, ma ti chiedo di pensarci, per Candy sarebbe il più bel regalo che tu possa farle”. Si strinsero la mano, dopodichè Terence andò via.
Tra una settimana si sarebbero sposati, certo capiva l’impazienza di Terence, aveva dovuto aspettere così a lungo che non voleva perdere altro tempo per coronare il loro sogno d’amore. Aveva promesso a Candy di esserci il giorno del suo matrimonio, non poteva e non voleva deluderla, anche se avrebbe dovuto fare uno sforzo enorme.




 
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Caio a tutte, ci stiamo avvicinando alla fine. Eccovi un altro capitolo. Baci. :giusy:



CAPITOLO 34


Era arrivato il giorno del matrimonio, a Candy non sembrava vero che tra poco sarebbe diventata la signora Grandchester. La cosa strana era che, nonostante fosse la cosa che avesse più desiderato nella sua vita, non aveva mai fantasticato sul giorno in cui avrebbe detto “si” al suo Terence.
Ripensò alla mattina dopo alla loro riappacificazione. Candy era seduta nella sala della colazione a bere il suo caffè con Annie e Patty, quando il maggiordomo apparve nella sala: “signorina Andrew sono arrivate queste per lei”. Aveva tra le mani un fascio di circa una cinquantina di rose rosse.
“Oh Candy chi te le manda? Albert suppongo!” Annie aveva battuto le mani come una ragazzina.
Candy prese il biglietto che accompagnava i fiori e lesse: < Mia dolce Tarzan Tuttelentiggini mi faresti l’onore di diventare mia moglie sabato prossimo alle ore 11.00 nella cattedrale di San Patrizio? Se la tua risposta è un si, ti prego di raggiungermi nello studio di Albert, dove il tuo maggiordomo mi ha fatto accomodare. Ti aspetto, non tardare. Ti amo. Terence>.
Candy, senza dare alcuna spiegazione alle sue amiche, corse subito verso lo studio di Albert, lasciandole di stucco. Quando aprì la porta, Terence era in piedi vicino alla finestra, si voltò sentendo il suo arrivo e le rivolse un sorriso che le mozzò il fiato. Candy si catapultò tra le sue braccia. Si scambiarono un lungo e appassionato bacio.
“Si, si, si, mille volte si” le disse ridendo tra le lacrime di gioia che non potè in alcun modo trattenere.
“Sicura? Non è che avresti preferito magari aspettare un pò più di tempo e organizzare la cerimonia a Chicago o alla Casa di Pony?”.
“No, se potessi ti sposerei oggi stesso”.
“Ci aveva pensato, sai non so se riuscirò a stare un’altra notte senza di te, figuriamoci una settimana, ma per assolvere gli aspetti burocratici richiesti per un matrimonio, il tempo minimo che ho potuto guadagnare è stato una settimana, la più lunga della mia vita”. Terence sospirò.
“Che ne dici di trasferirti a villa Andrew, così potresti venire a trovarmi se proprio non riuscissi a dormire”. Gli disse con un sorrisino provocante.
“Non tentarmi, adorabile scimmietta, potrei prenderti in parola”. S’impossessò nuovamente delle sue labbra, un’esplosione di pura passione l’invase, i baci e le carezze di Terence divennero più esigenti, Candy era in preda a sensazioni talmente violente da esserne completamente sconvolta. Quando lui la lasciò andare per dirigersi verso la porta che chiuse a chiave, lei dovette appoggiarsi alla vicina sedia per non cadere.
“Cosa stai facendo?”
“Mi assicuro che non vengano a disturbarci… per un pò “.
“Tu sei pazzo!”
“Si pazzo di te”. La sollevò e la portò sul divano dove diedero avvio alle prove per il grande spettacolo della prima notte di nozze.
Candy sorrise e arrossì al ricordo di quello che era successo nello studio di Albert. Albert… Dalla festa di compleanno di Karen praticamente si erano solo intravisti. Usciva presto di mattina e tornava tardi la sera, non avevano mai più pranzato o cenato insieme. Era anche vero che lei era stata impegnata con le sue due damigelle nella scelta dell’abito da sposa, del suo corredo e del suo nuovo guardaroba.
“Sarai la moglie del più famoso attore del momento, sarai spesso fotografata, devi apparire una donna elegante e raffinata, non una ragazzetta poco curata”. Le aveva detto Annie che non stava più nella pelle all’idea di uscire per New York a fare dello sfrenato shopping, nemmeno la sua condizione la frenava dal trascorrere buona parte della giornata per i negozi più esclusivi. Candy l’aveva assecondata, del resto anche lei desiderava migliorare il proprio aspetto, ma per un motivo diverso: solo ed eslusivamente per piacere al suo futuro marito.
Il giorno prima del matrimonio George era venuta a prenderla perché Albert desiderava parlarle. Quando entrò nel suo ufficio, lui era seduto alla sua scrivania intento a leggere dei documenti.
“Ciao Albert”.
“Ciao Candy, vieni”. Si guardarono per qualche secondo, poi Albert distolse lo sguardo.
“Ti ho fatto venire perché Terence ha voluto che sottoscrivessimo un accordo prematrimoniale nel quale lui rinuncia a qualsiasi diritto in qualità di marito sulla tua eredità. E’ necessario che firmi anche tu”.
“Va bene”. Rimasero in silenzio per qualche minuto dopo aver firmato i documenti. La prima a parlare fu Candy.
“Pranziamo insieme Albert? E’ tanto che non passiamo un pò di tempo da soli”.
“Mi dispiace Candy, ma ho già un impegno per pranzo, ci vedremo domani”.
Nel frattempo bussarono alla porta. Era Karen. “Scusate non volevo disturbare. Ciao Candy”.
“Ciao Karen”. Candy non era sorpresa di vederla. Terence le aveva detto che Karen tutte le sere dopo le prove fuggiva dal teatro e saliva sull’auto di George. Era chiaro che si incontrasse con Albert. Quindi era lei il suo impegno per il pranzo. Candy si rattristò, era felice che tra Albert e Karen stesse nascendo una bella amicizia, lei era perfetta per lui e poi loro due erano amiche, sarebbe stata la sua terza damigella. Aveva solo nostalgia della sua amicizia con Albert, ma del resto era passata appena una settimana da quando la loro storia d’amore era finita, era plausibile che ci fosse ancora dell’imbarazzo tra di loro. Con il tempo le cose sarebbero migliorate, ne era sicura. Lei aveva bisogno di riavere il suo migliore amico per essere veramente e pienamente felice.
Mentre si perdeva in questi pensieri, sentì bussare alla porta. Era Albert.
“Candy sei bellissima! Sei la sposa più bella che io abbia mai visto”.
“Grazie Albert”. Candy cominciò a piangere.
“Che fai piccola, oggi è il tuo gran giorno, non devi piangere. Poi ricordi: sei più bella quando ridi”.
“Oh Albert!” Candy si buttò tra le sue braccia e pianse ancora di più.
Albert la strinse forte a sé e le disse: “Candy io sono felice per te e Terence. Pensavo sarebbe stato difficile per me affrontare questa giornata, invece mi sento sereno e sto davvero gioiendo per voi, ti voglio un gran bene piccola”. La baciò in fronte e le calò il velo sul viso. “Andiamo, è ora”.
Si scambiarono un ultimo sguardo con il quale Albert confermò la veridicità delle sue parole e Candy finalmente sentì di poter iniziare la sua nuova vita senza più alcuna remora.

 
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Come promesso vi posto solo una parte del capitolo 35. Vi abbraccio forte forte. ;)



CAPITOLO 35


La marcia nunziale prese a suonare, fecero il loro ingresso dapprima le tre damigelle elegantissime nel loro abito di taftà in seta color bordeaux, seguite da Albert, elegantissimo nel suo smoking nero con gilet e papillon bianchi, che conduceva all’altare una raggiante Candy, splendida nel suo raffinato abito da sposa. Ne aveva provati diversi, divertendosi molto con Annie e Patty a fingersi un’indossatrice. Ma quando aveva indossato questo, aveva immediatamente capito che era quello giusto per lei: di colpo era diventata seria, smise di fare smorfie e andature da modella, guardava la sua immagine riflessa nello specchio come rapita da se stessa. Si girò verso le sue amiche che erano rimaste un pò perplesse da questo suo repentino cambiamento di umore, e tra le lacrime disse: “E’ questo il vestito con cui diventerò la moglie di Terence!”
Anche Annie e Patty si emozionarono e corsero ad abbracciare la loro Candy.
<e’ splendida> pensò Terence mentre guardava la sua Tarzan Tuttelentiggini avanzare verso di lui. Era più emozionato di quanto avesse mai potuto immaginare, aveva talmente paura che, come al solito, qualcosa rovinasse la loro felicità che desiderava che la cerimonia finisse al più presto.
“Chi da questa donna a quest’uomo?” disse il prete.
“Io” rispose Albert, consegnando Candy a Terence. Le loro mani si unirono e un brivido scosse entrambi, l’emozione era alle stelle! Nessuno dei due ascoltava le parole dell’officiante, solo il battito accelerato dei loro cuori rimbombava nelle loro orecchie. Poi arrivò il momento di scambiarsi le promesse.
Si posero uno di fronte all’altro tenendosi per mano e perdendosi l’uno nello sguardo dell’altro. Esistevano solo loro due, tutti gli altri erano come spariti.
“Candy ti ho amata dal primo momento che ti ho vista, sei il mio unico e grande amore, tu sei sempre stata dentro di me, anche prima di conoscerti. La vita ci ha posto più volte di fronte a dure prove, ma il nostro amore, solido e forte, ha superato la tempesta. Tu mi hai insegnato che amare significa donarsi all’altro, senza chiedere nulla in cambio. E’ grazie al tuo amore che sono diventato un uomo migliore. Grazie, mia dolce Tarzan Tuttelentiggini di amarmi e di aver deciso di dividere la tua vita con me. Oggi io e te diventiamo noi, d’ora in poi cammineremo insieme dividendo gioie e dolori. Sicuramente la vita ci presenterà altri ostacoli, ma noi li affronteremo e supereremo insieme. Ti amerò con tutto me stesso per sempre, finchè la morte non ci separerà ed oltre”.
“Terence quando ti ho incontrato non avrei mai immaginato che un giorno non avrei potuto fare a meno di te. Prepotentemente sei entrato nella mia mente e nel mio cuore contro la mia stessa volontà. Ho cercato di contrastare l’amore che cresceva dentro di me, ma alla fine ho dovuto arrendermi e lasciarlo divampare, perché io esisto solo vicino a te, amore mio. Grazie Terence di aver sempre creduto in noi, solo insieme possiamo essere persone migliori. Ti amo ora e per sempre.”
Poi seguì lo scambio degli anelli. L’officiante allora disse: ”Vi dichiaro marito e moglie, non osi separare l’uomo ciò che Dio unisce. Puoi baciare la sposa”.
Terence, con mani tremanti dall’immensa gioia che stava invadendo tutto il suo essere, le sollevò il velo e la baciò. Lo scroscio di applausi che ne seguì fu quasi impercettibile ai due sposi presi dal cocktail di sentimenti che li aveva sopraffatti: felicità, amore, passione…Tant’è che l’officiante dovette richiamare la loro attenzione con un paio di colpi di tosse.
Il ricevimento fu organizzato al Waldorf Astoria. Candy avrebbe preferito un luogo meno lussuoso, ma Terence aveva insistito affinchè la famiglia Andrew non avesse potuto eccepire alcuna obiezione, anche se Albert gli aveva più volte assicurato che nessuno avrebbe osato intromettersi, lui stesso si era preso l’onere di avvertire la zia Elroy ed intimarle di starsene alla larga. Ma Terence aveva voluto che l’anziana matriarca della famiglia Andrew giungesse in fretta a New York per supervisionare l’organizzazione della cerimonia, dato che lui e Candy dovevano occuparsi di cercare una casa dove trasferirsi. La zia Elroy, dapprima contrariata per il poco tempo a disposizione per organizzare un matrimonio in grande stile, fu felicissima di aver avuto carta bianca dagli sposi. L’arcigna zia si sentì viva in quella settimana, da tanto tempo non si sentiva così utile. Oramai tutti i ragazzi erano cresciuti e nessuno più chiedeva il suo parere, era stata lusingata dalla proposta di Candy e Terence di occuparsi dei preparativi del loro matrimonio. Annie non l’aveva minimamente coinvolta, e Patty stava già organizzando il suo matrimonio con Stear senza chiederle alcun consiglio. Ora guardando le facce degli invitati si sentiva soddisfatta: aveva fatto proprio un bel lavoro. Il pranzo era stato al di sopra di ogni aspettativa: gli invitati sedevano tutti intorno ad un lungo tavolo, apparecchiato con tovaglie di broccato in seta color avorio, posate d’argento, piatti di finissima porcellana e bicchieri di cristallo. A dare un tocco romantico vi erano alti vasi di cristallo con ortensie bianche e lilla e imponenti candelabri, che rendevano l’atmosfera si elegante, ma anche confortevole e rilassante.




L’unica nota stonata era la presenza di quei bambini, che spesso dovevano essere richiamati perché con il loro vociare disturbavano gli altri commensali. Un altro aspetto sul quale non era stata d’accordo era la scelta di una cerimonia ristretta. L’invito, infatti, era stato esteso a pochi intimi, su questo gli sposi erano stati irremovibili, soprattutto Terence si era rifiutato categoricamente di annoverare tra gli invitati i Legan. C’erano i Cornwell genitori e figli, i signori Brighton, i signori O’Brien, nonna Marta, il signor Brown, i genitori di Karen e suo zio, Suor Maria e Miss Pony, Tom, Jimmy, il dott. Martin, Robert Hathaway e signora, la madre di Terence. Mancava il Duca di Grandchester. Candy aveva inviato un telegramma al Duca, all’insaputa di Terence, dove gli annunciava il loro matrimonio, ma ovviamente il Duca non avrebbe fatto in tempo ad arrivare. Aveva promesso, però, alla sua futura nuora di venire lo stesso in America, era giunto il momento di riconciliarsi con suo figlio. Candy pensò alle promesse di Terence <sicuramente la vita ci presenterà altri ostacoli, ma noi li affronteremo e supereremo insieme>. Bè l’arrivo del Duca sarebbe stato una prima difficoltà da affrontare, Terence si sarebbe certamente arrabbiato con lei, ma l’amore non è tutto rose e fiori.






 
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Eccovi la fine del capitolo 35, è un pezzetto piccolo, ma intenso. :wub: ;)


CONTINUAZIONE CAPITOLO 35

Dopo il pranzo si recarono tutti a villa Andrew, dove si sarebbero riposati in vista del ballo che si sarebbe tenuto quella sera. Ebbene sì la zia Elroy proprio non ci stava a non rendere partecipi tutti i membri della famiglia Andrew e i personaggi più in vista dell’alta società newyorkese del matrimonio della figlioccia del capo degli Andrew con il duca di Grandchester. Quella scellerata di sua nipote finalmente una cosa degna del nome che portava l’aveva fatta: diventare la moglie di un duca. Certo Terence faceva l’attore, nota dolente questa, ma sarebbe sempre diventato duca un giorno. Del resto anche il suo William era stato un vagabondo per un po', ora, però, era un abile uomo d’affari. Avrebbe giustificato la condotta di Terence alle sue amiche adducendo come motivazione che oggigiorno i giovani sono desiderosi di fare diverse esperienze prima di occupare il posto a loro designato per nascita.

Candy e Terence erano esausti, si ritirarono nella camera di Candy per il tanto sospirato riposino.
“Signorina Candy ops mi scusi signora Grandchester vuole che l’aiuti?”
“No grazie Lucy, faccio da sola”. La cameriera lasciò la stanza.
“Da sola? Sei sicura che te lo lascerò fare?” Disse Terence baciando la pelle delle nude spalle di Candy, mentre con mani sicure cominciava a slacciare i bottoncini del vestito. Lei trattenne il fiato, sapeva che suo marito non aveva nessuna intenzione di riposarsi, erano stati lontani un’intera settimana, il bisogno di appartenersi di nuovo era forte per entrambi. Il vestito scivolò sul pavimento, Terence fece voltare Candy verso di lui, i loro occhi si incrociarono, ognuno poteva leggere l’amore e il desiderio che ardeva nei loro cuori. Candy con mani tremanti cominciò a sbottonargli il gilet, poi la camicia…alla vista del voluttuoso petto di suo marito non potè fare a meno di accarezzarlo, la qual cosa le provocò un gemito di piacere. Terence, di fronte alla reazione della moglie, si sentì avvampare dalla brama di farla sua, per cui la prese in braccio e la portò sul letto, dove l’unione dei loro corpi condusse a quella delle loro anime.

Edited by italia74 - 29/10/2017, 20:48
 
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Eccovi una parte del capitolo 36. Un abbraccio e tanti :giusy:


CAPITOLO 36

Terence trovò adorabile guardarla riposare dopo aver fatto l'amore, vederla cadere nel mondo dei sogni dopo il turbinio della passione. Era indescrivibile la sensazione di appagamento che percepiva nel condividere piccole cose con lei come in quel momento guardarla dormire. Lui amava ogni suo respiro, quel suo nasino all’insù, quei morbidi riccioli che incorniciavano il suo splendido viso lentigginoso, quelle labbra rosee che poco prima aveva divorato con le sue. Ancora non gli sembrava vero che quel meraviglioso angelo che dormiva al suo fianco era sua moglie. Aveva sempre saputo che la vita senza Candy non valeva la pena di essere vissuta, ma ora che erano diventati una cosa sola, lei gli era indispensabile come l’aria per respirare, più si beava di lei, più il suo cuore era trafitto dal bisogno di averla.
Candy cominciò a muoversi, stava per svegliarsi. Aprì gli occhi e subito incrociò lo sguardo innamorato di suo marito. Le fece un sorriso che gli riscaldò il cuore.
“Non andiamo al ballo Candy, voglio restare qui con te, o meglio voglio tornare nel nostro appartamento dove saremo completamenti soli…”. Ammiccò un sorriso carico di sottintesi.
“Uhm piacerebbe anche a me, ma non è possibile, alla zia verrebbe un malore. E’ tutta colpa tua, sei stato tu a darle carta bianca nell’organizzazione del nostro matrimonio, e questo è il risultato”. Vedendo Terence imbronciato, aggiunse: “Ma non preoccuparti amore, abbiamo tutta la notte…” Gli baciò la fronte e si alzò, era ora di prepararsi.
Candy per il ballo aveva scelto di indossare un abito di taftà in seta color rosso scuro con ricami di swarovsky in tinta intorno alla scollatura, dello stesso ricamo era una larga fascia che le metteva in risalto la vita sottile. Aveva lasciato i capelli sciolti fermati solo da un fermaglio degli stessi swarovsky del vestito. Terence restava ogni volta sbalordito dalla sua bellezza, avrebbe sicuramente stregato tutti gli uomini presenti quella sera e suscitato l’invidia delle dame tanto era radiosa.
Quando giunsero sulla scala che sovrastava il grande salone, tutti si zittirono e si voltarono a guardarli: erano davvero una bellissima coppia! Tra i tanti volti noti e non, Terence riconobbe quello di suo padre che li stava fissando. Cosa ci faceva qui? Come aveva fatto a sapere del matrimonio? E chi era la giovane dama bionda che gli stava accanto? Candy sentì suo marito irrigidirsi e i suoi occhi, poco prima dolci e sorridenti, si erano incupiti, lasciando presagire l’arrivo di una burrasca. Candy gli strinse la mano e gli rivolse un sorriso tenerissimo come a volerlo rassicurare che sarebbe andato tutto bene. Lui sembrò rilassarsi per un attimo.
“Chissà perché ma credo che qui ci sia il tuo zampino, Tarzan Tuttelentiggini”. Terence non nascose il suo disappunto. “Ho atteso tanto questo giorno, ho sperato che nulla lo rovinasse, ma ora…”
“E così sarà amore, fidati di me”. Lo interruppe Candy. Lui la guardò teneramente, nonostante non amasse le intromissioni nei suoi affari, non riusciva a sentirsi adirato con Candy. Se si fosse trattato di qualcun altro, a quell’ora avrebbe già lasciato la sala, ma la sua adorabile Tarzan Tuttelentiggini aveva il potere di placare la sua ira semplicemente con un sorriso come aveva fatto poc’anzi. Del resto ora erano una famiglia ed in quanto tale quello che gli riguardava era pure affare di Candy e viceversa, e poi lei da sempre non aveva potuto fare a meno di intromettersi nelle sue questioni familiari, era solo grazie a lei se oggi aveva un rapporto con sua madre. Sicuramente aveva intenzione di far da paciere anche tra lui e suo padre, quando si metteva una cosa in testa non c’era niente e nessuno che potesse fermarla!
“Andiamo a vedere cosa ha da dire il Duca e chi è la splendida signora che lo accompagna, ma soprattutto che fine ha fatto quella megera della Duchessa”.
Candy sorrise, ed insieme si avviarono verso i loro ospiti.

 
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view post Posted on 18/10/2012, 10:13     +1   -1
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CITAZIONE (Karen.ucsg @ 17/10/2012, 22:39) 
Molto bello l'arrivo del duca e come Terence affronta questa 'intromissione' nella sua vita privata... ma del resto ora deve rivedere i limiti di questo 'privato', e poi, come fai ben notare, Candy non ha certo mai aspettato di sposarlo per occuparsi dei suoi problemi familiari!
Sono curiosissima riguardo all'identità della misteriosa Dama Bionda, anche se un'ipotesi ce l'avrei....
Che sia Eleanor? :)

Bravissima Italia, spero che continuerai presto liberandoti in fretta dello spavento per l'incidente. :giusy:

Grazie Karen, ma purtroppo la bionda in questione è una nostra amica. Vi ricordate Kate e Leopold, il film con Meg Ryan? Bè io ho trasportato nel passato le nostre Candyforever, Candy75 e Ladyna. :risata: :risata: :risata:


Ora vi lascio la fine del capitolo. :giusy:



Continuazione cap 36


Furono accolti da un caloroso applauso, poi subito partì un walzer e i due sposi aprirono le danze seguiti dalle altre coppie. Mentre stavano danzando il Duca di Grandchester si avvicinò ai novelli sposi e chiese al figlio di poter ballare con sua nuora. Così mentre suo padre faceva volteggiare la sua Candy, Terence si ritrovò tra le braccia la misteriosa accompagnatrice di suo padre.
“Le faccio le mie più sincere felicitazioni, signor Grandchester. Sua moglie è davvero incantevole!” Esordì la giovane donna.
“Grazie lady…”
“Antonia”.
“Se mi consente, posso chiderle la natura dei suoi rapporti con mio padre?”
“Penso che sia giusto che gliene parli Richard”.
L’aveva chiamato con il nome di battesimo, pensò Terence. Dunque dovevano essere piuttosto intimi, conosceva molto bene il Duca, non si sarebbe mai presentato al matrimonio di suo figlio con una donna che non fosse sua moglie, se non fosse stata qualcuna di molto importante per lui. Cercò con lo sguardo sua madre, chissà che effetto le aveva fatto rivedere suo padre in compagnia di un’altra donna che era completamente diversa dall’orribile duchessa, affascinante ed elegante. Ma gli sembrò serena e felice mentre danzava con il signor Brown. Poi rivolse lo sguardo su Candy e suo padre: anche loro ballavano conversando amabilmente. Cominciò a sentirsi irritato, tutti sembravano non far caso alla situazione incresciosa che si era venuta a creare. Gli altri potevano anche far finta di niente, ma lui non poteva ignorare il fatto che lui e suo padre erano anni che non si parlavano e che nessuno dei due si era preoccupato di sapere cosa fosse successo all’altro. Si arrestò di colpo e scusandosi con la giovane donna bionda, si diresse verso suo padre e Candy.
“Bene papà, credo sia ora che tu mi dica che cosa ci fai qui”.
“Terence…ti prego, oggi è il giorno più bello della nostra vita. Puoi rimandare a domani i chiarimenti con tuo padre e godere della sua presenza alla nostra festa? Lo puoi fare per me?” Candy lo supplicò.
Terence non poteva negarle nulla, soprattutto se lo guardava con quegli occhioni imploranti, così rispose: “Va bene. Spero ti divertirai papà. Grazie di essere venuto”.
“Oh figliolo! Sono così felice per te! Il cielo non poteva darti una sposa migliore. Vi auguro tutta la felicità di questo mondo”. Prese le mani dei due giovani e le strinse forte, mentre lacrime di commozione gli giravano negli occhi. Poi si diresse verso la sua dama che era in compagnia di un’altra giovane donna.
“Tu conosci la donna che è con lady Antonia, l’accompagnatrice di mio padre?” Chiese Terence a Candy.
“Ah è così che si chiama! No, non so chi sia, penso sia venuta con loro. Guarda Terence anche George è in dolce compagnia”. Gli indicò la giovane donna dai lunghi capelli neri e dai profondi occhi scuri che danzava con George, il quale sembrava rapito dallo sguardo della sua dama.
“Il nostro amore sta contaggiando tutti, non è meraviglioso Terence. Sembrano tutti così innamorati e felici!”
“Si amore mio, hai ragione. Guarda mia madre con il signor Brown e Albert e Karen come si guardano”.
“Siamo due formidabili cupido”. Disse Candy facendogli l’occhiolino e una linguaccia. Era la stessa Candy mattacchiona di sempre, pensò Terence e non sarebbe cambiata mai. Era per questo che lui l’amava più di ogni altra cosa.
Finalmente i festeggiamenti terminarono. Era oramai l’alba. Nonostante i tentativi di Albert e della zia Elroy di farli restare a villa Andrew per la notte, Terence volle ritornare nel suo appartamento.
Una volta arrivati, sulla soglia della porta, Terence sollevò Candy e la prese in braccio.
“Benvenuta a casa signora Grandchester”.




 
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view post Posted on 26/10/2012, 12:23     +1   -1
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Ciao mie adorate amiche, lo so che sto latitando da un pò, me ne dispiace, è che ho avuto qualche difficoltà, ma ora riparto :pc: . Vi posto un piccolo pezzettino del capitolo 38. Baci. :giusy:


CAPITOLO 38


Quella mattina quando Candy aprì gli occhi non trovò suo marito accanto e ne restò delusa. Ma man mano che si destava, sentì il suo stomaco brontolare, quand’era l’ultima volta che aveva mangiato? Neanche se ne ricordava. Terence l’aveva completamente soggiogata, tenedola prigioniera tra le sue braccia per più di 24 ore. No che a lei fosse dispiaciuto, anzi…fece un sorriso malizioso al ricordo dei momenti trascorsi insieme a suo marito. All’improvviso il suo nasino fu stuzzicato da un delizioso profumino: Terence le stava preparando la colazione. Candy si stiracchiò e compiaciuta pensò che lei era la donna più fortunata del mondo per avere un marito così talentuoso sotto diversi punti di vista… Si alzò, indossò la vestaglia e si diresse in cucina a vedere cosa stesse facendo Terence. Restò sulla porta a guardarlo mentre con indosso solo i pantaloni del pigiama e un grembiule si affaccendava tra i fornelli. Candy si sentì invadere da una gioia indescrivibile, cercò di imprimere quell’immagine nella sua memoria, non voleva dimenticare nulla di quei meravigliosi primi giorni da sposata. Terence, sentendosi osservato, si voltò.
“Buongiorno Tuttelentiggini, hai fame?”
“Buongiorno amore mio”. Candy si avvicinò e gli circondò la vita con le braccia. “Mi sono sentita così sola svegliandomi senza di te accanto” disse con un finto broncio.
Terence rise di gusto. “Mi prendi in giro mogliettina? Dopo averti fatto saltare il pasto per un intero giorno, ho pensato che se volevo ancora godere dei tuoi favori, era meglio darmi da fare e preparare qualcosa da mangiare, ma a quanto sento, la mia giovane signora stamane si è svegliata con appettiti di altro genere…”
“Eh si, ma vuol dire che prima mangerò qualcosa di quello che hai preparato, non vorrei offenderti dopo tutto l’impegno profuso per prepararmi questa invitante colazione” e si andò a sedere a tavola.
Terence rise ancora. “Ora si che ti riconosco Candy”. Risero entrambi. Fecero colazione scherzando e ridendo, non si erano mai sentiti così felici. Purtroppo quell’atmosfera distesa e felice fu spezzata dall’arrivo del portiere che consegnò un biglietto a Terence. Era del Duca. Candy lo capì dallo sguardo duro di suo marito mentre ne leggeva il contenuto.
“E’ di tuo padre vero?”
“Si vuole incontrarci”.
“Terence dobbiamo andarci, lo so che…”
“Si ci andremo, non cominciare con l’opera di persuasione, non ce ne bisogno. Avevo già deciso di sentire cosa ha da dire mio padre e soprattutto sono curioso di sapere chi è questa lady Antonia che ostenta al suo fianco e di che natura sono i loro rapporti”.

Candy e Terence si recarono all’appuntamento con il duca di Grandchester. Al loro arrivo all’hotel in cui il duca alloggiava, furono condotti in una saletta privata dove li attendeva Richerd e lady Antonia. Terence e Candy rimasero piuttosto sorpresi dalla presenza della donna all’incontro. Intuendo i loro pensieri, il duca, dopo che tutti si erano salutati, disse: ”Figliolo, prima di chiarire le nostre incomprensioni in privato, volevo che tu e tua moglie conosceste la storia mia e di Antonia”.
Terence, Candy e lady Antonia si accomodarono aspettando che il duca, fermo d’avanti alla finestra come a raccogliere le idee, cominciasse il suo racconto.
“Dopo che te ne sei andato mi sono sempre più chiuso in me stesso. Mia moglie non sopportava questo mio stato e continuava a tormentarmi sputando veleno su di te e tua madre. La mia vita stava diventando sempre più un inferno, quando mi si propose una via di fuga: un marchese italiano incontrato ad un ricevimento a Londra, mi propose di recarmi in Italia, precisamente in Toscana, a visitare le sue vigne, proponendomi di mettermi in affari con lui. Avevo bisogno di cambiare aria e soprattutto allontanarmi dalla duchessa che da quando aveva saputo che eri diventato un famoso attore, ogni santo giorno mi ripeteva che eri la vergogna dei Grandchester, che dovevo maledire il giorno in cui avevo incontrato tua madre, che i nostri figli avrebbero dovuto vivere con l’onta di un fratello attore. Era diventato insostenibile continuare a vivere così. Allora decisi di imbarcarmi in quest’affare del vino e partii per l’Italia. Qui incontrai Antonia, la cugina del marchese, cominciammo a frequentarci e ci siamo innamorati, nonostante avessimo a lungo combattuto i sentimenti che provavamo l’uno per l’altra sia per la differenza di età sia per il fatto che io ero sposato. Ma l’amore ha abbattuto le nostre resistenze. Antonia è una donna di sani principi morali ed io non avrei mai fatto di lei la mia amante sia per il rispetto che nutrivo per la sua persona sia per la stima che mi legava a suo cugino. Così decisi di tornare in Inghilterra e chiedere il divorzio a Beatrix.

 
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view post Posted on 2/11/2012, 11:44     +1   -1
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care oggi vi posto un altro pezzettino del capitolo 38, lo so penserete "questa mò se ne esce con un pezzettino alla volta", ma non è facile l'inserimento di voi 4 fanciulle in questa storia, mi consentirete di doverci riflettere un pò su. Cmq spero di non deludervi. Per il momento mi concentro su Candynafor e Ladyna, poi toccherà a Candyna e Sailor. Bacioni. :giusy:


CONTINUAZIONE CAPITOLO 38


Ma ovviamente quando ho detto a mia moglie che intendevo lasciarla perché mi ero innamorata di un’altra, vi lascio immaginare quello che è successo. Beatrix ha cominciato una battaglia senza esclusione di colpi, perlopiù bassi e meschini, per tenermi legato a lei, non certamente per amore, ma per puro orgoglio. Purtroppo in passato ho commesso un errore: il primo ministro Asquith cercò di promuovere una politica fiscale progressista (aumento della spesa sociale e delle tasse ai ricchi), la legge di bilancio ovviamente fu ostacolata dai Lords che opposero il veto, per evitare un conflitto istituzionale che avrebbe visto contrapposte le due camere, ho corrotto alcuni membri della camera dei Comuni affinchè la legge di bilancio non fosse approvata nemmeno presso la camera dei Comuni. In tutto questo ero appoggiato dal re Edoardo VII, che aggiornavo degli sviluppi dell’operazione con uno scambio epistolare. L’errore più grande è stato non distruggere le lettere contenente la prova del mio coinvolgimento in tale manovra. Beatrix le ha trovate e mi ha ricattato: se non avessi lasciato immediatamente Antonia e abbandonato l’idea del divorzio le avrebbe rese pubbliche coinvolgendomi in uno scandalo di proporzioni gigantesche, distruggendo la mia carriera e soprattutto l’onore dei Grandchester. Così ho dovuto mio malgrado interrompere la relazione con Antonia e sottostare alle minacce della Duchessa”.
S’interruppe, appariva provato dal raccontare eventi che dovevano essere stati dolorosi per lui. Lady Antonia si alzò e si avvicinò al Duca poggiandogli una mano sul braccio in segno di conforto.
“Caro, se permetti vorrei continuare io il racconto”.
“Certo cara”. Si scambiarono uno sguardo amorevole che sorprese Terence, suo padre era davvero innamorato di quella donna e lei sembrava decisamente ricambiarlo.
“Quando appresi la notizia, potete immaginare il mio grande sconforto. Lo so forse potrei sembrare biasimabile, Richard era un uomo sposato ed io ne ero ben consapevole. Ma sapevo anche che il loro non era mai stato un matrimonio felice, era stata solo un’unione combinata dalla famiglia Grandchester per tenere lontano tuo padre da tua madre, Terence. Il nascere di quest’amore dapprima mi ha sconvolto, non potevo in alcun modo innamorarmi di un uomo sposato, i miei principi non me lo permettevano, ma poi, nonostante avessimo entrambi combattuto i sentimenti che provavamo l’uno per l’altro, questi hanno continuato a crescere e a diventare sempre più forti finchè ci siamo dovuti arrendere all’evidenza: ci amavamo e non potevamo farne a meno. Ovviamente non mi sono arresa, quando ho saputo del ricatto della duchessa mi sono detta <è la guerra che vuoi, e guerra sia!> Mi sono recata in Francia a trovare una mia carissima amica, Lady Oscar, credo abbiate sentito parlare di lei e delle sue valorose gesta. Oscar era l’unica che poteva aiutarmi.
 
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view post Posted on 5/11/2012, 13:27     +1   +1   -1
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Care amiche aggiungo un ulteriore pezzetto del capitolo 38, pare che ve lo stia dando con il cucchiaino :risata: :risata: :risata: perdonatemi ma la storia si sta facendo alquanto articolata. Vi adoro. Spero vi piaccia. :giusy:


CONTINUAZIONE CAPITOLO 38

Lady Antonia, mentre raccontava, ritornò con la mente all’incontro con la sua cara amica Oscar:
“Antonia come sono felice di vederti! E’ passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrate”.
“Si Oscar, troppo tempo. Come stai?”
“Io bene, mi sento un pò sola, non c’è un giorno che non pensi al mio adorato Andrè. Mi manca sempre, dicono che il tempo aiuta a dimenticare, per me il passare del tempo, invece, acuisce ancora di più la ferita della perdita”.
Lady Oscar abbassò il capo per nascondere all’amica le lacrime che le giravano negli occhi. Oscar era sempre stata una donna forte, determinata, la rigida educazione ricevuta non le permetteva di lasciarsi andare nemmeno ora che aveva abbandonato le vesti di generale e conduceva la vita di una giovane dama. Antonia poteva capire il dolore della sua amica, anche lei non si sarebbe data pace se avesse perso irrimediabilmente Richard. Si fece forza e raccontò tutta la sua storia ad Oscar, che sembrava illuminarsi man mano che ascoltava i fatti. Antonia restò, in un primo momento, stupita dalla reazione di Oscar, ma comprese subito dopo aver udito le sue parole al riguardo.
“Antonia come sono felice di poterti dare il mio aiuto, finalmente potrò dedicare il mio tempo a favore di una giusta causa, non ne potevo più di starmene qui dentro rinchiusa a ripensare al mio movimentato passato. Mi conosci bene non sono tagliata per essere una signora”. Entrambe risero. Antonia guardava la sua amica, era davvero bella, peccato che avesse deciso di non aprire più il suo cuore a nessun altro. L’amore è una cosa meravigliosa, nessuno dovrebbe vivere senza, men che meno la sua cara Oscar.
Le due amiche trascorsero qualche giorno insieme mettendo a punto il piano per debellare la Duchessa, poi giunse il momento della partenza: Antonia sarebbe tornata in Italia e avrebbe scritto a Richard per dirgli addio, facendogli così credere di aver accettato la situazione. Oscar si sarebbe recata in Inghilterra dove avrebbe tenuto d’occhio la duchessa. Al momento opportuno avrebbe contattato il Duca e lo avrebbe reso partecipe del loro piano. Ma per il momento doveva credere che con Antonia la storia fosse completamente finita. La duchessa sicuramente si sarebbe accertata che il marito avesse realmente chiuso qualsiasi rapporto con l’amata, per cui bisognava farle credere che questa era la verità. Oscar nel frattempo avrebbe indagato e cercato il modo di restituire il suo uomo alla sua amica.



 
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Ciao care amiche mie, vi posto un altro pezzettino del capitolo 38. Spero lo troviate interessante. Un ringraziamento speciale a Candynafor per il suo valido contributo :tesoro:
Buona domenica. :giusy:


CONTINUAZIONE CAPITOLO 38


Per diversi mesi non ho avuto notizie di Oscar, poi un bel giorno me la vidi comparire davanti”.
Ancora una volta Lady Antonia rivide con la mente quell’incontro:
“Oscar che ci fai qui?”
“Non sei contenta di vedermi Antonia?”
“Si…certo…ma…” Oscar scoppiò in una sonora risata, aveva compreso che l’amica vedendola avesse immaginato che il loro piano non fosse andato a buon fine, glielo si leggeva sul suo bel viso pallido e angosciato.
“Non temere Antonia, non ho mai fallito in nessuna delle mie imprese, non sarà certo questa la prima volta”. Antonia sembrò rilassarsi un attimo, ma poi con voce tremante osò chiedere:
“Allora? Che novelle mi porti?” Oscar la fissava con uno sguardo imprescrutabile che rese Antonia ancora più agitata. Distolse lo sguardo dagli occhi profondi dell’amica e si sedette, non era sicura di reggere oltre quell’ansia sempre più crescente che la stava invadendo. Oscar si sedette a sua volta e cominciò a parlare:
“Come sicuramente saprai Giorgio V è un appassionato collezionista di francobolli, spende circa 50.000 sterline alla settimana per gli acquisti filatelici. Qualche settimana fa il governo francese ha messo all’asta la collezione filatelica del più grande collezionista di tutti i tempi, Philippe la Renotiere Von Ferrary. Tra i suoi pezzi vi è l’unico esemplare al mondo del One Cent magenta di Guyana del 1856. Comprenderai bene il desiderio di re Giorgio V di aggiudicarsi l’asta. Dopo circa otto settimane che tenevo d’occhio la Duchessa, senza scoprire niente di compromettente che la riguardasse, a parte la sua tresca amorosa con un certo Duca De Gregory, ho appreso che Beatrix aveva speso ben 26.000.000 di franchi per accaparrarsi la collezione di francobolli di De Ferrari. La qual cosa mi ha insospettito, come mai una donna spendeva una simile fortuna per acquistare francobolli, seppur rari e dall’indubbio valore? Così ho scavato più a fondo. Stavo per attribuire il mio istinto alla paranoia, quando ho scoperto il primo indizio che poi mi ha portato a un altro e a un altro ancora”.
Oscar si fermò un attimo, il cuore di Antonia sembrò arrestarsi per un secondo, poi riprese a battere in maniera più accelerata, la speranza cominciò a farsi strada nel suo cuore dolorante. Oscar riprese:
“Ero sicura che avesse qualche obiettivo recondito, infatti ho scoperto che lei e il suo amante avevano fatto riprodurre una copia del One Cent magenta di Guyana del 1856. Il piano era quello di sostituire nella collezione del De Ferrari l’originale con il falso e venderla a re Giorgio ad un prezzo maggiore di quello pagato. In un momemto successivo, tramite il loro complice che era il commerciante filatelico di fiducia del re, avrebbero fatto in modo che il monarca venisse a conoscenza che il One Cent magenta di Guyana del 1856 in suo possesso fosse un falso e che avrebbe potuto avere l’originale pagando una considerevole somma. Ho lasciato che procedessero con il loro piano fino al punto in cui re Giorgio ha scoperto l’esistenza del falso nella sua collezione, a quel punto mi sono presentata dalla Duchessa con tutte la prove della sua colpevolezza: è stato facile per me corrompere il falsario e strappargli una confessione scritta in cui affermava di essere stato incarito dalla Duchessa di riprodurre il One Cent magenta di Guyana del 1856 dietro lauto compenso. Inoltre ho portato dalla mia parte anche il commerciante filatelico di fiducia del re, promettendogli l’incolumità, purchè avesse sottoscritto di essere venuto a conoscenza della sostituzione del francobollo originale con il falso da parte della Duchessa nella collezione del De Ferrari venduta per il suo tramite al re Giorgio e della proposta della donna di estorcere denaro a sua Maestà in cambio dell’originale. A questo punto mi sono recata dalla Duchessa con il dossier sulla sua colpevolezza proponendogli di scambiarlo con le lettere che incastravano suo marito”. Oscar ritornò indietro con il pensiero, il ricordo di quei momenti era ancora vivo: “Dovevo immaginare che Richard non si sarebbe arreso facilmente, non ama essere messo all’angolo il Duca di Grandchester”. Sorrise amaramente Beatrix. “Va bene madamigella Oscar, ci vediamo qui domani sera per lo scambio”.
La sera successiva mi recai all’appuntamento, ma la Duchessa e il suo amante mi tesero un’imboscata, conosci le mie doti di abile spadaccina, tuttavia ebbero la meglio su di me dato che erano in cinque contro una”.
Antonia trasalì, non poteva sopportare l’idea che la sua amica aveva rischiato di morire per aiutarla.
“Ho creduto che mi avrebbero uccisa, il mio unico pensiero è andato a te, Antonia, e alle ripercussioni che il mio fallimento avrebbe avuto sulla tua vita”.
“Oh Oscar cara!” Antonia commossa si lanciò ai piedi della sua amica. Oscar le accarezzò i morbidi capelli biondi. “ Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonata!” Disse singhiozzando.
“Non piangere, Antonia, io devo ringraziarti, grazie a questa storia io ho ritrovata l’altra metà della mia anima”. Antonia sollevò lo sguardo e guardò con aria interrogativa Lady Oscar.



 
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view post Posted on 12/11/2012, 15:43     +1   -1
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Vi posto un altro pezzettino piccolo piccolo piccolo, giusto perchè non ce la faccio a tenervi in sospeso. Grazie per l'affetto e il sostegno, sono davvero emozionata da tanto calore :wub:
Candynafor grazie nemmeno mio marito mi ha mai mandato tante rose ;)

CONTINUAZIONE CAPITOLO 38

Oscar continuò il racconto, ritornando a quella fatidica sera:
“Ah, ah, ah bene, bene Madamigella Oscar ora non è più nella posizione di ricattare nessuno”.
La Duchessa sghignazzando si aggirava intorno ad Oscar legata su di una sedia e con un coltello puntato alla gola da uno degli scagnozzi del Duca De Gregory.
“Che cosa c’è Madamigella ha perso la lingua?” Incalzò Beatrix. “Ora è nelle mie mani e prima di spedirla all’altro mondo, dovrà dirmi chi l’ha commissionato se mio marito o la sua sgualdrinella”.
Oscar continuava a restare zitta, lanciando delle feroci occhiate di sfida alla Duchessa. Quest’ultima infastidita da quello sguardo così sprezzante, le sollevo il mento e guardardandola dritto negli occhi disse:
“Cosa hai da guardare in quel modo? Tra un pò i tuoi occhi saranno pieni di terrore, perché non sto bleffando, tu morirai!” Prese il coltello dalle mani dello scagnozzo e lo puntò alla gola di Oscar facendo una leggera pressione. Oscar non aveva paura di morire, doveva però prima portare a termine il piano per aiutare Antonia e Richard a liberarsi da quella strega.
“Potrai anche uccidermi, ma non ti salverai, pensi sia una stupida, Duchessa dei miei stivali? Ho inviato una copia del dossier sia al Duca di Grandchester che a Lady Antonia, per cui se dovesse succedermi qualcosa tu comunque non la passerai liscia”.
La Duchessa a quelle parole si adirò e colpì violentemente Oscar, poi rivolta al suo amante:
“E’ necessario eliminare Richard e la sua amante, io non posso finire in prigione, hai capito?” Rivolta poi agli scagnozzi aggiunse: “uccidetela!” E fece per andarsene seguita dal suo amante, quando dalla finestra piombò nella stanza un baldo giovane dai capelli neri e gli occhi azzurri.

 
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view post Posted on 14/11/2012, 16:09     +1   -1
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Eccovi un altro pezzetto del capitolo 38. Mi auguro sia di vostro gradimento. Vi abbraccio forte forte. :giusy:


CONTINUAZIONE CAPITOLO 38

“A..Andrè!” Gridò Oscar che dalla sorpresa per poco non svenne.
Il giovane, da esperto spadaccino quale era, riuscì, con un’abile mossa, a tagliare le corde che tenevano Oscar legata.
“Andiamo Oscar, facciamogli vedere chi siamo!” disse lanciandole una spada.
Oscar si mise in piedi e afferrando la spada, con un agile scatto, fu subito addosso alla Duchessa che stava cercando di svignarsela. Nel frattempo Andrè era riuscito senza grosse difficoltà a mettere fuori gioco i due scagnozzi del Duca De Gregory e il Duca stesso.
Più tardi Oscar ed Andrè si ritrovarono nella satanza di albergo di lei. Dopo aver lasciato Buckingham Palace erano giunti in albergo senza scambiarsi neppure una parola. Ora quel silenzio stava diventando davvero insostenibile. La prima ha parlare fu Oscar.
“Come hai potuto farmi questo Andrè? Come hai potuto lasciarmi credere per tutto questo tempo che tu fossi morto? Come hai potuto vivere lontano da me sapendo che ero viva?” Ora Oscar gridava e colpiva con disperazione i pugni sul petto del giovane che la lasciò fare senza battere ciglio. Quando Oscar sembrò aver sfogato tutta la sua frustrazione ed essersi calmata, Andrè la fece sedere e si inginocchiò ai suoi piedi.
“Non sono stato cosciente per tanto tempo e quando sono ritornato me stesso, ti ho subito cercato, ma tutto mi ha fatto credere che eri morta. Poi sei tornata alla ribalta occupandoti di questo intrigo e per puro caso o per il richiamo delle nostre anime, ti ho trovata seguendo il mio istinto ed il mio cuore, che sentiva la tua presenza vicina e il pericolo a cui ti stavi esponendo. Lo sai, Oscar, io ti ho sempre amato e ti amerò per sempre. Ora che ti ho ritrovata, non ti lascerò mai più. Tu sei mia, solo mia”.
Si alzò, la prese tra le braccia e la baciò appassionatamente. Oscar dapprima ricambiò il bacio con tutto l’ardore che provava, poi lo respinse, non era ancora pronta a perdonarlo per averla lasciata vivere senza di lui per tutto quel tempo, troppo tempo!
“Hai idea della disperazione che ho vissuto in tutto questo tempo lontano da te? Dicono che il tempo lenisce le ferite, il mio dolore, invece, Andrè, aumentava giorno per giorno fino ad annientarmi. Hai la più vaga idea di quanto sia grande il mio amore per te?”
“No Oscar non lo so, la vita ci ha separato troppo presto perché io potessi comprenderlo, ma ora pare ci abbia dato un’altra possibilità, vuoi viverla con me?” Le tese la mano. Oscar titubò per una frazione di secodo, poi si lanciò tra le sue braccia e tra le lacrime e i baci, gli disse: ”Amami Andrè, qui ora e per sempre”. La passione divampò. Le loro mani, le loro bocche si cercavano disperatamente, come due naufraghi che da troppo tempo anelavano terra. Quando i loro corpi si fusero nell’atto sublime dell’amore, non ci fu più terra, né cielo, né mare, ma solo due anime che finalmente si erano riunite.
Oscar sembrò ritornare alla realtà:
“Così Antonia, io e il mio Andrè, abbiamo acciuffato la Duchessa e il suo amante che ora sono a marcire in prigione. Il re Giorgio per la gratitudine ha sciolto con effetto immediato il matrimonio del tuo Richard, per cui ora niente e nessuno potrà impedirvi di coronare il vostro sogno d’amore”.
Antonia si gettò tra le braccia dell’amica e tra le lacrime, le disse:
“Oh Oscar grazie, grazie, grazie. Te ne sarò grata per sempre!”
“Antonia, te lo ripeto, sono io che devo ringraziare te, se finalmente ho ritrovato la mia unica ragione di vita”.
La porta del salottino in cui erano le due donne si aprì ed entrarono il Duca di Grandchester ed Andrè Grandier. Antonia subito si lanciò nelle braccia di Richard, che stringendola forte le sussurrò:
“Non piangere, amore mio, tutto è finito, ora non ci lasceremo mai più”.
Andrè si avvicinò ad Oscar e le cinse la vita con un braccio. Questa era stata la loro ultima avventura, si sarebbero ritirati a vita privata dove sarebbero stati solo un uomo ed una donna che si sarebbero amati per sempre.


 
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view post Posted on 16/11/2012, 10:39     +1   -1
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Ciao a tutte, finalmente giungiamo alla fine di questo capitolo :sorrisone:

FINE CAPITOLO 38


“Ci siamo sposati ed ora eccoci qua” concluse Lady Antonia avvicinandosi al suo Richard, che guardandola con occhi pieni di amore, l’attirò a sé.
“Ma è una storia bellissima!” Esplose Candy. “Sono così felice per voi!” Si alzò e si diresse verso la coppia, abbracciò Lady Antonia e strinse la mano del Duca in una stretta che diceva più di mille parole a dimostrazione del suo pieno consenso a quella meravigliosa storia d’amore. Terence se ne stava in disparte con uno sguardo serio e imperscrutabile. Calò il silenzio. Nell’aria si avvertiva tensione, il Duca e sua moglie temevano la reazione di Terence, ma Candy aveva fiducia in suo marito, si girò e incrociò il suo sguardo per una frazione di secondo che le bastò per capire che cosa Terence stesse provando. Sorrise.
“Benvenuta in famiglia Lady Antonia, spero che avremmo modo di conoscerci meglio” Terence interuppe il silenzio che si era venuto a creare. Lady Antonia lasciandosi andare ad un gesto spontaneo e dimenticandosi per un attimo delle formalità che il loro rango richiedeva, abbracciò affettuosamente il ragazzo.
“Oh caro, non sai quanto sia importante per me e tuo padre la tua benedizione”.
Terence rimase sorpreso sia dal gesto che dalle parole della donna: da quando a suo padre importava lui cosa pensasse? Terence sorrise amaramente, poi aggiunse:
“Lei mi lusinga Lady Antonia, forse la mia approvazione sarà importante per lei, ma non credo per mio padre, non ne ha mai avuto bisogno, non si è mai preoccupato di chiedermi cosa provassi o cosa pensassi, nemmeno quando mi ha strappato dalle braccia di mia madre”.
Antonia si irrigidì, il risentimento di Terence l’aveva turbata, possibile che il suo Richard si fosse comportato davvero in maniera così meschina con suo figlio?
“Hai ragione figliolo, in passato non mi sono mai preoccupato dei tuoi sentimenti, né ho mai chiesto il tuo parere sulle mie decisioni che ti riguardavano, mi dispiace Terence, purtroppo non posso cambiare il passato, ma vorrei per il futuro provare ad essere per te un padre e a cercare di farmi perdonare per tutto il male che ti ho fatto, se vorrai darmene la possibilità”. Il Duca sembrava davvero provato mentre apriva il suo cuore a Terence, che rimase a bocca aperta nell’udire quelle parole. Ancora una volta l’amore di una donna meravigliosa aveva compiuto un miracolo: come anni addietro l’amore di Candy l’aveva reso un uomo migliore, così l’amore di Lady Antonia aveva cambiato suo padre.
“D’accordo papà cominciamo tutto d’accapo”. Si abbracciarono, finalmente la famiglia Grandchester si era riunita.
Più tardi mentre pranzavano tutti e quattro insieme come una vera famiglia, Terence chiese:
“Lady Antonia, mi piacerebbe incontrare Madamigella Oscar ed Andrè per ringraziarli per avermi liberato da quell’arpia della mia matrigna, sa me ne ha fatte passare tante ed è stato soprattutto a causa sua che io e mio padre ci siamo allontanati sempre di più. Comprenderà bene che il servigio, oltre che a lei e a mio padre, lo hanno reso anche a me”. Tutti scoppiarono a ridere.
“Se non sbaglio era al nostro matrimonio con lei, Lady Antonia, ma non ricordo nessun giovane in sua compagnia” disse Candy.
“Si Oscar era con me da sola. Sapete Andrè ha perso un occhio e con il passar del tempo comincia a vedere male anche con l’altro. Abbiamo saputo che qui a New York c’è un grande professore oculista, per ringraziare Oscar e Andrè di quello che hanno fatto per noi abbiamo prenotato una visita con questo grande luminare, ma purtroppo il giorno della visita è coinciso proprio con quello del vostro matrimonio, ecco perché Andrè non vi ha preso parte”.
“Bene, organizzeremo una festa in loro onore a villa Andrew, credo che la zia Elroy ne sarà felice”. Disse Candy.
Più tardi nel loro appartamento Candy e Terence se ne stavano abbracciati sul divano in silenzio ognuno preso dai propri pensieri.
“Oggi è stata una bella giornata vero amore mio?”
“Si Candy, è stata piacevole”.
“Lady Antonia è una donna davvero eccezionale, tuo padre non sembra più lui”.
“Si è vero, è completamente alla mercè di sua moglie, come del resto io”.
“Quindi posso fare di te tutto quello che voglio?” Disse Candy con uno sguardo malizioso.
“Si…” rispose Terence con voce arrocchita, già in balia dei suoi sensi accesi dallo sguardo di lei e da quelle piccole mani che gli stavano sbottonando la camicia. La passione che li contraddistingueva non tardò ad impadronirsi dei loro corpi che si amarono fino a quando, stanchi non caddero tra le braccia di morfeo.

 
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