Candy Candy

L'amore trova sempre la sua via, FF completa

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view post Posted on 12/2/2013, 21:23     +1   +1   -1
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Inutile negare che ritrovando la storia di Candy Candy ed insieme i vostri splendidi approfondimenti sui personaggi, ho avuto bisogno di dare seguito a questa appassionante racconto.
Ho evitato di leggere le vostre ff per non rimanere influenzata e dare libero sfogo ai miei sentimenti.
Mi piacerebbe condivederla con voi, la mia storia, senza titolo ancora. Ovviamente, commenti e critiche sono ben accette! Ho scritto i primi undici capitoli. il resto è un po' scritto, molto nella mia testa, ma non credo supererò di molto i 20 capitoli.
non sono sicura della punteggiatura, non ho mai scritto una storia in questa maniera. Chiedo venia se non sempre sarò corretta!

se faccio copia ed incolla perdo tutti i dialoghi....
posso caricare un pdf?
:mizia:

Edit ottobre 2022
Care tutte, desideravo avvisarvi che la FF è in revisione. Ripristinerò i capitoli mancanti una volta completato il lavoro. Aveva davvero bisogno di essere ripresa in mano.
P.s. per chi si approccerà a questo racconto per la prima volta, fate attenzione agli spoiler nelle ultime pagine del topic!

Edit gennaio/febbraio 2023 Per chi desiderasse rileggere o leggere per la prima volta questa FF, in versione integrale, la trovate al seguente link: https://finalstorycandycandy.com/2023/01/0...-presentazione/
Seguite la procedura. 💖
:35b0ce29cd81660638780ddc943495f

P.S. su questo forum lascerò la versione "pudica". :emo-con-cuore:

Edited by OctoberCCFS - 7/2/2023, 18:35
 
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view post Posted on 13/2/2013, 09:36     +1   +1   -1
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Vi posto i primi due capitoli, spero vi attraggano!


PRIMO CAPITOLO


Un giorno, a New York


Archie arrivò a New York di prima mattina dopo una nottata in treno passata lenta e tranquilla.
La Grand Central Station lo aveva accolto in tutto il suo splendore e la sua freneticità.
“New York sembra non dormire mai” pensò.
Lo attendevano a Whashington Square, la sede centrale dell’Università di New York City.
Dopo che Albert era partito nuovamente per l’Africa era lui ad aiutare la zia Elroy nella gestione degli affari di famiglia. E non solo.
Albert aveva seguito ancora una volta la sua passione per gli animali e per la natura. Per Archie quell’uomo rappresentava un mistero. Ricordava ancora il litigio tra lui e la zia due anni prima nella biblioteca:
– William! Il tuo comportamento è inaccettabile! Sei il capo della famiglia Andrew! Che figura faremo con tutta l’alta società e la famiglia stessa? Non puoi ripartire, per l’Africa poi! Hai delle responsabilità precise e dettate dal tuo rango, ti comporti come un vagabondo. Ho tollerato tutto in questi anni per la tua giovane età, ma adesso basta!- aveva urlato forte la prozia.
– Cara zia, ti senti anziana forse? Suvvia! Sei in ottima forma! Puoi badare tu agli affari di famiglia come hai fatto splendidamente sino ad oggi. George sarà qui con te e mi terrà costantemente informato. Archie ha la testa sulle spalle, si è laureato e sicuramente ti darà il giusto sostegno. Ci sono delle cose che devo portare a termine laggiù, non fermarmi, sarebbe un errore. Ho tutta la vita per potermi fossilizzare a Lakewood – aveva risposto provocatorio.
– Non ti permetto di usare questo tono dispregiativo!
– Perdonami zia, non volevo. Tu sai quanto io ami la mia famiglia e questi luoghi. Non ti deluderò zia Elroy, così come avrò sempre cura della nostra famiglia, non potrei mai dimenticarmene. – Arrivederci e a presto Zia, abbi cura di te – aveva risposto voltandole le spalle deciso a non tornare sui suoi passi.
– William Albert! – lo aveva chiamato la zia già rassegnata.
Anche Mrs Elroy si era voltata dando le spalle alla porta da cui Albert era uscito. La sua espressione era contrariata e grigia.
Aveva ascoltato tutto. Albert lo aveva raggiunto nel salottino attiguo alla biblioteca e lo aveva abbracciato. Gli aveva chiesto di vegliare sulla famiglia in sua assenza e su Candy.
“Candy… non riesco a non sorridere quando penso alla mia cara Candy. Da quando sono sposato con Annie e ci siamo trasferiti a Chicago sono poche le occasioni di ritrovarci. Annie! Chissà se sta bene, l’ho lasciata con un po’ di nausea e con quella peste di Nicholas” pensò Archie.
Archie era in viaggio per incontrare il Professor Nelson un facoltoso professore di ingegneria dell’ Università di NYC. Desiderava mostrargli alcuni disegni di Stear su alcuni progetti per motori di aeromobili.
Aveva una nuova passione, le macchine ed i motori. Era entrato in società con un’ azienda che produceva automobili nel Michigan e progettava con i suoi soci un importante sviluppo nel campo del trasporto civile.
Ci teneva molto Archie a questi progetti e desiderava rendere onore alla passione e al genio del fratello Stear, scomparso troppo presto.
– Maledetta guerra! – pensò affranto. – Quanti altri giovani inghiottirai per la tua sete di potere? Fratello, mi manchi tanto…- sospirò.
Essendo arrivato in anticipo Archie fece una breve passeggiata attraverso il Washington Square Park; il sole era già alto nel cielo e iniziava a fare caldo, il vento umido prometteva una giornata caldissima. Era l’inizio dell’estate del 1917.
Da pochissimi mesi anche gli Stati Uniti d’America erano entrati in quel doloroso conflitto mondiale, avendo dichiarato guerra alla Germania.
Archie finalmente arrivò presso l’università e venne accompagnato dal professor Nelson. Entrò in una sala ben illuminata dalla luce naturale, con ampi scaffali in legno scuro ai muri che accoglievano libri a volte riposti in maniera disordinata. Sul tavolo fogli di carta impilati.
– Sir Cornwell, è un piacere incontrarla! Come posso aiutarla?- L’uomo si rivolse a lui stringendogli la mano.
– Buongiorno Professor Nelson, grazie per avermi ricevuto. Sono quì per mio fratello Stear e anche per affari. Volevo mostrarle questi disegni nei quali mio fratello progettava una turbina a gas rispetto al classico motore a pistoni. Archie poggiò i disegni sul tavolo.
– Mio fratello ed io abbiamo studiato in Inghilterra e Stear, appassionato di motori, aeroplani e invenzioni, si è appassionato ad alcuni progetti già esistenti di questo tipo di propulsione.
– Uhm, sì, so di cosa parla – rispose il professor Nelson incuriosito dai progetti – e a prima vista mi sembra tutto molto interessante. Soprattutto a causa della guerra, tutti i maggiori ingegneri a livello mondiale stanno studiando dei prototipi per fabbricare aerei da guerra più sicuri, veloci e potenti. Ma sempre a causa della guerra al momento tutte le sperimentazioni e la comunicazione con i miei colleghi europei sono bloccate – affermò contrariato.
– Sarò lieto di dare un’occhiata a questi progetti e verrò a trovarla presto. Se mi dà il permesso vorrei discuterne con i miei studenti e magari progettare un prototipo.
– Certo, ha il mio permesso, confido in lei professor Nelson, in nome dell’amicizia che lega le nostre due famiglie.
– La ringrazio Sir Cornwell. Porti i miei più cordiali saluti a Mrs. Elroy.
– Sarà fatto. Arrivederci – salutò Archie uscendo.
Che bella New York! Anche con il caldo afoso non si poteva non ammirare il suo splendore e respirare a pieni polmoni l’odore del mare.
Archie uscì dall’università e si diresse a piedi verso il suo Hotel ma prima fece un salto ad ammirare il Flat Iron.
– Davvero un’opera d’arte per architettura e forma!- disse abbagliato dai raggi del sole che colpivano i vetri.
Acquistò una cartolina raffigurante il grattacielo. Era uno tra i più famosi e conosciuti
di New York, opera di un grande architetto di Chicago amico di famiglia.
Archie proseguì la sua passeggiata e con passo veloce raggiunse il Waldorf Astoria Hotel. Finalmente si ritirò nella sua stanza per riposare.

SECONDO CAPITOLO

Un incontro inaspettato



Erano da poco passate le 17:00 e Archie aveva deciso di passeggiare nel parco adiacente l’Hotel, il più grande di New York. L’indomani avrebbe salutato alcuni parenti e sarebbe ripartito per Chicago.
Passeggiava pensoso in cerca di una panchina ombreggiata con la cartolina in mano:
– Hey! – disse Archie con voce scocciata.
– Le chiedo scusa! – rispose all’istante una voce maschile senza fermarsi.
Un uomo lo aveva urtato e la cartolina gli sfuggì dalle mani finendo a terra. Si piegò per raccoglierla.
Lo osservò: indossava dei pantaloni stretti e lunghi che arrivavano poco sotto al ginocchio. Di color castagna, calzava delle scarpe piatte con dei lacci bianchi e vestiva una maglia a maniche corte dello stesso colore dei pantaloni. Indossava occhiali scuri e un cappello beige con la visiera completavano il tutto. Correva e ogni tanto dava dei pugni in aria, come se colpisse una sagoma fantasma.
Lasciò perdere e decise di rientrare in Hotel, era ancora troppo caldo e giravano tipi strani in quel parco.
– Bentornato Sir Cornwell, è molto caldo oggi a New York! Le prenoto un tavolo per la cena? – lo salutò il concierge all’ingresso.
– Sì la ringrazio, per le 19:00 andrà benissimo. La prego, desidero non essere disturbato.
– Certo Sir Cornwell, chiederò al servizio in camera di preparale la stanza per la notte più tardi.
Stava per entrare nell’ascensore quando vide dallo specchio interno lo stesso uomo del parco avvicinarsi con passo deciso. Era molto accaldato, certo, e il suo abbigliamento stonava con il lusso di quello splendido Hotel. Entrò anche lui nell’ascensore e l’inserviente chiese ad entrambi a quale piano fossero diretti.
L’uomo si girò e quasi sembrò smettere di respirare fissando Archie.
– Posso aiutarla Signor…non ricordo di averla mai conosciuta – disse Archie un poco infastidito dal comportamento maleducato del giovane uomo.
– Oh, ti sbagli, ci siamo conosciuti diverso tempo fa – rispose lui.
L’uomo si sfilò gli occhiali:
– Ciao Archie, qual buon vento?
– Non mi dire… ma tu sei Terence! – disse Archie stupito.
– Quanto tempo eh… non avrei creduto di rincontrarti. Come stai?-
La domanda quasi gli morì sulle labbra. “Come stai Archie? Come state tutti?” pensò Terry. L’immagine di Candy arrivò nella sua mente come uno tsunami lasciandolo quasi svuotato.
Erano passati 3 anni dal loro addio. Tre lunghi anni.
– Sto bene Terence, tu…
– Il suo piano Sir! – interruppe l’inserviente.
– Grazie – rispose Terence.
– Posso invitarti per un aperitivo Archie? Avrei piacere di scambiare due chiacchiere con te, ma prima credo sia il caso di farmi una doccia – rise.
– Si d’accordo, ti raggiungo al Lobby Bar più tardi – rispose Archie.
– A dopo allora! – insistette Terry.
Avrebbe voluto rifiutare quell’invito Archie; molti pensieri avevano iniziato ad affollare la sua mente, uno in particolar modo: Candy.
Candy si era ripresa a fatica dalla rottura con Terence. Era tornata per un periodo alla casa di Pony e, dopo la partenza di Albert avvenuta poco tempo dopo la sua incredibile rivelazione, aveva deciso di tornare al lavoro assistendo Miss Mary Jane nella sua scuola per infermiere e lavorando allo studio del primario Dr. Robert Wright nell’attiguo ospedale. Le piaceva il suo lavoro ed ora la vedeva finalmente serena dopo tanto tempo. Insieme ad Annie avevano fondato la Children’s Rescue Association, dove raccoglievano fondi per acquistare medicine e curare i bambini con difficoltà o poveri.
Terence entrò nella sua suite e si accasciò sulla poltroncina rossa e oro. Si sentiva quasi privo di forze.
– Cosa ti succede Terry? Davvero pensavi che non avresti mai più avuto notizie di Candy? Non sono due anni che attendi senza ammetterlo di sapere di lei? Ti sei trasferito in California , dedicato al lavoro è vero, sei un astro nascente del cinema muto a Hollywood, hai dato più valore al successo che ai tuoi sentimenti. Ti sei raccontato che le emozioni non ti avrebbero mai più tradito. Ti sei detto che sì, così si poteva essere felici, padrone di te stesso – disse ad alta voce.
– Servizio in camera Sir! – chiamò una cameriera bussando alla porta della sua camera.
– Entri! – La cameriera entrò prendendo degli asciugamani dal carrello nel corridoio.
– Le preparo il letto per la notte Sir – disse la cameriera ai piani.
– Bene, ecco questi sono per lei.
Terence aveva lasciato delle monete sul tavolino accanto al sofà.
– Grazie Sir – aveva ringraziato l’inserviente con un piccolo inchino.
Terence voleva distogliere l’attenzione dai suoi pensieri ed entrò nella sala da bagno. Si spogliò e aprì i rubinetti dell’acqua per farsi una doccia. Era cambiato parecchio negli ultimi anni, era un uomo ormai. Aveva una barba leggermente incolta da quando si trovava a NY. Il suo fisico era robusto e atletico. Faceva letteralmente impazzire le donne di qualsiasi età.
Ma spesso era cinico con le sue fan, gentile ma freddo più di un iceberg e non desiderava aprirsi con le sue colleghe che spesso lo corteggiavano senza pudore. Non aveva molti amici tra i giovani attori, tutti troppo impegnati a raggiungere il successo e tutti troppo presi da loro stessi.
Il suo grande amore rimaneva il teatro e da più di un anno si esercitava con la boxe, altra sua nuova passione insieme alle automobili. Allenarsi lo aiutava molto emotivamente e lo faceva sentire bene.
Scansò gli abiti a terra con un piede ed entrò nella vasca ponendosi sotto il getto della doccia. L’acqua gli scorreva sui capelli lunghi e ben curati, scorreva sopra le spalle ampie e lungo la schiena nuda. Chiuse gli occhi e lasciò che la pressione dell’acqua piovesse forte su di lui, come a far scivolare via ogni sua resistenza.
– Candy. Ho bisogno di parlarti.

Edited by OctoberCCFS - 6/2/2023, 11:52
 
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piccoletta76
view post Posted on 13/2/2013, 16:25     +1   -1




Ciao cara! Grazie mille per aver voluto condividere con noi il tuo lavoro!
Ora sono al lavoro ma appena possibile cerco di divorarmi tutto e commentare...
Baci!!!!!
:giusy:
 
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view post Posted on 13/2/2013, 16:40     +1   -1
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ciao piccoletta, ci tengo grazie!
 
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piccoletta76
view post Posted on 13/2/2013, 17:32     +1   -1




Beh che dire... L'inizio promette molto bene.
Fa strano vedere la mancanza di astio tra Archie e Terence e... Si nota in modo dirompente la mancanza di Susanna, vedremo che fine le hai fatto fare. Inoltre Terence in hotel nella "sua" città....
Bene bene sono curiosa :)
Ultime cose molto tenero Archie ad occuparsi dei progetti del caro Stear... E sì, che Albert potesse riprendere a viaggiare ci sta, ma molto brusco ed originale il suo commiato dalla zia e dalla famiglia, insolito il suo partire a malapena curandosi di affidare Candy alle cure di Archie.
Indubbiamente molti spunti originali, congratulazioni... E sono curiosa di vedere dove ci porterai.
:giusy:
 
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view post Posted on 13/2/2013, 18:38     +1   -1
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grazie piccoletta! hai visto giusto :Odyssea: . beh non posso far altro che continuare con il terzo e quarto capitolo!


Seconda parte secondo capitolo


Terence scese nella hall e raggiunse l’Avenue Lobby. L’ambiente era splendido: dominava l’ ampio salone il bellissimo lampadario di cristallo e l’atmosfera romantica e raffinata, era abbellita dalle note suonate da un pianista esperto.
Vide Archie appoggiato al bancone del bar, intento a tamburellare le dita sul bicchiere. Appariva nervoso.
Tra loro due non era mai corso buon sangue, anzi se ne erano date spesso di santa ragione.
Terence aveva sempre sospettato che Archie nutrisse dei sentimenti per Candy, ma poi si era fidanzato con Annie.
– Buona sera Archie.
– Oh ciao Terence, perdonami, non ho molto tempo da dedicarti, devo andare a cena e la giornata è stata molto lunga, sono arrivato oggi da Chicago.
– Un Manhattan anche per me grazie, on the rocks – ordinò Terry al cameriere – Certo, anche io ho un appuntamento con la mia compagnia teatrale – rispose in fretta.
– Desideravo sapere…
Terence esitò. Archie prese subito la parola imbarazzato:
– Ho letto del tuo successo al cinema, complimenti! Annie è solita ritagliare dai giornali le notizie che ti riguardano e conservarle.
– Davvero? Ne sono onorato.
– Quindi sei tornato a Broadway?- chiese Archie.
– Sì reciterò nuovamente Shakespeare a teatro e probabilmente andremo in tournée con la compagnia Stantford. È impossibile per me stare troppo a lungo lontano dal palcoscenico – confermò Terry.
– E Susanna come sta? – chiese Archie.
Terence sorrise, si aspettava questa domanda:
– Sta bene è un po’ che…
– Ma cosa volevi chiedermi Terence, cosa desideravi sapere? – lo interruppe Archie improvvisamente.
– Come sta Candy? – chiese quindi Terence senza esitare oltre.
Archie lo guardò dritto negli occhi. Il suo fisico era cambiato, anche lui del resto si era fatto uomo ed ora era anche padre, ma i suoi occhi conservavano ancora quella scintilla, quell’espressione difficile da decifrare. Arroganza? Insicurezza? Ilarità? Richiesta di aiuto?
– Sta bene. Continua con la sua professione di infermiera – rispose distogliendo lo sguardo da Terence.
– È in America? – incalzò Terence.
– Sì, ma perché ti interessa saperlo? Ha la sua vita ora – concluse Archie.
– Vorrei poterle scrivere.
Terence inaspettatamente arrancò. Aveva compreso la chiusura di Archie su quell’argomento, ma desiderava sapere come poter rintracciare Candy senza indisporlo.
– Annie come sta? – chiese per prendere tempo.
– Oh bene, siamo sposati, abbiamo un bambino di quasi 2 anni, Nicholas, ed è in attesa di un altro bambino.
– Ne sono lieto Archie, non potevi desiderare moglie migliore, ti faccio le mie più calorose congratulazioni! – disse Terence e alzò il bicchiere in un brindisi.
– Annie è una persona splendida, ti ringrazio. Bene, è ora che vada – disse Archie scostando lo sgabello sul quale era poggiato.
– Archie, vorrei sapere dove si trova Candy – si fece coraggio Terence.
– E perché Terence se è lecito chiedere? Candy è serena ora! – disse Archie con un tono che non ammetteva repliche.
– È importante per me – confessò.
– Susanna non credo ne sarebbe contenta – osservò Archie.
– Io e Susanna non siamo mai stati una vera coppia e…
– Ma è per lei che hai rinunciato a Candy ed è per lei che Candy ha rinunciato a te, a cosa servirebbe ora scriverle? – lo interruppe l’altro.
– Archie non capisci… – tentò di spiegare Terence.
– Ora devo proprio andare – disse alterato Archie.
– Archie aspetta!
Tante cose avrebbe voluto spiegargli Terence cercando di fermarlo. “È sempre il solito damerino saccente” pensò.
– Ti saluto Terence e ti auguro il meglio per la tua vita, porta i miei saluti a Susanna.
Archie si voltò intenzionato a procedere verso il ristorante senza più dare occasione a Terry di parlare.
Terence vuotò il suo bicchiere in un solo sorso e lo poggiò sonoramente sul bancone. Gli bruciavano gli occhi e anche le mani. Sentiva il suo cuore pulsare velocemente.
– Dannazione!
Batté un pugno sul legno pregiato del bancone e il ghiaccio sussultò nel bicchiere vuoto.
– Tutto bene Sir? – chiese il barman avvicinandosi.
Terence, voltandosi senza dare una risposta, mosse un passo verso l’uscita ma calpestò qualcosa. Sotto la suola gli era rimasta attaccata una cartolina. La raccolse. Raffigurava il Flat Iron. Se la rigirò tra le mani:
A Miss Candice White Andrew, Boulevard Ave 7 – Valparaiso – IN 46383
– Una cartolina per Candy!
Terence sorrise: in una sola riga aveva saputo tutto ciò di cui aveva bisogno.

Edited by OctoberCCFS - 6/2/2023, 11:53
 
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piccoletta76
view post Posted on 13/2/2013, 23:07     -1   +1   -1




Aaaaaah ecco, adesso sì che li riconosco!!!!!
E pare che io non sia la sola che ci ha visto giusto, anche Terence sembra sapere il fatto suo vista la storiella della cartolina :risata:
E quindi sì, c'è qualcosa sotto che riguarda la nostra "cara" Susanna....
Ma dì un po', non avevi detto "capitoli 3 e 4"? Qui c'è solo il 3... :sorrisone:
:giusy:
 
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view post Posted on 14/2/2013, 08:08     +1   +1   -1
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Ciao October
intanto ti auguro in bocca al lupo per questa avventura...
Mi scuso fin d'ora se non potrò essere assidua nei commenti, visto il periodo piuttosto caldo sul fronte lavorativo...
comunque cercherò di seguirti e leggerti e lasciarti i commenti per ciò che mi colpirà di più.
Intanto, non mi pare che la punteggiatura, sulla quale ti sei dichiarata non sicura, sia non a posto.
Tra l'altro, la storia scorre più sul filo dei dialoghi che delle descrizioni, quindi vai tranquilla!
Anch'io, come Piccolettina, ho trovato molto strano il comportamento di Albert, così brusco e diretto con la zia Elroy, lui di solito mai sopra le righe e sempre proteso verso agli altri.
Invece qui saluta e bacia e se ne va in giro per il mondo, lasciando gli altri a prendersi cura di se stessi...a meno che non ci sia qualcosa di più importante che ha bisogno della sua presenza in Africa...vedremo...
E poi Terence che si dà al pugilato...mi suona un pò strano...l'abbiamo sempre conosciuto come un amante dell'equitazione e della scherma, sport tutto sommato "nobili" e meno fisici...la separazione da Candy ha lasciato cambiamenti profondi, direi!

Vediamo cosa succede e come si sviluppa la storia!

Buona continuazione!
Ciao
CdF
 
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view post Posted on 14/2/2013, 09:12     +1   +1   -1
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grazie piccoletta! ieri non sono riuscita a sistemarlo, oggi provo a pubblicare il quarto e quinto!
cdf grazie! sì, terence è grande. la sofferenza lo ha fatto crescere ed i tempi cambiano. ha avuto un'educazione ed un'impostazione molto english ma vive negli stati uniti in un periodo dove la modernità avanza senza fermarsi. più in là si spiegherà il suo approccio alla boxe.... ^_^
per albert è un po' in evoluzione la storia. però per me è un "ribelle". devo definire meglio il mio sentimento. questa è una storia piuttosto di pancia. in fin dei conti non fa altro che continuare il suo percorso. non conosciamo il suo rapporto con la zia, la Miz non lo menziona mai. diciamo che sono entrata un po' nella loro intimità e albert si è lasciato un po' andare... :giusy:

TERZO CAPITOLO

In viaggio

Terence non era riuscito a dimenticare Candy. Nelle strade affollate di Los Angeles spesso aveva creduto di scorgerla tra la folla. Nei suoi occhi a volte, tornava improvvisa l’immagine di lei a Rockstown tra la folla urlante che lo insultava. Sua madre Eleanor, mesi dopo, gli aveva confidato che Candy era lì quella sera e che lo aveva visto recitare ubriaco. Non era stata un’illusione dunque, ma tanto era bastato a lui per scegliere di non gettare la spugna e ad attaccarsi all’unica cosa capace di dargli un fremito di vita. La recitazione.
Non era stato facile per lui risalire la china, ma ci era riuscito.
– Perché, Candy, a Rockstown non ti sei avvicinata a me? Perché non mi hai detto una parola? – si chiedeva spesso.
Erano passate due settimane dall’incontro con Archie e Terence aveva lasciato da tempo il Waldorf Astoria Hotel per vivere in uno spazioso appartamento vicino al teatro. Era impegnato nelle prove per la commedia “Molto rumore per nulla”. Interpretava Benedict, un personaggio con cui riusciva ad intendersi perfettamente.
Quel giorno salì di prima mattina sulla sua Overland rossa fiammante; l’aveva ribattezzata Theodora, come il suo amato cavallo scozzese.
– Arrivederci Mrs. Carlson! – salutò la padrona di casa.
– Arrivederci Mr. Graham faccia buon viaggio! – rispose lei.
– Candy, 750 miglia ci separano ora. Archie ti avrà raccontato del nostro incontro? Ne dubito. Spero tu sia rimasta la stessa ragazza allegra e scanzonata che ricordo, non quella ragazza triste e sconvolta che ho visto l’ultima volta. Chissà se ti turberà rivedermi, magari ti sei fidanzata.
Terence rifiutò l’immagine di lei con un altro uomo, ma dopo il loro addio in quella gelida notte al Saint Joseph Hospital non poteva augurarsi in cuor suo che lei non amasse nuovamente.
Lui no, non era riuscito ad amare Susanna e per molto tempo non era riuscito più ad aver rispetto neanche per sé stesso. Dopo aver accettato di recitare a Hollywood si era chiesto cosa avrebbe potuto dare a Candy o se avesse dovuto scrivere alla Casa di Pony per avere sue notizie. Di quali travagli interiori l’avrebbe caricata in quel caso?
Sicuramente non sarebbe stato difficile che qualcuno si fosse innamorato di lei, della sua solarità, della sua forza. Sarebbe stata felice anche senza di lui, pensava.

Dovrò convertirmici anch’io e veder con tali occhi?
Non si sa mai ma non credo.
Non posso giurare che l’amore non mi trasformi in un’ostrica
ma posso giurare che finché non mi ha trasformato in un’ostrica
non farà mai di me un tale sciocco. *


Recitò al vento.
– Chissà se sei cambiata Candy, sicuramente sarai diventata una splendida donna – sussurrò.
Dopo l’incontro a New York con Archie, le sue sicurezze si erano infrante contro la consapevolezza che il suo cuore mai avrebbe accettato di interrompere il suo cammino per giungere a lei.
Poteva ancora sentire il suono delle sue risate, di quell’estate spensierata a Londra, prima di esser stati costretti a crescere all’improvviso di fronte alle loro responsabilità e prima che l’Europa fosse devastata dalla guerra. Prima che i loro cuori venissero spezzati senza appello.
Passarono velocemente quello ore di viaggio, amava guidare. Il sole era basso e Terence giunse all’Hotel Candlewood per trascorrere la notte. Oramai Lakewood era poco distante e tra poche ore sarebbe arrivato a destinazione.
Lo accolse una signora di mezz’età tutta smorfie e manfrine:
– Mr. Graham! Mr. Graham prego venga, si accomodi! Sono onorata di conoscerla! Benvenuto nel Candlewood Hotel! Non poteva scegliere hotel più raffinato mi creda!- disse ridendo in preda ad una eccitazione incontenibile.
– Buonasera Mrs.?- domandò Terence gentilmente.
– Holeson, sono Mrs. Holeson, la propietaria dell’ Hotel. Bobbie! Presto prendi il bagaglio al signore! – urlò al facchino – Oh Mr. Graham, ho visto tutti i suoi film sa?
– Ne sono lieto, c’è un cinema qui?
– No, ma si trova nella cittadina vicina sa, qui sono un po’ retrogradi!
– Non lei… – sogghignò Terence.
– Oh certo che no, io so riconoscere la vera arte!
– Terence, Terence!!!
All’improvviso un gruppo di ragazzine imbellettate e piene di boccoli e fiocchetti lo circondarono saltellando:
– Via sciò! – intimò Mrs. Holeson alle figlie e alle sue amiche – non date fastidio a Mr. Graham! Ehm le perdoni – si scusò la signora – forza allontanatevi! – disse spazientita ed in tono acuto alle ragazzine.
– Oh non si preoccupi Madame, anzi, che benvenuto caloroso! – rise.
“Che gente irritante”, pensò.
– Mr. Graham – continuò lei cinguettando – stiamo servendo la cena nella sala da pranzo, ho cucinato io, sarei onorata se…
– La ringrazio Mrs. Holeson ma sono molto stanco, gradirei assaggiare la sua cucina, senz’altro deliziosa, ma nella mia camera.
– Oh sì, certo, ma certo, gliela farò servire subito in camera – arrossì la signora imbarazzata.
– La chiave della stanza? – chiese Terry sbrigativo.
– Oh ecco, al primo piano, la stanza numero 3 – rispose delusa Mrs. Holeson, ma si riprese subito: chissà come sarebbero state invidiose le sue amiche! Ospitava il grande attore Terence Graham! E avrebbe anche assaggiato la sua splendida cucina! Pensò consolandosi per il suo rifiuto ad unirsi a loro a cena.
Terry salì le scale e si accomodò nella camera.
– Finalmente non sento più starnazzare… – osservò sollevato. Sentì bussare alla porta, era un cameriere con la sua cena.
– Per lei Sir – disse il ragazzo entrando con il carrellino e disponendo i piatti ed il necessario per la cena sul tavolo del piccolo soggiorno.
– Grazie. Tenga – disse Terence dandogli una cospicua mancia.
– Buonanotte Sir – si congedò il ragazzo con un cenno del capo.
– Buonanotte.
“E ora mangiamo la brodaglia della padrona di casa “. Pensò facendo una smorfia.

*(Benedict, Atto II scena terza – Molto rumore per nulla – di W. Shakespeare)

Edited by OctoberCCFS - 6/2/2023, 11:54
 
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view post Posted on 14/2/2013, 09:49     +1   -1
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QUARTO CAPITOLO

L' incontro

Mentre il sole si faceva spazio attraverso le spesse tende, Terence si svegliò. A lungo rimase adagiato sul letto lasciandosi trasportare dall’ emozione dell’ incontro che a breve avrebbe avuto con Candy.
Appena concluso il breakfast saltò sulla sua auto e corse via veloce, prima che Mrs Holeson rientrasse dalle sue commissioni in città.
Finalmente, dopo alcune di ore di guida, giunse a Valparaiso in un tiepido pomeriggio d’estate. L’ Hotel in cui avrebbe alloggiato era ubicato a poca distanza dalla scuola e dall’ospedale in cui Candy lavora.
Si concesse solo il tempo di una doccia e raggiunse a piedi l’ingresso dell’ospedale.
“Candy, desidero tanto incontrarti. Ci sono tante cose di cui vorrei parlarti. Sono mesi che penso a te”, pensò. L’ospedale somigliava molto al Santa Joanna di Chicago.
Terry decise di accendersi una sigaretta e si appoggiò al muro dall’altra parte della strada. Con i suoi occhiali ed il cappello beige aveva un’aria scanzonata e affascinante allo stesso tempo. La camicia aderente e leggermente aperta sul collo faceva intravedere i muscoli del petto e delle braccia ora ben delineati; oramai non c’era più traccia del ragazzo adolescente.
Candy uscì dai cancelli dell’ospedale in compagnia di alcuni colleghi. Mentre camminava poggiò lo sguardo sul giovane dall’altra parte della strada.
– Candy c’è il carretto del gelato, ne vuoi uno? – le chiese Adam.
– Oh grazie, come potrei rifiutare con questo caldo! – disse Candy dolcemente.
Terence li osservò imbambolato.
Candy volse nuovamente lo sguardo al ragazzo dall’altra parte della strada.
– Candy, ti si scioglie il gelato, cosa guardi?- chiese Adam cercando di seguire lo sguardo di lei, ma il sole era accecante sui loro visi.
– Nulla – sorrise sovrappensiero; quella figura di uomo appoggiata al muretto la incuriosiva, calamitando il suo sguardo.
– Vieni, ti accompagno a casa – disse Adam prendendola a braccetto – e ricorda che lunedì a colazione festeggio la mia laurea, non devi mancare!
– Certo che non mancherò, farò in tempo vedrai – rispose provando a tranquillizzarlo – ma ho promesso a Miss Pony di andarle a trovare questo weekend.
Voleva bene ad Adam, ma non voleva disdire la visita alla Casa di Pony.
Terence rimase in disparte. Come un fiume in piena, fu attraversato da tutti i sentimenti che aveva cercato di controllare in quegli anni di solitudine. La guardò allontanarsi con quell’uomo; la gioia di averla trovata si fece largo nel suo cuore ma rimase immobile.
– Candy, mi avrai dimenticato? Non pensavo di poter provare tanta gioia nel vederti. A domani Candy – sussurrò a sé stesso.
Il giorno seguente Terence tornò alla solita ora davanti all’ospedale; si sentiva un ragazzino alla prima cotta. Possibile che fosse bastato rivederla perché i suoi sentimenti riaffiorassero così prepotentemente?
Cosa fare? Chiamarla? Seguirla sino a casa?
Candy uscì in quel momento attraverso i cancelli dell’ospedale, sola. Camminava a passi lenti e notò nuovamente quel giovane uomo dall’altra parte della strada.
Si fermò e lo osservò. Lui la guardò da dietro gli occhiali e gli sembrò di perdere un battito del cuore.
Era bellissima. Indossava un vestitino alla moda che le sottolineava le curve con discrezione. Sprigionava femminilità ad ogni movimento.
Improvvisamente Candy attraversò la strada e gli si avvicinò:
– Mi scusi l’ho notata anche ieri, è qui per un paziente? Posso aiutarla? – chiese gentilmente.
Cercando di scrutare il viso di quel giovane uomo; si sentì stranamente inquieta. Il sole le abbagliava gli occhi.
“Cara Candy, sempre un pensiero per tutti”, pensò Terence rimanendo in silenzio.
Si osservarono per un lungo istante, l’aria era tiepida e sembrava vibrare intorno a loro. Se Candy avesse avuto uno stetoscopio e lo avesse poggiato sul suo petto e quello di lui, si sarebbe accorta di come i loro cuori stessero accelerando. Percepiva una crescente agitazione così come percepiva il suo profumo.
– Mi scusi, non volevo importunarla, la saluto – disse confusa. Perché lui non le rispondeva? Candy si voltò e fece per andarsene:
– Ciao Candy – disse Terence.
Candy si bloccò, una improvvisa folata di vento le toccò il viso come un piccolo schiaffo. Una morsa le strinse lo stomaco; si voltò nuovamente verso di lui:
– Ci conosciamo? – chiese con voce quasi tremante.
Terence alzò gli occhiali scuri poggiandoli sulla testa e subito incontrò gli occhi di lei stupefatti e bellissimi.
“Terence!” gridò il cuore di Candy.

continua....

Edited by OctoberCCFS - 6/2/2023, 11:55
 
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view post Posted on 14/2/2013, 21:34     +1   -1
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Seconda parte quarto capitolo

– Ciao Candy, sono felice di vederti – ripeté Terence sorridendole.
Un lungo istante silenzioso scese tra loro, incapaci di distogliere lo sguardo uno dall’altra.
– Terence… – quasi balbettò Candy – Cosa ci fai qui?
– Sono venuto per incontrarti Candy. Ho bisogno di parlare con te. Non voglio turbarti, ma non ho potuto fare a meno di cercarti.
– Terence… – sussurrò tra sé e sé un’incredula Candy.
– Ho incontrato Archie a New York poco tempo fa e… desideravo parlarti Candy ecco. Probabilmente non ti aspettavi di vedermi – disse d’un fiato.
– No, decisamente no – rispose Candy. Come nascondere il proprio turbamento per la sua visita inaspettata?
– Come stai? – chiese subito lei dandosi un tono.
– Io sto bene. Ora sì, sto bene – rispose Terence desiderando abbracciarla.
– Senti, che ne dici se ti porto a cena stasera? Posso passare a prenderti a casa? – le propose.
– Candy!! Hey Candy! – urlò Adam attraversando la strada e raggiungendo i due ragazzi a passi svelti.
– Oh, ciao io sono Adam – si rivolse a Terence – il fidanzato di Candy – disse con un lampo di sfida negli occhi.
– Adam! – si girò Candy di scatto spalancando i suoi occhi verdi.
– Terence, ti presento un mio collega, il Dr Adam Wright.
– Uhhh Mr. Graham, che onore incontrarla – disse Adam ironicamente, riconoscendolo. – Candy mi ha parlato di lei. Come mai una persona così famosa si trova in questa piccola cittadina? – chiese fintamente stupito.
– L’onore è mio fi-dan-za-to di Candy – lo apostrofò supponente Terence.
Adam aveva la fronte imperlata di sudore.
– Andiamo cara, ti accompagno a casa – disse prendendo Candy gentilmente per un braccio.
– Sì – rispose lei piuttosto imbarazzata.
– Allora, passo a prenderti alle 19:00 Candy. A dopo – le sussurrò Terence mentre li salutava allontanandosi. Non aveva alcuna intenzione di farsi scoraggiare da un qualsiasi Adam!
Adam era il figlio del Dr. Wright ed era un promettente ortopedico. Erano diventati amici e Candy gli aveva accennato della sua amicizia con Terence ai tempi del college ma non gli aveva spiegato mai cosa ci fosse stato tra loro; non gli aveva confidato mai l’amore che aveva nutrita per lui, nonostante Adam si fosse accorto di qualcosa. Lo aveva capito come solo un uomo innamorato poteva fare.
– Cosa voleva quel bell’imbusto da te? – si intromise.
– Terence è un mio caro amico, lo sai – affermò Candy.
– Beh se ti dà problemi ci penso io a farlo ritornare da dove è venuto!
Candy scrollò la testa sospirando.
– Perché ti sei presentato come il mio fidanzato? – chiese irritata.
– Candy, io…
– Candy!!! ciao! – Annie sbucò da dietro l’angolo della strada tenendo la mano del figlioletto. Candy provò sollievo per quella interruzione.
– Annie! Piccolo Niky ciao! – Candy aprì le braccia per prendere in braccio il nipotino.
– Siamo venuti a trovarti e a prendere un tè! – disse Annie gioiosa giunta sotto l’appartamento dove Candy abitava.
– Che bella sorpresa! Salite e che profumo questi pasticcini! – disse annusando il pacchetto di pasticceria che Annie aveva con sé.
– A domani Adam – si voltò Candy salutandolo.
– A domani Candy se hai bisogno di me…
– Non preoccuparti – sorrise lei entrando nel portone con la sua amica.

Edited by OctoberCCFS - 6/2/2023, 11:57
 
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Misia1973
view post Posted on 14/2/2013, 23:05     +1   +1   -1




Cara october, ho finito ora di leggere la tua storia e devo dire che non mi dispiace affatto, anzi!!! È un piacere leggerti, e la storia presenta alcuni spunti interessanti, forse un po' discostanti dai personaggi a cui siamo abituati, ma sono curiosa di vedere come li svilupperai. Fino a qui mi è piaciuta molto e mi sta intrigando... L'unica cosa che mi è sembrata veramente strana è come candy di fronte a terence, che non vede da un pezzo e che sta facendo come dire la sua gran figura da f..o :sorrisone: si faccia interrompere sul più bello da tale pivello di nome adam....?????? :plrrrr: Ma che vuole questo che non è neppure il fidanzato?.. Mi raccomandò non fare scherzi, dopo che ci hai descritto in terence in gran rispolvero eheheh!!! :auri: Brava continua così, ti aspetto un bacione
 
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view post Posted on 15/2/2013, 09:10     +1   +1   -1
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ciao Misia! grazie per il tuo commento!
candy lo sai è educata e adam è innamorato... :D
dimmi, dove li trovi un po' discostanti i personaggi? mi interessa molto saperlo.
la mia visione è questa:
i ragazzi sono cresciuti, siamo in un epoca che si sta modernizzando molto velocemente, hanno sofferto, conoscono il valore della vita.
la miz secondo me ha vestito spesso questi personaggi con abiti ottocenteschi che non stanno bene.
insomma sono figli del loro tempo e anzi, proiettati in avanti. in più loro stessi sono piuttosto emancipati per l'epoca. e sono ancora molto giovani.
nella storia sto facendo molti riferimenti a quell'epoca, mano mano ve li descriverò.
ad esempio quando archie parla della compagnia automobilistica con cui archie è entrato in società mi riferisco alla Ford...
mischio la fantasia con la realtà e poi spero mi perdonereta, ci sarà anche qualche pillola di "contemporaneità". poi spiegherò.
ci sono degli aspetti di questa storia a cui mi ribellerò. e anche su questo spiegazioni a tempo debito!

ps come detto è una storia di pancia ed il mio primo racconto. se percepite che nel testo qualcosa non viene reso bene, o approfondito o altro sono ben felice di ricevere consigli!

QUINTO CAPITOLO

Sentimenti sospesi

Camminando verso l’Hotel e in preda all’emozione per averla rivista, Terence ripensò al loro addio e alla lettera che le aveva scritto tempo dopo e che non aveva spedito mai:
“…Quel giorno del tentato suicidio, quando mi sono fermato davanti a te, Susanna mi aveva detto che le avevi salvato la vita. I nostri sguardi erano rimasti fissi uno negli occhi dell’altro, potevo sentire i nostri cuori gelarsi avvolti dalla tempesta di neve. Ho abbassato lo sguardo, tu non hai mosso un passo. Ho abbassato lo sguardo e mi sono vergognato di non riuscire a trovare la forza per difenderti Candy, per difendere il nostro amore. Ti stavo dando in pasto ad un grande dolore. Per me non c’è stato scampo davanti ai tuoi occhi, non ho potuto che rassegnarmi al fardello che sapevo avrei portato. Sento ancora il gelo di quella notte nelle mia anima.
Ho fatto la cosa giusta? Il mio cuore dice di no, ma dopo essermi perso, ho ritrovato la forza di vivere grazie a te e sono riuscito a dare tempo al mio cuore e tentare di colmare il vuoto del nostro addio, con l’unica cosa che potesse scaldarlo: la passione per la recitazione.
Ciò non mi ha reso migliore con Susanna, ma tant’è, non l’ho abbandonata come ho fatto con te.
Mi perdonerai mai Candy per averti lasciata andare via?
Non ti sei voltata quella notte. Se avessi incontrato nuovamente il tuo sguardo mentre ti allontanavi, forse sarei corso da te. Ma anche tu avevi deciso e non ti sei voltata mai.”
– E io, riuscirò a perdonarti Candy? – si domandò Terence.
Candy era sovrappensiero. Visibilmente irrequieta rovesciò sul tavolo un po’ del tè che stava servendo ad Annie.
– Cos’hai Candy mi sembri strana, ti senti poco bene?
– Oh Annie!
Candy si sedette pesantemente sulla sedia mentre l’amica la guardò con preoccupazione.
– Poco fa ho incontrato Terence.
– Terence è qui? – sussultò Annie – Oh santo cielo! – arrossì.
– Sai… non te l’ho detto ma Archie lo ha incontrato a New York nel suo ultimo viaggio e ha chiesto di te. Ma non pensavo sarebbe venuto fin qui. Non volevo turbarti Candy- disse Annie visibilmente imbarazzata.
Candy sapeva che Annie si preoccupava eccessivamente per lei. Forse aveva fatto bene a tacere.
– Oh Annie, mi ha così emozionata incontrarlo! È diventato un uomo!
– Perché è venuto sin qui? – la incalzò l’amica.
– Non lo so, dice di volermi parlare, ma poi Adam ha interrotto la nostra conversazione.
– Cosa farai? – chiese Annie dubbiosa.
– Andrò a cena con lui, mi ha invitata stasera. Oh Annie – ripeté ancora – non so cosa mi dirà! Ho impiegato molto tempo ad accettare la nostra separazione. Ha portato tanto dolore a entrambi, ma era l’unica cosa da fare con Susanna in quello stato – disse guardando fuori dalla finestra come se stesse cercando un volto che annuisse alle sue parole. Aveva preso davvero la decisione migliore?
– Devo stare calma – si disse – in fin dei conti Terence è un vecchio amico!
“Un vecchio caro amico” pensò Annie ironicamente, senza ribattere.
– Si sta facendo tardi Candy, non è il caso che inizi a prepararti?
Candy si alzò di scatto dalla sedia e andò dritta verso la sua camera da letto. Tirò fuori dall’armadio un vestito in viscosa di seta color avorio. Aveva spalline larghe e scivolava dritto lungo i fianchi; nella sua semplicità era abbellito da due piccole balse sopra al ginocchio.
Lo mostrò ad Annie:
– Che ne dici, è appropriato?
– È bellissimo! Se non fosse per la pancia che inizia a vedersi te lo chiederei in prestito! – affermò Annie sincera.
Le due amiche risero all’unisono e la tensione di Candy si alleggerì.
– Era tanto che non ti vedevo così emozionata; sei sicura sia il caso di incontralo? Non vorrei ti cacciassi nei guai Candy.
– Annie cara, so badare a me stessa! – sorrise Candy. – Non ho motivi per rifiutare il suo invito.
– Allora io vado Candy, Archie mi starà aspettando a casa.
Annie la abbracciò e prese per mano Nicholas:
– Salutami Terence! – aggiunse scendendo per le scale.

Edited by OctoberCCFS - 6/2/2023, 11:58
 
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piccoletta76
view post Posted on 15/2/2013, 11:51     +1   +1   -1




Tesoro mio, sono di corsissima perché sempre al lavoro...
Il mio consiglio n°1 è... Non farti consigliare!!!!! :risata:
Ti spiego... La storia è la tua e devi sentire che ti appartiene...
E' vero, i personaggi escono fuori dagli schemi prefissati e a volte anche un pochino dal loro carattere originale.... Ma è questa l'originalità della tua FF e va bene così, altrimenti avremmo FF tutte uguali... In fondo i caratteri sono evoluti, mica snaturati!!!!!
Quindi prosegui, in fondo l'originalità è per quanto mi riguarda un punto di forza di questa storia!
Buon proseguimento e buon lavoro!!!!!
 
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Misia1973
view post Posted on 15/2/2013, 12:39     +1   +1   -1




Cara October,
CITAZIONE
Tesoro mio, sono di corsissima perché sempre al lavoro...
Il mio consiglio n°1 è... Non farti consigliare!!!!!
Ti spiego... La storia è la tua e devi sentire che ti appartiene...
E' vero, i personaggi escono fuori dagli schemi prefissati e a volte anche un pochino dal loro carattere originale.... Ma è questa l'originalità della tua FF e va bene così, altrimenti avremmo FF tutte uguali... In fondo i caratteri sono evoluti, mica snaturati!!!!!
Quindi prosegui, in fondo l'originalità è per quanto mi riguarda un punto di forza di questa storia!

...sono perfettamente d'accordo!!!
La mia non voleva essere una critica, anzi, il mio commento era in riferimento a quanto notato precedentemente da CdF riguardo ad Albert e terence, ma ti assicuro che a me piace e diverte e soprattutto intriga leggere di personaggi che sono sempre loro, in mizukiana versione, ma si vestono di nuovi colori, nuove sfumature, prendi terence per esempio, si è strano che si alleni da pugile, ma visto il carattere irascibile, collerico, lo trovo perfettamente nei suoi panni, a scaricare frustrazione e rabbia... La storia è la tua, io non sono scrittrice, non ne sarei in grado, io sono una avida lettrice e ti seguirò ovunque tu mi porterai con le tue parole e il tuo lavoro, perché è questo che mi piace, tuffarmi nella fantasia!...e quindi ti ringrazio in anticipo perché il lavoro grosso lo stai facendo tu..!!! I miei commenti potranno essere semplicemente un'espressione di ciò che sento, ma nulla di più e mai vorrei tu ne fossi influenzata. Ti posso solo incoraggiare a continuare così e ringraziarti ancora!!!
Un bacio
Fede :giusy: :giusy: :mizia:
Ps: che panegirico! Scusa e comunque ti aspetto presto che sono curiosa!
 
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688 replies since 12/2/2013, 21:23   76369 views
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