Capitolo 22
L’altro nonno
“ … Vuoi dire … Candy…?!” Gli domandò Terry fingendo ignoranza, sedendosi nuovamente sulla poltrona davanti la finestra, guardando in giardino. Vedendo quelle persone che parlavano e si divertivano, notò alcuni volti che ben conosceva , e i suoi occhi per un istante toccarono Candy che parlava con il damerino. Tuttavia, chi maggiormente attirò la propria attenzione , fu un uomo del passato. Una persona, che per qualche ragione era lì quella sera e Terry sospettava su ciò che avrebbe potuto tentare di fare.
“ … Per quanto ne so … non ho altre nonne … all’infuori di lei …” Gli rispose Terence, che ancora teneva la mano ad una Lucy più sorpresa che mai “ … o forse mi verrà rivelato questa sera ? “ Aggiunse il ragazzo scherzosamente . Facendo ridere Terry.
Quel ragazzo, gli ricordava tanto se stesso in gioventù. Del resto i suoi geni avevano una tale miscela. Nei suoi occhi vedeva la madre … nella statura il padre …, nelle lentiggini … la nonna.
“Con tua nonna, non si sa mai cosa può succedere!” Esclamò in tono scherzoso, “ e per rispondere alla tua domanda … no, tua nonna non sa che io sono qui stasera … ma il problema non è lei … bensì che tu per tutto questo periodo sei stato un gran maleducato!” Gli rispose Terry , guardando Lucy. Terence si abbandonò ad una risatina.
“Senti chi parla di maleducazione ! Non ne hai mai abbastanza! L’hai presa in giro sino a poco fa, ed ora vuoi che io te la presenti?” Gli domandò Terence sorridendo.
Ma Terry lo guardò indagatore , rimanendo in attesa.
“Accidenti … giusto … beh … ora capisco la nonna … “ Disse il ragazzo con tono quasi infastidito, “ Lucy … lascia che io ti presenti Sua Grazia il Duca Terence Graham Grandchester … lui è …” Ma Terry lo interruppe.
“ Io … sono suo nonno, piacere di conoscerla miss!” Mentre si alzava dalla poltrona , facendo un elegante inchino alla ragazza che arrossì violentemente rispondendogli con un sussurro.
“Vostra Grazia … piacere di conoscervi … pensavo che il nonno di Terence fosse … fosse … scusatemi se prima vi ho disturbato . “ Il giovane Terence la guardò teneramente stringendole di più la mano.
“Lucy … lui è l’altro mio nonno …” Le mormorò notando però che la ragazza di stava confondendo ancora di più, “ …. ah, roba troppo pesante per un primo appuntamento “ mormorò tra i denti mostrando i propri pensieri.
“ Vi vedete?” Domandò Lucy stupita.
“Abbastanza, anche se saltuariamente … !” Le rispose Terence ridacchiando leggermente mentre l’accarezzava con lo sguardo .
Ci fu un piccolo colpo di tosse. I due giovani, si voltarono guardando Terry che si versava del whisky in un bicchiere di cristallo. Il suo modo di fare sembrava indifferente, ma sulle sue labbra si nascondeva un furbo sorrisetto.
“Non voglio rovinare il vostro appuntamento … ma vorrei chiedere un favore a mio nipote , se non ti dispiace Lucy. “ La ragazza annuì affermativamente.
“Aspetterò nel corridoio” . Disse Lucy al suo accompagnatore regalandogli un luminoso sorriso, che catturò il respirò di Terence.
*****
Appena i due uomini rimasero da soli nella stanza, Terry non perse tempo. Con un gesto della mano , invitò il nipote Terence ad avvicinarsi a lui davanti la finestra.
“Riesci a vedere chi è l’uomo che sta parlando con tuo padre ed Archie?”
“Si, chi è?”
“Ascoltami attentamente. Con una scusa qualsiasi portamelo qui. Non menzionargli però il mio nome. Poi raggiungi tua nonna e dille di ritardare l’annuncio … anzi deve cancellarlo!”
“Lei non lo farà mai! Stai parlando come se non la conoscessi!”
“Terence, in questo momento tua nonna, si sta gettando nella fossa dei serpenti. ” Gli rispose Terry seriamente, mostrandogli Candy che parlava con Iriza, mentre improvvisamente apparve anche Neal.
“Hanno avuto il coraggio di presentarsi!!” Gridò Terry incollerito. “Certo Candy ha avuto le sue ragioni per invitarli, e sa quello che sta facendo, però non avevamo considerato quest’altra presenza. E’ a causa sua che devo impedirle di fare l’annuncio. Portami quell’uomo, me ne occuperò io. “ Il giovane guardò il nonno, e gli apparve oltremodo sicuro. Decise quindi di fare come lui gli stava dicendo.
“Qual è il suo nome?” Gli domandò prima di uscire dalla stanza.
“Roger Parker.”
I destini troveranno le loro strade.
Rimasto solo dentro la biblioteca, Terry rivolse il proprio sguardo a quei tre piccoli dipinti, grazie ai quali poco prima aveva avuto un interessante dialogo con Lucy. Sapeva che non era necessario menzionare alla ragazza , un altro dipinto che faceva parte di quella serie di opere d’arte, che era formata da quattro dipinti e non tre. In ogni caso, quel dipinto non era in questa casa.
Terry non potette evitare di ricordare quanta sorpresa avesse provato nel momento in cui scoprì quel dipinto. Lo aveva trovato casualmente in un piccolo mercato delle pulci a Londra, a pochi mesi del suo ritorno in Inghilterra. Il dipinto mostrava l’orfanatrofio e la collina di Pony. Senza pensarci due volte, Terry lo aveva acquistato. E anche se guardarlo gli faceva male, sentiva che aveva un pezzo di lei. Però non lo aveva mai appeso nel suo appartamento. Lo riponeva al sicuro all’interno di un armadio del suo studio, e ogni volta che era lì , lo tirava fuori appoggiandolo su una sedia , standovi seduto di fronte guardandolo per ore ed ore ... come se stesse ammirando lei … la sua immagine … la sua figura … naturalmente passarono alcuni anni prima che lui potesse regalarle quel quadro personalmente. Ma il giorno nel quale ciò avvenne, fu il medesimo giorno nel quale le loro vite avrebbero affrontato una nuova sfida . Forse, il loro destino ancora una volta li stava sfidando.
Quel giorno Candy entrò nel loro appartamento a Londra quasi senza fiato, ma pronta a nuove risate. Trovò Terence seduto a leggere un copione , sulla poltrona rossa del salotto. Lui la vide togliersi la parrucca bruna e gli occhiali che lei aveva indossato.
“Deve essere accaduto qualcosa di davvero divertente , riesci a malapena a trattenere un sorriso malvagio.” Le disse Terence scherzando.
Candy esordì con una grande risata.
“Si! E’ successo davvero! Ho giocato a nascondino con Parker!” Gli rispose lei tra le risate.
Lui la guardò serio mettendo da parte il copione.
“Devo fare qualcosa con quel ragazzo! Non vuole proprio rinunciare!”
“Potresti rilasciargli l’intervista che lui tanto desidera! Vedrai che allora si calmerà!” Gli propose Candy tra le risate.
Terence alzandosi dalla poltrona , le si avvicinò.
“Dargli un intervista …eh?” Le rispose mentre le catturava la vita con un braccio stringendola a sé, “ beh … fammi pensare … a quello che dovrei dirgli …” Sogghignò mentre Candy lo guardava sorridendo. “ Gli dirò … Mr. Parker … smettila di pedinare mia moglie … altrimenti potrei ucciderti!”
“Terry!” Candy protestò “ … non puoi dirgli questo…”
“Perché?”
" Tu sai ...perchè..."
Il suo sguardo blu si bloccò teneramente in quello di lei. Dai suoi occhi riuscì a capire che non era ancora pronta.
“Aspetterò tutto il tempo che ci vorrà …” Ricordò Terence, poi la sua mente fu attraversata dal dipinto che forse avrebbe potuto aiutarlo. Forse le avrebbe dato la giusta spinta e coraggio …
“Vieni con me …” le disse prendendole la mano con delicatezza , accompagnandola nel suo studio.
Candy si sedette di fronte la scrivania in mogano di Terence attendendo impazientemente . Lei amava le sue sorprese , e dentro il suo cuore sentiva che lui in quella giornata gliene aveva preparata una. Dopo tutto non era la prima volta. Le sorprese di Terence erano all’ordine del giorno.
Lui aprì un armadietto vicino alla grande libreria del suo studio e ne tirò fuori un pacchetto rettangolare. Non era molto più grande di un fascicolo. Sembrava però qualcosa di completamente diverso. Con mani sicure, lui lo diede a lei. Era relativamente leggero. Senza esitare Candy lo prese , e con un caldo sorriso cominciò a scartarlo.
La sorpresa del suo viso era sincronizzata alle parole di Terence.
“E’ tuo. Puoi appenderlo nel tuo ufficio o dove vuoi. “ Le disse con la sua profonda calda natura.
Candy emozionata e stupita, rimase per un po’ a fissare il quadro. La casa nella quale era crescita, la collina sulla quale aveva corso tante volte, l’albero sul quale si era arrampicata . Terence le spiegò in che modo lo avesse trovato e che in tutti quegli anni trascorsi avrebbe voluto condividerlo con lei e finalmente ora era giunto quel momento. Analizzando il quadro, Candy notò la firma dell’artista. “ Slim …” Lei conosceva il pittore! Ma naturalmente, altrimenti sarebbe stato impossibile per chiunque non avesse conosciuto la Casa di Pony, raffigurarla con tanto amore e bellezza. Candy raccontò a Terence la storia di Slim , decidendo che doveva trovarlo. Se era grata a Terry per quel meraviglioso regalo , lo era anche con Slim per quel meraviglioso dipinto.
Felice ed impulsiva com’era, mise il quadro su una sedia per continuare a guardarlo. Determinata a chiamare al telefono George e incaricarlo delle indagini per trovare Slim. Quindi afferrò immediatamente la cornetta sulla scrivania di Terence.
Le sue dita però non raggiunsero mai il disco numerato dell’apparecchio telefonico. Lei rimase congelata, con la cornetta nera in mano e gli occhi fissi su un portasigarette in legno poggiato sulla scrivania …
Terence era ordinato per natura, ma la propria scrivania era l’unico posto sul quale a volte regnava un po’ di disordine. C’erano copioni teatrali aperti, appunti , un posacenere con una sigaretta spenta , un paio di occhiali … cose che lo aiutavano ad immergersi completamente nel proprio lavoro . Ma tra quegli oggetti che appartenevano al mondo di Terence … Candy vide qualcosa … un piccolo oggetto rotondo … un oggetto che aveva già visto alcuni anni prima , appuntato sull’abito sudicio di una piccola bambina sporca. Un oggetto, che nel profondo del proprio cuore, lei aveva sperato riconoscendo quelle iniziali , che esse rappresentassero una semplice coincidenza. Silenziosamente rimise giù la cornetta e molto lentamente prese quella piccola spilla .
Terence notò quello strano comportamento.
“Candy … ? Stai bene ? !” Le domandò preoccupato.
Lei si voltò guardandolo con gli occhi lucidi. Le lacrime , le stavano annebbiando la vista rifiutandosi di bagnarle le guance. Terence preso dal panico cercò di abbracciarla ma lei non glielo permise facendo un passo indietro. Lui la guardò sbalordito.
“Candy … cosa sta succedendo … perché mi respingi?” Le mormorò cercando nuovamente di avvicinarsi.
Lai molto lentamente aprì il palmo della propria mano mostrandogli quella piccola spilla.
“…T. G. … Terence Granchester … “ riuscì appena a sussurargli.
Terence continuava a guardarla stupito.
“Si … è stato un regalo di mio padre … in realtà erano due gemelli … ma credo di aver perso l’altro da qualche parte …. “ le disse nel tentativo di capire perché lei fosse tanto sconvolta da un oggetto così insignificante .
“ … Non lo hai perso … è …” Gli rispose lei così piano che lui quasi non riuscì a sentirla .
Terence aveva raggiunto i suoi limiti. Non riusciva a capire quel comportamento . La raggiunse prendendole la mano .
“Candy! Vuoi dirmi cosa c’è di sbagliato ?! Ti prego parlami …” Le disse intensamente, cercando di non alterare eccessivamente il tono della voce.
Candy permise ai propri occhi di guardare il bel volto di Terence.
“Perché, perché, perché … “ continuando a ripetere a se stessa più e più volte “ … i destini troveranno le loro direzioni … “ , Aveva detto Eleonor una volta a suo figlio. E Terence aveva confessato ciò a Candy.
“ … I destini troveranno la loro direzione … quale direzione … in che modo … quante altre prove dovremmo affrontare? Si domandava Candy dentro di sé.
“Mrs. Candy … abbiamo trovato il nome della madre” . Le aveva detto George.
“E’ viva ?! … “ Gli aveva domandato Candy, malinconicamente.
“Purtroppo no, ma abbiamo un indizio sul padre … la piccola spilla che era appuntata sull’abito della piccola … riporta le iniziali del padre ,probabilmente. “
“ … E ... il nome della madre …? “ Gli domandò Candy pensierosa.
“ … Melanie Woods …” L’unica cosa che Candy riuscì a sussurrargli.
Terence congelò.
Lei scappò via nello stesso istante in cui le lacrime cominciarono a rotolarle giù sulle guance.
********
Correva.
Correva infuriata nei vicoli bui. Vicoli sporchi , poveri. La pioggia bagnava il suo corpo fino alle sue ossa.
Correva e correvano giù anche le sue lacrime . Lacrime miste di pioggia.
Poteva sentire il rumore dei suoi tacchi , in ogni sporca pozzanghera in cui si immergevano scomparendo.
Correva. Voleva raggiungere la fine del mondo.
Piangeva. Fiumi di ricordi e di dolore.
Era senza respiro.
Pioveva, ma sentiva il fuoco avvicinarsi. Quel fuoco che aveva sciolto il suo castello di ghiaccio. Non voleva. Non poteva. Era tutto sbagliato.
Sentiva i suoi passi rapidi passare nelle stesse pozzanghere. Così come sulla strada. Poteva sentire il suo dolore. Sentiva la sua rabbia. Il fuoco che voleva sedurla. Era sbagliato. Correva e sentiva la sua voce. Voce soffocata dalla paura, dalla rabbia , dalle lacrime. Pioggia e lacrime insieme.
Passi sempre più vicini. Respiri pesanti. Dolorosi. Senza aria. Senza ritorno.
Le gocce di pioggia soffocavano i propri singhiozzi.
La sua mano nella propria mano. Bagnata. Forte. Calda. La fermava . Lei non voleva. Voleva raggiungere la fine del mondo. Era sbagliato. La sua mano bruciava sul proprio braccio. Doveva correre. Voleva che la lasciasse. Non sarebbe più tornata. Non poteva. Non voleva. Il suo sguardo una fiamma eterna. I propri piedi due radici. I suoi occhi due profondi laghi blu di dolore. Un tempestoso mare di rabbia. Lei ferma.
Lui restava lì. Fradicio, arrabbiato. Senza voce. Lì. Attendeva. Era sbagliato? Aspettava per loro. La speranza, un incendio sul suo volto. Una supplica. Una parola.
Alla propria misericordia ?! Alla propria misericordia.
“…. Perché ...”
“ … Perché … sono una codarda, ho paura … di quello che accadrà … “
“ …. Tu sei … una … coraggiosa …. coraggiosa … Tarzan … amore mio …”
*****
E i destini … trovarono la loro strada …
Terence incontrò Teresa , su un prato di narcisi.
Sua figlia, aveva quasi quattro anni.