Carissime
per voi due nuovi capitoletti nei quali i fili della nostra storia cominciano, seppure da lontano, a intrecciarsi e introduciamo i due fratelli coltelli, con una Iriza in grande spolvero (si fa per dire..) alle prese con un Neal ancora più tonto del solito...
In questa uggiosa giornata cosa c'è di meglio che essere trasportati nella Chicago degli anni 10 o sotto il sole della Florida (per quanto non nella camera di Iriza?) .
Buona lettura e buona giornata!
CdF
Capitolo 5°
Il telefono giocò un ruolo fondamentale nella Grande Guerra; i soldati di fanteria avevano il compito di srotolare i cavi del telefono nelle loro avanzate, mentre l’artiglieria li copriva con fuochi di sbarramento.
Alla fine del primo decennio del XX secolo, migliaia di case negli Stati Uniti avevano istallato un telefono.
Due settimane prima di Natale, gli abitanti della casa di Pony finalmente ebbero il proprio.
I bambini erano eccitatissimi per la novità, ma all’inizio non ci fu modo di usarlo molto, perché tutti conservavano l’abitudine di scrivere lettere.
Miss Pony, Suor Maria e Candy impararono a usarlo da zero e la prima volta che usò il telefono, Candy lo fece per chiamare Albert.
-Chicago 2651, per favore- disse all’operatore e fu affascinata da quanto sembrasse vicina la voce di Albert, come se lui si trovasse proprio di fronte a lei.
Albert fu eccitato di sentire la sua voce dall’altro lato della cornetta, ma insistette che doveva continuare a scrivergli le sue lettere, anche se adesso le era sufficiente prendere il telefono e parlare con lui.
-Ci sei mancata per il Ringraziamento, Candy – le disse Albert, stringendo la cornetta più vicino; George era sul retro, pronto per accompagnarlo in un'altra impegnativa giornata.
Candy promise che sarebbe andata a trovarlo a Chicago prima di Natale, non appena avesse potuto prendersi qualche giorno di permesso dall’ospedale.
-Essere un’infermiera ‘anziana’ ha i suoi vantaggi - scherzò.
-Annullerò tutti i miei impegni per te; devo solo incontrarmi con Patrick a New York in quei giorni, ma per il resto sarò a tua disposizione. Anche Annie ed Archie dovrebbero essere liberi da impegni – disse Albert.
-Lo zio Patrick?
-Sì, il padre di Anthony ha smesso di navigare e torna in America - La sua voce venne interrotta da un disturbo della linea.
Candy ricordava il gentiluomo che aveva incontrato al funerale di Stear. La zia Elroy le aveva impedito di partecipare, ma l’uomo l’aveva raggiunta. Sarebbe stato bello rivederlo, un legame col suo primo amore.
-Mi farebbe piacere rivederlo, forse potrò incontrarlo a Chicago?
-Forse. Comunque andrò a prenderlo a New York. Ci organizzeremo quando sarai qui.
La conversazione si spostò su Patty.
-Arriverà dopo Capodanno. I suoi genitori le hanno dato il permesso di fermarsi per un po’ alla Casa di Pony- disse Candy
-Significa che dopo capodanno verrai anche tu a Chicago? La villa è piuttosto solitaria senza di te- disse l’uomo, incrociando le dita e sperando che lei dicesse di sì.
Lei rise:
-Mi piace l’ospedale dei bambini, ma continua a insistere e potrei cambiare idea!
Continuarono a conversare di altri argomenti e al termine della loro telefonata Candy chiamò Annie.
Annie aveva trascorso il giorno del Ringraziamento nell’Indiana da dei parenti, così le due ragazze non avevano avuto la possibilità di incontrarsi. Pianificarono di incontrarsi prima di Natale, dopo gli esami scolastici di Annie.
Annie sospirò malinconicamente dopo aver riagganciato. Le mancavano i giorni in cui lei e Candy erano sempre insieme; da quando Candy era tornata alla Casa di Pony e aveva cominciato a lavorare all’ospedale e lei si era iscritta ad una scuola di Chicago, le due ragazze non riuscivano più a vedersi quanto avrebbero voluto.
Ancora una volta, Annie si chiese come sarebbe stata la sua vita se non ci fosse stata Candy. I Brighton avevano deciso di adottare lei anzicchè Candy solo a causa del piano che quest’ultima aveva messo in atto per non farsi adottare. Candy aveva convinto Archie a stare con lei. Le cose sarebbero state diverse per lei se Candy non ci fosse stata? Forse sarebbe stata l’amica, in quel momento, a preparare il matrimonio, invece di starsene lì col cuore infranto?
Ancora dopo tanto tempo Candy rifiutava di parlare della sua separazione da Terence. Annie non aveva mai capito perché sua sorella avesse rotto con Terence; poteva solo cercare di mettere assieme frammenti e pezzi della storia dagli articoli dei giornali. Forse Terence aveva deciso di lasciare Candy dopo essersi innamorato di quella ladruncola di attrice dopo l’incidente, come dicevano tutti quegli articoli.
Ad ogni modo, Annie decise di tentare di convincere Candy a tornare a Chicago; era tempo che smettesse di avvilirsi e uscisse dal guscio in cui si era rintanata.
Capitolo 6°
Iriza Legan si svegliò calda e dolorante, come se avesse la febbre. Il sole della Florida era implacabile quel mese; era l’inverno più caldo che avessero mai avuto da quando era lì. Si alzò intontita e si diresse verso il vaso da notte, dove vomitò tenendosi lo stomaco.
Sospettava quale potesse essere la causa del suo malessere, ma non poteva credere che fosse successo veramente. Tornò a letto, gettandovisi sopra, e ansando suonò il campanello che si trovava dietro al letto.
La sua cameriera personale arrivò subito.
-Portami un po’ d’acqua e dì al signor Neal di venire subito da me.
La cameriera chinò il capo e chiuse la porta. Lei gemette e nascose la testa sotto il cuscino.
“Stupida! Stupida! Stupida! Non può essermi successo davvero!”
Bussarono alla porta e Iriza si alzò rapidamente. Era Neal, che chiedeva il permesso di entrare.
-Cosa è successo, sorellina? Ti sei svegliata presto oggi – Neal Legan entrando fissò gli occhi castani su sua sorella ed esclamò – Hai un aspetto orribile! Sei malata?
La ragazza tentennava se dirgli la verità. Suo fratello non era più il complice affidabile che era ai tempi di Chicago: si era rammollito dietro a quella orribile e promiscua ragazza. Non aveva mai agito con determinazione nel corso di tutto quel colossale fiasco che era stato la faccenda del fidanzamento.
La cameriera bussò ed entrò portando l’acqua. Iriza aspettò che uscisse, prima di parlare.
-Devo tornare a Chicago e vedere un dottore - disse finalmente.
-Chicago? Perché, non ti fidi dei medici di qui? Hai l’influenza? – le domandò il fratello, fissandola.
-No, idiota! Quanto sei stupido! Sono …in condizioni delicate.
Neal impallidì:
-Iriza, delicate?...tu…tu aspetti..sei incinta? Ma di chi? Sei stata vista con talmente tanti uomini, ultimamente…
-Taci! – lo interruppe lei – E’ un incidente. Non sono sicura di chi sia il padre…ho bisogno del tuo aiuto, Neal. Mamma e papà non devono saperlo. Dobbiamo trovare un modo per andare a Chicago senza che vengano con noi.
-Di sicuro ti uccideranno! Cosa pensi di fare? Abbiamo ancora la scuola - esclamò Neal, fregandosi il mento. Come faceva sua sorella a starsene lì calma e seduta, dicendogli che era incinta? E per giunta che non sapeva chi era il padre! Era sempre stata promiscua, ma questo era troppo!
-Lo so! Diremo loro che siamo stati accettati all’università di Chicago. Proprio in tempo per iniziare le lezioni a Gennaio. Papà ha ancora molti affari da curare qui in Florida e convincerà la mamma a restare con lui.
La mente fertile di Iriza aveva già concepito un piano.
-Iriza! Ma come puoi essere così stupida? Fin dove ti vuoi spingere? Non puoi tenere la cosa nascosta per sempre, dovrai sottoporti a visite di controllo, pensa allo scandalo! Quando il dottore di famiglia lo saprà di sicuro lo dirà a mamma e papà!
Neal si agitava per la stanza, improvvisamente sgomento.
-Non ho intenzione di andare dal nostro medico di famiglia. Devo liberarmi di questa cosa.
-Iriza! Non puoi sottoporti a un aborto in un vicolo! Morirai!
-Allora trovami un dottore che tenga la bocca chiusa! - sbuffò la ragazza.
I pensieri di Iriza turbinavano nella sua mente. Probabilmente sarebbe riuscita a nascondere la gravidanza fino al quinto mese. Per fortuna, i suoi genitori dovevano andare in Ohio quell’estate, per visitare dei parenti; con un po’ di fortuna il bambino sarebbe nato e sarebbe stato dato via senza che i suoi genitori ne sapessero nulla. Sarebbe stata a scuola per i successivi cinque mesi.
Quanto alle visite di controllo..non ne avrebbe avuto bisogno… Un momento! Un barlume di piano cominciò a prendere forma nella sua mente.
-Neil! Ti piacerebbe prenderti la rivincita su quella tua orrida ragazza per averti rifiutato? – domandò con gli occhi che brillavano.
-Cosa intendi dire? Sai cosa mi farebbe lo zio William se solo provassi a respirare la sua stessa aria.
-Già! Lo zio William la vuole per sé. Il modo in cui la guarda…è ammaliato anche lui, proprio come te!
-Hai una mente malata, Iriza, stai attenta. Te la passerai davvero male, se lui davvero la sposerà - ribattè Neal, cercando di difendere Candy.
-Questo non succederà, Neal, nemmeno in un milione di anni, ascolta… - Iriza si avvicinò e cominciò a esporgli il suo piano.
FINE CAPITOLO 6°