| Credo che gli estimatori della piccola Anna siano (siamo) piuttosto numerosi; questa piccola peste, una volta incontrata, è difficile da dimenticare. Riguardo al rapporto tra il fumetto e l'opera letteraria, volevo portare uno stralcio dall'articolo scritto da Davide Castellazzi sul primo numero della PLANET, risalente all'ottobre 2003. Trovo le osservazioni di questo giornalista molto interessanti.
DAL ROMANZO AL MANGA di Davide Castellazzi
...guardo sempre con un certo sospetto gli adattamenti a fumetti. Ogni buon romanzo è infatti composto da una complessa alchimia di parole, un fiume in piena di sostantivi, aggettivi e verbi che scorre libero e incontrollabile, difficilmente imprigionabili dentro una bottiglia, metaforica rappresentazione dell'albo a fumetti. L'adattatore ha spesso l'ingrato compito di dover decidere quali parti tagliare, quali frasi eliminare e quali tenere, quali parole andranno a comporre la nuova versione dell'opera e quali ne saranno per sempre escluse. Ma se i fumetti non possono beneficiare del medesimo numero di parole dei romanzi, e devono spesso rinunciare all'affascinante voce del narratore lasciando perlopiù spazio ai dialoghi dei personaggi, hanno un'altra importante freccia al loro arco: il disegno. Quanto non può raccontare col testo, la narrativa per immaggini lo fa con i disegni e, se l'artista chiamato ad affrontare l'arduo compito si dimostra all'altezza, il risultato che ne scaturirà sarà un prodotto affascinante. Così, leggendo le tavole di questo manga, da un lato si proverà nostalgia per la fluente prosa della Montgomery, e per l'amore profuso nel descrivere i luoghi della sua infanzia ( e di quella di Anna), ma dall'altro non si potrà che rimanere incantati di fronte al tratto della Igarashi, che trasforma in immagini l'esuberanza e la mimica facciale di Anna e gli splendidi paesaggi che in precedenza prendevano forma solo nella nostra mente.
Sia più riuscito il romanzo della Montgomery o il manga della Igarashi è difficile a dirsi: sono solo felice di aver potuto apprezzare entrambe le versioni, consapevole che un romanzo, specie se di grande valore, può vivere molte vite se affidato alle mani di grandi artisti.
Cara Odyssea, proprio come sostiene Castellazzi, alcune tavole sono veramente bellissime: quando Anna viene riporata da Marilla all'orfanotrofio e decide di sorridere prendendo sulla mano un uccellino, quando si sveglia nella casa dei Cuthbert, e dalla sua nuova stanza guarda incantata il paesaggio mi fa una tenerezza infinita, cosi come quando, raggiante si scambia un sorriso bellissimo con Mattew quando Marilla la riporta indietro perchè non vuole lasciarla nelle mani della signora Blewett, insomma, il tratto della Igarashi mi piace tantissimo perchè rispecchia in modo perfetto gli stati d'animo dei personaggi. Detto questo, vorrei recuparare al più presto anche l'anime, so che lo danno spesso su Raidue, anche se io spererei in una bella raccolta di dvd con tanto di schede sui personaggi. I link che mi hai postato sono bellissimi, grazie ( il secondo l'ho scoperto da poco ma mi sono letteralmente consumata gli occhi perchè contiene un sacco di materiale interessante non trovi?)
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