Candy Candy

"Incontro nel vortice" di Alys Avalos, Traduzione della più famosa fanfiction di Candy in lingua spagnola

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cristina.fly
view post Posted on 19/8/2008, 23:06     +1   +1   -1




Ciao Tella...

Vi assicuro che è per me un enorme piacere condividere con voi questa bellissima storia. Grazie infinite per le parole di apprezzamento e per l'entusiasmo con cui state sostenendo questa mia avventura... :tella:

A presto,

Cri :rosa:

 
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cristina.fly
view post Posted on 23/8/2008, 08:05     +1   -1




Ciao a tutti! Ecco un altro stralcio della nostra storia...

:rose rosa: ...segue

________________________________________

Vicino al fronte il terreno era accidentato e fangoso. La pioggia autunnale non aveva cessato di cadere da quando il gruppo di Candy era salito sul camion. Le molte ferite che la lotta constante aveva inferto al terreno, unite alla pioggia inclemente, avevano trasformato la regione in un vero pantano. Così il viaggio, che normalmente era di poche ore, durò secoli.

Verso la mezzanotte il camion oltrepassò la frontiera; l’equipe medica era già in territorio belga. In lontananza si udivano i rombi dei cannoni e delle bombe. Erano ormai vicini alla linea di fuoco dove l’esercito britannico e quello tedesco combattevano per la presa di Passendale, un villaggio nei pressi di Ypres.

Candy si svegliò all’improvviso con il rumore di mitragliatrici lontane e seppe così che erano giunti a destinazione. Una paura incontrollabile l’assali, ma un attimo dopo una grande forza interiore dissipò le sue apprensioni: “Sono qui per fare il mio lavoro, e non fallirò” disse tra sé aggiustandosi il cappotto, unico indumento che le restava per proteggersi dal freddo, dopo aver regalato il suo mantello alla donna di Arras.

Il camion si fermò davanti ad una lunga fila di tende bianche, diventate grigie per il vento e il fango. L’aria fredda della mezzanotte risuonava di ogni genere di voci e grida, mentre la pioggia continuava a cadere incessantemente. Il gruppo stava ancora scendendo dal camion quando un uomo vestito da chirurgo, con il camice completamente ricoperto di macchie di sangue, si avvicinò loro respirando affannosamente

- Grazie a Dio siete arrivati!- disse l’anziano medico con un accento britannico- abbiamo bisogno di aiuto immediatamente. Due chirurghi e quattro infermiere mi seguano in fretta, per favore! – supplicò l’uomo, che già tornava verso le tende.

Duvall, che era a capo del gruppo, diede i suoi ordini mentre correva dietro al nervoso collega.

- Girard, Hamilton, Andrew, Bousseniers and Smith, venite con me!-

Il gruppetto si diresse di corsa verso la tenda mentre si liberava dei cappotti e dei mantelli. I sei indossarono i camici per la chirurgia, prendendoli da un mucchio che giaceva assiepato in una grande cassa, collocata casualmente all’entrata della tenda. La scena che si presentò davanti ai suoi occhi, Candy non l’avrebbe dimenticata per il resto della vita:

C’erano tre lunghe file di tavoli operatori improvvisati alla meglio dove medici ed infermiere, visibilmente esausti, cercavano di operare nelle peggiori condizioni che Candy avesse mai visto. Il pavimento era interamente cosparso di sporche bende srotolate e di vestiti di cotone e di lana, mentre ad un lato si poteva scorgere il catino di metallo usato per sciacquarsi le mani, traboccare d’acqua rossa per il sangue. Il luogo era malamente illuminato da deboli lanterne sostenute in aria dalle stesse infermiere mentre passavano i ferri ai chirurghi.

Ovunque c’erano ogni genere di urla e lamenti. A volte in mezzo a tutta quella confusione si potevano distinguere le grida isteriche di un medico che cercava disperatamente di salvare una vita.

- L’etere! Dov’è l’etere, per l’amor del cielo! Non posso operare quest’uomo senza anestesia! – diceva una voce disperata mentre un uomo senza più le gambe implorava tra urla strazianti: - Uccidetemi, per favore, non posso sopportare il dolore!-

Candy rimase per un attimo paralizzata. Tutto ciò in cui credeva pareva essere andato in pezzi in quell’istante “Oh mio Dio, - pensò- Dove sei, Signore?” ma una voce interiore le rispose: “ Sono qui, e ti ho condotto in questo luogo affinché tu faccia qualcosa per me.”

Candy non ebbe bisogno d’altro. Con una straordinaria dimostrazione di forza di volontà si sbarazzò delle sue paure e cominciò a lavorare con un impressionante autocontrollo ed efficienza. Un caso di cinque ferite vicino al pancreas provocate da arma da fuoco, due amputazioni, due casi di avvelenamento da iprite, uno da bomba al fosforo, tre gambe fratturate e quattro casi di ustioni serie causate dalle esplosioni di palle di cannone.

Ogni tanto Flanny osservava Candy, pronta a cogliere il minimo errore o segno di stanchezza, ma la ragazza continuò a lavorare senza fermarsi, focalizzando tutta la sua concentrazione sui compiti che stava svolgendo. L’arrivo dei feriti cominciò a ridursi solo il giorno 3 di novembre cosicché Candy e i suoi colleghi, tutti esausti e storditi, poterono finalmente terminare il loro turno ed essere sostituiti per dodici ore. Avevano lavorato faticosamente senza sosta per più di 24 ore di seguito.

Candy si sedette su una sedia abbandonata fuori dalla tenda, senza curarsi della pioggia leggera che le cadeva sul viso. I suoi riccioli biondi erano in caotico disordine sotto la retina che era solita usare per raccogliere i capelli quando assisteva in chirurgia e ciocche ribelli spuntavano dalla sua cuffia da infermiera. Il camice era macchiato di rosso ovunque e un acuto mal di testa cominciava a far pulsare le sue tempie. Per tutto il tempo non aveva mangiato che un pezzo di pane e bevuto un po’ di tè. Flanny le si avvicinò silenziosamente, fermandosi al suo fianco per un attimo. Ancora una volta le sue iridi si muovevano veloci, muto segnale del conflitto che si agitava nella mente della giovane bruna.

- Mi sbagliavo, Candy. – disse pacatamente, dopo aver lottato con se stessa per un istante – Sei all’altezza del compito – ammise, mentre si voltava per allontanarsi piano, sotto la pioggia di quel mattino.

Candy rimase senza parole, le sembrava di aver udito qualcosa simile ad un complimento uscire dalle labbra di Flanny. Era un peccato che fosse troppo stanca per assaporare quella piccola vittoria nella sua battaglia personale per conquistare la fiducia di Flanny.

Continua…
 
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view post Posted on 23/8/2008, 08:41     +1   -1

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bello anche questo capitolo, sembra davvero di essere in quell'inferno grazie Cristina attendo con ansia Terry con la speranza che nn sia ridotto come quei poveretti
 
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view post Posted on 23/8/2008, 12:06     +1   -1

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Cara Cri, grazie, non so come tu abbia trovato il tempo di tradurre ancora nonostante la mole di lavoro e tutto il resto.
In questi giorni ti ho pensata molto, soprattutto dopo la tragedia del velivolo della Spainair all'aeroporto di Madrid; so che la Spagna è tutta in lutto e davvero, non riesco a smettere di pensare a tutte quelle povere persone rimaste uccise mentre si stavano recando in vacanza....
Ma come si dice, la vita deve andare avanti.

E allora leggo con piacere che finalmente Flanny stà guardando con altri occhi la ns. Candy
CITAZIONE
Candy rimase senza parole, le sembrava di aver udito qualcosa simile ad un complimento uscire dalle labbra di Flanny. Era un peccato che fosse troppo stanca per assaporare quella piccola vittoria nella sua battaglia personale per conquistare la fiducia di Flanny

Ti abbraccio con tanto affetto
Baci e alla prossima
 
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cristina.fly
view post Posted on 24/8/2008, 09:07     +1   -1




eternabambina, Pupavoice, pecorellarosa: grazie a tutte per i vostri pensieri. Sì, vi confermo che la commozione è grande. Soprattutto perchè il volo era su una delle tratte più frequentate, pieno di gente spensierata che andava in vacanza...

Ricambio gli abbracci.

A voi tutti, forumelli, un altro paragrafo di Alys...

:rose rosa:

...segue

________________________________________

Solo dopo tre giorni Candy ebbe il tempo per parlare con calma con Julienne. Dal loro arrivo tutto era stato tanto frenetico che non poterono far altro che lavorare. Candy era preoccupata per il cambiamento di Julienne dopo l’episodio della donna sconvolta dal dolore nella città di Arras. L’incidente aveva impressionato notevolmente Julienne, tanto da cambiarne il comportamento nei giorni successivi.

Era già notte fonda quando Candy entrò nella tenda che divideva con altre dodici infermiere. C’era solo Julienne, seduta soprappensiero sulla sua branda. I suoi lunghi capelli castani ricadevano in ciocche ondulate sulle sue spalle, mentre suoi occhi color ambra erano fissi su una piccola teca che stringeva tra le mani.
All’interno dell’oggetto c’era la foto di un uomo di circa trent’anni, con tristi occhi scuri e un sorriso sincero sulle labbra. Era il marito di Julienne.

Candy si avvicinò silenziosamente all’amica per non interrompere l’intimità di quel momento. Fu allora che notò il leggero tremore delle sue spalle, scosse da singhiozzi soffocati. A quel puntoCandy si pose davanti a Julienne e l’abbracciò affettuosamente, proprio come la giovane donna aveva fatto con lei a Parigi, quella notte che Yves aveva cercato di baciarla. Julienne alzò i suoi occhi color miele per vedere il viso dell’amica.

- Oh Candy! – disse infine – Da quella notte ad Arras non posso smettere di pensare a mio marito. Sai, egli desiderava tanto che avessimo un bambino…-

- Quando questa stupida guerra finirà avrete tutti i bambini che desiderate, Julienne- la tranquillizzò Candy.

- Candy, tu non capisci… - disse Julienne singhiozzando- Io…Io non posso avere bambini… Il mio utero è troppo stretto… E la medicina non può far niente per me. – concluse mentre la sua voce si scioglieva in un pianto amaro.

E questa volta fu Candy a non saper cosa dire; si rimaneva semplicemente senza parole, davanti ad un dolore così profondo. Naturalmente sapeva dell’esistenza del problema, ma fino ad allora aveva incontrato tali casi solo nel suo lavoro da infermiera. Era sempre triste vedere l’angoscia e la frustrazione di quelle coppie che, volendo formare una nuova famiglia, finivano per scoprire l’impossibilità di realizzare il loro desiderio. Alcune volte tali situazioni finivano in un divorzio (evento triste ai giorni nostri, ma terribile a quei tempi), per l’incapacità di sopportare il dolore atroce di un fallimento sentimentale.

Candy pensò a sé stessa per un breve istante. Avrebbe lei mai avuto il piacere infinito di tenere tra le braccia una parte di sé? Le piacevano molto i bambini e sapeva che sarebbe stata immensamente felice di averne uno suo. Ma i bambini non nascono da soli…

Su Candy, - si disse tra sé – questo non è il momento per pensare a te stessa. Ora Julienne ha bisogno di te”. Reagì la giovane.

- Va tutto bene, Julie, va tutto bene.- mormorò Candy in tono quasi materno - Io sono orfana e non ho mai conosciuto mia madre. Sono però sicura che mi sarebbe piaciuto moltissimo avere una mamma come te e un papà come tuo marito. Voi due avete mai pensato di adottare un bambino?-
Gerad me lo aveva suggerito- sussurrò Julienne timidamente- ma io mi rifiutai. Ora non saprei…-

- Avrete tempo per pensarci – disse Candy, sorridendo con dolcezza – Prega solo che questa guerra termini presto. Quando tuo marito tornerà potrete riconsiderare questa possibilità, ma se ti lasci vincere dalla depressione ora, quando vi rivedrete Gerard non potrà riconoscerti per quanto sarai pallida e magra. Quindi coraggio! Una volta mi dissero che sono più carina quando rido che quando piango, e pensò che questo valga anche per te…-

- Grazie, Candy- disse Julienne abbracciando la giovane con gratitudine.

Mentre era ancora abbracciata a Julienne, un latro pensiero turbò Candy: “Lei avrà già un figlio da lui? Un figlio suo! Oh…Un figlio loro, non mio…” Un incontrollabile sentimento di gelosia le trafisse l’animo come mille aghi e Candy si odiò per questo.

Continua…
 
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view post Posted on 24/8/2008, 09:26     +1   -1

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Povera Candy...........ma il suo grande cuore non si smentisce mai sempre pronta ad aiutare gli altri :laura: NO lui non deve avere un figlio da " lei" ma da Candy capitoooooooo :sorrisone: :sorrisone: :sorrisone:
 
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cristina.fly
view post Posted on 17/9/2008, 22:59     +1   -1




Ciao a tutti e scusatemi per la prolungata assenza. Vi ringrazio per i deliziosi messaggi e... buona lettura!


:rose rosa: ...segue

________________________________________

Prese il suo cappello di feltro, il cappotto di lana color caffè e i raffinati guanti di pelle per lasciarli all’ingresso del grande edificio. Tutto era tranquillo, nonostante il luogo fosse affollato. Con un cenno di fastidio, si scostò dalla fronte una setosa ciocca di cepelli di un delicato biondo cenere. Sarebbe stato difficile trovare posto, ora che tutti si stavano preparando per gli esami. Recarsi in biblioteca durante le sessioni d’esame era una vera odissea.

Con la coda dell’occhio scorse qualcuno alzarsi all’estrema sinistra del corridoio. Una ragazza dalle guance paffutelle era sul punto di lasciare il suo posto. “Che fortuna che ho” pensò mentre si faceva largo verso la sedia libera. Con un movimento automatico del braccio prese un libro e poi un altro dalle mensole, nel percorso verso il posto ormai vuoto. Afferrò lo schienale della sedia con un gesto possessivo e si sedette rapidamente, senza perdere la sua caratteristica compostezza ed eleganza.

Si sbottonò la giacca rivelando un'impeccabile camicia bianca, sotto un gilet di seta dall’ elegante disegno sui toni del seppia, del marrone e di un delicato giallo crema. I pantaloni con pinces color caffè, en pendant con la sacca per i libri, e una cravatta perfettamente annodata completavano la curata mise, che da sola doveva essere costata una fortuna. Prese una penna d’oro da una delle tasche interne della sacca e cominciò a studiare. I suoi nervosi occhi castano chiari erano fissi sulle pagine del libro, mentre scarabocchiava nervosamente alcuni appunti su dei fogli di carta che teneva con sé. Dovevano già essere passate più di due ore, ed egli era ancora concentrato sullo stesso libro: “Principi filosofici della costituzione degli Stati Uniti d’America”. I caratteri minuti e il contorto discorso dell’autore cominciavano a stancarlo. All’improviso, le citazioni di Aristotele parevano uscire dalla pagina e volteggiare nella sua mente affaticata. Le lettere si confondevano davanti ai suoi occhi la sua immaginazione le unì per formare un nome, un nome di donna ripetuto più volte, pagina dopo pagina.

Si stropicciò gli occhi e si poggiò allo schienale della sedia, portandosi una mano alla tasca della camicia. Prese una lettera con la busta rosa e se la avvicinò al naso e alle labbra. Il delicato profumo della carta pervase il suo olfatto e pensieri proibiti cominciarono a tormentarlo. “Lei ha lo stesso profumo” pensò con occhi sognanti, senza riuscire a controllare la sua mente ribelle. Ci aveva già provato cento volte, ma aveva sempre perso la sua battaglia contro quei sentimenti tanto profondamente radicati nella sua anima, ormai troppo antichi e sinceri per essere cancellati dal tempo e dal rifiuto.

Mi manca tanto – continuò nella sua mente- e anche se non posso averla, il solo sentirla vicino mi fa scoppiare il cuore di gioia.”

Aprì la lettera e il profumo di rose, ancora più forte, lo ubriacò con la sua fragranza.

Mi domando cosa si prova… – si avventurò a pensare- cosa si prova a stringerla, affondando il viso nei suoi ricci dorati…Mio Dio! – si redarguì – Di questo passo non la dimenticherò mai."

Diresse i suoi occhi color miele alla scrittura femminile per gratificarsi con l’incipit della lettera:

“Caro Archie”

Certamente si trattava di una mera formalità, di qualcosa che la gente scrive all’inizio di una missiva (in inglese l’incipit “Dear” si utilizza anche nelle lettere d’affari), ma egli non poteva evitare di sentirsi felice nell’assaporare quelle parole. Dopo tutto, quella era la prima lettera che indirizzava a lui solo. In passato, durante i primi giorni alla St. Paul School, le sue lettere iniziavano sempre con “ Miei cari Stear ed Archie”. Un anno dopo, quando aveva lasciato Londra per tornare negli Stati Uniti, sapevano di lei solo attraverso le lettere che spediva alle ragazze, ricordandoli sempre con in una breve riga: “Saluti ai ragazzi” o “ Dite a Stear ed Archie che li penso sempre”

“Anche io ti penso sempre, Candy – disse Archie tra sé- E ora che sei lontana non posso controllare questi sentimenti che mi fanno desiderare la tua presenza… Sono tanto preoccupato per te.”

Archie stava ora scarabocchiando lettere “C” su tutto il foglio bianco che gli restava. Per tutti quegli anni aveva cercato con tutte le sue forze di dimenticarla. Aveva anche cercato di nutrire sentimenti di affetto verso Annie, che aveva una bellezza sorprendente e di cui egli era orgoglioso. Poteva persino dire che aveva imparato ad amarla in un modo dolce e tenero, ma quello che sentiva per Candy era diverso. Albert gli aveva suggerito di nascondere persino alla sua mente quei sentimenti non corrisposti. Ma Archie si era già arreso, accettando di essere sempre irrimediabilmente sconfitto quando si trattava di non pensare a Candy. Era qualcosa più forte della sua stessa volontà.

Sì, era qualcosa di diverso quello che provava per Candy. Era una passione incontenibile, qualcosa che non riusciva a controllare, non importa quanti sforzi facesse. Nel suo folle sognare ad occhi aperti, l’aveva fatta sua mille volte. Quando era iniziata quell’inconfessabile fantasia? Forse ai tempi del collegio londinese.

“ Quei giorni!- Ricordò lui- Stear non ne parlava mai, ma sapevo che egli sentiva lo stesso per Candy. Forse riconobbe la sua sconfitta molto tempo prima che io riconoscessi la mia perché non voleva vedermi come un suo rivale; è sempre stato protettivo nei miei confronti. Non lo so… È sempre stato tanto difficile, l’unica cosa per cui io e Stear non abbiamo mai discusso.
A quel punto arrivò lui.
Maledetto Terence Grandchester!Non smetterò mai di disprezzarti con tutte le mie forze. Se solo tu avessi saputo farla felice, avrei potuto perdonarti di avermi rubato il suo cuore. E invece hai rovinato tutto stupidamente. Quando le spezzasti il cuore pensavo di impazzire. Sarebbe stato tanto facile rompere la mia relazione con Annie e provare di nuovo a conquistare l’amore di Candy… Ma non sarebbe servito a nulla. Candy mi avrebbe rifiutato immediatamente, non solo perché non ha mai sentito nulla per me al di là dell’amicizia, ma anche perché non farebbe mai nulla che ferisse Annie. Sono condannato ad essere appassionatamente innamorato di una donna leale e coraggiosa la cui amica mi ama allo stesso modo! Spero realmente che tu stia provando una sofferenza peggiore della mia, Terence – sussurrò Archie, come lanciando una maledizione- Sì, deve essere così, perché io almeno ho il prezioso dono della sua amicizia, mentre tu…Non hai nulla, maledetto bastardo! “



Archie non immaginava quanto fossero esatte le sue speculazioni.


________________________________________


continua...

Edited by cristina.fly - 18/9/2008, 00:20
 
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pecorellarosa
view post Posted on 18/9/2008, 00:29     +1   +1   -1




Noooooooooooooooooo!!! perchè mi lasci senza sapere....un assaggio.....ed io che già mi concentravo nella lettura..... quando è tutto finito! Cmq grazie mille per lo splendido lavoro di traduzione che hai fatto!!!
Mi piace sempre tanto questa storia!
 
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cristina.fly
view post Posted on 5/11/2008, 00:39     +1   -1




Ciao a tutti!

Ringrazio tutti voi per i messaggi affettuosi. Esther, molto carina l'idea dell'e-book. In ogni caso, cercherei di chiedere ad Alys il permesso per la realizzazione. Riproverò a contattarla tramite il sito di Elaine.

Per il resto... Buona lettura :laura:

:rose rosa: Segue...

Il 10 di novembre l’esercito canadese, che era arrivato in appoggio degli Inglesi a Passendale, riuscì infine a superare le difese tedesche e ad attraversare la linea nemica. La fanteria canadese prese la città o quello che ne restava, per la maggior parte rovine.

L’offensiva degli alleati fu parzialmente vittoriosa e i tedeschi furono costretti ad indietreggiare di una decina di chilometri. Una vittoria amara, se si considerano le 250.000 perdite umane che era costata quella battaglia. Poiché in quel punto del fronte occidentale le ostilità cessarono verso la fine di novembre, il personale dell’ospedale da campo fu ridotto e i medici e le infermiere in eccesso vennero inviati in un’altra zona dove aveva luogo un’altra battaglia: Cambrai.

Candy e il suo gruppo furono inviati alla nuova destinazione. Alcune decine di chilometri a sud, la seconda divisione degli Stati Uniti si esercitava in un’area più sicura, lontano dalle trincee dove gli Inglesi lottavano contro i Tedeschi. La seconda divisione di fanteria aspettava, senza saperlo, il suo eroico destino ma quel momento non sarebbe giunto prima della primavera seguente.

________________________________________


L’ospedale da campo dove Candy stava lavorando era a meno di due chilometri dalla trincea di riserva. Con lo scopo di proteggere le truppe dal mortale e continuo attacco delle mitragliatrici nemiche e dal fuoco dell’artiglieria, ambo i contendenti avevano scavato una serie di trincee nelle quali i soldati combattevano e montavano la guardia giorno e notte. Gli opposti lati del fronte avevano entrambi almeno quattro trincee principali, oscillando ognuna tra 1,8 e 2,5 metri di profondità. Nella trincea di prima linea le truppe di guardia opponevano resistenza al nemico o prendevano l’iniziativa per sferrare un attacco, a seconda del caso.

Dietro alla prima linea c’erano altre tre trincee. La trincea di rinforzo, ideata per dar ausilio alla trincea di prima linea e per difendere la posizione, nel caso la prima fosse conquistata dal nemico. La terza era la trincea d’appoggio, dove i soldati in licenza vivevano in buche o in piccole grotte scavate nella stessa trincea e, infine, la trincea di riserva, dove arrivavano le provviste, le truppe fresche e le munizioni per poi essere inviate alle altre trincee attraverso una rete di comunicazione, cioè tunnel tra trincee noti come trincee di comunicazione.

Al di là della trincea di prima linea si estendeva una barriera di filo spinato. Se un uomo attraversava quella barriera si ritrovava nella “terra di nessuno”, il territorio che separava i due eserciti nemici. Era facile trovare la morte in quest’area, dove si era esposti al fuoco del nemico e lontani da qualsiasi assistenza medica.

Quando il nemico si avventurava ad uscire dalla trincea per un attacco frontale, pareva che per ogni uomo non fosse che una mera questione di probabilità. A volte le forze della triplice intesa avevano successo nel loro attacco e riuscivano a conquistare la trincea dell’avversario; altre la vittoria era degli Alleati e i tedeschi dovevano ripiegare di alcuni chilometri. Così, in questo modo, ambo i contendenti conquistavano e perdevano terreno in uno scontro che in più di tre anni non aveva dato nessun risultato concreto, ma aveva causato incalcolabili tragedie.

Se un soldato veniva ferito nelle trincee i suoi compagni lo trasportavano alle trincea di riserva attraverso i tunnel di comunicazione aiutati dalle squadre di primo ausilio, composte per la maggior parte da personale paramedico, con il supporto dei giovani addetti al rifornimento delle provviste e delle munizioni. Successivamente i feriti venivano trasferiti all’ospedale da campo nella retroguardia. Quando però la lotta infuriava pericolosamente, tanti erano i feriti e tanto velocemente aumentava i loro numero che nella trincea di riserva si rendeva necessaria la presenza di un equipe medica completa. Questo era un compito molto temuto perché il pericolo nelle trincee era enorme. In qualunque momento il nemico poteva essere lì, attaccando all’improvviso con bombe, gas o mitragliatrici.

La battaglia di Cambrai fu tragica e estremamente cruenta. Il 25 di novembre i combattimenti divennero più duri. L’ospedale da campo scelse un equipe di chirurgia per l’asistenza medica nelle trincee. Ne facevano parte tre nomi di nostra conoscenza: Marius Duvall, Flammy Hamilton y Candice White Andrew.

Quando Duvall seppe che personale femminile, inclusa la sua “petite lapine" era stato assegnato all’equipe protestò fermamente, adducendo che le donne non erano di norma inviate in missioni così pericolose. Sfortunatamente le sue rimostranze non furono ascoltate perché la situazione era di reale emergenza e tutto il personale maschile era già stato inviato alle trincee. C’era bisogno di altri assistenti esperti per la chirurgia e sia la Hamilton che la Andrew erano state segnalate come le due migliori.

Nonostante il grande pericolo, quando Candy vide il suo nome sulla lista si stupì nel non provare nulla innanzi al compito che stava per affrontare, senza dubbio il più pericoloso nella sua carriera di infermiera fino a quel momento. Con una serenità che lei stessa ignorava avere, Candy si mise una mano sul petto e, sotto la sua uniforme bianca, sentì il crocifisso che Miss Pony le regalò quando lasciò la casa di Pony per la prima volta nella sua vita.

-Sono nelle tue mani, Signore- pregò in silenzio- Andrò dove mi porterai. Può non essere un caso che anche Flanny venga con me.-

Alle 5:00 del mattino del 28 novembre, Candy fu inviata alla trincea di riserva, laddove i soldati inglesi erano nella disperata attesa di una nuova arma, cercando di resistere come potevano. Nella nebbia di quel gelido mattino gli stanchi soldati in trincea pensarono per un attimo che un angelo in uniforme blu, con un camice bianco e un casco di metallo fosse sceso dal cielo all’inferno che loro abitavano. Ma Candy sapeva che quell’angelo era solo una giovane donna, proveniente da un piccolo angolo d’America.

Continua...
 
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view post Posted on 5/11/2008, 15:39     +1   -1
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Questo vuol dire che è sempre più vicina al suo Terence!!! Evviva!

Grazie Cristina per questo regalo! :)

:tella:
 
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cristina.fly
view post Posted on 7/12/2008, 18:39     +1   -1




Ciao a tutti!

Per festeggiare il compleanno del nostro fantastico forum (che ieri ha soffiato le sue prime quattro candeline :susi: ), ho pensato di aggiungere un frammento alla nostra storia. È veramente piccino, ma la ricorrenza era troppo importante.

Presto cercherò di postare un altro paragrafo (l'ultimo del cap. 4) credo diviso in due parti, consideratane la lunghezza.

Un abbraccio

Cri

:rose rosa: ...segue

___________________________



Miss Pony, Miss Pony- chiamò suor Maria bisbigliandole all’orecchio

- Si svegli Miss Pony, è un’emergenza!-

- Che succede, suor Maria?- Domandò la dolce anziana svegliandosi di colpo – E successo qualcosa ai bambini?-

- No, miss Pony- rispose la religiosa – è per Candy… Dobbiamo pregare per lei ORA, si trova in pericolo!- esclamò la religiosa con voce tremante.

Miss Pony conosceva bene quel genere di presentimento avvertito da suor Maria in particolari occasioni. Il tempo aveva dimostrato che il suo sesto senso non sbagliava e così, quando la religiosa diceva che era il momento di pregare per qualcuno perché quella persona si trovava in guai seri, Miss Pony non discuteva. Al contrario, si univa fiduciosa alla preghiera della sua collega e amica di sempre, incurante del fatto che ciò accadesse durante il suo sonnellino pomeridiano, come in quell’occassione. Miss Pony si alzò quindi dalla sua sedia a dondolo e seguì la suora fino al piccolo altare che c’era nella sua stanza. Entrambe le donne si inginocchiarono davanti al crocifisso e iniziarono a pregare in silenzio. Solo molto tempo dopo ne avrebbero compreso il motivo.

_______________________________________


continua...

Edited by cristina.fly - 7/12/2008, 18:44
 
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view post Posted on 7/12/2008, 18:44     +1   +1   -1
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Vabbè ma sei sadica! ;) Io so come va a finire e perchè ma a tutte le altre verrà un infarto! ;)
 
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semplicementecarmen
view post Posted on 7/12/2008, 18:50     +1   +1   -1




Meno male... ho già sofferto una volta, almeno adesso non soffro di nuovo! Concordo pienamente con zucchero! Cmq bellissima traduzione!
 
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cristina.fly
view post Posted on 7/12/2008, 19:05     +1   -1




Wow! Che rapidità nel rispondermi!

Sono felicissima di essere di nuovo qui con voi! Per i commenti, che dire, la storia di Alys è fantastica proprio per i colpi di scena... Ma non anticipiamo niente, per ora! ;)

:laura:

Ciao zuccherofilato!

Grazie per i complimenti semplicementecarmen!

:tella:

 
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view post Posted on 7/12/2008, 19:10     +1   -1

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Già basta soffrire... :infreddolito:
Non farci aspettare troppo per la prossima traduzione che attendiamo con ansia e grazie per averla postata! image
 
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