Pur desiderando che Candy ritorni con Terence, non ho trovato appagante le poche righe che la Mizuki attribuisce ad Albert nella lettera formale che scrive a Candy. (
La lettera viene citata da Kiara in questo topic http://candycandy.forumfree.net/?t=5168152)
Albert è un grande personaggio, da ammirare per la purezza di cuore e per la nobiltà delle azioni che compie: la lettera che Esther ha immaginato scritta da Candy dopo dieci anni di matrimonio rende giustizia al suo cuore in attesa.(
http://candycandy.forumfree.net/?t=9238400)
Lui è meritevole dell’amore incondizionato di Candy. Ed io l’ho immaginato mentre commosso ed estasiato la legge e fa sua la promessa di felicità che contiene. Ho immaginato il fremito del suo cuore e le sue mani mentre scrivono febbrili la risposta.
Il mio è un Albert passionale, senza misura, senza il filtro del pudore. Un Albert che non siamo abituati a vedere perché è figura discreta e presenza silenziosa. Un Albert che parla da uomo che ha sofferto, da uomo che ama. Un uomo che mette a nudo i sentimenti, che “si sbottona” con inusuale candore, che valica il confine dello schema narrativo. Quel confine che la Mizuki gli ha cucito addosso e che io, fantasticando, ho voluto scucire.
Lettera di Albert alla moglie CandyCandy, mia adorata!
La tua lettera è una brezza di primavera…ed è arrivata a sorprendermi mentre, qui da solo, pensavo a te, alla nostra casa.
Sono in viaggio ma la tua lettera mi ha raggiunto e braccato.
Mi ha incatenato dolcemente a una felicità che ho tanto aspettato…
Non immagini quanto le tue parole, genuine, piene d’amore, mi abbiano accarezzato il cuore.
Non sai quanto ho atteso, durante tutti questi anni, di sentire il tuo batticuore, di avvertire lo slancio e l’abbandono assoluto, quanto ho atteso di saperti mia!
Non sai quanto la mia stessa amicizia nei tuoi confronti sia stata per me un dardo infuocato nel petto, disperata maschera del mio infelice ardore.
Non sai dell’ansia del mio cuore nel saperti distante, anche quando stesa accanto a me il tuo sguardo sognava lontano, inarrivabile.
Non sai quante volte avrei voluto dimenticarti per rendermi libero, ma ogni volta, guardandoti, volavo con le tue ali.
Non immagini come l'Albert che conosci possa farsi predare dalla malinconia perché ciò che hai avuto di me è sempre stata la mia parte invulnerabile, quella che indossavo per proteggerti dal mondo intero mentre io stesso non riuscivo a proteggermi da te.
Non immagini certo il mio pianto, come quello di un bambino, nascosto nelle lenzuola che odoravano di noi, quando tu, bella e pura, mi portavi in cielo.
Non sai quanto ho desiderato sentire la tua voce innamorata, la tua pelle tremare, i tuoi occhi annacquarsi per me.
Potrei morire, mi ripetevo,
potrei morire per lei, per un suo sorriso, per saperla felice. Potrei morire se servisse a ridarle la vita…e così ti ho inseguita quando vagavi nel dolore, e dopo che sei cresciuta, quando sei diventata la mia donna, ti ho stretta forte, così tenacemente che pensavo mi si lacerasse l’anima, ti ho cullato, non ti ho permesso di perderti…
Da dove veniva la mia forza? Se lo domandava tutto di me: da dove veniva questa forza? Ero sorpreso, stavo capendo di amarti.
L’ho appreso con gioia, e con devastazione. Conoscevo il tuo cuore e i suoi desideri, ne ammiravo il coraggio, ne filtravo la dannazione.
Eppure mi hai scelto. Forse solo per bisogno di protezione ma sentivo il tuo affetto, dolce e sconfinato e, calpestando ogni dubbio, ho scelto la mia missione: prendermi cura di te era tutto ciò che i miei sensi e la mia mente chiedevano.
Io ti ho sempre amato, anche quando tu riempivi l’aria di malinconia con i tuoi sospiri, delicati come piume ma sferzanti come un faro sul mare nero del mio dolore.
Ti ho sempre amato, anche quando i tuoi occhi chiusi tremavano per soffocare le lacrime, anche quando tra le mie braccia sentivo la tua fragilità e il tuo timore.
Io ti ho sempre amato, nei silenzi del tuo sguardo, fra le urla domate del mio desiderio.
Ti ho amato mentre sognavi di lui ed io vibravo di tormento, fin dentro l’anima. Ti ho amato quando lo chiamavi dormendo ed io accanto a te sentivo il mio respiro mozzarsi.
Ti ho amato quando mi parlavi e muovevi le tue mani perché attraverso esse scorgevo il sole...
ti ho amato quando correvi sul prato fino ad arrossire di stanchezza e mentre giocavi spensierata tra gli alberi perché sentivo il palpito della vita.
Tu sei la vita. La mia.
Tu sei la mia attesa e il mio dono.
Tu sei la libertà di amare.
Tu sei la voce del mio sogno.
Tu sei la stella del mio mattino.
Candy, il mio giorno e la mia notte.
Candy, il mio canto e il mio delirio.
Candy il mio orizzonte, la mia emozione.
Candy, il paradiso di saperti al mio fianco. Candy l’inferno di volerti solo mia.
Mi dici che ti ho guarita…ma sei stata tu adesso a sanare le mie domande.
Mi chiami angelo mio…ma il cielo dove abito è il tuo sorriso.
Per te sono il principio e la fine…ma con te il mio tempo è fermo.
Si è arrestato nel tuo SI, cristallizzato in una dimensione di vertigine, disarmato dalla tua innocente gratitudine. Fermo, immobile, senza voglia di far rumore, il mio tempo è fra le tue braccia, confinato tra le pieghe del tuo cuore, coccolato dal tuo alito sul mio collo quando dormi e ti aggrappi a me…
I nostri figli sono il tempo: con loro riprende a fluire, incessante, dirompente, rumoroso come il frastuono di una tempesta di meraviglie.
La stessa meravigliosa tempesta che scorgo nei tuoi occhi di prato.
I nostri figli sono il tuo riflesso sulla mia anima….sono il suono dell’amore, la fiducia, la tenerezza, la gioia profonda, la vera delizia.
Candy, mia Candy, mia sposa, mio respiro. Mia eternità.
Credo nel nostro amore, ieri come oggi. Credo nel nostro impegno, credo nella voglia di appartenerci.
E ti amo come dieci anni fa, senza che un granello di polvere si sia appoggiato sul mio cuore ad invecchiare il tuo ricordo.
Sei viva dentro me. Per sempre.
Tuo marito
Albert William Andrew