Scusate il ritardo ma oggi è stata una giornata infernale, ci si è messo anche il caldo...Bacissimi.
CAPITOLO 30
Quando il maggiordomo di Karen annunciò l’arrivo di Candy e Albert, nella sala molti occhi si puntarono su i due giovani che sentirono di essere al centro dell’attenzione, tutti si chiedevano come mai il capo di una famiglia così importante si facesse sempre vedere in società solo con la sua figlioccia, si vociferava ci fosse del tenero tra i due, allora come mai non era stato annununciato nessun fidanzamento? Il mormorio dei pettegolezzi li ronzava intorno come uno sciame di api, e più di un ospite li additò chiaramente.
Karen si diresse verso di loro, le note del valzer viennese partirono appena subito dopo che Candy ed Albert le avevano fatto gli auguri.
“Albert mi concedi questo ballo?” Disse Karen.
Albert guardò Candy, lei gli sorrise annuendo con il capo. Li guardò dirigersi al centro della sala e volteggiare. Poi il suo sguardo si incrociò con un paio di occhi blu. Quando i loro occhi si erano incontrati, ancora una volta Terence era rimasto folgorato dalla sua bellezza. Andò verso Candy. <oh, mio Dio! Sta venendo dritto verso di me>. Lui allungò il braccio e la condusse sulla pista da ballo.
Lei gli sussurrò: “Non avresti dovuto avvicinarti”.
Terence s’irrigidì, sentì una morsa come se avesse appena ricevuto un pugno allo stomaco, poi con tono duro le disse: “Balla”.
Lei sollevò gli occhi e lui lesse la stessa pena che attanagliava la sua anima. Terence la strinse ancora di più a sè, incapace di parlare a causa dell'emozione che lei gli stava suscitando. Non importava che lei non volesse avere a che fare con lui, non si sarebbe arreso, nè Albert nè nessun altro uomo l'avrebbe avuta. Continuarono a volteggiare stretti l'uno all'altra, ma la tensione fra loro era più che tangibile.
“Dobbiamo parlare in privato”.
“Ci siamo già detti tutto. Ti prego Terence lasciami andare”.
“No devi ascoltarmi”. Sempre volteggiando la guidò verso la terrazza. Candy, onde evitare una scenata, non potè fare altro che lasciarsi condurre giù per la grande scalinata fino al giardino, si fermarono sotto un enorme gazebo. Terence, dopo essersi accertato che fossero soli, la prese delicatamente per le spalle.
“Candy non puoi sposare Albert!
“Terence non puoi dirmi cosa devo o non devo fare, io non ti appartengo, e poi come ti sei permesso di trascinarmi qui”.
Candy era arrabbiata, Terence non aveva nessun diritto di costringerla a seguirlo, proprio non lo sopportava quando si comportava in modo così arrogante.
Cercò di spingerlo via, ma lui la trasse più vicino, le prese il mento tra le dita e le sollevò il viso, obbligandola a guardarlo. Era così bella, i suoi grandi occhi verdi brillavano al chiaro di luna, la sua bocca morbida tremava. Il solo guardarla gli aveva acceso i sensi, avrebbe voluto prenderla fra le braccia e dimostrarle che lei gli apparteneva eccome, ma cercò di frenare la passione che in quel momento lo stava consumando, perché non era sicuro di poterla controllare se l’avesse fatto!
Gli occhi di Terence lanciavano saette, i lineamenti del suo viso erano tesi, la bella bocca tirata. Era bello, meraviglioso. Candy inspirò a fondo, nella speranza di calmare il battito del suo cuore che martellava selvaggiamente dentro il suo petto.
“Candy guardami negli occhi e dimmi che non stai provando quello che sento io in questo momento”.
“Terence cosa vuoi da me, che ti dica di amarti, ebbene si ti amo, che ho sbagliato quella notte a lasciarti e decidere di restare con Albert, va bene l’ammetto. Ma ora lui è là dentro che mi aspetta ed io non posso e non voglio deluderlo per la seconda volta, per cui ora lasciami andare e dimenticami, se puoi, io lo farò te lo prometto”.
“Maledizione Candy! Come pensi di riuscirci, spiegamelo!”
Terence era pervaso da una rabbia primitiva che non aveva mai provato prima. Con Candy era così, quella ragazza piena di lentiggini da sempre era in grado di suscitarle i sentimenti più violenti, che fosse una rabbia feroce o una passione bruciante. L’amava alla follia, Dio era così bella, anche in quel momento di angoscia. Le guardò la morbida bocca tremante e non potè fare a meno di assecondare l’irrefrenabile impulso di impossessarsi di quelle sue rosee labbra. Candy si abbandonò a quel bacio poiché non era in grado di contrastarlo.
Dopo qualche minuto lui si staccò da lei, le sollevò la testa e la guardò, poi fissò le sue morbide labbra dischiuse, ancora rosse per il bacio che le aveva dato.
“Pensi ancora di poter dimenticare e vivere felice con un altro?”
No avrebbe voluto gridargli, solo lui riusciva a farla sentire in quel modo. Invece disse: “Mi dispiace…” e corse verso la terrazza.
Albert uscì in terrazza giusto in tempo per vedere Candy fra le braccia del suo migliore amico e sentì il cuore fermarsi nel petto. Mentre li guardava, vide Terence dire qualcosa e Candy liberarsi dalla stretta e correre verso la terrazza dove si trovava lui. Albert indietreggiò aspettando che lei rientrasse. Candy appena varcata la soglia del salone, si trovò di fronte ad Albert.
“Stai bene, Candy? Sembri sconvolta”.
Sconvolta non era la parola giusta. “Non mi sento tanto bene”, mentì lei.
“Vieni con me”. La condusse verso una porta e la fece scivolare in un salottino. “Allora, dimmi che cosa sta succedendo. Poco fa ti ho visto parlare con Terence”.
Candy si voltò dirigendosi verso la finestra per evitare che Albert si accorgesse del suo turbamento.
“Candy cosa c’è? Non dirmi niente, ti conosco troppo bene per non capire che c’è qualcosa che ti turba, ti prego non tenermi fuori”.
Si era vero, ad Albert non aveva mai nascosto niente, lui sapeva leggerle nell’anima meglio di ogni altro e lei si odiava per avere un segreto così importante con lui, era giunto il momento di essere sinceri.
“Non ti sfugge niente, è vero sig. Andrew?”
“Bè per me sei un libro aperto lo sai”.
“Si, è l’aspetto del nostro rapporto che amo di più, è unico, non l’ho mai avuto con nessun altro”.
“Allora vuoi dirmi cosa c’è che rende quei tuoi meravigliosi occhi angosciati?”
“Si Albert è giunto il momento che tu sappia”.
Restarono in silenzio per qualche minuto, poi Candy disse: ”La sera che sei tornato a New York io ero con Terence, avevo deciso di stare con lui”. Candy s’interruppe e guardò Albert per scorgere la sua reazione, ma lui la guardava impassibile. “La mattina dopo sono venuta in camera tua per parlarti dell’accaduto, ma ti ho trovato svenuto, il resto lo conosci”.
“No Candy non credo, mi hai appena detto che avevi deciso di stare con Terence e che eri venuta da me per lasciarmi suppongo, ma ora sei la mia fidanzata, dimmi perché? Perché stavo per morire, allora per pietà sei rimasta con me?” Albert era visibilmente arrabbiato.
“No Albert non è andata così”.
“Noo? Dimmi, Candy, allora come è andata?” Il tono della sua voce era alterato.
“Albert ho avuto paura di perderti, mi sono resa conto che non avrei potuto vivere senza di te, tu sei troppo importante per me, sei la mia famiglia, l’unica che io abbia mai avuto, insieme a Miss Pony e suor Maria, io…perdonami…” Candy si accasciò su di una poltrona, si sentiva priva di forze e cominciò a piangere.
Albert si inginocchiò accanto a lei, la prese tra le braccia e la strinse forte al petto, poi disse con un tono più caldo: ”Candy quello che mi ferisce non è che tu abbia scelto Terence, sapevo dell’eventualità che tu potessi tornare con lui. Quello che mi addolora di più è sapere che è per la mia malattia che sei rimasta, o credi sia così debole da non riuscire a sopportare che non mi ami”?
“No Albert le cose non stanno così, il fatto che provi dei sentimenti per Terence, non significa che io non ti ami. Non sono rimasta perché eri malato e non in grado di sopportare il mio abbandono, sono rimasta perché è con te che voglio dividere la mia vita, non posso pensare di non poterti vedere, parlare, ripeto tu sei la mia famiglia, e la famiglia viene prima di ogni altra cosa”.
“Puoi dire che sono io il tuo grande ed unico amore, Candy?”
“Albert…io…”
“Te lo dico io no, è lui che vuoi, Candy, è sempre stato così, ti vuoi convincere che starai meglio con me perché hai paura”.
“Si ho paura di non rivederti più, non posso perderti. Amo disperatamente Terence, ma amo anche te, preferisco rinunciare all’amore per lui, che rinunciare a quello che ho costruito con te. Se ancora mi vuoi sarò tua moglie. Sai che stiamo bene insieme, possiamo essere felici”. L’aveva detto, ora non poteva più tornare indietro. Del resto quello che aveva detto era la verità, lei stava bene insieme ad Albert, era felice insieme a lui, l’amava, certo non con la stessa passione che provava per Terence, Terence… lui era un’altra cosa…ma ora non aveva più importanza. Lei aveva fatto la sua scelta, ora toccava ad Albert.
Albert la fissava con occhi increduli che man man si intenerivano. Candy temeva che se fosse ritornata da Terence, lui ferito non avrebbe voluto vederla mai più, dunque aveva rinunciato alla sua vita con Terence per amor suo, perché lei aveva ragione lui non avrebbe potuto sopportare di vederli insieme. Era commosso, Candy aveva messo lui e la sua felicità davanti a tutto: nessuno aveva mai fatto niente di simile per lui prima d’ora. Non aveva mai pensato che potesse esistere un amore così grande, da far desiderare il bene degli altri prima del proprio.
Le credeva quando gli diceva con quegli occhi innocenti che sarebbero stati felici, forse era la verità. Loro due erano sempre stati una coppia molto affiatata. Ma la passione? Quel sentimento intenso e veemente che ti travolge, Candy l’avrebbe mai provato per lui? No, era Terence quello che faceva perdere la testa alla sua Candy, sì sarebbero stati felici, ma lui non era disposto a rinunciare a questo aspetto sublime dell’amore.
“Candy vai da Terence, il tuo posto è con lui. Non preoccuparti per me, starò bene, e non temere non mi perderai mai, anche tu sei la mia famiglia, l’unica che mi abbia fatto sentire veramente amato per quello che sono”.
“Albert non mi vuoi più?”
“No sciocca, certo che ti voglio. So che quello che mi hai detto è vero, ma è anche vero che quell’alchimia che c’è tra te e Terence durerà per sempre, ed io voglio una donna che provi per me quel trasporto che tu provi per lui e purtroppo non per me”.
“Oh Albert, perdonami se ti ho fatto soffrire, credimi mai avrei voluto che accadesse”. Candy l’abbraccio, mentre copiose lacrime rigavano le sue gote. Anche Albert era commosso, non sarebbe stata sua moglie, ma niente e nessuno avrebbe potuto dividerli, il loro era un legame indissolubile, di questo era più che certo.
“Lo so piccola, non si può decidere chi amare, non ti preoccupare per me, mi passerà. Vai ora, non perdere altro tempo, vai a salvare quello scellerato, chissà che starà combinando preso dalla disperazione”. Le strizzò l’occhio. Candy sorrise. “Sei più bella quando ridi che quando piangi, piccola”.
“Ti voglio bene Bert”. Le sfiorò le labbra con le sue ed uscì. Albert si lasciò cadere sulla poltrona, chiuse gli occhi e calde lacrime scesero dai suoi bellissimi occhi azzurri.
“Albert sei qui, stai bene? Sei così pallido! Candy dov’è?”
“Se ne andata Karen, l’ho persa per sempre, ora sono di nuovo solo”.
“No Albert tu non sei solo…ci sono io con te”, Karen disse tali parole con slancio, poi arrossì per la sua audacia. Albert la fissava sorpreso.
<oramai hai parlato, fatti coraggio e digli quello che provi>. “Albert lo so che magari non è il momento, ma io mi sono innamorata di te, mi prenderò cura io di te, se mi vorrai…”
Albert dopo alcuni minuti di incredulità, disse: ”Karen ne sono lusingato, ma tu conosci i miei sentimenti, però sarei felice di trascorrere del tempo con te, per approfondire la nostra amicizia, in questo momento ho tanto bisogno di un’amica”.
“Oh Albert!” Karen cominciò a piangere, cosa molto insolita per una dura come lei. Si sentiva felice, finalmente aveva la possibilità di conquistare il suo cuore.