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Glossario per la comprensione di termini in uso nel mondo dei Manga e degli Anime

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icon14  view post Posted on 22/3/2007, 03:20     +1   -1
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Anime
Dall'abbreviazione di Animeshon, adattamento giapponese della parola inglese animation, ovvero animazione) è il termine con il quale si è soliti indicare le opere d'animazione giapponesi, anche se in Italia viene spesso indicato con il termine generico di cartone animato. I doppiatori di anime vengono indicati con il termine giapponese "seiyu".
Nonostante il luogo comune occidentale che riduce gli anime a prodotto esclusivamente infantile o, spesso, pornografico (con conseguente censura), in realtà l'animazione è una forma d'arte espressamente commerciale, dove esistono produzioni per ogni tipo di audience, dai bambini agli adolescenti e agli adulti. Addirittura, la categorizzazione dei sottogeneri ha creato anime e manga pensati e disegnati per categorie specifiche come impiegati, casalinghe, studenti, ecc.

Gli anime vengono catalogati in numerosi sottogeneri, a seconda delle tematiche e del pubblico cui sono destinati:

* Shojo - per ragazze dai dieci anni fino alla maggiore età;
- Maho shojo - in cui le protagoniste sono ragazze con poteri;
- Shonen'ai - per adolescenti a sfondo omosessuale;
- Shojo-ai - in cui le ragazze hanno relazioni tra di loro;
* Shonen - per ragazzi dai dieci anni fino alla maggiore età;
* Seinen - con tematiche complesse per giovani dai 18 ai 30 anni di età;
* Mecha - i cui protagonisti sono piloti di robot (generalmente da combattimento);
* Hentai - con rappresentazioni sessuali, o pornografiche esplicite
- Yaoi
- Yuri
- Futanari
- Lolicon
- Shota
- Tentacles

Manga
Il termine di origine giapponese manga indica in italiano i fumetti prodotti in Giappone. In realtà il termine originale Manga (man = casuale, ga = immagine), coniato nel 1814 dall'artista giapponese Hokusai per i suoi libri di "scenette stravaganti", indica in giapponese il fumetto in generale, mentre la regola è specificare l'origine dei fumetti, se stranieri o importati: per esempio quelli provenienti dall'Italia vengono chiamati Itaria no manga (letteralmente "manga italiani"). Come indicato il termine letteralmente significa "immagini casuali" o "immagini senza nesso logico". In Giappone i fumetti hanno un ruolo decisamente importante e sono considerati un mezzo espressivo non meno degno di libri o film.
Le caratteristiche stilistiche dei manga possono provocare nel lettore alcune incertezze nella classificazione del genere, infatti con le loro figure dai tratti spesso infantili, suscitano inizialmente una certa confusione. Molti personaggi dei vari racconti presentano ad esempio occhi estremamente grandi, sovraproporzionati. L'origine di questa caratteristica è un prestito culturale che si fa risalire al famoso autore Osamu Tezuka (1928-1989), soprannominato il dio dei manga.
A differenza dei fumetti occidentali, le avventure dei manga hanno, per quanto riguarda i protagonisti, un inizio ed una fine. Il personaggio ideato dall'autore e/o disegnatore appare sulla scena nel primo volume, "vive" la sua vicenda e, al termine della serie (alcune storie possono raggiungere le 150 puntate), esce di scena e non "interpreterà" altre serie. Alcune eccezioni si possono rilevare per personaggi molto amati dal pubblico, che vengono ripresentati in varianti della storia principale, oppure di cui si raccontano episodi accaduti anteriormente all'inizio della serie principale. Spesso il successo di un personaggio di un manga si risolve in una trasposizione più o meno fedele delle sue avventure sotto forma di anime, cioè di cartone animato.
Il manga giapponese si legge al contrario rispetto al fumetto occidentale, e cioè dall'ultima alla prima pagina (secondo le consuetudini orientali), con la rilegatura alla destra del lettore e le pagine "libere" alla sinistra. Anche le vignette si leggono da destra verso sinistra, dall'alto verso il basso.
Inizialmente, i manga pubblicati in Italia avevano senso di lettura occidentale (le tavole venivano quindi prima ribaltate, e poi editate). Furono i Kappa Boys ad introdurre anche da noi il senso di lettura originale, con la pubblicazione di Dragon Ball per Star Comics, anche per via dell'editore originale Shueisha che non apprezzava il ribaltamento delle tavole.
Nel corso del tempo ci sono stati alcuni mutamenti nella disposizione delle vignette. Inizialmente prevaleva la disposizione verticale; successivamente, nei tardi anni quaranta, è stata introdotta anche la disposizione orizzontale, quella attuale. Nelle storie più accurate dal punto di vista stilistico, queste due disposizioni si sovrappongono e vengono entrambe usate, creando un percorso di lettura piuttosto complesso per le abitudini del lettore occidentale, ma con un preciso intento stilistico.
Mentre le storie di avventura dedicate a un pubblico di ragazzi e adulti maschi sono caratterizzate da una disposizione abbastanza semplice, si è creato nel genere dedicato alle ragazze, lo shojo (spesso disegnato da donne), un modo innovativo di trattare la disposizione delle singole vignette. Per creare effetti drammatici intensi e sottolineare i sentimenti che entrano in gioco nella storia, il disegnatore (o la disegnatrice) fa spesso scomparire le linee divisorie delle singole vignette. La struttura della pagina diventa più importante di quella del riquadro isolato.
Così una sola scena si può sviluppare su due intere pagine a fronte, i contorni dei pannelli si sovrappongono, e con essi i vari significati trasmessi dal disegno.
Anche il balloon contenente il testo non è più presentato su di un'unica linea di lettura: compaiono fumetti di testo pensato, di testo parlato, di testo fuori campo che si distinguono tra loro solo per lievi differenze grafiche e sono posizionati nella pagina in maniera apparentemente confusa.
In realtà, un lettore giapponese, allenato alla lettura non alfabetica, riesce più facilmente di un lettore occidentale alle prime armi a orientarsi in questo universo di segni, dove gli viene offerta una grande libertà di percorso. Gli occhi vagano nella pagina cogliendo inizialmente alcuni dettagli, scelgono di soffermarsi prima su alcuni tipi di testo e poi su altri, ricavando alla fine non una lettura analitica di contenuti, ma una coinvolgente impressione generale di ciò che sta accadendo.
Dal punto di vista dei fumetti, i giapponesi sono molto "patriottici" e tendono a guardare con sospetto fumetti esteri; alcune serie straniere, infatti, sono state addirittura ridisegnate da artisti giapponesi appositamente per il loro mercato.

Manwha
Da non confondere con i manga. I manhwa che sono i fumetti coreani, non hanno il famoso senso di lettura orientale, questo perché in coreano si scrive in orizzontale e da sinistra verso destra, come in Occidente. Inoltre, dal punto di vista grafico, i manhwa presentano di norma un design dei personaggi maggiormente "realistico" rispetto ai manga. A differenza del corrispondente termine nipponico, con manhwa si indicano sia le produzioni cartacee che quelle animate (in giapponese anime).

Dōjinshi
O anche doujinshi, sono riviste giapponesi pubblicate in proprio. Il loro contenuto è generalmente collegato al mondo di anime e manga, ma esistono anche molte dōjinshi su videogiochi o telefilm (non necessariamente giapponesi). La maggior parte delle dōjinshi contengono brevi fumetti, cui seguono storie in prosa, illustrazioni e articoli. Le dōjinshi sono realizzate quasi unicamente da amatori, ma anche alcuni artisti professionisti vi partecipano, come mezzo per pubblicare materiale al di fuori dei normali canali dell'industria editoriale.
Il termine deriva da dōjin, che signica "circolo letterario" o "gruppo ristretto", e shi che significa "rivista". Il vocabolo inglese più immediato per renderlo è quello di fanzine.
La maggioranza delle dōjinshi ripropone personaggi di titoli noti vecchi e nuovi, specie nell'animazione (dai Cavalieri dello Zodiaco sino a Sailor Moon), reinterpretati in chiave umoristica, drammatica o alla ricerca di risvolti inediti nei rapporti dei personaggi. Si tratta di brevi fumetti autoconclusivi chiamati aniparo (contrazione di anime parody). Queste pubblicazioni avvengono sempre in bassa tiratura, per evitare eventuali dispute legali dovute al copyright.
Gli sviluppi tecnologici delle tecnologia di stampa hanno aiutato la loro espansione, rendendo più facile per i creatori di dōjinshi scrivere, disegnare, pubblicare, promuovere e distribuire i loro lavori. Alcune dōjinshi, ad esempio, sono ora pubblicati su supporti digitali.
Il Termine Soft, indica la legerezza della Doujinshi. Il suo contenuto non è di sesso esplicito, si basa molto sulle scene romantiche fra i protagonisti che la compiono. I contenuti di una Doujinshi Soft sono in generale Shounen e Shoujo, dove il sesso passa in secondo grado.

June
Termine piuttosto raro che alcuni puristi usano per definire le storie originali pubblicate solamente per il mercato amatoriale, ovvero doujinshi con storie originali, in altri casi può anche definire storie con protagonisti di età superiore ai vent'anni che vengono caratterizzati come persone ufficialmente e socialmente adulte.

Fanfiction
O fan fiction è il termine utilizzato per indicare tutte quelle opere scritte dai fan (da qui il nome), prendendo come spunto le storie o i personaggi di un lavoro originale.
La rete oggigiorno abbonda di lavori di questo tipo, creati soprattutto intorno a personaggi particolarmente amati, tratti da film, manga, anime, videogame o anche libri. Tali opere vengono ideate dai fan per dare una propria visione della storia, creando situazioni inserite nella trama originale in un momento precedente o successivo alla storia, oppure inserite nella storia, in modo da "completare" parti che non sono state approfondite. In altri casi i fan si divertono anche a creare situazioni alternative alla storia in modo da avere spunti anche per parodiare il racconto ironicamente. Tuttavia, non tutti gli scrittori gradiscono che le loro idee vengano utilizzate da altri e vietano la pubblicazione di racconti originali con protagonisti personaggi dei propri libri.

Shojo manga
(lett. "fumetti per ragazze")
Ci si riferisce a quei fumetti pubblicati in Giappone per un pubblico che va dalle bambine degli ultimi anni dell'infanzia (dai dieci anni in su) sino alla fine dell'adolescenza (intorno alla maggiore età). All'interno del genere esistono molte altre suddivisioni che cercano di raggiungere in maniera capillare fasce d'età più ristretti (dai dieci ai dodici anni, dai dodici ai quattordici, e così via).
I maggiori successi shojo manga, comunque, vengono letti traversalmente anche da persone di età maggiore, o anche di genere maschile.
Dopo essere stati realizzati, sino al termine degli anni Sessanta, da autori maschili, gli shojo manga cominciano a essere prodotti da autrici femminili, che ne modificano profondamente tematiche e grafica. Considerati a lungo come fumetti di seconda categoria e scarso valore, l'affermazione degli shojo manga si ha nel corso degli anni '80 grazie ad autrici come Ikeda Riyoko, Yumiko Igarashi, Moto Hagio, Takemiya Keiko e altre. Inizialmente incentrati su tematiche sentimentali, con ambientazioni europee e personaggi e situazioni melodrammatici e idealizzati, gli shojo manga ampliano col trascorrere degli anni i soggetti trattati, dall'horror allo sport, alla fantascienza.
Dal punto di vista grafico gli shojo manga si distinguono per un'impaginazione libera, un ampio uso di elementi simbolici per esprimere gli stati d'animo (celebre le decorazioni floreali), personaggi dai fisici eterei e gli occhi dalle dimensioni pronunciate.
Negli anni più recenti, tuttavia, autrici come Anno Moyoko o Okazaki Kyoko hanno preferito una grafica maggiormente veloce, volutamente scarna e sgradevole, lontana dagli idealismi degli shojo manga classici, nel tentativo di dipingere con maggior realismo l'alienazione contemporanea.
Tra i sottogeneri particolarmente fiorenti e notevoli dello shojo manga ci sono gli shonen'ai (opere a sfondo omosessuale maschile) e il maho shojo.

Shōnen manga
(letteralmente fumetti per ragazzi)
Sono una categoria di fumetti giapponesi, indirizzati a un pubblico di giovani maschi, dagli ultimi anni dell'infanzia sino agli ultimi dell'adolescenza. Al di fuori del Giappone, spesso si usa il termine abbreviato shōnen. Sono caratterizzati da una forte enfasi sull'azione e sulla forza fisica. Viene anche enfatizzato il cameratismo tra protagonisti maschili. Sono comuni anche personaggi femminili molto sexy (a volte anche irrealistici).

Shonen'ai
(da shonen, "ragazzo", e ai, "amore"), si riferisce a anime e manga che includono una relazione affettiva omosessuale tra adolescenti o giovani ragazzi, spesso bishonen. In realtà, comunque, i manga Shonen'ai non includono scene di sesso esplicito, come invece fa lo yaoi. Questo particolare è conosciuto solo dagli esperti e spesso si tende a confondere i due generi.
Lo shonen'ai (trascritto in italiano anche come Shoonen ai, Shonen ai o Shounen ai) è molto popolare in Giappone, specialmente tra scolare e casalinghe, e fa spesso parte di anime o manga shojo. Attualmente però, il termine non viene più usato in Giappone, dove si preferisce Boys' Love (BL), ovvero "amore tra ragazzi".

Boy's Love
È il sinonimo anglicizzato di shounen-ai, ma con connotazioni che puntano con maggiore intensità soprattutto sul romanticismo della storia. È stato adottato più recentemente specie dal fandom americano ed europeo.

Shojo-ai

È un termine giapponese dotato di un duplice significato. Il primo, quello principale, è solitamente ignorato al di fuori del Giappone e indica l'attrazione, sessuale e non, provata per adolescenti o bambine. Si tratta dunque di un termine, solitamente inteso in senso negativo, che si riferisce alla pedofilia indirizzata unicamente verso soggetti femminili. Un termine analogo, sempre giapponese, può essere "rorikon". In questo caso shojo-ai significa "amore per le ragazzine".
Come significato secondario, shojo-ai può essere anche inteso come "amore tra ragazze", in questo caso si riferisce ad anime e manga che abbiano come tema principale o secondario relazioni, affettive o sessuali, tra ragazze. In Giappone, proprio per i motivi sopra citati, per definire "l'amore tra ragazze" si preferisce adoperare il termine yuri, decisamente più corretto, rispetto a shojo-ai che mantiene connotati negativi.

Shotakon
Abbreviazione di shotaro complex, un termine giapponese che indica l'attrazione, quasi sempre in senso sessuale oltre che affettivo, nei confronti di ragazzini prepuberi o appena puberi. Spesso è ulteriormente abbreviato in shota. Le storie shotacon hanno per protagonisti ragazzini molto giovani, efebici e delicati che si muovono in un mondo popolato solo da coetanei, oppure vivono intense relazioni con ragazzi molto più grandi o addirittura con uomini adulti. Ma la controparte può essere sia maschile che femminile.
Dal punto di vista grafico, il disegno tende a evidenziare l'aspetto infantile, innocente e ingenuo dei protagonisti, rientrando nell'estetica del kawaii.
Spesso il kawaii e l'infantilismo dei protagonisti è tanto enfatizzato, da renderli volutamente indistinguibili se maschî o femmine: in tal caso si parla di rorishota.
Quando, invece, ai protagonisti sono aggiunte "appendici" che li rendono simili a piccoli animali (orecchie e code da gattino, o da cagnolino), si parla di kemoshota.
Il termine nasce nei primi anni Ottanta all'interno dell'ambiente delle dojinshi; anche in seguito non trova comunque un'eccessiva diffusione all'esterno del mondo del fumetto e dell'animazione. Per questo molto spesso con shotakon e shota, più che indicare l'attrazione verso i ragazzini, ci si riferisce a quelle dojinshi che trattano lo shotakon come tematica.
La stragrande maggioranza delle dojinshi shotakon (quasi sempre hentai) sono realizzate da autrici femminili per lettrici femminili, anche se non tutte le appassionate di amori maschili apprezzano il genere shota. La cultura occidentale può risultare incapace di scindere tali situazioni totalmente immaginarie dalla realtà; mentre le autrici e le lettrici giapponesi considerano il mondo dell'immaginario, specie quello erotico, totalmente slegato dalle situazioni reali.

Maho shojo
(letteralmente, "ragazze magiche")
Questo è un particolare tipo di shojo manga, detto anche majokko, che può essere suddiviso in tre sottogeneri: maghette, streghette ed eroine.
Le maghette sono di solito ragazzine terrestri a cui è donato un potere magico tramite oggetti incantati quali: ciondoli, bacchette magiche etc.
Le streghette sono extraterrestri con poteri già acquisiti dalla nascita che spesso vengono sviluppati in fase di crescita del personaggio, possiedono già di loro un oggetto magico ma possono fare magie anche senza quello.
Le eroine invece sono dotate di poteri sovrannaturali, a metà fra il tecnologico, planetario e divino, con la missino speciale di proteggere la terra, non senza dover ricorrere a dei veri e propri combattimenti. Se sono in gruppo, spesso può sussistere un allenamento dei propri poteri, per renderli più forti, o anche la loro combinazione per creare un attacco super-potenziato. Le eroine in gruppo spesso imparano il valore dell'amicizia e della collaborazione.

Yaoi
È un termine di origine giapponese usato per indicare manga e anime focalizzati su relazioni omosessuali tra protagonisti maschili. È il secondo termine più consolidato poichè originariamente si parlava di shounen-ai. A differenza di quest'ultimo, yaoi sono tutte quelle opere in cui l'attenzione è focalizzata più sul sesso che non sul contenuto. Yaoi sono diventate tutte le storie in cui si ha una qualunque rappresentazione graficamente esplicita dell'atto sessuale. In origine, Yaoi indicava una dojinshi la cui trama era focalizzata su una relazione omosessuale tra due personaggi maschili, solitamente bishonen, ma ora questo termine è stato esteso anche ad anime e manga.
ll termine nasce come acronimo di YAmanashi, Ochinashi, Iminashi, che in giapponese significano: nessun climax, nessuna trama, nessun senso, definizione ovviamente coniata dai detrattori del genere, poi adottata come bandiera di sfida dagli appassionati.
Essendo più esplicito dello shonen-ai, è a tutti gli effetti un genere adotto ad un pubblico adulto, per lo più rivolto esclusivamente ad un pubblico femminile, ma apprezzato anche da alcuni maschi omosessuali. È molto diffuso in oriente ma recentemente sta prendendo molto campo anche in occidente.
Al suo interno ci sono numerosi stereotipi, come ad esempio una differenza, anche grafica, tra colui che è attivo nell'atto sessuale e viene definito "seme", e colui che è passivo e viene definito "uke".
È sbagliato considerare lo Yaoi come un "hentai", fumetto pornografico giapponese, perchè nello Yaoi la storia d'amore è predominante e le scene di sesso, che non sono fini a se stesse, non sono così particolareggiate come nell'hentai. Quindi non si può definire lo Yaoi un genere di letteratura a fini esclusivamente erotici.

Boy x Boy
Richiama il significato di yaoi in lingua inglese, ma intensifica l'idea di storia con tanto sesso e poca trama, anch'esso è di origine prevalentemente euroamericana.

Yuri
Yuri e Shōjo-ai sono due termini utilizzati spesso dagli otaku (appassionati di manga o anime) per indicare relazioni omosessuali tra donne o ragazze in anime e manga. È fondamentale notare come in Occidente esista l'abitudine di distinguere i due termini e di come, in particolare, sia concezione comune che il primo presenti scene piuttosto esplicite di rapporti sessuali, mentre il secondo abbia una connotazione meno fisica e più platonica. In realtà, in Giappone questa distinzione non esiste, ed il termine viene utilizzato per indicare entrambe le cose.

Hentai
È una parola giapponese utilizzata al di fuori del Giappone, per riferirsi all'animazione giapponese ("H Anime"), riviste a fumetti ("H Manga") e videogiochi contenenti opere con riferimenti sessuali o pornografici espliciti. Il suo uso in italiano deriva dall'uso che ne viene fatto nello slang inglese.
In giapponese il termine "hentai" significa "perverso" e "trasformazione" e non viene usato per indicare la normale attività sessuale, quanto piuttosto le forme di "anomalia sessuale" o di perversione. Per riferirsi a quanto inteso con esso in occidente viene usata invece la parola juu hachi kin anime ("vietato ai minori di 18 anni"), oppure seijin manga ("manga per adulti").
In Italia il termine viene più comunemente (e frettolosamente) indicato come "cartoni animati porno" dalla maggior parte della popolazione.
L'hentai è una forma di espressione artistica dell'erotismo giapponese. Rispetto all'erotismo nella fotografia, l'hentai permette l'uso completo dell'immaginazione, così come di scene completamente distaccate dalla realtà e dai valori culturali "normali". Elementi di fantasie sessuali sono rappresentati in maniera che sarebbe impossibile filmare, neppure disponendo di un budget consistente dedicato agli effetti speciali.
Come forma di espressione di fantasie sessuali, le rappresentazioni possono includere cose inaccettabili nella società o contrarie alle norme sociali. Queste fantasie possono essere portate agli estremi, dimostrando spesso desideri subconsci o motivazioni puramente carnali. Questo contrasto tra la società umana accettata e la sensualità primale è spesso una fonte di eccitazione primaria per chi vive una normale vita giornaliera. Mentre un maschio può fantasticare di fare sesso con una donna attraente incontrata lungo la strada per andare a lavoro, non può agire sulla base di quelle motivazioni senza incorrere in ripercussioni legali e condanna morale; l'hentai esiste come sfogo primario di queste fantasie.
Questa forma della cultura giapponese ha acquistato una certa popolarità in occidente grazie, in larga parte, a Internet. Sebbene siano prodotti anche in occidente fumetti e cartoni animati pornografici, questi non sono mai stati popolari quanto l'hentai.
In confronto ad altre forme di rappresentazioni erotiche l'hentai spesso ritrae le donne come femmine normali nella società che si ritrovano coinvolte in qualche tipo di incontro sessuale e sono spesso eccitate da questo fino al punto di non ritorno. I personaggi possono essere ritratti come timidi o senza pensieri consci riguardo al sesso, fino a che non vengono piazzati in una situazione nella quale sono stimolati ed eccitati. La linea tra sesso consensuale e non può diventare confusa e l'atto diventa una giustificazione per il sesso in sé stesso, motivato primariamente da bisogni e spinte sessuali, abbandonando quella che può essere considerata la correttezza sociale e morale a favore di un sesso puramente viscerale. Questo può essere considerato da alcuni come deumanizzante. Mentre esiste un tema comune di estranei maschi che convincono una donna ad essere fisicamente eccitata dal suo stesso corpo e da quello che il maschio desidera, ci sono anche rappresentazioni di sesso consensuale tra coppie, così come di femmine assertive che prendono l'iniziativa sessuale.

Bishounen
Ovvero bei ragazzi. Sono i protagonisti delle storie omoerotiche e devono essere forzatamente belli. I criteri estetici sono vari e diversi: dallo stile macho a quello efebico, dalla bellezza aggressiva/trasgressiva a quella più dolce che da immediatamente l'idea di fragilità; da uomini con strutture fisiche ben definite a ragazzi longilinei. Caratteristica che accomuna tutti i bishounen è l'espressività degli occhi e più in generale del volto che serve per colpire immediatamente il lettore. I bishounen non sono solo i protagonisti del genere omoerotico, ma tutti i personaggi maschili graficamente attraenti, anche in questo caso la definizione però non è univoca, per alcuni, i bishounen sono solamente i ragazzi dotati di quella bellezza androgina ed eterea tipica degli shoujo e degli shounen ai.
È interessante sapere che in Giappone, dove le ragazze e le donne impazziscono letteralmente per queste figure bellissime, stia prendendo sempre più campo tra i giovani maschietti, l'abitudine di curarsi nel fisico (depilandosi, truccandosie, pettinandosi e vestendosi con un certo tipo di look), in modo da poter somigliare sempre di più ai protagonisti dei manga che tanto piacciono alle loro ragazze.
Nota poco seria di chi scrive, cioè io: ci trasferiamo in massa in Giappone o li importiamo? Sbav ;)

Uke
È una definizione di ruolo all'interno della storia. La società giapponese vede un netto stacco tra la figura maschile e quella femminile, e nell'omoerotismo dei manga, in cui la coppia è forzatamente formata da due uomini, uno finisce per ricoprire la parte maschile e uno quella femminile: quest'ultimo è l'uke, che per antonomasia a letto è quello che viene penetrato.
La cosa però è ben più complessa dell'assumere il ruolo passivo nell'atto sessuale: in genere l'uke viene caratterizzato come più fragile sia emotivamente che fisicamente, quello che necessita e desidera essere protetto o comunque guidato; è quello che non prende mai l'iniziativa, o almeno lo fa solo in casi eccezionali, è quello che subisce le "attenzioni" del partner. Per quanto esistano sia uke docili che ribelli, alla fine il risultato non cambia: l'uke mantiene sempre un atteggiamento di dipendenza verso il compagno, se non addirittura di sudditanza masochista. Come contropartita l'uke tra i due è quello che gode di più, la figura più sensuale, è quella che esterna liberamente il proprio coinvolgimento emotivo.

Seme
ovviamente è l'esatto contrario dell'uke, anche graficamente: infatti è quasi sempre il più grande, il più forte dal punto di vista fisico, il più determinato. in generale è quello che detta dall'inizio le regole del gioco, e che si impone sull'amato a dispetto delle proteste di quest'ultimo, è quello che segue l'istinto in modo spesso arrogante e di certo non molto rispettoso dell'altrui volontà.
A dispetto dell'apparenza, il seme in genere mostra un amore, strano e contorto fin che si vuole, ma sincero, infinito per il proprio partner. È quello che sotto la scorza da duro è sempre pronto ad un gesto gentile, un'attenzione particolare, quello che ripaga la sottomissione dell'uke con l'unico scopo di renderlo felice. Ad esempio, nonostante il seme spesso si imponga anche sessualmente all'uke, il bisogno primario non è mai quello della soddisfazione personale, non almeno dall'immediato punto di vista sensuale: perché il suo godimento sembra essere tutto racchiuso nel piacere dell'altro e nel controllo che esercita su di lui. Come per l'uke, anche per il seme esistono le dovute eccezioni: ci sono seme che sono "irretiti" da uke smaliziati e decisi, seme che sono tali solo a letto e che poi a livello emotivo sono i veri uke della situazione.

Reversible
Questo termine viene usato per indicare le storie omoerotiche in cui non esistono uke e seme, o meglio dove i ruoli si alternano passando da un protagonista all'altro; in genere queste storie mostrano un rapporto di coppia più equilibrato e sono decisamente più realistiche. In senso lato fanno parte di questa categoria anche quelle storie in cui, in caso di rapporti triangolari, uno o due dei protagonisti passano dal ruolo di seme a quello di uke a seconda del partner che si trovano davanti nel momento.


n.b. le informazione elaborate in questo glossario, sono state tratte da Wikipedia e www.ysal.it

Edited by esthertr - 22/3/2007, 19:04
 
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*Kiar@*
view post Posted on 22/3/2007, 18:17     +1   -1




Grazie Esther, molto molto utile. :grazie:
 
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view post Posted on 23/3/2007, 01:47     +1   -1
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Si, è vero, molto utile...soprattutto per chi come me sapeva solo la differenza tra anime e manga! image
 
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view post Posted on 23/3/2007, 03:20     +1   -1
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Ne ero sicura, perchè prima di fare questa ricerca e tradurla in glaossario, facevo anche io una gran confusione a riguardo!
:)
 
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jasmine23
view post Posted on 23/3/2007, 11:42     +1   -1




Grazie, Esther, io sapevo meno di un quarto delle cose che hai postato nel glossario... :bacio: :flower:
 
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Odyssea
view post Posted on 23/3/2007, 17:55     +1   -1




Grazie cara Esther, io conoscevo solo le definizioni più ordinarie, ma la tua ricerca è davvero completa! Ora ne so moolto di più! :punk:
 
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Stella!
view post Posted on 26/3/2007, 08:29     +1   -1




Grazie Esther, è davvero incredibile come il mondo anime manga in giappone sia "seguito" al punto da creare shoujo a scaglioni in base all'età e da coniare termini precisi per OGNI tipo di relazione....e tutto ciò che circonda questo mondo...le motivazioni il perchè di questo e quello.....le sottocategorie e i casi specifici a volte estremi di ogni genere....sono colpitissima dall'attenzione che hanno per i fumetti! Grazie ancora!!
 
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view post Posted on 26/3/2007, 12:25     +1   -1
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Eh si! Io ne sono rimasta colpita e affascinata, praticamente la mia sta diventando una mania!
 
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Stella!
view post Posted on 27/3/2007, 08:54     +1   -1




Diventerai un otaku DOC!!!
 
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view post Posted on 28/3/2007, 09:11     +1   -1
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Kikka74
view post Posted on 29/3/2007, 10:52     +1   -1




Grazie Esther, è davvero interessantissimo ciò che hai scritto! A tratti esasperato ma comunque unico.

rubo il termine a Stellina...AMMINISTRATORA SEI BRAVISSIMA
 
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10 replies since 22/3/2007, 03:20   1215 views
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