Candy Candy

UN COMPAGNO PER FLANNY HAMILTON

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Andy Grim
view post Posted on 2/11/2006, 23:28     +1   -1




:andy:

INTRODUZIONE

L’altra sera ho preso in mano il mio vecchio dattiloscritto (allora non avevo il PC... usai l’orgogliosa Olivetti Studio 42 di mio nonno!) della storia di Andy Greason... mi sono messo le mani nei capelli perché, effettivamente, è proprio tutta da rifare! Come si può pubblicare un testo redatto “n’tanni fa” da un adolescente e proporlo al pubblico assieme a capolavori come quelli di Silvi76 e di Odyssea...? Fra l’altro alcune vicende narrate nel testo sono “elaborazioni” di battaglie “realmente” combattute attraverso dei War Games... senza contare che allora ignoravo molti particolari storici e tecnici. Quindi non mi faccio illusioni: come ho già detto, ci vorranno mesi (e forse anni) per ricostruire l’intera “opera”.
Però, nel frattempo, potrei anticipare all’ “onorevole pubblico” (come diceva un certo signor Vitali, mentore di un certo Remì, in pratica un “cugino letterario” di Candy Candy) alcuni episodi che inserirò a tempo debito nella trama completa e che allora non avevo sviluppato a dovere. Parlo ovviamente degli episodi dove compaiono i personaggi della mitica saga candyana. Già... perché, una volta deciso di “adottare” il personaggio di Flanny, mi sembrò piuttosto “insipido” limitarmi solo a lei quando nel “cast” c’erano tanti altri personaggi interessanti e la stessa Candy non poteva mancare! Ho infatti sempre ritenuto una lacuna della storia originale non aver approfondito il rapporto fra le due (il loro “arrivederci” quando Flanny parte per andare a fare la crocerossina è molto commovente). Cosicché, nella mia “dimensione parallela” (traslata necessariamente di 30 anni in avanti... che volete, Andy Greason non ce lo vedevo proprio su un Sopwith Camel o su uno Spad VIII. E poi, secondo me, quasi tutti i personaggi di Candy sono abbastanza “moderni” per la loro epoca di ambientazione) ho immaginato che le due amiche si sarebbero potute rivedere dopo che Flanny fosse rimpatriata... non dalla Francia ma dalla Cina, dov’era andata ad assistere i giovani americani arruolatisi nelle Flying Tigers (le squadriglie di volontari americani che appoggiavano le truppe cinesi contro gli invasori giapponesi). Solo che Flanny non era tornata da sola, come si vedrà in un prossimo capitolo.
Altro personaggio che “assunsi” nella mia storia fu quello di Neal Legan... ma vediamo di non anticipare troppo! Soprattutto andiamo con ordine e vediamo come i due elementi della coppia si sono conosciuti.
Andy, reduce da una missione in territorio nemico, dalla quale era rientrato con l’aereo malconcio, aveva dovuto eseguire un atterraggio di fortuna che lo aveva ridotto a mal partito. Soccorso prontamente, era stato trasportato all’ospedale militare, dove aveva appena preso servizio una nuova crocerossina, appena giunta dagli Stati Uniti...

Capitolo 1: L’incontro

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Al termine del suo stato d’incoscienza, il tenente Greason tornò ad aprire lentamente gli occhi, temendo di vedersi nuovamente “troneggiare” davanti la grinta austera del colonnello Hardgison...!
Non era il colonnello... anche se la figura apparsa stavolta davanti ai suoi occhi, benché notevolmente più piacevole, non avesse molto da invidiare in quanto ad austerità!
Alta, slanciata, flessuosa e mora... con l’acconciatura a coda di cavallo, ornata da un semplice fiocco rosso... un viso grazioso, anche se “inseverito” da quegli occhiali con le lenti a spicchio che osservavano con attenzione la sua cartella clinica.
Andy abbozzò un sorriso: “Ehi... salve...!!”
La ragazza lo degnò allora della sua attenzione, negandogli però quel sorriso di ritorno che l’incauto ufficiale sperava di ottenere.
“Come si sente?” gli domandò invece con voce piatta e piuttosto fredda.
Il giovane sentì i muscoli facciali tornare in posizione di riposo: “Mai stato meglio in vita mia...!” rispose comunque, con nonchalance.
L’infermiera corrugò invece le sopracciglia: “Su questo ho seri dubbi...!” ribatté, sempre con tono glaciale.
“Co... come sarebbe...?” balbettò Greason, un po’ sgonfiato.
L’altra tornò a leggere la cartella: “Incrinatura multipla del torace... frattura composta dell’omero sinistro… leggero trauma cranico con sospette complicazioni...” gli rivolse nuovamente uno sguardo severo “...se per lei ciò vuol dire non essere mai stato meglio...!”
L’aviatore deglutì un paio di volte. Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare alcuna precedente situazione in cui si fosse sentito meno a suo agio!
“Beh, ecco... intendevo solo dire che... mi sentivo meglio a vedere...” la donna lo ascoltava impassibile, con le braccia conserte “...a vedere lei...!” terminò con un sorriso per tentare di essere più convincente.
Sentita la conclusione del suo discorso, l’infermiera riappese con calma la cartella clinica alla pediera del letto. Dopodiché, ostentando una flemma olimpica, si avvicinò lentamente all’altro capo dello stesso. Prima ancora che il malcapitato tenente potesse formulare una qualsiasi congettura, la ragazza appoggiò i palmi delle mani alle due estremità del materasso, incombendo minacciosamente su di lui, col viso atteggiato a nobile rigore...
Istintivamente, Andrew Steve Greason si portò le lenzuola fino al mento.
“Sarà bene mettere in chiaro le cose, tenente” il suo viso non distava che una ventina di centimetri dal suo “se crede che sia stata mandata qui per farle da intrattenitrice, si sbaglia di grosso: io sono qui per occuparmi di lei in senso esclusivamente medico! Sarà bene che assimili questo concetto seduta stante, se non desidera che qui dentro accadano spiacevoli incidenti! Sono stata chiara...?”
L’uomo tornò a deglutire. Pur tenendo conto delle debite differenze, il tono di quella voce risuonava non meno autoritario e perentorio di quello del suo comandante di reparto.
“Sono stata chiara...?” tornò a domandare lei, senza alzare la voce.
Benché si trattasse di una semplice acqua di Colonia, il profumo di quella ragazza stava dando nella testa all’aviatore...
“Sissignora...!” riuscì a stento a balbettare.
“Bene: e adesso si giri sulla pancia.” rispose lei, mimando l’istruzione con le dita.
“Pe... perché...?”
“Perché è l’ora della sua iniezione.”
Meccanicamente, senza più obiettare, Andy fece quanto gli era stato detto, cercando di raccogliere meglio le idee: *Accipicchia, che caratterino! Meno male che è carina, se no... un momento: cos’è che ha detto? Iniezione...??!*
Rivoltatosi di nuovo, rivide l’infermiera nell’atto di preparare una siringa... una siringa con un ago decisamente troppo acuminato per i suoi gusti!
“Ehi, ma... scusi un attimo: ha detto iniezione...?”
“Esatto.” rispose lei terminando di aspirare il liquido dalla fiala.
“Ma... vuol dire che... me la farà lei...?!”
“Qualche problema?” ribatté la ragazza in tono sarcastico, premendo lo stantuffo per eliminare le bolle d’aria. Il tenente Greason si ritrovò a deglutire ancora una volta... ma, facendo appello a tutto il suo proverbiale sangue freddo, rispose risoluto: “Beh, direi! Cioè, insomma... io sono un ufficiale!”
“In questo momento è solo un paziente” rispose, ferma, la ragazza “e, come tale, è tenuto a sottostare senza storie alle prescrizioni del personale sanitario, se tiene alla sua salute... e alla sua idoneità di pilota!”
Colpito dalle sue ultime parole, Andy non si dette tuttavia per vinto: “D’accordo, ma... lei è... è una donna!!”
Senza la minima traccia d'imbarazzo sul volto, la sua interlocutrice ribatté: “No, io sono una crocerossina. E lei - ripeto - è un ferito ricoverato che ha il dovere di farsi rimettere in forma al più presto per essere nuovamente in grado di servire la Patria, come ha giurato di fare per sua stessa libera scelta! Conosco anch’io il regolamento militare, tenente.”
Anche se più tardi - ragionando a mente fredda - il giovane ufficiale avrebbe tranquillamente riconosciuto la giustezza di quel discorso, lì per lì, quel tono autorevole, più o meno inconsciamente caricato d’ironia, non gli piacque affatto. Strinse allora i lembi del lenzuolo: “Crocerossina o no, lei è pur sempre una donna” sbottò “mentre io, paziente o meno, sono pur sempre un uomo, almeno fino a prova contraria! Per cui…”
L’infermiera lo guardò fisso, inclinando il capo e il suo sguardo obliquo provocò al tenente uno strano formicolio dentro lo stomaco.
“Posso chiederle da dove viene, tenente...” tornò a sbirciare la sua cartella “...Greason...?”
Il pilota la osservò con attenzione. In quel momento il viso di lei sembrava aver perso quel velo di acidità finora mostrato e le sue labbra - tutto sommato abbastanza invitanti - abbozzavano una traccia di sorriso.
“Da Providence, nello Stato del Rhode Island.” balbettò.
“Providence, Rhode Island... adesso ho capito: un altro puritano del New England, eh?”
Andy sobbalzò: “Come sarebbe puritano?! Guardi che io...”
“Beh… se la turba così tanto mostrare il suo culetto a una donna, provi a immaginare che io sia l’ostetrica che assistette sua madre nel partorire.”
“Ma che cosa le salta in mente??! Ora sta proprio esagerando, lo sa?!”
Lei scosse la testa: “No, tenente, è lei che esagera. O meglio, lei abusa della mia pazienza e del mio tempo! Quindi ora le do due possibilità: o rivolta le sue chiappe verso il soffitto e si lascia fare questa dannata iniezione o dovrò fare rapporto all’ufficiale medico riguardo al suo stupido ostruzionismo. E credo proprio che la sua indisciplina, aggiunta alla grave imprudenza che ha mostrato durante la missione,1 sarà sufficiente a costringere i suoi superiori a ritirarle il brevetto e a spedirla in un qualche pulcioso reparto di fanteria” fece una pausa e, in tono quasi suadente, terminò “ha afferrato il concetto, tenente...?”
Ci vollero alcuni secondi prima che Andy si rendesse conto di stare ancora trattenendo il respiro. Finalmente si riscosse, respirò a fondo e rispose, con voce flebile: “Sì, credo... di avere compreso!”
“Molto bene. Si rivolti.”
Greason obbedì e fece del suo meglio per rimanere impassibile quando sentì che la donna gli toglieva le coperte e gli abbassava i pantaloni del pigiama...
“Ah, gli uomini” esclamò l’infermiera, tornando a impugnare la siringa “come faranno a vergognarsi di farsi vedere da una donna? Li facciamo noi, li laviamo noi... io proprio non lo so!”
“Ha finito...?!” chiese lui, con tono piuttosto seccato.
“Sì, ho finito.”
Andy, che intendeva chiederle se avesse finito di polemizzare, allorché si sentì massaggiare la natica e rialzare i calzoni, ribatté sorpreso: “Ma come? Già fatto...?!”
“Certo, non lo vede?” rispose lei, mostrandogli la siringa vuota.
“Ma io non ho sentito nulla!”
“Forse perché so fare il mio mestiere meglio di quanto lei non sappia fare il suo!”
Il pilota arricciò il naso: “Allora deve saperlo fare davvero bene, sorella...!”
“Si rimetta giù: non giova alle sue costole stare in quella posizione.” così dicendo lo afferrò abilmente ai fianchi e lo riadagiò supino, sistemandogli per bene il guanciale. Quindi gli rincalzò le coperte, mostrando una cura che andava forse un po’ oltre il professionale.
“E adesso cerchi di dormire, d’accordo?”
“Ci proverò. Ah, senta...”
“Cosa c’è, ancora?”
“Beh, insomma... a quanto pare, lei sa già parecchio di me, mentre io non so nemmeno il suo nome. Non mi sembra giusto!”
“Viviamo in un mondo tutt’altro che giusto, tenente!” sospirò lei.
“E questo le impedisce di dirmi come si chiama?” insistette lui, sorridendo.
“Hamilton.” rispose la ragazza, facendo per andarsene.
“Ehi, aspetti” esclamò l’altro, riuscendo ad afferrarle una mano “Hamilton... e poi...?”
L’infermiera emise un leggero soffio e si rivoltò verso il giovane: “Flanny... Flanny Hamilton.”
Tenendole stretta la nano, lui rimpallò: “Flanny... è un nome molto dolce, com’è logico che sia!”2
“Non mi canzoni... e mi lasci quella mano, se non le dispiace!”
“Parlo sul serio” replicò lui, accontentandola “beh, il mio nome completo lo ha già letto sulla scheda… ma lei può chiamarmi Andy.”
La giovane tornò a fissarlo con uno sguardo che non riusciva ad essere severo quanto avrebbe voluto. Infine sibilò: “D’accordo...!” e fece nuovamente per avviarsi.
Andy Greason, che si era aspettato un’altra battuta pungente, rimase piacevolmente sconcertato. E questo, complice anche il suo temperamento da incosciente, lo spinse un po’ troppo al di là di quanto avrebbe dovuto: “Un momento... avrei bisogno di una cosa...!”
L’infermiera non vedeva l’ora di lasciare quella stanza, tuttavia si girò ancora una volta e lo guardò, interrogativa. Lui le fece il segno con l’indice: “Può venire qui? Solo un attimo...!”
Flanny rimase interdetta un istante. Poi, rassicurata dallo sguardo impassibile del giovane, obbedì e si appressò nuovamente a capo del letto.
“Ecco, vede... acc... che male al collo…!”
Spinta dai suoi scrupoli professionali, la ragazza si avvicinò quel tanto che bastava… ed Andy, fulmineo, le mise le mani sulle spalle: “Volevo dirle che è proprio il mio tipo, Flanny... davvero!”
E, prima che lei potesse reagire, la baciò.
Non fu un bacio particolarmente sfacciato (il giovane tenne la lingua a posto)... però... beh, per Flanny Hamilton era anche troppo! Come poteva lei, la "signorina iceberg", lasciar passare una cosa del genere?
“COME SI PERMETTE, DISGRAZIATO...??!!!”
Un sonoro e potente ceffone fece seguito a quelle parole. È superfluo dire che adesso, ad Andy, il collo doleva davvero!
“NON... NON CI PROVI MAI PIÙ... HA CAPITO...??!” ribadì la ragazza, rossa in faccia come la brace. L’indignazione la scuoteva fin dentro le viscere… nemmeno durante il suo tirocinio, un certo William McGregor aveva mai osato tanto!
Il tenente stava per ribattere con una battuta probabilmente infelice. Ma, quando vide due lacrime spuntare dagli occhi della sua graziosa infermiera, fu colto da un vago senso di disagio e provò anche un certo rimorso: “Mi... mi dispiace! Io... beh, è stato più forte di me...”
“Già... certo!! Voi militari non cercate mai nient’altro in una donna, vero?!”
Il cuore di Andy mancò di un battito. Si sentì come quando, a bordo del suo P-40,3 aveva intuito di avere soltanto una possibilità di conservare la buccia: azzeccare la manovra giusta per riprendere il controllo. Per cui la guardò con fare serio e rispose: “Flanny, ascolti... io... non posso parlare per gli altri! Ma, in quanto a me... l’ho fatto perché lei mi piace sul serio. E non solo in quel senso… mi capisce?”
“Ah, davvero...? E naturalmente pensa che io ci creda, eh?!” rimbeccò, con voce metallica.
“Oh, no... non lo penso affatto” abbassò lo sguardo “non sono poi così stupido! Però...”
“Però cosa...??”
Andy rialzò lo sguardo e tornò a fissarla, sorridendo ancora: “...però... ci spero...!”
La donna rimase a guardarlo per parecchi secondi e infine rispose, ironica: “Bene… sarà interessante vedere se riuscirà a convincermi!”
Punto sul vivo e col più bel sorriso dipinto sul volto, Andy Greason domandò: “Non vorrà mica che ci provi...?”
Flanny rimase a bocca aperta. Il suo buon senso le suggeriva di starsene zitta e mollarlo lì, ma il suo orgoglio ebbe il sopravvento.
“Ci provi...! Ci provi pure, se proprio ci tiene” gli puntò contro il dito “ma si auguri di uscire al più presto da questo ospedale... perché le farò sputare sangue, caro il mio...” i suoi occhi ebbero un guizzo momentaneo “...caro il mio Andy...!!!”4
Poi, voltatogli definitivamente le spalle, marciò impettita verso l’uscita, che varcò prima di sbattere la porta.
Il giovane pilota si rilassò sul cuscino, massaggiandosi la guancia offesa. Per qualche istante il suo volto sembrò manifestare una lieve perplessità; poi tornò a sorridere, compiaciuto: “Però... è tosta, è...!!”

NOTE:

1) Non aveva resistito alla tentazione di attaccare un Nakajima Hayabusa dal basso, cosicché il giapponese, forte della sua manovrabilità ben superiore, lo aveva bastonato di brutto. Da qui la “lavata di capo” che aveva subito prima del ricovero dal colonnello Hardgison.

2) Flan significa appunto torta di frutta.

3) Il Curtiss P-40 Warhawk/Kittyhawk, assieme al Bell P39 Airacobra, è stato il caccia americano di prima linea fino all’avvento dei tre più celebri purosangue: Lockeed P-38 Lightning, Republic P-47 Thunderbolt e North American P-51 Mustang. Pur essendo poco maneggevole in quota era molto robusto e discretamente armato. La tattica delle Tigri Volanti era appunto quella di attaccare i caccia giapponesi dall’alto e sfruttare poi la maggior velocità di picchiata per evitare di essere raggiunti dai superstiti.

4) Chi indovina il motivo di quel guizzo...?

Beh, che cosa ne dite...? La mia Flanny Hamilton è abbastanza fedele all’originale? Merita ancora l’appellativo di “signorina iceberg” o ve l’ho resa un po’ più simpatica?
Dite, dite... e niente lodi, ma “critiche costruttive” (che masochista...!)

Edited by Andy Grim - 1/10/2011, 16:17
 
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Odyssea
view post Posted on 3/11/2006, 00:42     +1   -1




Molto divertente, Andy! :ok:
Flanny è pur sempre Flanny, l'infermiera di ghiaccio, ma da lei trapela qualcosa di umano..no..di femminile.. Il giovane Andy deve piacerle più di quanto non dimostri con le azioni! Lui, però, che sfacciato! Non mi sorprende che la Nostra abbia reagito malamente al suo bacio improvvisato! Capisco che era grato per non essersi ritrovato davanti agli occhi la faccia del colonnello Hardgison, ma il tipetto è bello audace! E sennò non sarebbe un bravo soldato, no? Comunque Flanny-frigorifero ( in procinto di subire una sbrinatura mi sa) l'ha messo a posto!
La scena dell'iniezione mi ha fatto ridere tanto! Un pò sono arrossita, sarò anche io puritana come Andrew?
Penso che la tua FF ci regalerà molti momenti allegri, e ci farà scoprire una Flanny meno ibernata e più duttile, e sarà bello vedere come si snoderà la storia!
Riguardo alla tua domanda..forse Flanny ha avuto un guizzo nel pronunciare il nome del suo paziente perché Andy le ha fatto venire in mente, per assonanza, Candy? :sorrisone:
 
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kiara2005
view post Posted on 3/11/2006, 02:03     +1   -1




Bello bello...il duello verbale tra Flanny e il tenente è spassosissimo....
a me comunque Flanny non è mai stata antipatica, l'ho sempre vista come una ragazza che ha molto sofferto da costruirsi una corazza durissima attorno al suo cuore, che neanche Candy è riuscita a scalfire, che è tutto dire.... indubbiamente ci vuole altro, magari la forte esperienza della guerra e qualcos'altro ancora... :coppia:

permetti solo un suggerimento? non mi piace molto il titolo...mi sembra riduttivo, come il senso fosse solo quello di trovare un uomo per Flanny...e se ci mettessi lo stesso titolo della storia intera? ovviamente decidi tu....
 
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view post Posted on 3/11/2006, 17:01     +1   -1
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Va beh non ci spertichiamo in complimenti, però anche a me è piaciuto molto. Non credo tu ti debba preoccupare troppo di quanto possa essere un capolavoro ciò che scrive Silvì o ciò che scrive Odyssea (certo a parte le inopinabili preferenze personali, è chiaro) o chiunque altro in questo forum, fra tutte le FF pubblicate ho notato che gli stili non sono assolutamente paragonabili tra di loro, e questo rende merito a tutti, in questo caso a te che con il tuo lavoro ci porti un'altra novità. In pratica non si corre il rischio di annoiarsi.
A me piace molto anche l'idea delle note a margine, perchè aiutano a chiarere meglio concetti che in effetti potrebbero sfuggire facilmente, prendi me ad esempio, io sono assolutamente ignorante in materia di aviazione, e alcuni argomenti che magari risulterebbero pesanti o eccessivi, spostati a margine, rendono la sequenza del testo più fluida.
Complimenti!

Per quanto riguarda Flanny, la sua esitazione potrebbe essere causata dal fatto che tutto d'un tratto prova attrazione per quel sorriso impertinente? Mah... magari mi sbaglio!
Attenderò paziente che tu chiarisca l'arcano.
Ciao
 
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Strasford
view post Posted on 7/11/2006, 13:34     +1   -1




Meno male che ti sei convinto!!!
Il tuo scritto è piacevole e divertente, sembra che tu non faccia alcuna fatica a "inchiostrare i fogli".... Concordo con esthertr sull'efficacia delle note, comunque il personaggio Flanny è molto azzeccato e penso che Andy ci darà parecchio da pensare.... mi sa che è una gran lenza.....
CONTINUA assolutamente :strepitoso: :strepitoso: !!!
 
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sbadatella
view post Posted on 8/11/2006, 18:33     +1   -1




MITICOOOO!! Sono ancora qui che rido, se nn altro perchè la glaciale infermiera è uguale uguale ad una mia vecchia amica del liceo nonchè vecchia coinquilina di casa (quanti scontri povera me..)! Sei stato grande Andy. Sono anche io felice di questa rivalutazione di Flanny perchè, come ha detto Kiara, il fatto che una persona abbia una corazza bella spessa e sia un pò burbera non fa di lei necessariamente una bastardona senza cuore, no? Certo, la nostra Flanny dovrà un pochetto scongelarsi per divenire meno merluzzo perfettino e più pescetto guizzante di vivacità, però sono fiduciosa che ciò avverrà.
Comuqnue Andy mi hai fatto morire, soprattutto nella scena dell'iniezione. Mi sono immaginata perfettamente il nostro aviatore con il gocciolone di sudore sulla fronte e gli occhietti ridotti a due puntini minuscoli (versione manga deformed insomma!!) :lol: :lol:
:pupazzariella:
 
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icon12  view post Posted on 12/11/2006, 13:41     +1   -1
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Eccomi qui caro Andy a commentare questa tua ff, come prima cosa devo dire che la tua Flanny è proprio uguale a quella dell'anima, con una spessa corazza sopra un cuore dolce dolce: a me il suo personaggio è sempre piaciuto molto e piansi persino quando se ne andò. La scena della puntura fa veramente morire :che ridere: e devo confessare che io ero dalla parte del nostro impavido eroe , che non voleva mostrare ad una donna il suo didietro :gongolo: .
Il tuo stile è assai sobrio e scorrevole, ma non manchi di descrivere bene le situazioni, cosa sempre molto difficile: ehm io ne so qualcosa.
Ci sono semmai due piccoli ehm difettucci, ovvero il titolo come già segnalato, che sarebbe meglio cambiare: se non sbaglio su EFP ne avevi messo un altro.
E inoltre secondo me dovresti farci una descrizione ehm dell'aspetto fisico del Tenente Andy: non solo per accontentare noi femminucce, ma anche perchè così riusciamo a dare un volto al nostro eroe :sorrisone: ..

Infine grassie di cuore per aver definito il mio racconto un capolavoro :innamorato: :innamorato: : sto facendo del mio meglio per integrare il mio stile cercando di stare al passo con i personaggi della Mizuki..
Ah posterò questo commento anche su EFP: la tua fic merita proprio tanti commenti positivi :dono floreale: .
Ma una domanda: è una one-shot o continua?Mica l'ho capito :preoccupato:
 
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Andy Grim
view post Posted on 12/11/2006, 19:07     +1   -1




:andy:

Cara Silvy, grazie di cuore per i tuoi giudizi e suggerimenti, dei quali terrò senz'altro conto. Per rispondere alla tua domanda, sì, la storia continuerà (spero di mandarvi a breve un altro capitolo... ma il tempo è tiranno!).
Come ho accennato nella sezione "Benvenuti" intendo redigere diversi capitoli "one-shot" (autoconclusivi) riguardanti appunto gli episodi della vita di Andy Greason dove compare anche Flanny (cosa che non avevo fatto quando scrissi la biografia "intera", dove la loro "love-story" era appena accennata).
In un secondo (purtroppo "indeterminato") tempo conto di riscrivere la storia intera, dove i capitoli che "anticipo" adesso saranno ovviamente inseriti nel giusto ordine cronologico.
Non so se questa sia la soluzione migliore, ma è l'unico modo che ho trovato fattibile per non aspettare chissà quanto prima di partecipare "attivamente" alla vostra iniziativa!
Per quanto riguarda poi l'aspetto fisico di Andy... beh, vedrò di darne qualche cenno nelle prossime pubblicazioni. Nel frattempo, puoi fartene un'idea dalla sua foto (che ho anche scelto come "avatar" per i miei interventi).
Grazie, ancora, Silvì e... "a lot of kisses from me and Flanny's Guy...!"

Edited by Andy Grim - 14/4/2007, 23:13
 
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Strasford
view post Posted on 14/11/2006, 10:51     +1   -1




CITAZIONE (Andy Grim @ 12/11/2006, 19:07)
redigere diversi capitoli "one-shot" (autoconclusivi) riguardanti appunto gli episodi della vita di Andy Greason dove compare anche Flanny

verrebbe fuori una cosa tipo telefilm, che poi per il molto successo viene trasformato in una storia per il grande schermo....
OTTIMO!!! :pupazzariella:
 
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Andy Grim
view post Posted on 14/11/2006, 23:18     +1   -1




:andy:

Eccomi qui con il secondo capitolo della Love Story Flanny-Andy... sperando che non scada nella telenovela (ci mancherebbe altro)!
Ho già in testa anche i capitoli successivi, uno dei quali sarà fondamentale per “agganciare” inequivocabilmente l’universo Greasoniano a quello Candyano... ma niente anticipazioni!
Prima, però, credo sia necessario “approfondire” la maturazione del rapporto fra i due membri della “coppia-ponte”... da qui, il capitolo che state per leggere, corto ma credo significativo. Forse qualche lettrice o lettore troverà che sto “correndo” un po’ troppo... ma non si dimentichi che questi sono capitoli autoconclusivi, fra i quali possono essere successe altre piccole cose, non necessariamente narrate!
Vorrei anche dire a Kiara e a Silvì che ho riflettuto sull’osservazione del titolo, trovando le vostre obiezioni abbastanza giuste. Forse avrei dovuto pensarci meglio, ma si sa che la fretta è cattiva consigliera... e io avevo effettivamente fretta di partecipare (che ruffiano...!).
Dato che però ho pubblicato questa fanfic anche su EFP, credo che cambiare titolo in modo completo non sia molto opportuno... si potrebbe magari modificarlo in “IL COMPAGNO DI FLANNY HAMILTON” (ma è possibile cambiare il titolo della “new-entry” del forum?).
Riguardo poi al titolo dell’intera serie, confesso che non ci ho ancora pensato. A suo tempo l’avevo battezzata: ANDY GREASON: L’AQUILA AMERICANA, ma forse è un po’ banale. Si vedrà...
In ogni caso, essendo questa una fanfic ispirata a Candy (sia pure AU) è giusto che il protagonista sia un personaggio della serie (Flanny, appunto) mentre Andy gli faccia un po’ da “spalla”, almeno per ora... eh, eh... ops!

Capitolo 2: Lo scontro

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Il rombo degli Allison1 proveniente dai caccia che partivano per le missioni lo faceva impazzire. Era come se gli entrasse in risonanza con la cassa toracica, martoriando quelle povere costole, le cui incrinature - grazie alla robusta fibra e alle cure impeccabili - si stavano rapidamente sanando.
Tuttavia rimanere in quel letto rappresentava per lui una vera tortura... starsene in ozio mentre i suoi compagni andavano su a rischiare la pelle lo faceva sentire veramente inutile, pur riuscendo efficacemente a combattere la depressione con la rabbia.
Purtroppo la prognosi del dottor Riley - il maggiore medico del reparto - gli aveva imposto ancora cinque giorni di degenza.
Se almeno gli avessero consentito di fare una visita all’aerodromo per assistere e ai decolli e agli atterraggi... ma con quella specie di “kapò” dal viso d’angelo che presidiava la camerata, c’era poco da sperare: ormai non si azzardava nemmeno più ad alzarsi, dopo il “cicchettone” che si era buscato proprio quella mattina...!

***

Dopo essere stato svegliato dal consueto rumore dei decolli, si era dimenato per un po’ nella branda, tanto quanto glielo permettevano le strette fasciature. Poi, non potendone più, si era alzato andando ad affacciarsi alla finestra.
La sola vista dei caccia che si alzavano sorvolando, già abbastanza alti, la baracca dell’ospedale era stata per lui un sollievo impagabile.
Volare era la sua ragione di vita... da quando suo padre, tornato dall’Europa nel 1918 dopo aver militato nella Escadrille Lafayette lo aveva portato in volo sul suo Bebè, che aveva acquistato dalla Neuport dopo essersi congedato.2 Era stata un’esperienza così fantastica, da segnare irrimediabilmente il suo destino.
Andy adorava la sensazione trasmessagli dal velivolo ogniqualvolta accendeva il motore: lo sentiva pulsare come se fosse il suo stesso cuore e le vibrazioni della macchina, mentre spingeva la manetta in avanti per lanciarlo nella corsa di decollo, gli penetravano sotto la pelle come le carezze di una persona amata... in pratica, lui ci faceva all’amore, col suo aeroplano!
“Ehi, signore” lo distolse un suo compagno di degenza, il sottotenente Victor Sanders “attento a quello che fa: se la vede miss pezzo di ghiaccio, passerà un brutto quarto d’ora... sta rischiando grosso!”
Il tenente Greason non si voltò nemmeno a guardarlo, rimanendo con le mani appoggiate al vetro: “Non farmi ridere... fra qualche giorno potrei crepare bruciato a 20000 piedi di quota! Se credi che quella moretta mi faccia pau...”
“TENENTE...!!!” rimbombò all’improvviso una voce metallica.
“Comandi...!!!” urlò di rimando il malcapitato, scattando sull’attenti e voltandosi poi con estrema cautela.
“Si può sapere che sta facendo fuori dal letto...??!”
“Beh, ecco... pensavo di...”
“Lei non deve pensare” ribatté Flanny Hamilton mettendosi una mano su un fianco e reggendo con l’altra un contenitore di schede “lei deve solo obbedire alle disposizioni. Si ricorichi immediatamente!”
Più per salvare la faccia che per tentare di convincerla - ben conscio che non ci sarebbe comunque riuscito - Andy accennò una timida ribellione: “Suvvia, sia buona” disse, con un sorriso alla Rodolfo Valentino “solo altri cinque minuti...!”
Per tutta risposta la fiera infermiera3 batté violentemente sul tavolo vicino il porta-schede che aveva con sé. Quindi si avvicinò al suo indisciplinato paziente... il quale notò - o credette di notare - una scintilla che brillava sopra una lente dei suoi occhiali.4
Barcollando, indietreggiò d’istinto verso il letto, finché le gambe non ne urtarono la sponda facendogli mancare chiaramente l’equilibrio. Per quanto morbida, la caduta gli strappò suo malgrado un’imprecazione di dolore, cosa che fece stringere i denti a miss pezzo di ghiaccio. Senza dire una parola, costei gli afferrò le gambe e gliele stese sul materasso, poi impugnò le coperte e, con velocità supersonica ante-litteram,5 lo rincalzò così stretto da non permettergli più il benché minimo movimento! Infine si chinò su di lui e gli puntò contro il dito... e ad Andy parve davvero che glielo ficcasse in un occhio.
“La sa una cosa? In Patria avevo una collega che si chiamava quasi come lei... ed era spesso maledettamente propensa a derogare alle regole. Sicuramente ci si sarebbe trovato molto bene...!”
“Di... dice...?” balbettò l’aviatore, deglutendo.
“Ne sono sicura. Peccato mi sia offerta volontaria prima io! Così adesso devo occuparmi, al suo posto, di un dannato rampollo viziato di buona famiglia, venuto fin qui in cerca d’avventure...!”
“Beh, ma veram...”
“Stia zitto!! E badi bene che, se non mi considera in grado di metterla in riga una volta per tutte, le farò cambiare idea molto alla svelta!”
“Ma io...”
“Stia molto attento, tenente” insistette lei alzando l’indice davanti al naso di Andy “la esorto a non mettermi alla prova: io non sopporto gli individui che trascurano la propria salute. Troppe persone, a questo mondo, soffrono e muoiono senza la fortuna di avere qualcuno che si occupi di loro...” detto questo si rialzò e la sua espressione si raddolcì quasi di colpo “...non mi costringa a considerare tempo sprecato il prendermi cura di lei, tenente Greason...!”
Oramai Andy aveva inghiottito tutta la saliva che teneva in bocca. Poche volte, nella sua giovane vita, si era sentito spiazzato in quella maniera. A dispetto delle sue parole dure - che comunque riconosceva giuste - la voce della donna conteneva un fondo di dolcezza. E i suoi occhi... beh, magari era solo un’impressione, però... sembrava proprio che stessero luccicando!
Il tenente avvertì una leggera fitta al cuore... ed era quasi sicuro che non fossero le costole.
“Va bene, d’accordo” annuì, conciliante, sorridendo bonariamente “le prometto che farò il bravo...!”
“Così mi piace. E ora si metta tranquillo... perché, se fra cinque minuti non dorme, le somministrerò una dose massiccia di tranquillante. Ha inteso?”
“Forte e chiaro” sussurrò lui “però non si preoccupi così, per me: adesso mi sento meglio.”
“Dice davvero...?” chiese Flanny riprendendo la cartella “Non sente più male?”
“No, no... per niente!”
“Sicuro sicuro...?” tornò a chiedergli, riavvicinandosi.
“Ma certo, come glielo devo di... AHIAAA…!!!”
“Ha visto che sente ancora male? Ahh... la pazienza che ci vuole coi maschietti...!”
Massaggiandosi energicamente la guancia “offesa” dal robusto ganascino di Flanny, il tenente rimase leggermente imbambolato a contemplare l’ondeggiamento della sua lunga e bruna coda di cavallo.6
Nel passare accanto al letto di Victor Sanders, l’infermiera sbirciò quest’ultimo con la coda dell’occhio e il compagno di squadra di Andy si tirò su istintivamente la coperta. Come vide che Flanny si disinteressava completamente a lui, Sanders emise un respiro di sollievo. Poi, quando la ragazza si richiuse la porta alle spalle, si voltò verso Greason, ancora intento a massaggiarsi la parte lesa: “E adesso sono cavoli suoi, tenente...!”
“Piantala, se non vuoi che, alla prossima uscita, scambi accidentalmente il tuo aereo per uno Zero...!”7
L’altro non fece una piega, limitandosi ad appoggiare la testa sul guanciale per schiacciarci sopra un pisolino. Il compagno, dal canto suo, memore della “minaccia” di poco prima, decise di affrettarsi ad imitarlo.
Anche se, pur facendo del suo meglio, di dormire proprio non gli riuscì...!

NOTE

1) I motori in linea Allison V1710 di cui erano equipaggiati i caccia Curtiss P-40 delle Flying Tigers (Tigri Volanti).

2) La squadriglia di volontari statunitensi comandata dal famoso Billy Mitchell (che diede il nome al North American B-25, utilizzato nel primo raid su Tokyo del 18 Aprile 1942 al comando del colonnello James Doolittle) inquadrata nei ranghi dell’Aviazione Francese. Nella realtà, il suo asso più famoso è stato Eddie Rickenbacker con 28 vittorie; mentre, nella dimensione candyana, è stato sicuramente Alistair Cornwell, del quale però ignoriamo lo “score”. Il Neuport Bebè è stato infine un famoso caccia della I G.M.

3) Era una rima troppo simpatica per ometterla!

4) Qualche anno più tardi, quando il famoso giornalista Drew Pearson intervistò l’ormai affermato “asso degli assi” e comandante della Decima Forza Aerea, chiedendogli se mai avesse avuto paura, “l’aquila americana”, dopo averci riflettuto un attimo, rispose sicuro: “Una volta sì... e tanta. Ma mi trovavo a terra...!”

5) Soltanto nel dopoguerra gli aerei, grazie ai nuovi propulsori a getto, avrebbero superato il muro del suono (almeno in volo orizzontale).

6) Le code di cavallo fanno sempre colpo... come sa fin troppo bene un certo giovane detective vestito da beccamorto!

7) Il Mitsubishi A6M Reisen, detto Zero, è stato il miglior caccia giapponese dal 1940 al 1943, quando entrò in servizio il Nakajima Ki84 Hayate (in codice Frank).

Mentre scrivevo queste righe mi veniva da chiedermi quanto, nelle medesime circostanze, il comportamento di Candy sarebbe stato diverso da quello di Flanny… perché, secondo me, a dispetto di quanto dice la sua ex-collega, non è poi che la bionda eroina tuttelentiggini dimostri una tolleranza infinita con le persone di cui vuole o deve prendersi cura (pazienti, orfani, amici, fidanzati, etc...). Insomma, anche lei, quando ci vuole... (vero, Terry?). O mi sbaglio...?

Edited by Andy Grim - 4/4/2016, 22:20
 
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Odyssea
view post Posted on 15/11/2006, 00:41     +1   -1




Andy, sai che mi sto divertendo tantissimo a leggere la tua FF? E' spiritosa e dinamica, e quella sagoma di Greason è un personaggio interessante, un soldato un pò sognatore, che si fa abbattere simbolicamente da una fiera infermiera ( mi piace la rima) con la coda di cavallo! A proposito, a chi ti riferisci quando parli di un giovane detective vestito da beccamorto?
Non temere, al momento non corri proprio il rischio di scadere nella telenovela, anzi! Ma mi domando in che modo gestirai eventuali romanticherie ( che spero non mancheranno....), e come l'algida Flanny si ammorbidirà visto che al momento, a parte gli occhi lucidi che lasciano presagire qualche cedimento emotivo, è una vera generalessa!
 
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view post Posted on 15/11/2006, 12:04     +1   -1

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Ah! Che bella una fan fiction scritta da un uomo. Non me l'aspettavo :B):
Bella l'idea di una fan fiction con Flanny. Riprendendo quello che ha scritto Odyssea: ma ci saranno aspetti romantici o no? Sono curiosissima...
Grazie :strepitoso:
 
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Strasford
view post Posted on 15/11/2006, 13:13     +1   -1




Romantica o no la tua FF formidabile!
Scorre ala velocità del suono (Solo nel dopoguerra gli aerei, grazie ai nuovi propulsori a getto, avrebbero superato il muro del suono (almeno in volo orizzontale)!)
Sai veramente un sacco di cose sugli aerei!!! Qualche foto per avere un'idea di cosa tu stia parlando.
Veramente bravo!!!
 
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sbadatella
view post Posted on 15/11/2006, 15:17     +1   -1




CITAZIONE
Mentre scrivevo queste righe, mi veniva da chiedermi quanto, nelle medesime circostanze, il comportamento di Candy sarebbe stato diverso da quello di Flanny… perché, secondo me, a dispetto di quanto dice la sua ex-collega, non è poi che la bionda eroina tuttelentiggini dimostri una tolleranza infinita con le persone di cui vuole o deve prendersi cura (pazienti, orfani, amici, fidanzati, etc…). Insomma, anche lei, quando ci vuole, ci vuole… (vero, Terry?). O mi sbaglio…?

La Candy infermiera che ricordiamo è molto più solare di Flanny, fa scappare sorrisi e porta allegria nel reparto, pasticciona e meno precisina della collega occhialuta, può decisamente apparire meno professionale, ma è altrettanto forte e decisa con i pazienti, come giustamente hai sottolineato tu, Andy. Per questo la direttrice, sebbene Candy facesse molti pasticci (e mettesse persino i termometri al contrario per misurare la febbre ai pazienti :P ), l'ha sempre sostenuta e riconosciuta come " una buona infermiera". Inoltre ricordo che otteneva sempre quello che voleva dai suoi pazienti, piccoli o anziani che fossero. Magari passando per altre vie, ora più pupazzose, ora più rigide, ma alla fine, portava sempre a termine i suoi compiti. Insomma, Candy non era la stupidotta e Flanny la competente, ma erano entrambe brave, solo molto diverse. Grazie Andy per averlo ricordato. ;)
Per quanto riguarda la fanfiction, la trovo molto spassosa, e ho molto gradito le note e fondo pagina.
Bravo Andy! Continua!!
 
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Andy Grim
view post Posted on 15/11/2006, 23:00     +1   -1




:andy:
Sono veramente in solluchero (stavo per dire "lusingato" ma non vorrei apparire troppo formale) da tutti questi apprezzamenti!
Non c'è dubbio che oramai lo stimolo a proseguire la vicenda del prode aquilotto e della sua domatrice sia piuttosto forte e mi darà tutta l'energia che mi serve. Grazie, grazie infinite!
Vediamo ora di soddisfare la vostra "sete di conoscenza"...

Per Odyssea:

Il "giovane detective vestito da beccamorto" risponde al nome di Daiki Asuka (altrimenti detto Asuka Junior per distinguerlo dal padre Heiji Asuka, ispettore di polizia nella città di Seika). Si tratta del co-protagonista del manga/anime Kaitou Saint Tail (La ladra Saint Tail) scritto da Megumi Tachikawa e pubblicato in Italia dalla Star Comics nel 98-99. Il cartone è invece apparso su ITALIA 1 col titolo Lisa e Seya, un solo cuore per lo stesso segreto dove i protagonisti Meimi e Asuka Jr. sono stati ribattezzati Lisa (Seya in veste di ladra) e Alan.
E' in sostanza una storia analoga alla più famosa Cat's Eye (Occhi di Gatto) di Tsukasa Hojo che vede una ladra (o 3 ladre, nell'altro caso) inseguita da un poliziotto. Il quale, da bravo "pistolone" (giudizio maschilista dettato dall'invidia) s'innamora della sua avversaria rimanendo vittima del classico caso di coscienza (amore o dovere?). Guarda caso, sul sito MANGANET, sto scrivendo proprio una fanfic su Saint Tail, anche se di tipo un po' particolare (così, se vi interessasse di leggerla...).
Ecco un'immagine della coppia sbirro/ladra in questione.
Mica male il tipo, eh? E' fico quasi come Andy! O no...?

image

Per Strasford:

Se non ricordo male (nel caso, il nostro moderatore mi correggerà) il primo tentativo di superare intenzionalmente il muro del suono (cioè non a seguito di una picchiata prolungata) avvenne nel 1947 da parte di Geoffhry de Havilland (figlio del progettista del celebre Mosquito) che purtroppo perse la vita quando il suo aereo sperimentale (non ricordo il modello) raggiunse la velocità critica di 306 m/s (1101 Km/h) che è appunto la velocità del suono.
Nessuno degli aerei della 2a GM poteva raggiungere tale velocità per la sola azione del motore, nemmeno i primi jet tedeschi come il Messerschmitt 262 (che arrivava "solo" a 867 Km/h). Per fare un paragone, l'aereo col quale Andy Greason diventerà famoso - il P-47 D Thunderbolt - raggiungeva in volo orizzontale i 689 Km/h alla quota di 9150 m, grazie anche al suo turbocompressore che incrementava di circa 300 HP i 2000 già forniti dal radiale Pratt & Whitney R2800 Double Wasp. In picchiata il P-47 poteva arrivare, per quanto ne so, anche a 900 Km/h, ma era già una velocità molto critica da non mantenere a lungo e comunque ancora al di sotto del muro del suono.
E' chiaro che a bassa quota - dove l'aria è più densa e provoca quindi più resistenza - il P-47 aveva una velocità massima molto più ridotta, come ha giustamente puntualizzato Anthony, ma ciò non toglie che questo aereo sia stato impiegato anche come caccia di scorta dando buoni risultati. Il suo unico handicap era l'autonomia e infatti per la scorta ai B-17 (le celebri Fortezze Volanti) fu presto soppiantato dal magnifico North American P-51 D Mustang.

Alla prossima!

Edited by Andy Grim - 10/12/2010, 23:43
 
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