La Sig.ra Mizuki mi ha dato carta bianca per riempire la sua..pagina bianca :
Come tutti gli anni la Primavera è tornata anche in questo angolo di campagna dell’Indiana e la Collina di Pony è lussureggiante…erba tenera e fiori dovunque.
“ Mancano i narcisi….qui fioriscono nel mio giardino e dove ora vivi tu, Terry “
Candy accarezza con lo sguardo le corolle profumate che la circondano e che la contraccambiano sfiorando ad ogni soffio di brezza il suo corpo mollemente steso ai piedi del grande Albero.
Da quando l’Inverno se ne è andato portandosi via il suo carico di freddo e di neve, la ragazza viene qui tutti i giorni – al tramonto – per riposarsi dalle fatiche della giornata, prepararsi per i nuovi doveri serali alla Casa di Pony e soprattutto per pensare..solo qui può dar libero corso alla mente , sgomberarla dei pensieri quotidiani e a volte, ricordare.
Non solo, ma da qualche tempo la domanda che più le ricorre nella mente è “ Sono felice? La vita che sto conducendo mi basta? “.
Fino a poco tempo prima la risposta sarebbe stata affermativa ma da un po’ di tempo è costretta a ricredersi “ Sto mentendo a me stessa e a chi mi circonda….hanno ragione Albert e Miss Pony…Terry, credevo di aver cominciato a dimenticare ed invece sei più presente che mai nella mia mente e soprattutto nel mio cuore anche dopo tutti questi anni …“.
Un mese prima….Albert era tornato da uno dei suoi interminabili viaggi d’affari in Sudamerica e le aveva telefonato al suo rientro a Chicago invitandolo a raggiungerlo.
Non si vedevano da quasi un anno e l’unico contatto erano state le frequenti lettere, così Candy era stata più che felice di accettare…per qualche giorno Miss Pony & suor Maria avrebbero fatto a meno di lei all’Orfanotrofio e il Dr.Martin si sarebbe avvalso dell’aiuto della nuova infermiera assunta da poco.
George si era presentato puntuale e per la ragazza era stata una gioia in più rivedere l’ amico, un po’ invecchiato..un po’ ingrigito.. ma sempre paterno e affettuoso nei suoi confronti.
Il viaggio verso Chicago si era risolto senza intoppi e quando Candy si era ritrovata fra le braccia di Albert, aveva realizzato quanto l’amico le era mancato.
I giorni erano trascorsi veloci e la sera prima del suo ritorno a LaPorte, Albert le aveva proposto una cena in un Ristorante famoso della Città e dove era ben conosciuto.
Al loro arrivo, il maitre li aveva accompagnati ad un tavolo riservato in un angolo tranquillo del locale seguiti dagli sguardi curiosi dei presenti…quasi tutti conoscevano il giovane magnate erede di una delle più facoltose famiglie residenti nell’Illinois ma erano impreparati dall’aspetto di Candy, acquisito nel corso degli anni..dove prima c’era una ragazzina un po’ maschiaccio e dai modi impertinenti, ora c’era una giovane bellissima donna dallo sguardo un po’ malinconico che ne accentuava il fascino.
Una volta seduti ed in attesa di essere serviti la conversazione si era indirizzata sul rientro di Candy alla Casa di Pony , sul suo lavoro alla Clinica del Dott.Martin e inevitabilmente sul suo futuro.
“ Candy, sei felice? “
La domanda l’aveva colta del tutto impreparata e solo dopo un attimo di indecisione aveva prontamente risposto “ Sì, certo..ho tutto quello che volevo dalla vita..un lavoro..rendermi utile…essere circondata dai bambini…farli crescere…aiutare chi ha aiutato me in passato…il mio lavoro d’infermiera che mi dà sempre tante soddisfazioni… “
“ Ma ti basta, non vuoi altro dalla vita? Sei giovane….“
Stava per rispondere nel tentativo di convincere l’amico e soprattutto sé stessa quando era successo….ad un tavolo vicino un gruppo di persone aveva iniziato a parlare e qualche frammento della conversazione era arrivato fino a loro..
“ Amleto…a Broadway….molto buono ma al di sotto dell’’interpretazione di Terence Graham… “
“ E’ vero..a proposito, che fine ha fatto…non recita più? “
“ Si è trasferito in Inghilterra, è una star del teatro Shakesperiano londinese….”
“…….distrutto dopo la morte della fidanzata…. “
“…chissà se tornerà mai a recitare qui negli Stati Uniti…. “
Il tono della conversazione si era affievolito ma Candy non ascoltava più…pallida come un fantasma, le mani contratte ..aveva visto sgretolarsi in pochi secondi il muro che da tempo aveva eretto o almeno aveva tentato di costruire intorno a se’.
Non aveva voluto più sapere niente di lui e solo casualmente due anni prima aveva letto su un giornale la notizia della morte di Susanna avvenuta dopo una lunga malattia.
L'articolo menzionava la carriera di scrittrice intrapresa dalla ragazza, la sua lotta per la sopravvivenza e dedicava poche righe a Terence.. solo per un accenno al mai avvenuto matrimonio fra loro e alla sua presenza costante al fianco della fidanzata fino all’ultimo.
Poi da allora non aveva saputo più nulla….fino ad ora.
Anche Albert, seduto di fronte a lei, aveva ascoltato le frasi giunte fino a loro ma era del tutto impreparato alla reazione della ragazza..l’aveva vista impallidire, stringere le mani freneticamente..gli occhi pieni di lacrime..e in un attimo aveva capito che nulla era mutato per la sua figlia adottiva..dopo tanti anni non era cambiato niente.
Le aveva stretto le mani fra le sue poi l’arrivo del cameriere con le portate, avevano costretto Candy a ricomporsi, si era alzata con una scusa, si era diretta alla toilette e ne era ritornata dopo poco all’apparenza più serena.
La cena, ormai irremediabilmente minata, si era protratta per qualche ora poi erano usciti e Albert le aveva proposto di tornare a casa a piedi.
La serata era tiepida e invitava a camminare.
“ Non lo hai più visto o sentito? “
“ No, non lo vedo da quella sera a New York tanti anni fa e non ho più voluto sapere nulla di lui, solo casualmente ho appreso della morte di Susanna..tu ne eri al corrente? “
“ Sì e per essere sincero mi chiedevo se questo fatto avrebbe portato dei cambiamenti nella sua e soprattutto nella tua vita…a quanto pare non è cambiato niente “.
“ Avrebbe dovuto? Non ho sue notizie da anni ormai , ho saputo solo un paio d’ore fa che si è trasferito in Inghilterra e sono convinta che non tornerà più qui..troppi ricordi dolorosi. E d’altronde quella è la sua Patria, volente o nolente resta sempre l’erede di suo padre e chissà…magari si sono riconciliati…ma perché ne parliamo? Tutto questo non mi riguarda più! “
“ Ne sei sicura? “
“..s-si….n-no….ora non più…ma non importa, possiamo parlare d’altro? Quando riparti? “.
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