Candy Candy

Così diversi, così uguali...

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candyforever
view post Posted on 21/5/2014, 23:25 by: candyforever     +1   +1   -1
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Che bell'analisi che hai fatto, poingpoing! E' bellissimo vedere come, dopo oltre due anni di frequentazione di questo forum, le considerazioni che vengono fatte sui personaggi di questa bellissima storia non smettano mai di emozionarmi, soprattutto quando vanno a toccare aspetti che, in un modo o nell'altro, sono magari passati anche per la mia mente ma che, per varie ragioni, non ho mai avuto occasione di mettere su carta, ops, su web.

Devo dirti grazie, cara! Sì perché, grazie a te, stasera trovo il coraggio di postare una "cosina" che, di getto, anch'io avevo scritto al riguardo più di due anni fa ormai ma che, temendo di annoiare o di essere ripetitiva, e ritenendo che ormai sui due bellissimi fosse già stato detto tanto, e tante volte bene, da altri, non avevo mai trovato il coraggio di postare. Ma il file era rimasto tra i miei documenti e stasera l'ho rispolverato...

Chissà, forse a qualcuno non dirà assolutamente nulla ma, ad ogni modo, lascio anch'io la mia visione dei fatti o meglio, la visione dei fatti che avevo all'epoca. Oggi, grazie anche ad "ulteriori ed approfonditi studi" (sic! ;) :) ) fatti sulla "materia" (arisic! :P) sicuramente la mia visione si è ampliata sotto certi aspetti e molti angoli sono stati smussati ma cambiare quello che scrissi allora non avrebbe senso, perché la vivisezione dei pensieri e l'eccessiva elucubrazione tolgono spontaneità agli stessi. Quindi posto qui, di seguito, il candytartaforpensiero della primavera 2012. ;)


Terence Vs Albert, Terence o Albert, Terence e Albert? Beh, devo dire anch'io, come hanno già fatto in tantissimi prima di me, che la Mizuki è stata grande, perché se dopo più di trent'anni siamo ancora qui a parlarne...

Albert... di lui penso che sia un principe nell'anima senza alcuna possibilità di messa in discussione della sua superiorità morale ed umana e che la sua personalità, secondo me, a differenza di quella di Terence, sia scevra di chiaroscuri e di aspetti contorti. Con questo non intendo certo sminuire le sfaccettature del suo carattere, anzi...

Albert e Terence, entrambi nati in una culla d'oro: il primo nell'alta borghesia americana, figlio, o meglio nipote, di un self made man di origini scozzesi che, grazie alle proprie capacità, conquista un posto in prima fila nel Paese dei grandi sogni; il secondo, pur se con la macchia dell'illegittimità - ah, la censura italiana, unica versione dell'anime, credo, in cui Eleanor ed il Duca vengono dati per divorziati, anche se in realtà sembra non si siano mai sposati - in una delle più nobili casate britanniche, con una splendida madre americana, attrice di successo che per amore fa una scelta senz'altro controcorrente per la sua epoca. E mi è parso di capire che quello...bip... del duca sia stato anche il suo unico uomo.

Però... parafrasando una vecchia telenovela, anche i ricchi piangono... ed il cuore dei nostri due beniamini è stato davvero messo a dura prova dalla vita, anche se per ragioni completamente diverse. Albert perde, uno dopo l'altro, tutti gli affetti a lui più cari: la madre, che muore dandolo alla luce; il padre, in tenerissima età, motivo per cui finisce sotto l'egida dell'arcigna e gelida zia Elroy, sorella del defunto; l'adorata e unica sorella Rosemary, madre di Anthony - per fortuna la perfida sig.ra Legan era solo una cugina acquisita, secondo l’albero genealogico accreditato, almeno così pare, dalla Miz; infine, l’unico nipote, Anthony, e qualche anno più tardi, Stear;

Albert è però rimasto sempre un cuore puro, forte, leale, sereno con sé stesso ed aperto alla vita. La zia Elroy deve arrendersi subito al fatto che lui ami gli animali e dovrà, seppur obtorto collo, lasciarlo vagabondare a suo piacere, anche se con la supervisione del fedele braccio destro George. Già, George… l'orfananello francese, cui il vecchio sig. Andrew affidò il figlio in punto di morte… Doveva sapere bene di che pasta era fatta la cara Elroy. Tuttavia, pur avendo subito dolori atroci, Albert riesce con coraggio e forza d'animo sempre a far fronte alle sfide del destino, anche se con un'immancabile velo di malinconia negli occhi (è un cancro, come me... :wub: :wub: :wub:) perché si tratta di lutti orribili impostigli dalla crudeltà della vita ma non di torti commessi da persone a lui care. Il dolore non gli impedirà di fare, fin da subito, le sue scelte e di mettersi in viaggio con lo zaino su una spalla e Puppy sull'altra, di dedicarsi alla natura, agli animali, al prossimo...
Già, quello stesso amore che lo porterà prima a salvare una bambina dagli occhioni verdi e dai codini biondi da una sicura morte nella cascata e poi ad adottarla. Quest’affetto da fratello maggiore si trasformerà in amore, secondo l’idea iniziale dell’autrice, come la fine del manga, alla fine degli anni ’70, lascia presagire e come Final Story, nel 2010, non smentisce, pur senza confermare? :unsure: :unsure: :unsure:

In me si è pertanto formata la convinzione che la sua personalità sia profonda ma non tormentata, poliedrica e sfaccettata, ma non contorta. Il carico di sofferenze che la vita gli ha imposto - alla fine ben più pesanti di quelle che avrà Terence perché in fondo a quest'ultimo non è mica morto nessuno - unite alle responsabilità connesse alla sua posizione in seno alla società e alla famiglia, anche se, fino alla fine dell'anime e del manga, queste sono esercitate in incognito (quando adotta Candy è ancora un ragazzo), lo hanno costretto a diventare adulto in fretta.

Terence... qui per me è più difficile... Su Albert dovevo e volevo dire quanto lo apprezzi e gli voglia bene. Perché NON SI PUO' NON VOLER BENE AD ALBERT e penso appunto che il bene possa essere spiegato, e anche collocato, sotto il profilo della nobiltà di intenti, addirittura su un piano superiore all'amore, oltre che, ovviamente, diverso. Per Albert io provo "ragione e sentimento", per Terence "istinto e sentimento". Un istinto che non riesco a tradurre in parole, un amore immediato e diretto che va al di là della ragione. Per questo bambino che viene strappato, in tenerissima età, ad una madre che non ha la forza di opporsi. Portato via da un padre freddo, ingessato in un ruolo che la sua casata gli impone dalla notte dei tempi e che lui si rassegna a subire - dico, ci ricordiamo quanto era racchia la seconda moglie del Duca? E la voce, poi... una stridula cornacchia, e mi scuso con le cornacchie. Un padre che lo “trapianta” in Inghilterra solo per relegarlo in un freddo ed austero collegio, per trasformarlo in un adolescente cupo, aggressivo, arrabbiato con la vita e col mondo intero, che si azzuffa e fa a pugni aggredendo, ubriaco, altri ubriachi… Fortuna che arriva Albert a salvarlo... Caro Albert, angelo custode non solo di Candy... Un ribelle che sfoga così il suo senso di frustrazione e di profondo dolore nel sentirsi rifiutato. Rifiutato – almeno così lui crede – anche da una madre che, timorosa, lo rispedisce al suo nobile castello in Inghilterra dicendogli che ora è solo il figlio del Duca di Grandchester quando, in una notte piena di neve, dopo aver attraversato l'Atlantico, lui la raggiunge in America... Ah, quanto ha ragione il grande Oscar Wilde nel dire che le cose peggiori sono sempre fatte con le migliori intenzioni...
Ecco, io amo follemente Terence proprio perché lui può non ispirare amore all'improvviso… Ricordate quanta paura di lui avevano Annie e Patty? E che... grandeeeee feeling aveva con Archie? Perché è bello realmente e dannato solo apparentemente, con l'anima pura come la neve appena caduta. E l'ha capito bene quella volpe di Candy...
A questo adolescente inquieto, solitario, antipatico, arrogante, umorale, attaccabrighe sarà necessario l'intervento di una scimmietta bionda tuttelentiggini per tirargli fuori un cuore nobile che nobile lo era già per nascita, quel cuore che lo indurrà a partire, giovanissimo, rinunciando al suo nome ed ai privilegi della sua posizione per cercare, da solo, la sua strada. In una tristissima giornata d'autunno... Dove il vento, insieme alle foglie, si porta via anche i ricordi della sua giovinezza spensierata... Pochi ricordi spensierati in realtà, solo quelli dei momenti che ha vissuto con lei... Quello stesso adolescente che, troppo presto, solo poco più di un anno dopo, si trasformerà in un giovane uomo destinato a prendere la più dolorosa e straziante decisione della sua vita, in una fredda notte d'inverno, sulle fredde scale di un ospedale, dove battevano all'unisono due cuori a pezzi e sui quali era appena sceso un gelo ancora più grande e più straziante;un gelo che nelle intenzioni dell'autrice purtroppo era, almeno all'epoca - ormai lo sappiamo - DEFINITIVO. Meno male che in Italia hanno cambiato il finale: il mio tenero cuore di tredicenne non avrebbe retto, in quel lontano 1980, alla “vera” fine. E il film, poi, fece di più: ruppe completamente le regole, altamente infischiandosene dei "nonègiustocosìnonèstatarispettatalavolontàdell'autrice". Vero. Sacrosantamente vero. Hanno sbagliato? Sì, forse. Anzi, senza forse. Sicuramente sì. Però dentro di me c’è una vocina che non può fare a meno di dirmi: “Ah....Deo gratias.....Italians did it better”, come ho letto in un commento di qualche video, non mi ricordo più dove. E poi, per continuare a sognare, c'è Final Story (quest'ultima frase l'ho aggiunta ora ;)).



Edited by candyforever - 19/5/2015, 00:42
 
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