Candy Candy

OMNIA AMOR VINCIT

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view post Posted on 20/8/2012, 17:05     +1   +1   -1
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Salve care amiche, sono appena due mesi che sono entrata a far parte di questo meraviglioso forum, ne sono rimasta stregata!
Mi hanno affascinato moltissimo tutte le vostre storie su di una possibile continuazione di Candy, ho amato sia quelle aventi come protagonisti Candy e Terence che quelle con Albert e Candy.
Così sulla vostra scia, anch'io mi sono cimentata nella stesura di una ff su Candy, ovviamente mi rimetto al vostro giudizio e spero di potervi dare qualche ora di spensieratezza come le vostre storie hanno fatto con me. Un abbraccio a tutte.




OMNIA AMOR VINCIT

Non era stato difficile innamorarsi di Albert, lui era sempre lì pronto a sostenerla, a rincuorarla, ad incoraggiarla, con lui non doveva essere la Candy forte, coraggiosa e sempre sorridente. Tutti quelli che l’amavano si aspettavano che lei si rialzasse e continuasse a testa alta ad andare avanti con fierezza e volontà di fronte a qualsiasi amarezza che la vita le avesse riservato. Ma con Albert poteva mostrare il suo profondo io: poteva lasciarsi andare, poteva essere una donna fragile, mostrare le sue debolezze, le sue paure…
Per questo dopo quella sera a New York, dove tutti i suoi sogni d’amore si erano frantumati in mille pezzi, aveva deciso di lasciarsi consolare dalla vicinanza delicata e discreta del suo Albert, l’unico che sapeva dirle parole di conforto e di speranza. Candy era consapevole, ovviamente, che avrebbe dovuto trovare la forza dentro di sé per riuscire a superare il dolore, la disperazione, il senso di vuoto che albergava nel suo cuore, ma come ogni essere umano sofferente aveva bisogno di una spalla su cui piangere, di due braccia in cui rifugiarsi nei momenti di angoscia. E così era stato fino al giorno in cui Albert era andato via dopo aver ritrovato la memoria: Candy era di nuovo sola…Poi la rivelazione: Albert era il suo benefattore, William Andrew, nonché il suo primo amore, il principe della collina. Ora per Candy era tutto chiaro: Albert compariva sempre quando lei era in difficoltà o aveva bisogno di un amico perché l’aveva sempre seguita restando in ombra, fino a quando non aveva capito che Terence, innamoratosi di lei, l’avrebbe protetta al suo stesso modo. Terence…Il passar degli anni non aveva minimante sbiadito il ricordo del loro amore sempre vivo e indelebile, ma Candy aveva imparato a tenerlo sottochiave in un angolo del suo cuore come si fa con i preziosi, ogni tanto fuoriusciva con prepotenza, soprattutto di notte quando era sola con se stessa, con i suoi pensieri, con la sua anima.
Albert, però, aveva continuato a starle vicino in quegli anni facendole da fratello, amico, consigliere. Sì Albert amava profondamente quella ragazzina dal magnetico sguardo e dal sorriso accattivante, se ne era pian piano innamorato nel periodo della loro convivenza a Chicago, quando era ignaro di chi fosse e di quale era il suo legame con Candy. Aveva preso consapevolezza dei suoi sentimenti per lei quando era tornata disperata da New York: si era sentito trafiggere il cuore per la sofferenza di lei che non poteva in alcun modo lenire e allo stesso tempo sentiva il suo cuore più leggero. Era per caso impazzito? Come poteva sentirsi sollevato da quella separazione che stava distruggendo la sua Candy? All’improvviso tutto gli apparve chiaro, cristallino: lui l’amava! Non aveva osato nemmeno pensarlo prima, sapeva che il cuore di Candy era di Terence, ma ora forse …No non avrebbe mai potuto approfittare della sua vulnerabilità in quel momento, avrebbe aspettato anche tutta la vita se fosse stato necessario. E così era stato, Albert aveva atteso pazientemente che Candy si fosse liberata dai fantasmi del suo passato, perlomeno così gli era sembrato dal momento che i suoi occhi non diventavano più cupi quando su qualche giornale compariva una notizia riguardante Terence. Si era sentito finalmente libero di potersi aprire ad un lento corteggiamento di colei che oramai da molto e svariato tempo aveva rubato la sua mente, il suo cuore, la sua anima.
Candy, d’altra parte, sembrava essere ben disposta ad accettare questo nuovo modo di Albert di approcciarsi a lei e ben presto entrambi si resero conto che il loro rapporto stava cambiando: non erano più semplici amici. Candy si era accorta di provare qualcosa di più di un semplice amore fraterno per Albert. Sicuramente si era innamorata di quest’uomo dallo sguardo limpido e terso come il cielo sereno, ma lo si poteva chiamare amore , quello con la A maiuscola?
Albert le aveva chiesto di sposarla così all’improvviso: era tornato a trovarla alla casa di Pony dopo oltre un mese che non si vedevano. Mentre stavano seduti sotto la grande quercia, le aveva detto: ”Ti va di trascorre questi due giorni a Lakewood con me?”
“ Non so …il dottor Martin, suor Maria e miss Pony …”
“Dai Candy non sei poi così indispensabile, si tratta di due giorni mica di un mese, se la caveranno anche senza di te, e poi anche io ho bisogno di te ogni tanto, non credi?” Rise passandosi una mano tra i biondi capelli un po’ nervoso.
“Va bene Bert dopo tutto anche tu hai bisogno della mia assistenza, caro vecchio zietto” e prese a correre verso casa per avvisare miss Pony e suor Maria che sarebbe stata via per due giorni.
Albert con finto broncio replicò: “Me la pagherai per questo piccola streghetta”. Candy non vide lo sguardo carico d’amore che l’uomo le lanciò, mentre si dirigeva verso la casa di Pony.
A Lakewood trascorsero due giorni sereni tra passeggiate, bagni nel lago ridendo e schizzandosi come due ragazzini, cavalcate e picnic. Poi giunse il momento della partenza. Albert riaccompagnò Candy alla casa di Pony. Mentre l’auto si allontanava portandosi via Albert chissà per quanto tempo in uno dei suoi innumerevoli viaggi d’affari, lui si affacciò al finestrino e le gridò: “Sposiamoci” e lei senza pensarci rispose: “Siii”. Si guardarono fino a quando l’auto non scomparve dietro la curva.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 16:46
 
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view post Posted on 20/8/2012, 19:51     +1   -1
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CITAZIONE (piccoletta76 @ 20/8/2012, 18:41) 
Ma che bella sorpresa!!!!! Un'altra forumella accalappiata nel club delle autrici!!! :susi: :susi: :susi: :susi: :susi: :mille bolle blu: :mille bolle blu: :mille bolle blu: :hula hop: :hula hop: :hula hop: :singer:
Brava Italia, ottimo inizio!!!!!
Sei davvero brava a creare l'atmosfera... E sono molto curiosa di vedere gli sviluppi successivi :)
Congratulazioni!
:giusy:

grazie Piccoletta e Piry detto da voi che siete così brave è davvero un complimentone!
Quando ero ragazzina ero molto fantasiosa e alle medie inventavo storie, incoraggiata dalla mia insegnante, al liceo invece la mia professoressa ha smorzato questa vena. Gli studi tecnici universitari certamente hanno contribuito ulteriormente a darle il colpo di grazia. Ora che ho incontrato voi mi sono detta: "perchè no". D'altronde è bello mettersi in gioco e se non piace pazienza! Vi abbraccio e vi lascio un altro capitoletto.



CAPITOLO 02

New York

“Terence..” chiamò Susanna agonizzante.
“Sono qui”.
“Oh caro sono giorni che non dormi, ma non sarà ancora per molto ..”
“Susanna ma cosa dici...non parlare così”.
“Nooo, devo parlare ora o mai più”.
Restarono per un po’ in silenzio, poi lei riprese: “Terence puoi perdonarmi?”
“Susanna ti prego non credo sia il caso di…”
“No“, l’interruppe lei, “ ti prego ascoltami, ne ho bisogno, la mia anima ne ha bisogno”.
Terence prese la sua mano e restò in silenzio. Lei riprese: ”Perdonami se ti ho reso la vita un inferno, quando ti ho diviso da Candy sapevo che eri innamorato di lei, ma ho avuto la presunzione che un giorno sarei riuscita a farmi amare da te, a farti felice come le avevo promesso…” S’interruppe per un istante, presa dall’emozione del momento, ma subito riprese: ”Non avevo capito l’intensità dei sentimenti che ti legavano a lei, la profondità del tuo amore, quello che nella vita si incontra una sola volta. Ho cercato di ignorarlo perché era più facile per me non vedere, ma quando mi sono ammalata ho dovuto fare i conti con la realtà: io stavo morendo e non avevo vissuto veramente. Ti ho amato, ma di un amore malsano, deleterio, egoista, non sono stata mai ricambiata, non ho provato mai cosa significhi essere guardata con desiderio, essere presa tra le braccia ed amata con passione, niente di niente. Ora che sto tirando le somme della mia esistenza, mi sono resa conto che con il mio comportamento egoista e puerile ho reso infelici te, Candy e me stessa. Per me, ora, è troppo tardi, ma non per te e Candy, Terence. Se mi sono ammalata una ragione c’è, niente a questo mondo succede per caso: il Signore ha voluto dare a te e a Candy un’altra possibilità. Ti prego, Terence, promettimi che farai di tutto per riaverla con te, non desistere anche se dovessi trovare delle difficoltà a riportarla da te, promettimelo solo così potrò avere pace”.
“Te lo prometto Susanna”.
“Grazie amore mio” e così spirò.

Era passata una settimana da quella notte in cui Susanna era morta. Terence non aveva mai smesso di pensare alle parole di lei, le rimbombavano continuamente nella testa. Cosa fare adesso? Scriverle? Andare da lei? Ma dove? Non sapeva dove vivesse ora. Avrebbe potuto scrivere ad Albert, no aveva letto che era sempre in giro per affari da quando aveva preso in mano le redini della famiglia Andrew. E se Candy si fosse rifatta una vita nel frattempo? Se l’avesse dimenticato? Inutile porsi tutti queste domande, se avesse voluto sapere di lei avrebbe dovuto chiederlo solo a Candy. Aveva deciso: sarebbe andato alla casa di Pony, le due mamme di Candy avrebbero sicuramente saputo dove ella fosse.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:11
 
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CITAZIONE (piccoletta76 @ 20/8/2012, 20:59) 
Accipicchia ma sei un fulmine di guerra!!!!
E così la nostra Susanna ci ha lasciati, grazie a Dio con il cuore in pace...
Bene bene benissimo, fuochi d'artificio in vista!!!!
Buon lavoroooooo!!!!

NB Mai farsi tarpare le ali dai Professori....
NB2 se vado a prepararmi la cena e mi assento un'oretta ce la fai a pubblicarmi già il capitolo 3? :sorrisone:

Ti accontento Piccoletta, tanto ne ho scritto già un bel po'...



CAPITOLO 03

Candy aveva finito il suo turno alla clinica del dott. Martin, era davvero stanca, arrivata a casa si sarebbe fatta un bel bagno rilassante e poi dritta a letto, pensava mentre guidava. Non appena imboccò il vialetto che porta alla casa di Pony notò un’auto sportiva parcheggiata e un gruppetto di bambini intorno ad essa. Forse Albert è ritornato, no mi avrebbe scritto, ma… forse mi ha fatto una sorpresa. Con questi pensieri si diresse verso casa. “Sono tornata” disse mentre apriva la porta del salotto dove immaginò si trovassero suor Maria e miss Pony insieme al misterioso ospite. Candy rimase immobile sull’uscio come ipnotizzata da quegli occhi blu zaffiro che non vedeva da tanto, troppo tempo, ma che mai aveva dimenticato. Rimasero così per un tempo che ai due ragazzi sembrò interminabile, poi miss Pony interruppe quel silenzio carico di tensione: “Cara vedi chi è venuto a trovarci? Il sig.Grandchester!”
“Non è meraviglioso Candy?” intervenne suor Maria. Candy non riusciva a muoversi, le sembrava di avere due piombi al posto delle gambe né a proferire parola tanto era incredula. Terence parlò per primo: “Ciao Candy come stai? Ti trovo bene”. Sei bellissima, sei diventata un’incantevole donna, amore mio, nemmeno nei miei sogni più arditi ti avrei potuto immaginare così meravigliosa. Candy restò ancora qualche secondo zitta, poi replicò: “Bene .. e tu? Cosa ci fai qui? E .. Susanna? Il tuo spettacolo… ho letto che sei impegnato nel ruolo di Macbeth”.
“Candy!” L’ammonì suor Maria: ”E’ così che si accoglie un amico che non si vede da tanto tempo?”
Terence fermo la guardava con quel suo sorrisetto impertinente di sempre, sembrava divertito dal suo imbarazzo. Candy cominciò ad infuriarsi, aveva ancora il potere di farla imbestialire quando la guardava così… ma cosa stava facendo, Terence era lì davanti a lei in carne ed ossa, non aveva sperato di rivederlo, avrebbe voluto abbracciarlo, ma invece disse: ”Scusami Terence, è che sono davvero sorpresa di vederti, io sto bene e tu?”
”Anch’io, ora sto bene, grazie”.
Ora? Forse era stato male. Di nuovo calò il silenzio. Le due donne si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi si accomiatarono dai due giovani con la scusa di dover metter in tavola la cena. Uscendo miss Pony aggiunse: “Avrete tante cose da dirvi “.
I due giovani, rimasti soli, continuarono a guardarsi e a restare in silenzio per un po’. Terence fu il primo a parlare: ”Ti starai chiedendo perché dopo tanto tempo sono qui”.
“Si”.
“Susanna è morta”.
Candy si lasciò cadere sul divano: ”Oh Terence mi dispiace”, mentre due grossi lacrimoni rigarono le sue guance. Terence non sopportava di vederla triste, aveva tanto sognato il suo sorriso, non voleva vedere i suoi occhi velati di lacrime, ma sapeva che dicendole della morte della sua compagna non avrebbe potuto evitarlo.
“Lo so”.
“E tu come stai?”
“Te l’ho detto bene”.
“Ma… quando è successo?”
“La settimana scorsa”.
“Cosa? Io non ho letto niente al riguardo”.
“Non saprei dirti, eppure i giornali ne hanno parlato”.
“Non so… forse c’è lo zampino di quelle due…”
“Non sono venuto qui per farmi consolare, Candy, sì sono dispiaciuto per Susanna, le volevo molto bene, ma sono qui per te, per noi”. Ecco l’aveva detto.
Candy ebbe un tuffo al cuore. O mio Dio! Non sta accadendo veramente.”Non capisco” disse.
Terence si sedette sul divano accanto a lei e le prese le mani: ”Candy io non ho mai smesso di pensarti in tutti questi anni, ti amo ancora, forse anche più di prima.”
Non poteva credere alle sue orecchie, quante volte aveva sognato questo momento, anch’io ti amo, o caro, non sai quanto…ma ora… oh mio Dio! Albert! “ Terence …io..”
“Oh Candy sapessi quante volte ho sognato questo momento” cominciò ad accarezzarle i capelli, poi il viso, infine si chinò su di lei e la baciò. Candy si abbandonò al suo abbraccio senza protestare e ricambiò il bacio con la sua stessa passione. Quando si separarono Candy era sconvolta dal turbine di emozioni che l’aveva invasa, ma anche dal senso di colpa che cominciava ad affacciarsi nel suo cuore.
“Uhm signorina tuttelentiggini mi è andata bene questa volta, niente sberla.”
“Terence sei incorreggibile”.
Terence la teneva ancora stretta quando lei dolcemente si liberò dalle sue braccia, si alzò e s’incamminò verso la finestra. Terence capì che c’era qualcosa che la turbava, so che mi ami anche tu, non mi avresti permesso di baciarti così altrimenti, ma c’è qualcosa lo so, no non voglio crederci…c’è un altro.
“Terence, Albert mi ha chiesto di sposarlo proprio una settimana fa ed io ho accettato”
Terence si sentì sprofondare. Albert, no non può essersi innamorata di lui o si? “ Lo ami?”
“Si … credo..”
“E per me cosa provi?”
“ Oh Terence non me lo chiedere… io… non posso… non voglio…”
“Cosa Candy?”Candy sentì le sue mani poggiarsi sulle sue spalle. “Guardami Candy” le disse voltandola verso di lui, “Provi per Albert quello che leggo ora nei tuoi occhi, ti abbandoni ai suoi baci come hai fatto con me poco fa?”
“ No… non so… io, noi… non ci siamo mai baciati”.
Terence restò sorpreso ma allo stesso tempo felice, Candy era ancora solo sua.
“Mi rendo conto di essere ripiombato nella tua vita così all’improvviso, sapevo che c’era il pericolo che ti fossi rifatta una vita, ma non sei ancora sposata Candy, ho già sbagliato una volta lasciandoti andare, ora abbiamo una seconda possibilità, non me la lascerò sfuggire, a meno che tu non mi dica che non mi ami più, che è Albert che vuoi, allora io me ne andrò e non mi vedrai mai più, e questo quello che vuoi Candy?
“Terence…io… non lo so”
“Certo che non lo sai amore” disse lui accarezzandole dolcemente i capelli, “non mi aspetto che tu mi risponda ora, passa un po’ di tempo con me, ti prometto che non ti toccherò più a meno che non sia tu a volerlo”, disse ammiccando un sorriso malizioso. Poi, ritornato serio, aggiunse: “Ti aspetterò per tutto il tempo che ti serve, mia dolce signorina tuttelentiggini, perché non voglio più accontentarmi di una vita senza di te”.
Candy si sentiva persa nel suo sguardo, sentiva un turbinio di farfalle nello stomaco, avrebbe voluto che la baciasse ancora ma sapeva che non era corretto nei confronti di Albert, il suo Albert, lei l’amava, almeno così aveva creduto, ma amava ancora anche Terence di questo era sicura, cosa doveva fare?

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:34
 
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CITAZIONE (piccoletta76 @ 20/8/2012, 23:52) 
Ehmmm... se la mettiamo su questo piano la domanda è un pochino -ino -ino retorica... :D ;)

Brava brava bravissima, sembra di sentirle le emozioni di Candy e Terence....
Ma Suor Maria e Miss Pony non sanno del fidanzamento? Pare strano che buttino Candy tra le braccia di Terence così senza paracadute :risata: :risata: :risata:
Beh, che dirti... Io non ho ancora sonno :B):

No non lo sanno, nessuno lo sa, è successo tutto così in fretta. Candy stava aspettando il ritorno di Albert per annunciare il loro fidanzamento, ma ora... Che dici troppo soapeperiana la mia Candy?
Ti lascio un altro capitoletto?



CAPITOLO 04

La cena si era svolta come le altre sere. Terence sembrava essere pienamente a suo agio, sorrideva e scherzava con i bambini, i quali sembravano rapiti dal giovane attore; a Candy sembrava così naturale averlo lì, come se il tempo non fosse mai passato…ma anche Albert era un pezzo fondamentale di quel quadretto… Purtuttavia Candy sapeva che sarebbe stato difficile averli con sé entrambi, doveva scegliere e qualunque fosse stata la sua decisione uno dei due uomini più importanti della sua vita avrebbe sofferto e inevitabilmente lei l’avrebbe perso.
Perché, perché la vita doveva metterla sempre di fronte a scelte così difficili? Perché non poteva essere felice senza dover per forza rinunciare a qualcosa o a qualcuno?
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Terence che le stava sussurrando all’orecchio: “vedo che non sei cambiata tarzan tuttelentiggini, continui a sognare ad occhi aperti, un soldino per i tuoi pensieri”.
“Non lo so se ti piacerebbe scoprirlo”.
Terence per un attimo si rabbuiò, poi ammiccando uno dei suoi sorrisi beffardi le sussurrò: ”un dollaro che stai pensando al nostro bacio di poco fa, se vuoi potrei concederti il bis più tardi”.
Candy arrossì: “Sei un insopportabile pallone gonfiato Terence Grandchester, non mi è mica poi così tanto piaciuto baciarti, sai” gli sussurrò lei a sua volta.
“Bugiarda”. Terence si alzò e, dopo essersi complimentato per l’ottima cena con miss Pony e suor Maria, insistette per occuparsi del riordino, mentre le tre donne mettevano i bambini a letto.
Più tardi Candy raggiunse Terence in cucina che, con grande maestria, aveva messo tutto in ordine.
“Ti va un the?”
Lui sussultò, non l’aveva sentita arrivare, per la verità era sovrappensiero: sarebbe stato più difficile del previsto riconquistare Candy, doveva competere con un rivale che a conti fatti partiva sicuramente in vantaggio. Albert era sempre stato un punto di riferimento per Candy, non l’aveva mai abbandonata né fatta soffrire, come invece aveva fatto lui. Terence sapeva che il legame che si era creato anni addietro tra lui e Candy era difficile da spezzare, ma non sarebbe bastato per riaverla con se, doveva dimostrare a Candy che poteva contare su di lui, che questa volta niente e nessuno avrebbe potuto indurlo a metterla in secondo piano. D’ora in avanti Candy sarebbe stata la sua priorità.
“Sono io che ora ti chiedo un soldino per i tuoi pensieri”disse Candy.
“Stavo pensando che mi piacerebbe restare qui per un po’, abbiamo tanto tempo da recuperare, cosa ne pensi Candy, ti farebbe piacere se mi fermassi o preferiresti che andassi via?”
“Resta” fu la spontanea risposta di Candy, “credo che anche ad Albert farebbe piacere rivederti, e poi miss Pony e suor Maria sono tue fans accanite, le faresti veramente felici”.
“Ma tu Candy saresti felice di avermi qui con te?”
“Terence..”
“Scusami” l’interuppe lui “non era mia intenzione farti pressioni. Lo prendo volentieri quel the, è ancora valido l’invito?”
Si sorrisero e poi passarono diverse ore a parlare e a raccontarsi, fino a quando la stanchezza non li vinse.

Erano trascorsi circa dieci giorni, Candy e Terence erano stati inseparabili, sembrava fossero tornati i bei giorni spensierati della Royal Saint Paul School.
Terence se ne stava sotto la grande quercia fumando una sigaretta e ripensando ai meravigliosi giorni trascorsi lì con la sua tarzan tuttelentiggini, quando all’improvviso gli si parò d’avanti con fare minaccioso: “Terence non ti ho permesso di fumare sulla nostra seconda collina di Pony figuriamoci qui” disse strappandogli la sigaretta e spiaccicandola a terra con i piedi. Terence scoppiò in una sonora risata: “sai Candy non sei cambiata affatto, quando ti arrabbi sei ancora buffa e le tue lentiggini sembrano allargarsi quasi a voler coprire il tuo piccolino nasino” disse sfiorando il naso di lei con l’indice.
“Oh Terence sei davvero insopportabile, mi viene voglia di darti un pugno su quella faccia così indisponente” e si lanciò verso di lui con l’intenzione di colpirlo, ma lui, più agile, le afferrò i polsi e l’attirò su di sè. Si ritrovarono così faccia a faccia, i loro sguardi non riuscivano a smettere di perdersi l’uno in quello dell’altro, il loro respiro si fece più corto, il desiderio si faceva sempre più tangibile. Candy prese a baciarlo con tutta la passione che aveva represso nei giorni precedenti; Terence la ricambiò con lo stesso ardore, felice come non mai: era lei che lo stava baciando, si sentiva al settimo cielo! Quando si staccarono a Candy girava la testa per le forti sensazioni che aveva provato, ma all’improvviso, come attratta da una presenza, alzò lo sguardo oltre la testa di Terence, restò a bocca aperta: Albert era lì immobile che li stava guardando con uno sguardo truce che lei non gli aveva mai visto prima.

N.B. Non sono riuscita ancora a mettermi in pari con la tua ff che trovo originalissima, spero di riuscirci oggi, approfitto degli ultimi giorni di ferie e delle tregue che mi concede mio figlio. Baci.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:36
 
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CITAZIONE (lady oscar @ 21/8/2012, 14:27) 
WOW...
Cosa leggono i miei occhi!!! :woot: :woot: :woot:
Bravissima Italia74, me la sono letta tutta d'un fiato.
Devi continuare assolutamente...
tipo...
...adesso ???
:sorrisone:
L'intreccio stile soap mi piace da morire non vedo l'ora di leggere il seguito.
:giusy: :giusy:

PS: Sono anche molto felice che ci siamo tolti Susanna tuttapannaacida dalle scatole senza troppi giri di parole, anche se per me l'hai fatta troppo dolce e lui troppo buono!
Io ci avrei visto di più una cosa del tipo :
S: Terence, visto che sono in punto di morte e ho paura di andare all'inferno, non che me ne importi qualcosa dei tuoi sentimenti, non è che mi perdoneresti?
T : No!!! Schiatta!!!
:risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata:

:risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata vedrai in segiuto c'è chi non è troppo clemente con la defunta. Sono contenta che ti piaccia lady, eccovi un altro assaggino, spero di non aver esagerato. Baci.


CAPITOLO 05


I tre giovani restarono fermi a guardarsi per un po’, poi Candy si alzò e si diresse verso Albert.
“Sei .. sei tornato Bert”.
Ma lui non la guardava, il suo sguardo blu minaccioso era fisso in quello di Terence che lo sosteneva con sfida.
Albert con un gesto brusco e violento attirò Candy a sé serrandole la vita con forza, quasi a rivendicarne il possesso. Lei rimase immobile e senza fiato, Terence ed Albert erano i due uomini più turbolenti che Candy avesse mai conosciuto, un senso di paura l’invase, che sarebbe successo adesso?
Fu Terence il primo ad interrompere quell’ assurdo silenzio carico di tensione che si era venuto a creare.
“Ciao Albert, non ti chiedo come stai, mi è ben chiaro il tuo disappunto”.
“Terence Candy ora è la mia fidanzata” disse sottolineando bene le parole e stringendola a sé più forte fino a farle male, “spero che d’ora in poi tu rispetterai questo stato di fatto, come a suo tempo io ho rispettato l’impegno che Candy aveva preso con te”.
Terence sorrise e questo fece irrigidire ulteriormente Albert che serrò i pugni, sembrava stesse lì lì per esplodere.
“Mi dispiace Albert, spero tu non me ne voglia, ma non posso prometterti di stare lontano da Candy. Già una volta ho rinunciato a lei per senso dell’onore ed è stato un disastro, per quanto io ti stimi e ti rispetti, Albert, non posso nuovamente fare lo stesso sbaglio, neppure per te che sei il mio più caro amico. A meno che non sia Candy a dirmi che è te che vuole e che non prova niente più per me, solo in questo caso mi farò da parte. Hai la mia parola. Ma come tu hai potuto constatare, Candy non mi sembra più tanto sicura che sei tu quello che vuole sposare”. Candy, ancora tra le braccia di Albert, non sapeva cosa dire, era come in trance.
“E sia, ma sappi che non rinuncerò a lei tanto facilmente, combatterò per difendere ciò che è mio”.
“Si lo so”, Terence sorrise nuovamente. Poi il suo sguardo divenne duro, “Anche io lotterò con tutto me stesso per riprendermi quello che da sempre è mio”. I due uomini si scambiarono uno sguardo come a suggellare le rispettive promesse, poi Terence si avvicinò, guardò Candy per qualche istante e se ne andò.
Candy si sentiva come sospesa in una bolla tanta era la confusione nella sua testa. Albert le sollevò il mento e la guardò nei suoi splendidi occhi verdi per qualche istante, poi l’attirò a sé e la baciò con forza, finalmente aveva liberato tutta la passione che aveva pazientemente trattenuto in tutti quegli anni. Candy era come incapace di reagire, travolta dalle sensazioni che quel bacio le stava procurando. Quando Albert la lasciò andare lei si sentì venir meno, lui la trattenne, ma nel suo sguardo non c’era amore, solo rabbia. Le disse: ”Perlomeno ora hai un adeguato termine di paragone”. Poi si voltò e si avviò verso la casa di Pony.
Candy era disorientata. Cosa le stava accadendo? Il suo corpo aveva reagito allo stesso modo poco prima al bacio di Terence. Come poteva provare un tale trasporto per tutti e due? Il suo corpo l’aveva tradita, non poteva basarsi sulle sue reazioni agli abbracci appassionati di Terence e Albert, era chiaro che fosse fortemente attratta da entrambi, per cui era il suo cuore a dover fare la scelta, ma chi era il padrone del suo cuore? Due grossi lacrimoni le rigarono le guance.
Quando finalmente ritornò alla casa di Pony trovò Albert appoggiato alla sua auto, sembrava la stesse aspettando. Lei gli si avvicinò senza dire una parola. Lui fu il primo a parlare: “Candy vado a Lakewood, me ne starò un po’ lì, prima di ripartire. Mi dispiace per poco fa”, ora la guardava con dolcezza e rammarico, “Ma ero arrabbiato”.
“Albert io…”
“Non importa Candy, so come ti sei sentita quando lui è ritornato, ma io credo in noi, lo so che non avresti mai accettato di sposarmi se non mi avessi amato, e poi prima…” Lei arrossì “Non ti vergognare piccola, è bello che tu sia attratta da me, sarebbe grave il contrario. Abbiamo deciso, Terence ed io, che sia opportuno lasciarti da sola a riflettere su quello che provi. E’ chiaro che il nostro fidanzamento sarà tale solo dopo che avrai preso una decisione. Ritieniti libera. Ora devo andare.” Le sfiorò le labbra con le sue, poi salì in macchina e partì. Candy sospirò, poi si voltò e vide Terence. Anche lui era sul procinto di partire.
“Terence vai via anche tu, vero?”
“Si. Non è giusto che io rimanga, devi poter decidere liberamente senza ricevere alcuna pressione, e se rimanessi non potrei mantenere la promessa fatta ad Albert” .
“?”
Si avvicinò pericolosamente e alzandole il mento disse: “Non potrei non fare questo” e le baciò la fronte, “e poi questo” e le baciò il collo dietro le orecchie, “ e poi questo” e la baciò sulla bocca con estrema dolcezza.
“Questo è solo un assaggio di quella che sarà la nostra vita insieme, mia dolce signorina tuttelentiggini. Abbi cura di te”. E fece per salire sulla sua auto quando Candy gridò: ” Terence, non voglio che tu vada via”. Lui si girò e la guardò con occhi pieni d’amore, “Vieni via con me allora”.
“Non posso”.
“Ti aspetterò Candy, sempre”. Salì in auto e partì. Candy cominciò a piangere, si sentiva così sola.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:38
 
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Ragazze eccovi un altro piccolo capitoletto. Kiss Kiss ;)

N.B. Visto piccolì sto diventando brava anche con le faccine.



CAPITOLO 06

“Candy cosa è successo? Ti va di parlarne?” disse Miss Pony.
“Oh Miss Pony sono disperata!” singhiozzò Candy lanciandosi tra le braccia dell’anziana donna.
“Calmati cara, a tutto c’è una soluzione”.
“ Non per me, perché deve essere sempre tutto così complicato?”
“Vuoi raccontarmi?”
Candy raccontò della proposta di matrimonio di Albert e di come lei si sentisse pronta a lasciarsi il passato alle spalle, quando era ricomparso Terence . Ora si trovava con due uomini meravigliosi che la volevano e lei non sapeva con chi desiderasse passare il resto della vita. Quello di cui era sicura è che provava profondi sentimenti per entrambi e che non avrebbe voluto rinunciare a nessuno dei due, ma sapeva bene che, una volta fatta una scelta, nessuno dei due sarebbe stato disposto ad avere solo la sua amicizia, per cui doveva dire addio ad uno dei due. Non sapeva se ne sarebbe stata capace. Arrivata a questo punto le sembrava impossibile fare a meno sia di Albert che di Terence.
“Candy credo che nel profondo del tuo cuore tu sappia chi sia l’uomo della tua vita, devi solo trovare la forza per ammetterlo con te stessa. Parti, fai un viaggio, forse allontanarti da tutto e tutti per un po’ ti aiuterà a chiariti le idee”.
“Si Miss Pony ha ragione, ho bisogno di una vacanza. Grazie.” Si abbracciarono a lungo.


Caro Albert,
ho deciso di partire, andrò a trovare Patty in Florida. Forse allontanarmi un po’ mi farà meglio capire che cosa voglio davvero. Mi manchi. Spero di avere presto tue notizie.
Tua Candy.


Caro Terence,
andrò in Florida per un po’ dalla mia amica Patty, ti ricordi di lei? Forse andare in un posto nuovo, lontano dai ricordi mi permetterà di fare chiarezza nei miei sentimenti. Spero mi scriverai. Io lo farò.
Tua Candy.

P.S. Non mi sei mai mancato tanto come adesso.


Cara Patty,
spero tu stia bene. Che ne dici se venissi a stare un po’ con te? Sarebbe bello non credi? E poi ho tanto bisogno di allontanarmi da qui e di una amica.
Ti voglio bene.
Candy.


Cara Candy,
non vedo l’ora di averti qui con me. Anche nonna Marta non sta più nella pelle. Vedrai ci divertiremo insieme, anche io ho bisogno di un’amica. Tu ed Annie mi mancate tanto. Chissà forse stare insieme e rivivere i vecchi tempi, allevierà un po’ le pene nel nostro cuore. Ti aspetto con ansia.
Patty.


Il viaggio in treno fino in Florida era stato lungo e stancante, ma Candy si sentiva felice: avrebbe riabbracciato Patty e forse lì avrebbe trovato una soluzione al suo dilemma.
Patty l’aspettava alla stazione, non appena Candy scese dal treno le due ragazze si abbracciarono e lacrime di gioia bagnarono le loro giovani guance.
“Candy non sai quanto sono felice di rivederti, ti trovo bene, sei bellissima!”
“Anche tu Patty sei diventata una splendida donna”.
Le due ragazze scoppiarono in una fragorosa risata. Era vero Patty era diventata davvero molto carina, così come Candy anche lei era divenuta una signorina dal corpo esile ma ben formato, il suo dolce sguardo però continuava ad essere triste e spento, mentre quello di Candy era ritornato splendente e vivo.
Patty aveva capito che doveva essere successo qualcosa di eccitante nella vita della sua amica perché i suoi occhi ora sprizzavano dei bagliori che non le aveva più visto dai tempi della loro vacanza in Scozia. Negli anni addietro Candy era stata vivace e grintosa come sempre, ma a Patty non era sfuggito lo spegnersi nel suo sguardo di quell’ardore che aveva sempre ammirato in lei. Ora quella luce sembrava essersi riaccesa e Patty ne era felice, non vedeva l’ora di sapere a cosa era dovuta.
Dopo i saluti con nonna Marta e un succulento pranzo, le due amiche si sedettero in spiaggia a godersi l’aria frizzante di quel bellissimo pomeriggio.
“Candy vuoi raccontarmi cosa ti è accaduto? Sei diversa”.
“Si Patty lo sono.”
Patty attese che la sua amica fosse pronta ad aprirsi.
“Albert mi ha chiesto di sposarlo ed io gli ho detto di si”.
“Ma è meraviglioso, Candy, tu ed Albert, l’ho sempre pensato che tra voi due prima o poi sarebbe nato qualcosa”.
“Non è tutto Patty”.
“?”
“Terence è venuto a trovarmi”.
“Ho letto della morte di Susanna Marlowe”.
“Si. Terence non mi ha mai dimenticata, mi vorrebbe con lui”.
“Oh Candy!”
“Sono confusa Patty, per la prima volta in vita mia non so che fare, qual è la cosa giusta”.
“Candy basta! Devi smetterla di preoccuparti di cosa sia giusto o sbagliato, di pensare a quello che è meglio per gli altri, per una volta pensa a quello che vuoi tu, a cosa ti rende veramente felice. Oh Candy, io non posso dirti cosa fare, ma posso dirti solo che la vita non a tutti da una seconda chance. Scusami Candy”.
Patty, in preda alle lacrime, si alzò e corse via.
“Patty!” Candy decise di lasciarla andare, sicuramente quando le aveva detto di Terence aveva pensato al suo Stear, che, purtroppo, non sarebbe più tornato. Forse era meglio lasciarla sfogare. Decise di fare una passeggiata in riva al mare.
Mentre era assorta nei suoi pensieri, si sentì chiamare: “Candy? Sei proprio tu?” Candy alzò lo sguardo e vide una ragazza che le faceva cenno con la mano, venirle incontro.
“Karen. Sei tu? Come sono contenta di vederti!”
“Anch’io Candy, non ci vediamo dalla prima di Romeo e Giulietta. Oh scusami Candy non volevo…”
Candy rise. “Non preoccuparti Karen, è passato tanto tempo”.
“Lo so. Hai saputo della morte di Susanna? Finalmente Terence si è liberato da quella sanguisughe.”
“Karen!!!”
“Non ti scandalizzare Candy, ma io quella proprio non la potevo sopportare. Tu non c’eri, non hai visto Terence logorarsi giorno per giorno perché ti aveva perso. Tutti noi della compagnia abbiamo visto la sua disperazione crescere sempre di più, come lei non l’abbia capito proprio non so spiegarmelo. L’unica spiegazione plausibile è che lei l’abbia ignorato pur di tenerlo legata a sé. Ma ha pagato caro il suo egoismo.”
“Karen nessuno merita di soffrire come Susanna.”
“Nemmeno come Terence, credimi Candy. Susanna era l’unica che poteva mettere fine alle sue pene, ma non l’ha fatto, ci ha pensato il Signore.”
“Karen! Non essere blasfema, il Signore non punisce, è misericordioso.”
“Lasciamo perdere. Ma Candy raccontami di te, vi siete incontrati?
Candy raccontò tutto a Karen del suo dilemma.
“Non conosco Albert, ma Candy cosa aspetti a tornare da Terence? Solo un cieco non si accorgerebbe di quanto siete anime gemelle.”
“Non è così semplice Karen. Anche di me e Albert si potrebbe dire lo stesso. Sono molto confusa”.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:40
 
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Eccoti accontentata lady.



CAPITOLO 07

Nei giorni seguenti Candy, Patty e Karen passarono molto tempo insieme. Karen poteva sembrare un po’ arrogante e superba, ma in fondo era un’adorabile ragazza, molto carismatica. Patty, timida e riservata, si sentì travolta dall’esuberanza delle due ragazze, mai da quando si era trasferita in Florida aveva fatto e visto tante cose come in quelle ultime settimane.
“Sono sfinita!” disse Patty lasciandosi cadere su di una poltrona sotto il patio di casa.
“Su dai Patty è stato divertente fare shopping, non è vero?” Karen si tolse l’elegante cappello, scuotendo la testa fece ondeggiare i lunghi e morbidi capelli castani.
“Anch’io sono sfinita. Karen tu saresti l’amica ideale di Annie. Io proprio non sono fatta per lo shopping sfrenato”. Candy si sedette sulla poltroncina accanto a Patty.
“Questa sera al ballo saremo splendide! Faremo strage di cuori.”
“Sicuramente, siete tre bellissime signorine, ma Candy ha già il suo principe”. Le tre ragazze si voltarono contemporaneamente nell’udire tali parole. Albert le stava fissando con un sorrisino divertito che non era possibile vedere, in quanto nascosto dagli occhiali scuri. Era bellissimo nel suo completo di lino color canapa.
“A..Albert che ci fai qui?” Candy fu la prima a riprendersi dalla sorpresa. Era bellissimo! Leggermente abbronzato sprigionava una carica sensuale da tutti i pori, percepibile non solo a Candy, ma anche alle altre due ragazze rimaste a bocca aperta.
“ E’ così che mi accogli? Vieni qui piccola!” disse allargando le braccia a mo di invito.
Candy corse tra le braccia di Albert, che la sollevò in aria facendola volteggiare, poi la mise giù e la baciò in maniera dolce e sensuale allo stesso tempo. Candy si sentì invadere da una strana sensazione di benessere. “Mi sei mancata, piccola.”
“Anche tu Bert”.
“Hem, Hem.”
Albert e Candy finalmente ricordarono la presenza delle due ragazze.
Candy un po’ imbarazzata disse: “ Albert, ovviamente conosci già Patty.”
“Come stai Patty”? Albert abbracciò la ragazza e poi aggiunse: “Fatti guardare”, le fece fare una piroetta su se stessa, “Sei incantevole”.
“Ciao Albert, anche tu stai benissimo”.
“Albert, vorrei presentarti la mia amica, Karen Klies”.
“Incantato”, disse Albert fissando i suoi occhi azzurri in quelli profondi di Karen, con un leggero tocco di labbra le sfiorò la mano.
Karen rabbrividì. “Ho sentito parlare molto di lei, signor Andrew”.
“Diamoci del tu, vuoi Karen? Gli amici di Candy sono anche amici miei”.
Karen restò senza parole, cosa abbastanza inusuale per una donna come lei, ora che aveva conosciuto Albert pensò che Terence aveva davvero un rivale temibile.
Con la scusa di essere stanca si accomiatò dai suoi ospiti, doveva ancora occuparsi degli ultimi dettagli prima del ballo di beneficenza che si sarebbe tenuto in casa di suo zio quella sera, organizzato per la raccolta di fondi da donare all’ospedale Santa Barbara. Chissà se Terence era riuscito a liberarsi per essere presente quella sera, aveva pensato di fare una sorpresa a Candy invitandolo al ballo, con la speranza che i due ragazzi avessero avuto un po’ di tempo per stare insieme e per ritrovarsi. Ma ora l’arrivo inatteso di Albert aveva scombussolato i loro piani. Quella sera se ne sarebbero viste delle belle.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:42
 
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CITAZIONE (lady oscar @ 22/8/2012, 17:07) 
:woot: :woot: :woot: :woot: :woot: :woot:
Italiuccia cara, tu mi vizi :wub: :wub: ed io sono ben lieta di lasciarmi viziare :D :D , ma ti consiglio di non farlo, ;) ;) , perchè io sono INSAZIABILE e potresti pentirtente quando non potrai pubblicare e mi troverai in piena notte sotto le finestre di casa tua chiedendo a gran voce un altro capitolo!
:risata: :risata: :risata: :risata:
La tua trama mi sta proprio prendendo di brutto, sono curiossisima di sapere cosa hai in mente!!
Nel frattempo Albert diventa sempre più fico, ahimè, povero Terenzuccio mio, se ne è accorta pure Karen.
Continua così che vai alla grande!
:giusy: :giusy: :giusy: :giusy:

Se Albert ti sembra figo, guarda il nostro duca, ;)




CAPITOLO 08

Candy si sentiva accaldata, non riusciva a capire se quello stato era dovuto allo champagne o al fatto di essere stata per tre balli consecutivi tra le braccia di Albert, che ora faceva volteggiare la sua amica Karen. Era davvero incredibile: galante e premuroso anche con le sue due amiche. Decise di andare a prendere un po’ d’aria. Com’era suggestivo guardare le onde del mare infrangersi sulla riva sotto il cielo stellato.
“Sei bella da togliere il fiato stasera signorina tuttelentiggini.”
Candy sussultò, non poteva essere, i fumi dell’alcool cominciavano a fare effetto. Ma due mani delicate le accarezzarono le spalle nude, e sentì tra i suoi riccioli un lieve respiro. Restò immobile non riusciva né a proferire parola né a voltarsi.
“Sorpresa, amore mio?”
No, non poteva essere la sua immaginazione, era reale, Terence era lì, dietro di lei che le sussurrava quelle dolci parole. Finalmente Candy trovò la forza di voltarsi, i suoi occhi verdi si specchiarono in due laghi dello stesso colore del mare quella sera. Si sentì persa. “ Te.. Terence!”
“Si sono io, credevi fossi un fantasma?”
“No, pensavo fosse… la mia mente… sai …non sono molto lucida stasera”.
“Bene, bene, non osavo sperare in tanta grazia. La mia adorata scimmietta fa sogni ad occhi aperti su di me.”
“ Terence! Sei come sempre insopportabile, non ho detto questo. Tu.. mi confondi.”
Lui, che fino a quel momento aveva avuto sul viso quella sua solita espressione insolente, divenne di colpo serio: “Dio quando sei bella Candy! Se continui a guardarmi così non credo potrò mantenere la promessa che ti ho fatto alla casa di Pony.”
Candy, per il turbamento che quelle parole le avevano procurato, vacillò finendo tra le sue braccia. Terence interpretò la cosa come un invito per cui si chinò e la baciò con ardente passione. Candy non riuscì a protestare e si arrese alla piacevole ebbrezza che quell’abbraccio le procurava. Terence, percependo la sua arrendevolezza, nonché il piacere che anche lei provava, si fece più ardito e cominciò ad accarezzare con mani frementi le sue braccia nude, fino a scendere lungo i fianchi attirandola di più verso di sé.
“Candy dimmi di fermarmi ora altrimenti non so se riuscirò a rispondere di me stesso”.
Candy rispose con un gemito. Terence prese allora a morderle i lobi, a baciarle il collo fino a scendere alla sua profonda scollatura che metteva in risalto il suo bel decolté. Candy era caduta in un vortice di sensazioni sconosciute, ma immensamente piacevoli, non aveva nessuna intenzione di mettere fine al quel meraviglioso gioco di emozioni. Quando all’improvviso: “Candy, Candy, sei lì?”
I due ragazzi furono bruscamente riportati alla realtà dalla voce di Patty. Si staccarono giusto in tempo per non essere scoperti dalla giovane donna, ma entrambi ringraziarono il buio che celava le loro espressioni sconvolte dal desiderio.
“Candy ti ho cercato dappertutto, Karen sta monopolizzando Al…. Terence!”
“Piacere di rivederla signorina O’Brien, è diventata una donna incantevole”, inchinandosi le fece il baciamano. Patty arrossì. Poi disse: “Sono contenta di rivederti Terence”.
“Mi farebbe l’onore di concedermi questo ballo, mia bella Patty, in onore dei vecchi tempi?”
“Si certo. Candy non ti dispiace?”
“No, no Patty”. Riuscì a dire con un filo di voce leggermente roco. Mentre Patty e Terence si avviavano verso il salone, Candy si dovette mantenere alla balaustra per non cadere, se non fosse intervenuta Patty non osava immaginare fino a dove si sarebbero spinti, si sentiva strana, improvvisamente capì: lei desiderava ardentemente che le carezze di Terence divenissero più audaci. Presa da questa nuova consapevolezza, cominciò a piangere. Albert dove sei? Vieni a salvarmi da me stessa.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:43
 
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CITAZIONE (piccoletta76 @ 22/8/2012, 20:15) 
Direi che sì, Albert ha il suo fascino ed il suo effetto su Candy però la conclusione dell'ultimo capitolo lascia ben pochi dubbi...
Ma tutto sommato anche ad Albert potrebbe non andare così male, la nostra Karen sembra molto intenzionata a "sacrificarsi" per il bene dei suoi cari amici :D :D :D :D

Si, la cosa sembra proprio ben delineata, ma sono curiosa di vedere che giro farà la nostra Italia prima di arrivarci...
pensa se alla fine dopo averci illuso le fa scegliere Albert... :doll 1:
Io mi suicido!!!
:risata: :risata: :risata:

Italiucciaaaaaaaaaaaaa, ci sei?
Per oggi?
Stesso posto stessa ora?
Io ci sarò
:risata: :risata: :risata:
[/QUOTE]

:risata: :risata: :risata: ti dirò ne sono tentata :risata: :risata: :risata:

anch'io ci sono, eccoti un'altra dose cara lady. baci :giusy:


CAPITOLO 09

Albert stava sorridendo a Karen quando scorse Patty e Terence che ballavano. Si fermò di colpo.
“Cosa succede?” La voce di Karen le giunse all’orecchio come un lontano fruscio. Che ci faceva Terence qui? Una lampadina si accese nella sua mente: di colpo prese Karen per un braccio e la sospinse con forza in una stanza adiacente al salone dove non c’era nessuno.
“Che ti prende Albert? Mi fai male!”
Lui la guardava con uno sguardo duro ora. “Che ci fa Terence qui?”
Karen con sguardo candido e pressoché innocente, rispose: “Siamo una coppia sul palcoscenico, Terence ed io e anche molto amici, l’ho invitato sapendo che aveva dei giorni di vacanza come me”.
“Guarda un po’ hai pensato di invitarlo proprio ora che Candy si trova qui.”
“Albert cosa stai insinuando? Avevo invitato Terence prima che incontrassi Candy”.
“Chissà perché non ti credo”. Strinse di più il polso della giovane. Karen si liberò dalla stretta e con un sorriso un po’ cattivo disse: “Che hai da temere signor Andrew, Candy ama te, no?”
Albert serrò i pugni. “Stanne fuori Karen”. Si girò e lasciò la stanza.

“Candy dove eri finita?”
“Albert, Karen ti ha lasciato tornare da me?” disse sorridendo, era felice di vederlo.
“Si, mi mancavi.”
“Ero venuta a prendere un po’ d’aria fresca, sai lo champagne mi fa uno strano effetto.”
“Si lo so. Ti va di andare via?”
“Si andiamo, cerco Patty.”
“No, voglio stare un po’ solo con te, Patty potrà tornare da sola, del resto siamo nella villa accanto.”
“Hai ragione, andiamo per la spiaggia però, ho voglia di camminare a piedi nudi nell’acqua, queste scarpe non le sopporto più”.
“Ah, ah, ah, sei sempre la solita, Candy.”
Camminarono in silenzio mano nella mano. Candy non poteva togliersi dalla mente le sensazioni di quello che era successo tra lei e Terence quella sera.
“Terence è qui.”
“Si lo so”.
Poi di nuovo silenzio. Albert si fermò. “Candy io ti amo”. Senza aspettare risposta la prese tra le braccia e la baciò. Candy non si oppose, le piaceva stare tra le braccia di Albert, sapeva essere appassionato tanto quanto Terence. Ma cosa sto facendo? Poco fa ero tra le braccia di Terence, ora tra quelle di Albert, devo essere impazzita, non mi riconosco più. Dunque si ritrasse. Albert interpretò il suo gesto come senso di pudore, si staccò da lei con grosse difficoltà, la baciò in fronte, dopo di che ripresero a camminare mano nella mano verso casa.

Quella notte Candy non riusciva a prendere sonno, si sentiva irrequieta. Decise di fare due passi in spiaggia, indossò la vestaglia e uscì a piedi scalzi. Soffiava un leggero venticello, rabbrividì. Ripensò agli avvenimenti di quella sera: il trasporto che provava per Terence la sconvolgeva, desiderava che lui la baciasse e la toccasse come aveva fatto poco prima in terrazza, anzi voleva di più…Ma era fortemente attratta anche da Albert, in spiaggia quando lui l’aveva baciata, non avrebbe voluto fermarlo, si era ritratta solo per senso del pudore, una signorina perbene non si fa baciare da due uomini quasi contemporaneamente, cosa avrebbero pensato di lei Suor Maria e Miss Pony? Del resto lei oramai era una donna, era normale provare certi impulsi, la cosa alquanto anomala era provarli per due uomini diversi. Che assurdo triangolo!
Senza rendersene conto, si ritrovò dinanzi alla villa di Karen. Chissà se Terence dormiva, cosa aveva pensato della sua scomparsa improvvisa dal ballo? Mentre si poneva tali quesiti di colpo si fermò, il cuore le batteva all’impazzata, lo sentiva pulsare fortemente nelle orecchie: lui era a pochi metri da lei, a torso nudo steso a terra con lo sguardo rivolto al cielo stellato. Candy si fermò ad osservarlo: era bellissimo, spalle larghe, vita sottile, gambe affusolate. Si sentì mancare il fiato. Terence, sentendosi osservato, si girò e la vide: il cuore sembrò fermarsi per poi riprendere a battere a ritmo frenetico. Gli sembrò una visione eterea: i bellissimi ricci scompigliati dal vento adornavano il suo dolce viso leggermente abbronzato per il sole preso nei giorni precedenti, i suoi occhi emanavano una luce che lo abbagliava. Restarono a guardarsi così per un tempo lunghissimo, poi Candy si girò e scappò via.
Quando finalmente fu nella sua stanza si lanciò sul suo letto, con il cuore che le andava a mille, non solo per la corsa, ma soprattutto per le sensazioni che la visione di Terence le aveva provocato. A fatica si addormentò. Fece uno strano sogno: Terence le sorrideva e felici si tenevano per le mani e giravano giravano giravano, all’improvviso Candy fu risucchiata da un vortice, Terence la chiamava e allungava le mani per afferrarla, lei non poteva né rispondere né muoversi, poi lui scomparve e lei si ritrovò al buio. All’improvviso comparve Albert bianco in volto da far paura che la guardava con occhi tristi. Si svegliò di soprassalto in un mare di sudore. Che incubo!

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:50
 
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CITAZIONE (lady oscar @ 24/8/2012, 10:46) 
CITAZIONE (Mile_76 @ 24/8/2012, 10:38) 
Magari, chissà, andando avanti ti rendi conti che il finale potrebbe diventare diverso da come lo avevi pensato, chissà! D'altronde qui apprezziamo tutti sia Albert che Terence, dunque se la FF tratta bene entrambi non credo che nessuno si lamenterà.

Vada per la parcondicio, vada per il fatto di trattarli bene entrambi, ma il finale no..... :sospiro!:
Ripeto : NON FATE SCHERZI EH!

Potrei morire di infarto con un colpo di scena del genere sul finale dopo aver creduto per tutta la storia un'altra cosa! :risata: :risata: :risata:
Naturalmente scherzo Italia,fai quello che credi, saremo sempre qui a leggerti. :auri:

Su una cosa siamo d'accordo io e Mile, aspettiamo con ansia il prossimo capitolo! :tesoro:

E' con grande piacere che vi accontento :giusy:





CAPITOLO 10

Quando Candy giunse nel piccolo salottino dove di solito faceva colazione con Patty, trovò quest’ultima con Karen.
“Buongiorno dormigliona, spero ti sia riposata.” disse Patty.
“Candy, Terence è rimasto male quando si è accorto che eri andata via con Albert senza nemmeno salutarlo. Stamattina quando sono uscita credo dormisse ancora, l’ho visto piuttosto irrequieto ieri sera dopo il ballo”.
Candy sorseggiava il the fissando la tazza, sembrava lontana mille miglia.
“Candy mi hai sentito? Tutto bene?”incalzò Karen.
“Si si, scusatemi, ho un forte mal di testa, ho esagerato con lo champagne ieri sera”.
“Buongiorno mie bellissime signore”.
“Buongiorno Terence, siedi con noi. Cosa prendi?” disse Patty.
“The con latte, grazie”.
“Come sei inglese, Terence”! Proruppe Karen.
“Beh io non capisco come voi facciate a bere tutto quel caffè. Sei stranamente silenziosa Candy stamattina, non ti senti bene?”
“Postumi dello champagne”, intervenne Karen.
“Anche io ieri sera ho esagerato, pensate che mentre ero in spiaggia a prender un po’ d’aria fresca per farmi passare la sbornia, mi è apparso un angelo biondo”, chinandosi verso Candy le sussurrò all’orecchio: “ Eri bellissima”, poi rivolgendosi alle altre ragazze che stavano osservando la scena divertite, aggiunse: “Poi all’improvviso è scomparso, lasciandomi alquanto amareggiato”.
Karen e Patty si scambiarono uno sguardo di stupore.
“Buongiorno ragazze, Terence”.
“Albert”.
“Tutto bene piccola? Passato il mal di testa?”
“Non proprio”.
Candy si sentiva in imbarazzo alla presenza di tutti e due gli uomini, sentiva i loro sguardi su di sé, nonostante conversassero amabilmente con le sue amiche e tra di loro.
“Candy quasi non hai aperto bocca, non è da te? Mi devo preoccupare, la solita Candy a questa ora il mal di testa l’avrebbe fatto venire a noi per le chiacchiere”.
“Albert!!!” Tutti proruppero in una fragorosa risata, anche Candy.
“Che ne dite di fare tutti una gita al Metro Zoo”.
“Va bene” risposero all’unisono tutti.

Il Metro zoo era molto più grande del Blue River, ospitava più di 2000 specie tra animali ed uccelli. Albert sembrava un’altra persona: aveva gli occhi che gli brillavano mentre faceva da cicero ai suoi amici.
“L’ippopotamo pigmeo si trova nelle foreste in Guinea, Sierra Leone, Liberia e Costa d’Avorio. E’ semi-acquatico, la sua vicinanza all’acqua gli permette di mantenere la pelle idratata e la temperatura del suo corpo fresca. E’ erbivoro, infatti, si nutre di felci, piante a foglia larga, erbe e frutti che trova nelle foreste”.
“Albert sembri uscire fuori da quei grossi libri che avevamo alla Saint Paul School”, disse Candy. Tutti risero alla sua battuta.
“Albert, quando eri in Africa ne hai visto qualcuno?” chiese Patty, incuriosita dalla spiegazione di Albert.
“Si Patty”.
“Che bello! Deve essere stato meraviglioso”.
“Si lo è stato”. Un velo di tristezza offuscò lo sguardo di Albert. Candy se ne accorse e sorridendogli gli accarezzò un braccio, lui ricambiò il sorriso e posò la sua mano su quella di lei. Nessuno si era accorto di quei gesti, ma per loro due significavano tutto: la loro intesa era qualcosa di molto bello e raro. Candy pensò che erano queste cose che le facevano credere che la sua scelta sarebbe dovuta cadere su Albert. Con Terence sarebbe stato lo stesso? No, tra loro le incomprensioni erano all’ordine del giorno, il loro era un rapporto fatto di scaramucce e momenti di magia, questa alternanza un tempo la disorientava, ora aveva compreso che era la specialità del loro rapporto. Questa vivacità nella loro relazione la induceva a credere che una vita con Terence sarebbe stata tutt’altro che noiosa. Siamo punto e a capo.
Dulcis in fundo: “Candy”, chiamò Terence dalla location delle scimmie, “qui ci sono le tue sorelline del Blue River, nonostante siate cresciute la somiglianza è rimasta”.
“Terence io proprio non ti sopporto”, gli fece una linguaccia.
“Candy se fai tutte quelle smorfie veramente sembri una scimmia” aggiunse Albert.
“Ti ci metti anche tu ora?” Tutti risero di nuovo per l’espressione buffa sul viso di Candy che rimase contrariata da come i suoi amici si prendevano gioco di lei.
“Dai Candy, stavo scherzando, lo sai che per me sei la più bella scimmietta al mondo”. Terence ora la guardava con dolcezza.
Povera me, pensò Candy, questi due mi faranno impazzire!
Più tardi si sedettero sotto un grande albero per consumare i panini che con tanta maestria Patty e Candy avevano preparato. Mentre Terence stava addentando un pezzo di panino, senti un rumore metallico tra i suoi denti. “Patty, vedo che ne è passato di tempo, ma ancora non fai attenzione quando prepari un panino”, facendo dondolare in aria il cucchiaino trovato nella sua merenda. Ancora tutti risero. Si stavano divertendo molto, l’atmosfera era rilassata e serena, anche Albert e Terence sembravano aver deposto l’ascia di guerra.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:52
 
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CITAZIONE (lady oscar @ 24/8/2012, 14:30) 
Capitolo semplicemente perfetto.
Pare che questi due iniziono a farsi la "guerra" onestamente, il che mi piace molto.
Ne voglio ancora, ahimè non mi basta mai!

CITAZIONE
Dulcis in fundo: “Candy”, chiamò Terence dalla location delle scimmie, “qui ci sono le tue sorelline del Blue River, nonostante siate cresciute la somiglianza è rimasta”.
“Terence io proprio non ti sopporto”, gli fece una linguaccia.
“Candy se fai tutte quelle smorfie veramente sembri una scimmia” aggiunse Albert

:risata: :risata: :risata: :risata: :risata:


Bravissima Italia.

Grazie lady sei sempre prodiga di complimenti :tesoro:
Non posso mancare il nostro appuntamento pomeridiano. Kiss kiss. :giusy:




CAPITOLO 11

Nonna Marta aveva organizzato una cena per conoscere gli amici di Patty, era un modo per ringraziarli per aver fatto uscire la sua adorata nipotina da quell’apatia che non l’aveva mai abbandonata da quando il dolce Stear era morto. Tutto merito di Candy, pensava nonna Marta, quella benedetta ragazza portava sempre allegria. Si era raccomandata con Patty e Candy che tutti i partecipanti fossero in abito da sera, voleva fare le cose in grande, era tanto tempo che quella casa non brulicava di voci e risate giovanili!
Candy era nella sua stanza presa dall’ardua decisione di cosa indossare. Era in questi momenti che le mancava Annie, lei avrebbe senz’altro trovato la soluzione più adatta. Beh dovrò cavarmela da sola. Optò per un elegante abito in ottoman in seta nero e pizzo valencienne nei toni del color latte e nero. L’abito stretto metteva in risalto le curve morbide, la scollatura quadrata metteva in risalto il suo bel decolté e le lasciava scoperta una buona parte della schiena. Dello stesso pizzo che adornava la scollatura e le larghe bretelle del vestito, era anche la coda, composta da un’alternanza di balze nere e latte, che fuoriusciva dalla seta.
Decise di lasciare sciolti i riccioli, fermati solo da due pettinini di Swarovski.
Si stava rimirando nello specchio compiaciuta del risultato, quando sentì bussare alla porta.
“Si?”
“Sono Terence”.
All’apertura della porta rimasero entrambi a bocca aperta: lui era splendido nel suo smoking nero, lei era una meraviglia.
“Fiuu fiuu, sei uno schianto tuttelentiggini stasera”.
“Anche tu sei niente male”.
“Ti dispiace se facciamo due passi, ho bisogno di parlarti”.
“Certo”. Le diede il suo braccio e si diressero in giardino. Per tutto il tempo rimasero in silenzio, poi, arrivati sotto il gazebo, Terence si fermò. Si posero uno di fronte all’altro, lui le prese le mani e la guardava in un modo così intenso che Candy rabbrividì.
“Hai freddo?”
“Un po’. Ho dimenticato la mantellina”.
“Prendi la mia giacca” e con estrema delicatezza gliela pose sulle spalle.
Riprese le sue mani e disse: “Candy, io ti amo. Ti ho sempre amata e fin da quando ho lasciato il collegio per venire in America, non ho fatto altro che pensare al giorno che saresti diventata mia moglie”. Estrasse dalla tasca un astuccio blu che conteneva un bellissimo brillante. “Questo l’avevo acquistato in previsione della tua visita a New York per la prima di Romeo e Giulietta, ricordi ti avevo mandato il biglietto di sola andata, perché le mie intenzioni erano di chiederti di sposarmi e farti restare con me per sempre. Ma sappiamo bene com’è andata”. S’interruppe un momento, poi riprese: “lo so che non sei ancora pronta a darmi una risposta, ma vorrei che tu lo prendessi lo stesso, se deciderai di voler sposare me, allora lo metterai e farai di me l’uomo più felice della terra. Se dovessi scegliere Albert, vorrei che lo tenessi lo stesso come ricordo del nostro amore”. Candy si sentiva sopraffatta dalle emozioni, aveva sognato per anni quel momento, ed ora che finalmente lo stava vivendo, non sapeva cosa dire. In preda alle lacrime abbracciò Terence e restarono così fino a quando lei non si era calmata del tutto. “Andiamo ora, credo che gli altri si chiederanno dove siamo finiti”.
Quando arrivarono nella sala da pranzo dove si sarebbe tenuta la cena, vi trovarono Albert e Karen che chiacchieravano. Ad Albert non sfuggì il turbamento di Candy e una fitta di gelosia gli strinse lo stomaco.
“Piccola tutto bene?”
“Si”.
“Ti va di fare una passeggiata solo noi due dopo cena? E’ tanto che non stiamo un po’ da soli”.
“Si Bert” gli disse sfoderando uno dei suoi meravigliosi sorrisi che lasciarono Albert senza fiato.
Poi chinandosi su di lei, le sussurrò: “Dimenticavo, stasera sei bellissima”. Candy si compiacque.
Mentre i quattro conversavano amabilmente, entrarono Patty e nonna Marta.
“Nonna conosci già Candy e Karen, questo è il signor William Albert Andrew, il tutore di Candy”.
“E’ un onore conoscerla signora, Patty e Candy mi hanno tanto parlato di lei”.
“Oh che giovane affascinante, piacere mio, William”.
“Mi chiami Albert, la prego”.
“Come vuole. E chi è, cara, quest’altro giovane affascinante?”
“Terence Grandchester”.
“Il Terence Grandchester di Candy? Oh che piacere poterla incontrare signor Grandchester, sa diversi anni fa ho cercato di combinare un incontro tra lei e Candy che era così triste per la sua lontananza, ma ahimè non ci sono riuscita perché mi sono ammalata, ma mi dica come mai ancora non ha sposato la nostra Candy”? Scese un silenzio carico di imbarazzo, Terence stava per rispondere quando intervenne Albert: “Sta aspettando la mia approvazione, che ancora non gli ho dato, deve meritarla”.
“E cosa aspetta, non vorrà mica che invecchino, sa è vero che l’amore non ha età, ma una sposa con il bastone non so quanto sia affascinante”. Tutti risero e l’aria ritornò distesa. Nonna Marta poi aggiunse:” Che ne dite io ho una certa fame, ci accomodiamo?”
“Grazie Albert”, disse Terence.
“Di niente amico. Ho solo voluto evitare la penosa scena di te che in ginocchio chiedevi a Candy di sposarti, birr!”
“Hai ragione, patetico”. I due scoppiarono in una fragorosa risata.
Candy da dietro aveva osservato tutta la scena: era commossa e felice, quella vacanza stava permettendo a Terence ed Albert di ritrovare la loro vecchia complicità, nonostante tutto.

Edited by italia74 - 6/8/2013, 17:55
 
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Eccovi un altro scorcio di questa storia...Baci. :giusy:



CAPITOLO 12

Dopo cena si riunirono tutti in salotto dove Terence li intrattenne con la lettura di alcuni sonetti di Shakespeare:


Devo paragonarti a un giorno d'estate?
Tu sei più amabile e moderato:
venti impetuosi scuotono gli incantevoli boccioli di maggio
e il corso dell'estate ha durata troppo breve;
talvolta l'occhio del cielo splende troppo intensamente,
e spesso il suo volto aureo viene oscurato;
e ogni bellezza dalla bellezza talora declina,
sciupata dal caso o dal mutevole corso della natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà appassire,
né perdere la bellezza che ti appartiene;
né la morte dovrà vantarsi del tuo vagare nella sua ombra,
poiché crescerai, col passare del tempo, in versi eterni.
Finché ci saranno un respiro e occhi per vedere,
questi versi vivranno e ti manterranno in vita.

Coloro che hanno le stelle favorevoli
si vantino pure di pubblici onori e di magnifici titoli,
mentre io, cui la fortuna nega un simile trionfo,
gioisco, non visto, di ciò che più onoro.
I favoriti dei grandi principi schiudono i loro bei petali
come la calendula sotto l'occhio del sole,
e in loro stessi il loro orgoglio giace sepolto,
poiché, a un cipiglio, essi nella loro gloria muoiono.
Il provato guerriero, famoso per le sue gesta,
sconfitto che sia una volta pur dopo mille vittorie,
è radiato per sempre dal libro dell'onore,
e dimenticato è tutto ciò per cui si era impegnato.
Allora felice io, che amo e sono riamato
da chi non posso lasciare, né essere lasciato.

Il mio occhio si è fatto pittore e ha fissato
i tratti della tua bellezza nel quadro del mio cuore.
Il mio corpo è la cornice in cui essa è racchiusa,
e , in prospettiva, è la migliore arte del pittore:
poiché attraverso il pittore devi vedere la sua abilità,
per scoprire dove giace la tua vera immagine dipinta,
che sempre è appesa nella fucina del mio petto,
le cui finestre sono i tuoi occhi.
Ora vedi quali buoni servizi hanno reso gli occhi agli occhi:
i miei occhi hanno disegnato la tua figura, e i tuoi per me
sono finestre sul mio petto, attraverso cui il sole
si diletta a sbirciare per ammirarti.
Ma gli occhi sono privi della capacità di dare grazia
alla loro arte:
essi ritraggono solo ciò che vedono, sono ignari
del cuore.


Mentre Terence recitava, Candy non poteva non sentirsi orgogliosa di quanto fosse bravo e quanta emozione era in grado di suscitare. Lui non aveva mai smesso di guardarla durante tutto il tempo in cui aveva recitato, lei si era sentita inebriata dal suo sguardo pieno d’amore. Ma anche un altro paio di occhi blu la stava osservando con un’intensità certamente non inferiore, Candy si sentì altrettanto rapita. Oramai il suo stomaco era uno svolazzare di farfalle. Aveva bisogno di prendere un po’ d’aria, dunque si accomiatò dai suoi amici, dicendo che era stanca. Prima di ritirarsi in camera decise di fare due passi in spiaggia, vi era una leggera brezza che l’accarezzava piacevolmente. Era stata una serata densa di emozioni: la proposta di matrimonio di terence l’aveva spiazzata, non era stato mai così vulnerabile d’avanti a lei, l’aveva amato con tutta se stessa e se una parte di lei avrebbe voluto gridargli <si voglio essere tua moglie>, un’altra parte non poteva fare a meno di pensare a quell’altro “si“ gridato qualche mese prima ad Albert senza pensarci su neanche un minuto. Allora era sicura di voler trascorrere il resto della sua vita con Albert, con lui si divertiva, si sentiva protetta, si sentiva libera di essere se stessa, non aveva dubbi sarebbero stati felici. Poi era arrivato Terence, certo con lui le cose erano diverse, sempre scintille tra di loro, ma quando stava con lui si sentiva infinitamente bene, sarebbe stata felice anche con lui. Sarebbe mai riuscita a prendere una decisione? Sospirò. Si accorse che, presa dai suoi pensieri, aveva camminato molto, era il caso di tornare indietro, doveva essere tardi.
Entrò in casa in punta di piedi, non voleva svegliare nessuno, ma all’improvviso…ops si era scontrata con qualcuno.
“Candy, che ci fai ancora in piedi? Dove sei stata?” Era Albert.
“A.. Albert! Mi hai spaventata. Sono andata a fare quattro passi, non mi ero accorta che si era fatto molto tardi. E tu come mai sei ancora sveglio?”
“Non potevo dormire, così ho pensato di andare a fare una nuotata”.
Candy solo allora si accorse che Albert indossava solo l’accappatoio, leggermente aperto che metteva in evidenza il suo petto muscoloso. Al chiarore della luna i suoi occhi blu sembravano due stelle luminose. Era bellissimo, Candy prese consapevolezza della carica sensuale che sprigionava Albert e fu spaventata dal modo in cui ne era ammaliata, sarebbe voluta fuggire, invece rimase immobile, incapace di proferire parola tanta era l’emozione, <che mi succede?>
Anche Albert era turbato, da quella sera dopo il ballo non aveva più toccato Candy, ora era lì più bella e desiderabile che mai! Poi successe: Candy si ritrovò tra le forti braccia di Albert, che la stringevano in un abbraccio appassionato. Candy ricambiò con lo stesso ardore il bacio di Albert. Quando lui si staccò da lei, era in preda ad emozioni sconvolgenti e senza guardarlo in faccia scappò nella sua camera. Albert restò qualche minuto a fissare il punto in cui era lei poco prima, poi decise che quel bagno era necessario ora più che mai.
Candy si rigirava nel letto senza riuscire a dormire, non poteva fare a meno di pensare ad Albert e a quello che era successo prima tra di loro. Non aveva mai pensato ad Albert da quel punto di vista, bè ora sapeva che poteva essere sensuale tanto quanto Terence e che lei non era immune al suo grande fascino. Così come Terence, anche Albert poteva trasportarla su lidi sconosciuti e pieni di oblio.
Si alzò e uscì fuori, forse un po’ d’aria fresca avrebbe conciliato il sonno che tardava ad arrivare. Ma non appena fuori s’imbatte in una visione idilliaca: Albert in tutta la sua nudità stava fuoriuscendo dall’acqua, sembrava un dio greco tanto era bello! Candy arrossendo si coprì il viso con le mani e corse dentro richiudendo i battenti, come a voler lasciare fuori quelle strane sensazioni che l’avevano invasa.
 
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view post Posted on 28/8/2012, 12:26     +1   +1   -1
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CITAZIONE (lady oscar @ 28/8/2012, 13:11) 
CITAZIONE (italia74 @ 28/8/2012, 11:32)
grazie lady ci vediamo oggi pomeriggio stesso posto stessa ora? :giusy:

Sono qui!!!!!
Nel frattempo che aspetto il tuo arrivo ti aggiungo anche il commentino che volevo fare sull'aggiornamento di ieri, anche se ( si sa che chi tardi arriva male alloggia) la nostra Candyforever m'ha preceduta.
In effetti il commentino era a favore del "vichingo biondo" che esce dall'acqua a mo' di tritone!!!
L'ho trovato molto sensuale, anche se è ancora fresca nella mia mente l'immagine di Terence sdraiato sulla spiaggia.. :sorrisone:
Mi raccomando, io ti aspetto, non tardare!!!

:giusy: :giusy: :giusy:

Eccomi qua.



CAPITOLO 13

Oramai i giorni di vacanza di Terence, Albert e Karen stavano per finire, presto tutti e tre sarebbero partiti per New York.
“Albert quanto tempo pensi ti fermerai a New York?
“Credo che ci resterò un bel po’ di tempo questa volta”.
“Ah che bello!” Karen si alzò e andò ad abbracciare Albert. Poi resasi conto che tutti la guardavano un po’ meravigliati, aggiunse, cercando di celare l’imbarazzo che il suo gesto spontaneo le aveva procurato: “così quando ci raggiungeranno anche Patty e Candy, potremmo fare altre gite tutti insieme, magari di nuovo allo zoo, o anche un picnic in Central Park, che ne dite?”
“Mi sembra un’ottima idea, Karen”. Rispose Albert, sfiorando con una carezza le mani della ragazza.
A Candy, che non era sfuggito l’interesse che Karen cominciava a nutrire per Albert, provocò un senso di fastidio non tanto il gesto di lei, quanto quell’atteggiamento intimo di Albert nell’accarezzare le mani di Karen.
“Bè che ne dite di fare una passeggiata in centro tutti insieme, magari andiamo a prenderci un buon gelato”, propose Candy, aveva bisogno di ricacciare indietro quella sensazione di gelosia che l’aveva colta, cosa meglio di un buon gelato, pensò.
“Tarzan non pensi altro che a mangiare, vero?”
“Terence, io proprio non ti reggo più, adesso mi hai proprio stufata, ti faccio vedere io”. Fece per rincorrerlo ma scivolò e finì per terra, scatenando l’ilarità generale.
“Ohi, ohi”.
“Ti sei fatta male tuttelentiggini?”
“E’ tutta colpa tua” piagnucolò.
“Per farmi perdonare ti comprerò due gelati, va bene?”
“D’accordo”.
Tutti risero di nuovo, Candy era davvero unica.

Come stabilito dopo aver fatto un giro per i negozi, si fermarono in un elegante bar a prendere un buon gelato.
“William, sei proprio tu?” La voce di Sara Legan era piuttosto pungente.
“Oh Sara, Iriza, come va?” Albert si era alzato per salutare le due donne.
“Non posso crederci, sei in Florida e dobbiamo scoprirlo incontrandoci per caso”, aggiunse Sara con disappunto. Poi riprese: “Cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a trovare Candy che era ospite della signorina O’Brien”.
“Oh, che cosa devono sentire le mie orecchie! Ancora una volta questa piccola intrigante ti tiene lontano dalla tua famiglia”.
“Che cosa ti aspettavi mamma da una come lei?”
“Ma io…”
“No Candy”, l’interruppe Albert, “Candy non c’entra, sono stato io a decidere di non venire a trovarvi, dato che so che Candy non è benvoluta da voi”.
Iriza, a cui non era sfuggita la presenza di Terence, e volendo fare in modo di passare del tempo con lui, fece la seguente proposta: ”Propongo una tregua: tu zio William per farti perdonare questo torto stasera vieni a cena da noi e noi saremmo felici di invitare Candy e i suoi amici per dimostrarti che non ce l’abbiamo più con lei per come ha trattato Neal”.
“Se Candy e gli altri sono d’accordo, per me va bene”.
<c’era sotto qualcosa> pensò Candy, ma per il bene di Albert avrebbe accettato, infondo era abituata a tener testa ai fratelli Legan.
“Certo volentieri, ragazzi voi che ne dite?”
“Si Candy io ci sto” disse Terence, non avrebbe mai lasciato Candy da sola nella tana del lupo.
“Anche noi” dissero all’unisono Karen e Patty.
“Bene a stasera allora” disse la signora Legan, dopodichè lei ed Iriza andarono via.

La serata si stava prospettando una vera noia, Candy era stata posizionata tra Neal e il signor Legan, lontano sia da Albert che da Terence, che come bene si poteva immaginare era tra le grinfia di Iriza. Candy sorrise, <povero Terence>. Ad Albert era andata un tantino meglio, era vicino a Karen e la signora Legan, neutralizzata da una loquace Karen che aveva catturato la completa attenzione di Albert, salvandolo per il momento da Sara. Candy, però, vedendo Karen ed Albert così affiatati e sorridenti non potè fare a meno di provare una morsa di gelosia. <candy sei proprio una stupida! Che fantasie la tua testolina va a pensare!> Scosse leggermente la testa come a voler ricacciare indietro quel sentimento che non le piaceva provare, per anni l’aveva accompagnata ogni volta che pensava a Susanna e Terence, ma ora lui era là che ogni tanto le faceva l’occhiolino e le sorrideva.
“Candy, lo sai che sei proprio bella stasera?” disse Neal all’improvviso trovando finalmente il coraggio di rivolgere la parola a Candy.
“Grazie Neal”.
“Mi dispiace per come sono andate le cose tra noi, non avrei mai dovuto costringerti ad un matrimonio che non volevi, puoi perdonarmi?”
“Oh Neal!” Candy era sorpresa, “Ma certo”.
“Pensi che potremmo essere amici?”
“Si Neal”.
“Grazie Candy”. Neal sembrava cambiato, sembrava davvero pentito del suo comportamento di anni prima.
Dopo cena si spostarono tutti nel salone, gli uomini a bere scotch e a fumare sigari, le donne a fare frivole chiacchiere.
“Karen, vedo che tra te e lo zio William, sta nascendo una tenera amicizia.” La voce melliflua di Iriza fece sobbalzare Candy.
“No no…. Io e Albert…” Karen era arrossita dall’imbarazzo, subito diresse il suo sguardo su Candy, come a voler verificare l’effetto che quelle parole avevano avuto su di lei.
Candy la stava guardando con un’aria indecifrabile. Poi disse: “Scusatemi”, e si allontanò dirigendosi fuori.
Oh mio Dio, ora non aveva più dubbi, Karen si era innamorata di Albert, glielo aveva letto negli occhi. E Albert, l’aveva capito? Provava anche lui qualcosa per lei? E lei cosa provava? Certo il pensiero di Albert e Karen la infastidiva, ma aveva il diritto di provare gelosia? Del resto lei non aveva ancora preso una decisione, quanto tempo ancora Albert e Terence l’avrebbero aspettata? All’improvviso si sentì così triste, non era ancora pronta a dire addio ad uno dei due.
Mentre era assorta nei suoi pensieri, sentì una mano posarsi sulla sua spalla, si voltò di scatto, era Neal.
“Candy, che ci fai qui tutta sola? Vuoi un po’ di compagnia?” Lo sguardo di Neal aveva una strana luce che fece rabbrividire Candy. Si affrettò a rispondere: “No Neal stavo per rientrare”.
“Non avere tanta fretta”, disse lui parandosi d’avanti a lei e impedendole di passare.
“Neal, smettila, mi stai facendo paura”.
L’uomo sghignazzò. “Che ne dici se prima ci divertiamo un pò”. E si avvicinò minaccioso.
A Candy mancò il fiato, Neal era diventato un uomo alto e possente, un tempo aveva la meglio su di lui, ma ora?
 
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view post Posted on 28/8/2012, 13:42     +1   -1
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CITAZIONE (candyforever @ 28/8/2012, 13:49) 
Eh, la signorina Tuttelentiggini pare proprio che voglia fare l'asso pigliatutto, eh? Su Candy, deciditi... Non tirare troppo la corda... Potrebbe spezzarsi! ;)

CITAZIONE
[/color]

Eh no, eh? No, no no, non si fa così! Chi arriverà a salvarla? E' vero, Iriza è irrecuperabile ma anche le possibilità di redenzione di Neal sono sempre davvero esigue...

Grazie Italiuccia! Non farci aspettare troppo, Ti prego, soprattutto dopo aver concluso il Tuo ultimo capitolo in questo modo! :auri: :giusy: :mizia:

Si deciderà molto presto, abbi fede.
Indovina un pò chi la salverà?

Dai non posso farvi aspettare, non ce la faccio, anche perchè l'ho già scritto, eccovi come va a finire, a tarallucci e vino si dice dalle mie parti! :giusy:



CAPITOLO 14
“Neal fammi passare altrimenti mi metto a gridare”.
“Nessuno ti sentirà, siamo troppo lontani e dal lato opposto al salotto”. L’afferrò e la sospinse verso il muro, cercando la sua bocca. Candy, bloccata dal corpo di lui, gli sferrò un calcio, ma non riuscì comunque a liberarsi.
“Sei ancora una ragazza forte, ma non ti libererai tanto facilmente questa volta, ho aspettato tanto un’occasione come questa, non me la lascierò sfuggire”. Si lanciò su di lei cercando avidamente la sua bocca, Candy cercava di divincolarsi, ma lui era più forte. Si sentì disperata!
All’improvviso Neal venne catapultato a terra.
“Cosa diavolo ti ha fatto pensare di poter mettere le tue luride mani su di lei, brutto bastardo”.
Era Terence! Arrabbiato come non mai, il giovane prese Neal per il bavero e con aria minacciosa gli disse: “ sei il solito vigliacco, sai solo prendertela con i più deboli, ma stavolta me la pagherai”. E gli sferrò un pugno in pieno viso. “Ora vattene e ringrazia che siamo in casa tua altrimenti ti avrei steso”. Neal con la coda tra le gambe scappò via.
Candy aveva osservato tutta la scena immobile, era ancora scossa per la paura di quello che sarebbe potuto accadere se non fosse arrivato Terence.
“Candy, stai bene?”
“Oh Terence..” Scoppiò in un pianto liberatorio.
“Vieni qui”. Tra le sue braccia diede sfogo a tutta l’amarezza che quella terribile esperienza le aveva lasciato.
“Su ci sono io ora, non può farti alcun male”.
“Terence…lui… se tu…”
“Non dire niente lo so. Appena sei uscita, dopo qualche minuto con una scusa si è allontanato anche lui. Io non fidandomi l’ho seguito”.
Alzò lo sguardo dal suo petto e lo fissò in quello di lui. “Terence se tu non ci avessi seguito…”
“Non voglio neppure pensarci. Sono sempre stato il tuo salvatore da quella specie buffone, no?”
“Si…”
“Se tu vorrai, ti proteggerò sempre Candy”. E la strinse a sé. Candy sentì che ora era al sicuro.
“Ce ne andiamo?”
“Si ti prego, non voglio tornare là dentro”.
“Farò avere un biglietto ad Albert”.

Durante tutto il tragitto fino alla casa di Patty restarono in silenzio, Terence le circondava con un braccio le spalle e lei poggiava il suo capo sulla sapalla di lui.
Una volta in casa, Candy disse: “Resti?”
“Si certo, aspetterò che gli altri siano tornati, non ti lascio sola”.
“C’è nonna Marta…”
“Si hai ragione potrei tranquillamente andare a dormire, sono sicura che tu e la nonnetta sapreste mettere ko quello smidollato di Legan, se solo avesse la cattiva idea di presentarsi qui”. Risero entrambi.
“Vado a cambiarmi, che ne dici di preparare un the?”
“Agli ordini capo”. Candy sorrise, poi si diresse verso la sua camera.
Quando ritornò Terence si era messo comodo, aveva tolto la giacca, sciolto il nodo della cravatta, aveva portato il the fuori sul patio e se ne stava seduto a fumare una sigaretta. A candy sembrò così familiare quella scena, come se non fossero passati tanti anni, la lontanza che erano stati costretti a subire era solo un ricordo sbiadito ormai.
“Terence”. Lui trasalì.
“Mi hai spaventato Candy”.
“Sei sempre il solito, appena il gatto non c’è…”
“Dai Candy, ne avevo bisogno, dopo questa serata noiosa, penso di meritarmi una sigaretta”
“Suona per me Terence”. Lo guardò con il più dolce dei suoi sguardi. Terence ricambiò lo sguardo con la stessa dolcezza, poi senza dire una parola spense la sigaretta, prese l’armonica dalla tasca e cominciò a suonare. Candy gli si sedette accanto e ascoltò quella dolce musica che tante volte in passato aveva desiderato riascoltare. Restarono così per diverso tempo, era tangibile la magia di quel momento, magia che però fu interrotta dall’arrivo di Albert, Karen e Patty.
“Candy, come stai? Mi dispiace piccola, quel bastardo….ma non ti preoccupare la pagherà”.
“Ora sto bene, Albert, per fortuna Terence ha intuito le intenzioni di Neal, altrimenti…”
Albert l’attirò a sé e guardò Terence con gratitudine. Terence si alzò, i suoi occhi ora erano cupi, la dolcezza di poco prima era sparita, e disse: “Bè vi auguro la buonanotte”. Candy, ancora tra le braccia di Albert, si voltò verso di lui e disse: ”Terence…ma… il the?”
“E’ tardi, Candy, domani dobbiamo partire, ricordi?”
“Si…”
“A domani allora”.
Anche Karen ed Albert si concedarono perché l’indomani sarebbero dovuti partire anche loro con Terence. Candy e Patty rimasero a bere il the.
“Candy avresti dovuto vedere la faccia di Albert quando gli hanno consegnato il biglietto di Terence, è come impazzito, ha cominciato a gridare <neal, Neal, esci fuori, maledetto>. I Legan erano pietrificati, lo abbiamo seguito tutti perché non capivamo cosa gli avesse preso e cosa centrasse Neal con il suo disappunto. Quando l’ha trovato nella sua camera penso che se il signor Legan non l’avesse bloccato l’avrebbe ucciso. Poi una volta calmatosi ha detto che Neal non faceva più parte della famiglia Andrew e che se si fosse avvicinato a te un’altra volta, l’avrebbe ucciso. Poi siamo venuti via. In auto ci ha spiegato quello che era successo. Mi dispiace Candy, spero tu stia bene ora”.
“Si, Patty, è tutto passato ora”. Candy era sconcertata, Terence un attimo prima tenero e affettuoso, un attimo dopo cupo e triste, quegli sbalzi d’umore erano la cosa di lui che proprio non riusciva a tollerare, la disorientavano. Doveva assolutamente parlargli prima della partenza, non potevano salutarsi lasciando le cose in sospeso.
“Patty scusami ma devo andare da Terence, ho bisogno di parlargli”.
“Candy ma è tardi, starà dormendo”.
“Bè lo sveglierò”.
“Ma Candy non puoi entrare nella sua camera”, Patty era leggermente arrossita.
Si forse Patty aveva ragione, ai tempi del collegio non si era mai fatto alcun problema, ma ora era una donna e tra lei e Terence le cose non erano poi così…platoniche. Ma oramai aveva deciso, non poteva lasciarlo andare senza aver chiarito.
“Non preoccuparti Patty”, le strizzò l’occhio,”Terence è un gentiluomo, non attenderà alla mia virtù”.

Più tardi, “Terence, dormi?” La stanza era nella completa oscurità, Candy non riusciva a vedere niente. All’improvviso si sentì afferrare da dietro, stava per gridare, ma una mano le coprì la bocca.
“Sei impazzita, vuoi svegliare tutti?”
“Terence mi hai spaventata!”
“Vedo che hai ancora l’abitudine di far visita ai giovanotti nel cuore della notte nella loro stanza, attenta tuttelentiggini, non siamo più dei ragazzi”.
Quella sola allusione aveva fatto accelerare il battito di Candy.
“Terence perché te ne sei andato così all’improvviso? Stavamo così bene.”
Terence abbozzò un sorrisetto velato di tristezza, “si prima che arrivasse lui”.
Oh si Albert, Terence era geloso di Albert, come aveva fatto a non capire!
“Candy tu forse non ti rendi conto ma per me, e credo anche per Albert, questa situazione sta diventando insostenibile”.
“Terence lo so…”
“No non lo sai. Ogni volta che sei con lui, io mi sento impazzire di gelosia, il pensiero che lui possa sfiorarti…”
“Ti sbagli Terence, io so quello che provi, perché è quello che ho provato in tutti questi anni quando ti immaginavo con lei”, s’interruppe, non avrebbe voluto dire quelle parole, ma lui gliele aveva tirate dalla bocca.
Terence la guardò intensamente, poi disse: “Hai ragione, scusami Candy, non è colpa tua, se io fossi stato più uomo e non ti avessi lasciato andare, ora non staremmo qui a parlare”. Le prese le mani e continuò “perdonami, amore, ti aspetterò per tutto il tempo di cui avrai bisogno”.
Candy distolse lo sguardo dagli occhi malinconici di Terence e disse: “No Terence, scusami tu, proprio perché so cosa è la gelosia non dovrei sottoporre né te né Albert a questo supplizio. Mi dispiace sono stata egoista, ti prometto che quando verrò a New York vi comunicherò la mia decisione. Mi aspetterai?”
Alzò di nuovo lo sguardo e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Terence.
“Si Candy, non potrei fare altrimenti”.
Si tennero per le mani per un lungo tempo, perdendosi l’uno nello sguardo dell’altro, poi lei si alzò sulla punta dei piedi e posò le sue labbra su quelle di lui. Fu soltanto uno sfiorarsi, ma entrambi furono attraversati da una scarica elettrica. Candy pensò fosse meglio tornare nella sua camera, così si girò e corse via, lasciando un Terence scosso e turbato.

N.B. No cara lady purtroppo non l'ho ancora finita, ho scritto solo un altro capitolo dopo questo, ma mi sento ispirata, lavoro e famiglia permettendo mi darò da fare :pc:
 
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view post Posted on 29/8/2012, 14:26     +1   -1
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Lady ci sei? Se ci sei batti un colpo ;)
A tutte le forumelle che aspettano il seguito di questa storia. Baci. :giusy:




CAPITOLO 15

Il momento dei saluti era arrivato, Candy se ne stava un tantino in disparte mentre Albert, Terence e Karen salutavano nonna Marta, che come al solito si dilungava con i suoi simpatici aneddoti.
Candy pensava che questa era forse l’ultima volta che poteva godere della compagnia di entrambi, una volta a New York lei avrebbe fatto la sua scelta e molto prababilmente uno dei due non avrebbe voluto più avere niente a che fare con lei. Sospirò. Il primo ad avvicinarsi fu Albert.
“Candy spero di poterti riabbracciare presto, non farmi aspettare tanto, lo sai non capita spesso che mi fermi in posto per lungo tempo, sarà bello stare insieme”.
“Albert quando verrò a New York ti dirò cosa avrò deciso”.
Albert non disse nulla, semplicemente le baciò la fronte, poi raggiunse gli altri e prese a conversare affabilmente con loro.
Terence se ne stava fuori a guardare il mare, il vento gli scompigliava i capelli, lo sguardo lontano e triste, a Candy venne in mente la prima volta che l’aveva visto sul Mauritiana, ne era passto di tempo, chi l’avrebbe detto che quell’arrogante maleducato di un ragazzaccio le avrebbe rubato il cuore. Oh si, lei l’amava! L’aveva sempre amato!!! Ora le sembrava tutto chiaro: era lui che voleva, era Terence che voleva sposare, ne era sicura.
“Te..Terence…”
Lui si girò e il sorriso che le rivolse le riscaldò il cuore. Che stupida era stata, loro due si appartenevano da sempre, come aveva potuto pensare ad una vita senza di lui, doveva dirglielo subito non poteva più aspettare, avevano perso già troppo tempo.
“Terence …io… devo dirti una cosa…lo so solo ieri sera…ti sembrerà strano ma ti stavo guardando e… è come se avessi avuto una rivelazione…”
“Candy? Terence?” Era la voce di Karen. “Terence dobbiamo andare. Candy è stato bello trascorrere questa vacanza insieme, ora capisco perché Terence ed Albert sono pazzi di te, sei splendida”. L’abbracciò, poi aggiunse: “ci vediamo a New York, non ti preoccupare mi prenderò cura io dei tuoi uomini”. Le strizzò l’occhio con aria complice.
No no no non potevano andare via prima che lei avesse parlato perlomeno a Terence, sentiva un bisogno urgente di dirgli che l’amava, allora li rincorse e prese Terence per un braccio, lui si voltò un tantino sorpreso, poi con quella sua solita aria biricchina disse: “ ciao signorina tutte lentiggini, mi raccomando non sentire troppo la mia mancanza”. Le fece l’occhiolino e le inviò un bacio con la mano, poi raggiunse gli altri due che lo stavano aspettando.
Candy rimase ferma per diverso tempo: ecco se ne erano andati e lei ancora una volta non era riuscita a dire a Terence la verità sui suoi sentimenti per lui. Certo che tempismo il suo! Aveva avuto tanti giorni per prendere coscienza di ciò che veramente provava, ma aveva aspettato la sua partenza per realizzarlo. Ancora una volta come tanti anni prima lui era partito senza che lei avesse potuto gridargli il suo amore.

Più tardi Candy stava riflettendo su quello che aveva appena scoperto: lei era profondamente legata ad Albert, sicuramente provava per lui dei sentimenti più forti di quelli che uniscono fratello e sorella, certo ultimamente non c’era proprio niente di fraterno tra di loro. Candy aveva cominciato ad apprezzare Albert come uomo, era molto affascinante e seducente, in più di un’occasione si era sentita fortemente attratta da lui. In più c’era la loro speciale complicità che da sempre rendeva il loro rapporto unico e raro, era questo che l’aveva spinta ad accettare di sposarlo, era sicura che mai con nessun altro avrebbe potuto costruire qualcosa di altrettanto speciale. Ma non aveva fatto i conti con un possibile ritorno di Terence: con lui tutto era diverso! Lui gli offriva meno sicurezza, meno stabilità affettiva, meno complicità, ma in compenso sentiva esplodere i fuochi d’artificio quando lui la guardava o la toccava. Era proprio questo che l’aveva fatta dubitare così a lungo: quello che rende un matrimonio solido e duraturo è il connubio perfetto tra passione e complicità, questo ora sapeva di poterlo avere con Albert, ma con Terence? Oh la passione tra loro due era qualcosa di sconvolgente. In passato, però, avevano avuto una strordinaria intesa anche loro due, infatti Candy, fin dal loro primo incontro, aveva capito che dietro quell’aria da duro e insolente, si nascondeva un cuore tenero e generoso; dal canto suo Terence le era stato sempre vicino apprezzandola per quella che era e comprendendo le tristezze del suo cuore, anche se lei era sempre sorridente e allegra, aiutandola a superare il dolore per la perdita di Anthony e alleviandole la pena per non aver mai conosciuto i suoi genitori. Tutto questo sicuramente tra violente litigate e una tenera pace fatta, ma Terence era così: turbolento e dolce. Sicuramente alla luce di tale analisi, la bilancia sarebbe dovuta pendere a favore di Albert, ma lei oramai aveva deciso: amava Terence di più ed era con lui che voleva trascorrere il resto della sua vita. Quando era venuto il momento di salutarsi si sentiva triste per la partenza di Albert, le sarebbe mancato, ma il pensiero di stare lontana da Terence, non poter vedere il suo bel sorriso, non poter avere battibecchi con lui, non poter accarezzare i suoi morbidi capelli, le aveva provocato il panico più assoluto.
Forse con Terence la vita sarebbe stata più un’incognita, ma sicuramente spettacolare.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dal bussare alla porta della sua camera.
“Candy stai dormendo?”
“No, entra Patty”.
“Candy è appena arrivata questa lettera per te, ho pensato che ti avrebbe risollevato un po’ il morale”.
“Oh come sono contenta, grazie Patty, hai perfettamente ragione”. Prese la lettera e cominciò a leggere il suo contenuto con l’allegria di sempre, ma all’improvviso divenne seria e lasciò cadere i fogli per terra.
“Candy che succede?” Candy era immobile. Patty riprese: “Candy mi fai spaventare, dimmi cosa succede”.
“Oh Patty” con le lacrime agli occhi “fai i bagagli, dobbiamo andare assolutamente a Chicago”.


CITAZIONE (lady oscar @ 29/8/2012, 15:23) 
:singer: :singer: Italia, Italia, Questa canzone io la canto a te :singer: :singer:

Dove sei Italiuccia cara.... sei in ritardo oggi. Non vorrai mica darmi buca? :sospiro!:

Mai.
 
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66 replies since 20/8/2012, 17:05   6797 views
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