Buon anno a tutti, forumelli!
In questo 2009 vi auguro di realizzare tutti i vostri sogni, o almeno quelli più belli...
Termina qui il IV capitolo della fanfic di Alys. Auguro un buon anno anche a lei.
Buona lettura.
segue...
Passò del tempo. Quanto? Non avrebbe saputo dirlo ma dopo un minuto, un’ora o forse un secondo, Candy aprì gli occhi, non vedendo altro che oscurità e non udendo nient’altro che silenzio. Fu in quel momento che percepì un peso opprimente sul proprio corpo.
Cercò di liberarsi da ciò che la schiacciava contro il suolo fangoso della trincea ma era praticamente impossibile. Quel peso era troppo grande per essere spostato da lei.
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Oddio!- pensò
- Sono intrappolata!-Sorprendentemente, alcuni minuti dopo, sentì rimuovere quel peso dal suo corpo mentre un terribile gemito usciva dalla gola di un uomo. Fu solo in quel momento che si rese conto di essere stata protetta dal corpo di Duvall.
- Dottor Duvall!- gridò disperatamente la ragazza, quando infine comprese quello che era successo.
- DOTTOR DUVALL!- urlò nel silenzio.
- Petite Lapine – chiamò una debole voce a poca distanza.
Candy si mosse nervosamente nell’oscurità tastando nel buio, fino a che le sue mani non trovarono Duvall che giaceva a vicino a lei.
- Doctor Duvall?
- Sì, cara. Sono qui, ma non ancora per molto. - Disse l’uomo con una debole risata.
Candy con una mano raggiunse una lanterna e riuscì a ad accenderla. Con quella luce ella riuscì a vedere l’uomo al suo fianco. Il sangue sgorgava a fiotti dalla sua schiena. Durante quei sei mesi in Francia Candy aveva visto molti uomini mortalmente feriti, ma l’immagine di Marius Duvall che sanguinava senza rimedio nel buio della trincea andava oltre la sua resistenza professionale.
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Mio dio, - pensò-
sta morendo! Sta morendo perché mi ha protetto con il suo corpo! –Fortunatamente in quel momento la luce era fioca, altrimenti Duvall avrebbe visto quanto Candy fosse impallidita. Ciò nonostante la ragazza, utilizzando tutte le energie che le restavano, riuscì con uno sforzo soprannaturale a trattenere le lacrime. Si era resa conto che quelli erano gli ultimi istanti di vita di quell’uomo meraviglioso. Non avrebbe detto addio in lacrime a Marius Duvall, il medico più entusiasta e spiritoso che ella avesse mai conosciuto.
- Candy- disse l’uomo con voce flebile – prendi il monile che ho attorno al collo. Contiene l’anello di fidanzamento e la fede nuziale di mia moglie. Voglio che li tenga tu. -
- Dottor Duvall- mormorò Candy- questo è il suo tesoro, se ora me lo consegna quando usciremo di qui se ne pentirà – gli disse negando l’evidenza.
L’uomo rise con difficoltà.
- Ti hanno mai detto che… che non… che non sai dire bugie, Petite Lapine?- le domandò.
Candy abbasso gli occhi e sorrise tristemente.
- Temo che qualcun’altro me lo abbia già detto- mormorò la giovane.
Gli occhi dell’uomo sorrisero divertiti. Neppure davanti la propria morte aveva perso il suo senso dell’umorismo. Ma dopo un breve momento tornò serio.
- Petite Lapine- esordì il medico - ascolta bene quello che sto per dirti. Devi andar via di qua il più presto possibile e, per favore, porta gli anelli con te. Conservali come un ricordo, se vuoi, e quando ti sposerai mi onorerebbe molto che il tuo sposo, chiunque sarà quel fortunato, li accetti come un regalo da parte di questo vecchio.
- Dr. Duvall, prometto di custodire con affetto i suoi due tesori come avrebbe fatto sua figlia – Disse infine Candy prendendo la fede nuziale e e il solitario con diamante dal monile al collo di Duvall- No so se mi sposerò mai, ma in ogni caso terrò questi anelli con amore.- Concluse.
- Mettili al dito, piccola. Potresti perderli nel camino verso la retroguardia
Candy misurò gli anelli al dito anulare della mano sinistra e si stupì nello scoprire che entrambi le andavano perfetti. Guardò di nuovo il medico. L’ombra della morte stava già offuscando i suoi occhi. Candy la conosceva bene perché troppe volte l’aveva vista nei giorni precedenti.
- Ti sposerai, Petite Lapine, e avrai bellissimi bambini con lentiggini sul naso. Proprio come te. – le disse Duvall; poi spirò.
Una timida lacrima scese sulla guancia di Candy mentre chiudeva gli occhi dell’uomo che nei mesi precedenti aveva imparato ad ammirare e rispettare.
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Perché tutte le persone buone che conosco devono morire così?– Si chiedeva la ragazza, dovendo però subito allontanare quei pensieri perché non era quello il momento per abbandonarsi ad amare considerazioni. I boati di esplosioni lontane la ridestarono e Candy si rese così conto di essere rimasta sola. Se voleva salvare la propria vita doveva correre via di lì. Sembrava infatti che nella trincea fossero tutti morti.
Si ispezionò velocemente. Stava bene. Solamente un paio di escoriazioni al ginocchio, ma niente di più che in passato non si fosse già procurata arrampicandosi su un albero. Si alzò in piede, guardò per l’ultima volta il cadavere di Duvall e con la lanterna in mano aguzzò la vista per trovare la via d’uscita. Fu allora che udì un gemito. Una foce femminile lamentarsi per il dolore.
- Flanny!- esclamò Candy- Oddio, sei viva!-
Candy cercava di dirigersi verso la voce ora calpestando un cadavere, ora inciampando in un pezzo pezzo di legno.
Era così buio!
- FLANNY! – gridò- Sono io, Candy, resisti ancora un attimo e sarò da te!
Finalmente, dopo interminabili minuti di ricerca, Candy scorse Flanny. Si trovava seduta nel fango, aveva perduto gli occhiali e la cuffia. La sua gamba sanguinava in modo grave. Apparentemente l’esplosione non l’aveva colpita ma varie schegge di legno e metallo avevano raggiunto l’arto inferiore. Candy notò che si trattava di una frattura con esposizione dell’osso.
- Flanny- urlò Candy correndo verso la ragazza- Oh Flanny, non preoccuparti, riusciremo ad andar via di qui! Lascia che ti aiuti.- e dicendo questo Candy cercò di trovare gli strumenti di pronto soccorso che Flanny aveva con sé al momento dell’esplosione.
- Sei pazza, Candy! – disse Flanny in un sussurro- Non ce la farai se mi porti con te. Vattene, salvati. Lasciami qui, non importerà niente a nessuno.-
Candy non poté evitare di commuoversi per il dolore che percepì dalle parole di Flanny, ma niente di quello che la bruna le avesse potuto dire le avrebbe fatto cambiare idea. Lei avrebbe portato via Flanny da quella maledetta trincea, anche contro la sua volontà.
- Non terrò conto delle stupidaggini che hai appena detto, Flanny- disse Candy con fermezza mentre cercava disperatamente la valigetta dei medicinali. Proprio dietro una grossa mitragliatrice trovò infine la cassetta bianca e corse verso Flanny come un uomo nel deserto correrebbe per raggiungere un oasi.
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Devo fermare l’emorragia – pensò-
Lei ovviamente non ha visto bene la ferita, ma ne avrà capito la gravità. Devo distrarla.-- Flanny- disse Candy cercando di iniziare una conversazione – Rammenti quando Mary Jane ci insegnò a mettere i lacci emostatici? Ricordi che dovevamo fare pratica tra di noi e che io lo misi a te?
- Sì, credo di ricordarlo- rispose debolmente Flanny. – Ricordo che eri un disastro.- disse e, per la prima volta dopo mesi, Candy vide qualcosa di simile ad un sorriso sul viso di Flanny.
- Bene, allora- continuò Candy sorridendo- spero davvero di essere migliorata in tutto questo tempo, perché ora farò lo stesso, dopo di che su questa gamba ti applicherò una stecca.-
Mentre parlava Candy muoveva freneticamente le sue mani. A volte il cielo notturno era illuminato da una deflagrazione proveniente dalla “terra di nessuno”. Candy era consapevole che un’altra esplosione poteva verificarsi in qualsiasi momento.
- Bene, Flanny, credo di aver appena battuto il record di Mary Jane- disse la bionda infermiera quando terminò il proprio lavoro.
- Forse- mormorò Flanny. Non era facile vedere Flanny tanto tranquilla e silenziosa, pensava Candy, ma considerate e le circostanze e tutto il sangue che aveva perso, ringraziò Iddio che la ragazza fosse ancora viva.
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Questa è stata la parte difficile – disse tra sé Candy-
Ora devo trovare le forze per trascinarla fuori di qua. Oh, Dio, dammi una mano!-Flanny era quasi incosciente in quel momento, ma ugualmente capì, quando Candy le mise il suo braccio attorno al collo.
- Che cosa stai facendo? Domandò Flanny- Non ce la faremo mai. Non vedi che sono più pesante di te? Lasciami qui!!!- gridò.
- NO, NON LO FARÒ!!!- rispose Candy con lo stesso tono – Se tu muori, io muoio, se ti salvi, io mi salvo. Siamo un’equipe e io non ti lascerò morire qui, stupida di una Flanny! Ora stai zitta, cerca di collaborare e, per una volta nella tua vita, fai quello che ti dico, sciocca ragazza!
Flanny era scioccata davanti la reazione di Candy. In tutti quegli anni, da quando conosceva la bionda collega, mai avrebbe pensato che la ragazza potesse andare in collera in quel modo. E neanche nel più folle dei suoi sogni avrebbe immaginato Candy rischiare la propria vita per salvare la sua, per di più in un modo così ostinato e con così tanto coraggio. Non sapendo cosa dire, forse per la prima volta nella sua vita, Flanny Hamilton si limitò a eseguire gli ordini di Candy.
Candy aiutò quindi Flanny ad alzarsi in piedi sull’unica gamba che poteva usare in quel momento. La bruna poggiò il braccio attorno alle spalle e al collo di Candy e insieme iniziarono il loro camino a ritroso verso la retroguardia, lungo i bui corridoi della trincea di comunicazione, guidate solo dal senso dal naturale senso di orientamento di Candy e dalla luce fioca di una lanterna. La giovane bionda iniziò a cercare nel profondo della propria anima la forza necessaria per superare quel momento difficile.
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E’ tanto buio- pensò-
e non sono sicura di andare nella direzione giusta. Signore, guida i miei passi. Candy in quel momento rammentò che quando era bambina miss Pony le aveva insegnato alcuni passi delle Sacre Scritture. Le aveva anche detto che quei brani l’avrebbero accompagnata ovunque, non importa quanto lontano arrivasse dalla casa di Pony.
- Anche se non saremo con te, Candy, - asserì la generosa donna- anche se avrai paura, o se ti trovassi sola o smarrita, le scritture saranno nel tue cuore e anche il Signore sarà con te.
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Dirò io al Signore: mia speranza e mia fortezza- Candy iniziò la sua preghiera interiore –
Mio Dio, in te confiderò. E tu mi libererai dalla trappola del cacciatore, dalla peste distruttrice.Un’altra esplosione non molto distante.
Con le sue piume ti proteggerà e sotto le sue ali sarai al sicuro, scudo e corazza è la sua verità.Le luci delle esplosioni nel cielo, un rumore sordo da uno degli angoli del tunnel…
Non avrai timore del buio della notte, né del fulmine che saetta di giorno né della pestilenza che si aggira nell’oscurità né della morte che colpisce in piena luce. Alcuni cadaveri abbandonati in un angolo della trincea…
Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma tu non sarai colpita.
Era tanto buio e faceva tanto freddo. Flanny era veramente molto pesante…
Era una luce quella alla fine del tunnel?
Poiché in me ha posto la sua volontà, anch’io lo libererò. Lo innalzerò, poiché ha conosciuto il mio nome.
- AIUTO!!!- gridò Candy- Ho bisogno che qualcuno mi aiuti con la mia amica!
Continua…