Ciao a tutti! Eccovi la prima parte del secondo capitolo. Da leggere tutta d'un fiato...
Capitolo II
Le lettere di Candy
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Nei giorni successivi alla partenza di Candy, Albert ebbe il duro compito di comunicare alla famiglia la cattiva notizia. Dopo una lunga riflessione, si decise infine a chiamare i suoi parenti più stretti (inclusi i Leagan e Annie) per metterli al corrente dell’accaduto.
Quando entrò nello studio dell’immensa dimora di Chicago trovò già tutti ad attenderlo. La zia Elroy aveva preso posto su una raffinata poltrona di pelle, la sua preferita in quella stanza. Vicino a lei, seduti su di un lussuoso divano blu indaco, c’erano Archie ed Annie. Iriza e sua madre erano una accanto all’altra su di un gran sofà, che faceva pendant con il resto dell’arredamento, giusto accanto ad un’ enorme finestra coperta da un pesante tendaggio di seta. Il signor Leagan e Neil erano in piedi vicino alle due donne; l’impazienza era dipinta sul volto del padre mentre il figlio aveva lo sguardo perso nel vuoto, oltre i vetri della finestra. Iriza era intenta a sistemarsi i capelli e a rimirarsi nello specchio del suo portacipria; dopo tutto una ragazza non deve perdere l’occasione di colpire favorevolmente il più potente degli Andrew, che per di più era anche un uomo molto affascinante.
- Mi compiaccio di vedervi tutti - Esordì Albert mentre cercava di farsi coraggio.
- Bene, permettimi di dirti che ho annullato una appuntamento molto importante, spero quindi che questa riunione ne valga la pena. - esclamò il signor Legan.
- Cercherò allora di essere breve - replicò Albert a suo zio.
- Prima vorrei però sapere perché Candy non è stata invitata a questa riunione - Domandò Archie, non riuscendo a celare del tutto la nota d’ irritazione nella sua voce, - Sai bene che anche lei è fa parte della famiglia -
- Solo in termini legali - sottolineò Iriza con finta noncuranza.
- Bene - esclamò Albert ignorando il commento della giovane - C’è una ragione molto importante per cui Candy non è qui con noi. E questa nostra riunione è stata convocata proprio per informarvi di qualcosa che la riguarda.-
In quel momento Neil si ridestò dai suoi pensieri e i suoi occhi chiari fissarono Albert con particolare attenzione. Albert prese posto nella sua poltrona, dietro a una grande scrivania di legno, e invitò gli uomini ancora in piedi ad accomodarsi. Poi rimase per un momento in silenzio, pregando Dio di trovare il coraggio per cominciare.
- Il fatto è - esordì infine- che Candy vivrà fuori Chicago per un certo periodo -
- Cosa? - esclamo Annie, prendendo per la prima volta la parola quel pomeriggio - Non mi ha mai detto nulla circa un suo trasferimento. -
- Ahi ahi, sembra che la nostra Candy sia piena di sorpresa - aggiunse Iriza con un sorriso beffardo.
Ancora una volta Albert ignorò la perfida ironia nella voce della giovane Leagan e continuò il suo discorso.
- La verità è che Candy non ha detto niente su questo neppure a me. -
- Ma perché avrebbe fatto una cosa simile?- Domandò Archie con la preoccupazione dipinta sul viso.
- Apprezzerei molto che tutti voi manteniate la calma dinnanzi alle cose che sto per comunicarvi - Disse Albert serenamente.
- Perché dovremmo mantenere la calma, William Albert? - Domandò la signora Leagan parlando per la prima volta - È forse tanto importante che Candy si sia trasferita?-
- Vedete, zia ed amici, Candy ha lasciato Chicago perché ha deciso di arruolarsi nell’esercito come infermiera volontaria.-
Un suono muto uscì dalla bocca di Annie ed Albert tacque di nuovo per recuperare le forze.
- In questo momento Candy è gia in viaggio verso la Francia.-
Albert si trattenne allora per vedere la reazione di tutti, segretamente sollevato di aver già comunicato la parte peggiore delle novità.
- Cosa vuoi dire con questo? - Disse Neil con tono irritato e stringendo i pugni con forza - Non starai dicendo che Candy è in viaggio verso la morte proprio come Stear? -
- Calmati Neil - Interruppe il signor Leagan quando si rese conto della rabbia di suo figlio.
- No, padre, non mi calmerò - esclamò il giovane e poi, rivolgendosi ad Albert, aggiunse - Perché non hai fatto nulla per impedire questa idiozia? No sei forse il suo tutore e protettore? -
- E infatti lo sono.- Rispose Albert con tutto l’autocontrollo di cui disponeva - Ma Candy non ha parlato a nessuno dei suoi piani e può muoversi molto rapidamente, quando vuole. -
- Sei un disastro William Albert! Non so come tu possa essere a capo della famiglia! -Rispose con frustrazione Neil, quasi sul punto di colpire Albert. E sicuramente lo avrebbe fatto se suo padre e il leggero stato di ebrezza in cui si trovava, non glielo avessero impedito.
Il silenziò regno nella stanza per alcuni secondi che parvero interminabili. Si udivano solo i sommessi singhiozzi di Annie. La ragazza si era coperta il viso con le mani mentre Archie, totalmente estraniato da ciò che lo circondava, era rimasto immobile, senza riuscire a consolarla.
- Quella ragazza è una maledizione per la nostra famiglia!- Disse la zia Elroy rompendo il silenzio.
- Questo non è vero, zia. - Replicò Albert con fermezza - Non mi vergogno della decisione di Candy ma sono oltremodo orgoglioso del suo valore e della sua nobiltà. Candy ha agito da grande donna qual è, e noi dobbiamo accettare la sua decisione, anche se questo ci duole profondamente.
Vi ho fatto chiamare perché ho pensato che avevate diritto di esserne informati e perché voglio che le cose siano chiare: Candy è diretta in Francia per la salvezza dei nostri uomini al fronte e se la stampa o chicchessia mi domandassero qualcosa su questo, io ne parlerei con orgoglio. Se voi provate vergogna, questo dimostra quanto siate ciechi davanti alla stessa virtù.
- Non continuerò ad ascoltarti - disse Neil - Se non provi a fermarla tu, lo farò io.
Il giovane, muovendosi con la rapidità che gli permetteva il suo stato di ebrezza, lasciò a quel punto la stanza, sbattendo violentemente la porta.
- Neil! - Gridò la signora Leagan visibilmente alterata - Ritorna qui immediatamente!-
- È troppo tardi, zia, non potrà fare nulla. Ho già provato per conto mio. - disse Albert- presto si renderà conto che in questa storia abbiamo le mani legate. Lascialo andare.
La signora Leagan sospirò rassegnata e cercò istintivamente lo sguardo del marito per trovarvi appoggio.
- Ora vi ringrazierei se mi lasciaste solo con Annie ed Archie - chiese Albert rivolgendosi alla zia Elroy e ai Leagan
- Certamente caro Albert, non c’è problema.- Replicò Iriza con una strana espressione sul viso.
“
È forse...felice?” si domandò Albert tra sé. Perché senza dubbio il volto della giovane si era illuminato nel momento in cui aveva inteso che la sua antica rivale era partita per un paese lontano. Nel suo animo oscuro Iriza Leagan era felice.
“
Come sono fortunata! - pensava-
con un po’ buona sorte, una pallottola vagante mi libererà della sua maledetta presenza una volta per sempre”.I Leagan e la Signora Elroy uscirono in silenzio dalla stanza. Solo quando i tre amici rimasero nella stanza completamente soli Archie manifestò quello che aveva trattenuto nel cuore fino a quel momento.
- Cosa abbiamo intenzione di fare, Albert?- Disse il giovane con voce irata, manifestando disperazione in ognuna delle sue parole. -Ti rendi conto di quello che questo potrebbe significare? Non sai le cose terribili che la gente soffre in guerra? Tremo al loro solo pensiero...-
- Lo so molto bene, invece. Ci sono passato anch’io. Te ne sei dimenticato? - Rispose Albert con veemenza, senza più riuscire a mantenere il controllo.
- Ma Candy è una donna! Ti rendi conto che potrebbe essere...- Archie si trattenne, terrorizzato dalla terribile scena che per un attimo ebbe davanti agli occhi. Portandosi una mano al volto, si sfregò nervosamente la fronte e dopo una breve pausa aggiunse: -Mio Dio! La sola idea mi gela il sangue!- borbottò.
- Basta, Archie, per favore! - Gridò Annie, lasciando che i singhiozzi le uscissero liberamente dalla gola, con tutta la pena che aveva nel cuore. - Oh Albert, tutto questo è colpa mia, è colpa mia- Disse tra le lacrime.
- Cosa vuoi dire, Annie?- domandò Albert pieno di compassione per l’evidente dolore della fragile giovane.
- Io sono la sua migliore amica... Ho sbagliato a non comprendere le sue intenzioni, avrei dovuto leggerle negli occhi. Avrei dovuto capire tutto da come mi guardava e da come mi ha stretta forte l’ ultima volta che l’ho vista...Ma sono stata cieca...Io...Io...Avrei potuto trattenerla, in quel momento. -
- Stupidaggini, Annie! - gridò Archie con insolita irritazione - Mai niente e nessuno è riuscito a fermare quella sciocca ragazza. Niente e nessuno. Dimmi, per caso hai potuto trattenerla quando lasciò la St. Paul school? Ti disse qualcosa riguardo i suoi piani? No, certo che no, non lo fece e anche se lo avesse fatto non sarebbe servito a nulla, perché nessuno di noi ha mai avuto il potere di persuaderla!
- Archie! - Gridò Annie singhiozzando ancora più forte.
- Ora basta, Archie! – Disse con fermezza Albert, sorpreso dalla reazione del giovane.
- È chiaro che nessuno di noi potrà mai fare qualcosa del genere. - Continuò Archie freneticamente, ignorando le parole di Albert - E sai perché, Annie? Beh, perché su questo maledetto pianeta sono nate solo due persone in grado di trattenere Candy dal fare questa specie di stupidaggini ma disgraziatamente una delle due è morta da più di sette anni e l’altra... Dio solo o sa! Quel bastardo se ne sta sano e salvo a New York senza che gliene importi un accidente di quello che accade a Candy, mentre gli altri...-
- Basta ho detto! - gridò Albert.
Archie si trattenne spaventato dale sue stesse parole e lasciò la stanza senza dire altro. Annie, che era rimasta in piedi per un momento, si gettò sul divano singhiozzando e le sue lacrime erano le più amare che Albert avesse mai visto.
Il giovane biondo si avvicinò alla fragile bruna e posò la sua mano sulla spalla di lei.
- Per favore, Annie, smetti di piangere. - sussurrò lui - Archie non voleva dire realmente quello che ha detto. È solo molto confuso per tutta questa faccenda. Sono sicuro che stava pensando a Stear. Teme che lo stesso destino possa toccare a Candy, ma io non sono d’ accordo con lui. La situazione di Candy è diversa, lei è un’infermiera, non un soldato.
- Però anche le infermiere militari muoiono - riuscì a dire Annie tra i singhiozzi.
- Ho già preso le mie precauzioni per la sua sicurezza. - Disse Albert
- Sul serio? Che cosa vuoi dire? - Domando Annie incuriosita.
- Te lo dirò non appena torna Archie. Ora lasciami andrò a cercarlo.
E Albert uscì dalla stanza lasciando la ragazza a piangere sola. Trovò Archie in un balcone della stanza accanto. Il giovane aveva lo sguardo perso nel lontano orizzonte.
- Archie? -
- Albert - rispose l’interpellato, visibilmente mortificato per il suo comportamento di poco prima - Io... mi dispiace. Non so cosa mi sia successo. È solo che è così difficile affrontare tutto ciò. - Balbettò Archie amaramente
- Non pensi sia difficile anche per me? - domandò Albert lasciando trasparire un po’ della sua disperazione. - Candy è la mia pupilla e io la amo profondamente. In tutti questi anni è diventata la persona a me più vicina. Dopo la morte di mia sorella non ricordo nessuno tanto importante per me.
- Sono sicuro di questo. So bene quello che Candy significa per te... Ma, Albert, quello che io sento è differente...Io...-
- Shhh!- disse Albert toccandosi le labbra con un dito e abbassando la voce fino a che diventò un sussurro che solo Archie poteva udire. - Lo so. Ci sono sentimenti che un uomo deve custodire nel profondo del suo cuore e non deve permettere che escano mai. Non deve confessarli neppure a se stesso, perché ciò renderebbe le cose più difficili. Le parole che hai detto ad Annie, di là nel mio studio, non avrebbero mai dovuto essere pronunciate.
- Tu credi che Annie... - Domandò Archie.
- No non preoccuparti. È troppo preoccupata ad autoaccusarsi per la partenza di Candy per rendersi conto di ciò che sta succedendo. Ora entra in quella stanza e torna ad essere il fidanzato affettuoso che sei sempre stato. Annie ha bisogno di te ora più che mai. Candy vorrebbe che le cose vadano in questo modo.-
I due rientrarono in silenzio nello studio di Albert con il peso delle loro paure ad opprimere loro i cuori.
Riunitisi i tre, Albert spiegò ai suoi amici quali erano le precauzioni che egli aveva preso per proteggere Candy nonostante la distanza.
Durante il suo soggiorno in Africa, Albert aveva conosciuto un giovane ufficiale francese suo coetaneo. Avendo molte cose in comune erano diventati buoni amici.
Anni dopo, quando Albert ebbe recuperato la sua memoria, cercò di mettersi in contatto con il suo vecchio amico ed i suoi sforzi furono ricompensati. Ora, infatti, i due erano regolarmente in contatto. Il giovane soldato risultò essere poi il nipote del maresciallo Ferdinand Foch, un uomo che avrebbe ricoperto un ruolo decisivo nel conflitto. Perciò Albert aveva già scritto al suo amico per chiedergli di usare l’influenza dello zio al fine di evitare che Candy prestasse servizio in un’equipe medica destinata alla prima linea di fuoco. L’amico di Albert aveva risposto immediatamente con la formale promessa che la signorina Candice White Andrew avrebbe sempre fatto parte del personale medico d’istanza in un ospedale Parigi e che non sarebbe mai stata inviata in nessun tipo di missione al fronte. Con questa speranza Annie y Archie provarono un po’ di sollievo e trovarono il coraggio necessario per leggere la lettera di saluti che aveva lasciato Candy.
In quel momento essi non potevano immaginare che né le relazioni di Albert né l’influenza del maresciallo Foch avrebbero impedito a Candy di andare incontro al suo destino.
Continua...
Edited by cristina.fly - 2/7/2008, 00:18