Candy Candy

Appuntamento d'autunno, di Josephine Hymes

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icon12  view post Posted on 20/3/2021, 22:47     +6   +1   -1
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Cari forumelli! Da quanto, quanto tempo... Però le cose belle restano nel cuore e, nel cuore, un posto per questa meravigliosa coppia per me ci sarà sempre! Era da anni che conoscevo questo meraviglioso quadretto di Josephine Hymes che, come tutti sapete, nel mondo di Candy è un nome che non ha bisogno di presentazioni. Questo forum è già stato arricchito da due traduzioni - fatte da un'interprete professionista, sailor74 - e "La stagione dei Narcisi" è sicuramente un must nel panorama delle fanfiction. Questo breve e delizioso racconto, molto intimo ed introspettivo, è stato realizzato dall'autrice su una bellissima fanart di grecialica, un'utente del candyterry forum, al momento non attivo. Per questo non mi è stato possibile chiedere all'autrice l'autorizzazione a tradurla. Tuttavia, spero non se ne abbia a male per la mia iniziativa ;). Ho fatto solo due piccole modifiche per avvicinare ancora di più questo delicato racconto al nostro "sentire italiano": Terry diventa Terence e la finta Collina di Pony, la seconda Collina di Pony. Per il resto, sono rimasta completamente fedele al testo dell'autrice. Vi auguro buona lettura e... tante emozioni! :)



Appuntamento d’autunno
di Josephine Hymes



Il pallido sole autunnale aveva raggiunto lo zenith, ma non ingannava nessuno: i caldi giorni d’estate erano davvero finiti. Il cielo si stava coprendo di nubi, che lasciavano a malapena filtrare un’opaca luce bianca che lambiva con un tenue tepore i due giovani seduti sull’erba. Terence alzò lo sguardo, visibilmente contrariato, sia dall’inevitabile arrivo dei giorni più freddi che dal contenuto della lettera che aveva appena finito di leggere. Lui e la sua giovane amica stavano condividendo le novità mentre si godevano un breve momento di reciproca compagnia durante la pausa di mezzogiorno.

Il giovane abbassò lo sguardo sul foglio bianco e scorse alcuni passaggi. La ragazza accanto a lui, puntellata sui gomiti, semisdraiata sulla seconda Collina di Pony, lo guardò ancora una volta. La verità è che le era davvero difficile distogliere lo sguardo da lui quand’erano insieme; specialmente quando l’attenzione di Terence sembrava focalizzarsi altrove e così lei poteva osservarlo con maggiore libertà.
“L’Africa è molto lontana, vero, Terence?”, tentò di commentare, distogliendo lo sguardo dal compagno, “Tuttavia, a prescindere dalla distanza, Albert una volta mi ha detto che quando due persone sono molto vicine...”, sospirò, senza riuscire a finire la frase.
“Be’, Albert mi sembra il genere di persona che ha bisogno di stare costantemente in movimento,” replicò il giovane, mettendo da parte la lettera e voltandosi a guardare Candy, “Credo che debba essere libero di andarsene ogni volta che lo desidera per essere davvero felice. Pensa, Candy, con tutti quegli animali che corrono liberi, nella natura selvaggia, dev’essere al settimo cielo. Credo sia un amante della libertà… Ammiro questa sua caratteristica.”
“Suppongo tu abbia ragione,” ammise Candy, ancora un tantino riluttante a conciliare l’indomita natura di Albert con il desiderio di poter godere della sua amicizia e della sua guida in modo più stabile, “Immagino di dover essere paziente. Un giorno lo rivedrò,” concluse, cercando di mantenere la conversazione su un tono leggero.

La ragazza era distesa sull’erba, immersa nei suoi ricordi dei ripetuti incontri e bruschi addii col suo misterioso amico. Era alquanto triste essersi dovuta separare dalle persone che amava, come Albert, Miss Pony, Suor Lynne… davvero tante. Era come se la vita fosse una serie continua di separazioni; e questo non andava d’accordo con la sua indole socievole. Comunque, non espresse i suoi pensieri a Terence ad alta voce; rimasero entrambi distesi sul prato, fianco a fianco, a guardare in silenzio il cielo che si colorava dei colori puri dell’autunno. Lo facevano spesso: potevano stare insieme per lunghi minuti senza dire niente di particolare, e, tuttavia, erano del tutto a proprio agio in presenza l’uno dell’altra. Candy pensava che Terence fosse l’unica persona al mondo con cui poteva condividere un silenzio così confortevole. Era strano: sebbene lei di solito avvertisse un’impellente necessità di parlare ad ogni anima viva che aveva intorno, non aveva nulla in contrario a stare in silenzio per un po', se era con lui.
Una leggera brezza mosse i riccioli sciolti di Candy e le portò un profumo sottile alle narici. Riconobbe la fragranza ormai sbiadita dei pochi fiori che ancora coprivano la seconda Collina di Pony. La ragazza si rese conto che il tappeto estivo stava per appassire, e un'improvvisa nostalgia le invase il cuore.
“È stata proprio un’estate meravigliosa” pensò, volgendo inconsciamente lo sguardo su Terence. Il giovane sembrava immerso nei suoi pensieri.
“Fa sempre così,” sorrise lei tra sé e sé, “come se non gli importasse che io sia qui o no, ma non m’imbroglia; non più. Ricordo chiaramente quello che mi disse l’ultima volta che eravamo nella sua villa: in modo casuale, quasi di sfuggita, se ne uscì con: <<sai, Candy, ora che torno a Londra , mi mancherà stare all’aperto dopo essere stato qui tutta l’estate. Penso che trascorrerò la mia pausa di mezzogiorno sulla seconda Collina di Pony, così mi sentirò meno recluso>>” a quel ricordo, Candy dovette fare uno sforzo per non mettersi a ridere “Come se io non fossi in grado di cogliere quello che sottintendeva,” pensò.
“Così, mi incontro qui con lui da quando siamo ritornati a scuola,” continuò a riflettere, “Ha l’aria di un appuntamento segreto, questo?... Credo di no” scartò l’idea, dapprima, ma subito dopo dovette ammettere, almeno con sé stessa, che senza dubbio i suoi incontri quotidiani con Terence somigliavano moltissimo a degli appuntamenti romantici, “Altrimenti,” argomentò, “perché avrei i brividi ogni volta che faccio la strada per incontrarlo?”

Gli occhi di Terence, che sembravano fissi su un punto lontano nell’orizzonte, in quel momento si voltarono ad incontrare i suoi per un breve istante. Sorrise in modo rapido, quasi impercettibile. Poi sollevò il busto, sostenendosi sul gomito sinistro, e con l’indice destro solleticò Candy sulla punta del naso.
“Sai a che cosa stavo pensando?” le chiese all’improvviso.
“Come potrei saperlo, sciocco? Non leggo mica nella mente degli altri” disse lei sorridendo allegra… ma dal momento che hai sollevato l’argomento, suppongo tu voglia dirmelo,” aggiunse, inarcando un sopracciglio.
“Be’,” cominciò lui, strappando distrattamente una festuca da terra, “Riflettevo a proposito di quest’infermiera a cui Albert fa cenno nella sua lettera.”
“E…”, lo invitò a continuare lei, cambiando posizione e sedendosi con i gomiti appoggiati sulle ginocchia. “Voglio dire, se davvero ti somiglia, sono sicuro che ha il naso schiacciato e che si mette sempre nei guai, proprio come te,” concluse lui mentre schivava rapido il pugno scherzoso di Candy, che fingeva di volersi vendicare per i suoi commenti.
“Lo farà di sicuro,” rise Candy. Si era abituata alle sue prese in giro, che adesso le sembravano un modo affettuoso di parlarle, riservato solo a lei. Tuttavia, qualcosa nel commento di Albert a proposito della sua amica infermiera la fece diventare improvvisamente seria: “Ora che ci penso”, disse poi: “L’ammiro tanto, nel senso che è molto coraggioso da parte sua aiutare le persone in Africa, non credi? È sicuramente un genere di lavoro stimolante e utile.”

Per un po’ gli occhi della ragazza si persero in un punto lontano e invisibile, e Terence capì che stava cercando le parole per dirgli qualcosa di importante per lei. Il cuore del giovane perse un battito, come succedeva sempre ogni volta che lei gli parlava dei suoi ricordi e dei suoi sogni per il futuro.

“Sai, Terence”, disse infine, rompendo il silenzio, “alla Casa di Pony, il fatto che uno dei bambini si ammalasse, era sempre motivo di grande apprensione.”

Il giovane notò un'ombra che le oscurava gli occhi solitamente luminosi e non poté evitare di provare una fitta. “Vedi, la malattia è sempre stata un problema”, continuò lei, “perché al villaggio non c'era un dottore e ci vuole troppo tempo per arrivare a La Porte, dove c'è l'ambulatorio. Ricordo che una notte, quando ero molto piccola, ebbi la febbre ed entrambe le mie maestre erano quasi in lacrime. Credo che le povere creature non sapessero cosa fare”, disse Candy, la voce quasi un sussurro.

Terence aggrottò la fronte preoccupato. Sapeva che un bambino con una febbre persistente poteva morire con facilità... sarebbe potuta morire quella notte! Il solo pensiero gli fece venire i brividi lungo la schiena.

“Fui fortunata, quella volta,” continuò Candy, senza accorgersi degli sguardi preoccupati di lui, “ma altri bambini... a volte le cose non sono andate altrettanto bene, capisci cosa intendo?” gli accennò, incapace di dire ad alta voce che altri bambini erano morti: “Ricordo che Suor Lynne si è sempre rammaricata di non aver ricevuto alcuna formazione da infermiera e io, essendo solo una bambina, non potevo essere di alcun aiuto... Vorrei esserlo stata”, ribadì malinconica, la sua voce mesta come un coltello affilato nel cuore di Terence.

“Candy!” pensò Terence, “Come può essere beffarda la vita!... Sei sempre così vivace e dolce che quasi non riesco a credere che tu abbia vissuto così tante difficoltà. Anche questa ne è un altro esempio. Pensare che hai passato l'infanzia senza un'adeguata assistenza medica quando ne avevi bisogno, mentre io ho sempre avuto dottori e infermiere ad agitarsi intorno a me... tuttavia, nessuno di loro avrebbe mai potuto eguagliare l'amore che le tue maestre ti hanno dato. Mi chiedo chi di noi due sia stato più sfortunato.”
Terence chinò il capo, mentre ricordava la sua infanzia con un misto di pena, rabbia e risentimento.
“Un semplice colpo di tosse e il pediatra si sarebbe precipitato da me per scoprire se c'era qualcosa che non andava”, continuò a pensare, “Questa è stata la mia vita come figlio di Richard Granchester, sempre coccolato e viziato, con tutto ciò che i soldi potevano comprare... e tuttavia, le attenzioni che i dipendenti e una schiera di adulatori possono darti luccicano ma sono fasulle... non ci si può sentire davvero amati quando tutti si limitano ad adularti, cercando il tuo favore con l’inganno”.

In un attimo, Terence rivisse dentro di sé i tanti momenti della sua infanzia infelice, intrappolata tra l'indifferenza del padre, il palese odio della matrigna, l'assenza della sua vera madre e le attenzioni di mani mercenarie prive di sentimenti. Lasciato sempre alla responsabilità dei domestici, o abbandonato in un severo e freddo collegio, aveva coltivato un profondo risentimento che minacciava di esplodere alla minima provocazione. Dato che di recente aveva imparato a vedere sua madre sotto una luce diversa, ora stava indirizzando verso suo padre tutta la rabbia che provava. La visita che il Duca gli aveva fatto negli ultimi giorni aveva solo alimentato in modo esponenziale la sua animosità.

“Se solo mio padre avesse amato mia madre come avrebbe dovuto”, pensò Terence scoraggiato, “… se solo loro due fossero stati presenti per me… se soltanto lui avesse capito il dolore che ha causato,” continuava a rimuginare il giovane dentro di sé, con la sensazione che l’ombra del padre lo opprimesse, anche adesso che era lontano. “Dannazione! Come posso continuare a dipendere da un uomo simile?”

Senza che se ne rendesse conto, la sua rabbia era arrivata al punto da fargli spezzare inconsciamente la festuca con cui stava giocherellando. Trovò che fosse illogico in maniera imbarazzante che un attimo prima stesse pensando alla sfortunata infanzia di Candy e che gli ci fosse voluto solo un secondo per ritornare ai suoi soliti pensieri astiosi verso suo padre.

“Devo essere sempre così egoista?” Si chiese. “Lei, invece…” la guardò ancora una volta. Per un po’ la ragazza era rimasta in silenzio, lasciando che il timido sole le scaldasse di nuovo i pensieri. Un istante prima, i ricordi le avevano adombrato lo sguardo di tristezza. Tuttavia, la sua indole solare sembrava aver ripreso il sopravvento su di lei.

“Come fa?” Si chiese lui, “Prima d’incontrarla, io ero totalmente assorbito dalle mie pene; sulla via giusta per diventare un cinico insopportabile. Comunque, quando sono con lei, anche se mi sento giù, come adesso, non riesco a rimanere abbattuto a lungo. Lei mi scalda il cuore, come nessun altro al mondo. Davvero non capisco che cosa io abbia fatto per meritarla, ma una cosa la so: non commetterò gli stessi errori di mio padre! Ora che l’ho trovata, so che lei è la mia anima gemella, la persona con cui voglio dividere la mia vita. Dedicherò il resto della mia vita a renderla felice,” giurò, incapace di comprendere fino in fondo che un simile giuramento l’avrebbe condotto verso un lungo, doloroso viaggio, prima che lui potesse finalmente compiere la sua promessa.

Nonostante la sua incapacità di prevedere il futuro, Terence seppe per istinto che era appena accaduto qualcosa di importante. Sentì che il petto stava per esplodergli per le forti emozioni che Candy gli suscitava e desiderò ancora una volta avere il coraggio di stringerla tra le braccia. Tutto ciò che riuscì a fare però fu limitarsi guardarla, e accarezzare con l’anima la sua figuretta di profilo. Fu allora che, per un breve attimo, i suoi occhi tradirono tutti i teneri sentimenti che nutriva per lei.

Candy non si voltò a guardarlo, ma sentì chiaramente sulla pelle l’intenso sguardo di lui... Da qualche parte, dentro di lei si sprigionò all’istante un fremito caldo e familiare, che le colorò le guance del più brillante dei rossori. Si chiese sempre che cosa sarebbe potuto accadere quel pomeriggio se si fosse azzardata a guardarlo negli occhi. Invece lei li chiuse gli occhi, piano, accarezzando l’erba tra le dita. Fece un lungo respiro, cercando di far tesoro dentro di sé di quel momento di beatitudine… Nel profondo del cuore, desiderò che il calore dello sguardo di lui sulla sua pelle potesse durare per sempre.

Poi suonò la campanella, e Candy e Terence dovettero fare ritorno alle loro lezioni, ignari di aver appena goduto dell’ultimo momento sereno insieme che sarebbe stato loro concesso di condividere per molti, molti anni.

Fine



Edited by candyforever - 3/11/2021, 23:53
 
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view post Posted on 21/3/2021, 11:30     +4   +1   -1
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Candyforever, qualcuno mi dovrebbe spiegare come si fa a dimenticare una persona come Terence, soprattutto dopo essere entrati in contatto con lui in questo modo. E questo accade anche nella storia originale.
 
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view post Posted on 21/3/2021, 18:10     +2   +1   -1
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Vi siete perse quello che scrivono su fb... grazie candyfor per essere tornata
 
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view post Posted on 22/3/2021, 18:58     +2   +1   -1
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Grazie a voi, Elena75 e Lagadema, per aver apprezzato questa breve storia. Elena, io non sono la persona più adatta a dare una risposta alla tua domanda perché... come immaginerai, anch'io penso che no, non sia assolutamente possibile. :) Proprio per come la Mizuki ha strutturato FS. Chi la vuol pensare diversamente, faccia pure come crede, sia chiaro... :)

Edited by candyforever - 23/3/2021, 02:35
 
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view post Posted on 22/3/2021, 21:57     +2   +1   -1
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Certo, il romanzo parla chiaro senza necessitare di fantasia e la sua conclusione la leggo nell’ultima lettera. Anohito è lì, rigorosamente senza nome. 😉😉
 
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view post Posted on 29/3/2021, 07:51     +5   +1   -1
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Appunto, come si fa a pensare che un amore, così totalizzante e intenso, possa essersi dissolto per le vicissitudini negative che hanno vissuto Candy e Terence?
Per me la seconda occasione l'hanno avuta loro, due anime libere e ribelli come loro non possono aver dimenticato. Candy non può essersi innamorata di Albert, quindi dopo molti 10 anni Terry e Candy si sono ritrovati e amati, senza figli certo ma insieme, ne sono certa.
 
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5 replies since 20/3/2021, 22:47   845 views
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