Ciao a tutti!
La follia che state per leggere (sebbene siate ancora in tempo per chiamarvene fuori…) necessita di una breve premessa per chi non ha letto la FF “Un tempo sono stato amato”.
A un certo punto, tra un commento e l’altro, la mia cara Piccoletta76 ha fatto notare come tutte le difficoltà e le separazioni che Candy e Terence avevano affrontato nel corso della loro storia avrebbero avuto facile rimedio se ci fossero stati i mezzi di comunicazione moderni a tenerli in contatto…
Questa osservazione apparentemente innocente, che in una mente meno perversa della mia sarebbe caduta nel vuoto, ha stimolato la mia immaginazione e così, spinta dall’incoraggiamento di Piccoletta (e probabilmente anche dagli effetti di una fetta di troppo di Tiramisù alla Nutella il giorno di Natale) ho partorito una breve One-Shot in cui provo a dare la risposta alla domanda: “cosa sarebbe successo se…”. L’idea originale si è anche arricchita di alcune conversazioni avute con altre carissime amiche forumelle, ma con ciò non voglio assolutamente accusarle di essere state mie complici in ciò che state per leggere…
Sebbene non sia la prima cosa che scrivo di mio pugno, è la prima volta che pubblico su questo forum non una traduzione ma parole interamente mie, e non posso che dedicare questo esordio a Piccoletta. Non so se dopo averla letta ne avrà piacere….
Buona lettura!
INTRAPPOLATI NELLA “RETE”.
La porta della stalla che si apriva produsse un sinistro scricchiolio che fece sussultare Candy. Il buio era pressoché totale, ad eccezione della pallida lama di luce lunare che penetrava dalla fessura attraverso cui la ragazza si insinuò rapidamente per poi richiudere subito la porta.
- Terence… ! - chiamò con voce tremante.
Dal fondo si accese la luce di una lanterna che illuminò il volto di Terence.
- Candy, eccomi!
La situazione era decisamente surreale. Perché Terence le aveva scritto quel messaggio chiedendole di incontrarsi nelle stalle? Candy dovette ammettere che il brivido che la percorreva era allo stesso tempo di paura e di piccante aspettativa…
- Terence, perché mi hai chiesto di venire qui, di che cosa volevi parlarmi?
- Ma… veramente, Candy, dal tuo messaggio su “
what’s app” io avevo capito che TU avessi bisogno di incontrarmi qui … !
Terence nascose abilmente un sospiro di delusione, nonostante si sentisse giustamente piuttosto irritato: insomma, cos’altro poteva significare l’
emoticon raffigurante la stalla accanto a quello di una faccina che mandava baci, se non una serata di un certo tipo? Terence pensò stizzito che bisognava decisamente smetterla di usare le “faccine” e tornare a parlare il buon vecchio inglese… Se era andato bene per Shakespeare sarebbe andato bene anche per loro, accidenti!
- Terence, io ho ricevuto una tua e-mail oggi in cui mi davi appuntamento qui per parlarmi di qualcosa di importante… - spiegò Candy, mentre un barlume di sospetto cominciava a intrufolarsi nella sua mente.
Terence alzò gli occhi al cielo. La sua Tarzan Tuttelentiggini era certamente adorabile e lui non vedeva l’ora di riprendere con lei il discorso bruscamente interrotto alla festa di maggio da quei due schiaffoni, ma non si poteva certo dire che fosse un fulmine di furbizia…
- Scusami, Candy, ma secondo te, se avessi avuto qualcosa di importante da dirti, perché non te lo avrei scritto nell’e-mail invece di farti venire qui a notte fonda col rischio di essere scoperti? – le chiese con dolcezza.
- Ehm… hai ragione, Terence, non ci ho proprio riflettuto… è che sai… a volte entrambi facciamo cose un po’ strane! Ti sembrerò matta, ma talvolta ho quasi la sensazione che non siamo completamente liberi nelle nostre azioni e che siamo manipolati e fatti agire in maniera totalmente idiota come dalla mano di una str…strega, e quindi ho imparato a non pormi troppe domande sul nostro comportamento!
-Uhm… - Terence rifletté sulle parole di Candy - non posso darti torto… mi ricordo ad esempio di quella volta in cui me ne sono andato dalla tua stanza, la notte in cui tu eri uscita per cercare le medicine per la mia ferita. Sapevo che era una st…stupidaggine, in effetti. Insomma, eri uscita dal collegio in piena notte sfidando tutte le regole e rischiando grosso per me… il minimo che avrei potuto fare era aspettarti e assicurarmi che tornassi sana e salva! Ma ho sentito anch’io una specie di mano che mi spingeva ad andarmene prima del tuo rientro!
- Infatti, quella volta sei stato proprio strano! Anch’io certe volte ho la stessa sensazione… per esempio tutte le volte in cui m’immischio nei fatti privati degli altri, anche emeriti sconosciuti, senza che nessuno me l’abbia chiesto. Io non sono veramente così impicciona… c’è una forza superiore che mi spinge…
-Già. Dimmi, Candy, è quello che ti è successo quando mi hai schiaffeggiato dopo che ti ho baciata? Ti sei sentita forzata dalla str…strega cattiva a farlo? – chiese Terence, aprendo il suo cuore alla speranza.
-No, Terence, in quel caso ero proprio io che volevo schiaffeggiarti, lo sai che sono una puritana! – disse Candy con un tono oltraggiato.
-Certo, capisco… - Maledizione, pensò Terence, sembrava proprio che non si aprisse nessun margine di manovra su quel fronte!
All’improvviso un rumore dall’esterno li fece sobbalzare. Erano dei passi che si avvicinavano rapidamente.
-Oh mio Dio, Terence, sta arrivando qualcuno! – Candy si strinse a lui, terrorizzata.
Anche se non era il momento opportuno per farlo, Terence si concesse di godere per la vicinanza ravvicinata con la sua amata Tuttelentiggini: chissà quando gli sarebbe ricapitata un’occasione come quella!
- Sta zitta Candy, non fare rumore! – le raccomandò Terence, spegnendo la lanterna e acquattandosi con lei sul fondo della stalla.
La porta si aprì e, illuminate dalla luce delle lanterne, apparvero Suor Grey, Suor Chris, suor Margaret e quelle due impiccione di Iriza e Louise. Nonostante la tensione spasmodica del momento, Terence rifletté fugacemente sul fatto che un’altra cosa incomprensibile della loro storia era che nessuno in quella scuola si fosse ancora stancato di correre su è giù per il collegio per verificare le continue delazioni di quelle due asfissianti pettegole a tutte le ore del giorno e della notte…
Ma adesso il problema era serio: quella volta Iriza e Louise avevano portato suor Grey esattamente nel punto da cui proveniva la puzza di bruciato… e avevano trovato l’arrosto!
- Sig. Terence Granchester, signorina Candy Andrew… !
La voce di Suor Grey sembrava una lama di ghiaccio e Candy rabbrividì più che mai, stretta a Terence (tra l’altro, era proprio piacevole stare stretta a lui, aveva un buon profumo muschiato e… Candy ebbe una fugace visione di come avrebbe potuto evolversi la vicenda del bacio, invece che con due schiaffi, ma si affrettò a scacciarla dalla sua mente: aveva cose più importanti a cui pensare, in quel momento!)
- Il fatto che voi due siate qui da soli a quest’ora è semplicemente VERGOGNOSO – tuonò suor Grey
- Allora è vero che vi incontrate qui tutte le sere.. –mormorò Iriza con voce melliflua
- Iriza, sei stata tu! – esclamò Candy.
- Signorina Candy, la pregherei di non cercare di far ricadere su altri la colpa dei suoi sconci comportamenti. Di fatto qui, in atteggiamenti compromettenti con un ragazzo, abbiamo trovato lei, e non la signorina Legan, alla quale peraltro sappiamo tutti che non dispiacerebbe affatto ma, purtroppo per lei, non troverebbe uno studente disposto a proporle un
rendev-vouz notturno neanche se costringesse il suo facoltoso paparino a pagarlo…
Tutti si girarono con uno sguardo incredulo verso suor Grey che sbatté le palpebre, stupefatta lei per prima di ciò che le era appena sfuggito di bocca… era come se per un attimo la forza superiore che ultimamente le sembrava manipolasse le sue azioni e la guidasse come un robot telecomandato si fosse distratta e avesse lasciato fluire dalle sue labbra quello che veramente pensava.
L’imbarazzo durò solo un momento e poi suor Grey riprese il controllo di sé.
- Ehm, ad ogni modo, come dicevo, signorina Candy, è lei che deve giustificarsi. Cosa ci fate qui????
- Ecco, suor Grey… sono stata ingannata. Ho ricevuto un’ e-mail che credevo fosse di Terence nella quale mi chiedeva di venire qui stasera per parlarmi di una cosa importante…
- E lei va sempre nelle stalle di notte per parlare di cose importanti?
- No, Suor Grey, ha ragione. Sono stata ingenua. Ma lei sa bene quanto a volte io sia candida di nome e di fatto… spero che terrà conto delle circostanze attenuanti!
- Potrei farlo solo se effettivamente fosse possibile dimostrare che è stata ingannata, signorina Candy! - soprattutto in considerazione della cospicua retta annuale che il Sig. William Andrew pagava per tenere la sua protetta nella camera
de-luxe, pensò Suor Grey, ma questo non lo disse.
- Io non ho scritto nessuna e-mail a Candy, suor Grey, glielo posso assicurare – intervenne Terence.
- Sicuro, Sig. Granchester! Il suo passato interamente dedicato alla rottura delle mie… ehm tradizioni… depone a favore di questa sua affermazione, effettivamente! – rispose Suor Grey con una non troppo velata ironia nella voce che nessuno si sarebbe aspettata, data la sua personalità solitamente austera
- Candy, scommetto che non hai conservato traccia di questa fantomatica e-mail… e di sicuro questo ancora più fantomatico mittente ti avrà chiesto di cancellarla dopo averla letta! – intervenne perfidamente Iriza, guardandola con un sorriso trionfante.
- In effetti è così, Iriza…
Terence si lasciò sfuggire un singhiozzo disperato..le cose si mettevano male…
- Però… - continuò Candy titubante – ecco, non so come dirvelo… sapete che io sono un po’ imbranata con la tecnologia… - Solo con la tecnologia? Tutti pensarono la stessa cosa e alzarono gli occhi al cielo, ma nessuno commentò, per non infierire – e così, invece di cliccare su
delete ho cliccato su
print e ho stampato l’e-mail.
Quella rivelazione scioccante fu accolta con le più varie espressioni: dal sorriso trionfante di Terence allo sguardo di terrore di Iriza, passando per la glaciale imperturbabilità di suor Grey che non aveva la più pallida idea di cosa significassero i termini
delete e
print…
- Bene, signorina Candy, ha qui una copia dell’e-mail?
- Sì, anzi, casualmente ne ho qui 18 copie, ho cliccato
print diverse volte, prima di accorgermi dell’equivoco… - rispose Candy, tirando fuori dalle tasche un fascio di fogli.
Le copie dell’e-mail furono distribuite tra i presenti e tutti iniziarono a leggerla:
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Da:
[email protected]Inviato: sabato 22 ottobre 1913 12:39
A:
[email protected]Oggetto: Incontro
Cara Candy, come stai?
O assolutamente bisogno di parlarti di cualcosa di molto importante chè potrebbe cambiare le nostre vite. Vediamocci stasera alle 22.00 nelle stalle, che e il posto più adatto per te, e ti spiegherò tuto.
A stassera
Terence.
p.s. Ai visto cuel grazioso vestitino di velluto verde che indossava Iriza domenica scorsa? Le donava molto, dovresti fattene uno uguale, ma oviamente a te non starebe bene.
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Terence fu il primo a terminare la lettura e sobbalzò. Il suo animo era diviso tra la rabbia all’idea che qualcuno avesse potuto tendere una trappola alla sua Candy e l’indignazione al pensiero che lei avesse davvero potuto credere che un ribelle intellettuale e
naif come lui possedesse un account chiamato: “ilmioquorebatteperte”
- Ehm, Candy – le sussurrò all’orecchio – tesoro, ci siamo già scambiati delle e-mail, alcune anche abbastanza piccanti, per dirla tutta, visto che il tuo puritanesimo scompare d’incanto quando ti senti protetta dallo schermo di un pc… - Candy arrossì al pensiero di quelle e-mail – e sai che il mio account è “terencegraham.granchester” come hai potuto pensare che usassi un nick-name così ridicolo? A volte ho la sensazione che tu non mi conosca affatto!
- Hai ragione, Terence, ma ho pensato che fosse uno dei tuoi soliti scherzi, come quando mi chiami Tarzan Tuttelentiggini - si giustificò Candy. Terence aveva ragione, doveva proprio cominciare a smetterla di non farsi mai domande e di fidarsi sempre di tutto e tutti…
- Sembra proprio che qui abbiamo la prova che la signorina Candy sia stata attirata in un tranello, dopotutto – commentò Suor Grey, la cui voce era appena percepibile nel frastuono quasi assordante causato da un principio di iperventilazione di Iriza
– Adesso si tratterà di risalire all’artefice di questo tranello, non sarà facile capire chi è il colpevole – continuò la direttrice, osservando con indifferenza Iriza che, purpurea in viso, si portava le mani alla gola terrorizzata, e cercava di sgattaiolare nell’ombra per darsela a gambe - Questa indagine è superiore alle mie capacità: chiami la polizia postale, Suor Chris! – concluse Suor Grey.
Il tonfo prodotto da Iriza che cadeva in terra svenuta fu coperto da una voce dalle retrovie:
- Non sarà necessario, Suor Grey, io so chi è il colpevole.
Tutti si girarono nella direzione da cui proveniva la voce e si ritrovarono a fissare Suor Margaret, la quale aveva un’espressione determinata sul viso al posto del solito dolce sorriso.
-Suor Margaret! – esclamarono tutti in coro
-Sì, Suor Grey. Credo di poter dimostrare chi ha scritto quell’e-mail. D’altra parte quando si insegna ortografia e grammatica e ci si trova di fronte a certi orrendi strafalcioni non li si dimentica facilmente… in tutta la mia carriera solo una volta mi è capitato di leggere componimenti al limite dell’analfabetismo come quell’e-mail. Riconoscerei quello “stile” tra mille e sono pronta a testimoniarlo di fronte a qualsiasi tribunale di Sua Maestà! – accusò con veemenza Suor Margaret.
- Non riesco proprio a capire a chi possa riferirsi, suor Margaret! – commentò perplessa Suor Grey, avvicinandosi alla giovane suora per dedicarle tutta la sua attenzione e, nel farlo, scavalcando Iriza, riversa al suolo in preda a tremiti spaventosi.
Si tratta di Iriza Legan, suor Grey! – esclamò Suor Margaret in tono trionfale, lieta di avere avuto i primi cinque minuti di celebrità della sua vita, indicando il fagotto ai piedi della direttrice, la cui colpevolezza traspariva ormai nitidamente dagli occhi sbarrati e vitrei.
Suor Grey lanciò uno sguardo a Iriza ed esclamò in tono sinceramente sorpreso:
-Davvero, Suor Margaret? Incredibile, non lo avrei mai detto! – fece una breve pausa prima di proseguire rivolta al fagotto – Signorina Legan, sono basita! La sua perfidia non ha limiti: non solo ha ordito una diabolica trappola ai danni della signorina Andrew, ma per farlo mi ha anche tenuta in piedi ben cinque ore oltre il mio normale orario per il sonno… la mia punizione sarà tremenda! Suor Chris, la porti nella cella di punizione, deciderò domani la pena più adatta!
Una Iriza ormai in stato catatonico venne portata via da Suor Chris e Suor Margaret, mentre Louise, approfittando del fatto che tutti i riflettori fossero lontani da lei si dileguò nell’ombra.
Candy e Terence si strinsero la mano con discrezione. Erano salvi! Si lanciarono uno sguardo colmo d’affetto e desiderio… l’eccitazione di quella sera aveva risvegliato i loro sensi…
Suor Grey alzò la lanterna verso di loro e immediatamente i due ragazzi si allontanarono l’uno dall’altra, guardandola con sguardo innocente.
- Bene, ragazzi. Per questa volta l’avete scampata, ma, tranello o no, sapete bene di aver violato le regole incontrandovi qui di notte. Dovrei punirvi, ma non lo farò…
Terence e Candy emisero un profondo sospiro di sollievo.
- Come mai tanta generosità nei nostri confronti, Suor Grey? – chiese però sospettosamente Terence, al quale questa improvvisa tolleranza da parte della direttrice sembrò molto strana. Candy come sempre non si era posta troppe domande e si era fidata subito, ma il ragazzo era guardingo.
- Ecco, in effetti, sig. Granchester, in cambio della pietra che metterò sopra questo increscioso incidente, avrei un piccolo favore da chiedervi…
- Aha!!! Lo sapevo, Suor Grey, lei non fa mai niente per niente… vuole una donazione da parte di mio padre, non è vero?
- No, no, niente di tutto questo.
- Allora di che si tratta? Saremo felici di aiutarla, se possiamo – intervenne Candy, sempre generosa.
- Ecco, si tratta di un favore… diciamo così, personale – iniziò Suor Grey esitante – Dovete sapere che è appena arrivato in collegio un mio nipote dall’America. Si tratta di un ragazzo molto taciturno e solitario, e fa molta fatica a stringere amicizia con chiunque… vorrei che voi due, che siete così… ehm esuberanti, lo aiutaste a inserirsi e lo prendeste sotto la vostra ala, per farlo sbloccare un po’… non conosce nessuno e sembra disinteressato a stringere relazioni sociali… l’unica cosa che pare appassionarlo è passare tutto il suo tempo nella sua "stanza dei giochi"… si chiama Christian, Christian Grey.
Suor Grey sembrava seriamente preoccupata e Candy, che non sapeva mai resistere quando vedeva qualcuno in difficoltà, precedette Terence, al quale questo Mr. Grey già non piaceva affatto, e rispose:
- Ma certo Suor Grey, saremmo lieti di stringere amicizia con suo nipote e io personalmente non vedo l’ora di andare in questa stanza dei giochi!
- Molto bene, signorina Candy, a questo punto credo proprio che questo increscioso episodio possa dirsi chiuso. Domani vi presenterò Christian Grey. Sono sicura che non faticherete a distinguere mio nipote a messa, è quel nuovo giovane attraente con gli occhi di un colore strano, come se fossero di cinquanta sfumature di grigio…
E con queste parole Suor Grey si allontanò, dignitosa come sempre, contenta di avere così brillantemente risolto una situazione potenzialmente scabrosa per il suo collegio.
Candy e Terence rimasero finalmente soli e si guardarono negli occhi, senza parlare.
Fu Terence il primo a spezzare il silenzio:
- Hai notato che a nessuno sembra più importare che siamo soli nella stalla, Tuttelentiggini?
- E’ vero Terence, un’ora fa sembrava che non ci fosse mai stato scandalo peggiore in tutta la storia della scuola e ora tutti si sono dimenticati di noi…
- Forse quella str…strega che governa le nostre vite si è assopita…. – gli occhi di Terence sfavillavano.
Candy ci mise un po’, ma alla fine anche i suoi occhi si illuminarono di comprensione.
- Vuoi dire che…
- Voglio dire, mia cara Tuttelentiggini, che un’occasione come questa non ci capiterà mai più… e io ho una tremenda voglia di baciarti ancora!
-Va bene, Terence, però sai che sono puritana, poi dovrò schiaffeggiarti!
-Mandami un sms con la “faccina” di uno schiaffo! – le disse Terence, prima di chinarsi su di lei e imprigionarle le labbra in un bacio che aveva ben poco di puritano.
THE END.
NdA: Qualcuno potrebbe chiedersi come mai nel 1913 ci fossero già e-mail, social network e telefoni cellulari…o magari anche come mai, in quel caso, la gente continuasse ad andare in giro con le lanterne a gas…
Beh, non so spiegarmelo neanch’io; in effetti sarebbe troppo facile dare la colpa di queste incongruenze ad una str….strega che si fosse impadronita delle mie mani e mi abbia fatto digitare strane idiozie sulla tastiera... ma per onestà intellettuale (sebbene il termine “intellettuale” sia fuori luogo) devo confessarlo: tutte le follie di questa FF sono attribuibili a me e soltanto a me!!!!
Un bacio a tutti!
CdF
Edited by cerchi di fuoco - 3/1/2013, 01:20
, un sequel, io la butto lì: Christian Grey per "Cinquanta sfumature di Grigio" e Neal le Tont per "Cinquanta sbavature di Gigio"...
ah ah ah scusate