Candy Candy

"Incontro nel vortice" di Alys Avalos, Traduzione della più famosa fanfiction di Candy in lingua spagnola

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cristina.fly
view post Posted on 18/1/2009, 10:33     +1   -1




Ciao a tutti! :mizia:

Pecorellarosa, koalina86, Atyle, fairymoon71, grazie per i vostri commenti. :tella:

E ora riprendiamo la nostra storia. Buona lettura! :laura:

:rose rosa: ...segue
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L’ospedale da campo si spostava in caotico ordine. I treni partivano quasi ogni ora, trasportando i feriti verso i grandi ospedali del sud, il personale medico verso Verdun o caricando e scaricando materiale. Solamente la metà di coloro che lavoravano nell’ospedale durante il mese di novembre rimase di guardia a Cambrai, per fronteggiare qualsiasi emergenza nel caso in cui i Tedeschi decidessero di contrattaccare, anche se questa eventualità era considerata poco probabile.

Nel giro di pochi giorni gli Alleati avrebbero però compreso di aver fatto la mossa sbagliata. In dicembre i Tedeschi organizzarono una controffensiva con una forte dimostrazione di coraggio e l’esercito inglese perse quasi tutto il territorio conquistato con il blitz dei suoi carri armati. A quel punto i treni cominciarono a portare indietro non solo personale medico, ma anche soldati. Alcune truppe francesi arrivarono in aiuto degli Inglesi. Le linee erano congestionate e alcuni feriti che dovevano essere mandati a Parigi furono trasportati in camion, senza dubbio molto più lenti ma che, date le circostanze, restavano l’unica scelta in caso di emergenza.

Candy, Julienne y Flanny vennero fatte viaggiare alla volta di Parigi in uno di questi camion, la fredda mattina del 15 di dicembre. Candy avrebbe voluto fermarsi a Cambrai ma, anche se protestò contro gli ordini che aveva ricevuto, i suoi superiori insisterono tanto energicamente che la ragazza non ebbe altra scelta se non quella di eseguire gli ordini. Non riusciva a capire perché le veniva ordinato di rientrare quando era perfettamente sana e aveva dimostrato in più di un occasione di essere in grado di affrontare il lavoro più duro nell’ospedale da campo. Sapeva che per l’inatteso contrattacco dei Tedeschi nell’ospedale c’era mancanza di personale, ragion per cui era assurdo rispedirla a Parigi. Tuttavia una parte di lei si sentiva felice nel sapere che avrebbe viaggiato con Flanny e che ciò le avrebbe permesso di continuare con il trattamento di irrigazione durante tutto il viaggio, fino a che fossero arrivate nella capitale francese.

Le tre infermiere assieme a cinque uomini feriti lasciarono Cambrai la mattina molto presto. Fu designato un vecchio soldato per condurre il camion a Parigi il prima possibile. Il viaggio era considerato pericoloso perché nei giorni precedenti aveva nevicato cosicché si pensò dovessero viaggiare senza soste per evitare imprevisti legati alle condizioni atmosferiche.

Julienne viaggiava nel posto del passeggero con il vecchio autista mentre Candy e gli altri feriti erano nella parte posteriore del camion che sfortunatamente non era stato progettato per trasportare tante persone. Candy cercò di seguire tutti il meglio possibile e di distrarli con la sua vivace conversazione; nonostante tutto la traversata sarebbe stata lunga e scomoda, date le condizioni di trasporto.

Erano trascorse alcune ore da quando avevano lasciato l’ospedale da campo e Cambrai, quando iniziò a nevicare. Candy guardò i delicati fiocchi volteggiare nell’aria con movimenti aggraziati e provò una paura inspiegabile. Sin dalla sua infanzia aveva visto forti e pericolose tormente di neve nella Casa di Pony e, per qualche strana ragione che non riusciva a comprendere, sentì che stava per verificarsi una tormenta simile. Dovevano affrettarsi ad arrivare a Parigi il prima possibile.

- È uno spettacolo magnifico, non credi Flanny? – domandò Candy per allontanare i suoi cupi presentimenti.

- Troveresti qualcosa di bello anche in una vecchio tegame rotto, Candy!- disse Flanny con un sorrisino.

- Dai, Flanny!- rispose Candy guardando il paesaggio attraverso lo stretto finestrino sullo sportello posteriore del camion. – Questo posto, la neve sugli alti pini, i boschi e il silenzio, tutto questo mi ricorda casa.- Candy chiuse gli occhi per vedere l’amato luogo della sua infanzia e un dolce tepore scaldò per un attimo il suo animo - Sono tanto lontana- pensò tra sé. A quel puntò la colpì un lieve dolore al cuore e Candy si chiese cosa potesse essere.

Il viaggio proseguì sotto la neve che iniziò a cadere con più violenza. Nel pomeriggio quella che era iniziata come una leggera nevicata divenne una forte tormenta. Candy stava cercando di dormire un po’ prima della prossima irrigazione della ferita di Flanny, quando una brusca frenata la svegliò improvvisamente. Stava ancora aprendo gli occhi quando un grido di donna proveniente dalla cabina la fece alzare in piedi e aprire lo sportello in un attimo. Il camion si era fermato e quella voce era Julienne che chiedeva aiuto.

Candy scese dal camion e i suoi stivali affondarono nella spessa coltre di neve. Corse con tutte le sue forze verso il posto di guida tanto veloce come poteva. Nella cabina del camion Julienne cercava disperatamente di aiutare l’autista accasciato sopra il volante.

Candy aprì la portiea del conducente con un gesto veloce del braccio destro.

- Che succede, Julienne? – domandò, ma le condizioni dell’uomo risultavano sufficientemente chiare per lei. L’autista era colpito da una crisi cardiaca.

Senza dire altro le due donne iniziarono a fare tutto quello ce potevano per aiutare l’uomo in stato d’incoscienza. Candy provò più volte a rianimare l’uomo nel frenetico tentativo di salvargli la vita. Era come se il mondo si fosse fermato in quel gelido angolo del mondo. All’improvviso i suoni scomparvero, come se Candy fosse intrappolata in una bolla, non sentiva la voce di Julienne e neppure il suono del proprio respiro. Non c’erano nient’altro che il silenzio e la necessità primaria di salvare una vita.

- Candy!- chiamò una voce lontana – Candy!-

Non rispose ma continuò a far pressione sul petto dell’uomo.

- Candy!- disse ancora una volta Julienne, toccando con la mano la spalla di Candy- È finita, Candy.-

I quel momento i suoni tornarono all’udito di Candy. Il vento, la voce di Julienne, Flanny che gridava dal camion.

- Se ne é andato, Candy- mormorò Julienne sommessamente.

Candy guardò la sua collega senza sapere cosa provasse, se frustrazione perché non era stata in grado di salvare l’uomo, o disperazione perché erano rimaste abbandonate senza guida in mezzo a quei gelidi boschi, ancora a molte miglia di distanza da Parigi. Julienne indovinò i pensieri di Candy dalla preoccupazione dei suoi occhi.

- Che facciamo, Candy?- domandò con la voce tremante per la paura

- Io… Io credo di poter guidare- rispose Candy cercando di restare calma, nonostante fosse molto spaventata. –Sai, avevo un cugino, lui…lui mi mi lasciò guidare l’auto in un paio di occasioni…Io credo di riuscire a guidare il camión…Ma prima dobbiamo decidere cosa fare con il corpo, Julie.

- Che cosa sta succedendo???- gridò Flanny dal camion ancora una volta.

Candy lasciò Julienne per un attimo e corse da Flanny per tranquillizzarla. Flanny stava cercando di alzarsi quando Candy salì sul camion. Anche gli altri pazienti si erano svegliati e la guardavano inquieti.

- Candy, perchè ci siamo fermati?- Domandò Flanny molto preoccupata.

- L’autista Martin non si sentiva bene, Flanny- mentì Candy che non voleva allarmare i pazienti e Flanny.- Tu resta qui, Julienne sarà da te tra qualche minuti. Va bene per tutti?-

Non molto convinta, Flanny accettò la spiegazione di Candy, da un lato perché preferiamo sempre credere a qualcosa di positivo, dall’altro perché non voleva spaventare i pazienti con i suoi sospetti.

Dopo un breve scambio di idee sull’argomento Candy e Julienne decisero di lasciare il corpo ad un lato della strada poiché non avevano né una pala né il tempo per seppellirlo. La tormenta infuriava sempre più forte e per la salute di Julienne non era opportuno restare altro tempo al gelo. Prima di lasciare il corpo dissero una preghiera e, quando ebbero terminato, Julienne salì nella parte posteriore del camion mentre Candy prese il posto del conducente nella cabina.

Guardò la cartina e cercò di indovinare dove si trovassero. La strada era praticamente invisibile sotto la spessa coltre bianca. A quei tempi il treno era ancora un mezzo di trasporto più comune dell’automobile e le strade non erano nelle condizioni di oggi. Inoltre la guerra aveva distrutto tante cose nella sua follia devastatrice che non vi era una segnaletica visibile che Candy potesse seguire. Ancora una volta doveva seguire il suo istinto.

La ragazza respirò profondamente mentre girava la chiave per mettere in moto il camion.

- Stear, - pensò- per favore, aiutami.

La verità era che Candy non aveva mai guidato prima, ma sperava che in quel momento le tornassero utili le tante volte che lo aveva visto fare da Stear. Candy pigiò l’acceleratore e il camion iniziò a muoversi.

- Molto bene Dio, pensò Candy mentre guidava con timore- se hai tirato fuori me e Flanny da quella trincea, non ci lascerai morire qui, sotto la neve.

Candy iniziò la sua orazione senza sapere che a migliaia di chilometri di distanza, dall’altra parte dell’oceano, altre due preghiere chiedevano la sua protezione. Il viaggio proseguì per un altro paio d’ore, mentre il vento e la neve aumentavano senza tregua. Il ritmo lento del mezzo fece addormentare i passeggeri come una ninna nanna. Solo Julienne restò sveglia, tormentata dalla sua continua tosse e dalle molteplici preoccupazioni, sapendo che Candy si trovava al posto di guida, alla ricerca della strada per uscire da quei boschi gelati. Il posto era bello come non mai sotto quella coltre bianca, ma con mortali insidie. Ormai il pomeriggio si stemperava nelle ombre notturne, che iniziavano a scendere sul vasto orizzonte.

Erano le sette in punto del 15 dicembre, Julienne non lo avrebbe mai più dimenticato, quando il camion si fermò definitivamente. Nell’oscurità dell’automezzo Julienne udì Candy che cercava di rimetterlo in moto…una…due..tre volte…altre volte. Julienne pensò per un momento di avere un incubo, ma il rumore dello sportello posteriore del camion che si apriva piano, le confermò la crudele realtà.

- Julie - bisbigliò una voce femminile – Julie!-

Julienne si avvicinò al portellone e vide Candy fuori. La tormenta era finita ma il manto di neve era incredibilmente alto. Lì, ferma in mezzo al nulla, con la neve quasi fino alle ginocchia, Candice White guardò Julienne con un’espressione che quest’ultima non aveva mai visto prima su questa terra. Per un attimo Julienne credette di vedere uno di quegli angeli dipinti sulle pareti della Chiesa del suo paese natio. Ricordava che durante l’infanzia aveva ammirato l’affresco mille volte, attratta dalla bellezza dell’immagine, ma anche terribilmente spaventata dalla forte determinazione dell’arcangelo vendicatore dipinto dall’artista. La giovane e ingenua ragazza americana che aveva conosciuto sei mesi prima, aveva sul viso la stessa espressione.

- Che succede, Candy? – domandò Julienne nonostante sapesse la risposta.

- Il camion non ci porterà a Parigi, Julie- disse Candy in tono piatto, insolito per lei.

- Candy!- mormorò Julienne, senza osare chiedere altro.

Candy poggiò le mani sulle spalle di Julienne, i loro volti vicini che quasi si sfioravano.

Julie, ascolta bene quello che sto per dirti- mormorò Candy lentamente, scandendo bene ogni parola- questo camion è fuori uso e bloccato nella neve, non ci porterà da nessuna parte e se restiamo qui tutta la notte moriremo congelati. È chiaro che abbiamo bisogno d’aiuto e l’unica che può provare ad andare a cercare soccorso sono io, cosicché non c'è niente da obiettare o da dire. Solamente sali sul camion, prenditi cura degli altri e prega, tu solamente prega.

- Candy! – Gridò Julienne senza sapere cosa dire o fare.

- Fai quello che ti ho detto, Julie- rispose la bionda, lasciando le spalle di Julienne- Su!- ordinò con voce decisa- Chiudi questo sportello, ora!-

Sentendosi come una bambina spaventata davanti al rimbrotto della mamma, Julienne obbedì alla voce di Candy, incantata davanti al suo coraggio. Attraverso il piccolo finestrino, Julienne vide la figura di Candy nel suo cappotto nero perdersi nel bosco. La donna si fece il segno della croce e bisbigliò:

- Pére! que ton nom soit sanctifié; que ton régne vienne...-

Continua…

Edited by cristina.fly - 18/1/2009, 11:48
 
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view post Posted on 18/1/2009, 15:51     +1   -1
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è divino.....secondo me ora si incontrano....
 
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view post Posted on 20/1/2009, 21:34     +1   -1
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Giuro, ho la pelle d'oca, questa storia è troppo bella, bellissima!
Grazie Cri
 
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cristina.fly
view post Posted on 26/1/2009, 01:31     +1   -1




Ciao a tutti! :mizia:

È notte fonda, domani è lunedi ma... Non sono riuscita a resistere. DOVEVO postare la fine di questo 5º capitolo.

Ho gli occhi lucidi e il cuore che mi batte. Che ci posso fare? Resto un'inguaribile sentimentale. :angel 1:

Atyle, esthertr, tella661, Pupavoice, eternabambina, Koalina86: GRAZIE. Vale la pena perdere qualche ora di sonno per voi.

Buona lettura. :laura:

Cri

:rose rosa: ....segue
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- Fa freddo- Pensò Candy mentre camminava a grandi passi tra la neve- molte altre volte sono stata a una temperatura bassa come questa…L’inverno sulla collina di Pony può essere anche peggiore. Ricordo che Annie da piccola aveva paura della neve. Ingenua bambina…Mi chiedo ora come stia. Si staranno preparando per il Natale come ho raccomandato loro? L’anno prossimo, quando la guerra sarà finita, chiederò a Miss Pony di prepararmi la mia torta di frutta preferita e la mangerò tutta da sola, proprio come sognavo da bambina, quando la vedevo fare la sua torta alla vigilia di Natale. Oddio che freddo! Tom, quel ragazzino cocciuto, litigava sempre con me per la torta… Anche Albert ed Archie staranno facendo preparativi per l’occasione? Buon per loro… Al mio ritorno non voglio sentirli parlare di affari e di università per un bel po’… Voglio parlare del bene che provo per tutti, dire loro quanto fortunata mi senta ad avere la loro amicizia… quando tornerò…Per favore, Signore, se mi hai portato fin qui, e sono sicura che lo hai fatto, lasciami vivere per trovare aiuto…È di nuovo buio, si gela ma devo vivere…per loro…Signore, ci sono sette persone laggiù nel camion, per favore…Non è per me che devo restare viva.

Candy si muoveva rapidamente come le sue gambe le permettevano. Lottava nella sua mente per mantenere alto il morale, parlando ogni tanto con Dio e cercando disperatamente di richiamare alla mente i suoi ricordi migliori per trovare forza. Sapeva di dover proseguire mantenendosi in movimento, sveglia, concentrata e viva. I bei ricordi erano l’unico calore di cui disponeva nella solitudine di quel bosco, sul gelato suolo europeo.

- Questi boschi somigliano tanto a quelli in America- continuava Candy nel suo monologo, alzando gli occhi per guardare gli enormi pini ed abeti, silenziosi testimoni della sua camminata suicida- Niente è come la libertà del vento che soffia sul mio viso in cima ad un albero, come la tiepida brezza di maggio…le rose della tenuta di Lakewood…la casetta in cima all’albero… Stear era tanto originale, sì, tanto originale… Antony aveva un sorriso così luminoso…Ho conosciuto qualcuno come lui… Ora dove sarà? – Candy si fermò, vergognandosi dei propri pensieri- Perché neppure ora riesco a smettere di pensare a te? Questo dolore al petto…Quando arrivo a Parigi devo andare da un medico.-


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Duncan Jackson aveva detto ai propri uomini di non voler essere interrotto mentre giocava a scacchi, a meno che non ci fosse una vera emergenza. Ma isolati com’erano, nella paziente attesa che passasse l’inverno prima di entrare in azione, non ci si aspettava nessuna emergenza quella notte. L’imponente uomo guardò il calendario sulla sua scrivania.


- 15 di dicembre- commentò con un borbottio- Non è ancora inverno ma là fuori fa incredibilmente freddo. Credo che stanotte abbiamo avuto tutta la neve che il mondo possa produrre.-


L’uomo seduto di fronte a Jackson non rispose al commento. Jackson si inclinò leggermente sulla scacchiera, guardando in muta concentrazione i pezzi d’avorio. Dopo aver considerato tutte le opzioni possibili, mosse un pedone e guardò il viso del suo avversario, nel disperato tentativo di leggervi una sua qualche reazione. Già sapeva che niente sarebbe trapelato dal volto del giovane. Fu in quel momento che Jackson alzò gli occhi per vedere il soldato Stewart, entrato nella tenda in quel momento.


- Mi dispiace, signore- esclamò l’uomo timidamente- ma temo ci sia un’emergenza.


Jackson fulminò il povero soldato con un’occhiata furibonda, tanto che Stewart divenne rosso come un papavero.

- Un’emergenza, soldato?- replicò Jackson- Spero per il suo bene lei che lo sia davvero, o la farò lavorare fino a farla stramazzare al suolo domattina, idiota!


- Signore, - balbettò l’uomo- è una vera emergenza.


- E allora sputi il rospo, che sto perdendo la pazienza!- gridò Jackson inferocito.

Il soldato Stewart si guardò intorno. Il suo sergente era seduto di fronte alla scacchiera, tanto concentrato sulla partita come se lui e Jackson non ci fossero. Dalla sua posizione all’ingresso della tenda Stewart poteva vedere nella penombra la schiena del sergente, i suoi capelli scuri e le larghe spalle. Per un momento pensò che il giovane fosse fatto di pietra, per ignorare completamente la scena attorno a lui. Il soldato stava disperatamente cercando le parole adatte per spiegare al Capitano Jackson qual era l’emergenza, e l’indifferente sergente neppure lo notava.

- Signore,- iniziò Stewart- c’è…c’è una…una…una donna nell’accampamento.- disse infine.


Gli occhi di Jackson si strinsero verso Stewart. Era chiaro che il Capitano era sul punto di esplodere.


- È stato molto divertente, soldato –disse Jackson ironico- ora però mi dica cosa sta succedendo realmente.


- Ma è la verità, signore- rispose Stewart insistendo – C’è fuori una donna, una ragazza…sta chiedendo aiuto.


- Siamo in mezzo al nulla, soldato, a molti chilometri da qualsiasi centro abitato!- gridò Jackson- E lei viene a dirmi che c’è fuori qualcuno che chiede aiuto, ed esattamente una donna, tra tutto il genere umano!


- Io…io…lo so che è incredibile, signore- replicò Stewart con gli occhi bassi, non riuscendo a sostenere lo sguardo di Jackson – la signorina è là fuori.


- Lasciala entrare. Disse Jackson al soldato, ancora senza credergli.


Indifferente a tutto quello che stava accadendo attorno a lui, il giovane sergente non si mosse dalla sedia quando il soldato Stewart annunciò che c’era una donna nell’accampamento. Non disse nulla e non fece un cenno neppure quando infine la ragazza entrò nella tenda. Sembrava che l’insolito e singolare evento non causasse in lui nessuna reazione. I suoi occhi blu erano incollati alla scacchiera mentre la sua mente si sforzava di restare concentrata sul gioco. Lo strano dolore al petto era più forte che mai e riuscire a dominare le due cose, cioè il dolore e la partita, erano da sole sufficienti a catturare la sua attenzione, anziché spostarla sulla realtà circostante. Da parte sua, Jackson era rimasto attonito davanti all’espressione assorta sul volto del giovane e alla sua incredibile concentrazione. In quel momento entrò la donna.

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- Mio Dio, ragazzina! – disse Jackson, dimenticandosi del sergente per la prima volta in un paio di mesi, quando vide una ragazza con un lungo cappotto zuppo fino alle anche. – Che fa qui una giovane come te, santo cielo?!?-


- Sono Candice White Andrew, assistente chirurgico dell’American Expeditionary Forces, signore,- disse la giovane- sono in missione e sto trasportando personale medico e militare ferito a Parigi ma il nostro autista è morto ed anche il camion in cui viaggiavamo ci ha abbandonato, forse a causa del freddo. Ho lasciato i miei compagni, tutti malati, nel camion per cercare aiuto, signore.-


Se il capitano Jackson in quel momento avesse guardato verso il giovane sergente, avrebbe notato il suo volto trasfigurato dopo che la ragazza pronunciò la prima parola. I suoi occhi blu si spalancarono, il suo cuore si fermò, la sua mano lasciò la figura d’avorio che stava trattenendo e che cadde inerte sulla scacchiera, il suo viso sperimentò un tumulto di innumerevoli emozioni che si susseguirono selvaggiamente, deflagrando ed esplodendo come un vulcano in eruzione.


-Quella voce…La sua voce! La stessa che risuona nel mio cuore! È questa un’altra illusione? L’ho udita pronunciare quell’amato nome? Il cuore mi duole così forte…Candy!-

Jackson guardò la giovane non molto sicuro se credere all’incredibile storia di una fragile ragazza che corre tra la neve in cerca d’aiuto.


- Come posso sapere che dici la verità, ragazzina?- Le domandò


- Ne può essere certo al riguardo, signore- disse il giovane sergente alzandosi in piedi e voltandosi per vedere di fronte la donna. - Conosco questa ragazza e le posso garantire che sta dicendo la verità.- concluse.

Davanti agli occhi stupefatti di Candy c’era un uomo di una ventina d’anni, alto, con vita stretta e spalle larghe, i capelli castano scuri tagliati alla maniera militare. Sul suo volto spiccavano un naso delicato, labbra sottili ma sensuali, una mascella forte e i due occhi blu più intensi e profondi che ella avesse mai visto, ombreggiati da folte sopracciglia scure. Dall’inflessione iniziale di quella voce profonda e vellutata, Candy ne aveva riconosciuto il possessore, prima ancora che egli si alzasse in piedi per guardarla. Di fronte a lei, in un’impeccabile uniforme verde dell’esercito degli Stati Uniti e stivali neri, c’era Terence G. Grandchester.


________________________________________



- È lui- pensò lei sconcertata



- È lei- disse lui tra sé, ancora incredulo

Se potessimo misurare la velocità dei pensieri che le menti umane possono produrre in un secondo, o l’indice dell’intensità dei sentimenti che si possono provare nel tempo di un sospiro, allora Candy e Terence avrebbero raggiunto il punteggio più alto in quel breve istante, mentre il capitano Jackson era ancora stupefatto dagli eventi cui stava assistendo.

- Sei proprio tu!- pensò lui stordito e inebriato per la sua presenza – Non sei un’illusione questa volta! Sei realmente tu, la stessa… ma no, non sei la stessa… sei ancora più bella e seducente. Riesco appena a trattenermi dal non prenderti tra le mie braccia qui, ora! I tuoi capelli. Oddio! Mai avrei pensato che potessero essere tanto lunghi. Sono come una cascata di riccioli luminosi, che scendono impossibili in folli spirali, dalla tua testa fin giù alla tua vita! I tuoi occhi sono più verdi, come un paio di minuscoli acquari, le tue labbra, quei petali di rosa. Maliarda! Sei ancora più incantatrice…amore mio!

- Sei proprio tu! - pensò lei colpita, intossicata dal solo vederlo – Sei più alto! Hai anche guadagnato un po’ di peso, dall’ultima volta…in quell’occasione eri tanto pallido e magro che il mio cuore si contorse dal dolore…ma ora…le tue spalle sembrano più larghe, le tue braccia più forti, ogni centimetro di te è più maschile di come lo ricordavo…Sei tanto affascinante in quell’uniforme, amore! Ho avuto tanta paura là fuori, Terry! Come vorrei poter correre verso di te affinché tu mi stringa tra le tue braccia! Ma…non riesco neanche a muovermi!-

Continua...
 
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view post Posted on 26/1/2009, 10:42     +1   -1

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Grazie Cristina per avercela postata e appezzo molto la tua rinuncia a qualche ora di sonno..........ne valeva veramente la penaaaaaaaa!!!!! Oddio che bello finalmente si sono incontrati che emozione giuro mi è venuta la pelle d'oca quando lei ha detto il suo nome e Terence finalmente si è lasciato andare :darling I love u:


ora che succederà cosa aspetta ad abbracciarla e non lasciarla più!!!!! :tella:
 
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view post Posted on 1/2/2009, 20:53     +1   -1
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Finalmente! Finalmente!
Che emozione è stata leggere la prima volta questo incontro, grazie Cristina di avermela fatta rivivere :tella:
 
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cristina.fly
view post Posted on 8/2/2009, 03:10     +1   +1   -1




Ciao a tutti! :mizia:

Vi ringrazio infinitamente per tutti i vostri fantastici post. Il magico incontro di quei due deve aver stregato anche voi... :loveyou:

Riguardo il nuovo capitolo che stiamo per iniziare, io personalmente mi sento molto coinvolta dagli stati d'animo e dai sentimenti descritti. Forse perchè è successo anche a me di rivedere dopo tanto tempo la persona che ancora amavo e che pensavo di aver perso per sempre.

Questa parte della storia di Alys la sto traducendo a quattro mani con la bravissima Annam :bravo: . È il nostro primo tentativo e speriamo che il risultato vi piaccia.

Che altro dirvi? Mentre rileggevo l'inizio di questo capitolo stavo ascoltando una vecchia canzone di Madonna, "Crazy for you". È una colonna sonora perfetta per le emozioni di quest'incontro. Provatela anche voi e fatemi sapere. :dakota:

Buona lettura

Cri



Capitolo 6

La fine di un mito







Ad ogni ritorno



Ad ogni ritorno conquistato
dopo una fine,
Una lacrima spunta
Presagendo un breve addio


Sette giri d’orologio,
Svolti tre volte l’angolo,
e, nel bene e nel male, con te si trova
un destino in camino.


Non disprezzare ciò che verrà,
Apriti al sole della Vita,
Risveglia la tua pelle assopita,
Dalle tutto ciò che hai.
Che ogni passo ti insegni, nel bene e nel male,
Che l’amore si cercherà, che si troverà in tutto ciò che senti,
Con te si troverà.


Sola, giovane, agguerrita,
Donna che vuole imporre la sua meravigliosa forma di essere
Al suono di una nuova vita,
resta in guardia
in questo mondo di uomini.
Se fa ciò che sente, nel bene e nel male,
L’amore troverà.


Non disprezzare ciò che verrà,
Apriti al sole della Vita,
Risveglia la tua pelle assopita,
Dalle tutto ciò che hai.
Che ogni passo ti insegni, nel bene e nel male,
Che l’amore si cercherà, che si troverà in tutto ciò che senti,
Con te si troverà.


Pablo Milanés




Come qualunque altra donna, Candy avrebbe voluto indossare un abito elegante per quell’incontro. . . Ma, purtroppo, quel desiderio era ben lungi dalla realtà. La retina che usava per legare i suoi lunghi riccioli in un elaborato chignon, era andata perduta da qualche parte durante la sua camminata nel bosco, forse strappata via da qualche ramo. Ora i suoi capelli ricadevano in disordine sulle spalle e, poichè erano completamente bagnati, aveva acquistato un bel tono dorato scuro, come quello del bronzo brunito. Al posto di uno degli eleganti abiti stipati a dozzine nella villa degli Andrew, aveva indosso la sua semplice uniforme di cambray blu, con una gonna dritta che arrivava alle caviglie e un cappotto di lana nero a coprire quella modesta mise. “Devo essere uno spettacolo veramente patetico” pensò di se stessa, ma se avesse potuto leggere nella mente di Terence in quel momento, si sarebbe commossa. Davanti agli occhi del giovane, Candy risultava essere la più affascinante visione di bellezza che egli avesse mai avuto di fronte in tutta la vita.

- Di modo che, sergente – disse il Capitano Jackson rompendo il silenzio – essendo lei un uomo di poche parole, ammetterò che dica la verità riguardo questa signorina. Dobbiamo quindi trovare il modo di aiutarla, insieme ai feriti che dice di aver lasciato dietro di sé.


Terry assentì, ma non riuscì a dare una risposta udibile, perché la sua attenzione era stata repentinamente attratta dallo stato degli abiti di Candy. Era completamente zuppa e stava tremando.

- Trema per il freddo, mio Dio! – pensò.


- Credo che, come prima cosa, dovremo dare alla signorina qualche abito asciutto, signore – suggerì Terry con la preoccupazione riflessa nella voce, mentre prendeva il proprio soprabito, che giaceva sulla spalliera di una sedia vicina, per dirigersi immediatamente verso Candy con passo deciso.


- Le trovi qualcosa di asciutto e quando sarà pronta decideremo cosa fare per aiutare i feriti – ordinò Jackson, osservando con gli occhi spalancati per lo stupore la delicata premura di quell’uomo che egli credeva insensibile, mentre Terence si avvicinava alla ragazza per metterle il suo soprabito sulle spalle.



- Ti mostrerò un posto dove potrai cambiarti quell’uniforme umida, Candy – disse lui con dolcezza, inclinando il capo su di lei.


Troppo confusa dalla vicinanza di Terence, Candy si congedò dal Capitano Jackson solamente con un cenno di assenso, mentre Terry con un gesto possessivo poneva un braccio attorno alle spalle della ragazza, per condurla in un’altra tenda. Fuori e lontano dalla stufa portatile del Capitano Jackson, Candy avvertì la temperatura ancor più fredda di prima. La neve continuava a cadere e Terence aumentò istintivamente la pressione del suo abbraccio attorno alle spalle di Candy per proteggerla dal vento gelato, ma davvero quel gesto non sarebbe stato necessario. Entrambi sentivano dentro un vapore talmente caldo che le gelide raffiche di vento non potevano competere con i loro gioiosi batticuori; il dolore interno era scomparso misteriosamente.

Terence condusse Candy in una grande tenda dell’accampamento. All’interno, i dieci soldati semplici che la dividevano scattarono immediatamente in piedi al loro ingresso, innanzitutto perché erano al cospetto di un sottufficiale, ma anche a causa dell’inaspettata presenza di una signora… Gli uomini si guardarono l’un l’altro con incredulità, senza riuscire ad emettere una sola parola.

Terence salutò semplicemente con un cenno del capo, dirigendosi verso un angolo per prendere una camicia, un paio di calzini ed un pantalone da una grande zaino. Restò dubbioso per qualche istante, ma, dopo una seconda occhiata ai piedi di Candy, decise di aggiungere un paio di stivali neri che giacevano a terra, sotto una delle brandine.



- So che sono un po’ grandi per te – disse lui un po’ imbarazzato– pero sono meglio di niente.

- Andranno benissimo – rispose lei, rivolgendosi a lui per la prima volta quella notte.

- Ti lasceremo sola – disse il giovane cercando disperatamente di mantenere il controllo. Subito dopo si voltò per guardare i soldati sbalorditi dietro di sé.

- Tutti fuori! – ordinò semplicemente, uscendo prima degli altri ma restando in attesa all’ingresso della tenda, per accertarsi che ognuno uscisse e lasciasse sola la ragazza.


Candy fissò gli abiti che Terry le aveva lasciato sulla brandina, mentre cominciava a svestirsi con incomprensibile nervosismo. Non era l’effetto della fredda notte o del gran pericolo che aveva corso durante la sua camminata quasi senza meta nel bosco innevato e neppure la situazione precaria in cui aveva lasciato i feriti e le sue amiche e colleghe... Era un nervosismo di altro tipo che Candy conosceva bene. Era quella sensazione unica nel cuore, quella piacevole inquietudine, quella tensione in ognuno dei suoi muscoli, quel ritmo folle del polso, tutto quello che un solo uomo sulla terra le poteva provocare! E ora doveva svestirsi per indossare i suoi abiti!

Restò in piedi per un po’, quasi immobile, tenendo la camicia di Terry contro i suoi seni nudi, lasciando che il profumo di lavanda che lui usava le invadesse l’olfatto . . . ma un attimo dopo l’immagine di Flanny e Julienne comparve nella sua mente e la costrinse ad interrompere il galoppo del suo cuore, mentre iniziava ad indossare l’uniforme di Terence. A quel punto, come se l’aroma di lavanda giocasse con i suoi sensi infiammandole la pelle, Candy sentì che lui stava stringendo il suo corpo tra le braccia, proprio come era già accaduto nel passato.


- Dio mio, Candy! – si redarguì infilandosi un paio di stivali troppo grandi per i suoi piedi minuti- Devi controllarti! Ricorda la tua posizione… la sua posizione.

Quest’ultimo pensiero ebbe su di lei l’effetto di una secchiata d’acqua gelata sul cuore.

Fuori da quella stessa tenda, un’altra fiamma ardeva, in scintille disperate. Sorvegliando il luogo che subitaneamente si era trasformato in un sacrario, Terence attendeva all’ingresso. I battiti del suo cuore, accelerando in una folle corsa, andavano contro ogni legge medica.

La sola idea sembrava impossibile, ma era quasi sicuro di udire il suono di ogni indumento che cadeva a terra, mentre lei si svestiva all’interno della tenda. Era solo la sua immaginazione che gli stava giocando uno scherzo crudele? Il soave fruscio era una tortura lenta, dolce e snervante allo stesso tempo.

La mente di Terence aveva lasciato da parte ogni altra considerazione su Candy, tranne il fatto di averla vicina dopo così tanto tempo. Niente più su questo pianeta sembrava importargli, come se gli immensi ostacoli che li mantenevano separati fossero caduti in un istante, tanto era confuso, ancora ebbro dall’effetto di averla rivista. Che tentazione, pensare che un semplice movimento della testa avrebbe regalato ai suoi occhi una vista celestiale! Ciò nonostante, egli non si mosse di un centimetro, finché Candy non uscì, indossando la sua uniforme e il suo soprabito.


- Sono pronta – disse senza guardarlo direttamente negli occhi.


Egli notò che qualcosa era cambiato in lei, come se avesse scavato una trincea tra loro due mentre si cambiava. Camminarono lentamente verso la tenda di Jackson, ognuno lottando in solitudine contro i propri personali demoni, senza sapere che condividevano la stessa tortura.

Jackson aveva deciso che la cosa migliore da fare, considerate le condizioni climatiche, era trasportare i feriti all’accampamento, dove avrebbero potuto ripararsi dal freddo e attendere fino a quando la tormenta avesse consentito loro di continuare il viaggio verso Parigi. Immediatamente ordinò a Terence di far preparare un paio di camion per ritrovare il gruppo disperso. Candy, ovviamente, dovette unirsi al gruppo di salvataggio per indicare il cammino.

Per tutta la durata del breve viaggio, Terry tenne gli occhi fissi sui lineamenti di Candy illuminati dalla luce della luna. Si sentiva tremendamente fortunato per non essere alla guida, così da poter percorrere con lo sguardo ogni tratto del viso della giovane. Pensò che aveva quasi dimenticato l’immenso piacere che provava fissando quel nasino all’insù, quegli occhi verdi ombreggiati da lunghe e scure ciglia, quelle labbra che si burlavano del suo cuore ogni volta che battevano le ali per parlare. Era in totale estasi, un sentimento strano per la sua anima che era stata incupita da ombre per quasi tre anni. All’improvviso, i furtivi raggi di luna riflessi su una superficie lucida richiamarono la sua attenzione, risvegliandolo dal suo folle sogno. Un bagliore proveniva dalla mano sinistra di Candy mentre indicava all’autista la strada da percorrere. Era un anello con un diamante solitario che spargeva la sua luce bianca nella notte nera. Allora, la amara verità – o quello che Terence credeva fosse la verità – schiaffeggiò il volto del giovane con violenza, costringendolo a constatare la sua follia.

- Un anello, un anello con un diamante al suo dito anulare e una fede, una fede nuziale! – disse a se stesso - Ti eri dimenticato di questo, idiota? E’ sposata! ¡Proibita! Quanto facilmente dimentichi questo piccolo dettaglio! Non è così? Stupido cuore che batti selvaggiamente, e che sogni quelle labbra che appartengono ad un altro! -


- Ti senti bene? – chiese Candy interrompendo la tortura mentale del giovane – sei impallidito improvvisamente – aggiunse la giovane preoccupata.

- Sto bene – balbettò lui girando il viso per nascondere il suo subbuglio interiore.


Da quel momento Candy avvertì che anche Terry aveva eretto il proprio muro contro quello che lei stessa aveva costruito quando era uscita dalla tenda con addosso i vestiti del giovane. In verità, doveva ammetterlo, la sua barriera era rimasta in piedi per miracolo ed era quasi crollata sotto lo sguardo intenso di Terence durante il viaggio.


- Meglio così – pensò lei tristemente – Non posso sopportare i suoi occhi su di me senza che prima o poi io sveli i miei sentimenti.

Continua...
 
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view post Posted on 8/2/2009, 09:56     +1   -1
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Che dire, grazie infinite a te e ad annam....è una dolce tortura leggere le emozioni di queste due anime che si tormentano e si amano senza sapere che l'altro sente la stessa forza e lo stesso dolore.
 
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pecorellarosa
view post Posted on 8/2/2009, 16:38     +1   -1




Carissima Cristina l'inizio del capitolo è strepitoso, come lo splendido lavoro di traduzione fatto! :ribbon heart: Non so come ringraziarti! :darling I love u: :angelo1:
 
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view post Posted on 9/2/2009, 19:18     +1   -1

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Ciao Cristina,
bellissimo anche questo capitolo insomma è divino ed emozionante compreso anche la poesia... Un grazie a te e ad annam5 per la pazienza e per il lavoro che state facendo. :tella:

CITAZIONE (cristina.fly @ 8/2/2009, 03:10)
- Un anello, un anello con un diamante al suo dito anulare e una fede, una fede nuziale!

Riguardo all'anello che porta Candy mi fa pensare che succederà qualcosa tra loro due... Sigh! :( Spero che Candy lo affronterà raccontando tutto...
 
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cristina.fly
view post Posted on 23/2/2009, 14:27     +1   +1   -1




Ciao a tutti!

Scusatemi per il prolungato silenzio, ma questo fine settimana sono stata fuori. Ora però, grazie a tre giorni di vacanza, trovo il tempo per postare un altro frammento della nostra storia (tradotto a quattro mani con Annam) e per salutare tutti gli amici vecchi e nuovi che, attentissimi, continuano a leggerla.

Ragazzi, vi ringrazio tutti e vi abbraccio. :tella:


Buona lettura :laura:

Cri

:rose rosa: ...segue

Impiegarono solo alcuni minuti per avvistare il camion sulla distesa innevata. Non appena gli automezzi sui quali viaggiavano si fermarono, Candy fu la prima a saltar giù per correre incontro ai suoi amici.

La porta posteriore del camion abbandonato si aprì, mostrando una giovane donna con un nero mantello che si mise a correre verso Candy, gridando il nome della bionda collega. Le due donne si incontrarono a metà strada abbracciandosi felici. - J’ai pensé que je ne te reverrais plus, mon amie! – disse Julienne, troppo emozionata per parlare in inglese (“Pensavo che non ti avrei più rivisto”).

- Le tue preghiere devono avere avuto più fede dei tuoi pensieri, allora – replicò Candy ridendo.


Terry osservò le due donne con soddisfazione, nonostante il peso sul cuore da quando aveva notato la fede nuziale al dito di Candy.


- Tutti adorano la mia dolce Tuttelentiggini! – disse tra sé, ma una voce interiore lo ammonì: Lei non è la “tua” Tuttelentiggini! Non dimenticarlo.


- Sì, lo so – si rispose– ma... quell’uomo!


Un amaro veleno riempì il cuore di Terence, con un tormento inatteso e oscuro. Per la prima volta nella notte, i suoi occhi videro la brutale realtà e tutte le sue drammatiche implicazioni. Si rese conto che la donna che amava si trovava proprio lì, nel mezzo del mortale vortice della guerra, quando lui l’aveva creduta al sicuro, a chilometri e chilometri di distanza, protetta, sana e salva. Aveva camminato sola nel freddo gelido di mezzanotte rischiando la propria vita, e ancor peggio, era alla metà di un viaggio di ritorno dal fronte! ¡Aveva lavorato vicino al fuoco nemico! Che genere di uomo era suo marito, per permettere una cosa tanto abominevole? Gli angeli devono forse vagare all’inferno? Che razza di indegno, miserabile, maledetto idiota era quell’uomo? (* In realtà qui Terence usa un insulto molto forte, caratteristico dell’inglese britannico volgare, intraducibile in italiano)

Un'indecifrabile miscela di gelosia e indignazione si impossessò di Terry, mettendolo di un cattivo umore tale che, se l’immaginario marito di Candy fosse stato lì presente, il giovane lo avrebbe strozzato. Malgrado ciò, sapendo bene che era impossibile mettere le mani addosso a quello “spregevole ritardato mentale”, Terence si limitò a sfogare la propria rabbia dando ordini ai propri uomini con incredibile rudezza, davanti agli occhi stupiti di Candy e Julienne.

Grazie all’improvviso dispiego di “energie” da parte di Terry, non ci volle molto a trasportare i feriti nell’accampamento. Una volta lì vennero visitati dal medico della truppa, il quale diede la sua totale approvazione al trattamento che Candy stava applicando su Flanny. La bionda sentì un gran sollievo quando ascoltò la diagnosi del medico, assicurandole che Flammy si sarebbe prontamente recuperata senza nessuna amputazione.

Quando tutti furono sistemati in una tenda con adeguato riscaldamento e si addormentarono esausti per tutte le emozioni di quella giornata, Candy uscì dalla tenda sperando che la fredda aurora la aiutasse a calmare lo stato di agitazione nella sua mente. Come poteva dormire con indosso gli indumenti di Terry? Non si era infatti ancora tolta la sua uniforme, nonostante avesse ora con se il suo leggero bagaglio, riluttante a lasciare la dolce sensazione della sua vicinanza. Ciò a dispetto dei propri principi, che la mettevano in guardia contro sentimenti simili per un uomo che immaginava sposato.

I timidi raggi del sole nascente accarezzarono con il loro calore le guance di Candy, colorandole di un lieve rossore. La luce purpurea tingeva di toni rosa e dorati il bianco manto sulle foglie degli alberi. Il vento tra i rami sembrava ripetere quel nome che voleva dimenticare, burlandosi di lei con i suoi sibili. Candy respirò profondamente l’aria fredda del mattino. Cominciava a sentire una sgradevole irritazione alla gola, prova innegabile del raffreddore che si era procurata con la sua camminata per nel bosco. A quel punto, come se la giovane fosse stata scossa da un brivido interiore, il suo cuore avvertì una ben nota presenza dietro di lei.


- Che ci fai qui? – chiese Terence con un’inspegabile rabbia nella voce.


Nonostante il grande timore Candy si voltò, trovandosi di fronte un paio di occhi freddi che, sotto la maliziosa luce dell’aurora, in un gelido riflesso mutavano dal blu al verde, per tornare di nuovo blu. Ricordò di aver già visto molto tempo prima quella stessa espressione nel suo sguardo… Terence si era improvvisamente arrabbiato con lei e la giovane non riusciva a capire la ragione per cui lui fosse tanto infastidito.


- Non riuscivo a dormire e sono venuta qui per vedere l’alba – replicò lei abbassando gli occhi, non riuscendo a sostenere l’intenso sguardo del giovane.


- Non è questa la risposta che voglio – borbottò lui caustico.


Questa volta il suo tono la ferì particolarmente. Lei era lì, che lottava contro l’irresistibile desiderio di gettargli le braccia al collo e gridargli il suo amore, mentre lui la trattava come se avesse commesso un crimine. Il cuore le doleva più che mai. Candy era passata attraverso tante situazioni difficili che, in qualche modo, il suo carattere aveva sviluppato una serie di reazioni difensive che si attivavano quasi automaticamente. Fu uno di quei meccanismi auto-difensivi che a qual punto si mise in azione, dandole la forza per rispondere con ugual vigore alla provocazione del ragazzo.


- E che genere di risposta ti aspettavi? – replicò lei bruscamente.


Questa volta fu Terence a sentire di nuovo quel dolore al petto. Ciò nonostante, era deciso a trovare la risposta di cui aveva bisogno.


- Candy, che ci fai qui in mezzo a questa guerra, tanto lontana da casa? Non vedi che questo non è il posto per una donna? Non potevi restare nella casa cui appartieni?- Sbottò lui in tono amaro. Gli occhi di Candy si spalancarono increduli.


Così quello era il problema, pensò lei, solamente un attacco sessista! Si sentì ferita nel suo orgoglio di donna. Dopo tutto Candy era una contemporanea del movimento delle suffragette e anche una lieve insinuazione sul fatto che certi luoghi o compiti non fossero adatti per una donna la faceva infuriare per l‘indignazione. Se infatti qualcuno si azzardava ad esprimere un’opinione negativa sulle donne, Candy era solita sciorinare una lunga lista di argomenti in difesa del gentil sesso e, nonostante il suo amore per Terry, questa non sarebbe stata un’eccezione.


- Non sapevo che fossi tanto antiquato, Terence! - Replicò lei visibilmente irritata, senza sapere che nella frase appena pronunciata, una sola parola era bastata per frantumare il cuore di Terry. Dal loro insperato incontro di quella notte, Candy non si era mai rivolta al giovane chiamandolo per nome e ora dava in escandescenza utilizzando il suo nome di battesimo, invece del diminutivo che usavano soltanto i suoi intimi.


- Terence!- pensò lui – Ora mi chiami Terence! La vita ci ha portato tanto lontani e l’uno dall’altro che adesso non ricordi più come mi chiamavi di solito, amore?


Candy era tanto arrabbiata che non notò il lampo di tristezza negli occhi del giovane. Candy continuò invece con il suo discorso ribelle.


- Forse non te ne sei reso conto, ma siamo nel XX secolo. Le donne hanno dimostrato di essere in grado di portare a termine qualunque genere di lavoro, con una preparazione adeguata, e permettimi di dire che io sono una infermiera efficiente e ben preparata! – disse lei nella foga delle sue argomentazioni.


Ogni parola fu per Terence come una doccia gelata. Non era questo l’argomento di cui voleva discutere. Quello che voleva ed aveva bisogno di sapere urgentemente, era perché quell’indegno bastardo con il quale Candy era sposata le avesse permesso di rischiare la sua preziosa vita, venendo in Francia come crocerossina.


- Non volevo dire questo! – gridò lui disperato, pentendosi subito del suo tono adirato.


- Ah sì?- chiese lei ironica – Quale altra ragione avresti per chiedermi spiegazioni che giustifichino la mia presenza qui, Terence?


- Mi ha chiamato Terence un’altra volta – pensò lui frustrato mentre voltava il viso con fastidio, gesto che Candy nuovamente male interpretò.


- Forse dovrei farti la stessa domanda – continuò lei, questa volta lasciando trapelare i suoi timori per l’incolumità di lui – Che stai facendo qui Terence? Per l’amor di Dio! Tu non sei un soldato, tu… tu... tu sei un attore! Un artista! Perché rischi la tua vita in questo conflitto senza senso? Neanche questo è il posto per te.


- E’ molto diverso! – rispose, anche lui ferito nel suo orgoglio di uomo– io sono venuto qui a difendere il nostro Paese. E’ una questione di onore che una ragazza non può capire.


- Questione di onore! Il nostro Paese! – rise lei sarcastica - Fandonie! Questa non è affatto una questione di patriottismo, questo è solamente un infernale, pazzesco e stupido incubo creato per soddisfare le ambizioni di politici e uomini d’affari senza scrupoli! – disse Candy con veemenza, alzando il tono di voce e con il volto in fiamme per l’indignazione - Ragazzi ingenui come te si arruolano in questa follia sacrificando il loro più importante tesoro, che è la vita, per quegli stupidi riccastri!


- Vedo che ti scaldi molto su questo argomento - replicò lui in tono canzonatorio. Quando la discussione raggiungeva quei livelli, l’ego combattivo di Terry era già troppo compromesso nella lotta verbale, e per nulla al mondo avrebbe rinunciato a quell’ emozione.


- Ciò nonostante, anche tu stai appoggiando questa “pazzia”, come chiami questa guerra, con la tua presenza qui. Te ne sei resa conto, mia cara leader femminista?


Terence aveva dimenticato quanto piacevole potesse essere una bella litigata con Candy. Lei era sempre stata l’unica persona con la quale poteva discutere animatamente e provare piacere nello scontro, in una sorta di gioco malizioso che trovava quasi erotico.


- Perfino un cieco noterebbe la differenza! – intervenne lei con uguale fervore – Mi chiedi che cosa stia facendo qui, bene, te lo spiego come se tu fossi un bambino di cinque anni, visto che non sembri capire l’argomento. Sono qui perché IO SONO INFERMIERA, e ho ricevuto la formazione per prestare servizio come assistente di chirurgia. Sono qui per cercare di riparare ai danni che armi infernali fanno agli uomini. Sono qui per salvare vite mentre tu sei qui per uccidere, e non vedo nessun onore in questo! –concluse. Le sue guance erano diventate di un bel rosso brillante, i suoi occhi splendevano come spade verdi sotto la luce del nuovo giorno e Terry in quel preciso momento l’amò ancor di più, stordito dalla spontanea dimostrazione dello spirito indomabile della giovane. Era quella la donna che aveva catturato il suo cuore sin dai tempi della scuola!

Continua...
 
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view post Posted on 23/2/2009, 16:47     +1   -1
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E' impressionante come interpretano una cosa per un'altra, però questa scena è adorabile....grazie ancora alle nostre traduttrici!
 
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view post Posted on 23/2/2009, 17:44     +1   -1

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Grazie per questa bella traduzione anche se c'è la tensione e conflitto tra i due innamorati: spero che Terence sappia la verità dell'anello al più presto.
Comunque è molto avvincente! image
 
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Andy Grim
view post Posted on 23/2/2009, 21:07     +1   -1




:andy:

"Forza, Terry: tieni duro, che se ne esci intero ti offro una bevuta...!" (voce di Andy Greason)

Eh, eh... il consorte di Flanny non ha resistito alla tentazione...!

 
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pecorellarosa
icon12  view post Posted on 24/2/2009, 00:08     +1   -1




Grazie mille alle nostre splendide traduttrici...questa storia è semplicemente fantastica!
Il dialogo tra Candy e Terence è uno spettacolo meraviglioso! :ribbon heart:
Complimenti :bis:
 
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383 replies since 9/6/2008, 11:44   131587 views
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