CAP V
Qui dove il mare luccica e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento
un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto. E’ alla metà di giugno che Albert conosce la destinazione di Rotshild: la Sicilia. Albert e Candy fanno appena in tempo ad assistere al matrimonio di Annie ed Archie e qualche giorno dopo si imbarcano. In un’afosa mattinata di fine giugno la nave che li trasporta attracca al porto di Palermo, e subito i due stranieri americani vengono prelevati da una carrozza e trasportati a Villa Florio.
I Florio da diversi anni sono una tra le famiglie più prestigiose della città e sin dai tempi della bella epoque hanno attirato personaggi di spicco della politica e della società europea, da Guglielmo II di Prussia a Gabriele d’Annunzio. Nell’estate del 1919 hanno deciso di ospitare tra gli altri il banchiere Rotshild, nobili provenienti da diverse nazionalità europee e personaggi del mondo dell’industria, tra cui Albert.
Albert può così rivedere donna Franca Florio, che era andata a trovare all’inizio della prima guerra mondiale, poco prima di subire lo spaventoso incidente ferroviario che gli aveva fatto perdere la memoria, su un treno diretto a Roma. A quei tempi stava tornando dall’Africa deciso a imbarcarsi per l’America, e aveva deciso di fermarsi per un po’ dalla sua amica, che nutriva per William Albert un senso di gratitudine infinita:era stato grazie al padre di Albert e ai suoi aiuti finanziari se aveva potuto mandare avanti le attività della tonnara sull’isola di Favignana.
Albert e Candy in carrozza ammirano le ville in stile liberty e quella flora che rende immediatamente quell’isola un posto esotico, le palme il mare dai mille riflessi e la gente chiassosa che si affolla per le strade.
Il tempo di essere ricevuti dai coniugi Florio con tutti gli onori e poi li aspetta un pomeriggio di dovuto riposo.
Sul tardo pomeriggio è un caro amico di donna Franca, nonché vecchio conoscente di Albert, a offrirsi di fare da chaperon ai due turisti americani. Giuseppe Manzoni di Torrearsa dei Principi de Curtis, conte di Tasca e Albafiorita, barone di San Felice, Cavaliere di Gran Croce si presenta in sostanzioso anticipo e misurando a grandi passi l’androne della grande villa continua a guardare con impazienza l’orologio a cipolla d’oro massiccio, fin quando vede William Albert scendere le scale con la sua graziosa amica che gli si appoggia al braccio.
-Estasiato da tanta bellezza-proferisce solennemente il conte mentre si produce in uno dei suoi consueti baciamano, poi durante i convenevoli che seguono i primi saluti è piacevolmente colpito dalla facilità della conversazione dei due amici, con quel modo un po’ sbrigativo che hanno gli americani ma che in fondo non gli dispiace, anche se non lo ammetterebbe mai con la pomposa nobiltà isolana.
Dopo una doverosa tappa in una delle migliori caffetterie della città e la degustazione dei migliori dolci e caffè in circolazione il conte si offre di portarli al Teatro Massimo, dove ha riservato un palco per assistere ad una delle ultime rappresentazioni della stagione della Tosca. Lo spiazzo antistante è sgombro e la città sembra essere piombata dall’allegra confusione del giorno ad un silenzio ovattato interrotto ogni tanto dall’arrivo dell’ennesima carrozza che trasporta altri illustri invitati, signori dall’aria sussiegosa e importante e signore ornate delle gioie prodotte dai più rinomati orafi del Regno d’Italia.
Candy sale le scale dell’imponente costruzione di stampo classico mentre si fa accarezzare dalla fresca brezza della sera che dissipa l’afa del giorno appena trascorso.
Sentì il dolore nella musica
e si alzò dal pianoforte
ma quando vide uscire
la luna da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morteAppena arrivati in cima alla scalinata il conte presenta ai suoi amici il resto della compagnia della serata, Sir Arthur Wickham, gentiluomo inglese, e il suo amico italiano Ercole Montalfano, un proprietario terriero del Centro Italia.
-Sono entrambi ospiti dei Florio-spiega il conte ad Albert e Candy- e vi posso assicurare che sir Arthur di solito ha l’aria molto più benevola di quella che continua ad ostentare da stamane ma sapete, non gli va giù di essere stato battuto nel gioco del tennis, che noi italiani ci ostiniamo ancora a chiamare pallacorda, e per giunta da un suo connazionale. Ma sembra-conclude poi mentre osserva lo sguardo di ammirazione che Sir Arthur rivolge alla bella americana-che qualcuno stasera abbia fatto il miracolo di restituirgli il buonumore.
Il quintetto sale le scale che portano al secondo anello di palchi ma prima Candy non può fare a meno di osservare affascinata gli ornamenti delle sale e dei corridoi, le pareti rosso cremisi interrotte da antichi quadri che ritraggono personaggi appartenenti chissà a quale casata, ma tutti accomunati da un cipiglio che dà loro un’aria severa.
Finalmente arrivano al palco loro riservato, e prendono posto secondo le più rigide regole dell’etichetta. Il conte ha provveduto a fornire ai suoi ospiti di madrelingua inglese il testo tradotto dell’opera, e Candy è immediatamente conquistata dall’amore contrastato di Tosca e Cavaradossi, e dal momento che il palco dove è seduta si trova molto vicino al palcoscenico, può notare ogni singola espressione nel volto della protagonista, la commozione che sa trasmettere ad ogni attacco e la malinconia struggente che traspare nonostante uno spesso strato di cerone.
Potenza della lirica
dove ogni dramma è un falso
che con un po'di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fan scordare le parole
Confondono i pensieri Arrivati al terzo atto, Candy ascolta
E lucevan le stelle…, la lettera che Cavaradossi scrive a Tosca ma che non termina, e Candy pensa a tutte quelle cose che non ha potuto dire a Terence, o ascoltare da lui, pensa alla lettera che gli ha scritto ma che non gli ha mai spedito.
Sente le lacrime bagnarle le guance e quando alla fine della rappresentazione, Tosca si getta da Castel Sant’Angelo, oltre alla commozione che ormai ha raggiunto il suo apice sente un brivido lungo la schiena, ma non ne capisce il motivo. Il pubblico entusiasta si alza per applaudire, e Candy fa lo stesso.
guardò negli occhi la ragazza
quegli occhi verdi come il mare
poi all'improvisso usci una lacrima
e lui credette di affogareE’ attratta come da una calamita a guardare verso la platea, percependo un’onda di pura elettricità che la spinge a guardare dove sente di essere guardata a riconoscere tra le lacrime la ben nota fisionomia che ha tatuata nella mente e nel cuore, ma più che la persona nella sua interezza è rapita da un paio di occhi di colore zaffiro che conosce molto bene avendone avvertito il magnetismo tante volte….quegli occhi che in quel momento nella penombra del teatro non sono riconoscibili per il colore ma per l’intensità e il luccichio che indicano la passione e l’ardore di chi li possiede, l’uomo dai capelli scuri legati in una coda, alto e magro più di quanto lei ricordi, che ha smesso di applaudire per concentrare tutta la sua attenzione in alto verso un altro paio di occhi, verdi e grandi e luminosi, occhi dei quali neanche lui può vedere il colore, ma che ricorda molto bene per l’emozione che sapevano trasmettergli tanto, troppo tempo fa.
Sarà per via del caffè italiano che Candy continua a sentire il cuore battere velocemente, continua a piangere ma ormai ha confuso tutte le motivazioni che l’hanno spinta a lacrimare, e attraverso il velo che le offusca le iridi cerca di capire cosa le stia trasmettendo l’uomo che la guarda ininterrottamente dal basso.
Hai dimenticato, Terence?
Io no, non ho dimenticato….e tu?
Cosa ci fai qui, no, non è possibile, sei solo un fantasma….è questa opera che mi ha completamente scombussolata…
Candy , io esisto, esisto! E tu non puoi far finta di niente…sono proprio io, e ti sto solo chiedendo di continuare a guardarmi come stai facendo adesso….Quando il pubblico termina di applaudire e il sipario si chiude per la terza volta, questa volta definitivamente, Candy si volta come una scheggia impazzita verso l’uscita che porta al corridoio,quindi scende le scale senza badare all’ abito di mussola a balze e alle collane di perle che ondeggiano impazzite. Quasi nello stesso momento in cui l’ha vista ritirarsi Terence è corso via per raggiungere la scalinata che porta da lei, sembra quasi che i due si siano dati tacitamente appuntamento.
Candy scende di corsa le scale e lo scorge alla fine della prima rampa. Il ragazzo ha salito le scale più in fretta che poteva, e adesso sono l’uno di fronte all’altra. Senza pensare ad altro che possa essere il ritrovarsi l’una tra le braccia dell’altro si avvicinano, adesso hanno rallentato per permettere al loro cuore impazzito di calmarsi un po’, ma senza risultato, dovrebbero sorridere al pensiero che il destino li abbia fatti incontrare lì, in quel teatro, eppure l’emozione è tanto forte da rendere i loro visi assorti e concentrati, felici eppure sconvolti…
Finalmente sono vicini e lei non riesce a pronunciare altro che il nome di lui, mentre ardisce di poggiare le sue mani sui suoi avambracci, ma il ragazzo fa qualcosa di inaspettato, si allontana delicatamente, le prende la mano e si inchina a baciarla. Quando solleva lo sguardo, un paio di occhi gelidi e inespressivi la fissano, e a Candy fanno subito venire in mente una notte di tanti anni prima, un incontro nella camera di un collegio, una foto strappata. Come il sipario che poco prima si è chiuso per mostrare al suo aprirsi una diversa scenografia, così gli occhi di Terence, nell’abbassarsi e chiudersi nel gesto del baciamano, al loro riaprirsi hanno mostrato una luce diversa, gelida, spietata.
Che succede, Terence….-Ah eccovi qui!- la voce del conte le giunge inaspettata e subito, girandosi, vede tra le altre persone che si dirigono verso le scale anche i suoi compagni della serata.
-Ah vedo che conoscete il signor Granchester! Sapete, è l’inglese che stamattina ha inferto una cocente sconfitta al nostro caro Sir Arthur a tennis…ma come vi siete conosciuti?
-La nostra conoscenza risale ai tempi della scuola. Ho avuto il piacere di frequentare con la signorina Candice Andrew uno degli Istituti più prestigiosi d’Inghilterra, la Royal Saint Paul School.
-Bene, questa è una splendida coincidenza!-riprende il conte-e potrete continuare a ricordare i vecchi tempi anche a Villa Florio.
Candy lo guarda sbalordita.
-Ebbene sì. Anche il figlio del duca di Granchester è ospite a villa Florio.
Edited by arikam - 24/7/2017, 10:52