Uno tra i pochissimi manga che ho letto...
Un manga poco conosciuto, pubblicato in Italia negli anni ’90, che a buon diritto si inserisce nel filone dei manga scolastici, è infatti una storia di crescita e maturazione sentimentale e personale di adolescenti che frequentano la stessa scuola. Nessun dramma a forti tinte, nessun personaggio decisamente negativo, solo una storia che tratta di temi eterni quali l’amicizia, l’amore, rapporti genitori-figli, problemi con la scuola e di competizione sportiva. “
Rough”, parola inglese, significa “grezzo, incompiuto, immaturo” e
rough sono i giovanissimi personaggi del manga, come il protagonista Keisuke Yamato nel momento del suo ingresso nel nuovo liceo: è un adolescente che pare del tutto privo di qualunque interesse a mettere in luce le sue qualità intellettuali, umane e atletiche, che gradualmente si rivelano essere di tutto rilievo (è capace di grandi prove d’amicizia e altruismo di cui sembra si rifiuti accollarsi i meriti); è anche un ottimo nuotatore, terzo posto nella graduatoria nazionale scolastica, ma neanche questo sembra inorgoglirlo più di tanto….Nella piscina della scuola Yamato incontra Ami Ninomiya, la ragazza più ammirata della scuola e tuffatrice provetta, una bella che non se la tira, ma come lo vede per la prima volta si rivolge a lui con un’unico incenerente epiteto:
assassino. Stupito per lo strano atteggiamento della ragazza Yamato prende informazioni e sua madre gli spiega che le famiglie Yamato e Ninomiya sono da generazioni rivali in affari, infatti entrambe sono proprietarie di due fiorenti attività di pasticceria, con molti negozi a Tokyo, ma la tensione di tale competizione aveva raggiunto un punto tale che in un certo momento di crisi finanziaria il nonno di Ami si era suicidato.
Il legame tra i due ragazzi, quindi, non comincia bene…ma il destino sembra divertirsi a metterli continuamente a contatto, e in queste occasioni i due ostentano indifferenza e battute sarcastiche l’uno per l’altra, ma siccome chi disprezza compra non tarderà a stabilirsi tra loro un’intesa crescente che tenderà naturalmente verso l’amore. Ma la faccenda non sarà così semplice, innanzi tutto c’è il problema del conflitto fra le due famiglie, e sono spassosissimi i trucchetti per tenere nascosta la vera identità di Keisuke al padre di Ami, un omone affettuoso ma possessivo e autoritario, con un fisico come un armadio a tre ante e cintura nera di karatè; poi c’è il fatto che Ami è corteggiatissima e se tutto dovesse dipendere dall’intraprendenza di Keisuke, con lo scarso spirito competitivo che si ritrova, c’è poco da sperare….il rivale più temibile è senza dubbio il grande Hiroki Nakanishi, un autentico mito: ultimo anno di scuola, numero 1 dei campionati scolastici di nuoto, bellissimo e simpatico a tutti, conosce Ami fin da piccola ed è sempre stato per lei un fratello maggiore. Tra i due non è che ci sia proprio un fidanzamento combinato, ma più o meno questo è l’epilogo che tutti quelli che li conoscono si aspettano. Hiroki ha tutte quelle qualità di affabilità e benevolenza verso gli altri che solo chi è assolutamente sicuro del proprio successo può avere. Almeno finché non succede qualcosa: un grave incidente d’auto (di cui Ami si sente indirettamente responsabile) riduce Hiroki semi-paralizzato alle gambe, tanto da rendergli impossibile, almeno per un lungo periodo, dedicarsi al nuoto. Questo gli causa la perdita di tutte le sue sicurezze, diventa irascibile, menatalmente crudele, e non lesina il ricatto morale verso Ami, proprio in un momento in cui lei e Keisuke si sentivano ormai pronti a rivelarsi i reciproci sentimenti (qualcosa mi suona familiare…). E’ il momento focale della storia, tutti i protagonisti hanno compreso ciò che vogliono, sia in campo affettivo che sportivo, e sono tutti motivati a lottare per ottenerlo, e sia Yamato che Nakanishi (che per un periodo è misteriosamente scomparso per sottoporsi a una terapia di recupero ultra-accelerata) sono pronti a impegnarsi fino in fondo nell’imminente finalissima di nuoto, e a non sfuggire davanti alle difficili scelte del cuore.
E’ evidente che in questo manga lo sport ha un ruolo fondamentale sia per i protagonisti che per i personaggi secondari – tutti molto ben tratteggiati e con una personalità ben definita, è a malincuore che mi dilungo su di loro – ma il comportamento sportivo di tutti è in realtà una metafora di quello che è la loro evoluzione personale.
E’ un manga che si legge molto piacevolmente, il lettore viene intrattenuto da un interessante mosaico composto da un disegno dal tratto semplice ma molto espressivo, da rituali sociali tipicamente giapponesi che a noi possono sembrare un po’ eccentrici ma che non possiamo far altro che accettare per come sono, che si mischiano a inquadrature di impianti sportivi futuristici (ma quanto sono bene attrezzate le scuole superiori giapponesi! Roba da villaggio olimpico!), da loghi di grandi aziende multinazionali nel campo dell’abbigliamento sportivo, il tutto condito da uno stile semplice ma profondo, condito di una vena umoristica irresistibile in grado di soddisfare i palati più fini.
14 volumetti usciti tra aprile '95 e dicembre '96
Edizioni Star Comics
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