Candy Candy

Posts written by poingpoing

view post Posted: 22/4/2017, 08:48     Il Soffio del Destino - Genio e Arte: quando le passioni si fanno vive...
Tra i protagonisti possiamo annoverare anche le SCALE? 😂😂😂😂😂
view post Posted: 21/4/2017, 19:34     +1Il Soffio del Destino - Genio e Arte: quando le passioni si fanno vive...
Non posso che essere d'accordo su quanto ha scritto Giulviola, parola per parola. Libro letto e amato già 2 volte e ammetto che non escludo ci sarà una terza volta.
La magia del Soffio ha colpito anche me e solo dopo l'acquisto dello stesso, sotto consiglio di Piricandy, ho conosciuto la meravigliosa persona che si nasconde dietro il nickname di Cerchi di Fuoco con la quale è nata una splendida amicizia.... Grazie a Barbara per le emozioni che mi ha regalato leggendo la sua creatura ❤
view post Posted: 5/6/2016, 17:32     ROUND ROBIN IN ATTESA DI TITOLO! - FAN fiction
Ragazze, grazie a tutte voi per aver commentato. Scusate il ritardo con cui vi rispondo. Sappiate solo che mi avete riempito il cuore. Non pensavo che sarei riuscita a regalarvi un'emozione, sappiate che voi ne avete regalato una grande a me! :giusy:
view post Posted: 20/5/2016, 17:38     +2Saluti e comunicazioni da due amiche - Cassetta Postale
Un grazie ad entrambe per quanto avete fatto finora e per aver dedicato il vostro tempo per coinvolgere noi utenti nelle attività del forum e per tenerlo vivo. Capisco le vostre motivazioni e non posso che essere solidale con voi.

Un abbraccio

Poing
view post Posted: 15/5/2016, 09:46     ROUND ROBIN IN ATTESA DI TITOLO! - FAN fiction
Ed ecco che tocca a me... Grazie a tutte che mi avete accolto nella stesura di questo gioco a più mani... Siate clementi e buona lettura!!!


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Era appoggiato alla balaustra del piroscafo che lo riportava dalla sua amata. Il mare si espandeva di fronte a lui in una distesa infinita sposandosi col cielo lungo l'orizzonte. L'aria non era particolarmente fredda e quella leggera brezza che lo accarezzava dava un po' di sollievo a quel tormento che gli ribolliva nel sangue. Contava le ore che lo separavano da lei, ormai mancava poco allo sbarco, la notizia che doveva darle gli esplodeva nel petto. La conversazione che avevano affrontato risuonava ancora nelle sue orecchie.

Qualche settimana prima

- Candy ti vedo pensierosa.. Qualcosa non va?
- Bert... - pausa – pensavo ad una cosa – altra pausa - ecco, come la mettiamo con la mia adozione? Anche se per te nutro dei sentimenti non più propriamente filiali, legalmente tu sei ancora il mio padre adottivo. Credo che questo sia un problema se il nostro rapporto debba svilupparsi in qualcos'altro.
Se in quel momento qualcuno gli avesse sferrato un pugno nello stomaco, Albert avrebbe sentito sicuramente meno dolore. La realtà era all'improvviso ritornata a scarnificarlo con le sue affilate unghie. Ma come sempre riuscì a trovare il lato positivo, nonostante tutto.
- Solo per il fatto che tu mi stia ponendo questa domanda, piccola mia, mi dai una speranza e mi colmi di gioia, perché vuol dire che forse stai pensando ad un "noi". E per quanto in questo momento io abbia voglia di tirare dei pugni, per sfogare la mia rabbia per l' assurda situazione creata dalla tua adozione, ora ho solo voglia di abbracciarti!
E mentre diceva così la circondò in un abbraccio stringendola a sè. Il profumo di rose che emanavano i capelli di Candy lo inebriò e inspirò a lungo per imprimere meglio quell'aroma. La ragazza si abbandonò a quella stretta, il calore del suo petto le fece dimenticare tutte le sue ansie e i suoi turbamenti. Era felice accanto a lui e sperava davvero che il problema della sua adozione si risolvesse qualora il loro rapporto dovesse evolversi in qualcos'altro. Sollevò la testa e lo trovò che sorrideva
- Perché quel sorriso? Ha qualcosa di insolito, quasi furbo
- Pensavo a quanto ti ho detto prima... Che ho voglia di tirare dei pugni per sfogarmi... Dov'è Neal quando serve?
Candy rimase per un momento perplessa, poi scoppiarono a ridere insieme quando capì che Albert scherzava: riusciva a farla ridere anche nelle situazioni più serie. Che cosa avrebbe fatto senza di lui? E senza rendersene conto, un impulso improvviso si impadronì di lei. Si perse in quegli occhi cristallini e sempre sorridenti, di quel magnetico azzurro, che sapevano infonderle tranquillità e serenità, allungò le mani per accarezzare i capelli color del grano di Albert e lo attirò a sè in un lungo e avvolgente bacio. Le loro anime erano unite in un'unica sola essenza. Lui la strinse ancora di più nel suo abbraccio, tutti i buoni propositi fatti sino a quel momento per trattenersi ormai erano infranti. Si persero in quel vortice fatto di passione, sentimento e desiderio. Lo sforzo che fece per allontanarsi da lei fu sovrumano
-Candy, è il caso che io vada via ora. Se resto un secondo solo in più, potrei non essere più un gentiluomo e Dio solo sa quanto vorrei proseguire questo discorso con te – le disse sorridendo – ma non posso permettermi di approfittare di te adesso.
La vide arrossire, aveva capito il senso del suo discorso, le diede un ultimo bacio sulla punta del naso e si accomiatò da lei.
Subito dopo cercò di comunicare con George per capire se in qualche modo l'adozione si potesse annullare o avrebbe dovuto dire per sempre addio ai sogni di un futuro assieme a lei.

E ora finalmente aveva la risposta definitiva su quella faccenda. Era partito dicendo che affari urgenti lo attendevano, ma la realtà era che George l'aveva richiamato in tutta fretta per importanti novità. Al suo rientro in America, aveva scoperto che sul documento ufficiale stilato anni prima, il legale, per un recondito motivo, non aveva firmato tutta la documentazione necessaria e quindi quel documento poteva ritenersi a tutti gli effetti nullo se non fosse stato regolarizzato quanto prima. Quando il suo braccio destro gli aveva comunicato la situazione, Albert si era lasciato trasportare in un forte abbraccio e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia lasciandolo interdetto minando il suo proverbiale aplomb. Rideva come un ragazzino, non si sarebbe mai aspettato una notizia del genere e, sebbene non credesse nell'ineluttabilità del destino, prese quella circostanza come un chiaro segno da non trascurare per il futuro evolversi della sua esistenza accanto a quella di Candy.
Ora il portadocumenti cilindrico in metallo che racchiudeva il suo tesoro era nella tasca interna della giacca, accanto al cuore e, ora più che mai, niente e nessuno avrebbe potuto allontanarlo dalla sua donna. Ah, sì... C'era giusto quel piccolo problema chiamato Terence, ma era ottimista. Se neanche l'adozione era risultata un problema, non lo sarebbe stato nemmeno lui. E mentre fiducioso vagava con i suoi pensieri assaporando il silenzio, interrotto solo dallo sciacquettio delle onde mentre il vento gli accarezzava i capelli e l'odore del mare riempiva le sue narici, all'improvviso il continuo fischiare della sirena della nave lo distolse dai suoi viaggi mentali e un forte boato e uno scossone lo riportarono alla realtà facendogli perdere l'equilibrio buttandolo per terra. Immediatamente dopo, un insieme di urla proveniva da ogni dove, i marinai e il personale di servizio correvano ovunque invitando tutti i passeggeri a correre verso le scialuppe in quanto la nave stava imbarcando acqua e dovevano mettersi in salvo quanto prima. Scoprì così che un'altra imbarcazione fuori rotta non era riuscita a fare manovra e a deviare scontrandosi con il loro piroscafo causando gravi danni al costato dell'una e alla prua dell'altro.
Un sorriso ironico si dipinse sul suo viso, non aveva neanche più la forza di arrabbiarsi. Il suo unico pensiero fu che il caso, o chi per esso, avrebbe dovuto smettere di accanirsi contro di lui
- No, non sarà il naufragio di una nave o il ricordo dei sentimenti verso il tuo primo amore che mi porteranno via da te, amore mio! - e più caparbio che mai si avviò verso le scialuppe

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-Candyyyyyyyyyyy
Le sembrò che qualcuno la stesse chiamando e Candy, ritornando a terra dal paradiso in cui erano stati catapultati, si staccò da Terence. Lo guardava, il respiro affannoso, il viso in fiamme, le anime intrecciate
-Candyyyyyyyyyyy – la voce era più vicina
-Sono qui Jusie!
-Dio mio Candy – disse ansimando la ragazza appena la raggiunse - speravo di trovarti qui. Quando non ti ho trovata nella tua stanza ho sperato fortemente che tu fossi su questa collina. -
Guardò per un attimo Terence e poi di nuovo Candy, che ebbe l'impressione di notare un'espressione di rimprovero da parte della sua collega
– Ho delle brutte notizie da darti. E' giunta notizia che il piroscafo su cui viaggiava Albert... ehm... volevo dire il signor William, ha avuto un incidente in mare non molto lontano dall'Inghilterra e che tutti i passeggeri hanno dovuto mettersi in salvo su delle scialuppe, qualcuno non ce l'ha fatta ma non si hanno altre notizie in merito e non si ha il numero preciso dei dispersi.
A questa notizia la bionda infermiera rimase pietrificata. Non riusciva a proferire alcuna sillaba. Sentì il sangue ribollirle nelle vene, il cuore iniziò ad accelerare i suoi battiti, non riuscì più a respirare regolarmente, sentì le gambe indebolirsi sempre di più e tutto intorno girò vorticosamente in un turbine senza fine. Sentì franare la terra sotto i piedi, ebbe un mancamento, le braccia forti di Terence la trattennero e le impedirono di cadere al suolo.
-A..Albert, il mio Albert... - e riprendendo padronanza di sé – Terence, dobbiamo andare al porto. Devo sapere che è successo al mio Albert, non posso restare qui ad aspettare, ti prego, chiama una carrozza.
-Ho la mia macchina fuori dall'edificio, andremo con quella e faremo prima che prendere una carrozza
-Candy vengo anche io con voi, ti sei appena ripresa e non vorrei che ti succedesse qualcosa. Saprei come aiutarti – aggiunse Jusie, sperando che l'amica credesse che il motivo fosse davvero quello.
Corsero all'impazzata verso il porto, sebbene un po' turbato dal "mio Albert" pronunciato da Candy, durante il viaggio in macchina una mano di Terence stringeva il volante e l'altra era intrecciata a quella di Candy, che rimase in silenzio per tutto il tragitto. Ogni tanto provava a infonderle coraggio rassicurandola che sarebbe andato tutto bene e che Albert avrebbe fatto ritorno da loro sano e salvo, perché era sicuro che il signor Andrew era un uomo d'onore e non avrebbe abbandonato il campo di battaglia lasciandolo vincere a tavolino.
Jusie dal sedile posteriore non capiva bene di quale battaglia stesse parlando ma, in cuor suo, pregava che il signor Graham avesse ragione. Non voleva rassegnarsi a perdere così all'improvviso il suo nuovo amico che, da quello spiacevole incidente con la signorina Marlowe, quasi tutti i pomeriggi si fermava a fare delle chiacchiere con lei e le portava un fiore. Era sempre così gentile, le aveva permesso di chiamarlo con il suo nome di battesimo e non più signor Andrew. Le aveva detto che ormai erano amici, e dai suoi amici si faceva chiamare semplicemente Albert. Ogni volta che il suo sguardo si posava su di lei, le mancava un battito e si incantava a guardarlo estasiata. Avevano fatto lunghe chiacchierate e aveva capito quasi subito che per lei non c'era posto nel suo cuore, in quanto era totalmente occupato da una crocerossina dagli occhi di smeraldo. Anche se non le aveva detto nulla esplicitamente, bastava solo guardare come si illuminavano i suoi occhi quando parlava della sua pupilla e aveva capito che il loro non era un semplice rapporto di parentela. Sapeva che anche il signor Graham era una persona speciale per Candy. Per carattere non era abituata a giudicare senza motivo e non lo avrebbe fatto neanche adesso, soprattutto senza sapere il perché di quella strana situazione, sperava solo che Albert, qualunque cosa accadesse, non soffrisse. Ora però, quello che le stava a cuore era che il suo dolce amico, di cui sapeva ormai di essere perdutamente innamorata, ritornasse da lei, anche se non per lei, sano e salvo.

Erano ormai passate diverse ore da che erano arrivati al molo. Le notizie che si rincorrevano erano le più disparate: da quelle in cui non si era salvato nessuno salvo poi essere smentite, a quelle in cui erano stati tutti imbarcati su una nave diretta in Francia. Candy non sapeva a chi dar credito, voleva solo avere al più presto notizie affinché quello spavento e quell'angoscia diventassero solo un brutto ricordo. Era seduta su una panchina, il freddo della sera diventava via, via sempre più penetrante, la nebbia sempre più fitta e una coltre spessa si parava dinnanzi ai suoi occhi impedendole di scorgere qualunque nave entrasse nel porto. Le lacrime le bruciavano gli occhi assieme al vento pungente che soffiava gelido. Non aveva accolto la preghiera di Terence di spostarsi in un posto più riparato, all'improvviso qualcuno le posò sulle spalle una coperta
-Terence..
-Sono qui con te, amore mio, qualunque cosa accada – e sedendosi accanto a lei cercò di alleviarle il freddo e la tristezza accogliendola in un abbraccio.
Rimasero così, in silenzio, per un tempo indefinito quando notarono un frenetico andirivieni di uomini e marinai verso una nave che stava per attraccare. Uno degli addetti al molo, con cui avevano parlato qualche ora prima, si avvicinò loro:
-Miss, sta per arrivare una nave che ha telegrafato di aver salvato dei naufraghi. Forse lì c'è il vostro amico
Come una molla scattò in piedi
-Ti prego Terry, andiamo a vedere – mentre diceva ciò intravide Jusie che era rimasta da sola e in disparte ad aspettare per tutto quel tempo. Si sentì in colpa per averla trascurata, dopotutto si era offerta di accompagnarla per starle accanto, le corse incontro e scusandosi la invitò a seguirli, forse avrebbero avuto le notizie che tanto attendevano
La nave era già attraccata quando arrivarono e i primi passeggeri stavano già scendendo. Proprio in quel momento vide scendere dalla scaletta il suo Albert e senza pensarci un momento gli corse incontro urlando il suo nome
Appena lui la vide, tutta la stanchezza che aveva accumulato per quell'assurda avventura, svanì di colpo. L'abbraccio che ne seguì subito dopo lo rinfrancò per tutta la pena che aveva vissuto.
-Ho avuto paura di non poter più rivedere il tuo splendido sorriso, amore mio
-Non dirlo mai più Bert, non mi lasciare mai più da sola – gli disse tra le lacrime
E, illudendosi che quelle parole potessero significare qualcosa in più, sollevando gli occhi incrociò quelli di Terence, e la sua illusione svanì di colpo.
-Sono contento che sei qui con noi, e sono sincero mentre lo dico, Albert.
L'uomo riconobbe sincerità in quelle parole e, sorridendogli, allungò la mano per stringerla a quella di Terence
-So che per un attimo ci hai sperato, ma non te l'avrei regalata così!
E l'attore, sollevando il sopracciglio, nel suo usuale tono ironico:
- Tanto non hai speranza lo stesso, signor William, fattene una ragione, cadono tutte ai miei piedi! - pronunciò, pur sapendo che Candy non era come le altre e non potendo ignorare l'intensità dell'abbraccio a cui aveva appena assistito
-Fate pure finta che io non ci sia – protestò lei
Mentre scoppiarono in una fragorosa risata, Albert si accorse che in disparte una ragazza li osservava in silenzio
-Jusie, sei anche tu qui con loro, avvicinati, cosa fai lì in disparte da sola?
E dicendo questo si avvicinò a lei stringendola a sé per salutarla.
-Sono felice che tu sia sano e salvo, Albert – disse tra le lacrime e ricambiando l'abbraccio. Anche se per pochi istanti, poteva perdersi tra quelle forti braccia e inebriarsi del suo profumo.
-Ehi ma sei ghiacciata! Che hai fatto?
-Ha aspettato assieme a noi per tante ore sul molo
-Ma ti verrà un malanno così – e senza neanche terminare la frase aprì il suo cappotto e lo condivise con la ragazza cercando di scaldarla un po'
Candy rimase un po' interdetta da ciò che vide, ma conosceva il buon cuore di Albert e sapeva che lo faceva perché preoccupato per la sua collega

Durante il tragitto in macchina Albert raccontò dell'incidente accorso alla nave, della fuga sulle scialuppe, di coloro che non ce l'avevano fatta, della paura di non rivederli più e del salvataggio da parte dell'altra nave che era arrivata dopo l'SOS...
Candy osservava Jusie durante la narrazione. Solo in quel momento realizzò di quanta confidenza ci fosse tra lei e il suo Bert: la realtà era che li aveva seguiti al porto perché era preoccupata come loro. Una strana sensazione l'avvolse ma non volle ascoltare quella vocina che smaniava per dirle qualcosa.

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Quella notte, Albert fu svegliato da alcuni colpi alla porta. Si alzò per andare ad aprire e vi trovò Candy
-Che ci fai a quest'ora qui? E' tardi, dovresti essere a letto da un pezzo anche tu. E non dovresti essere in giro da sola.
-Lo so, ma non riuscivo a dormire. Volevo vederti. Mi sei mancato e oggi ho creduto di morire al pensiero di perderti. Ho bisogno di te, del calore del tuo corpo, dei tuoi baci. Ho bisogno di capire. Oggi Terence mi ha confidato del suo passato. L'ho odiato, stavo fuggendo da lui quando mi ha raggiunto e mi ha stretta a sé e mi ha baciato. Ho rivissuto in un attimo tutto quello che c'è stato tra di noi, e sapevo che non avrei più voluto lasciarlo. Ma poi è arrivata la notizia della tua nave e ho creduto di morire. La mia esistenza senza di te non avrebbe avuto più senso. E sono ritornata al punto di partenza. Io vi amo entrambi.
E poi ero sola nella mia stanza e un senso di soffocamento mi attanagliava. Ho capito che sarei voluta essere con te in quel momento. E come vedi sono qui. Non potevo aspettare domani.
Albert richiuse la porta alle spalle della sua donna, rimasero in piedi accanto ad essa, lui appoggiò la fronte contro quella di Candy, con una mano si teneva allo stipite, con l'altra le accarezzava i capelli. I loro corpi erano sempre più vicini, Candy era imprigionata tra la porta e il corpo di lui. Ne sentiva il calore, il profumo, e sapeva che qualunque cosa le avesse fatto, non avrebbe avuto la forza di dirgli di no
-Perdonami Candy, ma ora sto per baciarti, mi ero ripromesso di non pressarti ma se non voglio diventare pazzo ho bisogno delle tue labbra
-I...Io non desidero altro
-Ti amo piccola, sei l'aria che respiro e ormai, senza di te, la mia vita non è degna di essere chiamata tale -
La guardò, si specchiarono l'uno negli occhi dell'altro, per un istante il mondo attorno a loro svanì, Albert posò le sue labbre su quelle morbide di Candy. Il tempo si fermò, in quel momento c'erano solo loro due, le loro emozioni, le loro sensazioni, la realizzazione di tutti i loro sogni. Si esplorarono, si cercarono, si accarezzarono e si avvinghiarono. Era un bacio dolcissimo, romantico ma carico di passione. La tensione di lei era svanita...ora provava solo amore e tutto ciò che sentiva era racchiuso in quel semplice gesto. Non riuscivano più a staccarsi, l'attrazione che provavano era oramai indomabile.
-Mi hai stregato, non riesco a fermarmi, ma devo- le sussurò con voce roca mentre la baciava sul collo accanto all'orecchio, facendola rabbrividire - Tesoro mio, ho una notizia da darti, e non vedo l'ora di farlo – continuò a dirle mentre le rubava degli altri baci che le facevano perdere il controllo – la tua adozione può essere annullata: ora sei libera di scegliere senza alcun condizionamento.
Candy era stordita dai baci di Albert, e quella notizia la sciolse ancora di più. Sapeva che ciò che stava provando in quel momento era solo una piccola parte delle travolgenti emozioni che lui poteva donarle, ma l'uomo si fermò.
-Non posso continuare fino a che non sarò certo di quello che vuoi realmente. Non posso permettermi l'errore di andare avanti, per quanto sia quello che voglio di più in questo momento, e poi scoprire domani mattina che ne sei pentita. Sei troppo importante per me perché io possa farti questo torto.
-Non mi pentirei mai di qualunque cosa succeda tra di noi. E tu non mi avresti fatto del male. Ti prego... fammi restare qui con te
-Candy... ho bisogno anche io di te stanotte, ho bisogno di sentirti vicina, di respirare il profumo della tua pelle, di sentire la tua presenza. Anche se solo per una notte vorrei sapere di essere l'unico per te.
La portò in camera da letto, Candy ebbe un momento di incertezza. Albert le rivolse uno sguardo rassicurante
-Stanotte dormiremo, permettimi solo di farlo abbracciato a te
Lo guardò sorridente
-Non potrei chiedere di meglio. Domani mattina, la prima persona che vorrei vedere appena sveglia, sei proprio tu...

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Erano di nuovo loro due. Erano, forse, arrivati alla tanto agognata fase finale della loro missione. Le informazioni di cui erano a conoscenza dicevano che il contatto li avrebbe aspettati nella libreria di Craven Road.
Stear avrebbe dovuto aspettarlo facendo finta di leggere un libro: La divina commedia in particolare. L' Inferno per la precisione. Come l'inferno che stavano vivendo durante quell'assurda guerra. Il loro contatto si sarebbe fatto riconoscere. Entrarono guardinghi nella libreria, nessuno, oltre loro, sembrava essere lì dentro. Il silenzio regnava sovrano.
L'impiegata che accoglieva i clienti era una signora di mezza età, seduta dietro ad una scrivania in noce, impegnata a leggere il suo libro. Li guardò di sfuggita accennando un saluto e dopo aver dato loro informazioni sulla collocazione degli autori stranieri in fondo alla grande sala, ritornò solerte a leggere il suo romanzetto d'amore. Il duca di Kent aveva appena scoperto dove avevano rinchiuso la sua amata e l'anziana donna non poteva perdere tempo in ulteriori chiacchiere e non si curò ulteriormente dei nuovi arrivati. Se avessero avuto bisogno di nuovo di lei, sapevano dove trovarla.
Stear e il suo compagno si districarono tra gli scaffali, il primo raggiunse da solo la meta e iniziò a sfogliare con noncuranza il tomo che gli era stato indicato. Sentì un fruscio alle spalle, con i sensi all'erta aspettava un segnale.
Un uomo si avvicinò a lui e guardando il libro nelle mani di Stear esclamò:
-Per fortuna che alla fine, nel Paradiso, c'è la soluzione di tutto...
La frase concordata.
E dopo che ebbe detto questo, fece per andarsene ma lo urtò quasi distrattamente. Ad entrambi cadde di mano il libro. Si chinarono per riprederlo ma l'uomo fu più rapido e raccolse per sé il libro di Stear. Il giovane raccolse l'altro, si alzò in piedi e si accorse di avere tra le mani il tomo del Paradiso. Capì che ciò che cercava era tra le pagine di quel libro. "Alla fine c'è la soluzione di tutto" gli aveva detto. Sfogliò immediatamente fino all'ultima pagina ma non c'era nulla. Si girò cercando l'uomo ma di lui non vi era più traccia. Rigirò il libro tra le mani in cerca di un indizio ma non capiva. Apri' di nuovo la copertina iniziando da quella posteriore e la guardò più attentamente. Un angolo era leggermente sollevato. Si assicurò che non ci fosse nessuno nelle vicinanze e iniziò a scollare la copertina. Eureka! Vi era nascosto un foglio ed una chiave. In tutta fretta se ne appropriò. Il foglio conteneva le istruzioni su dove avrebbe trovato una macchina e una mappa con il percorso da seguire per raggiungere ciò che stava cercando. Un brivido lo percorse, forse la fine di tutto si stava avvicinando. In un modo o nell'altro. Con un cenno del capo, si accomiatò dal suo compagno, uscì dalla libreria, la signora alla scrivania non si accorse nemmeno del suo passaggio, cercò l'auto, la trovò, infilò la chiave che aveva trovato assieme alla mappa e partì. La mappa era impressa ormai nella sua mente, non ci fu neanche più bisogno di consultarla nuovamente. Uscì dalla città e si inoltrò nelle stradine di campagna. Sembrava che nessuno lo seguisse. Ormai il sole era prossimo al tramonto. Tutt'intorno c'era pace e silenzio. Gli facevano compagnia solo il rumore del motore della sua macchina e la sua pistola. Quanto odiava le armi. Gli ritornò alla mente quel giorno del suo combattimento aereo, quando fu attaccato e ferito. Pensava di essere spacciato e il suo ultimo pensiero fu per la sua amica Candy e per il suo amore, Patty. Quanto male le aveva fatto. L'aveva abbandonata di nuovo. E di nuovo le aveva spezzato il cuore. Chissà se per loro due ci sarebbe mai stata un'altra possibilità? Ma doveva mantenere la sua promessa. Quella promessa fatta a Dio, o a chi per esso. Mentre stava precipitando, ricordò che si rivolse a lui e disse:
-Salvami, e ti prometto che se mi salverò io ricambierò salvando tante altre vite. E ora, se tutto fosse andato secondo i piani, stava per arrivare il momento di saldare il suo debito di riconoscenza.
In lontananza finalmente vide la fattoria indicata sulla mappa, accostò la macchina e proseguì a piedi. Si avvicinò cautamente, non intravide nessuno, ormai era quasi buio, da una delle finestre filtrava una fioca luce. Tutt'intorno regnava il silenzio. Sotto i suoi piedi, per quanto cercasse di muoversi piano, le foglie secche scricchiolavano rimbombando nelle sue orecchie come se fosse il suono più rumoroso che avesse mai udito. Ancora nessuno. Si portò all'uscio della porta, esitò, ma poi lo sguardo di Patty gli si parò davanti agli occhi. No, non doveva aver paura proprio ora, ciò che stava per fare serviva a salvare anche il suo grande amore. Bussò. Colpi secchi ribombarono sotto le sue nocche.
In quel silenzio irreale sentì avvicinarsi dei passi strascicanti. Aprì la porta una simpatica vecchietta, un po' curva su se stessa, gli occhialini sul naso, due occhietti furbi che lo scrutarono a fondo. Gli ricordava la nonna Marta, aveva la stessa espressione tranquilla e serena.
- In cosa posso aiutarla, giovanotto?
- Mi... mi hanno detto che lei fa una torta di mele buonissima
- Le hanno detto bene ragazzo mio. Ma non so se le hanno parlato anche della mia torta alla mostarda – e così dicendo lo guardò dritto negli occhi.
Stear sapeva che doveva rispondere con l'ultima frase convenzionale
-Mi hanno parlato anche di quella. Mi hanno detto che è buona da morire!
L'anziana donna accennò un sorriso, quel dialogo dell'assurdo era un esplicito riferimento all'odore dell'iprite ed entrambi sapevano di essere coinvolti in quella missione. Ora poteva smettere di recitare la parte della nonnina di fattoria che passa le sere accarezzando il gatto accanto al camino. Si raddrizzò, la curvatura della gobba lasciò il posto ad una postura eretta, tolse gli occhialini dal naso, e la sua voce smise di essere tremolante. Davanti a lui si mostrava un'altra donna.
-Seguimi, ti porterò da loro – e detto questo lo condusse in un'altra stanza, spostò il grande tappeto al centro della stessa e aprì una botola nel pavimento da cui proveniva una luce.
-Scendiamo, ti stanno aspettando.
Arrivati alla fine di due rampe molto ripide la donna disse all'uomo di guardia
-La torta è pronta per essere mangiata
Il guardiano lanciò uno sguardo verso Stear annuendo:
-Ciao ragazzo, benvenuto tra noi. Meg, torna su che ci penso io a lui.
La donna diede una pacca sulla spalla ad entrambi e stringendo per un momento in più quella di Stear
-In bocca al lupo, soldato. Mi auguro di rivederti presto. E gli regalò un sorriso d'incoraggiamento prima di congedarsi.
Stear si rese conto che li sotto c'era parecchio fermento, nonostante fuori ci fosse il silenzio assoluto, in quella parte della fattoria, invece non mancava il movimento. Lì sotto c'era un intero quartier generale, con macchinari sofisticati e laboratori chimici in funzione.
Andarono dal capitano Leigh, appena lo vide:
-Benvenuto soldato, ti stavamo aspettando, sei pronto?
-Signorsì
-Bene. Ti sei offerto volontario a provare di persona l'efficacia della tua maschera antigas che protegge dalle esalazioni dell'iprite. Ora verrai rinchiuso in una stanza bunker dal quale non potrai uscire prima del termine dell'esperimento. Nella stanza saranno insufflati i vapori dell'iprite e tu resterai al suo interno per un tempo sufficiente affinché si possa testare la validità dei tuoi esperimenti. Se sei pronto possiamo iniziare anche subito. Se l'esperimento avrà esito positivo e tu ne uscirai vivo, la nostra e la tua patria te ne saranno grate, assieme a tutte le vite che finalmente saranno risparmiate. E la tua missione potrà considerarsi definitivamente conclusa e le nostre strade si divideranno qui.
-Signore, posso già iniziare adesso.
-Siamo orgogliosi di te e del tuo coraggio

Indossò il prototipo della sua maschera, lasciò i progetti al capitano ed entrò nella stanza. Per due ore avrebbe dovuto respirare quell'aria adulterata, e poi aspettare altre quattro ore per quantificare i danni di quell'esposizione.
Si sedette in un angolo, la schiena appoggiata al muro e pian piano vide la stanza riempirsi di un leggero vapore. Chiuse gli occhi e preferì pensare al periodo più bello della sua vita, accanto alla sua Patty, l'unica ragazza che lo aveva capito e mai preso in giro per le sue idee bizzarre, ma che anzi lo aveva sempre supportato nella sua pazzia. Ripensò alla sua giovinezza spensierata, a suo fratello, alla sua dolce amica dai buffi codini. Una lacrima scese furtiva dall'angolo dell'occhio destro, non poteva asciugarla, e la sentì pungere fino allo zigomo. Era andato via dal suo grande amore perché non voleva che rivivesse per la seconda volta la sua morte se la maschera non avesse funzionato, non poteva distruggerla ancora una volta, non lo meritava. Ma se fosse uscito vivo da quel bunker, sarebbe ritornato a sposarla, l'avrebbe convinta del suo amore e nulla e nessuno li avrebbe più separati. E non l'avrebbe lasciata mai più. Ripensò all'attacco aereo in cui era rimasto ferito, a quando era stato salvato e al debito di riconoscenza che aveva nei confronti di questa nuova patria. Alla lunga riabilitazione, al reclutamento nei servizi segreti. Le immagini scorrevano davanti a lui come un film, in quelle ore rivisse quasi tutta la sua vita.
All'improvviso una luce rossa si accese e un suono assordante risuonò nella stanza. La prima parte dell'esperimento era terminato. Le due ore erano trascorse. Aspettò che liberassero la stanza dall'aria letale e al segnale di via uscì da quel luogo di morte.
Si accorse che per il momento non accusava alcun sintomo, niente nausea, no bruciore alle vie respiratorie. Ora, se anche nelle quattro ore successive non fosse successo nulla, i suoi calcoli e studi avevano sortito l'effetto sperato e tutti i suoi sforzi sarebbero stati pienamente ripagati. E sarebbe finalmente tornato a essere semplicemente Stear. Dominique sarebbe morto definitivamente in quella missione e nessuno l'avrebbe più cercato. Quelle quattro ore furono infinite, ogni secondo martellava nella sua testa e il tempo sembrava non passare mai. Con sua immensa gioia constatò che più passava il tempo, più aveva la certezza di sentirsi bene e sapeva che mancava poco alla sua desiderata libertà.
Quattro ore. Erano passate anche le ultime quattro ore. E lui era vivo! Vivo, vivo per andare da Patty, per tornare alla sua vita. Aveva mantenuto la sua promessa, ora molte vite sarebbero state salve grazie a lui, era questo il suo ideale quando partì per la guerra la prima volta. Lui era partito per proteggere gli altri e non per uccidere i suoi simili. Ora poteva ritenersi soddisfatto, ora la sua partenza per la Francia aveva avuto finalmente un senso.

Era notte fonda quando lasciò la fattoria, ora sapeva quale fosse la sua prossima meta. Ora nessuno l'avrebbe fermato e anche se era così tardi non resisteva al desiderio di rivederla. Ora le avrebbe detto tutta la verità, non le avrebbe nascosto più nulla e l'avrebbe convinta della sincerità dei suoi sentimenti. Arrivò davanti alla stanza di Patty che era quasi l'alba. Bussò prima piano, poi un po' più forte fino a che la ragazza aprì la porta ancora assonnata.
Appena vide Stear si svegliò di colpo.
-Sono tornato per restare. Per sempre. Per te, se tu ancora mi vuoi
Patty rimase senza parole, le lacrime riempirono i suoi occhi.
-Non ti credo
-Fammi entrare, ti spiegherò tutto
Lo lasciò entrare, Stear notò che accanto al letto c'era il suo regalo. Intatto. Ciò gli infuse coraggio
-Prima però devo fare questo
La prese tra le braccia, la strinse a sé, affondò la sua mano nei suoi lisci capelli e la baciò. Fu un bacio diverso da tutti gli altri. Le donò tutto se stesso, tutto il dolore che aveva assorbito fino a quel momento svanì all'istante, il cuore riprese a battere di un nuovo sentimento, la speranza per un futuro migliore colmò il vuoto di quegli anni senza lei e senza il suo amore, si augurò che quell'istante durasse per sempre e che Patty lo perdonasse e lo riaccogliesse nella sua vita di nuovo.
Dopo un primo momento di rigidità e di sorpresa anche Patty si abbandonò a quel bacio e a quell'abbraccio, ricambiandolo con trasporto. Era finito il tempo delle lacrime, ora voleva solo che il suo Stear rimanesse con lei per continuare dal punto in cui avevano interrotto.

**************************************

Stava passeggiando nel giardino interno antistante alla clinica assorta nei suoi pensieri. Doveva iniziare il turno tra poco, voleva solo respirare un po' di aria fresca prima di rinchiudersi in reparto. Si fermò e si appoggiò al tronco di un albero per assaporare quella pace e quel silenzio. Ripensò a qualche notte prima e alla sensazioni che aveva provato addormentandosi tra le braccia del suo Bert: accanto al senso di calore, di protezione, di benessere ora si accompagnava anche la passione. Quella stessa passione che per tanto tempo aveva associato solo al suo Terence. In che strana situazione si era cacciata, mai avrebbe immaginato che le sarebbe accaduta una cosa simile. Era sempre stata una ragazza decisa, con le idee chiare su ciò che voleva, ma ciò che più l'angustiava era il pensiero che una delle persone più importanti della sua vita avrebbe sofferto in seguito alla sua decisione. Quando Patty le aveva comunicato del ritorno di Stear e che tra di loro le cose si erano appianate perché ora era al corrente di tutte le ragioni dell'allontanamento del suo amato, solo per un momento li aveva invidiati, perché per loro le cose si erano naturalmente risolte. Era indubbiamente felice per loro, finalmente la sua amica aveva trovato la pace, desiderava solo che anche per lei le cose si risovessero nel miglior modo possibile. Le venne voglia di scrivere una lettera alle sue mamme, anche solo il fatto di pensarle le faceva tornare il buon umore. Mancava ancora un po' prima dell'inizio del turno e ritornò in camera per iniziare la lettera. Quando apri' la porta, notò sul tavolo un meraviglioso fascio di fiori. Si avvicinò al tavolo per capire chi l'avesse mandato, quando sentì bussare all'uscio che era rimasto aperto. Si voltò e il cuore fece una capriola.
-Terry...
-Tuttelentiggini... avevo voglia di vederti – le disse avvicinandosi dopo aver richiuso la porta – dopo l'altro giorno non abbiamo più avuto modo di parlare e avevo paura. Paura di perderti dopo quanto ti ho detto, so di averti deluso, ma sono umano anche io. Ho le mie debolezze e i miei limiti e, senza di te, so di averli raggiunti. Potrai mai perdonarmi?
Era bello, ancora più bello, se possibile, di quando frequentavano quello stesso luogo. Il ragazzo aveva lasciato il posto all'uomo che aveva davanti e che si stava pericolosamente avvicinando a lei. Quando fu ad un passo da lei allungò la mano sul suo viso. Una scossa elettrica percorse entrambi, il loro legame non si era incrinato affatto e sapeva che mai avrebbe potuto portargli del rancore. Non a lui.
-I...io devo andare a lavorare – ma restò immobile, con il viso premuto sulla sua mano e con gli occhi chiusi – non potrei mai essere arrabbiata con te per più di mezz'ora. Forse ammetto di essere rimasta delusa dopo la tua confessione, ma dopo, ripensandoci con calma, non ho potuto fartene una colpa. E' stata anche colpa mia, sono stata io che ti ho costretto a rimanere con Susanna nonostante conoscessi i tuoi sentimenti per me. E quello è stato il tuo rimedio per alleviare il tuo dolore.
-Sono felice di sentirtelo dire, ora posso ritornare a vivere – e attirandola a sé la baciò con disperazione, perdendosi in lei, suggendo linfa vitale per lui e staccandosi appena da lei – e pensare che ero venuto qui solo con la speranza che accettassi di venire al ballo che si terrà tra una settimana al palazzo del duca di Wellington. Direi che sono stato anche più fortunato!
-Che ballo?
-E' una tradizione del casato, solo che quest'anno il ricavato sarà devoluto in beneficenza per le famiglie delle vittime di questa dannata guerra. Non puoi dirmi di no, è per una nobile causa...
-Sei sleale – sorrise maliziosamente – ma se la metti su questo piano non posso fare altro che accettare...
-Grazie amore mio!! - l'abbracciò, le schioccò un altro bacio e andò alla porta, poco prima di andare via le rivolse un ultimo, splendido sorriso – buon lavoro Tarzan! - e scomparve nel corridoio.
Candy rimase per un momento immobile, poi si girò e rivide i fiori.
-Che caro... Mi ha anche regalato i miei fiori preferiti. Vediamo che mi ha scritto nel biglietto.
Scartò la bustina e lesse:

"Mia piccola Candy, nessuno di questi potrà mai eguagliare la tua bellezza. Il fiore più raro e splendido sei tu. Approfitto per invitarti al ballo tra una settimana dal Duca di Wellington. Non accetterò un tuo rifiuto.
Con amore Bert"

E adesso?

Era nell'infermeria che sistemava le bende e preparava le medicine per i degenti e, pensierosa, cercava di ragionare con chi sarebbe dovuta andare al ballo.
Tecnicamente Albert aveva inviato i fiori prima del suo incontro con Terence, mentre Terry l'aveva invitata di persona. Albert o Terence? Terence o Albert?
-Ciao Candy, siamo in turno insieme oggi.
-Oh, buongiorno Jusie
e all'improvviso le venne l'idea!

La sera del ballo era finalmente giunta. Tutti e sei arrivarono a Palazzo Wellington. Candy aveva escogitato un piano per andare tutti insieme senza offendere o fare un torto a nessuno. Con l'aiuto di Patty avevano combinato le coppie in modo da non favorire nessuno dei pretendenti a scapito dell'altro: Candy sarebbe entrata assieme a Stear, Jusie assieme a Terence e Patty con Albert. Un po' a malincuore sia Terence che Albert avevano dovuto accettare di non accompagnarla, ma Candy aveva promesso loro un egual numero di danze.
Il palazzo era maestoso, Jusie non aveva neanche idea che potesse esistere un luogo di tanta bellezza ed eleganza, un luogo simile era solo nei suoi sogni e su qualche pagina delle riviste che le era capitato sfogliare. L'imponenza dell'edificio per lei era pari a quello di un castello e quella sera immaginò di essere una principessa in cui il suo amato principe, dagli occhi azzurri e dai capelli dorati, anche se solo per poche ore l'avrebbe stretta tra le sue braccia per una danza sulle nuvole candide del paradiso. Le aveva donato un abito adatto all'occasione. Quando in un primo momento aveva rifiutato quella folle idea della sua amica Candy, il giorno dopo Albert si era presentato da lei con una scatola della sartoria di Madame Handley Seymour pregandola di accettare e dichiarandole che sarebbe stato onorato se lo avesse allietato della sua presenza. Gli sarebbe sicuramente saltata al collo se non fosse stata più che sicura che aveva architettato tutto la sua collega, ma, nonostante questo non aveva il coraggio di rifiutare nuovamente: un occasione del genere non le sarebbe mai più capitata e in quei mesi di guerra e di angoscia, forse anche lei aveva diritto a qualche ora di spensieratezza.
Quando tolsero i soprabiti notò che sia il signor Graham che Albert la guardono con ammirazione. Si sentì avvampare, non aveva mai indossato un abito così elegante. Candy l'aveva aiutata con la pettinatura. I capelli neri lisci che di solito erano raccolti in una lunga coda, ora erano completamente sciolti lungo la schiena in vaporose ciocche ondulate esaltando la loro naturale lucentezza. L'abito lungo era color giallo pastello ricoperto di pailletes. Le bretelle sottili le lasciavano scoperte le spalle esaltando il candore della sua carnagione. Le cuciture e i drappeggi mettevano in risalto le sue naturali forme, che di solito erano ben celate sotto la divisa da infermiera. Albert le aveva procurato anche una bellissima collana che le illuminava ulteriormente il viso, più di quanto non fosse già raggiante di suo, e per non metterla in imbarazzo le aveva promesso che era solo un prestito per quella magica serata.
Anche l'abito di Candy non era da meno in bellezza, addosso a lei poi acquistava ulteriore valore. Era bianco lungo, le spalline erano in pizzo un po' più larghe delle sue e lo stesso tessuto completamente lavorato in una trama fitta continuava fino a tutto il corpetto e scendeva per tutta la lunghezza della gonna allargando la trama della lavorazione creando uno splendido contrasto con il tessuto sottostante. Anche quest'abito, aderente, metteva in risalto la perfetta silouhette della ragazza. A completare il quadro erano i suoi biondi capelli raccolti in un morbido chignon dal quale sfuggivano alcune ciocche creando una cascata fluente e dorata di boccoli. Infine, un paio di orecchini di brillanti erano la cornice perfetta per quel bellissimo quadro d'autore.
Per metterla a suo agio, Albert, nel suo impeccabile smoking nero, invitò Jusie a danzare assieme a lui. Ovviamente la ragazza accettò e un sorriso la irradiò immediatamente. Vedere un'altra donna tra le braccia del suo Albert la ferì più di quanto credesse. Aveva capito che la sua amica era rimasta affascinata dal giovane Andrew, ma guardando l'aria felice di Albert mentre danzava con lei la colpì come uno schiaffo in pieno volto. Ebbene, era gelosa. Non si capacitava che un sentimento così infimo potesse albergare nel suo cuore, dopotutto era stata lei a combinare il tutto, avrebbe dovuto pensarci prima.
-Tuttelentiggini, mi farai aspettare tutta la sera prima di concedermi l'onore di questo ballo?
Stear e Patty si erano già confusi tra i danzatori e a Candy non restò che accettare l'invito di Terence. Non che le dispiacesse... anzi. Ballarono insieme per due giri di danza. Non pensò più ad Albert e alla sua dama. Tra le braccia di Terence poteva dimenticare qualunque cosa. I suoi occhi di zaffiro sapevano incantarla e ipnotizzarla, che nulla altro aveva importanza oltre loro due.
-Sei stupenda questa sera, rimarrei ore ad ammirarti...
-Terry, anche tu sei bellissimo – disse abbassando lo sguardo nel pronunciare l'ultimo complimento e arrossì
-Se non fossi incastrato in questo tuo assurdo piano, escogitato per non dire di no a me e ad Albert, io ti rapirei immediatamente e ti porterei lontano da qui, da tutto e da tutti, lontano da tutti gli sguardi, da queste pers..
-Terence, credo che tu sia accaldato e che abbia voglia di bere qualcosa di fresco – la voce di Albert risuonò alle sue spalle – Permetti? - e gli piazzò tra le mani un bicchiere di una bevanda fresca sorridendogli sornionamente – Mia cara, credo che sia giunto il mio turno di ballare con te. - Le prese la mano, si allontanarono da lui e iniziò a danzare con lei.
-Sei stanca? Vuoi che andiamo a prendere qualcosa da bere anche per te? - le chiese mentre continuava a ridacchiare per il tiro che aveva giocato al suo rivale in amore.
Incredula per ciò a cui aveva appena assistito non potè fare a meno di ridacchiare anche lei.
-Preparati alla sua vendetta, sai anche tu che non si darà per vinto. Inizierei a temere per la tua incolumità. Comunque sì, inizio ad aver sete.
Finita la danza andarono a dissetarsi e si spostarono in uno dei saloni attigui a quello principale per prendere un po' d'aria visto che lì c'era molto caldo. Si ritrovarono da soli nella biblioteca, Candy si sedette su uno dei morbidi divani, il gran vociare arrivava ovattato, quindi potevano parlare senza dover urlare tra di loro. La musica dopo una pausa riprese a suonare, Albert le prese il bicchiere dalle mani poggiandolo su un ripiano, le porse la mano e la invitò a danzare. Loro due soli. Si ritrovò tra le sue forti braccia, la mano che poggiava al centro della sua schiena le scatenava tanti piccoli brividi, e dalla mano stretta in quella di Albert partiva una lunga scossa elettrica che la percorreva per tutto il corpo. Essere abbracciata ad Albert, le dava una sensazione che non sapeva descrivere a parole ma che dava la certezza che quello era il suo posto, il suo porto, la sua casa. In quel momento sapeva di non voler essere altrove. La musica terminò ma erano talmente presi e rapiti dai loro sentimenti che non lo notarono e continuarono a danzare abbracciati ancora per qualche minuto.
-L'orchestra ha terminato
-Speravo non te ne accorgessi, piccola... - Si fermarono, l'attirò ancora più stretta a sè, con un dito le accarezzò delicatamente il viso e la baciò – Non ne avrò mai abbastanza di te... Ora però è meglio che torniamo nel salone principale. L'altro tuo cavaliere starà già affilando la spada per il duello domattina all'alba!
Uscirono dall'enorme biblioteca, da una delle larghe colonne si scostò una figura che aveva assistito a tutta la scena. Scagliò il bicchiere che aveva in mano, con tutta la forza e la rabbia che aveva dentro, contro uno dei muri e con un'espressione che non prometteva nulla di buono ringhiò:
-Maledetti! Me la pagherete tutti e due.... Ma soprattutto tu, zio William!

La serata proseguì tranquilla tra chiacchiere e pause tra un ballo e l'altro, le tre coppie si erano ritrovate e spesso i tre cavalieri avevano ballato scambiandosi le rispettive dame. Ora Stear ballava con la sua Patty, Albert con Jusie e Candy con Terence.
L'orchestra in quel momento suonò un valzer. Il loro valzer. Candy si perse nello sguardo del suo Terry. In quel preciso istante i muri magicamente svanirono. Erano solo loro due, sulla seconda collina di Pony. Lui vestito con il costume da nobile del settecento e lei agghindata da Giulietta che danzavano sull'erba, in una magnifica giornata assolata di maggio. Su quelle note, i loro sguardi erano incollati mentre le loro anime erano intrecciate in un'unica essenza. Quel destino che a lungo li aveva separati, quella sera, forse in debito d'onore con loro, aveva fatto sì che potessero rivivere quel lontano ricordo: la felicità a lungo negata a quei ragazzi poteva ora essere racchiusa in quello spazio privato formato solo dalla loro aura fusa insieme. Il ricordo di quel valzer travolse entrambi: le emozioni di quel giorno, quel forte legame a cui all'epoca non seppero dare un nome, il cuore che batteva a mille, il loro primo bacio...
Nello stesso istante, una doccia fredda travolse Albert. Riconobbe quel brano e il suo ansioso sguardo cercò la coppia sulla stessa pista da ballo. Ciò che riconobbe non gli piacque affatto. Jusie lo vide impallidire e capì che aveva a che fare con Candy.
-Albert, è meglio se ci allontaniamo da qui. Mentre prima mi riposavo ho scoperto un meraviglioso giardino d'inverno al piano superiore. Lì saremo lontani da orecchie curiose e se vorrai potrai raccontarmi ciò che ti turba.
L'uomo la guardò come se la vedesse la prima volta, era davvero scosso da quello a cui aveva appena assistito, aveva l'impressione che mai sarebbe riuscito a rompere il legame che univa Candy a Terence. Trattenendo tutta la sua amarezza, le sorrise dolcemente:
-Sei davvero molto dolce, grazie per la tua pazienza. Finiamo di danzare e poi ci allontaneremo da qui. Ho bisogno davvero di una boccata d'aria, questo salone è diventato soffocante
Quel maledetto valzer finì. Tenendola ancora per mano, Albert si allontanò dalla sala assieme a Jusie salendo per lo scalone verso il piano superiore.
Candy si accorse della loro fuga quando i due avevano quasi raggiunto la cima delle scale per poi svanire imboccando uno dei corridoi. Nonostante le forti sensazioni che aveva appena vissuto con Terence un morso le attanagliò lo stomaco alla vista di quella scena. Si andò a sedere per riprendere fiato senza perdere d'occhio la scalinata sperando nel loro ritorno.
Il giardino d'inverno era illuminato soffusamente da candele e, come aveva predetto la ragazza, non vi era nessuno a sedere nonostante le comode poltrone. Troppo appartato e lontano dalla festa, non si sentiva neanche la musica. L'ideale per chi, come loro in quel momento, aveva bisogno di un momento di tranquillità.
Seppure un po' in imbarazzo, l'uomo raccontò per sommi capi ciò che l'aveva turbato. Per la prima volta apriva il suo cuore a quella dolce ragazza su quali fossero i suoi reali sentimenti per Candy. Jusie vide definitivamente infrangere i suoi sogni, ma nonostante ciò portò una mano sul viso di Albert per offrirgli una carezza consolatoria
-Non perdere le speranze fino a che non sarà lei stessa a dirti che le cose stanno davvero così. Magari la magia dei ricordi che li ha colpiti ha fatto rivivere loro delle lontane sensazioni, ma non è detto che sono le stesse che proveranno anche domani.
La guardò con profonda gratitudine e prendendole la mano che era ancora appoggiata alla sua guancia, l'avvicinò alle labbra e la baciò dolcemente.
-Ti sono davvero grato per avermi ascoltato e per avermi dato la possibilità di condividere con te il mio dolore.
Entrando proprio in quel momento, fu questa la scena a cui assistette Candy vedendoli in lontananza, accomodati su uno dei divanetti.
Non vedendoli tornare, con una scusa aveva pregato Terence di accompagnarla a cercarli ed eccoli lì a tubare lontano da sguardi indiscreti. Sebbene contrariata da quanto aveva appena visto, si avvicinarono ai due
-Vi stavamo cercando. Si è fatto tardi, forse dovremmo andare via. Domani io e Jusie dovremo lavorare molte ore
-Ma bene, bene, bene.... Il quadretto è completo. Non potevo desiderare di essere più fortunato. Tutti e tre i miei preferiti nello stesso momento.
La sua voce nasale era inconfondibile. E dava l'idea di essere anche parecchio ubriaco. Si materializzò dal retro di una delle pesanti tende tirate ai lati dei finestroni del giardino. La fioca luce delle candele gli era stata d'aiuto. Si era nascosto lì dietro quando aveva sentito arrivare qualcuno ed era rimasto rintanato senza farsi scorgere. Li aveva sentiti bisbigliare non cogliendo alcuno dei loro discorsi, ma poi finalmente aveva riconosciuto quella voce che lo ossessionava da anni ormai e aveva deciso di palesarsi. Ma mai avrebbe immaginato che fossero presenti anche il caro zietto e quel maledetto inglese.
Nella penombra luccicò la canna di una pistola.
-Mi avete deriso per anni e mi avete umiliato ad ogni occasione possibile. Ma ve la farò pagare e anche molto cara. Candy, hai sempre fatto la preziosa con me e poi non disdegni di farti toccare e baciare da questi due. Facevi la santarellina e poi sei degna di una qualunque delle case di tolleranza presenti a Londra. Pensaci, potresti divertirti anche di più.
-Piantala Neal! Dammi quella pistola subito!
-Che tono perentorio, zietto! Ma non ti ubbidirò. Hai sempre avuto quello che hai voluto, ma questa volta non sarà così
-Ti volevo uccidere già l'altro giorno, sappi che questa volta non mi fermerò – aggiunse Terence
Candy non aveva mai visto Neal in quello stato e mai aveva visto quella rabbia sui volti di Terence e Albert.
-Vi prego, smettetela! - urlò tra le lacrime
-Sapete che c'è? - proseguì Neal sempre più fuori controllo – che se non posso averla io, non l'avrete neanche voi, maledetti! - e puntò la pistola verso Candy.
Avvenne tutto all'improvviso.
Un colpo sordo echeggiò nel silenzio di quel salone. I due uomini fecero da scudo con i loro corpi a Candy. Due voci femminili urlarono all'unisono.
La guardò. I suoi occhi azzurri brillavano. Le sorrise e sussurrò:
-Ti amo....
Cadde sul pavimento, una macchia rosso porpora si allargava a vista d'occhio, se non fossero intervenuti per tempo sarebbe morto.
-Non mi lasciare ti prego, resisti, ti salveremo! - con quella poca lucidità che le era rimasta strappò un lembo del vestito e lo tamponò sulla ferita – vi prego, aiutatemi, dobbiamo salvarlo ...
I primi soccorsi iniziarono già ad accorrere, Jusie cercò di fare del suo meglio per aiutare la sua amica, ma capì subito che la situazione era davvero molto grave.
Dall'altro lato del giardino Neal lasciò cadere la pistola per terra, inziò a indietreggiare senza guardare dove mettesse i piedi. Continuava a blaterare parole sconnesse:
-No, non volevo che finisse così. Non è colpa mia. Sono loro che mi hanno esasperato
Non si accorse che c'era un poggia piedi sulla sua zigzagante traiettoria, vi inciampò, perse l'equilibrio e cadde rovinosamente contro uno dei finestroni. Il vetro si ruppe e già provato dai fumi dell'alcool e da quello che era appena accaduto, Neal non trovò alcun appiglio a cui aggrapparsi e precipitò rovinosamente al piano di sotto...

Edited by poingpoing - 15/5/2016, 22:33
view post Posted: 19/3/2016, 19:47     +1ROUND ROBIN IN ATTESA DI TITOLO! - FAN fiction
Ed ecco che finalmente arrivo anche io, in ritardo come sempre....
Quando ho letto la prima volta i brani che avete scritto sono rimasta estasiata, ma come faccio sempre quando qualcosa mi coinvolge, ho divorato le pagine che avevo davanti a me e non me le sono gustate a fondo come avrebbero meritato. Ora che devo scrivere la mia parte mi sono apprestata a leggerlo di nuovo per non commettere incongruenze con quanto è stato scritto finora. E di nuovo sono stata catturata dai vostri piccoli capolavori.

Cerchiolina mi sono ritrovata in un angolo in quel porto appena Candy è sbarcata e assieme a lei sono entrata nella Saint Paul School. E ancora ero tra i cespugli della seconda collina di pony mentre ho sentito il vento soffiare tra le fronde al tramonto... Quanta emozione mi ha regalato la tua parte e quando l'ho terminata ho pensato: O no?! Il capitolo è finito di nuovo!!!

Candy75 la tua parte non è sicuramente da meno di quella di Cerchi di Fuoco nè come lunghezza :risata: nè come carico di emozioni che mi ha donato. Albert sulla Harley Davidson mi ha fatto mancare un battito e mi sarebbe molto piaciuto essere sul sellino posteriore, ma vabbè pazienza me ne dovrò fare una ragione.
Hai rinnovato il mio odio nei confronti di quell'imbecille di Neal e per il resto della sua simpatica famigliola, ma tanto è il risentimento nei loro confronti quanto invece è grande la mia gioia nel ritrovare vivo e vegeto e più inventore che mai il mio amato Stear! Grazie per averlo fatto ritornare tra noi... Un po' meno felice per l'iprite, ma qualcosa mi toccherà inventare!!! :risata: :risata: :risata:

Italia74, cosi' come per la tua one shot, anche qui sono rimasta incantata leggendoti. Quando Candy è entrata nello studio del dottor Cox ho pensato e che ca..spita! Povera Candy, mai un attimo tranquilla qua a Londra, era meglio se fosse rimasta a pettinar procioni nell'Indiana!! E poi un crescendo di emozioni con Terence che rapisce la sua amata per portarla sulla collina e perdersi entrambi nel tanto desiderato bacio che nulla aveva a che vedere con quello di tanti anni prima. Almeno qui sganassoni non ce ne sono stati e, anzi, pare che alla nostra ingenua fanciulla la questione inizi a piacere!!

Piry, a te non posso fare altro che innalzare un'ode. Albert, solo Albert e per sempre Albert! Finalmente il nostro amato si è dichiarato e la fanciulla, scesa finalmente dal pero, ha iniziato a prenderci gusto anche con lui. Però almeno tu, qualche altro bacio appassionante ce lo potevi regalare!! Dopo che ho finito di leggerti, comunque, gli occhi avevano ormai la forma a cuoricino!!

Lady, il tuo capitolo è straziante. Ma non mi sento di giudicare Terence, sebbene sia un'immagine del duchino fino ad ora mai conosciuta, ancora una volta quello che ne esce mortificato e lacerato nell'anima è sempre e solo lui. La sua è solo una effimera e momentanea illusione che non lo porta da nessuna parte se non nei meandri della sua cupa e poco gratificante esistenza. :triste4.gif: :triste4.gif: brava brava brava

Sciara anche io come tutte le altre sono stata vittima del tuo scherzo anche se non ho ben capito se in maniera inconsapevole!! Solo dopo qualche giorno che mi era stata consegnata l'opera omnia finora scritta e che avevo letto, candidamente Italia mi ha detto del capitolo sbagliato!!! :risata: :risata: e anche io nel leggerlo la prima volta ero rimasta perplessa dagli eventi, ma per educazione ero rimasta in silenzio!!! :sconvolto.gif: :sconvolto.gif:
Oggi per la prima volta ho letto il capitolo vero e l'incontro tra Patty e Stear mi ha davvero commossa!! Bello bello bello!

Brave tutte davvero, spero di essere alla vostra altezza! :giusy: :giusy: :mizia: :mizia:
view post Posted: 19/3/2016, 18:57     One Shot di Lady Oscar - Riempi la pagina bianca
CITAZIONE (Paul McCartney @ 8/3/2016, 16:18) 
non comprendo bene la tua scelta stilistica, ma di sicuro ce l'hai messa tutta e l'importante è partecipare.
Saluti cara.
Paul

E' una genialata! Senza se e senza ma...
Anni e anni di dissertazioni ed elucubrazioni mentali sul senso di quella pagina bianca, sui significati nascosti, sulle parole non dette.
E Lady Oscar con la sua irriverente One Shot ha annientato 6 anni di discussioni.
Io avrei fatto vincere lei ad esempio!!!

:risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata:
view post Posted: 19/3/2016, 18:49     One Shot di Poingpoing - Riempi la pagina bianca
CITAZIONE (Terryfan @ 18/3/2016, 23:37) 
Poingpoing..... TI ADORO!!!
Sono qui da sola davanti al computer e sto ridendo come una scema.
Questa OneShot è bellissimaaaaaa :ok.gif: :risata:

Grazie mille Terryfan, sono contenta che ti sia piaciuta e che ti abbia fatto ridere. Ti posso garantire che anche io, mentre la scrivevo, mi sono divertita un mondo!!! E i tuoi complimenti, assieme a quelli delle altre mi rincuorano non poco, in quanto ero davvero intimorita nello scrivere qualcosa dove altre, prima e meglio di me, hanno dato vita a capolavori! :giusy: :giusy:

CITAZIONE
Cara poingpoing,
tu hai scelto Albert nella vita di Candy, spiazzante per me, così mi trasformi Albert da giramondo a uomo di casa;

Perché uomo di casa? Lui e Candy potrebbero girare il mondo assieme...

CITAZIONE
Non è che se Terence accetterà, Candy potrebbe ritrovarsi a reggere la candela...???

Cioè, fammi capire... Uomo di casa no, ma fare le cose sconce con Terence sì? Sei tu che spiazzi me ora.... Poveri Albert e Terence....

CITAZIONE (fairymoon16 @ 25/2/2016, 13:59) 
Fantastica questa one shot di poing poing e fantastici i sequel!

Terence che scrive a Christian per "arrivare a una scelta consapevole" mi ha fatto rotolare dalle risate.

Sono sicurissima che Terence ci sta :sorrisone:

Il poliamore finalmente si rivela l'unica scelta possibile per Candy, Terence e Albert, condividoooooooooooooooooooooo.......
io non posso scegliere tra Terence e Albert (e non solo tra loro due :love4.gif: ), perchè mai dovrebbe scegliere Candy?

Era ora di arrivarci!
Terence, Candy e Albert supportano la legge sulle unioni civili, vorrebbero ampliarla a comprendere le unioni poliamorose e la stepchild adoption (di tutti i bimbi della casa di Pony, figli di nessuno prima, adottati da ben tre genitori poi!)

:1311thumbnailij2.gif:

Grazie mille Fairymoon,
sono contenta che ci sia una estimatrice della mia teoria... Se troviamo altri adepti potremo istituire una petizione e magari far fare una integrazione alla Mizuki!!! :risata: :risata: :risata:
view post Posted: 6/2/2016, 17:47     un nuovo utente - Benvenuti!
Ciao Paul. Vorrei specificare una cosa... Albertiani non solo si nasce, ma lo si diventa anche, come è successo a me ad esempio! Benvenuto anche da parte mia ci si vede in giro e, tranquillo, non ho alcuna intenzione di farti cambiare idea 😂😂😂
view post Posted: 25/1/2016, 21:22     One Shot di Poingpoing - Riempi la pagina bianca
Ragazze, siete ge-ni-a-li! Mi state facendo morire dal ridere :risata: :risata: :risata::risata::risata::risata::risata:
view post Posted: 20/1/2016, 22:45     One Shot di Poingpoing - Riempi la pagina bianca
Direi che per una continuità di pensiero e stilistica sarebbe meglio che ognuno continui con il suo personaggio, nulla e nessuno vieta però di crearne di nuovi. E' vero che la prima lettera di Candy l'ho scritta io, ma nel momento in cui ho dato via al delirio ne ho ceduto volentieri il diritto di proprietà intervenendo poi con personaggi di contorno anche se hanno solo il ruolo di comparse...

Direi che comunque all'appello mancano ancora diverse lettere per chi ha voglia di inventarle:

Miss Pony
Suor Maria
Annie
Patty
George tanto per citarne alcuni.... e perché no, anche Iriza e Neal

Più aumenta il delirio, più queste lettere diventeranno una raccolta da far invidia a Jacopo Ortis!
view post Posted: 20/1/2016, 19:00     +2One Shot di Poingpoing - Riempi la pagina bianca
Gentilissimo signor Graham,
mi chiamo Morris... Philip jr Morris e sono un amico del signor Daniels... Jack Jr Daniels a sua volta amico di miss Pollyanna
Ieri io e Jack stavamo chiacchierando quando mi ha messo al corrente di una certa situazione che la riguarda molto da vicino, mio giovane amico. E che coinvolge, mio malgrado, anche me.
Signor Terence,
glielo dico col cuore in mano. Ho tante bocche da sfamare e, come me, anche i miei collaboratori che grazie a lei sono riusciti a mandare i loro figli all'università.
Non accetti quella deplorevole proposta che le è stata fatta.
A noi Morris, oltre che come affermato attore, lei piace molto anche per la sua irrequietezza, che la porta a fumare e a consumare i nostri prodotti più di quanto è consono.
La proposta a cui sta pensando è immorale sotto tutti i punti di vista, va contro ogni decenza e mina sia il buon nome della famiglia Andrew sia il buon nome della sua, anche se ad onor del vero è composta solo da lei: ma vuole cominciare già così male?
Il martedì nero qui si sta avvicinando inesorabile e la nostra azienda è totalmente nelle sue dita e nei suoi posaceneri. Non ci deluda, non torni sereno, viva la sua tetra esistenza come ha sempre fatto e renderà felici tanti bambini che vedranno realizzati i loro sogni di andare anche quest'anno in vacanza al mare.

Con i miei più sentiti omaggi

Philip Jr Morris
view post Posted: 19/1/2016, 17:28     +1One Shot di Poingpoing - Riempi la pagina bianca
Gentile signor Graham,
sono il maggiordomo di casa Andrew e mi permetto di disturbarla in quel di New York.
Le scrivo per informarla che in questa casa si sta consumando una tragedia e noi personale di servizio, sebbene siamo tutti molto affezionati alla signora Candy e al signor William, stiamo pensando di rivolgerci al FLCM (Fronte di Liberazione per Camerieri Molestati). Per le stanze della tenuta riecheggiano incessantemente tutti i giorni e tutte le notti le note di una melodia (pare si chiami Anne Laurie) che non ci permette di dormire nelle ore notturne e in quelle diurne ci mette addosso una tristezza infinita che sbucciare le cipolle per noi è diventato un sollievo....

Inoltre la signora Andrew, da quando ha ricevuto le sua ultima lettera in cui non le ha dato una risposta definitiva (a cosa ancora non l'abbiamo capito bene sebbene girino strane voci in merito), non fa altro che piangere e si lamenta e strilla di continuo sul fatto che non vuole spezzare il filo di Albert (attualmente lavoriamo con dei tappi per le orecchie). Penso si riferisca al filo di perle che il signore le ha portato dal suo ultimo viaggio, anche se non colgo perfettamente l'attinenza a tutta la situazione, ma ho capito che per lei questa collana è molto importante e teme di perderla se lei, signor Terence, non interviene. Conosce per caso un bravo orafo che possa rafforzare questo filo? La prego di cuore di giungere al più presto in questa casa assieme al suo amico gioielliere in quanto temiamo che anche il fiume Avon possa straripare a causa delle copiose lacrime della nostra amata signora.

Con devozione

maggiordomo di Casa Andrew
view post Posted: 19/1/2016, 10:30     One Shot di Poingpoing - Riempi la pagina bianca
Lady e Italiuccia.... Voi mi farete morire lo so!!! 😂😂😂
view post Posted: 19/1/2016, 10:16     +2One Shot di Poingpoing - Riempi la pagina bianca
Giovanotto!
Sono il postino che fa servizio nella zona residenziale in cui è ubicata villa Andrew. Io sono ormai diventato un po' anziano e, sebbene io svolga il mio lavoro ancora con profonda passione, devo dire che lei mi sta sfiancando. Sono già alla trentottesima lettera che consegno nel giro di pochi giorni, ogni tanto devo affidare la consegna al mio gentile nipote in quanto i calli a fine servizio dolgono come non mai. Per carità rivedo sempre volentieri la signora Andrew, è sempre molto gentile e cortese con me e mi riserva sempre un radioso sorriso, ma quanto pensa ancora di andare avanti? Faccia come fanno tutti gli innamorati e la prego, inizi ad usare IL TELEFONO!
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