- Accomodati, puoi dormire qui.
- Oh io... credevo mi accompagnassi in albergo!
- Non ti fidi di me? - sorrise e le rivolse uno sguardo malizioso.
- Ma cosa dici? Certo! Ehm...solo che non è corretto per una ragazza nubile fermarsi a dormire nell'appartamento di un uomo... ecco, io... non so cosa pensare...
- Allora non pensare nulla!
Terence le sorrise e le fece l'occhiolino, mentre Candy era visibilmente imbarazzata.
- Sai che faccio? Ti preparo la cena! Tu riposati, sistema le tue cose, insomma fa un po’ come ti pare scimmia tutta lentiggini...
- Cosa! Scimmia tutta lentiggini? Come ti permetti! E poi avaro di un avaro non mi porti nemmeno a cena fuori? - Candy fece per tirargli qualcosa, non era per nulla contrariata, si vedeva lontano un miglio che stava scherzando perchè aveva il suo solito sorriso stampato sulle labbra, ma lui fece in tempo a chiudere la porta e tutto quello che lei sentì fu una sonora risata provenire da dietro.
Era felice, aveva sognato per tanto di quel tempo di rivedere il suo Terence che ora quasi non le pareva vero, ed era bellissimo scorgere nei suoi occhi la stessa felicità.
- Oh caro, mi ami? Mi ami come io amo te? È così dolce la sensazione che provo che vorrei disfare le valige ora e non rifarle mai più.
Candy si guardò allo specchio sospirando, sembrava davvero una scimmietta lentigginosa, soprattutto, quando si divertiva a stravolgere il bel viso in divertenti smorfie che facevano tanto ridere i bambini della casa di Pony.
- Care suor Maria e miss Pony, chissà che pensereste se sapeste che sono qui a NewYork, da sola con Terry nello stesso appartamento! - arrossì per pudore e sentendosi terribilmente stupida si dette una pugnetto in testa.
L'amore sapeva cos'era perchè se lo sentiva dentro, incastonato in ogni singolo atomo del proprio corpo, ma il sesso fuori dal matrimonio non lo concepiva proprio, non aveva mai voluto pensarci, non era un argomento adatto ad una ragazza per bene, e in ogni caso non adatto ad una come lei che vedeva i ragazzi come fratelli e l'unico che sarebbe stato in grado di evocare certe sfrontatezze viveva chilometri lontano da lei, almeno sino a quel momento!
- Toc toc - sentì battere con delicatezza le nocche sul legno della porta.
- Candy, quando sei pronta la cena è a tavola.
Lei aprì la porta, aveva avuto il tempo di rinfrescarsi e cambiarsi d'abito mentre vagava immersa nei propri pensieri e ascoltava i rumori provenire dalla cucina.
- Eccomi!
Lui la guardò con una dolcezza infinita.
- Sei bellissima - le disse.
Il suo vestito era semplice, privo di fronzoli, ma addosso a lei qualunque cosa prendeva vita propria e le dava risalto, e con la cascata di riccioli biondi fermati appena sulla fronte da un nastro rosa, sembrava angelica.
- Grazie... - rispose lei arrossendo un po’.
Terence aveva apparecchiato la tavola della stanza da pranzo con estrema cura, usando una candida tovaglia di lino, piatti di porcellana e calici di cristallo, posate d'argento... una composizione floreale bassa posta al centro del tavolo e candele... molte candele che insieme alla fiamma del camino diffondevano una luce calda e intima.
Candy si stupì del fatto che un single avesse a disposizione tutti quegli oggetti di estrema eleganza, non che si aspettasse di mangiare per terra, ma immaginava qualcosa di più semplice. A dir il vero non immaginava neanche quello perchè era convinta che Terence non solo non avrebbe mai cucinato per lei portandola piuttosto in un ristorante elegante e raffinato, vista la sua fama di attore consumato ma che poi subito dopo sarebbe stata accompagnata con armi e bagagli in un albergo, probabilmente bellissimo, ma pur sempre albergo. invece era stupita e confusa.
Tutto quello che le stava accadendo la lasciava senza fiato e non sapeva se compiacersene o preoccuparsi, e poi preoccuparsi di che? Delle non ancora ben chiare e definite intenzioni di Terence o delle proprie!
Arrossì ancora stupita dai propri stessi pensieri e dal languore che cominciava a farsi largo in mezzo ai suoi organi vitali.
- Sarà fame! - pensò strabuzzando gli occhi e arricciando il naso.
- Ehi che c'è Tarzan, ti ho delusa? Volevi che andassimo fuori? - disse Terence a metà tra il serio e il faceto tirandole una ciocca di capelli.
Candy gli ringhiò scherzosamente contro e in quel momento non erano più rinchiusi tra quattro mura, stavano ridendo di nuovo... come facevano in Scozia, il tempo si era annullato e sembrava quasi di sentire l'odore dell'erba e il sole sulla pelle.
- È bellissimo, va bene così - rispose lei cercando di tornare seria - mi stavo solo chiedendo se tutto questo splendore è in mio onore o se ogni sera apparecchi così, anche quando sei solo. Perchè sei solo vero? -
Terence la guardò serio per qualche istante, poi capì bene la domanda e dandosi una manata sulla fronte scoppiò in una nuova risata.
- Cosa c'è da ridere? - mormorò lei con la faccia un po’ delusa.
- Sei gelosa... ecco che c'è! Credi che ti faccia venire sino a NewYork, ti ospiti in casa mia, cucini per te e poi da qualche parte nasconda una fidanzata o uno stuolo di ammiratrici? Ehi hai guardato nell'armadio? Magari ci trovi qualche scheletro, sai qualche ragazza dimenticata li... accipicchia Dorotea... l'ho dimenticata nel cassetto della scrivania!
Rise, si stava chiaramente burlando di lei.
- Terence come ti permetti? Smettila!
Fu un attimo e la composta signorina si ritrasformò in un ragazzaccio, fece per dargli un pugno come ai vecchi tempi e lui si mosse per pararsi afferrandole la mano, solo che il gesto inconsulto li fece cascare entrambi al suolo.
Lei su di lui, lui che la guardava e le stringeva la vita, lei che arrossiva, lui che la bruciava col suo sguardo.
Le bocche vicine, troppo vicine per non essere tentati... per non sentire dentro il desiderio impellente di unirle.
E mentre lui rifletteva se farlo o no, lei si alzò in piedi, imbarazzata sino al midollo, tentando di spolverarsi la gonna con le mani, con un gesto che ripeteva spesso quando scendeva da qualche albero su cui si era arrampicata e che Terence conosceva bene.
Lui invece era ancora a terra, col gomito poggiato al pavimento e la osservava con una strana luce negli occhi.
- Ehm... scusa! Mangiamo? Ho... ho fame! - balbettò lei. No, non era assolutamente vero, la fame era andata a farsi benedire e cominciava a sospettare che quel famoso languore fosse dovuto a qualcos'altro di non meglio definito.
- Certo! Si accomodi signorina! - Terence si era sollevato da terra con un gesto atletico svelto, si era spostato i capelli leggermente scompigliati dietro le orecchie e la stava aiutando a sedersi, avvicinandole la sedia come da galateo. Poi si diresse alla propria sedia massaggiandosi i glutei in modo buffo, per sdrammatizzare un po’, con un sorriso birbone stampato in faccia, ricambiato dalle sorridenti lentiggini di Candy.
Mangiarono di buon gusto perchè Terence, manco a dirsi, era anche diventato bravo a cucinare, bevvero vino e chiacchierarono, poi si accomodarono vicino al camino acceso e continuarono a chiacchierare, ma anche a fare lunghe pause guardando il fuoco e tra una parola e l'altra o tra un silenzio e l'altro si intromettevano sguardi intensi, carichi di nostalgia, di emozione, di ricordi, dettati dal desiderio di crearne di nuovi.
La sensazione che entrambi provavano era inebriante. Quanto era stato immenso il bisogno di ritrovarsi nel tempo che avevano trascorso separati.
- Sono felice che tu sia qui!
- Anche io lo sono Terence.
- Se avessi potuto portarti via con me dalla Saint Paul School l'avrei fatto... lo sai è vero? - le domandò a bruciapelo.
Lei lo guardò e i suoi occhi erano velati dalla commozione.
- Candy... io... - fece una pausa e il suo tono era così dolce e sensuale, il suo sguardo così intenso, allungò una mano verso di lei e le sfiorò una guancia - io...
Candy si sentì avvampare, una nuova sensazione l'aveva pervasa, simile al languore ma più intensa, nulla di mai provato prima e le era bastato sentire pronunciare il suo nome in un modo assolutamente sconosciuto sino ad allora affinché un dolce e affilato disagio l’avvolgesse.
- Terence... io credo sia ora di andare a dormire - si sentì terribilmente stupida ad interromperlo a quel modo, ma sentiva una strana sensazione d’allarme e non sapeva come agire, cosa fare, aveva paura e allo stesso tempo voleva fidarsi di lui.
- Certo - rispose lui leggermente rabbuiato - vai pure, io resto ancora due minuti a sistemare e poi ti seguo.
- Ti aiuto... - lei sì alzò.
- Non sia mai, tu sei mia ospite, vai a riposarti, il viaggio deve averti stancata.
- Ma io...
- Vai Candy!
Il tono perentorio la fece sobbalzare. Non era un invito, ma un ordine. Cos'era successo? Si era dissolta l'atmosfera!
Come aveva fatto a reagire in maniera così stupida, si vedeva lontano un miglio che lui era deluso, accidenti!
- Buona notte Terry.
- Buona notte Candy - lui le sorrise, si era reso conto di essere stato brusco e non voleva rattristarla, soprattutto non voleva darle sensazioni sbagliate, niente che la turbasse.
Candy chiuse la porta dietro di se e vi si appoggiò con la schiena. Era confusa, così confusa! Si vergognava, ma era difficile stargli lontano perchè il solo fatto di essere in due stanze separate gliene faceva sentire nostalgia.
Indossò la lunga e morbida camicia da notte e la vestaglia, entrambe di seta rosa polvere, strano ma vero era più elegante per andare a dormire che per cenare! Un sorriso amaro le si disegno sulle labbra, mentre rifletteva e si spazzolava i capelli, poi si diresse verso il letto che la attendeva, ma udì ancora un rumore provenire dal salotto.
Un po’ di tempo era trascorso ed era convinta che anche Terry fosse andato nella sua stanza.
Decise di andare a controllare, e poi aveva voglia di rivederlo e di scambiare ancora un ultimo saluto.
Uscì dalla stanza e si guardò intorno, non c'era nessuno. Tutto era stato rimesso a posto e persino il camino era spento, anche se la cenere spandeva un leggero tepore.
Mosse le spalle sconsolata e con una leggera delusione sul volto si girò per tornare in camera, lentamente, seguita dal movimento morbido dei suoi ricci.
- Cercavi qualcosa o qualcuno?
Candy sussultò, Terence la guardava standosene appoggiato al muro, in penombra, braccia conserte e un leggero sorriso ironico stampato sulle labbra. Sguardo diabolico e terribilmente eccitante.
- Oh no... era solo che... buonanotte!
Quasi corse in camera col cuore che le scoppiava nel petto, perchè non era riuscita a reggere il suo sguardo?
Fece appena in tempo a chiudere la porta sentendosi profondamente stupida e turbata che sentì bussare. Lei aprì, timorosa a dire il vero!
- Candy, sai cosa stavo per dirti poco fa, quando mi hai interrotto?
- Ehm... no... no no! – ma cosa le stava succedendo? Era così sconvolta ed emozionata che aveva quasi la sensazione che tutte le lentiggini si fossero trasferite dal naso allo stomaco ballando il can can.
- So che forse non ti sembra né il momento né il posto più romantico per riferirtelo, ma...- si morse un labbro - ...ti stavo per dire che... ti amo.
Lei lo guardò con gli occhi completamente sgranati e una mano sul petto, il respiro leggermente affannoso, emozionatissima.
- Ti amo da sempre Candy, ti amo da mai... ti amo da quando ti ho vista la prima volta sul piroscafo, ho continuato ad amarti quando eravamo alla Saint Paul School, quando litigavamo e quando ti ho baciata, ma soprattutto ti ho amata quando ho dovuto lasciarti. Non avrei mai voluto farlo, se solo avessi potuto scegliere... se solo avessi potuto...
Oh Candy... ti amo adesso, ti amo da quando sei arrivata in questa casa e ti ho amata mentre ti guardavo mangiare, ascoltandoti, sentendo il tuo profumo...
Le prese le mani tremanti e gliele baciò.
- Oh Candy, non posso vivere senza di te Candy, non voglio più vivere senza di te Candy - parlò quasi senza prendere fiato, non fosse stato per la parentesi del bacio, senza nemmeno lasciarle lo spazio di intervenire per paura che lo bloccasse, che fosse spaventata da tanta veemenza.
- Terence... oh Terence... - non riuscii nemmeno a rispondergli perchè dagli occhi calde lacrime le rigavano il viso.
Quelle parole le erano entrate dentro come lame e l'avevano trafitta sino in fondo all'anima. Non aveva osato sperare tanto.
- Non partire Candy, resta con me per sempre, ti prego amore non lasciarmi mai più.
Candy continuava a piangere e non rispondere, era felice ma non sapeva che cosa dire, tutto in quel momento sarebbe sembrato banale, forse ridicolo, ma era così felice!
Trascorsero pochi minuti ma sembrò un tempo interminabile in cui tutto si fermò, anche il battito del cuore.
Poi Terence che era rimasto in attesa di una risposta scambiò il suo mutismo per indifferenza e le sue lacrime per dolore e si sentì quasi mancare le forze... si resse poggiando una mano sul muro e chinò il capo in avanti, i capelli seguirono quel movimento coprendogli il viso e gli occhi lucidi.
Che si fosse innamorata di qualcun'altro in quel tempo vissuto distante in cui lui però aveva continuato a vivere solo per rivedere lei?
- Ho capito Candy... perdonami... - fece per voltarsi e uscire dalla stanza.
Dolore! Paura! Delusione! Malinteso!
Caspita quanto si sentiva stupida, ma che razza di reazione era? Se lo avessero fatto a lei sarebbe morta di dolore e di vergogna. Che senso aveva quello stupido mutismo!
- Te... Terence! - disse inghiottendo lacrime - ma cos'hai capito?
Terence si fermò.
- Cos'hai capito amore? Non ti ho ancora detto nulla! Non ti ho detto che sto morendo di felicità, non ti ho detto che ti amo da morire, non ti ho detto sei la mia vita e che vivere senza di te è impensabile.
Terence oh amore mio... come puoi solo pensare che io non provi ciò che provi tu!
Pensi che sarei venuta qui se non fossi stato l'amore delle mia vita? Credi che avrei accettato di restare qui pur sapendo che è l'ultima cosa che una ragazza onorabile avrebbe dovuto fare? Se lo sapesse suor Maria le servirebbero i sali! - sorrise tra le lacrime che rendevano i suoi occhi ancora più di smeraldo... anzi quasi ridacchiò perchè l'idea che suor Maria sapesse e perdesse i sensi le sembrava buffo! Ma era sincera, appassionata!
Terence si girò. Il suo volto si era illuminato... sorrideva anche lui e per lo stesso motivo di Candy; per un attimo aveva quasi creduto di morire!
Le si avvicinò, molto vicino. Le accarezzò il viso bagnato e la guardò con occhi di brace.
- Se proverò a baciarti mi darai uno schiaffo amore mio?
- No... - disse lei tremando.
- E se ti bacio pensi che suor Maria se ne avrà a male?
- Non credo che abbia il dono della telepatia o dell'ubiquità!
- Beh se pure fosse... io ti bacerei lo stesso.
- E allora baciami amore... - disse lei in modo ardito e istintivo, era stupita da se stessa!
Come le erano uscite quelle parole audaci?
Terence sorrise, mentre le si avvicinava ancora di più, mentre le baciava le guance e piano si avvicinava con le labbra alle sue. Nessuno schiaffo, nessuna reazione che non fosse puro trasporto.
- Ti amo Candy - disse lui staccandosi appena - non smetterò mai di dirtelo.
- Ti amo Terence... da morire! - rispose lei tenendo gli occhi chiusi.
Lui la strinse forte a se e poi la prese in braccio con la forza di un uomo e di un amante, con un gesto deciso ma poetico, forte ma allo stesso tempo tenero.
E mai, proprio mai staccò i suoi occhi di zaffiro dagli occhi di lei di smeraldo.
Edited by esthertr - 19/5/2008, 00:30