Eccomi qua, tutta colpa di Piccoletta! Mi è venuta voglia di riprendere in mano la mia one shot e di scrivere una parte del tutto nuova.
Alexandra, Luna, Silvia, Camilla, Cirottola & company, mi perdonate vero?
Ho lasciato Candy e Terence in giro per Edimburgo, ma non preoccupatevi, vi assicuro che si stanno divertendo un mondo...
Ecco la new version della mia one shot, in blu le parti aggiunte ex novo.
Parte epistolareCarissimo Terry,
non puoi immaginare l'immenso piacere che ho provato nel ricevere la tua lettera, seppur così breve.
Nel profondo del mio cuore ho sempre saputo che tu sei un uomo di poche parole, ma di nobili pensieri e di grandi azioni.
Prima di ogni cosa credo di doverti delle scuse per non avere avuto la forza di contattarti dopo la morte di Susanna, per non esserti stata vicino in un momento così delicato e doloroso, come una vecchia amica avrebbe dovuto fare, ma ho fatto del mio meglio per mantenere una promessa che non potevo fare a meno di rispettare.
Mi chiedi come sto.....è passato tanto tempo da allora ed anche a me sono successe tante cose, le vicende della vita ci hanno obbligato ad andare avanti ed entrambi siamo diventati adulti.
Ma ho continuato a vivere nonostante tutto, guardando sempre con fiducia al futuro, come tu mi hai fatto capire in quel lontano pomeriggio della Festa di Maggio, ho cercato di essere felice, e ho desiderato che lo fossi anche tu, proprio come ci eravamo promessi l'un l'altra in quella notte innevata a New York.
Anche per me non è cambiato niente, Terry, e ci tengo a dirti che una parte di quella ragazzina che tu hai conosciuto alla Royal Saint Paul School è ancora qui dentro di me; non porta più i capelli raccolti in codini ed ha smesso di arrampicarsi sugli alberi, ma ha ancora tutte le sue lentiggini.
Sappi che se ti capiterà di passare da queste parti, qui alla Casa di Pony, la porta per te sarà sempre aperta e sarà una gioia poterti ricevere ed accogliere nelle nuove stanze per gli ospiti.
Ora devo salutarti, spero con tutto il cuore di avere presto tue notizie.
Candy,
ma per te sempre Signorina Tutte Lentiggini
Parte romanzataTerence lesse e rilesse la lettera appoggiato alla parete vicino alla finestra della sua camera.
Non era il momento di dubitare, di lasciare passare altro tempo, di esitare sulle parole scritte da Candy.
In fondo era scritto lì, nero su bianco, Candy lo aveva proprio scritto
"Anche per me non è cambiato niente" ed aveva colto tutta l'essenza della lettera che lui le aveva spedito il 7 maggio, proprio il giorno del suo compleanno.
"...qui alla Casa di Pony la porta per te sarà sempre aperta..." Candy aveva proprio scritto così, di cosa altro aveva bisogno?
- Muoviti Terence! - una voce stava gridando dal profondo della sua anima.
- Carpe diem, carpe diem... - disse Terence sottovoce a se stesso; ora senza più dubbi a gravare sul suo cuore e con la mente libera dai fantasmi del passato, sapeva cosa doveva fare e la doveva fare al più presto.
Il viaggio non era stato per nulla faticoso. La lettera di Candy gli aveva tenuto buona compagnia, l'aveva letta ancora una volta e si era accorto che era inutile rileggerla, ormai ne sapeva a memoria il contenuto. Sorridendo, la ripose nel taschino interno della giacca proprio vicino al suo cuore.
Con il cuore che batteva a mille, Terence fermò la macchina presa a noleggio davanti alla Casa di Pony.
Negli ultimi anni, intrappolato in una vita che non aveva affatto sentito sua, non si sarebbe mai aspettato di poter vedere un giorno una scena del genere, che infondeva gioia e serenità al cuore di chiunque si fosse fermato in quel momento davanti alla Casa di Pony.
Nel giardino i bambini più grandi giocavano a rincorrersi felici e spensierati, mentre Suor Lane era tutta intenta in un girotondo con i bambini più piccoli.
Miss Pony se ne stava comodamente seduta su una panchina vicino alla porta d'entrata della casa e stava leggendo un libro di favole ad alcuni bambini tranquillamente seduti a terra davanti a lei.
Candy era lì in piedi vicino alla panchina con in braccio un bimbo piccolo che si succhiava il pollice della mano destra e con la mano sinistra stringeva una ciocca dei suoi capelli.
"Candy, Candy!" avrebbe voluto chiamarla in quel preciso momento, ma la voce si rifiutò di uscire per dare libero sfogo alla sua emozione nel rivederla.
Il cuore ed i pensieri di Terence ora erano tutto un tumulto, ma non indugiò oltre. Le sue doti di attore non potevano fare nulla contro un cuore ed una mente che si muovevano liberi ed animati dalla forza dell'Amore.
Anche se visibilmente agitato, scese lentamente dalla macchina e si fermò davanti al cancello senza distogliere il suo sguardo da Candy.
La ragazzina che aveva conosciuto alla Royal Saint Paul School si era trasformata in una splendida donna. Era un pò più alta di come la ricordava, e la sua figura appariva snella ed aggraziata.
Candy indossava un abitino leggero colore verde smeraldo e portava i suoi lunghissimi capelli biondi raccolti in un'alta coda di cavallo.
Quando lo vide lì fermo sul cancello, nonostante la sorpresa del momento, Candy non esitò un attimo. Con calma consegnò il bimbo nelle braccia di Miss Pony e con gli occhi fissi su Terence si diresse prontamente verso di lui.
Aprì il cancello e senza aspettare alcuna reazione da parte di Terence lo abbracciò, stringendo le braccia attorno a lui e posando la testa sul suo petto.
Terence sentì chiaramente con quanta forza lo stava abbracciando quasi volesse fondersi con lui in quel momento per non separarsene mai più.
Si sentiva incredulo, disorientato e felice allo stesso tempo.
Abbassò lo sguardo per vedere il viso di Candy appoggiato sul suo petto e notò con piacere che le sue lentiggini erano ancora tutte lì.
Cielo, quante volte aveva sognato quel viso con tutte quelle lentiggini.
- Ciao Terence - disse infine Candy alzando il viso verso di lui e guardandolo con occhi adoranti, senza lasciare l'abbraccio, con le guance bagnate da alcune lacrime ma con un sorriso che esprimeva più di mille parole, - Benvenuto -.
- Ciao Candy - rispose Terence, ancora perso tra le sue lentiggini ed i suoi lunghissimi capelli biondi, - Immensamente felice di essere qui mia Signorina Tutte Lentiggini -.
Quell'abbraccio e quel sorriso, operarono in Terence qualcosa di miracoloso, era come se tutti gli anni trascorsi lontano da Candy fossero stati cancellati in quel preciso momento e tutti i tormenti e le sofferenze subite erano già soltanto un ricordo, il ricordo di un passato che si stava trasformando in un nuovo futuro, il loro futuro.
Erano due anime che si appartenevano, nel passato, nel presente e nel futuro.
Insieme, per sempre, nessuna persona e nessuna avversità della vita avrebbe mai più potuto separarli.
Quel giorno era il 31 di maggio, un giorno assolato e luminoso, un giorno che Candy e Terence avrebbero ricordato e festeggiato in tutti gli anni a venire come il giorno più straordinario e felice della loro nuova vita.
"Miss Pony?" disse a bassa voce Suor Maria "cosa facciamo adesso?".
"Su su, Suor Maria" rispose Miss Pony "lasciamoli ancora un attimo da soli. Non si vedono da così tanto tempo, e mi creda per me è un vero miracolo che il Sig. Graham sia arrivato così presto".
Avvicinandosi al cancello molto lentamente, Miss Pony con grande tatto esclamò "Candy cara , lascia che anche noi abbracciamo questo gradito ospite".
Candy e Terence si sciolsero a malincuore dall'abbraccio appena in tempo; Miss Pony era già di fronte a Terence e lo abbracciava con l'intensità di una madre che non vede il proprio figliolo da tanto tanto tempo.
"Sig. Graham" disse emozionata con una lacrimuccia che faticava a restare al suo posto "siamo davvero felici del suo arrivo, inaspettato, ma mi creda davvero, davvero, tanto gradito" continuò Miss Pony scandendo per bene le sue parole.
"Grazie Miss Pony" rispose educatamente Terence, imbarazzato per quel caloroso abbraccio da parte di Miss Pony. Neppure sua madre l'aveva mai abbracciato così.
Inaspettato? Gradito?
Sembrava che tutti alla Casa di Pony stessero aspettando proprio lui!
"Benvenuto anche da parte mia" disse Suor Maria avvicinandosi e porgendogli la mano per stringerla in segno di saluto.
Ma Terence prese la mano della suora e facendo un galante baciamano, che lasciò stupita Suor Maria, rispose "Sono onorato di essere qui ancora una volta con voi". Inutile dire che Suor Maria arrossì.
"Entriamo, entriamo!" disse con entusiasmo Miss Pony "Candy cara, accompagni tu il nostro ospite nella sua camera?" continuò Miss Pony guardando Candy con un sorriso che Candy era sicura di non avere mai visto in tutti quegli anni sul suo viso.
"Certo Miss Pony, certo" rispose Candy, comprendendo la trama che stava ordendo la sua scaltra mamma, ma per la quale fu immensamente grata.
Poteva avere un momento da sola con Terry.
Terence prese la sua valigia e seguì Candy all'interno della casa.
Percorsero il corridoio in silenzio, Candy davanti a lui faceva strada procedendo con passo sicuro, ma dentro era tutta un tumulto di emozioni; un nonnulla e sarebbe esplosa.
Arrivati in fondo al corridoio, aprì la porta della camera e fece accomodare Terence, che entrò ed andò ad appoggiare la valigia sul letto e poi subito si girò verso di lei.
Candy aveva socchiuso silenziosamente la porta, e se ne stava appoggiata ad essa mentre lacrime copiose scendevano sulle sue guance.
Si era trattenuta fino a quel momento, fino a che aveva potuto, aveva cercato di mantenere una parvenza di serenità e di contegno di fronte a tutti, ma ora, lì, finalmente sola con Terry, dopo tutto quel tempo lontani l'uno dall'altra, le emozioni stavano affiorando spontanee, incontrollabili e liberatorie.
"No Candy, ti prego, non piangere. Sono qui" disse Terence avvicinandosi subito a lei con le braccia aperte per accoglierla di nuovo nel suo abbraccio.
Candy si tuffò tra le sue braccia, le lacrime continuavano a scendere copiose. "Le mie sono lacrime di gioia, Terry. Finalmente sei qui!".
Si strinse nel suo abbraccio, il resto del mondo poteva aspettare.
Terry. Lo aveva chiamato Terry, come ai tempi della scuola.
Terence preso dalle emozioni, forti ed intense, di quel momento tutto loro, cercò il suo viso, cercò le sue labbra ed indugiò per un attimo nei suoi occhi.
Quegli occhi contenevano solo consensi, solo certezze, ed una gioia immensa.
Lentamente poggiò le sue labbra su quelle di Candy e lasciò quel tanto atteso bacio a parlare per loro.
Le loro bocche, le loro labbra, le loro mani, si reclamavano dopo essere state lasciate sopite per troppo, troppo tempo.
Rincontrarsi, ritrovarsi, amarsi ancora, corpo ed anima di nuovo uniti, quel filo che di Destino aveva cercato in tutti i modi di spezzare, era di nuovo annodato, intrecciato in maniera più forte, più salda ed indissolubile.
Che bacio! Carico di tutta la gioia dell'essersi ritrovati, di tutta la disperazione dei lunghi anni della loro separazione, di tutte le allettanti prospettive che il futuro riservava loro.
Lentamente si sciolsero dall'abbraccio e rimasero a guardarsi ancora per un attimo, sorridendo ed accarezzando entrambi il viso dell'altro.
Erano quasi imbarazzati. Le emozioni avevano parlato per loro, senza pensare a tutte quelle stupide convenzioni e regole di comportamento da mantenere anche nei momenti di intimità.
Poi Candy cercò di intavolare un discorso per superare l'imbarazzo del momento.
"Ti ho riservato la camera migliore nell'ala nuova della casa".
"E la tua camera dov'è?" chiese prontamente Terence.
"Mio caro sig. Graham, non crederai mica che te lo dica?" disse Candy ridendo "saresti capace di capitare li in piena notte mentre dormo, come è già successo a Londra" quelle parole scapparono letteralmente dalla bocca di Candy.
Quel lontano ma vivido ricordo colpì entrambi come una freccia che va a segno nel bersaglio.
Era come essere ritornati indietro nel tempo, al periodo della Saint Paul School.
Le loro battute, le belle risate, la reciproca intesa.
Per un attimo erano ritornati quei due adolescenti felici e spensierati, quando la vita pareva riservare loro solo le cose migliori.
Quanto tempo era passato da allora! Quanti ricordi! Quanti momenti felici avevano perduto!
"Sei pronto?" disse allora Candy rivolta a Terence con un sorriso alquanto furbetto.
"Pronto per cosa?" chiese Terence del tutto impreparato alle novità della Casa di Pony.
"Per questo!" disse Candy aprendo la porta della camera.
Una decina di bambini, dagli occhi vispi e con espressioni molto curiose, stavano osservando Terence dal corridoio.
"Bambini, vi presento Terence Graham, il famoso attore che piace tanto a Miss Pony e Suor Maria. Mi raccomando, trattatelo bene" disse Candy sorridendo con tanta malizia.
"Evviva!" gridò Samuel "un VIP!" prendendolo subito per mano. Anche Daniel fece lo stesso, lo prese per l'altra mano ed iniziarono a tirarlo da tutte le parti, mentre il resto dei bambini lo circondarono festosi.
Terence ammutolito, imbarazzato e quasi impaurito da quella combriccola chiassosa, guardò Candy con espressione implorante, mentre veniva trascinato dall'orda dei bambini nel corridoio verso la sala dei giochi.
"Ecco fatto Terence Graham. Vediamo come te la cavi con i bambini" disse Candy nei suoi pensieri, mentre avanzava nel corridoio dietro di loro e trattenendosi dal ridere.
Mentre Terence veniva letteralmente sospinto dai bambini lungo il corridoio, guardava furtivamente dentro le camere; le porte erano aperte e le stanze sembravano tutte uguali, con il letto al centro, il comodino, il crocefisso alla parete, un armadio... ma, qualcosa appeso alla parete di una camera proprio sotto il crocefisso, catturò la sua attenzione e lo fece bloccare di colpo per guardare meglio... un quadro... un quadro molto insolito composto da un foulard, un cravattino di seta bianco al centro e fiori di narciso essiccati tutto attorno... la camera di Candy.
Si voltò verso Candy sorridendole malizioso, aveva appena trovato la sua camera, ma Candy facendo finta di nulla, distolse lo sguardo e disse "Forza bambini, fate divertire il sig. Graham".
"Hei, come dobbiamo chiamarti? Signore? Graham? O cos'altro?" disse Samuel il più grande del gruppo senza peli sulla lingua.
"Terence andrà bene" disse sforzandosi di rimanere calmo, quei bambini lo stavano già facendo impazzire.
Figuriamoci! Lui, attore famoso ed acclamato! Si muoveva a proprio agio sul palcoscenico e nel mondo del teatro, ma avere a che fare con una banda di bambini eccitati dalla novità della sua presenza, era tutta un'altra cosa!
"Candy, questa è la tua rivincita, vero? Per averci messo così tanto tempo..." disse Terence tra sé e sé, convinto che quella giornata non sarebbe più terminata.Stratford upon Avon. 31 maggio. Un anno dopo."Terry... Terry? Teeerryyy!!" la voce squillante di Candy riecheggiò nella camera da letto svegliando di soprassalto Terence.
"Si, Candy? Cosa c'é?" rispose Terence alzando la testa dal cuscino, ancora tutto assonnato.
"E' che... mi è tornata quella voglia..." disse Candy a bassa voce.
"Nooo! Ti prego! Bastaaa! Non ce la faccio più!" protestò Terence "ieri pomeriggio ho girato tutte le botteghe di frutta e verdura della città, e tutti mi hanno detto la stessa cosa. Le arance non sono di stagione, Candy" ripetè Terence sospirando.
"Ed il cioccolato?..." chiese Candy facendo boccuccia ed accarezzandosi il suo pancione di quasi sette mesi.
"Quello l'ho trovato. Ora vado a prenderlo" disse Terence rassegnato, ma prima di andare in cucina, si avvicinò al pancione di Candy, vi posò un bacio e sussurrò "Ti prego piccolino, esci presto da lì o la tua mamma mi farà diventare matto!"
"Terry caro, non ti illudere, potrebbe essere una piccolina..." rispose Candy con un bel sorriso.
"Sono sicuro che sarà un maschio. Ci ho messo molto impegno, sai..." disse Terence maliziosamente ed entrambi scoppiarono in una sonora risata.