Candy Candy

Un tempo sono stato amato, di Ayen (Elinor Woodhouse)

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 12/11/2012, 19:53     +1   +1   -1
Avatar

Group:
Special friend
Posts:
9,720

Status:


Ciao a tutti/e!
Non mi conoscete ancora molto e sicuramente non nelle vesti di traduttrice di Fan fiction!
Sono membro del forum da poco ma vi leggo molto.

Avrei piacere di condividere con voi questa storia di un’autrice straniera, Elinor Woodhouse (nota come Ayen sul sito internazionale su cui ha postato la FF) che mi è molto, molto piaciuta. Purtroppo l’autrice non è più attiva da molto tempo sul forum e non ha risposto alle mie mail in cui le chiedevo il permesso di tradurre , ma l’amministratrice del sito mi ha rassicurato che non pensava avrebbe comunque mai potuto avere nulla in contrario.
Qualora mi leggesse, voglio ringraziarla per la storia che ha scritto, la cui traduzione rappresenta un attestato di stima da parte mia.

Senza avere il respiro epico di “Re-incontro nel Vortice” o della bellissima FF di Odyssea, tratteggia secondo me un intreccio e una struttura narrativa molto interessanti, alternando descrizioni e dialoghi e denotando soprattutto una grandissima conoscenza della storia (versione manga) e dei protagonisti, un pò come la bellissima "Stagione dei Narcisi" che Sailor sta traducendo per noi.
Inoltre, dosa con maestria romanticismo, suspance e ironia (che io apprezzo molto).
Vi segnalo una Iriza al suo meglio (peggio), un fidanzamento a sorpresa e... Candy e Terence da non perdere.

Ah, è stata scritta nel 2007, quindi non troverete nessun collegamento con la FS.

La FF è piuttosto lunga (28 capitoli) ma con un po’ di pazienza ce la faremo, ve lo prometto, sempre che vi piaccia. Un’ultima cosa, prima di partire con il primo capitolo: non sono una traduttrice, ma solo una lettrice che conosce un po’ l’inglese, ci tengo a dirlo, per rispetto di chi fa questo lavoro con passione e dedizione e soprattutto sperando che perdonerete eventuali “cadute di stile”! Ci terrei molto ad avere il vostro parere, anche se negativo, ovviamente.

Buona lettura, se vorrete.

"UN TEMPO SONO STATO AMATO" - di Elinor Woodhouse (Ayen)


Capitolo 1°

Novembre 1917
Chicago

Il vento freddo che soffiava furiosamente diede ad Albert un brivido improvviso, nonostante il caldo cappotto che indossava. Il giovane chinò la sua figura slanciata per emergere dall’auto che lo aveva portato alla “Andrew Enterprises”. I suoi lunghi capelli biondi erano tirati indietro in una elegante coda; quella lunga chioma rappresentava il suo ultimo gesto di ribellione alle convenzioni sociali richieste dalla sua posizione.
-George, credo che avremo un altro inverno gelido quest’anno- disse non appena si videro nel foyer dell’edificio più imponente di Chicago.
-Sì, sig. William. Non sarà facile per le nostre truppe impegnate in guerra - rispose George.
La guerra in Europa andava avanti ormai da 4 anni, la “Grande Guerra” che tante vite si era portata via, tra cui quella del nipote di Albert, Stear. Alla fine, il presidente Wilson aveva rotto la neutralità e dichiarato guerra alla Germania.
-Infatti è così. Non capisco perché abbiamo dovuto farci coinvolgere in questo delirio.. stare qui fermo è logorante, sento il bisogno di partire di nuovo - disse Albert.
George lo guardò sospirando; il giovane rampollo semplicemente non era a suo agio in quella situazione. Senza ombra di dubbio era un brillante uomo d’affari, ma mancava del tipico istinto assassino dei capitalisti rampanti di quell’epoca.
-Non hai voglia di sistemarti, Albert?- domandò, invece – La zia Elroy non vede l’ora che ti sposi e metta al mondo i piccoli eredi degli Andrew.
Albert sorrise scuotendo la testa, con un velo di tristezza negli occhi azzurri.
La reception dell’edificio era modernamente arredata e abbellita da dei dipinti astratti. Vasi di orchidee ornavano un tavolino e il banco della receptionist. La scrivania semicircolare vantava anche un esemplare dell’invenzione di Alexander Bell: la Andrew Enterprises era stata la prima a dotare di telefono tutti i suoi uffici alla fine dell’800.
-Buongiorno, Sig. William! Mr. George…- salutò la graziosa receptionist bruna quando si avvicinarono.
-Buongiorno, Tina! - ricambiò Albert.
-Come va questo lunedì mattina?- fece eco George.
La giovane rispose gentilmente e Albert proseguì da solo, attraversò un ufficio , entrò in un’altra stanza e chiuse la porta. Trasalì alla vista della massiccia scrivania di mogano su cui torreggiavano montagne di carta che lui avrebbe dovuto leggere, firmare e approvare. Forse era davvero ora di cominciare a introdurre Archie in quel mondo e insegnargli a occuparsi degli affari. Il giovane dandy avrebbe sposato Annie l’estate successiva e poteva aspirare a diventare suo socio.
George bussò e fece capolino.
-Altre lettere - disse, sorridendo maliziosamente, tenendone un mazzo tra le mani.
-Va bene, George, portamele.
-Quella in cima porta buone notizie, spero – continuò George, avvicinandosi alla scrivania.
-Grazie, George. Immagino ci si aspetti che smaltisca tutti questi documenti, non è vero? – domandò Albert, indicando la pila davanti a lui.
George annuì, salutandolo prima di uscire e di chiudersi la porta alle spalle.
Albert prese la lettera che George aveva messo alla sua attenzione; il suo cuore accelerava sempre i battiti quando riceveva notizie di Candy. Durante l’ultimo viaggio a San Paolo insieme a George, le lettere della sua protetta lo avevano rallegrato infinitamente, portandogli un sorriso nei lunghi e faticosi giorni di afa. Albert si appoggiò comodamente contro lo schienale e cominciò a leggere.

Archie Cornwell si agitava nell’auto con la quale stava allontanandosi da casa Brighton.
“Entro pochi mesi sarò sposato” rimuginava tra sé e sé. Si sentì rabbrividire. “E’ veramente quello che voglio? Amo sinceramente Annie tanto quanto…?”
Scosse la testa. No, non era il momento di pensare a questo. Lei era ancora innamorata di quel bastardo che le aveva spezzato il cuore. “Mi serve tempo” si disse. “Tempo per cosa?” lo schernì una vocina interiore. “Ho bisogno di vederla, solo per sapere come sta. Andrò a trovarla sul lago questo week-end” si ripromise. Si sentì come se si fosse tolto un peso dalle spalle e continuò a guidare il suo veicolo lungo la via.

New York
Susanna si spazzolava i capelli fino a farli risplendere, riflettendo tra sé e sé.
Era una giornata meravigliosa. Avrebbe avuto una nuova protesi quel giorno, una protesi migliore e più bella di quella vecchia, aveva detto il dottore.
Dall’anno precedente ne portava una molto funzionale e aveva lentamente imparato ad andarci in giro con prudenza. Usava ancora le stampelle, ma era in grado di farne a meno per periodi di tempo sempre più lunghi. La guerra sembrava aver portato bene a Susanna, visto che la medicina e la tecnologia delle protesi si era evoluta molto, a causa del gran numero di feriti amputati che tornavano dal fronte.
Posò la spazzola e pensò a quanto sarebbe stato meraviglioso essere in grado di alzarsi di nuovo, camminare di nuovo, guardare Terence negli occhi.
Terry! Quanto lo amava! Sarebbe venuto più tardi per portarla dal dottore, e stava curando particolarmente il suo aspetto per lui. Terence era molto cambiato dal giorno in cui era tornato dopo quell’assenza di molte settimane: non la trattava più con freddezza ed era molto sollecito nei suoi confronti.
Sua madre si trovava in Svizzera da una settimana, per prendere informazioni su una nuova protesi che non coinvolgeva solo i muscoli, ma anche i nervi. Era stato Terence a leggere qualcosa al riguardo su una rivista medica e a suggerire alla signora Marlowe di andare. Era lui che provvedeva anche a tutte le altre spese e talvolta Susanna si chiedeva come facesse; lo stipendio di un attore non era poi così alto, anche se Terence era un attore importante, ormai. L’onorario del suo dottore non era basso e lo aveva pagato interamente il ragazzo. Una volta Susanna aveva suggerito di andare a vivere insieme per risparmiare un po’ di denaro, ma lui l’aveva fissata con uno sguardo strano e aveva risposto che ci avrebbe pensato. Susanna sospirò. Il tempo era dalla sua parte; era solo questione di tempo e avrebbe conquistato il cuore di Terence.
Sentì un leggero bussare alla porta.
-Avanti!- esclamò, ruotando con la sedia a rotelle –Buongiorno Terry!- sorrise.
Il giovane indossava un cappotto grigio che gli arrivava alle ginocchia e i suoi occhi blu sembravano il mare d’estate in un giorno limpido.
-Pronta?- domandò lui senza preamboli.
Susanna annuì e sorrise mentre lui si avvicinava e iniziava a spingere la sua sedia a rotelle.
Quando arrivarono alle scale, Terence si voltò per prenderla in braccio e Susanna si aggrappò a lui con un sorriso felice. Il giovane distolse lo sguardo dal suo volto, sentendosi terribilmente colpevole per il ricordo che improvvisamente gli aveva attraversato la mente: il ricordo di una ragazza con gli occhi verdi che lui portava tra le sue braccia nell’infermeria di Suor Grey…

Michigan – Casa di Pony
Il piatto scivolò dalle mani di Candy e si ruppe sul pavimento. Lo fissò, era il quinto piatto che rompeva. Era stata così goffa negli ultimi sette giorni, da quando aveva ricevuto quella lettera.
Come aveva fatto Susanna a sapere dove trovarla? “Lui” sapeva che lei era tornata alla casa di Pony?
Suor Maria e Miss Pony erano state a New York a settembre per vedere Terence esibirsi nell’Amleto e avevano riportato commenti entusiastici sulla sua bravura. Sembrava che fosse completamente riemerso dal buio abisso di Rocktown. Come le sarebbe piaciuto andare con loro! Ma non era pronta; probabilmente sarebbe scoppiata in lacrime non appena lo avesse visto sul palcoscenico. Susanna era con lui, dovevano essere molto felici, adesso.. ”Dovrei sentirmi felice anch’io per loro” . Sentì le lacrime inumidirle gli occhi e iniziò a raccogliere i pezzi di ceramica rotti dal pavimento. Doveva andare avanti. Doveva! Erano passati tre anni dalla separazione, perché la ferita faceva ancora così male?
Aveva scritto una lettera di risposta a Susanna, ma alla fine aveva deciso di strapparla e di non spedirla. “Perché non l’ho fatto? Sono così felice adesso” si disse. “Sono così felice..."

FINE CAPITOLO PRIMO
 
Top
view post Posted on 13/11/2012, 02:56     +1   -1
Avatar

Group:
FANatic
Posts:
2,960
Location:
Toscana

Status:


Grazie Cerchi, grazie infinite! :giusy: :mizia: :auri:

Avevo visto anch'io questa fanfiction sul candyterry... Ne ho lette diverse in lingua straniera, per la verità, ma spesso la pigrizia ha il sopravvento perché, naturalmente :P ;), preferisco leggere in italiano. La tua scelta mi sembra molto azzeccata perché trovo questa storia, già dal primo capitolo, veramente avvincente. Per quanto il parere di una "non addetta ai lavori" come me possa contare ti dico, inoltre, in tutta sincerità, che ho trovato la tua traduzione fluida e scorrevole ed è stato un vero piacere leggerla...

Grazie ancora per l'impresa in cui ti stai cimentando e che spero porterai avanti, per la gioia di tante di noi!



Edited by candyforever - 22/4/2020, 16:32
 
Top
view post Posted on 13/11/2012, 11:37     +1   -1

Group:
Fan
Posts:
1,469

Status:


L'inizio è molto promettente, non vedo l'ora di leggere il seguito!
grazie mille :giusy:
 
Top
view post Posted on 13/11/2012, 12:09     +1   -1

Group:
FANatic
Posts:
966
Location:
WonderLand

Status:


:rose rosa: Cara CdF, come non ringraziarti per questo splendido regalo che fai a tutte noi forumelle? Leggere una nuova ff tradotta in italiano (e bene per di più) è sempre una gioia immensa.
Quindi con tutto il cuore grazie1000


 
Top
view post Posted on 13/11/2012, 13:17     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
1,778
Location:
Salerno

Status:


Che bello una nuova ff! Grazie Cdf. E' sempre un piacere leggere ff tradotte. Aspetto il seguito. L'inizio è più che promettente. ;)
 
Top
view post Posted on 13/11/2012, 23:44     +1   -1
Avatar

Group:
Special friend
Posts:
9,720

Status:


CITAZIONE (candyforever @ 13/11/2012, 02:56)
Grazie Cerchi, grazie infinite! :giusy: :mizia: :auri:

Avevo visto anch'io questa fanfiction sul candyterry... Ne ho lette diverse in lingua straniera per la verità ma spesso la pigrizia ha il sopravvento perché, naturalmente :P ;), preferisco leggere in italiano. La tua scelta mi sembra molto azzeccata perché trovo questa storia, già dal primo capitolo, veramente avvincente. Per quanto il parere di una "non addetta ai lavori" come me possa contare ti dico inoltre, in tutta sincerità, che ho trovato la tua traduzione fluida e scorrevole ed è stato un vero piacere leggerla...

Grazie ancora per l'impresa in cui ti stai cimentando e che spero porterai avanti, per la gioia di tante di noi!


Grazie nottambula Candyforever!
"tutti i baci mancati" mi ha incantata, spero di dare le stesse emozioni con questa FF.
e grazie per la buona critica sulla mia traduzione!

CITAZIONE (arikam @ 13/11/2012, 11:37)
L'inizio è molto promettente, non vedo l'ora di leggere il seguito!
grazie mille :giusy:

ciao Arikam
grazie per l'interesse. Al momento il tempo mi è amico (anche se mi riduco sempre a tradurre la sera) ma prevedo già al lavoro un sovraccarico che piomberà a breve su di me. Comunque, spero di mantenere un buon ritmo e che il proseguire della storia vi intrighi come ha intrigato me.
A presto!

CITAZIONE (candy75 @ 13/11/2012, 12:09)
:rose rosa: Cara CdF, come non ringraziarti per questo splendido regalo che fai a tutte noi forumelle? Leggere una nuova ff tradotta in italiano (e bene per di più) è sempre una gioia immensa.
Quindi con tutto il cuore grazie1000

Grazie!!! grazie di cuore per l'incoraggiamento e l'apprezzamento, candy75. Mi sono spesso emozionata a leggere io le vostre storie, traduzioni e interventi e ora voglio ricambiare.
continuate a farmi sapere cosa ne pensate.
Ciaooo

CITAZIONE (italia74 @ 13/11/2012, 13:17)
Che bello una nuova ff! Grazie Cdf. E' sempre un piacere leggere ff tradotte. Aspetto il seguito. L'inizio è più che promettente. ;)

E' vero, italia, un inizio che comincia a farci apprezzare la "posizione di partenza" di molte pedine, ma ci sono ancora diversi altri pedoni da presentarci, prima di cominciare a giocare sul serio! Sarà una partita lunga!
Alla prossima, spero presto.
Ciaooo
 
Top
view post Posted on 15/11/2012, 07:30     +1   +1   -1
Avatar

Group:
Special friend
Posts:
9,720

Status:


Ciao a tutti.
Non so se oggi riuscirò a collegarmi, quindi prima di andare al lavoro vi lacio il secondo capitolo della nostra storia, appena tradotto.
Entra sulla scena una vecchia conoscenza che forse ben pochi si aspettavano di re-incontrare, ma che giocherà un ruolo fondamentale..

Buona lettura e buona giornata!

Capitolo 2°

Quel sabato la neve smise di cadere e il sole coraggiosamente fece capolino tra le nubi quando Archie arrivò alla casa di Pony.
Per fare Il tragitto di 50 miglia da Chicago c’erano volute più di due ore, a causa delle pessime condizioni delle strade ed era esausto, ma la stanchezza si dissolse non appena sceso dall’auto e immerso nell’aria limpida e fredda. Aveva lasciato la business school dell’università di Chicago per le vacanze del Ringraziamento e aveva fatto tutto il tragitto sulla sua nuova Crossley, che si era comportata a meraviglia. All’improvviso avvertì la mancanza di suo fratello con un dolore sordo, ricordandosi della sua automobile e di tutte le sue invenzioni che immancabilmente finivano in un fiasco.
Il gruppetto davanti all’orfanotrofio alzò lo sguardo verso di lui non appena sceso dall’auto; la donna in abito da suora sorrise nel riconoscerlo e agitò la mano in un saluto. Archie rispose al saluto.
-Suor Maria! – chiamò, avvicinandosi al gruppo di bambini che giocava davanti al portone – Sono Archie, suor Maria, si ricorda di me?- domandò, avvicinandosi e tendendole la mano.
- Ma certo! Il fidanzato di Annie. Eravate qui pochi mesi fa per il compleanno di Candy. Annie non è con lei, oggi?- gli chiese la suora stringendogli la mano.
- No, in realtà sono venuto solo a portarvi un po’ di cose da mangiare; che ne dice di portare tutto dentro? La prossima settimana è il Ringraziamento, c’è tacchino e molte altre prelibatezze e sul sedile posteriore dell’auto c’è una sorpresa per la casa di Pony- disse, le ultime parole in un sussurro.
La matura signora era entusiasta:
-Oh, grazie Archie, è così gentile da parte sua. Io e i bambini porteremo tutto dentro da soli..una sorpresa, eh? Miss Pony è andata a trovare Tom, ma se vuole vedere Candy, la troverà sulla collina dietro la casa, quella con il grande albero - disse indicando il luogo.
Archie sorrise ringraziandola, le consegnò le chiavi della macchina e si affrettò lungo la strada, salutando i bambini che ricordava dall’ultima visita che aveva fatto. La collina si trovava sulla parte posteriore della casa e il ragazzo fu colpito dalla serenità e dalla bellezza che irradiava il posto.
Candy aveva appena terminato di leggere una lettera seduta sul suo ramo preferito di papà albero quando scorse la figura familiare che si avvicinava.
-Archie! – chiamò, felice di vederlo; il giovane, elegante come sempre, indossava una camicia di seta su pantaloni neri.
Il ragazzo alzò lo sguardo e quasi svenne, vedendo dove si trovava e a che altezza fosse.
-Candy! –si rivolse a lei, a bocca aperta e improvvisamente senza parole.
La ragazza scese giù velocemente dall’albero mentre Archie tratteneva il respiro, temendo il peggio.
-Ti arrampichi ancora sugli alberi, maschiaccio? – le disse quando toccò terra sana e salva, andando con la mente ai giorni del college, quando li raggiungeva nel dormitorio dei ragazzi.
-Le vecchie abitudini sono dure a morire, suppongo. Sei timoroso proprio come Annie, dovresti provare prima o poi: Albert potrebbe insegnarti – disse lei, facendogli l’occhiolino e togliendosi le foglie che le erano rimaste sugli abiti. Indossava uno spesso maglione di cachemire sopra pantaloni pesanti e aveva il respiro affannato dallo sforzo. I suoi occhi brillavano ancora come smeraldi, osservò Archie, ma non portava più i codini e raccoglieva ora i suoi morbidi riccioli biondi in una coda.
-C’è Annie?- gli chiese lei, cercando con lo sguardo dietro di lui. Archie ed Annie erano una coppia consolidata e tutti si aspettavano che dove ci fosse l’uno si trovasse anche l’altra.
Egli scosse il capo.
-No, lei e sua madre dovevano vedere alcune persone questo week-end per..uhm..i preparativi del matrimonio. Erano noiosi discorsi da donne e così, eccomi qua!- Archie prese un appunto mentale di parlare di questo con Annie.
Candy pensò fugacemente che la sig.ra Brighton probabilmente aveva deciso di rivolgersi a un aiuto professionale per organizzare le nozze. Cominciava ad andare di moda rivolgersi ai wedding planner da parte delle madri delle spose che volevano un matrimonio da favola, per occuparsi delle partecipazioni, del fioraio, del catering e della sarta; organizzare un matrimonio era diventato un impegno al quale bisognava cominciare a dedicarsi circa tre anni prima del grande giorno!
Un po’ dispiaciuta di non poter incontrare sua “sorella” Candy disse:
-Ho ricevuto una lettera di Patty dalla Florida – mostrandogli la lettera che stava leggendo.
Patty era tornata in Florida dopo una breve permanenza alla casa di Pony, per accudire la nonna che si era ammalata
-Come sta?- chiese Archie, togliendole una fogliolina che era le rimasta attaccata alla spalla.
Candy lo aggiornò sull’amica, mentre Archie la guardava con ammirazione.
Si pensava che Candy si sarebbe fermata solo per un breve periodo alla casa di Pony e invece il periodo si era rivelato più lungo del previsto. Sapeva tramite Annie che Candy lavorava sporadicamente all’ospedale dei bambini del Michigan, un po’ distante da lì. Albert non era riuscito a convincerla a tornare a vivere a Chicago, anche dopo che l’ostracismo di tutti gli ospedali nei suoi confronti, causato da Neal, era terminato.
-Archie, mi stai ascoltando? Ho detto che dobbiamo organizzarci per vedere Patty quando tornerà qui dopo la guarigione di sua nonna- la voce di Candy improvvisamente lo riportò alla realtà. Quindi Patty stava tornando sulla East coast.
-Ma certo! – sorrise, prendendola per un gomito – Comunque, ho portato cibo e una sorpresa per la casa di Pony.
Candy sorrise: Archie conosceva bene le sue debolezze!
-Una sorpresa?- esclamò
-Prima di andare a mangiare, fammi vedere la vista che si gode da questa collina - disse, lasciandole il braccio e facendo un respiro, mentre una fresca brezza gli scompigliava i capelli.
Candy mise via la sua lettera e prontamente lo accontentò, camminando con lui sulla collina così piena di ricordi; dalle zone ricoperte di soffice erba, a quelle dove crescevano maestosi alberi e immense rocce di ogni colore e forma, e pietre piatte. Sotto di loro si scorgevano file e file di case e fattorie che da lassù sembravano piccole come giocattolini e un boschetto di pini completava il quadro. La neve già ricopriva gli alberi, facendoli assomigliare a dolcetti di zucchero.
-Non ci sono parole per descrivere questa vista - esclamò Archie, vicino a lei, osservando il panorama sotto di loro.
Candy rammentò che Anthony non era mai riuscito a venirci. E, immediatamente dopo, andò con la mente a quel giorno di inverno in cui Terence si era arrampicato fin lì da solo.
-Da qui parlo con Stear che è lassù in cielo – disse con solennità.
Un lampo di dolore attraversò il volto del giovane.
-Mi manca così tanto…avevamo solo un anno di differenza, lo sai. I nostri genitori non c’erano mai e siamo cresciuti insieme, noi ed Anthony- rispose lui.
Candy rimase in silenzio, per non interrompere il flusso dei suoi ricordi.
-Ricordi il giorno in cui ci incontrammo al cancello dietro la cascata?
Lei annuì. Com’era giovane allora! Aveva passato dei terribili momenti coi Legan, ma sembrava tutto così lontano, adesso…
-E’ stato uno dei giorni più memorabili della mia vita –continuò Archie - non riuscivo a toglierti dalla mente e continuavo a pensare a te. Sei stata sempre speciale per me, Candy - disse con voce carezzevole, continuando a guardare il panorama sotto di lui.
Candy fu colpita dalle sue parole e si voltò a guardarlo.
-Archie, anche tu sei speciale per me. Sei come un fratello e il mio migliore amico fin dai giorni della mia infanzia. E adesso che stai per sposare Annie diventerai mio fratello nel vero senso del termine.
Archie si volse verso di lei con un mezzo sorriso. “No..non c’è nessuna speranza per me” pensò.
Il suo sentimento per lei avrebbe dovuto morire molto tempo prima. Doveva imparare ad amare Annie…Eppure, in un piccolo angolo del suo cuore, aveva continuato a sperare.
-Lo ami ancora, Candy?- domandò improvvisamente, senza il bisogno di spiegare a chi si riferisse.
-Il tempo mi ha guarito, Archie. Non voglio più parlarne- disse lei alzando le spalle ed evitando il suo sguardo.
“Tu stai ancora soffrendo per lui, mia piccola Candy; anche se ti ha lasciata per un’altra e non ti merita”
Archie decise di non insistere.
-Voglio vedere la tua sorpresa e sono piuttosto affamata!- disse Candy all’improvviso, in un tentativo di stemperare la tensione.
Lui rise e la riportò indietro all’orfanotrofio.

Suor Maria e i bambini stavano ancora portando dentro le cibarie, quindi fu Archie portare la “sorpresa” in casa.
Si trattava di un aggeggio somigliante a una scatola, alto circa tre piedi e i bambini si affollarono attorno.
-E’ un frigorifero – spiegò – serve a mantenere freschi cibo e bevande con una refrigerazione meccanica.
Candy aveva già visto qualcosa di simile all’ospedale, ma i privati stavano appena iniziando a conoscere questi nuovi elettrodomestici.
-Adesso non dovremo più lasciare gli avanzi nella neve!- disse uno dei bambini e tutti risero.
Il nuovo frigorifero fu portato velocemente in cucina e finalmente tutti si sedettero per il pranzo.
- Perché non vieni a Chicago per il giorno del Ringraziamento, Candy? – Chiese Archie mentre mangiavano.
Candy scosse la testa: vedere Neal, Iriza e la zia Elroy? Non era in cima alla lista delle sue priorità.
-Neal e Iriza non torneranno dalla Florida e dubito che la zia Elroy si unirà a noi – continuò lui , ricordando la durezza della zia con Candy, al suo ritorno da New York.
-Non lo so, può darsi…ci penserò su. E prometto di chiamarti se cambierò idea, visto che adesso abbiamo anche una linea telefonica qui alla casa di Pony – sorrise.
Erano arrivati al dolce quando tornò Miss Pony che si dimostrò entusiasta di trovare il nuovo frigorifero e ringraziò Archie profusamente, fino a fare arrossire il ragazzo.
Candy gli rivolse un sorriso riconoscente, terminando di mangiare la seconda fetta di torta di zucca.

Berna, Svizzera.
Diana Marlowe tirò fuori il suo dizionario tedesco mentre si trovava sul taxi e sospirò: forse sarebbe stato meglio portare con sé anche un vocabolario di francese.
Ancora non riusciva a capacitarsi di cosa le fosse preso quando aveva accettato di fare tutta quella strada per vedere il dott. Vanghetti, uno specialista di protesi alle gambe.
Tutto per Suzie” pensò “Almeno spero che approfitti della situazione per fare passi avanti con Terence, adesso che io non ci sono. Non ha ancora fissato la data delle nozze dopo tre anni!”
C’era stato un tempo in cui non era ancora così cinica, ma il suo idealismo l’aveva abbandonata molto tempo prima.
Si sporse in avanti per rivolgersi all’autista:
-Inselspital, bitte! – sperò che l’avesse capita.
-Ja Frau, in 20 minuten dort sein – (Sissignora, saremo lì in 20 minuti)
La donna si appoggiò al sedile e osservò il paesaggio completamente ricoperto di neve che scorreva davanti ai suoi occhi.
Tra gli edifici nel centro storico spiccavano i portici del XV secolo e le fontane del XVI secolo. Le case erano costruite di pesante pietra, adornate di sfavillanti fioriere di gerani sui balconi che guardavano verso il fiume Aare. Le montagne si ergevano sullo sfondo, lo Jura dominava a nord-ovest e le Alpi e le sue cime a sud. Il cuore della città, con la sua deliziosa architettura medievale, si trovava lungo il fiume Aar tra la guglia ramata della chiesa di Nydegg e la torre dell’orologio del XIII secolo.
La Svizzera aveva mantenuto la sua neutralità in guerra , sebbene stesse soffrendo di qualche difficoltà nell’economia, dovute alla penuria di carbone.
Deve essere bello qui in primavera o in estate” pensò, sentendosi improvvisamente triste al pensiero di non poter portare Suzie con sé. Sebbene il viaggio verso l’Europa fosse più breve ora, la traversata in transatlantico durava ancora 12 giorni e sarebbe stato troppo pesante per lei. Non c’era agibilità per le sedie a rotelle sulle navi e Terence non poteva lasciare il suo lavoro in teatro, che costituiva il sostentamento di tutti loro. Madre e figlia avevano vissuto in ristrettezze economiche dalla morte di suo marito. La donna aveva lavorato in una fabbrica di abbigliamento quando si erano trasferite a New York, dopo che la figlia aveva superato un’audizione con la compagnia Stratford. Le cose sembravano iniziare ad andare per il meglio quando Susanna aveva avuto i suoi primi ruoli da protagonista, ma proprio allora era accaduto l’incidente.
Avvertì una fitta di colpevolezza, pensando alle pressioni che aveva fatto su Terence affinchè rimanesse con Suzie, ma la scacciò velocemente. Era stata la cosa giusta da fare. Nessuno avrebbe più voluto sua figlia, ora che era un’invalida e Suzie avrebbe potuto tentare di uccidersi di nuovo. Avrebbe potuto…si rifiutava di pensare a cosa sarebbe potuto succedere.
Il taxi si avvicinava alla sua destinazione mentre questi pensieri si affollavano nella sua mente.

L’uomo sulla quarantina indossava un abito scuro. Scese dal marciapiedi e guardò l’edificio che ospitava l’ospedale stagliato davanti a lui.
Ultima fermata prima di tornare in America” pensò. Era stato per mare negli ultimi vent’anni e si sarebbe già fermato molto tempo prima, se non fosse stato per la morte di suo figlio. “Non ho fatto abbastanza per te, povero figlio mio. Non ci sono mai stato per te…Che crudeltà che tu sia morto così giovane!” Fece uno sforzo per smettere di incolpare se stesso: non si poteva tornare indietro nel tempo.
Entrò nell’edificio e si diresse verso l’atrio principale.
- Ich bin hier, Doktor Vanghetti zu sehen? (sono qui per vedere il dott. Venghetti) – una voce di donna con un accento terribile gli giunse alle orecchie.
- Je ne vous comprends pas” (Non vi capisco)- fu la risposta.
Chiaramente americana" pensò l’uomo, osservando da dietro la donna dai capelli rossi, che cercava di parlare all’impiegato tenendo in mano un dizionario.
Avendo pena per lei, le si avvicinò
-Ha bisogno d’aiuto, Madame?- si offrì.
-Una voce americana, grazie a Dio! Ero disperata! - si voltò verso di lui – Stavo cercando di…- ma lei conosceva quella persona!
Anche lui sembrò riconoscerla; frugò nella sua memoria cercando di ricordare il nome.
-Diana? Diana Marlowe?- domandò
Lei annuì.
-Temo di avere dimenticato il vostro nome. Voi eravate uno dei più vecchi amici di Steven, non è vero?-
Non riusciva a ricordarne il nome.
-Patrick Brown, al vostro servizio, madame- le rispose l’uomo, facendo un inchino scherzoso.

FINE CAPITOLO 2°
 
Top
view post Posted on 15/11/2012, 12:44     -1   +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
1,778
Location:
Salerno

Status:


Vincent Brown conosce la madre di Susanna, uhm, speriamo che aiuti Candy e Terence a liberarsi dalle due sanguisughe.
Grazie per l'aggiornamento Cdf. ;)
 
Top
view post Posted on 15/11/2012, 19:47     +1   +1   -1

Group:
FANatic
Posts:
966
Location:
WonderLand

Status:


CITAZIONE (italia74 @ 15/11/2012, 12:44) 
Vincent Brown conosce la madre di Susanna, uhm, speriamo che aiuti Candy e Terence a liberarsi dalle due sanguisughe.

Uhm, mi sorge un dubbio!! Perchè Patrick Brown e non Vincent?
Comunque, mi incuriosisce questa conoscenza con la madre del polpo biondo :odyssea:
L'inizio di questa ff è davvero interessante cara Cerchi di Fuoco x_3c92f0ac per la tua traduzione.
 
Top
view post Posted on 15/11/2012, 22:37     +1   -1
Avatar

Group:
Special friend
Posts:
9,720

Status:


Ciao Candy e Italia.
Grazie a voi!

vi confesso che tradurre questa FF mi sta appassionando anche più che leggerla!
E poi apprendo la mia ignoranza, grazie a voi grandissime: il padre di Anthony si chiamava Vincent???
L'autrice Ayen lo chiama Patrick e sinceramente non so dirvi se ha inventato il nome (io stessa l'ho sempre conosciuto come Sig. Brown...ma forse è colpa della traduzione fabbri che mi ha rovinata.... Qual'è la vostra fonte?) o se nelle traduzioni anglosassoni è così che si chiamava il personaggio...

Comunque, nel prosequio della traduzione, per essere fedele all'intento dell'autrice, continuerò a chiamarlo Patrick...spero di non generare troppa confusione!


Grazie ancora e a prestissimo, sto già traducendo il 3° capitolo! :pc:

Baci
CdF

:mizia:
 
Top
view post Posted on 16/11/2012, 02:03     +1   -1
Avatar

Group:
FANatic
Posts:
2,960
Location:
Toscana

Status:


Cara CdF, questa storia si sta facendo sempre più avvincente e non posso che rinnovarti il mio più sincero grazie per il tuo lavoro di traduzione.

Quanto ai tuoi dubbi sul nome del padre di Anthony sì, ti confermo che si chiama Vincent anche nell'originaria versione delle Novelle della Mizuki, oltre che in Final Story alla quale, comunque, ci hai detto che questa fanfiction è precedente. Hai fatto bene, a mio avviso, a lasciare il nome Patrick, rispettando la volontà dell'autrice. Chissà, magari neanche lei era a conoscenza del nome di battesimo di Mr Brown :unsure: :unsure: :unsure: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:...

Per te:

bimbi%20(24)

 
Top
view post Posted on 16/11/2012, 11:53     +1   -1
Avatar

Group:
Special friend
Posts:
9,720

Status:


Grazie 1000 per i chiarimenti!
Lo diceva sempre la mia maestra delle elementari: "senza basi non andrai da nessuna parte!" :sospiro!:
E più frequento questo forum, più mi accorgo che aveva ragione!!!

Anche i personaggi secondari meritano la stessa attenzione dei nostri beniamini e tra l'altro il padre di Anthony mi ha sempre fatto un gran tenerezza!

A presto a tutte voi!
:mizia:
CdF



 
Top
view post Posted on 16/11/2012, 12:25     +1   -1

Group:
Fan
Posts:
1,469

Status:


grazie per l'aggiornamento. :giusy:
confermo, avendo tradotto una ff anche io (Cerchi e triangoli di Lady Gato), che tradurre assorbe la mente più che leggere semplicemente.
 
Top
view post Posted on 16/11/2012, 12:34     +1   -1
Avatar

Group:
Special friend
Posts:
9,720

Status:


CITAZIONE (arikam @ 16/11/2012, 12:25)
confermo, avendo tradotto una ff anche io (Cerchi e triangoli di Lady Gato), che tradurre assorbe la mente più che leggere semplicemente.

Assolutamente sì, forse perchè ci si sofferma a lungo su ogni espressione per trovare il modo giusto di renderla ed è come vivere più intensamente le emozioni che filtrano dalla pagina!

complimenti peraltro per la tua traduzione di Lady Gato (non te li avevo ancora fatti) perchè l'ho letta anche in inglese ed ha uno stile e un ambiente narrativo veramente difficile da rendere.

Ciao e a presto..
CdF
 
Top
view post Posted on 18/11/2012, 07:53     +1   -1
Avatar

Group:
Special friend
Posts:
9,720

Status:


Buongiorno a tutte, mie care lettrici!
Per augurarvi una buona domenica, posto di seguito, non uno ma due capitoletti della nostra storia. Infatti Ayen alterna spesso dei capitoli più brevi, quasi dei paragrafi.

Nelle pagine che seguono, vedremo Terence alle prese con un passato che vorrebbe disperatamente fare tornare e un altro che si ripresenta, non gradito...

Inoltre, un'altra vecchia amica, per me qui molto più simpatica e divertente rispetto al manga, entra in scena.

buona lettura!
Baci
CdF

Capitolo 3°

Dicembre 1917
New York

Terence Granchester entrò nel suo appartamento e posò le ricette del dottore per le protesi di Susanna sul tavolino.
La nuova protesi era stata messa poche settimane prima e lei stava esercitandosi a muovercisi.
Queste visite dal dottore lo prosciugavano sempre; si stirò e un oggetto di metallo scintillante cadde dalla tasca della sua giacca. Si chinò per raccoglierlo e andò fuori, in balcone, passandosi i capelli tra le sue lunghe ciocche castane e guardando le luci natalizie che brillavano dal grande magazzino lì sotto e tutto attorno per molti isolati.
Era una notte limpida e piena di stelle, ma la bellezza della scena non riuscì a cambiare il suo stato d’animo. Natale aveva smesso di avere qualsiasi significato per lui molto tempo prima, quando era un bambino in una casa in cui Natale significava solo feste sontuose e la possibilità di sfoggiare la ricchezza del Duca.
Sprofondò nella malinconia, ricordando un altro Natale, la prima volta che era venuto in America ed era stato rifiutato dalla madre.
Tre anni prima , aveva pensato che per Natale sarebbe stato sposato al suo amore, ma lei lo aveva lasciato, affinchè compisse il suo dovere…no, non era andata così: lui l’aveva lasciata andare via.
Lanciò un’occhiata al mobiletto dei liquori nel suo appartamento, sarebbe stato così facile bere un po’ per dimenticare, ma non poteva più cercare rifugio nell’alcol, non più dal giorno in cui aveva avuto la visione di lei in lacrime in quel teatro di Rocktown. Era stato molto difficile riuscire a mantenere la sua promessa di rendere felice Susanna, cercando di costringersi a provare qualcosa per lei. Suo padre non aveva sempre detto che gli uomini sono deboli? Secondo lui erano facili da sedurre, e cedevano volentieri ai piaceri della carne. Forse in questo modo suo padre cercava solo di trovare una giustificazione per se stesso, per aver avuto una relazione clandestina con una giovane attrice. Di sicuro lui non aveva preso da suo padre da quel punto di vista: non aveva mai cercato di baciare Susanna e, se per quello, tutti i generi di ammiratrici si gettavano ai suoi piedi, ma non era mai stato tentato di cedere alle loro lusinghe.
Fissò l’armonica che aveva in mano:
“Dove sei Tuttelentiggini? Sei ancora all’ospedale Santa Johanna? Spero che tu sia felice, dovrà essere sufficiente per entrambi, perché io non sono mai più stato felice senza di te
Portò l’armonica alla bocca ma senza suonarla; semplicemente rimase lì, tenendola vicina a sè.

Il rumore di qualcuno che bussava alla porta lo fece trasalire; sua madre aveva una chiave dell’appartamento e lui non aveva mai invitato nessun altro.
-Chi è?- chiese.
-Mr Terence Granchester? Mr Terence Graham Granchester?- rispose una voce maschile dall’altro lato della porta.
Irritato, Terence andò all’uscio e aprì, trovandosi davanti un giovane vestito di nero più o meno suo coetaneo che aveva con sé una valigetta.
-Buona sera, signore, lei è Mr Terence Granchester? Sono spiacente di disturbarla, ma la sua padrona di casa mi ha dato il permesso di salire. L’indirizzo in mio possesso mi aveva portato all’appartamento di Miss Susanna Marlowe. E’ stata lei a darmi il suo indirizzo; io avevo chiamato in teatro, ma mi hanno detto che era già andato via.
L’uomo si dimenava a disagio, passandosi la valigetta da una mano all’altra.
-Chi è lei?- chiese l’attore, gli occhi due fessure.
- Mi scusi, avrei dovuto presentarmi: Sono Mike Thomas, un avvocato della Coudert Brothers, lo studio che rappresenta suo padre negli Stati Uniti- tese la mano a Terence, che continuò a fissarlo senza accennare a dargli la sua.
- Ehm..posso entrare?- chiese a quel punto l’avvocato, visto che l’altro continuava a ignorarlo con fermezza.
Terence aprì la porta e si diresse verso l’interno, sedendosi pesantemente sul divano.
-Cosa vuole adesso mio padre? Non mi aveva disconosciuto?- chiese beffardamente
L’altro lo guardava quasi con fastidio. “Tutti uguali, questi aristocratici: cafoncelli viziati”.
-Abbiamo fatto da garanti per un documento che suo padre ha firmato subito dopo la sua nascita. Lei compirà l’età prevista dal contratto l’anno prossimo, quindi è necessario iniziare le pratiche per trasferirle la proprietà - disse l’avvocato, sedendosi e aprendo la valigetta.
Terence si alzò di scatto.
-Non sono interessato a ciò che mio padre ha da offrirmi, quindi può andarsene.
-Ma, signore, io devo solo lasciarle il contratto, l’atto è incluso al suo interno e lei potrà farne o non farne ciò che meglio crede. Non si tratta di noccioline, se posso esprimermi così. E’ una cifra sufficiente a comprare qualsiasi cosa desideri, anche il vero amore – cercò di scherzare l’avvocato, per alleggerire la tensione.
“Niente senso dell’umorismo, a quanto pare” pensò, però, quando l’attore gli lancio uno sguardo di sbieco, con suoi più freddi occhi blu.
-Adesso le lascio il documento. Sono molto spiacente di averla disturbata. Suo padre ha recentemente scritto una lettera per lei affinchè le fosse consegnata insieme al contratto. Troverà tutto qua dentro.
L’uomo si preparò a congedarsi.
-Non è neanche un po’ interessato a conoscere la cifra?
Terence sollevò un sopracciglio.
-Presumo che me lo dirà comunque, indipendentemente dal mio interesse.
L’avvocato sorrise e annuì.
-Sono tre milioni di dollari.*-


*circa 50.000.000 $ attuali


Capitolo 4°

Eleanor Baker sporse le labbra terminando la lettura dell’articolo sul giornale accompagnato da una foto di Susanna Marlowe che sorrideva all’obiettivo.
A 37 anni, Eleonor era continuamente scambiata per una donna con 10 anni di meno e ancora una delle principali star di Broadway.
L’articolo raccontava di come Susanna e Terence si fossero conosciuti e innamorati, citando l’incidente in cui lei gli aveva salvato la vita come un evento che li aveva resi ancora più uniti.
Ma naturalmente Eleonor sapeva bene come stavano realmente le cose: lei c’era a Rocktown, ed era quasi impazzita nel vedere suo figlio sprofondare nella spirale dell’alcolismo. Era stato un miracolo che Candy fosse stata lì, per riportarlo alla vita e a Broadway, dove lui era tornato.
Quando Terence era tornato a New York, lei aveva creduto che avrebbe lasciato Susanna e che sarebbe tornato da Candy, ma a quanto pare, era proprio figlio di suo padre…
Ci fu un leggero bussare alla porta; la donna guardò l’orologio, cercando di indovinare chi potesse essere a quell’ora tarda.
-Mamma?- la voce di Terence la chiamò da fuori.
-Terence, perché mai non usi la tua chiave? Entra- gli disse aprendo la porta.
Il figlio non era mai andato a trovarla così tardi.
Terry annuì ed entrò mettendosi a gironzolare per la stanza con un fascio di carte sotto il braccio.
La somiglianza tra madre e figlio era sconvolgente: gli stessi occhi blu, le stesse labbra sensuali e lo stesso modo di muoversi, con una grazia innata .
-Mi spiace disturbarti così tardi, mamma, ma ho delle notizie da darti e non potevo aspettare fino a domani – le disse
La madre chiuse la porta d’ingresso e si recò in cucina dove cominciò a preparargli da bere.
-Lasciami indovinare…sono buone notizie? Hai rotto con Susanna?- domandò, la voce smorzata dal paravento.
-Mamma!
-Terence, non prendertela con me solo perché voglio il meglio per te. Sei stato con lei per tre anni. Non è il momento di smetterla di darle false speranze? Non è giusto, tutti si aspettano l’annuncio del vostro matrimonio; lo darete presto? Anzi, le hai mai chiesto di sposarti?- Eleonor emerse dalla cucina reggendo un vassoio con una caraffa e due tazze.
Il giovane si morse un labbro e guardando fisso dinanzi a sè disse:
-Mamma, non sono venuto per parlare di questo. Se continuerai con questa predica me ne andrò.-
L’attrice aggrottò le sopracciglia e lasciò perdere. Suo figlio sapeva essere così ostinato che a volte avrebbe avuto voglia di cacciargli un po’ di buon senso in testa a colpi di padella bollente.
-Tè?- chiese invece.
Il giovane annuì e lei gli porse una tazza. Terence le diede i fogli che aveva con sé.
-Di che si tratta?- chiese lei
-Da parte di papà: queste sono istruzioni per i suoi avvocati e l’altra è una lettera diretta a me. Per favore, vuoi leggerla?-
-Tuo padre ti ha contattato?
Terence si sedette sul divano e vide il giornale che la madre stava leggendo, aperto alla pagina con la foto di Susanna. Nonostante la lunga assenza dai circuiti teatrali, era ancora buona merce per i tabloid. Scorse velocemente l’articolo e sospirò, sentendo le mura che lo circondavano incombere sempre più su di lui e imprigionarlo.
-E così ti dà un sacco di soldi, eh? Hai letto la lettera di tuo padre?- Chiese sua madre, dopo aver terminato la lettura dei documenti e della lettera, visibilmente pallida.
Il figlio annuì.
-E ora cosa hai intenzione di fare?-
-Non c’è molto che io possa fare. E’ già in viaggio. Penso che lo vedrò prima di Natale.
Un simpatico confronto con suo padre, proprio quello che sperava per le vacanze.

FINE CAPITOLO QUARTO
 
Top
314 replies since 12/11/2012, 19:53   23621 views
  Share