mi pare si chiamasse proprio Fosca, la protagonista di un romanzo d'appendice di fine Ottocento, quelli che nei nostri libri scolastici di letteratura venivano ricordati a fine capitolo, dopo Manzoni, Leopardi, Verga...ecco c'erano anche questi qui, Fogazzaro, et simili...
quoto da
http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_a...sarea=173&mac=1Le donne- vampiro nell'arte e nella letteratura
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Fosca, l’eroina dell’omonimo romanzo dell’esponente più rappresentativo della scapigliatura milanese:
Passione d'amore è il film di Ettore Scola Autore del romanzo:
IGINIO UGO TARCHETTIFu anche poeta e giornalista.(San Salvatore Monferrato, 1839 – Milano, 1869)
Tarchetti era bello e capace di provare e suscitare grandi passioni nei cuori delle donne, ma era incapace di gestirle...
La trama del romanzo è costituita dalla storia del folle sentimento di Fosca, una donna brutta e ammalata per Giorgio, un giovane ufficiale che ama, riamato, un’altra donna, Clara, sposata, dalla quale è costretto a separarsi a causa del proprio trasferimento.
Giorgio, come Ugo, è un militare, Clara, come la signora milanese, è l’amante con cui l’uomo vive l’idillio, Fosca, come Carolina/Angiolina, è una donna epilettica ed isterica, simbolo non nascosto di malattia e morte, corrispettivo femminile dello scrittore (malato di tisi), come lei tormentato dal disperato bisogno d’amare e d’essere amato.
Quell’amore GIORGIO non l’ha sentito, l’ha subito soprattutto dopo che Clara lo ha lasciato per tornare dal marito, ma la relazione imposta al giovane viene scoperta dal cugino di lei, che lo sfida in un duello.
Infine Fosca muore e Giorgio si ammala dello stesso male oscuro della donna.
...Clara, bella e fiorente, simboleggia Eros, la stagione della primavera presaga di promesse, la rinascita dei sogni, delle illusioni, della speranza, la serenità, la salute; Fosca, brutta e malata, rappresenta Thanatos, il tempo cupo della malattia, la fine degli incanti, il tormento.
...Fosca è orribile nel volto, perché imago animi vultus, il volto è l’immagine, lo specchio, la porta dell’anima e se l’anima è travagliata e oppressa (un matrimonio sbagliato con un cacciatore di dote, giocatore e ricattatore, poi un aborto, infine la perdita dell'agiatezza: sono queste le cause che hanno determinato il suo male)
Tutto questo non può non riflettersi sul volto.
E' per questo che tutta la bruttezza è nel viso, però è colta, intelligente, sensibile, ha grazia ed eleganza, è commovente nella sua fragilità e quando s’innamora di Giorgio di queste qualità si serve per, vampirescamente, affascinarlo e attrarlo a sé in una spirale per entrambi distruttiva....
Nucleo centrale del romanzo è proprio il folle desiderio di Fosca (che non si rassegna all’orrida bruttezza che le nega l’amore che si ribella all’idea che la donna possa essere amata solo a condizione di essere bella) e il giogo entro cui l’uomo è costretto...
Il protagonista parla di questa passione, ma anche di quella, idilliaca, vissuta con Clara solo pel contrasto spaventoso che ha formato col primo, di questa voluttà crudele, causa di sofferenza fisica e dolore morale che condurrà entrambi alla distruzione: lei alla tomba, lui al collasso nervoso.
Così Fosca dice: Voglio costringervi a ricordarvi di me, quando vi avrò oppresso con tutto il peso della mia tenerezza, quando vi avrò seguito sempre e dappertutto come la vostra ombra, quando sarò morta per voi, allora non potrete più dimenticarmi.Fosca non è, dunque, solo un’eroina letteraria della seconda metà dell’Ottocento simbolo di malattia e morte (fantasmi sempre ben presenti nell’opera e nella vita dell’autore), ma anche una figura femminile moderna, volitiva, tenace, decisa ad affermare con ostinazione il diritto all’amore, vietatole dalla condizione d’inferiorità in cui è relegata dall’orrida bruttezza e dalle disastrose condizioni della sua salute, decisa ad affermare l’anima affascinante chiusa nell’involucro ripugnantecontro il mondo degli uomini che apprezza soltanto la lusinga della bellezza del corpo.
Non avendo, dunque, l’arma della bellezza, per realizzare il folle desiderio si servirà di un altro elemento: l’ossessiva violenza persecutoria del sentimento amoroso.
Fosca sarà sempre lucida sui sentimenti di Giorgio, conscia che l’uomo recita l’amore, ma con la consapevolezza che l’inganno è tutto ciò che potrà ottenere porterà avanti il gioco delle illusioni, esulando anche dai limiti imposti dalle convenzioni del tempo (si pensi agli incontri notturni ), riuscendo infine a soddisfare l’irrefrenabile desiderio, e sarà la notte d’amore tra i due l’esasperazione dell’illusione. Fosca gli ordinerà:
-Sii mio!-
Giorgio soccomberà e ammetterà:
-Non ebbi la forza di resistere. -
Giorgio dapprima cercherà di resistere alla passione di Fosca, ma poi si troverà incatenato in un folle legame che lo farà soccombere, coinvolgendolo fino al tragico finale: il duello, dal quale uscirà miracolosamente incolume, e, come contagiato dalla "anormalità" di Fosca, il delirio che lo precipiterà nella disperazione; Fosca si spegnerà, tre giorni dopo la notte d’amore, tuttavia “felice, illusa, soddisfatta” per aver appagato la sua ossessione amorosa.
Questo il finale nella finzione letteraria, nella realtà Tarchetti fu trasferito da Parma a Milano dove consumò gli ultimi tre anni della sua vita, tra la frenetica attività letteraria, le precarie condizioni di salute e le difficoltà economiche, morendo, già ammalato di tisi, per un attacco di tifo, in casa dell'amico Salvatore Farina che lo aveva ospitato, senza aver scritto il capitolo finale del romanzo al quale tanto teneva. "
beh, non vi sembra tanto simile alla storia di Susanna che incatena Terence e Candy che indietreggia di fronte alla pazza suicida?
Consoliamoci, dopo una notte d'amore (finto, da perte dell'uomo), Fosca schiatta. D'altra parte, a fine Ottocentoi (e anche negli anni Dieci, al tempo di Candy) non c'era da scherzare con la salute.
Perciò, Terence, va con quella pazzoide moritura di Susanna, fai schiattare la zoppa, poi piangi un po'...per il pubblico...e torna da colei che tanto ami a farti consolare per la terrificante recita che hai dovuto fare x liberarti della menomata mentecatta.
Vidi il film Passione d'amore da ragazza e ricordo che Clara dice a Giorgio:"tu devi stare con Fosca, perchè anche se noi due ci amiamo, io posso vivere senza di te, lei no". Qualcosa tipo, lei ha più bisogno di te di quanto ne abbia io. Ricordiamo che Clara (Ornella Muti nel film) è sposata e Fosca (na racchiona unica) sola e infelice.
La storia è autobiografica, lo scrittore la visse davvero.
e, dulcis in fundo, il finale è aperto, visto che Tarchetti morì prima di poterlo finire...