Ciaoooo!
Posto qui il mio parto..Perchè?Direte voi..
Il perchè veramente non lo so neanche io, ma visto che penso che alcuni personaggi non saranno propriamente dei pezzi di pane, allora mi premunisco,e lascio agli adm il compito di spostare questa mia creazione ove lo ritengano più opportuno in caso di problemi....per le mie poesie non ho chiesto il permesso di pubblicarle,non so se per le ff ci vuole...spero di no, in caso contrario, spero non vi siano difficoltà, basta che me lo facciate sapere, e mi adeguerò di corsa.
Prima di iniziare questo mio sproloquio creativo, vi sono alcune chiarificazioni da fare, per permettere un buon uso di questo mio prodotto da parte di tutti voi:
-coppia Candy Terence, ovviamente, una terenciana più agguerrita di me nn la trovate da nessuna parte...
-non vi preoccupate se alcune cose vi sembreranno insensate o semplicistiche, la maggior parte delle cose che scrivo lo sono (vergognati) , ma vi assicuro che con il tempo tutto acquisterà un suo perchè e, udite,udite, perfino un senso(oooohhh)...il che è strordinario.
-Ho partorito anche una idea geniale(esagerata), frutto di una cogitazione notturna (la notte non dormi?), ma non ve la posso dire adesso...spero che nessuno mi preceda in questa mia trovata, ispirata da tutti i post spulciati e analizzati...
-Grazie a Nanetta e tutti gli altri che mi hanno incoraggiato a scrivere tutto ciò.
-Grazie ad Odyssea,anche se non lo sa, perchè la sua storia mi ha insegnato più di quanto lei non possa immaginare,e questo mio scritto è un po' un omaggio alla sua arte.Se vorrai lasciarmi un commento, cara Ody,sarò onorata.Spero tu possa permettermi di ispirarmi a te.
Ed ora, si alzi il sipario.
"Scilla ivi alberga,
che moleste grida di mandar non ristà".
"Tre fiate il rigetta, e tre nel giorno l'assorbe orribilmente...".
(Odissea, Omero)."Il fianco destro di Scilla, il sinistro Cariddi implacabile tiene,
e nel profondo baratro tre volte risucchia l’acqua,
che a precipizio sprofondano,
e ancora nell’aria con moto alternale scaglia,
frusta le stelle con l’onda".
(Virgilio, Eneide III 420-23).Scilla e Cariddi.
Cariddi ingurgita acqua, per tre volte, e per tre volte la rigetta.
Scilla all'altra sponda attende, e con le teste sporge dall'antro della sua caverna, per divorar i marinai che in quelle acque navigano.
Guai, a trovarsi lì quando Cariddi ingoia o vomita, perchè i flutti inghiottiranno le navi, le onde le sommergeranno e le rovesceranno, e i sopravvissuti nelle fauci di Scilla cadranno.
Il Destino e così.
Shh..Mai contraddirlo.
Egli aspetta, silente e guardingo, come i due mostri, le sue vittime.
Reclama il suo tributo di sangue e lacrime.
Gioca, con l'illuso che arrogante crede di aver deciso le sue mosse.
Ma Egli chiede che la sua sentenza si compia.
I suoi gorghi inghiottiranno le navi fragili, le misere zattere di vite traballanti.
Compirà il suo massacro.
Poi vi sarà una spiaggia.
E una nuova era ed una nuova vita per coloro che sopravviveranno.
E se si finisce con la propria piccola nave, con il fragile vascello di incertezze, nei giochi del Destino?
Beh, allora conviene aggrapparsi al relitto, e cercare di rimanere a galla.
Aspettare, e sperare che le onde tempestose conducano a riva.
Perchè pochi sopravviveranno e arriveranno alla spiaggia, ma il loro premio sarà immenso, perchè vivranno.
Una vallata.
Verde, bella, serena.
Un casale, e una piccola chiesa.
Bianche, con i tetti rossi.
Una collina.
Giovani vite che ivi giocano e crescono.
Stuoli di bimbi.
Ma vi sono anche degli adulti.
Due ragazzi e tre ragazze.
Ma c'è anche qualcun altro.
Strano.
Il gruppo non si è accorto di quest'altra presenza, celata dietro una albero, un po' lontana, e continua placido il proprio pic-nic.
Pace.
Quiete.
Cose belle.
Non dietro quell'albero.
La guarda.
La osserva.
La scruta.
Oggettivamente, non vi è nulla di propriamente bello in lei.
Almeno, non per i canoni comuni alle signorine di alto rango.
Quelle efelidi dannate.
Zia Elroy avrebbe voluto strofinarle la faccia fino a farle scomparire.
Fosse dipeso da lui, gliele avrebbe cavate con un coltello la prima volta che l'ha vista, un po' come si fa con i caprioli e le loro macchie bianche sul dorso.
E poi quei ricci troppo ricci, e scomposti.
Quelle code ridicole.
Santo cielo, quanto le odia.
Avrebbe voglia di strappargliele, sentirla gridare di dolore, mentre lo supplica di smetterla...all’improvviso si ritrova a chiedersi se le abbia mai sciolte, e se sia possibile pettinargliele.
Continua la sua analisi.
Si sofferma su quel naso all'insù, sprezzante e insolente, su quegli occhi che l'hanno sempre guardato con indifferenza...e con disprezzo.
Pensa con rabbia al momento in cui lei gli è entrata nel sangue, e come, con disinvoltura, lo abbia rifiutato, gettato via senza pensarci un attimo...come ha osato??!
Maledetta, lercia, schifosa sgualdrina.
La rabbia si impossessa di lui, riempie il suo corpo, lo invade totalmente, minaccia di scoppiare....e rovinare i suoi piani.
Vederla piangere.
Sono anni che non pensa ad altro.
Sentirla gemere, urlare, supplicare....
Vederla umiliata.
Annientata.
Una parte del lavoro, l' ha fatta un altro al posto suo, anzi un' altra, ma è stato comunque divertente.
Almeno una soddisfazione se l’è tolta: quell’altro idiota l’ha persa, legato ad una mummia a doppia filo…
Ridacchia.
Quella scema di Susanna Marlow ha giocato a suo favore, pur non sapendolo, e ha tolto dalla circolazione quell’ubriacone, quel miserabile.... l’ha visto, c’era anche lui lì, in quel teatro da quattro soldi, ha visto anche lei, letto il dolore nei suoi occhi con soddisfazione......visto le sue lacrime, la sua disperazione...come avrebbe potuto perdersi uno spettacolo del genere?
Seguirla era stata un'ottima idea.
Certo, poi lui si è rimesso in piedi, e adesso sui giornali gli tocca leggere di tutti i suoi successi, ma alla fine è meglio così: potrà godere ancora di più della sua vittoria, avrà un sapore ancora più dolce, quando si presenterà con lei davanti alla sua faccia da schiaffi...non vede l'ora che arrivi quel giorno, già sa che gli racconterà fin nei minimi dettagli come e quanto ha conosciuto il corpo di lei sottolineandogli che lui non potrà mai averla....
si rifarà di tutte le umiliazioni che Terence gli ha inflitto in quel dannato collegio…perché è stato lui a metterlo in cattiva luce davanti agli occhi di Candy, arrivando sempre nei momenti meno opportuni, difendendola, proteggendola.... catalizzandone tutte le attenzioni…perfino quell’idiota di Iriza ha un debole per quel bastardo….comunque ora è fuori gioco, anche se non per merito suo.
Susanna è riuscita lì dove sua sorella ha miseramente fallito.
Con la sua aria innocente, i suoi capelli molli come budino, ha preso per il naso il duconzolo, annientandolo totalmente, legandolo con fili sottili, ma forti come le catene d'acciaio che legano i condannati a morte.
E, a pensarci bene, Terence non è diverso da un condannato.
Morire, morirà di certo.
Nell'anima, in modo lento e doloroso.
Si scioglierà da dentro, dal profondo delle sue viscere, finchè non resterà solo il suo involucro esterno.
Come il veleno del serpente, che iniettato nel topo ne distrugge gli apparati.
Terence, il topo.
Il veleno, Candy.
E lui, Neil Legan, sarà lì a godersi lo spettacolo.
Sarà il serpente, e sarà lui ad iniettare il veleno.
Ma deve essere paziente, e soprattutto accorto.
Perchè sia libero di agire, deve ancora organizzare determinate cose.
Limare, perfezionare, studiare fin nei minimi dettagli il suo piano.
Ora il suo maggiore ostacolo è lì, a pochi metri da lui, il caro “zio” William, che poi si è scoperto non essere altro che Albert, idiota giramondo, arrivato giusto in tempo per impedire il suo matrimonio con Candy e mandare all’aria i suoi piani di gloria.
Ma pagherà, anche lui.
Adesso sono tutti lì, sulla collina di Pony, in quel luogo ridicolo, anche Archie e Annie, altra pezzente sempre in mezzo….
Guarda ancora a lungo Candy, i suoi gesti, il suo modo di camminare, di parlare…l’avrà prima o poi, questo è certo, non può permettersi di fallire dopo tutte le notti passate insonni a pensare al suo profumo, alla sua pelle, al sapore del suo corpo morbido e minuto....per quante donne abbia cercato nei bordelli della Florida, non ha trovato neanche una minima parte delle sensazioni che, ne è sicuro, si impossesseranno di lui quando potrà finalmente dire di averla avuta, a dispetto soprattutto di quel dannato Duca.
E quel giorno è vicino.
Più vicino di quanto tutti loro possano pensare.
Getta un'ultima occhiata di disprezzo alla scena che gli si svolge davanti.
Guarda la casa, la Chiesa.
La seconda cosa che farà per completare la sua vittoria, sarà sfrattare i pezzenti e le due vecchie rimbambite e bruciare la magione.
Sì, brucerà tutto, finchè non resterà un solo palo in piedi.
Finchè non vi sarà solo cenere.
Si riscuote dalla sua beatitudine, ed inizia ad allontanarsi.
Ha da fare e deve sbrigarsi: ha un appuntamento importante, uno dei tanti passi intrapresi per realizzare in suo desiderio, e coloro che deve incontrare non sono abituati ad attendere.
Edited by LAGADEMA - 29/7/2010, 18:34