Ciao ragazze! dunque come incominciare....Ho raggiunto questo forum perché dopo aver rivisto, con grande frustrazione, le puntate dell'anime ho sognato un mio finale. Così per vedere se ero l'unica pazza sulla faccia della terra che a 36 anni sognava ancora un cartone animato ho spulciato su internet per vedere se ero in compagnia...E CHE COMPAGNIA! Ho trovato Voi.
Poiché al risveglio ero MOLTO soddisfatta del finale, incoraggiata da nuove amiche, ho scritto. Naturalmente come tutti i sogni era pieno di lacune e vuoti temporali e parti illogiche. Così mi sono adoperata per "ristrutturare" la storia sognata e mentre c'ero togliermi qualche soddisfazione.
Mille dubbi....non so se Vi piacerà e se avrete voglia di leggerla, ma io vorrei tanto raccontarVi il mio sogno!
Ahh! dimenticavo, credo si capisca dal mio avatar, ma per rispetto delle sorelline Albertiane vi dico che è un storia con finale C-T!!! così non ci sono sorprese!
Dunque, si parte quando Candy, a NY per la prima di Romeo e Giulietta, entra nell'appartamento di Terence.......
LA VERITA'
“Vieni Candy, accomodati”
“Grazie, Terence, che bello! un appartamento tutto tuo!...!
“vorrei fosse nostro…” pensò lui, “accendo il caminetto e sposto il divano davanti, così ti potrai riscaldare”
“Grazie”
C’era un po’ di imbarazzo dopo tanto tempo ritrovarsi soli li innervosiva, troppe le cose da dirsi, le cose che fino a quel punto si erano detti solo a metà e soprattutto c’era in sospeso quello che ognuno avrebbe desiderato dall’altro.
Si sedettero davanti al fuoco, vicini, e l’atmosfera si rilassò. Candy con un gesto naturalissimo si appoggiò a Terence, lui si sorprese un po’, e cominciarono a parlare ricordando insieme le avventure del passato. La S.P. School, la festa di Maggio, le giornate allo zoo di Londra, l’estate in Scozia. Spesso si ritrovavano in silenzio, ma loro avevano sempre parlato anche così, anzi nei loro silenzi c’era un’ intesa e un aprirsi l’anima l’uno all’altro sconvolgente. Era come se tutto ciò di cui parlavano fosse accaduto pochi giorni prima. L’intesa era perfetta.
Il calore che proveniva dal caminetto li riscaldava e li riportava a giorni lontani.
“Questo fuoco mi ricorda il pomeriggio del temporale nel tuo castello in Scozia!” disse Candy in tono malinconico.
Già, quel pomeriggio, si erano messi a nudo, Terence, come mai aveva fatto con nessuno fino a quel momento aveva descritto a Candy i suoi sentimenti di bambino e di ragazzo nei confronti di sua madre, quel pomeriggio in cui lui l’avrebbe sicuramente baciata se non fosse arrivata Iriza.
Iriza…. sempre lei a rovinare tutto! ed ora che non c’era lei arrivava un altro impedimento, o forse no, forse era un fatto superabile… Susanna due giorni prima gli aveva salvato la vita rimanendo gravemente ferita, lui non sapeva ancora nulla sulle sue condizioni - se non che aveva superato con successo una lunga operazione - perché la madre lo aveva cacciato via dall’ospedale a male parole. Terence era molto in pensiero per lei, ma aveva sognato e progettato l’incontro con Candy da lungo tempo, aveva pensato mille volte a cosa dirle e quando, voleva che tutto fosse perfetto, ma non si aspettava che tanta emozione lo condizionasse. Aveva paura di sbagliare.
Candy lo guardava: era sempre bello; gli occhi di un blu raramente intenso, con quel suo sguardo a volte triste a volte malandrino. Lei aveva imparato a capirlo, era stata l’unica che era riuscita a penetrare quella corazza indecifrabile che riservava tutt’oggi alle altre persone. Dove gli altri vedevano indifferenza, arroganza e tristezza lei sapeva che invece c’erano sofferenza, passione forza e dolcezza allo stesso tempo.
Candy si alzò a guardare il fuoco, Terence la seguì; era dietro di lei con le mani sul davanzale del camino che la abbracciava senza toccarla.
Rimasero così qualche minuto, assaporando la gioia di poter stare finalmente vicini.
Candy aveva una domanda da porre a Terence da moltissimo tempo, ma aveva deciso che avrebbe aspettato di vederlo di persona, con calma, per affrontare quell’argomento.
“Perché te ne sei andato così dalla S.P. School?! senza dirmi nulla??!” le venne da chiedergli quasi rimproverandolo tutto d’un fiato mentre si voltava verso di lui.
“Signorina tuttelentiggini, ero stufo di essere picchiato da te …e sono scappato” le rispose lui scanzonato, furbetto, strizzandole l’occhio.
“Terence, come puoi dire una cosa simile?!” le disse scagliandosi verso di lui con i pugni chiusi…come se volesse picchiarlo, proprio come scherzavano un tempo: nulla era cambiato.
“Ecco vedi Tarzan?? Lo stai facendo di nuovo!” ma lui non si spostò e la fermò contro di sé tenendola per il polso destro. Lei imbarazzata si scostò dal suo petto, ma Terence non la lasciava. Non la stingeva da farle male, ma era una stretta decisa. Candy avrebbe potuto liberasi il polso in qualsiasi momento se avesse voluto, ma non sapeva cosa fare o meglio aveva paura di quello che avrebbe voluto fare lei stessa: voleva baciarlo! Dio se lo voleva! “…no, no meglio di no…” pensò.
“Se ben ricordo mi sono preso anche un bel ceffone da te…”
Sembrava che lui le avesse letto nella mente, Candy arrossì: l’allusione al bacio in Scozia era evidente.
“Te lo sei meritato!”
Le intenzioni di lui in quel momento erano chiarissime. Candy era agitata, il desiderio di lui tangibile.
“Meritato...mmmm….” fece finta di rimuginarci su alzando il sopracciglio sinistro.
“Allora lo rifaresti??!” le disse tirandola ancora verso di sé, ma facendo attenzione a non sfiorarla. Erano talmente vicini che potevano sentire il reciproco calore dei loro corpi che si attraevano come stregati da una magica alchimia.
“Sì…No…non so…” fu la risposta di Candy
“Allora credo che dovrò correre il rischio…”
Terence la guardava con un’intensità disarmante, i loro occhi erano ipnotizzati gli uni dagli altri. Lui le lasciò il polso perché voleva che lei fosse libera di respingerlo, se avesse voluto, e continuò a guardarla con amore, passione, desiderio. Le cinse la vita un braccio, con l’altro le avvicino il viso al suo e la baciò, dolcemente, appena sfiorandole le labbra.
Lei non si ritrasse, anzi gli buttò le braccia al collo e prolungò il bacio. Rimasero così stretti per momenti indefiniti poi lui si scostò appena un poco da poterla guardare di nuovo negli occhi, appoggiando la fronte alla sua le sorrise e la baciò ancora e ancora. Man mano i baci si fecero più disinibiti, lei era completamente arresa davanti al lui. Terence la prese in braccio con decisione e dolcezza e l’adagiò sul divano.
Candy stesa supina e lui sdraiato sul fianco sinistro si reggeva la testa con la mano e la guardava, la baciava, …la spogliava con gli occhi. Candy era agitata, ad ogni sguardo di lui tremava per le sensazioni nuove che provocava in lei.
Il tempo passò tra baci e carezze arditi, ma Terence si accorse che stava andando troppo oltre. La desiderava, ma non così, non voleva che Candy se ne potesse pentire, sapeva che in fondo a certe cose lei ci teneva. Inoltre in Scozia il suo bacio azzardato aveva rovinato tutto, non voleva ripetere l’errore.
“Vieni Candy, si sta facendo tardi, ti accompagno in albergo” le disse alzandosi agilmente dal divano e porgendole una mano per aiutarla e fare altrettanto.
“Ah, ma allora sei un gentiluomo, Signor Terence Granchester incominciavo a pensare che non lo avessi prenotato” disse fingendosi sorpresa –mal celando un po’ di delusione.
“In effetti, ho sperato di non trovar posto…”
“Bhè non sarebbe stato un problema, avrei potuto dormire qua, io mi fido di te…” gli disse in un tono malizziosetto che sorprese più lei stessa che lui.
“Candy non mi tentare, sto cercando di comportarmi da gentiluomo, ma è difficile” e la baciò ancora.
Andarono in albergo a piedi, era vicino e Terence pensò che un po’ d’aria fresca gli avrebbe fatto bene. Si tenevano per mano, la neve cadeva silenziosa, più silenziosa dei loro pensieri che però viaggiavano all’unisono. Candy arrossì di nuovo pensando a cosa e soprattutto a come gli aveva detto che avrebbe potuto dormire da lui, mentre lui rifletteva su come lei che era sempre riuscita a rimetterlo al proprio posto, a fargli fare le cose come andavano fatte, o a smettere di fare cose inappropriate – come bere e fumare – adesso lo tentava a quel modo…Sorrise tra sé e sé, questo nuovo lato di Candy lo attraeva tantissimo: sì fermò un attimo, la baciò fugacemente e proseguirono.
Arrivati in albergo lui l’accompagnò fino sulla porta della camera.
“Spero che tu abbia tutte le comodità che ti servono, ho scelto per te il migliore albergo della zona!”
All’improvviso Terence sentì l’urgenza di andarsene, altrimenti non sarebbe più riuscito a lasciarla quella notte; così le diede un tenero bacio sulla fronte e se ne andò.
Candy era felice. Saltellando per la stanza si preparò in fretta per la notte: voleva stendersi al più presto per poter ripensare ai momenti appena vissuti con lui.
Appena uscita dal bagno sentì però bussare alla porta.
“Sì? Chi è?”
“Sono io Candy, scusa, ho dimenticato la giacca!”
Terence nella fretta di andarsene aveva preso solo il mantello. Lì per lì aveva pensato fosse inopportuno tornare indietro a prendere la giacca, ma poi si ricordò che nella tasca interna aveva l’anello che era andato a prendere nella casetta di sicurezza della banca poco prima di recarsi alla stazione a prendere Candy. Non poteva correre il rischio che Candy lo trovasse! questo avrebbe rovinato i suoi romantici piani per la sera successiva.
“Terence, sei tu?!!, entra! Disse lei aprendo la porta”
Candy sulla camicia da notte aveva indossato la vestaglia, ma il tessuto di quest’ultima era leggero e trasparente. Terence la osservò con ammirazione e desiderio: era incantevole con quella lunga camicia da notte che traspariva, era di chiffon celeste stile impero adornata con del pizzo fitto dello stesso colore sul seno. “Se solo potessi togliergliela!” si trovò a pensare. Invece, prese la giacca e la salutò nuovamente, ma non resistette alla tentazione di darle un anticipo su quanto aveva programmato per la sera seguente.
“Per domani sera, dopo lo spettacolo, ho prenotato la cena in un delizioso ristorante, ho una cosa da chiederti, la più importante che ti abbia mai chiesto…” disse sibillino sottolineando la frase, le diede un bacio sulla guancia e si voltò per andarsene salutandola con la mano.
Lei non credeva alle sue orecchie…”..la più importante che ti abbia mai chiesto” il biglietto del treno di sola andata, ma certo le era chiaro! Chiarissimo! Oh Dio! Quanto era felice!
“Terence aspetta!”
Lui tornò indietro immediatamente e appena arrivato sulla soglia della stanza Candy lo trascinò letteralmente all’interno e chiuse la porta.
“Non posso aspettare fino a domani sera, vuoi farmi morire? Ho aspettato fin troppo, dimmi adesso quello che mi vuoi dire!”
Sembrava più un’invettiva che altro, era emozionatissima e felice, Terence appoggiato con una spalla allo stipite della porta, le braccia conserte e una gamba piegata sull’altra, la guardava agitarsi divertito con quel suo sguardo malandrino. Ecco adesso l’amava più di prima, se era possibile.
Le si avvicinò con sguardo serio, che a lei sembrò quasi severo, ma poi sorridendole si inginocchiò ai suoi piedi e le disse: “Mia dolcissima Candy, permettimi di renderti felice per sempre, non tornare a casa, resta con me, vuoi sposarmi?” Candy si perse nell’oceano del blu dei suoi occhi che attendevano una risposta.
“Oh sì” Sì! Si’! certo che voglio sposarti!
“Ti amo, ti amo da impazzire!” e così dicendo Terence le infilò il meraviglioso anello al dito.
Finalmente l’ha detto! Pensò Candy!
“Anche io ti amo Terence Granchester!”Si baciarono con una nuova passione e guardandosi i loro occhi facevano già l’amore fusi in un unico colore bluverde mare.
Capendo perfettamente il significato dello sguardo di Terence che non riusciva a smettere di guardarla, Candy disse: “resta…”
“sei sicura?”
“con te sono mi sento sempre al sicuro…”
Continua....se vi va!
Edited by cate_maggio - 5/9/2012, 09:00